Onstage Magazine settembre 2010

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n째34 / settembre '10

VASCO LIGABUE PETER GABRIEL ELISA




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ONSTAGE - EDITORIALE

Tutti i locali di Milano e Roma dove trovi Onstage Magazine Milano

Con l’editoriale del numero di agosto ho affrontato un tema che coinvolge il mondo della musica nella sua quasi totalità e quindi molto delicato. In sintesi, la tesi è che sono pochissimi gli artisti e i gruppi di nuova generazione in grado di prendere il posto dei vari U2, Springsteen, Madonna, Depeche Mode e compagnia bella. Nel nuovo millennio solo Coldplay e Muse hanno raggiunto le vette di popolarità dei citati big e hanno fatto certi numeri dal vivo. In Italia stiamo ancora peggio. Ma perché manca questo ricambio ai vertici della musica (suonata)? Ho avanzato delle ipotesi - la semplicità con cui si confeziona oggi un prodotto musicale ha cambiato le priorità di artisti e operatori, l’eccesso di offerta ha modificato il comportamento del pubblico, la scomparsa del supporto tangibile impedisce la costruzione di un legame affettivo con canzoni, dischi e artisti – e queste sembrano avere tutte un denominatore comune: l’impatto del progresso tecnologico sulla musica. L’argomento merita qualche ulteriore riflessione, che per mancanza di spazio – se sforo mi fanno secco – ho tralasciato lo scorso mese. Nel corso della storia, le nuove tecnologie - dalla ruota al computer - non sono mai state il fine ultimo del nostro ingegno, bensì un mezzo per offrire nuove opportunità all’uomo. Naturalmente questo vale anche per la musica. Prima che comparissero gli strumenti di registrazione, si diffondeva molto lentamente in forma orale o scritta. Poi, grazie all’incisione su supporto e ai nuovi media come la radio, ha cominciato a circolare geograficamente e temporalmente con maggiore velocità e semplicità. La tecnologia è un “mezzo” che fa bene alla musica. Anche i nuovi strumenti digitali. Il punto è comprenderne impatto e potenzialità, questione che spetta a chi

opera nel business musicale, non certo agli utenti. Ed è proprio questo il punto. Prendiamo l’mp3. Ha reso possibile il downloading illegale di file musicali attraverso i software di sharing, e questo è un danno, non ci sono dubbi. Ma è vero anche e soprattutto che attraverso Internet è ancora più facile e veloce diffondere (che fa rima con vendere) quei file musicali. Mi chiedo perché chi genera profitto col diritto d’autore abbia impiegato anni e speso milioni di dollari solo per combattere il danno - il processo a Napster è del 2001, tanto per intenderci - invece che investire sulle potenzialità offerte dalle nuove tecnologie. Qualcuno c’è arrivato. Oltre ai siti di downloading legale (il primo step) ci sono oggi in rete realtà come Spotify e Pandora che consentono di ascoltare in streaming canzoni scelte dall’utente senza spendere soldi, perché intervallate da interruzioni pubblicitarie, oppure pagando se non si vuole la pubblicità. Il pubblico può accedere a tutta la musica che vuole con semplicità e a costi ridotti se non nulli. I risultati sono naturalmente ottimi. Apro una parentesi sull’Italia. Da noi questi servizi non sono disponibili, e qualcuno dovrebbe spiegarci perché. I siti citati pagano i diritti d’autore e invogliano il pubblico a comprare i brani trasmessi in streaming, a beneficio di chi possiede il copyright. E’ un meccanismo molto semplice e redditizio, per tutti. Morale della favola? Se il mercato offre servizi validi e convenienti, gli utenti acquistano invece che rubare. E come d’incanto la tecnologia torna ad essere esclusivamente un’opportunità, anche di business, in grado di alimentare quel circolo virtuoso di cui la musica ha bisogno per investire sul talento. Daniele Salomone

Onstage Magazine on tour - Settembre 2010 ELISA: 10 SETTEMBRE: ARENA, VERONA; LIGABUE: 16-17-18 SETTEMBRE: PALAOLIMPICO, TORINO; VASCO ROSSI: 22-23, 27-28 SETTEMBRE: FUTURSHOW STATION, BOLOGNA; PETER GABRIEL: 26 SETTEMBRE: ARENA, VERONA

n°34 / settembre '10

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magazine

n°34 / settembre '10

magazine

Bar Magenta BhangraBar Biblioteca Sormani Blender Bond Cafe Milano Cargo Colonial Caffè Cuore Deseo Elettrauto Cadore Exploit Felice San Sushi Frank Café Fresco Art Good Fellas

Gray Cat Pub Ied Item Jamaica Julien Café Kapuziner La Bodeguita del Medio La Caffetteria La Fontanella Le Coquetel Le scimmie Lelephant Magazzini Generali Maxi Bar Mom Morgans Pacino Café

Pharmacy Store Radetsky Reefel Roialto Café Sergent Peppers Skip Intro Stardust Trattoria Toscana Twelve Volo Yguana

Friend's Art Cafè L'infernotto Latte Più Le Sorelle Lettere Cafè Living room Cafè Locanda Atlantide Micca Club Mom Art On The Rox Open Music Cafè Pride Pub Rock Castle Cafè

Shanti Simposio Sotto Casa Di Andrea Sotto Sotto Tam Tam Zen.O

Roma Avalon Pub Birreria Marconi Cartolibreria Freak Out Casina dei Pini Circolo degli Artisti Crazy Bull Deja'Vu Distillerie Clandestine Express Fata Morgana Freni e Frizioni

Onstage People Direttore Responsabile Emanuele Vescovo Direttore Editoriale Daniele Salomone d.salomone@onstageweb.com Art Director Federico Riva f.riva@ineditweb.com Progetto grafico Inedit srl via Pietrasanta, 12 20143 Milano info@ineditweb.com Redazione Francesca Vuotto f.vuotto@onstageweb.com Mattia Sbriziolo mattia.sbriziolo@onstageweb.com Photo editor Tommaso Riva t.riva@ineditweb.com Hanno collaborato a questo numero: Blueglue, Vittoria Galtrucco, Massimo Longoni, Emanuele Mancini, Claudio Morsenchio, Gianni Olfeni, Marco Rigamonti, Tommaso Riva, Giorgio Rossini

VASCO LIGABUE PETER GABRIEL ELISA

Foto: Francesco Prandoni

VASCO LIGABUE PETER GABRIEL ELISA

Foto: Alessio Pizzicannella

VASCO LIGABUE PETER GABRIEL ELISA

Foto: Veronique Vial

Onstage Magazine - Registrazione al tribunale di Milano N°362 del 01/06/2007

6 onstage - SETTEMBRE

VASCO LIGABUE PETER GABRIEL ELISA

Foto: Nadav Kander

Areaconcerti srl via Carlo De Angeli, 3 20141 Milano tel. 02.533558 Amministrazione Mario Vescovo m.vescovo@areaconcerti.it

Pubblicità Luca Seminerio l.seminerio@onstageweb.com Francesco Ferrari f.ferrari@onstageweb.com Eileen Casieri e.casieri@onstageweb.com Marianna Maino m.maino@onstageweb.com Pubblicità Triveneto, Mantova, Emilia Romagna Ever Est s.n.c. via Roma 5/A 35010 Limena (PD) Tel. 049.8849246 info@everestadv.it Pubblicità Lazio Areaconcerti Srl Via Nizza, 53 00198 Roma Tel 06.45474811 Paola Marullo p.marullo@onstageweb.com Pubblicità Toscana e Umbria Sara Moretti s.moretti@onstageweb.com Distribuzione e logistica Mario Vescovo m.vescovo@onstageweb.com Stampa Centro Stampa Quotidiani Spa Via dell’Industria, 52 25030 Erbusco (BS) Web http://www.onstageweb.com http://www.mylive.it http://www.areaconcerti.it



indice / SETTEMBRE

rubriche

10 - ontour

Il calendario completo dei concerti di settembre, con approfondimenti sulle date più interessanti.

46 - rock 'n' fashion

14. ELISA L’ex peperino del rock tricolore ci racconta come si è trasformata in donna matura e mamma accorta, senza smarrirsi. Tutto merito di una spontaneità immutata.

Gli inglesi Hurts hanno fatto outing. Si ispirano agli anni Ottanta e, semplicemente, non lo nascondono.

46 - live report

Di nuovo in pista dopo l’infortunio di Bono, gli U2 hanno ricominciato da Torino. Noi c’eravamo.

48 - what’s new

Dischi, film e video-games: ancora una volta abbiamo ascoltato, visto e giocato per voi.

54 - coming soon

Ottobre segna il ritorno (discografico e live) di Carlos Santana, imperatore della chitarra.

20. LIGABUE Prima che partisse il tour, siamo andati a Correggio a verificare con i nostri occhi e orecchie quel che di buono si dice di Ligabue. E abbiamo trovato molto di più.

onstageweb

Live Report

I reportage fotografici di tutti i più importanti concerti del mese: Guns ‘N Roses, Vasco, Peter Gabriel, Patti Smith, Limp Bizkit, Ozzy Osburne e molti altri.

Contest

Onstageweb mette in palio i biglietti per i concerti di Elisa e Peter Gabriel! In più ti regaliamo gli ingressi per le date del party itinerante “Eastpack Happy New Year”.

26. VASCO ROSSI

E poi tutte le news musicali, il calendario completo dei concerti, gli approfondimenti. Stay connected!

Di Vasco i media hanno detto tutto e di più. Per una volta, lasciamo che sia chi lo conosce bene a parlare. Prima parte di un’avvincente “inchiesta” sul rocker di Zocca. Segui Onstage anche su FACEBOOK Diventa fan di ONSTAGE MAGAZINE

FACE TO FACE WITH ... 32. PETER GABRIEL Il più colto tra i musicisti colti torna in Italia con un progetto nuovo di zecca, ennesima dimostrazione della sua propensione al cambiamento. Bentornato Sir Peter.

8 onstage - SETTEMBRE

12. Blonde Redhead



ontour/ SETTEMBRE

Supertramp

30

07/09 Verona

31

1 Mercoledì Alessandra Amoroso - Lanusei (OG) Elio e Le Storie Tese - Cremona G. Palma & The Bluebeaters Calitri (AV) Irene Grandi - Alimena (PA) Leonard Cohen - Firenze Malika Ayane - Molfetta (BT) Placebo - Noci (BA) Simone Cristicchi - Carpineto

6

Lunedì Carmen Consoli - Palermo Irene Grandi - Verona

T

ra i trentacinque concerti europei del 70-10 Tour – organizzato per festeggiare il quarantesimo anniversario di Supertramp – c’è spazio anche per l’Italia. La band britannica, dopo infiniti cambi di line up, si presenta all’Arena di Verona con gli storici membri Helliwell (sassofono), Siebenberg (batteria) e il fondatore

Rick Davies (voce e tastiere). Proprio Davies ha annunciato che si tratta di concerti in puro stile Supertramp: piacevoli sia per l’udito che per la vista. Chi dovesse perdersi la loro esibizione, potrà riascoltare i live della band grazie alla versione rimasterizzata di Breakfast In America, in uscita il 5 ottobre (edizione Deluxe) e il 30 novembre (Super Deluxe).

Lunedì

13

Blonde Redhead - Bologna Elisa - Catanzaro

Limp Bizkit

7

Martedì Elisa - Aosta Ligabue - Palermo Supertramp - Verona

Martedì

8

Mercoledì

Carmen Consoli - Modena Dalla&DeGregori - Brescia Irene Grandi - Avellino Le Vibrazioni - Uta (CA) Neffa - Reggio Emilia Roy Paci & Aretuska - Scario (SA) Velvet - Calciano (MT)

14

Dalla&DeGregori - Bologna Patti Smith - Bolzano The Niro - Milano

Mercoledì

15

Bandabardò - Modena Eels - Milano Elisa - Taormina (ME) Morgan - Verona

18/09 Milano

Lunedì

20

Elton John - Roma Le Vibrazioni - Villa Frati (PA)

N

onostante abbiano annunciato da mesi il titolo del loro nuovo lavoro - cinque anni dopo The Unquestionable Truth Part 1 - nessuno sa ancora quando i Limp Bizkit pubblicheranno Gold Cobra. Nell’attesa, il Palasharp di Milano apre le porte alla band americana che, col rientro del chitarrista Wes Borland, è di nuovo al

10 onstage - SETTEMBRE

Lunedì completo. Una buona occasione per scoprire se Fred Durst e soci sono in forma come un tempo o se la riconciliazione - a quattro anni dal loro (presunto) scioglimento - è stata solo una premeditata operazione di marketing. Incendiare il pubblico meneghino con Nookie, My Generation e Take a Look Around non sembra una missione così…impossibile!

27

Vasco Rossi - Casalecchio (BO)

Martedì

21

Goran Bregovic - Milano Morgan - Portici (NA) Niccolò Fabi - Siena

Martedì

28

Vasco Rossi - Casalecchio (BO)

Mercoledì

22

Elton John - Trani (BT) Korn - Milano Ozzy Osbourne - Milano Vasco - Casalecchio (BO)

Mercoledì Renato Zero - Roma

29


2

3

4

5

Giovedì

Venerdì

Sabato

Domenica

Arcade Fire - Bologna Bandabardò - Castiglione (PG) Nina Zilli - Assisi (PG) Simone Cristicchi - Lentiscasa

Alessandra Amoroso - Cagliari Bandabardò - Roma Elio e Le Storie Tese - Verona G. Palma & The Bluebeaters Treviso Irene Grandi - Pratola Serra (AV) Linea 77 - Osnago (LC) Malika Ayane - Palermo Motel Connection - Ravenna Niccolò Fabi - Ostia (Roma) Placebo - Codroipo (UD)

Alessandra Amoroso - Alghero Blink 182 - Bologna Carmen Consoli - Taormina (ME) Dalla&DeGregori - Udine G. Palma & The Bluebeaters - S. Margherita (GE) Guns N' Roses - Roma Irene Grandi - Brugnaturo (VV) J-Ax - Falconara (AN) Le Vibrazioni - Campanedda (SS) Ligabue - Bologna

Carmen Consoli - Ancona Elio e Le Storie Tese - Treviso Guns N' Roses - Milano Malika Ayane - Taormina (ME) Paola Turci - Guastameroli (CH) Roy Paci & Aretuska - Palermo

9

Giovedì

Bandabardò - Torino Baustelle - Pisa Carmen Consoli - Asolo (TV) dEUS - Modena Morgan - Rende (CS) Paola Turci - Taranto

Giovedì

16

Ligabue - Torino

Giovedì

Bandabardò - Pisa Elisa - Verona Irene Grandi - Castellabate (SA) J-Ax - Ravenna Linea 77 - Torino Motel Connection - Fiuggi (FR)

Venerdì

17

Baustelle - Cernobbio (CO) Elton John - Milano Ligabue - Torino Motel Connection - S. Maria (CE) Niccolò Fabi - Borgo S. Dalmazzo (CN) Nina Zilli - Taneto (RE)

23

Elton John - Catanzaro Motel Connection - Terni Niccolò Fabi - Moncalieri (TO) Vasco - Casalecchio (BO)

Giovedì

Venerdì

10

30

Mario Biondi - Catanzaro Renato Zero - Roma

Venerdì

24

Elio e Le Storie Tese - Cagliari Elton John - Taormina (ME)

1

Sabato

11

Baustelle - Bologna Blonde Redhead - Milano Dalla&DeGregori - Genova Elio e Le Storie Tese - Sesto (MI) G. Palma & The Bluebeaters - L'Aquila J-Ax - Chioggia (VE) Ligabue - Bari Mario Biondi - Monza Motel Connection - Pisa Niccolò Fabi - Genova Nina Zilli - Varazze (SV) Patti Smith - Firenze Roy Paci & Aretuska - Genova Simone Cristicchi - Rovereto (TN) Stereophonics - Milano

Sabato

18

Domenica

Alessandra Amoroso - Carpi (MO) Blonde Redhead - Roma G. Palma & The Bluebeaters - S. Elpidio (FM) Malika Ayane - Cremona Neffa - Latisana (UD) Nina Zilli - Torino Patti Smith - Milano Steve Miller Band - Milano The Niro - Ponte Alto (MO)

19

Domenica

Elton John - Roma Le Vibrazioni - Catania Nina Zilli - Cernobbio (CO)

Sabato

Domenica

Dalla&DeGregori - Padova Elio e Le Storie Tese - Alghero G. Palma & The Bluebeaters Aosta Kate Nash - Milano Neffa - Biancavilla (CT) Nina Zilli - Napoli The Niro - Cesena

2

17/09 Milano, 19 e 20/09 Roma, 22/09 Trani 23/09 Catanzaro, 24/09 Taormina (ME)

12

Dalla&DeGregori - Rieti Elio e Le Storie Tese - Macerata Ligabue - Torino Limp Bizkit - Milano Morgan - Cernobbio (CO) Motel Connection - Senigallia (AN) Neffa - Bagnoli (NA) Niccolò Fabi - Fiume Veneto (PN) Nina Zilli - Cerreto d'Esi (AN) The Niro - Torino Vasco Rossi - Cagliari

25

Elton John

A

lmeno tre generazioni di fan aspettano il ritorno di Sir Elton John in Italia, a distanza di un anno dall’ultima acclamata esibizione nel nostro paese. Una data al Teatro Arcimboldi di Milano e una doppia serata all’Auditorium della Musica di Roma, seguite da Trani, Catanzaro e Taormina: sono questi gli appuntamenti fissati con il Baronetto inglese

che – proprio come lo scorso anno - propone un concerto solo piano e percussioni, suonate magistralmente dallo storico compagno di palco Ray Cooper. La scaletta prevede molti grandi successi che hanno segnato gli oltre quarant’anni di carriera di Elton John: da Rocket Man a Can You Feel The Love, passando per Don’t Let The Sun Go Down On Me e Your Song.

Eels 15/09 Milano

26

Linea 77 - Cesena Peter Gabriel - Verona

3

I

l 23 agosto gli Eels hanno pubblicato Tomorrow Morning, ultimo atto della trilogia iniziata con Hombre Lobo (giugno 2009) e proseguita con End Times (gennaio 2010). Tre dischi in poco più di un anno sono un chiaro indizio: all’eclettico Mark Oliver Everett - meglio conosciuto con lo pseudonimo di Mr. E – non manca certo il dono della

creatività. Ma guai a parlare di indizi in presenza del frontman degli Eels. Lo scorso giugno, la polizia inglese lo ha arrestato a Londra, perché scambiato per un terrorista. Indizi? Il suo attuale look, che fa tanto Islam. “Non tutti quelli che hanno capelli corti e la barba lunga sono terroristi. Alcuni di loro vogliono solo fare rock” ha commentato Everett.

11 settembre - onstage


face2face / Blonde Redhead

di francesca vuotto

TUTTO SI TRASFORMA

live in italy Foto di Pier Nicola D'Amico

11/09 Milano 12/09 Roma 13/09 Bologna

Se fai noise rock e inizi la carriera sotto l’ala protettrice di Steve Shelley - batterista dei Sonic Youth, che di quella scena sono stati i padrini - rischi di trovarti chiuso in un vicolo cieco da cui è dura venire fuori. E invece i Blonde Redhead ne sono usciti alla grande, pur senza mai rinnegare di esserci stati. Come? Puntando tutto sul cambiamento. Amedeo Pace, chitarrista e fondatore della band italo-americana col gemello Simone (batterista), ci ha parlato dell’ultima, ennesima trasformazione dei Blonde Redhead.

L

a maggior parte dei fan italiani non avrà ancora nuovo, per quelli che sono i nostri interessi e per quello che saNon c’entra niente il mercato, è difficile spiegare come nasce ascoltato il nuovo disco prima di vedervi dal rebbe stato suonare i brani dal vivo, e loro ovviamente avevano un disco: non si ha mai completamente il controllo e capita che vivo. Penny Sparkle esce il 13 settembre, proda seguire le loro passioni ed il loro istinto. Abbiamo dovuto al momento vengano fuori soluzioni su cui si decide di insistere prio il giorno del terzo ed ultimo vostro concertrovare una via di mezzo. perché possono funzionare. E’ stata una crescita talmente grato nel nostro paese. Ci dai qualche anticipazione? E qual è la novità a cui siete giunti grazie al compromesduale che è un po’ come quando guardi delle vecchie foto, ti Il processo di composizione è stato molto diverso rispetto so? vedi diverso ma non sai come e quando sei cambiato, perché è agli altri. Per prima cosa, l’abbiamo scritto praticamente tutto in Sono pezzi molto diversi da quelli del passato e da come li successo senza che te ne accorgessi. campagna vicino a New York, dove abbiamo affittato una casa avevamo pensati originariamente. Van Rivers e The Subliminal Sono cresciuti il pubblico che vi segue ed il successo che ricircondata da un orto, una foresta ed un fiume. E poi abbiamo Kid hanno un approccio ritmico abbastanza semplice, mentre scuotete. Siete riusciti a mantenere la libertà che vi ha sempre lavorato per la prima volta con Van Rivers e The Subliminal noi invece siamo sempre abbastanza complessi perché tendiacontraddistinto? Kid, i due ragazzi svedesi che lo hanno prodotto. Non è cambiato molto, in questo disco l’etichetta E com’è andata? ha preso qualche decisione in più rispetto al passato, << Ho sempre trovato limitante decidere a priori E’ stata una bellissima esperienza, ma anche abbastanza ma si tratta di dettagli come per quale pezzo fare il come far venire fuori un disco. E’ un continuo crescere difficile, come sempre quando si tratta di essere creativi. video o la sequenza dei brani. Di sicuro ci sono più e cambiare con la musica, quindi ora è andata così e in Abbiamo passato dei momenti in cui eravamo molto inaspettative per quanto riguarda le interviste e tutto il certi sul da farsi e su come andare avanti, ma alla fine ce lavoro “extra”, che porta un po’ di stress in più. Cerfuturo si vedrà >> l’abbiamo fatta. chiamo di mantenere molto alto il livello qualitativo Com’è nata l’idea di lavorare con loro? della musica, nonostante la moltiplicazione degli imQuasi per caso. Abbiamo deciso di produrre da soli 23 (almo ad esprimere molte idee. Questa differenza è stata un propegni, e non è sempre facile. bum uscito nel 2007, nda) perché non l’avevamo mai fatto priblema quando abbiamo cominciato, perché abbiamo dovuto Come ve la state cavando? ma, mentre per i due dischi precedenti (Melody Of A Certain mettere da parte alcuni tratti della nostra musica per introdurne Ogni tanto è dura trovare lo stimolo giusto per fare tutto e Damaged Lemons del 2000 e Misery Is A Butterfly del 2004, nda) altri, però il risultato alla fine è stato quello che volevamo tutti. andare a letto senza pensare a quello che c’è da fare il giorno avevamo collaborato con Guy Picciotto (cantante e chitarrista Nel tempo abbiamo sviluppato un modo abbastanza definito dopo. Ma è una grande soddisfazione, che aumenta sopratdei Fugazi, nda), a cui avevo pensato indicativamente anche per di esprimerci, quindi cambiare ci ha messo alla prova. tutto quando suoniamo e liberiamo sul palco tutte le energie, quest’ultimo disco, ma poi è andata diversamente. Abbiamo Gli esiti di questo disco segnano quindi una svolta? anche quelle negative legate allo stress. incontrato Van Rivers e The Subliminal Kid perché dovevano Non te lo so dire, perché ho sempre trovato un po’ limitante A proposito di suonare dal vivo, avete preparato qualcosa aiutarci con un brano che non riuscivamo a suonare: Kazu è chiudermi a diverse modalità di espressione decidendo a priori di particolare per questo tour? andata in Svezia e ha lavorato a questo pezzo con loro, che a come far venire fuori un disco. E’ un continuo voler crescere e Per la prima volta saremo seguiti da un tecnico delle luci e poco a poco si sono interessati all’intero album. cambiare con la musica, quindi ora è andata così e in futuro si cercheremo di sviluppare e curare con lui l’aspetto visivo. Sarà Qual è stata la difficoltà maggiore? vedrà. E’ sempre stato così per noi. un’esperienza nuova anche dal punto di vista musicale, perDi sicuro il fatto che non ci conoscessimo e, in questi casi, più C’è anche chi ha considerato le evoluzioni della vostra lunché proporremo per la prima volta dal vivo 6-7 brani di Penny sono le persone coinvolte e più la situazione si complica. Dal ga carriera (suonano insieme dal 1993, nda) come un tentativo Sparkle, quindi per certi aspetti non sappiamo nemmeno noi punto di vista professionale, noi avevamo voglia di qualcosa di di strizzare l’occhiolino al mercato. come sarà suonarli. Vedremo…

12 onstage - SETTEMBRE



live style

ELISA > di massimo longoni, foto: veronique vial

IT’S ALL RIGHT MAMA! Lo cantava Elvis al mondo intero nel 1954, ma lo potrebbe cantare anche Emma Cecile a sua mamma Elisa. C’è molto della recente maternità nello straordinario momento che la cantante di Monfalcone sta attraversando in questa nuova fase della sua carriera e della sua stessa vita. Del resto, un figlio mette a posto un sacco di cose. Ascoltando le parole di mamma Elisa è facile avvertire tranquillità e soddisfazione. Insomma, tutto sembra filare per il verso giusto.

A

indietro adesso sarebbe stato brutto. Non avevo voglia di nche in tempi di crisi del disco, riesce sempre a uno show tradizionale senza un minimo di spettacolo e mi raccogliere intorno a sè i fan e a vendere decine piaceva l’idea di proseguire con un concept in cui la musica di migliaia di copie di album. Da qualche anno fosse contaminata da altre forme d’arte. Pur sempre di un i suoi show sono pensati in grande, capaci di concerto si tratta, non parliamo certo di un musical, ma la coniugare musica e ricerca visiva come le grancomponente visiva è molto forte. E lavorare con Luca è semdi produzioni delle star internazionali (e come loro riempie i pre un piacere, è un grande professionista. palazzetti e le arene di tutta Italia). Giusto per gradire, è una Parlando della musica, invece, come ti sei orientata nella tra le poche artiste di casa nostra in grado di fare un tour composizione della scaletta? americano ed entrare nelle classifiche di vendita degli Stati Non volevamo uno spettacolo antologico perché quello lo Uniti (nel 2008, con Dancing, raccolta che include brani scelti abbiamo proposto ai tempi di Soundtrack. Questo è il tour di tra gli album pubblicati fino ad allora, escluso Pipes & FloHeart e quindi lo show wers). Insomma, che Elisa è fortemente imperniasia davvero una big della << Emma Cecile mi ha cambiato la vita in to sull’ultimo album, musica italiana è ormai maniera radicale. Prima c’è lei, e deve stare che suoniamo quasi nei fatti. Provate a dimobene. Quando vedo che è contenta e felice inizia per intero; anche se ovstrare il contrario. Non viamente non possono a caso, dopo una prima la mia vita e il mio spazio di musicista >> mancare alcune hit del tranche trionfale di date passato che sarebbe nei palasport, l’Heart A brutto escludere, se Live Tour prosegue per non altro per rispetto del pubblico. In tutto sono quasi due tutta l’estate nelle più suggestive arene all’aperto del nostro ore di concerto. Per evitare di lasciar fuori brani che sono paese, dall’Arena di Milano a quella di Verona, passando per molto significativi nel mio percorso musicale – come Luce, il Gran Teatro Pucciniano di Torre del Lago (LU), fino al TeSleeping In Your Hands e Dancing - ho pensato di fare anche atro Antico di Taormina. un piccolo medley, da sola al pianoforte. Anche questa volta hai voluto presentare uno show molTra l’altro proponi un’incantevole versione di Wuthering to ambizioso dal punto di vista scenografico. La regia di Heights di Kate Bush. Luca Tommassini è una garanzia in questo senso. E’ stata una piccola sorpresa che ho voluto fare a mia soAvevamo iniziato nel 2008 (con il Mechanical Dream Tour, rella. Abbiamo sempre amato quella canzone e ho deciso nda) a proporre un concerto un po’ più articolato e tornare

14 onstage - settembre


live in italy 07/09 Aosta 10/09 Verona 13/09 Catanzaro 15/09 Taormina

le foto del tour di Elisa su www.onstageweb.com!

CIAO OLIVIA. Insieme a Jovanotti, Baglioni, Max Gazzè e moltissimi altri artisti italiani, lo scorso 30 agosto Elisa ha partecipato a Parole di LulÚ, evento organizzato da Niccolò Fabi in memoria della figlia Olivia. Gli incassi serviranno a costruire un ospedale pediatrico in Angola.

15 settembre - onstage


livestyle - ELISA

Discographistory Tra il 1997 e il 2009, Elisa ha pubblicato sei album di inediti. A questi vanno aggiunte alcune raccolte per il mercato italiano e internazionale, come Elisa (2002, uscito in Europa), Soundtrack (2006, Italia) e Dancing (2008, Usa). Ecco un “bignami” della storia discografica della cantante friulana.

1997 - Pipes & Flowers Compiuti i 18 anni, Elisa vola in California (a San Francisco) dal produttore Corrado Rustici per mettere a punto il suo primo album, scritto interamente in inglese. I singoli Sleeping In Your Hand e Labyrinth le regalano grande popolarità in patria, proiettandola verso una carriera di successo.

2000 - Asile's World Complice la presenza di Howie B (guru dell’elettronica), Asile's World segna una svolta verso suoni sintetici e sperimentazioni sonore. Lo stesso anno Elisa partecipa a Sanremo con Luce, suo primo brano in italiano. Il pezzo stravince il festival e viene incluso in una nuova versione dell’album.

2001 - Then Comes The Sun Torna Corrado Rustici in cabina di regia e così dopo la “sbornia elettronica” Elisa recupera (in parte) le sonorità del primo album, senza tuttavia rinnegare quanto fatto con Asile's World. Il successo di Heaven Out Of Hell aiuta Then Comes The Sun a diventare triplo disco di platino.

Foto di Simone Cecchetti

Sono sincera nel rispondere di no. In realtà di cantarla in un concerto per farle un regalo. Ma è venuta così bene, e il pubblico ha apprezzato così mi salva il fatto che facciamo sempre musica in tanto, che è entrata a far parte definitivamente della qualche modo nuova. Con i ragazzi della band e con il produttore del momento lavoro tantisset list. In concerto presenti anche Pour Que L’Amour simo sull’arrangiamento, sul sound e sul testo. Me Quitte, una ninna nanna francese che sei E poi, alla fine, le canzoni a cui tenevo di più a livello emotivo solita cantare a sono sempre diEmma Cecile. << Mi piacciono tutti i brani in scaletta. Mi ventate singoli, Come è cambiata salva il fatto che lavoriamo tantissimo sul quelle che hanla tua vita con il sound, sugli arrangiamenti. E poi le canzoni no anche trovato suo arrivo? a cui tenevo di più sono sempre diventate successo in terIn maniera radisingoli >> mini di pubblico. cale. Prima c’è lei Luce, per fare un e deve stare bene. Quando vedo che è contenta e felice inizia la esempio, è un pezzo che mi piace tutt’ora. In mia vita e il mio spazio di musicista. In tour è ogni caso abbiamo fatto delle scelte in questo con noi perché sto ancora allattando. Ogni tre senso. Per esempio Almeno tu nell’universo non ore mangia, quindi anche prima dei concerti... è in scaletta; se proprio la richiedono qualcosa Do l’ultima poppata e poi via, sul palco. Si è fat- ci inventeremo, magari una versione chitarra ta un San Siro dentro il pancione (per Amiche per e voce, ma almeno per questo tour vorremmo l’Abruzzo, nda) e adesso è in tour da quando non concederle un giro di riposo. Torniamo per un attimo al tuo ultimo disco, aveva neanche sei mesi di vita. Una bambina Heart. Anche per questo album ti sei divisa tra decisamente rock. Sono i tempi moderni. C’è qualche canzone del tuo repertorio che testi in inglese e altri italiano. Non hai ancora eviteresti di suonare ma che non puoi togliere deciso cosa farai da grande? Più cresco e più mi dico che non ha assolutadalla scaletta perché la vuole il pubblico?

16 onstage - settembre

2003 - Lotus Elisa ama reinventarsi e non perde occasione per dimostrarlo. Lotus è un disco interamente acustico che contiene brani inediti (tra cui Broken) ma anche cover (come Allelujah di Leonard Cohen) e reinterpretazioni di brani già incisi (vedi Labyrinth). Al disco segue il primo tour teatrale.

2004 - Pearl Days Anticipato dal singolo Together, il disco segna un ritorno al rock energico degli esordi. Il produttore è Glenn Ballard (già con Alanis Morisette), che regala a Pearl Days un sound internazionale. Esce una seconda versione, contenente Una poesia anche per te, secondo pezzo in italiano di Elisa.

2009 - Heart Si arriva alla storia recente di Elisa, che il 13 novembre 2009 pubblica il suo sesto disco di inediti, anticipato dalla hit Ti vorrei sollevare, cantanta in duetto con Giuliano Sangiorgi dei Negramaro. Nel frattempo Elisa è diventata mamma e ha decisamente cambiato look.


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A.I.2010/11


livestyle - ELISA

mente importanza. Dipende da come nasce la canzone, se mi sento bene, se mi piace e mi convince. Questa regola per cui tutto debba essere in un modo o nell’altro non la sento più granché giusta. Di sicuro c’è che non ho mai fatto qualcosa per una semplice scelta commerciale, di mercato: ho accettato di cantare in italiano ogni volta che sentivo il brano anche a livello emotivo, altrimenti ho lasciato perdere. L’impressione è che comunque l’inglese sia sempre l’approdo più sicuro. La possibilità di un album interamente in italiano è molto lontana? Non lo so. Perché in realtà ci ho provato, eccome. Proprio con Heart l’intenzione era quella, ma alla fine non sono riuscita ad assemblarlo e a scrivere tutti i testi nella nostra lingua. Avevo le versioni in inglese pronte ma non mi venivano le trascrizioni in italiano. Cantare in inglese ti ha permesso di affacciarti sul mercato statunitense con maggiore facilità rispetto a molti tuoi colleghi che fanno rock. Quanto conta per Elisa la possibilità di uno sbocco internazionale? È sempre stato un grande sogno, in parte realizzato con l’ultimo tour americano. Per quanto piccolo come dimensioni (delle location, nda) mi ha dato grandi soddisfazioni per le ottime critiche ricevute, sia da parte dei media che del pubblico. Mi piacerebbe continuare su questa strada in maniera molto serena, senza troppi pensieri riguardo ad attività promozionali e a discorsi discografici. Vorrei piuttosto ragionare sull’immagine artistica con la quale mi piacerebbe presentarmi. Quindi continuo a lavorare sulle mie cose, puntando molto sul digitale. Mi interessa avere una presenza di un certo tipo sulla piattaforma web, ci lavorerò parecchio. In studio hai spesso collaborato con grandi nomi della musica internazionale ma poi, al momento di andare in tour, ritrovi i compagni di sempre. Quanto sono importanti per te? Molto, e lo sono stati soprattutto nei primi tempi. Eravamo tutti parecchio giovani e andare in giro con loro mi ha dato una grande sicurezza. Lavorando con

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miei coetanei, che per di più sono diventati tutti amici, mi ha permesso di realizzare almeno in parte il sogno di avere un percorso con una mia band. Era quello che ho sempre desiderato, non si è mai realizzato del tutto ma con loro c’è un po’ il feeling di un gruppo vero e proprio. La formazione rispetto agli inizi è in parte cambiata ma Andrea Rigonat (chitarrista e compagno di Elisa, nda) e Max Gelsi (basso, nda) ci sono sempre stati. Oggi sono musicisti maturi che collaborano con altri artisti e posso dire che, anche se non fossero miei amici, li sceglierei comunque: c’è una grande affinità, abbiamo un linguaggio musicale tutto nostro.

<< I ragazzi della band sono musicisti maturi che, anche se non fossero miei amici, sceglierei comunque: c’è una grande affinità, abbiamo un linguaggio musicale tutto nostro >>

Ti ricordo tanti anni fa – eri agli esordi - in una trasmissione di Red Ronnie, presa in giro bonariamente per un paio di ciabattoni di gomma arancioni che indossavi. Mi ha fatto un po’ impressione vederti sexy e aggressiva nelle ultime foto promozionali. Cosa è rimasto dell’Elisa degli esordi? Di quella ragazzina conservo lo spirito. Io mi sento sempre abbastanza uguale ma se poi mi volto indietro vedo un abisso rispetto a quella che ero. Soprattutto negli ultimi tempi ho deciso di puntare un po’ di più sullo stile. Da una parte ero indecisa perché temevo potesse risultare una cosa un po’ finta, quasi non fossi io, con tutte questi abiti e accessori super alla moda; dall’altra ero anche stufa di non mettere mai un po’ di femminilità nel mio modo di propormi. L’ho fatto quando mi sono sentita pronta. Quindi spazio al tacco 12... In realtà li avevo già messi a Sanremo rischiando la morte... Potevo finire a pelle d’orso ai piedi della Carrà! Un tacco a spillo pazzesco. E dire che in albergo avevo

fatto le prove, scendendo le scale dell’hotel. Adesso mi puoi vedere anche in giro vestita così. A 18 anni qualche volta mi facevo la permanente e mettevo le zeppe, ma una volta diventata personaggio pubblico non avevo mai osato. Posso dire che oggi la mia è un’immagine complessa che comprende tutta una gamma di stili che vanno dalle sneakers al tacco a spillo. Che progetti hai per il futuro? Penso a una terza parte del tour totalmente teatrale. Mi piacerebbe prendere i teatri per due sere e suonare la prima Heart e la seconda Blue, il disco di Joni Mitchell. È uno dei miei album preferiti in assoluto. Ho in testa un progetto un po’ folle, con un sacco di voci femminili, tipo otto o nove, con il nostro batterista che suona i bicchieri. Una roba acustica però articolata. La scaletta sarebbe più o meno la stessa di questi mesi, naturalmente rivista in una chiave totalmente diversa. Parliamo di un’idea o di un progetto in fase avanzata? Diciamo che è... un’idea in fase avanzata. Ci terrei molto. Tra l’altro proprio su una canzone di Joni Mitchell lo scorso Natale ho duettato con una cantante americana, Sierra Naomi. Lei è un po’ la regina di YouTube, un’altra piccola Ani Di Franco. Le ho già parlato ed è entusiasta, mi ha promesso che ci sarà. Hai pensato di trarne un disco live? Potrebbe essere la tua versione degli album di cover che vanno tanto di moda in questo periodo... Io per prima sono talmente fan di quel disco che per ora non oserei registrarlo, mi sembrerebbe un sacrilegio. Le cover mi affascinano, ma ho paura che buttarmi in un progetto del genere potrebbe essere interpretato come “la solita minestra”. In questo momento è qualcosa di davvero inflazionato. Quindi devo aspettare che passi un po’ la moda. E nel frattempo? Nel frattempo ho da scrivere per il prossimo album e incidere un disco con l’orchestra. Per fare tutto quello che ho in mente serve stare in salute e concentrarsi. E soprattutto... occorre una tata molto brava.



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ligabue > di daniele salomone foto: alessio pizzicannella; foto live: iarno iotti

UNO DI NOI

(se fossimo come lui) Da quando è uscito, l’11 maggio scorso, Arrivederci, Mostro!, non ha conosciuto altra posizione in classifica che la prima. Da quando sono stati messi in vendita, i biglietti per il tour sono andati a ruba (100.000 biglietti bruciati nelle prime 48 ore). Ma i numeri, per quanto importanti e significativi, raccontano poco di Ligabue. Luciano è un personaggio fuori dagli schemi, che sorprende soprattutto per quanta poca voglia abbia di mettersi sul piedistallo. Lo abbiamo incontrato, nella sua Correggio, poche settimane prima che partisse il tour.

I

Si vede che io sono partito troppo forte (ride, nda). Nel nostro mestiere il suono è importante. E’ la cifra stilistica con cui ti poni rispetto al resto del mondo. Se, ad esempio, Balliamo sul mondo avesse avuto una base pop, probabilmente la mia storia sarebbe stata diversa. Ma occuparsi di questo aspetto richiede un grande dispendio di energia. In parte è un godimento, in parte è una faticaccia. In questo momento io sono beato perché ho delegato a un altro questa responsabilità, anche se poi se la prendono con me se il disco non piace, non con il produttore. Fare tornare i conti su aspetti tecnici – quanto volume esce dal disco, quanto riesce ad essere uniforme nelle varie fonti sonore, eccetera - è un lavoraccio e non sei mai sicuro che vada bene. Un produttore fa questo dalla mattiassomigliamo a lui. na alla sera, ha più competenza << Non ho prodotto il disco e questo significa che e più sicurezze. Ho percepito Arrivederci, Perché hai scelto proprio Mostro! come un album che l’album esce con le proposte di un altro che, in Rustici? segna in qualche modo una quanto tali, non avrei pensato. Volevo capire cosa Ho una grande stima di Corsvolta, o per lo meno un nuosarebbe successo affidandomi ad un altro >> rado perché riesce a entrare vo inizio. Se la mia interprein un progetto artistico senza tazione è giusta, vorrei sapere sconvolgerne l’identità. La sua da dove nasce la necessità di produzione si sente, ma devi andarla a cercare, perché non tende cambiare. Altrimenti, sei libero di smentirmi… a imporsi. Ha fatto così anche con me, lavorando tantissimo per Diciamo che ci sono una serie di piccole svolte. La più evidente è far sì che il suono fosse cazzuto, internazionale, ma anche pieno che per la prima volta non mi sono occupato in prima persona del di sfumature. L’album si prestava, essendo molto vario. Nel tempo suono, affidando tutto a Corrado Rustici. Non ho prodotto né cosembra non poter stare nello stesso disco di Quando mi vieni a prenprodotto il disco e questo significa che l’album esce con le proposte dere, così come Caro il mio Francesco potrebbe faticare di fianco a La di un altro che, in quanto tali, non avrei pensato. Da sempre scrivo verità è una scelta. Lui è riuscito, in collaborazione con il sottoscritto, i miei testi e le mie musiche, mi occupo degli arrangiamenti e curo a creare un album che della varietà facesse la sua forza, in cui ogni ogni suono. Ma il mio gusto cade inevitabilmente sempre nello episodio è chiaro da un punto di vista sonoro, pur essendo molto stesso punto, proprio perché è il mio gusto! Per cui avevo voglia compatto. di capire cosa sarebbe successo affidandomi ad un professionista Il suono è sicuramente uno degli aspetti più interessanti di come Corrado. Ognuno può farsi un’opinione, ma io credo che sia Arrivederci, Mostro!. Eppure l’elemento più immediato credo sia riuscito a trovare un sound nuovo, fresco, pur mantenendo una il flusso emotivo che generano le canzoni. Avverto un’urgenza certa continuità con il mio passato. espressiva ancora più forte che in passato. Ti sei messo in discussione dopo vent’anni di straordinario Esprimere la mia emotività credo sia l’unico modo per sentirmi successo, lo trovo un gesto di grande umiltà. I tuoi colleghi solibene quando scrivo. Chi fa musica gode di tanti privilegi, esporci tamente fanno il percorso inverso, prima affiancati da produttori è il minimo che possiamo dare in cambio. Non è un compito facile, e poi da soli.

ncontrare Ligabue è un’esperienza “rivoluzionaria”. Luciano è l’eccezione in un paese che elegge “rockstar dell’anno” il suo Presidente del Consiglio – ricordate la copertina di Rolling Stone? – perché protagonista di condotte (si fa per dire) esuberanti. Lui, il Liga, quello che riempie gli stadi, conserva l’onestà di un fanciullo e l’umiltà di un uomo di campagna, senza rinunciare alla genuinità del rock, quella che fa ballare, gridare e sudare. In Italia, in questo momento, è quanto di più anticonformista si possa immaginare. In casi come questo si dice “Ligabue è uno di noi”. Ma prima di pronunciare (o scrivere) quelle parole, dovremmo farci un bell’esamino di coscienza e capire quanto noi

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live in italy 04/09 Bologna 07/09 Palermo 11/09 Bari 16/09 Torino 17/09 Torino 18/09 Torino le foto del tour di Ligabue su www.onstageweb.com!

LUCIANO AL CINEMA. Esce il 17 settembre Niente paura – come siamo, come eravamo e le canzoni di Luciano Ligabue. La pellicola, diretta da Piergiorgio Gay, racconta la storia recente dell’Italia attraverso la musica di Ligabue e la voce di alcuni personaggi famosi, tra cui lo stesso Liga.

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Buona la prima e pure la seconda ! Oltre ad essere uno dei più importanti musicisti nella storia della musica italiana, Ligabue si è cimentato anche con la letteratura (ha scritto un romanzo, una raccolta di racconti e una di poesie) e con il cinema. Proprio sull’esperienza da regista volevamo saperne di più. Sono passati otto anni da quando Ligabue ha girato il suo secondo e ultimo film (Da zero a dieci, 2002), dodici dal suo esordio come regista (Radiofreccia, 1998). Un tempo sufficientemente lungo per tornare sull’argomento, cercando di capire cosa gli abbia lasciato l’esperienza cinematografica - che in ogni caso gli è valsa premi e riconoscimenti, di pubblico e critica. “Fare il regista e salire su un palco sono due esperienze agli antipodi” racconta Luciano. “Mentre sul palco uno come me, con una chiara predisposizione emotiva, non deve far altro che lasciar fluire l’emotività - più o meno fregandosene di come farlo - quando giri un film è difficilissimo tirar fuori l’emozione perché la devi progettare”. Una forzatura per il rocker di Correggio, eppure l’esperienza è stata molto positiva perché ha accresciuto il suo bagaglio umano e artistico. “Proprio nel fare qualcosa che era contro la mia indole, ho maturato alcune caratteristiche come l’essere paziente, la capacità di lavorare d’equipe e di dare peso alla progettazione. Tutte cose che mi hanno fatto vedere il mio mestiere principale, il mio vero mestiere, da un’angolazione diversa”. Radiofreccia è sicuramente il film meglio riuscito tra i due, quello per lo meno che ha portato più riconoscimenti, ma entrambi i film sono stati soddisfacenti perché hanno permesso a Ligabue di mantenere fede ad un principio fondamentale. “Mi piace pensare di non dover per forza rispettare le regole, ho sempre lottato per avere la libertà di fare scelte controcorrente, anche per i film”. Come dire, conosco le regole, ma un po’ me ne sbatto. “E’ l’unico modo con cui puoi permetterti di lasciare il tuo segno, il tuo marchio. Radiofreccia è un film anomalo: è tutto discutibile da un punto di vista tecnico. Però c’è la spudoratezza dell’emozione. Nell’ultima inquadratura prendiamo Freccia (Stefano Accorsi, nda) di schiena, dopo che ha bruciato due macchine, sa che la ragazza non ne vuole più sapere di lui, e noi sappiamo anche che andrà a morire di overdose. Nel fatto di prenderlo di schiena mentre si sta facendo una paglia, c’è tutta l’impudenza della sua emozione. Ed era l’obiettivo che volevo raggiungere”. D.S.

più ti esponi e più è facile che ti feriscano. Ma io personal- o un film, in un momento preciso della sua vita in cui è una grafiche, ai posti di lavoro persi, alle poche opportunità per mente credo di non aver scelta - sono fatto così - sento di do- persona diversa rispetto a quella che sarà dopo un mese o gli emergenti. Ma è ancora più grave il rischio che diventi vermi mettere in gioco. Mi piace che tu senta questa urgenza che era un mese prima. Se vogliamo c’è di mezzo anche la un sottofondo. Un conto è se ascolti un disco mentre fai altre e spero che la sentano tutti. Credo sia il motivo per cui uno casualità. L’importante è sentire l’urgenza di comunicare cose, un altro è se gli dedichi attenzione e lasci che “lavori” su di te. Si faceva in maniera empirica con il vinile, non podiventa così presuntuoso da dire “Scusate, voltatevi che vi qualcosa e farlo. E poi incrociare le dita… Già nel 1994, con A che ora è la fine del mondo, lanciavi tevi skippare i brani e la musica aveva il tempo di entrarti devo dire la mia”. Questo, naturalmente, non significa che tu ti sia preso un messaggio molto forte, esprimendo il tuo dissenso sul dentro. Oggi purtroppo è sempre più raro. Può anche darsi potere delle televisioni. Faccio una considerazione banale: che sia l’uomo ad adattarsi a questa velocità e ad aver bisotroppo sul serio. E’ un disco molto vario, anche per quanto riguarda i testi. tantissime delle persone che in questi anni hanno ballato gno di meno tempo per farsi toccare dalla musica o da altre Si passa da un brano come Quando canterai la tua canzone che e cantato la canzone sono poi state vittime, diciamo così, di forme di comunicazione. Ma sinceramente, non mi sembra affronta il tema dell’autodeterminazione, che mi è storica- questa deriva mediatica. Insomma, non hanno recepito il che stia accadendo. Quindi ti dà fastidio se i messaggi delmente caro, per poi passare a La linea sottile tue canzoni non sono recepiti. le che analizza quanto siamo in bilico tra i << Esprimere la mia emotività credo sia l’unico modo per sentirmi Per me è una grande soddisfazione già nostri comportamenti migliori e peggiori, bene quando scrivo. Chi fa musica gode di tanti privilegi, esporci è il quando la mia musica spinge le persone e per questo dobbiamo perdonarci qualminimo che possiamo dare in cambio >> anche solo a ballare, a godere fisicamente che errore. Poi arriva Nel tempo, in cui un della leggerezza di una canzone. E’ chiaro tizio di 50 anni deve fare un pezzo punk che se poi uno fa attenzione anche alle parole e queste produper dirti quanto veloce è stata la sua vita. Ci sono momenti messaggio. Ti pesa? Parto da una considerazione: stiamo marciando ad una cono un effetto, che sia accelerare una riflessione, strappare diversi, compresi alcuni leggeri, giocosi. Però per me era importantissimo far sentire quanta partecipazione emotiva ci velocità che non ci appartiene. Abbiamo bisogno di una un sorriso o ancora trasferire un sentimento di speranza, bè, massa d’informazioni molto più grossa rispetto a, che ne so, mi riempie d’orgoglio. fosse in questo disco. Mi aggancio ad una delle tracce del tema di maturità di Un artista della tua “portata” genera molte aspettative. 5 anni fa. Raramente ci basta leggere un quotidiano la matSi capisce quanto ti stiano a cuore quelle che nutri verso te tina, abbiamo bisogno di consultare una marea di siti web quest’anno: “La musica – diceva Aristotele (filosofo greogni ora per avere notizie fresche. Tutto questo toglie alla co del IV sec. a.C.) – non va praticata per un unico tipo di stesso. Come ti poni rispetto al pubblico? E’ fondamentale che siano appagate le aspettative della gente la possibilità di fare i conti con la potenza della realtà. beneficio che da essa può derivare, ma per usi moltepligente. Per quanto mi riguarda considero necessario raggiun- Il punto è quanto riesci a riflettere su un fatto e quanto lasci ci, poiché può servire per l’educazione, per procurarsi la gere un pubblico tanto ampio da poter dire che le mie sono che questo lavori dentro di te, che produca qualcosa. Se uno catarsi e in terzo luogo per la ricreazione, il sollievo e il canzoni popolari. Il problema è che non c’è modo per pro- ha bisogno di sentire altre notizie subito dopo perché è as- riposo dallo sforzo”. Credi che il pensiero di Aristotele sia gettare questa cosa, perché le persone sono diverse. Se anche suefatto a questa velocità, è chiaro che i messaggi restano in ancora attuale? Io credo che dovrebbe esserlo. Ma stiamo vivendo un moavessi conosciuto le aspettative di ognuno dei miei fan, non superficie, non entrano in profondità come devono. mento di trasformazione e quindi per poter esprimere un Questo vale anche per la musica. avrei potuto trovare un modo per appagare tutti. Anche perLa musica ha tanti problemi. Penso alla crisi delle disco- giudizio dobbiamo avere ancora un po’ di pazienza. In ogni ché ogni individuo impatta un disco, piuttosto che un libro

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Il combo del Liga Ligabue Stadi 2010 è il terzo progetto live che il rocker affronta con la stessa formazione, un misto di amici italiani vecchi e nuovi e new entry dagli Stati Uniti (suggerite da Corrado Rustici). Un combo affidabile che, come dice il Liga, “spacca”.

FEDERICO POGGIBOLLINI, chitarra Chitarrista bolognese classe 1968, “Capitan Fede” è al fianco di Luciano dal ‘94. E’ passato attraverso tutte le fasi della carriera di Ligabue, ma non dimentica “la prima volta a San Siro, nel 1997, un’esperienza indimenticabile”. Prima di unirsi al rocker emiliano, ha militato anche nei Litfiba (dal ‘90 al ‘93). Come solista ha pubblicato tre dischi (l’ultimo è Caos cosmico, 2009)

NICCOLO’ BOSSINI, chitarra Da quando suo padre gli regalò la prima chitarra – aveva 11 anni – Niccolò ha pensato solo a suonare. E’ passato da varie esperienze (tra cui i Raw Power, rock band italiana) fino al celebre concerto di Campovolo del 2005, suo esordio nella Banda. Della collaborazione con il Liga dice “E’ una grande fortuna, perché artisticamente non devo rinunciare a nulla”.

MICHAEL URBANO, batteria Nasce a Sacramento, in California, nel 1960. Da allora fa di tutto tra cui suonare la batteria con gli Smash Mouth (dal 1999 al 2006, quando lascia la band per “divergenze artistiche”) e collaborare con numerosi artisti, tra cui Elisa. Con Ligabue (a cui invidia le giacche di pelle) comincia nel 2007: è Corrado Rustici a suggerire Michael al Liga. Consiglio accettato.

KAVEH RASTEGAR, basso Bassista e compositore statunitense, Kaveh inizia a suonare sul serio nel 1999 dividendosi tra collaborazioni e progetti da lui personalmente avviati. E’ il fondatore dei Kneebody, che nel 2003 vincono un Grammy Award per la categoria “New Music”. Anche lui indicato da Rustici, fa l’esordio al fianco di Ligabue (che definisce “intenso, gentile e divertente”) nel 2008.

JOSE’ FIORILLI, tastiere Mette le mani sul pianoforte a tredici anni e a sedici è già sul palco. Folgorato da Jerry Lee Lewis (“Mi sconvolse il modo in cui suonava Great Balls Of Fire”), Josè accumula molta esperienza prima di arrivare alla corte di Ligabue, nel 2007, per il tour indoor ElleSette. Da buon romano, il suo ricordo più forte dell’avventura con il Liga è legato alla prima all’Olimpico.

LUCIANO LUISI, tastiere e programmazioni Toscano classe ‘63, Luciano comincia da piccolo con la musica classica, per poi “cedere” al fascino di quella moderna. Dopo aver incontrato Zucchero – al cui fianco resta per oltre dieci anni – “Luis” (così è comunemente soprannominato) collabora con artisti come Eric Clapton, Sting e BB King. Entra nella squadra del Liga in occasione del tour europeo del 2008 e diventa titolare fisso.

Quelle che la gente non vede l’ora di cantare. caso credo che non ci vorrà molto. In pochi anni potremo conosciamo bene e che ci aiuta a gestire al meglio le nostre Voglio che tutti tornino a casa spossati, è la sensazione che avere un’idea precisa del ruolo che svolge la musica in que- risorse. Il volume è uno degli aspetti critici: se sei basso in uno stadio ne risente la qualità complessiva del suono. For- piace provare a me quando vado a vedere un live. Tutto è sto particolare contesto storico. predisposto perché sia così. Direi che siamo sul pezzo come Torniamo alla musica suonata. Parte il tour, che t’im- tunatamente a Milano hanno alzato il limite. non mai. Maioli (il manager di Ligabue, nda) mi pegnerà tutta l’estate. Un nuovo spettacolo da dice che i dati di prevendita sono straordinari e organizzare e una nuova sfida da affrontare. << Stiamo marciando ad una velocità che non ci che quindi dobbiamo dare ancora di più. Il punto Recentemente ho visto uno show meraviglioappartiene, non riusciamo a fare i conti con la potenza è che a me sembra sempre di aver dato il massiso, quello dei Muse a San Siro. Ti “sbattevano” in della realtà. I messaggi restano in superficie, non entrano in mo, anche in termini di produzione… Ma cerfaccia questo palco enorme fin dall’ingresso nello profondità come devono >> cheremo di andare ancora oltre per fare uno dei stadio, una struttura in prospettiva davvero granmigliori concerti di sempre. diosa, simile allo scafo di una nave. La nostra è una Non ti chiedo di svelarci le sorprese, anche se l’istinto produzione agli antipodi, nel senso che nascondiamo le carSono passati pochi giorni da quando ho chiacchierato con te. Il pubblico entra e vede che c’è qualcosa d’imponente ma mi suggerirebbe di farlo… Meglio così, non ti direi niente (ride, nda). Di certo c’è il Luciano. Finisco di scrivere il pezzo e controllo il suo sito cosa sia lo scopre solo durante il concerto. Ci sono luci, video e tutto il resto, ma più che sull’hardware ci siamo concentrati fatto che Arrivederci, mostro! è il nocciolo del concerto. Tengo ufficiale (ligachannel.com) alla ricerca di aggiornamenti. moltissimo a questo disco e lo suonerò quasi tutto. Anche se Magari nuove date sold out. Cosa trovo? Luciano ha deciso sul software. è un rischio perché, sai, la gente reagisce in un certo modo di indire un concorso per band emergenti. L’iniziativa (che A livello di “hardware”, qual è l’aspetto più difficile? Sicuramente il suono, è sempre difficile ottenere una buo- ai singoli, in un altro al resto dei brani. Questi spettacoli prende il nome dal brano Quando suonerai la tua canzone) na acustica in spazi grandi. Ma siamo molto esigenti e non sono più lunghi rispetto al passato proprio perché voglio porterà gruppi ed artisti sconosciuti ad esibirsi sui palchi vogliamo saperne di problemi. Anche se ci rendiamo con- proporre tutto il nuovo album senza sacrificare le canzoni del Ligabue Stdi 2010 poco prima che il Liga entri in scena. Fossimo tutti come lui… to delle difficoltà e per questo lavoriamo con uno staff che del repertorio.

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NUOVO ALBUM. Il 7 luglio Vasco ha annunciato, tramite la sua pagina Facebook – che vanta il record di un milione e mezzo di fan - di avere già pronto un nuovo album, che uscirà nel 2011. Titolo e data di pubblicazione del disco (che sarà il sedicesimo di inediti) sono ancora top secret.


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VASCO ROSSI > di gianni olfeni, foto: francesco prandoni

IL “CASO VASCO” part one Da quando è diventato un fenomeno di massa, giornalisti, opinionisti e cervelloni hanno preteso di spiegarci Vasco. Con tutto il rispetto, serve molto più di un’opinione per sapere chi sia davvero il Sig. Rossi da Zocca. Bisogna scoprire l’uomo che sta dietro l’artista. Noi ci siamo messi ad “indagare” con l’aiuto di due testimoni d’eccezione: Andrea Innesto e Alberto Rocchetti, sax e tastiere della band del Blasco. Una vera e propria inchiesta in due atti. Ecco la prima parte (la seconda il prossimo mese).

Q live in italy 18/09 Cagliari 22/09 Bologna 23/09 Bologna 27/09 Bologna 28/09 Bologna

le foto del tour di Vasco su www.onstageweb.com!

CRONISTA-INVESTIGATORE ualche mese fa ero convinto che il mio Neanche a farlo apposta, poco tempo dopo essere sta“rapporto” con Vasco fosse un capitoto ri-folgorato sulla via del Blasco, dalla redazione del lo chiuso. Credo c’entrasse la non riumagazine che state leggendo mi chiedono un pezzo proscitissima – secondo il mio modesto e prio su di lui. Un pezzo che con la musica c’entri poco, contestabile parere – cover di Creep dei che si occupi invece della persona e del personaggio, un Radiohead. Ad ogni costo proprio non mi era piaciuta, ritratto fatto con le parole. Hai detto poco. Ci vorrebbe per tanti motivi. Al punto che per protesta, personale e un libro, rispondo, qualche pagina non basta. Ah, è una sfigatissima, avevo rinunciato ad assistere ad una delle sorta d’inchiesta che coinvolge due numeri? Ok, prodate di Milano dello Europe Indoor Tour, primo buco in viamoci, l’idea è stuzziquasi vent’anni di fedele cante. militanza. << Nel 1984 mi chiamarono per fare un Mi sento a mio agio Il mio “rapporto” con provino a Casalecchio. Una settimana nei panni del cronistail Blasco era cominciato dopo vidi per la prima volta Vasco, che mi investigatore (un’inchiequando – ancora adoledisse ‘sei un bel gigino e…sei assunto!’. E’ sta, anche se giornaliscente – avevo assistito ad stata una grande emozione >> Cucchia stica, è pur sempre un un concerto del tour di Gli procedimento investispari sopra, nell’autunno gativo). E per indagare devo prima di tutto mettermi a del 1993. Da allora, tra San Siro e Forum, non mi sono caccia d’indizi. Mi servono dei “testimoni”. Parlare con perso un solo live. Fino a quest’anno. qualcuno che conosce Vasco da molto tempo potrebbe Per convincermi di essere nel giusto, per settimane ho essere una buona idea. I musicisti della sua band, per lasciato campo libero a pensieri tipo “in fondo il meglio esempio. Maurizio Solieri e Stef Burns sono già passati che aveva da dare l’ha già dato” oppure “non potrà più dalle pagine di Onstage, quindi abbiamo già le loro testupirmi come in passato” e così via. Poi, per lavoro, una stimonianze. Potrei sentire uno tra Cucchia, Rocchetti o sera di luglio mi sono imbattuto nell’ultimo live, quelil Gallo. Oppure Clara Moroni, o Frank Nemola. Matt lo registrato all’Apollo Hammersmith di Londra, Vasco Laug, il batterista californiano, è arrivato da poco, meLondon Instant Live. E come un alcolizzato che butta giù glio di no. un “innocuo” goccetto durante la disintossicazione, mi è Chiunque siano i teste, ho bisogno di informazioni bastato il primo pezzo per tornare al punto di partenza. importanti e devo trovare il modo di farle venire fuori. “Io lo so che le cose poi, non sono mai come, come te le aspettavi Forse se non do l’impressione di essere un investigatore te”. Appunto.

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livestyle - VASCO ROSSI

VASCO EUROPE INDOOR TOUR in pillole Vasco torna a suonare al chiuso dopo ben 13 anni. L’ultima volta nei palazzetti coincise con il tour successivo all’uscita di Nessun pericolo per te Tour (1996). Il Vasco Europe Indoor Tour ha preso il via con la “data zero” di Mantova il 2 ottobre 2009 e si concluderà con l’ultima delle 4 serate di Firenze, il prossimo 18 ottobre. In totale sono 48 i concerti del tour, di cui 44 in Italia e 4 all’estero. Le date europee - Londra, Bruxelles, Zurigo e Berlino - sono state concentrate nel mese di maggio. Senza considerare la “data zero”, ai primi 30 show italiani dello Europe Indoor Tour (Pesaro, Ancona, Caserta, Milano e Torino) hanno partecipato oltre 275.000 spettatori. Gli 8 concerti al Mediolanum Forum di Milano (a febbraio) hanno registrato altrettanti sold out, per un totale di 89.734 spettatori e un incasso di circa 5 milioni di euro. Tra tutti gli spettacoli in programma, quello del 18 settembre alla Fiera di Cagliari è l’unico del tour che vede esibirsi il Komandante e la sua Combriccola all’aperto. In occasione della data all’Hammersmith Apollo di Londra – prima del Blasco nella capitale inglese - è stato registrato il doppio cd Vasco London Instant Live 04.05.2010. Durante i primi appuntamenti, Vasco ha presentato Ad ogni costo, cover di Creep, hit dei Radiohead del 1992. È l’unico inedito inserito in scaletta fino a novembre 2009. La set list del concerto annovera alcuni brani selezionati dal rocker dopo molti anni di assenza, come Ieri ho sgozzato mio figlio, La nostra relazione e Ogni volta. La scaletta cambia spesso. Alcuni momenti, però, sono “intoccabili”. Tra questi, un inedito Vasco sale sul palco da solo per suonare Sally e Dillo alla luna, voce e chitarra. Alberto Rocchetti, classe ’55, è nato a Montalto di Castro (VT). “Mio padre era soprannominato ‘Lupo’, come mio nonno. Appena Vasco ha saputo che venivo dalla Maremma, ha cominciato a chiamarmi ‘Lupo maremmano’”.

posso ottenere quel che mi serve. Contatto l’ufficio stampa e concordo per intervistare Alberto Rocchetti e Andrea Innesto. Si comincia. UN BEL “GIGINO” “Nel 1984 frequentavo Mimmo Camporeale, allora tastierista di Vasco, che mi presentò la possibilità di andare in tourneè con loro. Avevano appena finito di registrare Cosa succede in città. L’anno dopo, quando uscì il disco, mi chiamarono per fare un provino a Casalecchio. Alcuni della band, come Massimo Solieri e Daniele Tedeschi (batterista, nda), li avevo già incontrati, poi ho conosciuto tutti gli altri. Una settimana dopo vidi per la prima volta Vasco, che mi disse ‘sei un bel gigino e…sei assunto!’. Questo è stato il primo approccio tra noi. E’ stata una grande emozione”. Mentre Andrea Innesto detto Cucchia (“è un soprannome che mi ha dato Solieri perché facevo bene l’imitazione del tossico, che da noi si dice appunto ‘cucchia’) racconta la sua storia, riesco a immaginare tutto. Sarà l’accento, rigorosamente bolognese, sarà che mi sento un moderno Sherlock Holmes, sarà quel che sarà, ma vedo perfettamente la scena di Vasco che gli dice “sei un bel gigino…” appoggiandogli una mano sulla spalla. Cominciamo bene. CONTATTO UMANO Curiosamente l’immaginazione mi aiuta anche con Alberto Rocchetti. “Avevo appena rotto con Enrico Ruggeri quando ho saputo che Vasco cercava la nuova band. Così ho preso una foto dal look molto rock, capelli lunghi e chiodo, e l’ho

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spedita. Dopo qualche tempo ho ricevuto una telefonata per un’audizione. Mi si è fermato il cuore! Ero gasatissimo e avevo una smania di farmi sentire che non riesco a spiegarti. Al provino ero veramente emozionato, specialmente quando è entrato lui. Alla fine è venuto da me, con un’espressione felice, e mi ha detto di studiare, perché venti giorni dopo avremmo cominciato le prove per il tour Liberi… liberi. Era il 1989. Non puoi capire l’emozione”. Si capisce, si capisce. Dunque il primo incontro con il Sig. Vasco Rossi è stato per entrambi un momento molto significativo. Elementare, Watson. Il punto è: perché? Pare che abbiano provato una

<< Non ho il suo numero di telefono, ma continua a darmi delle grandissime soddisfazioni. In ventidue anni di rapporto mi ha sempre trattato bene e non mi ha mai mancato di rispetto >> Rocchetti grande emozione nel momento in cui hanno stabilito un contatto con Vasco. Un contatto umano, più che professionale. Ecco il primo indizio. UOMO SEMPLICE Cucchia e Rocchetti hanno conosciuto il Blasco a cinque anni di distanza, un periodo di tempo in cui la carriera del rocker ha cambiato registro. Già a metà degli anni Ottanta godeva di un certo seguito, ma è solo qualche anno dopo – con C’è chi dice no (1987) e Liberi... liberi (1989) - che ha cominciato a

radunare folle oceaniche. “Quando l’ho conosciuto io, Vasco era già un mito per milioni di persone - dice Rocchetti – e anche per me. Amavo la sua anima rock e, ad essere sincero, ancor di più quella romantica di Toffee, per intenderci. In ogni caso, lui era tutto tranne che una rockstar viziata. Non mi sarei mai aspettato di trovare un uomo così semplice”. Prendo appunti: uomo semplice. “Nel 1985 ai concerti venivano cinquemila persone” ricorda Cucchia. “Facevamo veramente tante date, giravamo come matti. Non era ancora quello degli stadi, però aveva già costruito molto. Io me ne rendevo conto fino ad un certo punto, ma aveva inciso dischi importanti come Albachiara e Siamo solo noi, insomma roba grossa”. E com’era allora vivere accanto a Vasco? “Quello è un periodo che non dimenticherò mai. Stavamo tanto insieme, si andava al bar a bere una cosa insieme e persino in vacanza. Ora questo, purtroppo, succede raramente”. Nostalgia canaglia. “Ma capita ancora che ci si ritrovi a cena, lontani da tour e prove, e si parli in tranquillità. E questo ci rende molto felici”. COME UN FRATELLO La questione “notorietà” è un punto cruciale di questa inchiesta. Possibile che non abbia influito sul modo con cui Vasco Rossi si pone nei confronti di chi lo circonda? “Assolutamente no” risponde Rocchetti deciso. “Ad essere sincero quando non siamo in tour ho pochissimi rapporti con lui. Non ho neanche il suo numero di telefono. Però quando ci ritroviamo alle prove continua a darmi delle grandissime soddisfazioni, umane e professionali. In ventidue anni di rapporto mi ha sempre trattato bene e non mi ha mai man-



livestyle - VASCO ROSSI

LA COMBRICCOLA DEL BLASCO Maurizio Solieri, chitarra È il “…bellissimo, abbronzantissimo…” amico e chitarrista di Vasco fin dai tempi di Punto Radio (fine anni '70). Il vero e proprio alter ego strumentale del rocker di Zocca, al cui fianco ha composto molte delle sue canzoni più celebri.

Claudio Golinelli, basso Con Vasco dal 1984, “il gallo” è uno dei suoi amici più fedeli oltre che bassista di straordinaria efficacia. Celebre la gag tra il Blasco e Golinelli durante le esecuzioni di Bollicine, immortalata in Live Anthology 04-05.

Andrea Innesto, sax e cori È il 1985 quando “Cucchia” entra nella band di Vasco. Il tour è quello di Cosa succede in città, il primo nei palazzetti e nelle arene, al termine del quale il Blasco e la sua band verranno acclamati come rockstar.

Alberto Rocchetti, tastiere “Il lupo maremmano ha perso il pelo ma non il vizio” disse una volta Diego, amico d’infanzia di Vasco e presentatore della band. Quel che è certo è che Rocchetti non perde il vizio di rimanere al fianco di Vasco, con cui collabora dal tour di Liberi liberi (1989).

Stef Burns, chitarra “Stavo ascoltando Hey Stupid di Alice Cooper e lo straordinario chitarrista di quel disco era Stef. Così l’ho contattato ed è entrato nella famiglia”. Se lo dice Guido Elmi, c’è da crederci. Burns fa il suo esordio live con Vasco nel 1995, in occasione del concertoevento Rock sotto l’assedio.

Frank Nemola, tastiere e tromba “L’uomo che tromba” è parte della Combriccola del Blasco dal concertone di Imola del 1998. Centotrentamila persone non sono male per un esordio…

Clara Moroni, cori “La più amata, la più desiderata” delle vocalist italiane si è unita alla band di Vasco nel 1996, all’epoca del tour di Nessun pericolo... per te. Da allora, sempre presente, per la gioia del Blasco e di tutti gli uomini della Combriccola.

Matt Laug, batteria È stata la new entry del 2007 e da allora Vasco l’ha sempre richiamato. Americano, originario della Florida, vanta numerose collaborazioni con celebri musicisti, tra cui Alanis Morrisette. G.O. Insieme a Maurizio Solieri e Claudio Golinelli, Andrea Innesto è l’unico ex Steve Rogers Band ancora al fianco di Vasco. La storica formazione - è stata la back up band del Blasco dall’80 all’87 - ha inciso un Ep e cinque dischi.

cato di rispetto. Adoro Vasco come un fratello”. Un fratello maggiore che s’impone col carisma o con la forza? “Suonare davanti a 80.000 persone è un’emozione forte, ma ci sono momenti in cui mi tremano davvero le mani. Per esempio quando lui apprezza una parte di piano che ho scritto per un suo brano, com’è accaduto con Anima fragile. Quelle per me sono le soddisfazioni più grandi”. Penso che sono passati tanti anni da quando Cucchia e Rocchetti hanno conosciuto Vasco. E nel tempo i rapporti tra le persone – che siano sposi, amici o collaboratori, genitori e figli - cambiano, si evolvono. A volte peggiorano pure, ma non è questo il caso. “Abbiamo imparato anche a mandarci a ‘fanculo – racconta Cucchia - ma ci si vuole un bene dell’anima e ci si rispetta”. Non c’è niente che garantisca longevità ad un rapporto quanto l’onestà. Ma con la popolarità come la mettiamo? “E’ chiaro che si tratta di un’arma a doppio taglio. Da un lato aiuta, ma è anche scomoda in certi casi. Fa tutto parte del gioco. Quello che conta davvero è la complicità quando siamo sul palco. Lui sa che nessuno lo tradirà mai e noi sappiamo lo stesso di lui. E questo rende il nostro rapporto molto solido. Lo capisci dagli attimi che precedono il concerto. Basta un’occhiata e ci capiamo”. Molto interessante. I teste sostengono che in tutti questi

30 onstage - settembre

<< Quello che conta davvero è la complicità quando siamo sul palco. Lui sa che nessuno lo tradirà mai e noi sappiamo lo stesso di lui. E questo rende il nostro rapporto molto solido >> Cucchia

di dirgli. Si parte da Rocchetti: “Vorrei approfittare di questa intervista per ringraziarlo pubblicamente. Quando l’anno scorso è mancata mia madre, per tre concerti consecutivi l’ha salutata dal palco. Mi ha commosso. È stato un gesto naturale che non mi sarei mai aspettato. Gliene sarò sempre grato. Lasciamelo dire: Vasco riesce a stupire soprattutto dal punto di vista umano”. Cucchia dice che no, non ha niente da dire. Perché ha sempre parlato faccia a faccia con Vasco ogni volta che ne ha avuto bisogno, nel bene o nel male. E questo è davvero l’indizio più importante.

L’INDIZIO PIU’ IMPORTANTE Manca ancora un tassello per completare questa prima fase dell’investigazione. Si sa che per una prova servono almeno tre indizi. E in questo interrogatorio mascherato da intervista, anzi da interviste, ne manca giusto uno. Come novello Sherlock Holmes ho bisogno di un po’ di sana astuzia. Chiedo ai miei due super testimoni se vogliono usare lo spazio loro offerto sulle pagine di Onstage per dire a Vasco qualcosa che, per qualunque motivo, non hanno mai avuto l’occasione

Le testimonianze di Cucchia e Rocchetti sono state decisive. Ma non finisce qui. Ci sono ancora molte cose da capire per concludere l’inchiesta. Anche se forse, in cuor mio, so già a quali conclusioni porterà. Nel frattempo, mi sono dimenticato di tutte le menate che mi ero fatto dopo aver ascoltato Ad ogni costo. Quando le opinioni non sono supportate dai fatti, spesso sono fragili come il cristallo. E infatti sono di nuovo strafatto di Vasco. Non so se sia una condizione ideale per un aspirante cronista-investigatore, ma è semplicemente così. Appuntamento al prossimo mese.

anni il rapporto con Vasco non sia mai cambiato, nonostante quest’ultimo abbia raggiunto una enorme popolarità. Soprattutto, è la componente umana del rapporto ad essere immutata. E’ un altro indizio. Il secondo.


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live style

PETER GABRIEL > di massimo longoni, foto: Nadav Kander

LUI NON MOLLA Se c’è un artista che più di altri merita di rappresentare la sempre-meno-affollata categoria dei musicisti innovatori, questo è Peter Gabriel. In oltre quarant’anni di carriera l’ex cantante dei Genesis ha contribuito – con solo qualche giustificabile pausa - ad espandere i confini della musica pop con la sua innata propensione a sperimentare, a reinventare se stesso e la sua musica. Fino all’ultima, recente “trasformazione”.

"P

complemento a quella musicale. Ma anche una volta lasciato eter Gabriel, l’orchestra, niente batteria, il gruppo e intrapresa la carriera solista, l’inglese ha trovato niente chitarre”. Lo slogan che accompagna modo di esprimersi su quel fronte. Niente più trucchi e mail New Blood Tour non potrebbe essere più scherate, ma immancabili trovate dall’impatto scenico fortissichiaro. Chi sarà all’Arena di Verona il prosmo. Basterebbe ricordare le sue due incursioni in un contesto simo 26 settembre si troverà di fronte un Gabriel inedito che, paludato come il Festival di Sanremo, dove di fronte a una all’alba dei 60 anni, ha deciso davvero di infondere “nuovo sbigottita platea in giacca e cravatta (e biglietto da un milione sangue” alla sua musica e alla sua carriera. Prima facendo sue in tasca), si è messo a volteggiare come una scimmia appeso una serie di canzoni di altri artisti e poi mettendo mano ad a una fune nel 1983, cantando Shock The Monkey, mentre nel alcuni suoi classici. Tutto questo lasciando per una volta da 2003 ha interpretato Growing Up all’interno di un enorme sfera parte campionature, suoni elettronici, percussioni e chitarre, trasparente che rotolava sul palco a suo comando. affidandosi esclusivamente alle infinite sfumature di un’orchestra. UNA PRODUZIONE GRANDIOSA Il New Blood Tour è la diretta conseguenza dell’album Non c’è quindi da stupirsi che lo sforzo in termini produttivi Scratch My Back, pubblicato all’inizio di quest’anno, in cui per questo concerto sia uno dei più imponenti mai affrontato l’artista inglese ha reinterpretato alcune canzoni di suoi colda lui. Quasi tre ore di spetleghi - notissime come tacolo nettamente divise in Heroes di David Bowie Gabriel ha deciso di infondere “nuovo sangue” due parti: la prima dedicata o più ricercate come alla sua musica. Facendo sue una serie di canzoni alla proposizione per intero Street Spirit dei Radiohead - offrendone delle di altri artisti e poi mettendo mano ad alcuni suoi di Scratch My Back e la seconda incentrata sui brani versioni orchestrali. Ma classici. Tutto in chiave orchestrale. della sua carriera solista. che nessuno pensi a un Per mettere a punto lo serioso (o peggio, noioshow Gabriel passa quasi tre mesi, dal dicembre 2009 alla so) concerto di musica classica. Si tratta pur sempre di Peter fine di febbraio del 2010, lavorando con i suoi collaboratori. Gabriel, il cui talento visionario ha sempre aggiunto valore Un’enormità se si pensa che è solito preparare i tour, anche alle performance strettamente musicali. Anzi, in un certo senquelli scenograficamente più complicati, in un mese scarso. so, questa serie di concerti sono da un punto di vista corograMa qui il terreno è nuovo e c’è tanta carne al fuoco. Le cover fico i più teatrali realizzati da Gabriel dai tempi del suo ultimo sono di fatto pronte, ma tutti gli arrangiamenti per orchestra tour con i Genesis. dei vecchi brani di Peter sono da fare da zero. E a questo ci pensa (egregiamente) John Metcalfe, celebre violinista e comCOME UNA SCIMMIA positore neozelandese trapiantato in Inghilterra. Ma anche il Proprio i Genesis con lui, nella prima metà degli anni '70, numero dei musicisti necessari non è chiaro sin dall'inizio e, sono diventati non solo portabandiera della musica progresgiorno dopo giorno, sembra crescere. sive, ma anche sinonimo di art rock allo stato puro. In quegli Quello che nelle intenzioni iniziali doveva essere il più semanni le maschere e i travestimenti che Peter Gabriel indossa sul plice dei suoi spettacoli con il passare dei giorni finisce così con palco contribuiscono a trasformare un semplice concerto rock il diventare la produzione più grandiosa mai portata in giro in un evento teatrale in cui la componente visiva è il perfetto

32 onstage - settembre


live in italy 26/09 Verona

le foto del concerto di Peter Gabriel su www.onstageweb.com!

FOLGORATO. Peter Gabriel, sessant’anni compiuti lo scorso febbraio, ha recentemente dichiarato attraverso il suo sito internet di “essere stato trasportato nel mondo della musica grazie alla magia e all’emozione che nascono durante il processo di composizione di un brano”.

33 settembre - onstage


livestyle - PETER GABRIEL

SOLO SOLETTO La discografia di Peter Gabriel è composta da otto lavori in studio, cui vanno aggiunti due live, quattro colonne sonore e quattro raccolte. Ecco i “magnifici otto”. 1977 - Peter Gabriel I (conosciuto anche come Car) Per il suo debutto solista, Gabriel collabora con Bob Ezrin. Nonostante gli sforzi, l’album non si discosta dalle produzioni dei Genesis e si fa notare piuttosto per i contenuti introspettivi, frutto dello stile di vita solitario adottato dall’artista inglese dopo la separazione dai suoi ex compagni. 1978 - Peter Gabriel II (conosciuto anche come Scratch) Il periodo “senza titolo” continua, cambia il produttore: Gabriel sceglie Robert Fripp, storico chitarrista dei King Crimsom, che lo aiuta a trovare una nuova strada, con una maggiore attenzione alla sperimentazione che si traduce in sonorità cupe. L’album non riscuote un grande successo commerciale. 1980 - Peter Gabriel III (conosciuto anche come Melt) Con l’aiuto di Steve Lillywhite, l’ex Genesis “scopre” la world music, in particolare l’uso che alcune culture musicali fanno delle percussioni. Le parti di batteria incise nel disco sono totalmente prive di piatti, esperimento che influenzerà generazioni di artisti a venire. L’album è numero uno in Inghilterra. 1982 - Peter Gabriel IV (conosciuto anche come Security) Il quarto lavoro solista di Gabriel è uno dei primi album ad essere inciso completamente in digitale. Caratterizzato da una commistione tra elettronica e ritmi tribali, il suono di Security è forgiato dal primissimo modello di sintetizzatore Fairlight CMI, progenitore dei moderni strumenti di sintesi.

da Gabriel: oltre 50 musicisti, i maxi schermi più grandi show. Così che anche chi non ha amato particolarmente mai usati e una carovana di tecnici e assistenti, inclusi i Scratch My Back rimane impressionato dalla sua esecunumerosi animatori e video artisti impegnati a ideare e zione dal vivo. La carica emozionale dell'opera cresce in maniera palpabile e la voce di Peter diventa quasi un elerealizzare la parte scenografica dello spettacolo. La difficoltà a portare in giro per il mondo un simile mento catartico, supportato dalla centralità dell’orchestra numero di musicisti viene risolta con l’ingaggio di diverse e dalle splendide animazioni che prendono vita sui maxi orchestre per le varie date. Per questo tour Peter rinuncia schermi catturando il pubblico. Che risponde esattamente per la prima volta da anni agli usuali compagni di viaggio. secondo le dinamiche previste da Peter: alla prima parte, Non ci saranno Tony Levin o David Rhodes: con lui sul introspettiva e tranquilla, la platea reagisce con applausi palco, a parte l’orchestra diretta da Ben Foster, solo due che si limitano alle pause tra un brano e l’altro mentre duvocalist, la cantante norvegese Ane Brun (tocca a lei reci- rante le esecuzioni l’ascolto viene fatto in quasi religioso silenzio; nella seconda tare la parte di Kate metà dello show, penBush in Don’t Give Anche chi non ha amato particolarmente sata briosa e su di tono, Up) e la prima figlia Scratch My Back rimane impressionato dalla l’atmosfera si scalda. Il di Peter, Melanie, sua esecuzione dal vivo. La carica emozionale successo è grande e l'enche aveva già fatto dell'opera cresce in maniera palpabile e la voce di tusiasmo del cantautore da corista per lui alle stelle. Così quello nel tour di Growin Peter diventa un elemento catartico. che doveva essere in soUp nel 2002. stanza un promo-tour di lusso per l’album si rivela una prova generale per un tour ALTRO CHE PROMO-TOUR Dopo una serata di riscaldamento, si parte dall'Omni- più sostanzioso da effettuare in Europa, partendo il 12 setsport Palais di Parigi Bercy il 23 marzo. Qualche data in tembre dall’anfiteatro di Avenches, in Svizzera. l’Europa (Berlino e Londra) e poi Gabriel attraversa l’Atlantico per fare tappa prima in Canada, a Montreal, poi a CANZONI&AMICI Sul fronte della scaletta, nella metà dedicata ai pezzi New York e infine a Los Angeles. Nonostante la tipologia di concerto le location sono di storici ogni serata può essere diversa da quella precedenvario tipo: dai classici palazzetti dello sport, a vere pro- te. Peter ha provato molti brani da alternare e visita in lunprie arene, passando per teatri o anfiteatri storici (proprio go e in largo il suo repertorio. Vengono privilegiati i lavori come Verona). Quello che non cambia è l’impatto dello del grande successo commerciale come So e Us (Red Rain,

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1986 – So Con la seconda metà degli '80 arriva il successo planetario. Per il nuovo lavoro - il primo con un vero titolo - Gabriel collabora con Daniel Lanois, che aggiunge un tocco “ambient” al gusto dell’artista inglese. So contiente hit memorabili come Sledgehammer e Don’t Give Up (in duetto con Kate Bush). 1992 – Us Passa molto tempo prima che il successore di So veda la luce. Gabriel attraversa un momento delicato a livello personale – separazione dalla moglie e relativa lontananza della figlia – e riversa la sua sofferenza in Us. Il disco è introspettivo e personale, ma riesce comunque ad avere grande successo. 2002 – Up Dieci anni di pausa – in cui scrive soprattutto colonne sonore – servono a Gabriel per meditare un ritorno all’antico. Sonorità meno commerciali e scarsa attenzione alle imposizioni discografiche (tutte le tracce superano i sei minuti) sono i cardini di Up, ad oggi ultimo lavoro di inediti. 2010 - Scratch My Back T’aspetti la reunion con i Genesis e invece Peter Gabriel piazza un colpo dei suoi. Scratch My Back è un disco di cover arrangiate per orchestra, in cui l’artista inglese omaggia brani di colleghi illustri. Pop e rock sono lontani anni luce, ma il genio di Gabriel è perfettamente riconoscibile.


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livestyle - PETER GABRIEL

PRIMA O POI... … vedremo nuovamente Peter Gabriel con i Genesis. Magari non subito, come avrebbero voluto i suoi ex compagni, ma succederà. Anche perché i rapporti sono buoni. Quindi perché no? Raramente nella storia del rock un gruppo a 47mila spettatori e sotto una pioggia batche si separa o perde pezzi per strada man- tente, la band si ritrova per una serata, con tiene rapporti tanto buoni come hanno fatto anche Steve Hackett per i bis. Phil Collins torna dietro la batteria e lascia il microfono i membri dei Genesis. Il divorzio, traumatico, è quello del 1975. a Peter, ma ciò che più conta è che alla fine al Dopo sette anni di lavoro in comune, al ter- cantante rimane anche l’incasso dello show. mine della tournée di The Lamb Lies Down On Negli anni seguenti le occasioni pubbliche Broadway Peter Gabriel lascia, chiudendo di si fanno più rare anche se in privato i vecchi fatto una fase della band che, dopo di allora, amici continuano a vedersi. E così accade che non potrà più essere la stessa. L’addio non i Genesis suonino al matrimonio di Gabriel è dovuto a divergenze di Peter con gli altri nel 2002. Poi nel 2006 la reunion sfuma per componenti (che pure ci sono) quanto al suo un soffio. Collins, Rutherforf e Banks decibisogno di non sentirsi stretto nelle logiche dono di rimettere in piedi il gruppo. “L’idea di un gruppo. E infatti le loro strade torne- originale era di fare The Lamb Lies Down On ranno regolarmente a incrociarsi. Come nel Broadway con Peter e Steve - spiega Banks - ne parlammo 1978, quando al spesso e quanMadison Square do finalmente Garden di New ci incontrammo York sale sul palpensai che sarebco durante i bis be stato il giorno per duettare con giusto per dire Phil Collins su I ‘sì facciamolo Know What I Like. adesso’. Ma PeNel 1980 Peter ter disse ‘questo chiede a Phil di è un meeting suonare la batI Genesis nella formazione originaria. Da sinistra Steve Hackett, Mike dove parliamo di teria su Melt, il Rutherford, Peter Gabriel, Phil Collins e Tony Banks cose che faremo suo terzo album solista. I suoni che ne escono caratterizze- in futuro’. A quel punto pensammo che le ranno il sound di Collins negli anni a veni- cose sarebbero state lontane nel tempo - 2, re. Ma il legame tra Gabriel e gli ex compa- 3, 5, 10 anni – ma per la tabella di marcia di gni è tutto nella reunion del 1982 a Milton Peter ne servivano venticinque”. Da allora Keynes. Quell’anno il cantante organizza il ne sono passati quasi cinque, forse è per grandioso festival Womad, con artisti che questo che di recente Gabriel ha balenato la arrivano da 25 paesi. Evento mirabile, che lo possibilità di lavorare con gli ex compagni lascia però sommerso dai debiti. E così gli al film di Lamb. Quando? Chi può dirlo se ex compagni gli vengono incontro: di fronte non lui? M.L.

PERFEZIONISTA ALL’INVEROSIMILE Don’t Give Up, In Your Eyes, Digging In The Dirt) senza per innegabile. Quando nell’inverno del 2006 Phil Collins, Mike Rutherquesto dimenticare l’opera più recente (da OVO arrivano ford e Tony Banks incontrarono Peter Gabriel per mettere Downside-up e The Nest That Sailed The Sky) o gli album più L’IMPRONTA DI PETER Spesso nella sua carriera Gabriel si è trovato ad anticipare a punto la storica reunion dei Genesis, dopo una serie di datati (Solsbury Hill dal primo e San Jacinto dal quarto). Gli amanti di Sledgehammer si devono invece mettere l’animo in i tempi, sia che si trattasse di sonorità inedite (il suo terzo chiacchierate produttive, pensavano che la cosa fosse fatta. pace visto che le viene riservata soltanto l’introduzione or- album, con la batteria registrata senza piatti, ha influenzato E fu allora che Peter disse: “Ok, adesso io vado in tour e poi potremo iniziare a pensare come fare la cosa”. A chestrale al concerto. quel punto gli altri tre Genesis avevano già iniziaE chissà che le nuove date non riservino Non è certo la prima volta che rock e classica si incontrano, to a fissare le date e mancava poco che già facesqualche sorpresa sul fronte degli ospiti. Duranma in genere l’orchestra impreziosisce, mentre qui diventa sero le prove. Amici come prima e tutto rinviato te il primo, breve, tour primaverile, più di un protagonista di un binomio di cui l’altra componente è la (forse a mai). Questo perché per Gabriel, perfeziovecchio amico ha voluto far visita a Peter in ocvoce di Peter. nista all’inverosimile, i tempi biblici sono una specasione dei concerti. Alla prima parigina Youscie di regola. Basti pensare che tra i suoi due ultimi sou Ndour è salito sul palco per eseguire in duetto In Your Eyes; al Radio City Music Hall di New York è decine di dischi a venire), battaglie politiche (Biko ha messo album di inediti, Us e Up, sono passati dieci anni e dal 2005 toccato a Lou Reed presentarsi alla fine del primo tempo per sul piatto il tema dell’Apartheid con quasi un decennio di è al lavoro su un nuovo disco (I/O Input/Output) che sembra eseguire la “sua” cover, ovvero una versione rockeggiante anticipo rispetto ai concertoni di fine anni '80) o nuove realtà ancora lontano dal vedere la luce. Il progetto di Scratch My di Solsbury Hill (quasi un anticipo di quello che dovrebbe da supportare (con l’organizzazione Womad dedicata alla Back però sembra averlo entusiasmato particolarmente. Al essere I’ll Scratch Yours, ovvero l’album in cui gli artisti cove- world music, con cui ha fatto conoscere decine di artisti che punto che, dopo essere andato in tour e aver cambiato abito rizzati da Gabriel in Scratch My Back restituiscono il favore). sarebbero altrimenti rimasti nell’ombra). E anche questa vol- anche ai suoi pezzi, la cosa gli è piaciuta tanto da decidere di E poi, a Los Angeles, in occasione del concerto al leggenda- ta ha messo una sua impronta originale: non è certo la prima registrare anche i brani della seconda parte dello show. Così rio Hollywood Bowl, dietro le quinte si è materializzato Bob volta che rock e musica classica si incontrano, ma in genere l’estate appena passata non è stata di riposo ma di lavoro, Ezrin, mitico produttore (da Alice Cooper ai Pink Floyd) che l’orchestra era usata come una aggiunta per impreziosire, causa lunghe session in studio con l’orchestra ad incidere. collaborò con Peter per i suoi primi passi da solista. Tutti mentre qui diventa protagonista di un binomio di cui l’altra A 60 anni compiuti Peter Gabriel non è ancor stanco di sperimentare. desiderosi di essere partecipi di questo progetto dal fascino componente è la voce di Peter.

36 onstage - settembre



ROCK 'N' FASHION

OTTANTA, MA PORTATI BENE a cura di Vittoria Galtrucco, foto di Lauren Ellis

Ph. Laurence Ellis

Theo > shirt and trousers, Jil Sander

38 onstage - settembre


ROCK 'N' FASHION

Ph. Laurence Ellis

Adam > t-shirt, Roberto Cavalli; trousers, Jil Sander

39 settembre - onstage


ROCK 'N' FASHION

Theo > jacket and trousers, Boglioli; shirt, Giorgio Armani

Adam > shirt, Dolce & Gabbana; trousers, Ermenegildo Zegna

Il prepotente ritorno dell’estetica eighties ha caratterizzato quel post-tutto che sono stati gli anni Zero. Non è chiaro chi abbia cominciato prima tra moda e musica (è nato prima l’uovo o la gallina?). In ogni caso, è un fatto che sono riapparsi suoni che credevamo sepolti e look che solo una decina d’anni fa avremmo etichettato come sfigatissimi. Eppure pochi hanno fatto outing. Il ritornello “gli anni Ottanta ci piacciono e ci hanno fortemente ispirato, ma noi siamo attuali” nasconde un legittimo gusto retrò con una patina di presunta modernità. C’è forse da vergognarsi nell’essere immersi nella new wave e nell’electro-pop fino al collo? Finalmente qualcuno trova il coraggio di dichiararsi. Gli Hurts - i manchesteriani Theo

40 onstage - settembre

Hutchcraft e Adam Anderson – sono anni Ottanta. E’ tutto chiaro fin dal primo ascolto, dalla prima foto. Happiness – il disco d’esordio, nei negozi dal 7 settembre - è un quarto di Depeche Mode, un quarto di Pet Shop Boys, un quarto di Ultravox e infine un quarto di Human League. Il tutto supportato da canzoni pop che colpiscono dritto il bersaglio: gli undici brani dell’album – più una ghost song dedicata alla nostra Verona – sono altrettanti potenziali singoli (per il momento ne sono stati estratti tre, Wonderful Life, Better Than Love e Blood, Tears & Gold). In attesa di ascoltarli dal vivo a Milano, il prossimo 24 ottobre, vale la pena di scoprirli. Fosse anche solo per la loro estrema onestà.


ROCK 'N' FASHION Theo > blazer, Calvin Klein; shirt Prada; trousers, Jil Sander Adam > shirt, Iceberg; Gilet, Dolce & Gabbana; trousers, Giorgio Armani

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41 settembre - onstage


ROCK 'N' FASHION Adam > shirt, Calvin Klein; gilet, Ermenegildo Zegna; trousers, Dolce & Gabbana Theo > shirt, Jil Sander; trousers, Ermenegildo Zegna

Theo > jacket and shirt, Gucci Adam > Tuxedo Jacket, Roberto Cavalli; shirt, Calvin Klein

42 onstage - settembre


ROCK 'N' FASHION

43 settembre - onstage


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cosa succede a cura di marianna maino e eileen casieri

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44 onstage - settembre


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in città?

2. TRIUMPH MOTORCYCLES

4. diesel time

1. ARENA

3. Eastpak 5. meltin'pot

8. TIMBERLAND

7. LEVI'S FOOTWEAR & ACCESSORIES 6. D.A. DANIELE ALESSANDRINI

UOMO / 1. 52,95 € - Felpa in morbido cotone con cappuccio; stampa a microiniezione del logo Arena. Disponibile in più varianti colore - 2. 31,00 € - Triumph Crest t-shirt “Live and let ride – Motorcycle Royalty” la t-shirt d’eccellenza Triumph. E’ in cotone - 3. 50,00 € - Borsa con grande patta chiusa da clip, tracolla regolabile e staccabile, ampia tasca zippata sulla patta e tasca a velcro sul retro - 4. 199,00 € - Cassa: acciaio e poliuretano grigio, cinturino: silicone grigio con finitura Ip canna di fucile - 5. 139,00 € - In pregiato black denim effetto used - 6. 237,00 € - Sneaker alta ispirazione basket, in nylon e pelle: effetto vintage - 7. 33,00 € - Cintura in pelle liscia nera dalla linea pulita ed essenziale, con fibbia e passante in metallo satinato - 8. 249,00 € - Giacca impermeabile in lana con fodera interna in morbida flanella. Dettagli in cuoio sulle spalle

45 settembre - onstage


livereport / agosto

U2 Torino, 06/08/2010 foto : Francesco Prandoni

46 onstage - settembre


livereport / agosto

47 settembre - onstage


what'snew / musica

Sting

Foto di Fabrizio Ferri

Symphonicities Deutsche Grammophon

DI MASSIMO LONGONI

C

i sono diversi modi di affrontare la “fase matura” di una grande carriera. Alcuni, come i Rolling Stones, continuano a sfornare dischi nuovi che nulla aggiungono a un glorioso catalogo e che vengono per lo più ignorati dal vivo. Altri, come Billy Joel, accettano di aver detto tutto sul piano compositivo, ci mettono una pietra sopra e si dedicano esclusivamente ai concerti. E poi ci sono quelli come Sting. Il pungiglione inglese da qualche anno ha deciso di non aver più nulla da dire sul fronte del pop, al punto che il suo ultimo album di inediti, Sacred Love, risale ormai al 2003. Sono poi venuti un lavoro di musica barocca e uno di ballate folk rinascimentali. Ma il suo passato è troppo ingombrante e redditizio per dimenticarlo semplicemente. Sting ha perciò trovato il modo di capitalizzarlo rimasticando e rielaborando i suoi successi in diversi modi. Una inaspettata reunion con i Police, che ha fruttato un tour mondiale durato quasi un anno ma nessun brano nuovo, e adesso Symphonicities. Con un titolo che cita volutamente l'album capolavoro dei Police, Synchronicity, il nuovo lavoro si pone a cavallo tra le due anime di Sting. Presenta infatti una serie di brani del suo repertorio reinterpretati in chiave classica grazie all'ausilio della Royal Philharmonic Orchestra di Londra. Anche qui, in fondo, nulla di nuovo, visto che Sting aveva già in passato riarrangiato per orchestra i suoi successi. Nel 1986, per un concerto con Gil Evans a Umbria Jazz, presentò una versione swingata di Roxanne che, per inciso, era molto meglio di quella presente su Symphonicities. Ma è innegabile che l'album abbia un suo fascino. E’ realizzato con molta cura e si fanno apprezzare tanto i pezzi più jazz, che poco si discostano dalla versione originale (come Englishman In New York), che quelli stravolti come Next To You. Meritevole poi che la scaletta sia composta anche da brani meno celebri, con cui Sting si salva dal pericolo dell’ovvio greatest hits.

Hurts

Robert Plant

Marracash

Happiness Sony Music

Band Of Joy Decca Music

Fino a qui tutto bene Universal

DI MARCO RIGAMONTI

C

onsiderato il livello di revival raggiunto ultimamente, c’è davvero bisogno di un nuovo duo che vuole omaggiare l’epoca del cosiddetto synth-pop? Probabilmente la risposta più votata sarebbe no. Ma la musica tutta negli ultimi anni si è infilata in un tunnel privo della proverbiale luce in fondo, dove il discorso del bisogno non regge più. Si tratta di considerare lo spazio; c’è quindi spazio per un nuovo duo che vuole rinverdire i fasti dei prima disprezzati e in seguito esaltati anni '80? Ebbene, Theo Hutchcraft e Adam Anderson, da Manchester, lo spazio se lo creano. Ma non a suon di gomitate e spintoni: non è lo stile che preferiscono. Loro si mettono lì, composti e pettinati, in un essenziale bianco e nero che li rende seri e decisi. Cantano di amore e dolore, riempiono gli arrangiamenti di riverberi senza vergogna, puntano su melodie intense ed evitano accuratamente la legge del “less is more” tanto cara ai producer del nuovo secolo. E come per magia da quei suoni sintetici viene fuori un disco caldo ed emozionante, che rapisce ascolto dopo ascolto senza stancare.

48 onstage - settembre

di claudio morsenchio

DI Mattia Sbriziolo

C

M

irca tre anni fa, il carismatico Plant pubblicava il pluripremiato album Rasing Sand che, forte della collaborazione di Alison Krauss, deliziava con dolcissime melodie acustiche interpretate con classe e leggerezza. Oggi l’istrione inglese cambia strada, convocando a corte amici e collaboratori storici per rievocare il felice periodo pre Led Zeppelin, in cui si cimentava con sonorità potenti, conturbanti e fottutamente rock. Non a caso Band Of Joy è anche il nome di una delle sue prime band, dove il cantante inglese sfoderava tutta il suo eclettismo e la sua infinita irruenza. Il nuovo lavoro, ottimamente prodotto, suona blues, sussurra sonorità hard, sconfina nel soul ed addirittura esplora territori indie ed alternativi. Molte anche le cover presenti, a cominciare dal singolo apripista Angel Dance, vecchio successo dei Los Lobos, fino a due ottime re-interpretazioni di Silver Rider e Monkey, crude, malinconiche e spiazzanti canzoni dei Low, icone di un sound irriverente e a tratti dissacrante. Da ascoltare con rispetto e dedizione.

arracash “is back in business”. Con Fino a qui tutto bene il rapper milanese – al secolo Fabio Rizzo – torna a cavalcare l’onda due anni dopo l’esordio. Nelle 11 tracce, il flow di Marracash si alterna ai racconti dell’alter ego Fabio, che introduce I ragazzi dello zoo del berlin, Parole chiave, La parola che nessuno riesce a dire e la titletrack, descrivendoci il mondo (e il modo) in cui vive. I testi, sempre diretti e pungenti (scomodi?), ci raccontano un paese, l’Italia, in caduta libera eppure capace di sopravvivere - almeno fino all’atterraggio (o allo schianto!) - ripetendosi continuamente “fino a qui tutto bene”. La produzione dell’album è affidata quasi interamente a Deleterio e Don Joe, beatmaker della Dogo Gang, ma c’è lo zampino anche di Bloody Beetroots (Parole chiave), The Buildzer (Continuavano a chiamarlo Marracash) e Crookers (Fino a qui tutto bene, terzo singolo dopo Cani pazzi e Stupido). Le sequenze e il groove dei brani rendono veloce il disco che, tra gran cassa e synth elettronici, si lascia ascoltare piacevolmente dal primo all’ultimo minuto.


Manic Street Preachers

Jamaica Jamaica No Problem V2/Cooperative Music

Postcards from a young man Columbia

DI giANNI OLFENI

C

apita di ascoltare il disco d’esordio di una band e avere la netta sensazione che ricordi qualcos’altro. Se quel “qualcos’altro” diventa “molte altre cose”, butta male. Ma capita pure di scorgere un certo stile nel modo in cui vengono assemblate quelle “molte altre cose”. Tradotto, si può incidere un buon disco anche se non si fa nulla di troppo originale. Jamaica No Problem - opera prima del duo parigino composto da Antoine Hilaire (voce e chitarra) e Florent Lyonnet (basso) – non è una rivoluzione ma funziona. E’ un disco divertente, nel senso letterale della parola. Mette buon umore. Zero ballad, rock veloce e raffinato french touch. La produzione è di Xavier de Rosnay dei Justice e il disco è stato registrato negli studi di Cassius dove erano appena passati i Phoenix. Spiegato quel “molte altre cose” di cui sopra.

Best Coast Crazy for you Wichita Recordings DI MATTIA SBRIZIOLO

S

ostituite la “B” con una “W” e capirete presto da dove arrivano i Best Coast. Con il trio di Los Angeles - venuto alla ribalta grazie a internet e passaparola - ci tuffiamo indietro nel tempo. Le sonorità lo-fi ricalcano il surf-rock dei Sessanta: fuzzy guitar, batteria e una voce dolce, quella di Bethany Cosentino, frontwoman del gruppo. Tutto molto semplice. Crazy For You è una cartolina, che ritrae le spiagge californiane, il sole e l’onda giusta da cavalcare, mentre i testi ci raccontano di amori passeggeri, gioie e malinconie giovanili. Nulla di nuovo e nessuna svolta per la musica, ma è altrettanto vero che mai si avverte la tentazione di schiacciare il quadratino “stop” dello stereo o del riproduttore digitale del caso. Ben venga un richiamo al passato così, sereno e senza alcuna pretesa.

Blonde Redhead Penny Sparkle 4AD

DI EMANUELE MANCINI

P

rolifici e longevi, i Blonde Redhead giungono all'ottavo album in quindici anni di attività, (a cui vanno aggiungeti due Ep e la colonna sonora per il docufilm Dungeon Masters). Tre lustri in cui hanno dimostrato di essere un progetto concreto, teso alla ricerca di una personale espressività, spaziando tra diverse influenze e riferimenti musicali, dal noise degli esordi al quasi trip hop del loro ultimo lavoro. Il trio formato dai gemelli Pace (di Milano) e dalla cantante Kazu Makino non ha la predisposizione ad adagiarsi sugli allori e su formule collaudate in passato, e questo è di certo un merito che ne sottolinea l'integrità artistica. Penny Sparkle è una piacevole conferma di questa attitudine, anche se in qualche passaggio il disco si dimostra non all’altezza delle aspettative.

D

DI giorgio rossini

ecimo album per il trio gallese, il terzo dal 2007. Niente male per una band che solo una decina di anni fa minacciava lo scioglimento. Rispetto al predecessore, l’ottimo Journal For Plague Lovers (2009) - forse il migliore dai tempi di Everythig Must Go (1996) questo nuovo lavoro si presenta certamente più orecchiabile e leggero. E’ qualitativamente un passo indietro, ma un disco più radiofonico era nelle intenzioni della band. In effetti tutte le dodici tracce di Postcards hanno un impatto immediato grazie a quel misto di energia e freschezza che i Manic da sempre sanno amalgamare alla perfezione. La voce di James è come sempre protagonista e gli arrangiamenti sono buoni, nonostante alcuni spunti piuttosto stucchevoli, vedi il riff glam rock della title-track. Tra i motivi di interesse, oltre alla bella copertina (che ritrae l’attore Tim Roth intento a scattare foto con una Polaroid), Postcards from a young man può vantare diverse collaborazioni degne di nota: John Cale in primis, poi Duff McKagan, ex Guns n’ Roses, e infine Ian McCulloch, leader dei Echo & the Bunnymen. Insomma, è un discreto disco pop rock, gradevole ma senza troppe pretese, per una band che sappiamo capace di ben altro.

HOT LIST Dieci brani dalla playlist di

ANDREA E MICHELE 01

02

DI maRCO RIGAMONTI

I

nutile nascondersi dietro a un dito: l’obiettivo principale di Paul Banks e soci era lasciarsi alle spalle Our Love To Admire e tutte le critiche che l’avevano seguito. Inutile anche tirarla per le lunghe: il risultato, come reso esplicito da Success - titolo del brano che apre il loro quarto album - è stato raggiunto. Non si tratta di un ritorno alle radici estremo e spregiudicato, ma piuttosto di un ragionato passo indietro dettato dalla voglia di catturare di nuovo la magia degli esordi, che aveva messo tutti d’accordo. L’attitudine shoegaze e quella vena tra il misterioso e il drammatico sono conservate (come farne senza?), i riff semplici e ossessivi che penetrano il cervello dalla porta di servizio non mancano (quello di Safe Without su tutti, ma anche piano e basso di Summer Well non scherzano) e la stratificazione paziente di pezzi come Lights o Always Malaise (The Man I Am) convince. Quello che ai tempi non c’era ed invece oggi c’è è una potenza narrativa ai limiti del concept che dagli Interpol non ti aspetti; e così la trilogia finale, tenuta insieme dalle note di piano che aprono Try It On, rappresenta un passo deciso verso quella maturità artistica che forse la critica aveva deciso di affibbiare loro troppo presto.

Arcade Fire

The Suburbs (Merge Records/ Mercury Records, 2010)

PACK UP

Eliza Doolittle Eliza Doolittle (Parlophone, 2010)

03

04

SUN IN MY POCKET Locnville

Sun In My Pocket (Sony Music, 2010)

COOLER THAN ME Mike Posner

31 Minutes To Takeoff (J Records, 2010)

Interpol Interpol Cooperative Music

WE USED TO WAIT

05

06

MY UGLY BOY Skunk Anansie

Wonderlustre (Carosello Records, 2010)

JE VEUX Zaz

Zaz (Play On, 2010)

BACK IT UP

07

08

Caro Emerald Deleted Scenes From The Cutting Room Floor (Columbia, 2010)

XXXO

M.I.A. feat Jay-Z Maya (NEET/ XL/ Interscope, 2010)

09

THE CATALYST Linkin Park

A Thousands Suns (Warner Music, 2010)

10

TIGHTROPE

Janelle Monae

The ArchAndroid (Wondaland Arts Society/ Bad Boy Records, 2010)

Andrea e Michele si sono conosciuti sui banchi di scuola del liceo e da allora non si sono più “lasciati”: hanno seguito esperienze radiofoniche diverse, Andrea come speaker e Michele come dj, ma poi hanno cominciato a lavorare insieme e nel 2007 sono approdati a Radio Deejay per condurre il programma domenicale di calcio Due a zero. Ora sono on air con Deejay sei tu, che trasforma gli ascoltatori in dj facendogli scegliere le canzoni da mandare in onda.

49 settembre - onstage


what'snew/ cinema

a cura di Nick

NIENTE PAURA critica pubblico Italia – 2010 – 85 min - documentario REGIA: Piergiorgio Gay CAST: Luciano Ligabue, Fabio Volo, Javier Zanetti, Umberto Veronesi, Paolo Rossi

L'

Italia di ieri e di oggi raccontata attraverso la musica, le parole, la carriera di Luciano Ligabue. La sua voce di narratore d'eccellenza e le sue canzoni, conosciutissime al grande pubblico, fanno da guida in un viaggio attraverso le vicende politiche e sociali del Bel Paese dagli anni Settanta ai giorni odierni, e scandiscono un racconto collettivo affidato a materiali di repertorio e a numerose interviste a personalità dello sport e dello spettaco-

lo, protagonisti di eventi di cronaca, o semplicemente persone “comuni”. Centro della riflessione sono alcuni articoli della Costituzione, pensati come diritti da ribadire e nuovi traguardi da raggiungere. Partecipano con le loro voci e i loro pensieri tantissimi personaggi pubblici italiani, da Fabio Volo a Margherita Hack, da Carlo Verdone a Beppino Englaro, da Javier Zanetti a Umberto Veronesi.

Perché vederlo? Per gli amanti del documentario musicale, il racconto sociale affidato a cantanti e gruppi rock, e per i fan di Luciano Ligabue, che, dopo le esperienze da regista, approda sul grande schermo in veste di narratore e lo fa benissimo. Presentato a Venezia fuori concorso è un'operazione interessante che dovrebbe essere vista sia da chi ama l'Italia, sia da chi vivrebbe volentieri altrove.

Lasolitudinedeinumeriprimi

Inception

Fratelli in erba

Somewhere

Italia – 2010 drammatico Cast: Isabella Rossellini, Alba Rohrwacher, Filippo Timi, Maurizio Donadoni, Luca Marinelli.

Gran Bretagna, Usa – 2010 thriller - 148 min Cast: Leonardo Di Caprio, Ellen Page, Tom Hardy, Michael Caine

Leaves of Grass - Usa - 2010 commedia - 105 min Cast: Edward Norton, Tim Blake Nelson, Lucy de Vito, Susan Sarandon, Richard Dreyfuss

Usa - 2010 - 98 min, drammatico Cast: Stephen Dorff, Elle Fanning, Benicio Del Toro, Laura Chiatti.

di Saverio Costanzo

di Christopher Nolan

di Sofia Coppola

di Tim Blake Nelson

critica

critica

critica

critica

pubblico

pubblico

pubblico

pubblico

Dal romanzo d’esordio del giovane dottorando in fisica Paolo Giordano, ecco l'attesissima riduzione cinematografica. Le vite di Alice e Mattia sono profondamente legate da un drammatico episodio della loro infanzia. Il loro incontro in realtà sarà un ritrovarsi, come due numeri primi gemelli che riescono a superare il numero pari che li divide. Il film ripercorre in maniera intima e dolorosa il percorso di riconoscimento dei due protagonisti, da sempre divisi eppure incredibilmente simili.

Futuro prossimo. Don Cobb è il migliore nel business dello spionaggio industriale “onirico”: si cala nei sogni della gente e riesce a rubare preziosi segreti dal subconscio durante l’attività onirica. Ma questa sua abilità lo ha messo in grave pericolo, rendendolo un fuggitivo internazionale e gli è costata la perdita di tutto ciò che ha amato. Un fanta-thriller con ambizioni filosofiche per il ritorno alla regia di Nolan (anche sceneggiatore) dopo il successo planetario dei due Batman. Ricco il cast capeggiato da Di Caprio, con l’eterno Michael Caine, la bella Marion Cotillard e gli emergenti Ellen Page e Joseph Gordon Lewitt.

Il film racconta le vite di due gemelli omozigoti dalle personalità assai differenti, Bill è un brillante professore di filosofia, mentre Brady è un piccolo criminale in carriera che coltiva marijuana in Oklahoma. Quando Bill riceve la notizia della morte di suo fratello, decide di tornare nel suo paese d'origine, dove viene accolto da storie assurde sulla dipartita di Brady e viene coinvolto, suo malgrado, in un losco complotto...

Johnny Marco è una star hollywoodiana che sopravvive secondo il credo droga, sesso & rock and roll. Passa il suo tempo, tra un film e l’altro, a vivere di eccessi parcheggiato nel celebre hotel di Los Angeles Chateau Marmont, lo stesso dove è morto John Belushi, dove Jim Morrison è quasi caduto da una finestra, dove James Dean ha ottenuto la parte che lo ha reso celebre in Gioventù bruciata. Un giorno, però, riceve la visita della figlia, una bimba di 11 anni che a malapena conosce. Grazie a lei Johnny impara il significato della parola responsabilità, trovando la forza di crescere.

Perchè vederlo? Il libro, che ha vinto non senza poche critiche il premio Strega nel 2008 e il premio Campiello, ha attirato la regia del bravo Saverio Costanzo e ci ha riportato una bellissima Isabella Rossellini. Le riprese sono state effettuare interamente a Torino in un set blindatissimo. Per chi ama le storie intense e commoventi.

50 onstage - settembre

Perchè vederlo? Per i fan del regista è un appuntamento da attendere contando i giorni, per tutti gli altri resta un blockbuster “intelligente” probabilmente godibilissimo. Il budget iniziale oscillava fra i 150 e i 200 milioni di dollari, con set anche in Cina e in Francia.

Perché vederlo? Per gli appassionati di Norton, ormai esperto trasformista, camaleonte di se stesso, che dopo Schegge di paura, Fight Club e L’Incredibile Hulk offre l’ennesima doppia interpretazione che vale il prezzo del biglietto. Il film colpisce per la mescolanza di generi: si passa dal pulp alla commedia nera, al thriller. Risate assicurate.

Perché vederlo? Sofia Coppola, dopo Il giardino delle vergini suicide, Lost In Translation e Marie Antoniette, torna alla regia con una dolce parabola sulla fama e sulle sue conseguenze. Alcune sequenze sono girate a Milano. Per chi vede in lei la degna erede del padre Francis Ford Coppola.



what'snew/ games

a cura di Blueglue

MAFIA II 2k Games (Xbox 360 - PS3) Genere: Azione

Annunciato da tre lunghi anni, ecco il follow-up dell’unico titolo riuscito nell’impresa di catalizzare l’attenzione affrontando il tema di Cosa Nostra. Gli eventi che ruotano intorno alla mafia potrebbero sembrare a prima vista terreno fertile per lo sviluppo di un videogioco, ma troppo spesso si è sconfinato in esagerazioni tali da rendere il prodotto finale qualcosa di artificioso e poco credibile. Già Mafia: The Lost City Of Heaven (datato 2002) riusciva nell’impresa di risultare realistico in tutto e per tutto, basandosi sulla cura dei particolari e su una discreta libertà di azione offerta al giocatore. La differenza con il primo episodio è che da un’ambientazione anni ’30, Mafia II ci porta

dritti negli anni che vanno tra il secondo dopoguerra e la fine dei Cinquanta. Nei panni di Vito Scaletta, un siciliano emigrato negli Stati Uniti, dovremo eseguire delle missioni per conto di un’importante famiglia mafiosa - unico modo possibile per ripagare un debito contratto da nostro padre – in un’affascinante Empire Bay, città che unisce in maniera splendida i tratti caratteristici di New York e San Francisco. Gli sviluppatori non si sono lasciati tentare dalla “moda” del free-roaming, preferendo conservare le caratteristiche di gioco dell’illustre predecessore: non c’è spazio per missioni secondarie, la trama è una e va seguita per quello che

Kane & Lynch 2: Dog Days (Xbox 360 - PS3) Genere: Azione

Scott Pilgrim Vs. The World IO Interactive/ Square Enix

Un ultimo colpo, quello che ti sistema per una vita. Era questo, originariamente, il pensiero di Lynch, trasferitosi insieme alla sua donna a Shangai dopo tutti i casini che aveva combinato nel primo episodio in quel di Tokyo. L’incarico commissionatogli da un importante boss mafioso consisteva nell’eliminare un piccolo malvivente locale. L’affare si complica quando nel corso dell’operazione (alla quale ovviamente prende parte anche il suo inseparabile amico Kane) ci lascia le penne una ragazza che si rivelerà essere nientepopodimeno che la figlia del boss di cui sopra. Quando la sfiga ci vede benissimo ti ritrovi in situazioni scomode. In questo caso scomodissime, visto che i due protagonisti si ritroveranno ad affrontare il fuoco incrociato di malavita e forze dell’ordine. Third-person shooter dalle caratteristiche classiche (= spara e vedi di trovare un riparo credibile se non vuoi essere trivellato), il secondo capitolo di Kane & Lynch risolve solo in parte i problemi che avevano caratterizzato il primo episodio del 2008, rimanendo tecnicamente una bella spanna al di sotto dei punti di riferimento del caso (Gears Of War su tutti). L’azione è travolgente, senza pause; l’uso di una ripresa in stile telecamera semi-amatoriale contribuisce ad elevare il ritmo di gioco ed è sicuramente uno dei punti di forza del titolo, unito alla curata ambientazione sporca e claustrofobica. I matematici della grafica e della realizzazione tecnica e tecnici non ci metteranno molto a trovare delle argomentazioni di critica valide, ma per chi riesce a chiudere un occhio su questi difetti Kane & Lynch 2 rappresenterà un’esperienza davvero spassosa.

52 onstage - settembre

è, nonostante rimanga il giusto grado di libertà (personalizzazione di auto ed abbigliamento). Anche l’azione non differisce molto rispetto al primo episodio: il fulcro del gameplay sta nelle adrenaliniche fasi di guida e nelle frequenti situazioni di guerriglia urbana - sempre e rigorosamente in terza persona, come da copione. Se tutto questo può legittimamente non sorprendere, è fondamentale sottolineare come l’ottimo bilanciamento della successione degli eventi faccia passare questa decina abbondante di ore di gioco in un attimo, azzerando il parametro noia con una capacità di coinvolgimento assolutamente sopra la media. Buonissima la seconda.

(Xbox 360 - PS3) Genere: Picchiaduro

Ubisoft

Questo è per voi, cari nostalgici delle 200 lire e dei joystick impiastricciati e sudaticci nelle malfamate sale giochi dei tempi che furono. Per voi, che nonostante la più che dignitosa destrezza tra decine di tasti e combinazioni complicate tipiche dei games di ultima generazione, ogni tanto sentite il bisogno di saltare e prendere a pugni tutto quello che si muove e morta lì. Per voi, che pur rimanendo a bocca aperta davanti al realismo 3D non disdegnate la semplicità delle due dimensioni. Ecco la trasposizione videoludica del fumetto culto di Bryan Lee O’Malley, splendido mix tra discendenze manga e tratti occidentali. La trama? Per conquistare il vostro amore (la bella Ramona Flowers) dovrete vedervela con altri sette pretendenti che vi si sbarreranno davanti. Classicissimo beat ‘em up a scorrimento orizzontale, Scott Pilgrim Vs. The World punta tutto sullo stile anni ‘80 e ’90 - che si dimostra tanto vincente quanto accattivante - implementando un sistema di evoluzione del personaggio tipico dei nostri tempi. Il risultato è che un genere dimenticato e dato per morto da molto tempo resuscita con una freschezza tutta sua. Di assoluto rilievo la colonna sonora, ad opera della band newyorkese Anamanaguchi. Questi ragazzi fanno musica (definita “chiptune punk”) unendo le sonorità rock classiche (chitarra, basso e batteria) con suoni provenienti dal NES e dal Game Boy. Un piacere retrò da gustarsi senza vergogna alcuna.



comingsoon / ottobre

CARLOS SANTANA

Foto di Alan Silfen

19/10 MILANO, Mediolanum Forum

F

orse ce lo siamo dimenticati, storditi dall’invasione ludico-digitale a cui non abbiamo saputo opporre resistenza in questi ultimi anni, ma il termine "guitar-hero" per lungo tempo non ha avuto nulla a che fare con i videogame. Anzi, gli eroi della chitarra sono sempre stati in carne e ossa, possibilmente agghindati di vesti eccentriche, sudati, a volte anche brutti e sporchi, spesso strafatti. Gente come Chuck Berry, Jimi Hendrix, Pete Townshend, Jimmy Page e quel messicano trapiantato in California che risponde al nome di Carlos Santana.

27

Time. Tredici tracce in cui reinterpreta alcuni dei più grandi successi di tutti i tempi (da Whole Lotta Love a Riders On The Storm passando per Sunshine Of Your Love e While My Guitar Gently Weeps), ospitando musicisti del calibro di Chris Cornell, Scott Weiland, Joe Cocker, Ray Manzarek e molti altri. Coprodotto da Clive Davis – direttore creativo di Sony Music - il disco esce il 21 settembre, giorno in cui Santana sarà già partito per il suo tour mondiale. Che, naturalmente, tocca anche l’Italia, paese sempre caro all’artista americano.

Dal suo esordio sul palco di Woodstock – era l’agosto 1969 - Carlos è cambiato parecchio. Gli acidi sono un ricordo di gioventù e l’aria da santone ha sostituito lo sguardo stralunato di allora. Quello che Santana non ha mai smesso di fare è suonare la meravigliosa Paul Reed Smith (e non solo quella…). A 63 anni compiuti, Carlos continua a portare in giro per il mondo la sua musica e quel feeling peace&love che lo ha sempre contraddistinto, insieme al sapore latino del suo rock. L’ultimo progetto del chitarrista messicano si chiama Guitar Heaven: The Greatest Guitar Classics of All

28

29

30

1 Venerdì

Sabato

Motel Connection - Roma

4 Lunedì

5 Martedì

Brandon Flowers - Milano

Brandon Flowers - Roma Irene Grandi - Biancavilla (CT) Renato Zero - Roma

11 Lunedì

Renato Zero - Roma

12

13

Blind Guardian - Roma Steve Miller Band - Milano Vasco Rossi - Firenze

Blind Guardian - Milano Vasco Rossi - Firenze

19 Martedì

Vasco Rossi - Firenze

Carlos Santana - Milano

25 Martedì

Anais Mitchell - Milano Sting - Firenze

54 onstage - settembre

Mercoledì

21

Giovedì

28

16 Sabato

22

Vasco Rossi - Firenze

23 Sabato

Motel Connection Bologna

Anais Mitchell - Torino Marta Sui Tubi - Arezzo Roy Paci & Aretuska Milano Supertramp - Torino

29

17 Domenica

Venerdì

Venerdì

10 Domenica

Baustelle - Rimini Marta Sui Tubi - S. Fortunato (PG) Pino Daniele Torremaggiore (FG) Renato Zero - Roma

15 Venerdì

Giovedì

27

9

Fiorella Mannoia - Rimini

20 Mercoledì

26

14 Giovedì

Renato Zero - Roma Steve Winwood - Roma Vasco Rossi - Bologna

Sabato

Marta Sui Tubi - Seregno (MI) Renato Zero - Roma U2 - Roma Vasco Rossi - Bolzano

3 Domenica

La Fame Di Camilla - S. Fortunato (PG) Motel Connection - Brescia Niccolò Fabi - Treviso Noemi - Varazze (SV) Renato Zero - Roma Steve Winwood - Milano Vasco Rossi - Bologna

8 Venerdì

Goldfrapp - Milano La Fame Di Camilla - Erba (CO) Vasco Rossi - Bolzano

Mercoledì

Lunedì

7 Giovedì

Martedì

18

Lunedì

6 Mercoledì

2

Sabato

24 Domenica

30

Hurts - Milano

Domenica

31

Tre allegri ragazzi morti - Lucca


Marani Photo: Fulvio Bonavia

h 16.00

Nikki

one nation one station

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