Lo Strillone 6

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SPECIALE SCUOLA 1-15 Settembre 2011 - n. 6

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«ECCO LA SCUOLA DI QUEST’ANNO» A colloquio con Francesco Capobianco, dirigente scolastico provinciale a Brindisi e Taranto, proprio alla vigilia del ritorno tra i banchi di MARIA ROSARIA D’ALEMA IL DIRIGENTE scolastico provinciale (un tempo si chiamava provveditore agli studi) di Brindisi e Taranto Francesco Capobianco delinea in quest’intervista il quadro attuale del sistema scuola anche alla luce degli interventi operati dalla riforma Gelmini. Qual è lo stato della pubblica istruzione qui da noi? A livello amministrativo abbastanza buono, a livello didattico c’è molta attenzione da parte delle scuole nella cura di vari settori quali ad esempio la celebrazione dei 150 anni dell’unità d’Italia e i progetti di educazione alla legalità. Non è fatica da poco se si pensa che l’Ufficio scolastico provinciale dispone di un numero ridotto di funzionari impegnato su più fronti. In cosa consiste, a grandi linee, la riforma Gelmini e quali sono le ricadute sul sistema scuola? Occorre soffermarsi sui vari aspetti. È chiaro che, dove ci sono state riduzioni, nessuno ha fatto salti di gioia. È però pur vero che la media nella provincia di Brindisi è di 22 alunni per classe contro i 32 della media nazionale. Nell’organizzazione delle classi dell’intera provincia ho riscontrato situazioni assurde di classi con 5-9 alunni: simili sprechi portano poi a classi con 32 alunni. Per quanto riguarda la nuova sistemazione

UN NUOVO anno scolastico è alle porte e si presume sarà pieno di sorprese e innovazioni. Gli studenti fanno sentire la propria voce, con nuove idee per una scuola migliore e accessibile a tutti. Certo la scuola ha già fatto enormi passi avanti, ma può essere ancor di più vicina ai ragazzi, magari seguendone le opinioni. Luigi Forleo, Francavilla, 17 anni, Itis “Enrico Fermi” Francavilla. «Io non provo molto interesse per la mia scuola, ma so che il mio diploma sarà utile un giorno per entrare nel mondo del

degli indirizzi dei vari istituti, sicuramente la scelta di ridurli è un progresso poiché diminuiscono i problemi nella formazione delle classi. Inoltre, accorpando gli indirizzi, le scuole si caratterizzano meglio nella loro offerta formativa. Come risponde il personale docente alla riforma? Oggi abbiamo un corpo docente molto preparato, informatizzato e all’avanguardia dal punto di vista culturale. Io vorrei che questi insegnanti costituissero il punto trainante in tutte le scuole e la punta di diamante dei collegi dei docenti. Quando 1012 anni fa arrivarono i Pon, il 95 per cento dei docenti ne ignorava le potenzialità, anche economiche. Quei pochi preparati, invece, nel giro di pochi anni hanno permesso al Liceo Tecnologico da me fondato ad Oria, di ottenere numerosi fondi per l’apertura di nuovi laboratori. In definitiva, il corpo docente della nostra provincia non ha nulla da invidiare agli insegnanti del Nord. Ma i docenti non si dicono scontenti dei tagli? Se così è, possono anche cambiare mestiere. Io sono stato docente e ho avuto tanti motivi per essere scontento, ma bisogna rimboccarsi le maniche perché se la scuola non è di qualità, non merita attenzione da parte di nessuno. Io ho sempre sostenuto che lo stipendio di trent’anni fa era

Il dirigente scolastico provinciale Francesco Capobianco esiguo ed offensivo per alcuni, ma un furto per altri. Il ritorno al maestro unico nella scuola primaria non comporta tagli al personale? Potremmo discuterne all’infinito. È chiaro che se passa una riforma come quella della scuola primaria in cui in ogni classe si dimezzano i docenti il discorso è semplice: si punta a potenziare le competenze dell’insegnante unico, per esempio attraverso l’insegnamento della lingua inglese o agevolando il passaggio dei docenti laureati dalla scuola primaria alla scuola media, liberando così dei posti. In questo l’obiettivo è risolvere il problema dei “sovrannumerari” nel giro di un quinquennio, quando la riforma sarà entrata a regime. Entro

il 31 agosto saranno assunti circa 70mila docenti di ruolo che, sommati a quelli di durata annuale, rappresentano, per così dire, un saldo attivo di 100mila nuovi “ingressi”. Non credo che esista un’agenzia, in qualunque settore della vita pubblica, in grado di offrire tanti posti di lavoro. La presenza di un solo maestro non potrebbe disorientar i bambini di oggi? Nonostante i bambini siano diversi rispetto al passato quando bastava un’occhiata per zittirli, è fondamentale la capacità del maestro di trasmettere con passione l’insegnamento, non solo attraverso il libro ma anche con altri strumenti utili a catturarne l’attenzione. In definitiva, non mi schiero né per il modulo né

per il maestro unico, ma per la qualità della persona. Vedremo in seguito gli effetti di questa riforma, che per i primi due anni non ha dato segnali negativi. L’insegnamento di sostegno è stato tagliato? Il sostegno è l’unico settore in crescita nella Regione Puglia dove, oltre all’aumento del personale previsto dal Ministero, l’Ufficio provinciale dispone di deroghe per situazioni di estrema gravità segnalate dai dirigenti. Va dato merito agli insegnanti che frequentano corsi di formazione dell’attenzione che hanno per il mondo della scuola e della disabilità in particolare. Quali iniziative per contrastare la dispersione scolastica? Nulla di nuovo perché la dispersione scolastica è da molti anni sotto la lente d’ingrandimento dell’amministrazione. La risposta sta nell’organizzazione delle scuole, nella cura degli alunni e delle famiglie, nell’individuare le cause dell’abbandono del ragazzo, che a volte origina dall’insuccesso scolastico. La professione nobile dell’insegnante, e non so se posso ancora definirla “missione”, non può limitarsi a una firma o al timbro del cartellino, ma significa presenza costante nella vita della classe e di ogni singolo alunno. © RIPRODUZIONE VIETATA

Anno nuovo, vita nuova? Cosa si aspettano i ragazzi dal rientro in classe lavoro, in fin dei conti si deve studiare per il proprio futuro. Potrei provare più interesse se i professori fossero più flessibili e umani». Alessio Fioro, Francavilla, 17 anni - Liceo Classico “Vincenzo Lilla” Francavilla. «La scuola non va come dovrebbe, non è organizzata nel modo giusto per gli studenti, quindi bisognerebbe cambiare alcune cose iniziando da di-

rigenti scolastici e professori, che dovrebbero essere più a contatto con gli alunni». Mino De Simone, Oria, 18 anni - Liceo Classico “Vincenzo Lilla” Francavilla. «Io la mia scuola non riesco a immaginarla diversamente, va bene com'è, mi piace e non riscontro alcuna imperfezione in essa, non cambierei nulla». Tommaso Maiorano, Latiano, 16 anni - Liceo Classico “Vin-

cenzo Lilla” Francavilla. «Sono orgoglioso della mia scuola, molto attenta alle esigenze umane e culturali degli alunni, molto attiva e presene nel territorio, apprezzo anche i miei docenti”. Ferdinando Coccioli, Erchie, 15 anni – Istituto Professionale “De Marco” Francavilla. «La scuola è un bene pubblico. Prima di pensare a migliorarla dovremmo cercare di non finire

di rovinarla. Insomma è questo che cambierei nella mia scuola: vorrei più sicurezza, più pulizia, in modo di stare bene insieme perché per noi studenti è come una seconda casa e come tale dovremmo rispettarla. Questo credo che sarebbe un enorme cambiamento, un gigantesco passo avanti». di Simone Lombardi


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