ML n.8 OTTOBRE 2014

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CULTURA D’IMPRESA E DINTORNI OTTOBRE ‘14 N°8 anno XXI

euro 2,00

180 ECONOMIA.LAVORO CULTURA.ATTUALITÀ STILE.VIAGGI.DESIGN

I PUNTI CHIAVE DEL JOBS ACT SPECIALE AGROALIMENTARE

Qual è la dieta ideale? I numeri del settore

DOSSIER CINEMA

Da Elena Sofia Ricci a Elio Germano le Marche sul set

EURO PROGETTAZIONE

Pmi: come accedere ai fondi europei

DAVID SASSOLI

L’Italia vista da Bruxelles

RIPATRANSONE

Un concentrato delle Marche

TRE ESEMPI DI STARTUP Moda, Gusto & App ISSN 20367589

9 772036 758002

Alberto Mazzoni I VINI AMBASCIATORI DELLE MARCHE NEL MONDO

40008 >

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luciatogni

luciatogni

Si organizzano visite guidate con degustazione

Crisio premiato tre bicchieri Gambero Rosso

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Cimaio premiato con cinque grappoli AIS

Crisio & Grancasale premiati AIS

CasalFarneto // Serra dè Conti (AN) // T. 0731-889001 // www.casalfarneto.it // social


GIOIELLERIA GIORGETTI

L'EVOLUZIONE DI UNA TRADIZIONE DI FAMIGLIA

Oscar al Team Wave Art …

MA “CE NE ANDIAMO IN SCOZIA”

LE GRANDI FAMIGLIE

MARCHIGIANI IN ARGENTINA

VITA DA MANAGER GIUSEPPE MIRENDA: DALLA SWATCH ALLE MARCHE

LIKE TOURISM

IL TURISMO (ANCHE) D’INVERNO

A Casa Di

BENVENUTI A PALAZZO MONTEVECCHIO

Offucina Fano:

FUSIONE DI LUOGHI E PASSIONI

RUNNING MANAGER

CLAUDIO SAGRIPANTI DA CRISALIDE A FARFALLA

L'Assessore Maura Malaspina “L'AGRICOLTURA SI STA RINGIOVANENDO” 3


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IL TUO VIAGGIO NEL CUORE

DELL’ ITALIA

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SOMMARIO 38 LE

GRANDI FAMIGLIE MARCHIGIANE

MARCHIGIANI IN ARGENTINA

ALTO ARTIGIANATO 42 Gioielleria Giorgetti

Alberto Mazzoni

L'EVOLUZIONE DI UNA TRADIZIONE DI FAMIGLIA

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INTERNAZIONALIZZAZIONE

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ACQUISIZIONI E CESSIONI

VITA DA MANAGER

DALLA SWATCH ALLE MARCHE

IMPRESE

"CE NE ANDIAMO IN SCOZIA"

55

BORSA

FORMAZIONE

L'EDILIZIA CAMBIA VOLTO

60

CONSULENZA

Jobs ACT:

COS’È LA PROPOSTA RENZI

64

CNA

66

CLUB TI CENTRO

68

INCHIESTA

72

DIGITALE

76

LE MARCHE CHE SPICCANO

78

CARRIERE E POLTRONE

80

CONTRIBUTI E BANDI

82

LAVORO

84

GARANZIA GIOVANI

18

FONDI UE: CARPE DIEM

50 Giuseppe Mirenda:

52 Team Wave Art

56 Master Real Estate

Maura Malaspina

EDITORIALE

12 L’editoriale di Flavio Guidi

PRIMOPIANO

14

RIVIÈRE: ARIA RETRÒ E STILE ARTIGIANALE

COVER STORY

18 Alberto Mazzoni

“UNITI SI VINCE LA SFIDA DELLA GLOBALIZZAZIONE”

CONTROCOPERTINA

“L'AGRICOLTURA SI STA RINGIOVANENDO”

24 L'Assessore Maura Malaspina IL PERSONAGGIO 28 Roberto Pieracini

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IL MARCHIGIANO CON L'OSCAR ALLA CARRIERA

BREVI DAL TERRITORIO 34 YOUNG NEWS 36 NEWS DAL MONDO

24

MARCHE: DALL'UE FONDI PER IL RISPARMIO ENERGETICO

SFIDE DI UNA SOCIAL ENTERPRISE

FISCO: È SEMPRE PIÙ A RATE

DA SEMPLICE VOCABOLO A STRATEGIA DI IMPRESA

“SFOGLINA” SIMONETTA, TRA FARINA E MATTARELLO

+3,1 % DI ASSUNZIONI RISPETTO AL 2013

DA MAGGIO 4MILA MARCHIGIANI ISCRITTI ALLA PIATTAFORMA


SPECIALE

AGROALIMENTARE 90

94 Coldiretti Pesaro

Focus:

RIPATRANSONE

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144 CAVALLA DË FUOCA

AGRICOLTURA: RITORNO AL FUTURO

146 RIPATRANSONE IN BACCHE

96 Consorzio Marche Bio

IL FUTURO PROSSIMO DEL BIOLOGICO

98 Angeli Di Varano

IL METODO STRAMPELLI

100 Bollicine Togni

LUCI DELLA RIBALTA

102 BOTTE VECCHIA, VINO NUOVO

SI ALZA IL SIPARIO SULLE NUOVE PRODUZIONI

NASCE LA BIRRA IN OMAGGIO A DANTE

103 AGROALIMENTARE CONTROCORRENTE

104 FACOLTÀ DI AGRARIA: PICCO DI IMMATRICOLAZIONI 106 COSA STIAMO MANGIANDO?

110 QUANDO L’AGRICOLTURA INCONTRA IL SOCIALE 112 AGRONEWS

COORDINATORE EDITORIALE Guido Guidi guido.guidi@mlmagazine.it

NASCE LA LEGGENDA DEL PIANISTA SUL FARO

LIBRI

116 COOP E SALESI INSIEME PER I BAMBINI

europrogettazione 126 126 PMI: COME ACCEDERE AI FONDI EUROPEI

159

CON LE MANI IN PASTA

TURISMO

PER STACCARE LA SPINA

Chiuso in redazione il 10/10/2014 progetto grafico: Ricciarelli (An) stampa: Tipoluce (An)

171 Itinerari del Gusto

Poste italiane Spa d.l. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n. 46) Art. 1, comma 1, DCB Ancona autorizzazione direzione provinciale pt Ancona

COLLE REGNANO, “DALL’ORTO… ALL’ARTE”

I GRANDI CHEF 172 OFFUCINA FANO: FUSIONE DI LUOGHI E PASSIONI

132 Cristina Panara

EUROPA E PMI DEVONO FARE SQUADRA

134 Ivan Antognozzi

PMI: DOVE E COME INVESTIRE (CON L’AIUTO DELL’EUROPA)

L'ON. DAVID SASSOLI DESCRIVE L'ITALIA VISTA DA BRUXELLES

HANNO COLLABORATO AL NUMERO Carlo Badioli Alessandra Balducci Letizia Ciaccafava Stefano Caporlingua Michela Rossi Michele Sasso Valentina Carboni Giaccomo Savelli Lucia Fava Graziella Mastronicola

VIAGGI 168 I VIAGGI DI MICHELA

169 APPUNTI

COME INTERCETTARE I FONDI UE PER LE IMPRESE ITALIANE

REDAZIONE Via Albertini, 36 Gross Ancona 60131 Ancona AN Tel. 071 2912331 ufficiostampa@mlmagazine.it

160 TURISMO RELIGIOSO: MEDITAZIONE E PELLEGRINAGGIO 162 LIKE TOURISM: IL TURISMO (ANCHE) D’INVERNO

130 Germana di Falco

136 Noi visti da loro

EDITRICE GGF GROUP www.mlmagazine.it Registrazione tribunale di Ancona n°12 del registro periodici del 14 aprile 1994

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dossier

UFFICIO COMMERCIALE Andrea Fabri commerciale@mlmagazine.it Tel. (+39) 347 0769551 Fax 071 2869888

CULTURA

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GRAFICO IMPAGINATORE Tommaso Costantini t.costantini@ggfgroup.it

IN AGENDA

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124 ELIO GERMANO È LEOPARDI

COORDINATORE DI REDAZIONE Lorenza Radaelli l.radaelli@mlmagazine.it

PANE NOSTRUM 2014

118 TARTUFO INEBRIANTE, PROFUMO OVUNQUE

DIRETTORE RESPONSABILE Asmae Dachan a.dachan@mlmagazine.it

156 AGORADIO: LA PIAZZA DELLE IDEE 158 “RITORNO AL FUTURO” DI FUTURA FESTIVAL

LA MIGLIOR EDIZIONE DI SEMPRE

122 CIAK, A FABRIANO SI GIRA

150 Alessandro Pellegrini

114 Biosalus 2014

dossier Cinema

DIRETTORE EDITORIALE Flavio Guidi flavio.guidi@mlmagazine.it

152 INCONTRIAMOCI TRA LE RIGHE 154 LE LIRICHE DI LORENZO SPURIO

108 SE IL CIBO DIVENTA DRAMMA

148 Marche Teatro

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RUNNING MANAGER

176 Claudio Sagripanti

Una copia euro 2,00 Arretrati euro 4,00 Abbonamento annuale euro 10,00 modalità di pagamento a mezzo versamento su: C.C. Postale n°4072844 bonifico bancario presso Banca Popolare di Ancona Agenzia Ancona 1 – C.C. n°11164 CAB 02684 – ABI 05308 – CIN N IBAN IT81N0530802684000000011164 www.mlmagazine.it/abbonamenti/ ufficiostampa@mlmagazine.it Editore GGF Group

DA CRISALIDE A FARFALLA

178 OLQ

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EDITORIALE di Flavio Guidi

Una società basata sulla conoscenza È una necessità di competitività e di sopravvivenza e non la risposta ad un disegno ideologico

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n Italia cambiare significa, anzitutto, riformare profondamente il sistema educativo. Siamo al penultimo posto nella graduatoria dei Paesi industrializzati, appena prima del Cile, per capacità innovativa ed educativa. I laureati italiani hanno in media le stesse competenze verbali degli alunni di scuola secondaria del Giappone; solo il 18 per cento della forza lavoro è in possesso di un titolo di laurea e il 45 per cento della popolazione attiva non ha conseguito il diploma di scuola secondaria. Il processo di cambiamento globale in atto impone la necessità di dare spazio ad una intelligenza collettiva. Il capitale intellettuale andrà assumendo un risvolto pratico e rivoluzionario. Valorizzare il merito, la competenza e le capacità di governance dei processi complessi, significa promuovere un percorso di ricostruzione delle fondamenta del modello capitalistico. Bisogna ribaltare prospettive e strategie, convergere verso una cultura della crescita basata sul concetto di ecosistemi di successo, che rappresentano una risposta alle mutate condizioni del contesto mondiale. È necessario che il sistema educativo venga informato da un modello collaborativo, capace di trasferire non solo conoscenze, ma anche le competenze necessarie al mondo del lavoro. Garantire occupabilità nell’ambito dell’intera vita lavorativa significa agire sullo sviluppo della professionalità del lavoratore: ‘formazione continua’. Le scuole devono diventare dei contenitori poli-

funzionali, capaci di offrire sia l’educazione necessaria sia i servizi per la collettività, altrimenti il fenomeno planetario dello sviluppo sarà caratterizzato da una crescita senza occupazione. Il rafforzamento degli indici qualitativi dell’istruzione e della forza lavoro sarà strategico per favorire un recupero dello sviluppo di un’industria forte, moderna e competitiva, tale da attivare e attrarre processi innovativi. Nel nostro Paese il processo di cambiamento è ancora caratterizzato da una struttura con scarsa managerializzazione delle PMI, con difficoltà di ricambio generazionale, con una pressione fiscale senza confronti, una burocrazia asfissiante, un sistema giudiziario lento e macchinoso e da un sistema di erogazione del credito chiuso, se non addirittura serrato. La riforma del lavoro e quella fiscale in corso possono rappresentare un’occasione rivoluzionaria per il nostro sistema economico. Non dimentichiamo che la Germania ha adottato provvedimenti analoghi già nel 2003, con conseguenti elevati benefici a livello di competitività e di crescita. Politica e istruzione devono acquisire la consapevolezza che bisogna abbandonare conservatorismi e privilegi e mettersi al lavoro per inserire nei nostri sistemi educativi e sociali quanto già fatto in altri Paesi. Cosa più ambiziosa sarebbe, oltre che emulare, pensare a modelli ancora più avanzati. Il cambiamento è possibile e rappresenta una grossa opportunità.

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PRIMO PIANO

Benvenuti a Rivière Dove l’aria è retrò e lo stile è tutto fatto a mano di V. Carboni

L

a prima cosa che noti, entrando nella boutique, è la sua passione. Tutto parla di una ricerca meticolosa che mira alla perfezione, all’incastro di tessuti e stoffe, di colori e stile. Ma ciò non ti imbarazza, perché Isabella è solare e accogliente e ti lascia esplorare “la sua casa” con garbo e tranquillità. La sua “soffitta parigina” è un luogo di incontro di stilisti emergenti, che fuggono dall’industria e dal consumismo di massa, per realizzare tutto a mano, con rigore e semplicità. Isabella Rocchetti, 36 anni, ha appena aperto il suo negozio ad Ancona, in Piazza del Plebiscito e lo ha chiamato Rivière. Come sei arrivata ad aprire questa boutique? “Mia nonna faceva la sarta. Fin da piccola ho vissuto in mezzo a scampoli di stoffe, colori, ritagli. Se mi compravano un abito lo scucivo e lo riadattavo a mio

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modo, secondo il mio personale gusto, volevo metterci sempre qualcosa di caratteristico. Mi divertivo a cucire vestiti e accessori per le mie barbie, insomma, la moda in generale e lo stile sono entrati a fare parte della mia vita prestissimo. Ho sempre sognato uno spazio tutto mio, in cui sfogare creatività e ricerca, in cui proporre cose artigianali, di buona manifattura. Così ho raccolto tutte le informazioni necessarie per l’avvio dell’attività e il 6 settembre scorso ho aperto ufficialmente le porte del mio negozio”. Da dove nasce Rivière? “Cercavo un nome semplice, che fosse facile da ricordare e che allo stesso tempo trasmettesse leggerezza, qualcosa di etereo. E poi Rivière mi ricorda una collana a cui era molto legata mia mamma, un girocollo con un taglio di pietra particolare, un piccolo scrigno”.

Entrando nella tua boutique si pensa subito allo stile retrò. “Sì, è il richiamo più forte. C’è anche un po’ di vintage. Diciamo che il comune denominatore è la ricerca di qualcosa di fatto bene, non seriale. Qualcosa di originale, che non si possa trovare ovunque. Mi ricordo che anche mia nonna, all’epoca, proponeva modelli alternativi; a quei tempi c’era il mito delle sorelle Fontana, esempio di creatività e intraprendenza (ho anche avuto la fortuna di conoscere personalmente la signora Micol)”. L’aria che si respira trasmette tranquillità. “Sì, l’idea è proprio questa: vorrei che la gente si sentisse come a casa, avvolta in un contesto familiare, caldo. Io amo definirla ‘la mia soffitta parigina’, un luogo in cui potersi anche sedere e leggere un libro. C’è un concetto di fondo, che richiama ai ritmi lenti, a quando ci prendeva-


mo del tempo per toccare con mano un capo, per ammirarne il taglio e la linea”. Mi hai già convinta. Iniziamo a parlare dei tuoi marchi, della selezione che operi. “Faccio una premessa: tratto abbigliamento, intimo e accessori per donna. Tengo una linea di alta gamma che è diciamo una costante, assieme all’intimo e ai cappelli. Alcune proposte saranno invece a rotazione, nel senso che vorrei sperimentare, scoprire. Partiamo dalla linea di lingerie Jennipie: nasce da una giovane stilista milanese (Jennifer Dalla Zorza) che cuce tutto a mano e si ispira alla pasticceria. E’ una vera e propria esperienza sensoriale, in cui si possono scoprire, ad esempio, dei baby doll che ricordano il cioccolato fondente, confezionati con un originale packaging. Un’insolita pasticceria retrò dove tessuti leggeri ed impalpabili ci mostrano cu-

lotte servite come pasticcini. Per l’abbigliamento, ho una linea di alta gamma, prodotta dal milanese ‘Atelier Altrecose’, che fa dei pezzi unici appositamente per la mia boutique: scegliamo assieme i tessuti e sulla base delle mie esigenze mi confezionano l’abito. Al momento, inoltre, ho della maglieria disegnata da due stiliste delle Fiandre, che producono con lana alpaca e mohair. Poi una linea di felpe molto particolari, disegnate da una stilista di Fermo, più easy. Un’altra eccellenza sono le famose ballerine Porselli, cucite rigorosamente a mano, le stesse che usano le ballerine del Teatro alla Scala. E i cappelli di Carlotta Sadino, talentuosa e giovane designer che nel suo atelier d’altri tempi a Pallanza, sul Lago Maggiore, realizza dei pezzi unici e una collezione ad hoc per Rivière”. Progetti particolari? “Intanto i ‘miei’ventagli: li ha realizzati

un laboratorio artistico di Senigallia, sulla base di un mio prototipo. Sono pezzi unici, come tutto il resto, una possibile e originale idea-regalo. Ma la cosa a cui tengo particolarmente è la collaborazione con l’Atelier Altrecose: abbiamo già visionato - con la titolare Lucia Di Giacomo - pizzi, seta duchesse e chiffon e realizzato i primi prototipi per abiti da sposa. Sono sicura che piaceranno moltissimo. Tengo comunque a sottolineare questa cosa: nella mia boutique, quasi tutto è ‘personalizzabile’, compatibilmente con i materiali a disposizione. Se una cliente ha una richiesta particolare, io posso rapportarmi direttamente ai laboratori sartoriali che collaborano con me, che saranno ben lieti di realizzare pezzi di grande artigianalità”.

Ancona, Piazza del Plebiscito, 41 www.facebook.com/riviereancona

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PROBABILMENTE I PIÙ BRAVI DENTISTI AL MONDO 16


PROBABILMENTE UNO DEI MIGLIORI DENTIFRICI AL MONDO

Innovatori Italiani

I tuoi denti per tutta la17vita.


COVER STORY

Alberto Mazzoni G

ioco di squadra tra i produttori e con il territorio, capacità di investire i fondi Ue e regionali. Ma anche forte motivazione delle cantine a puntare sulla qualità per vincere le sfide della globalizzazione. Questa in sintesi la ricetta del successo dei vini marchigiani che negli ultimi 15 anni hanno compiuto passi da gigante. Il tutto non è avvenuto a caso: si tratta di un lavoro costruito pazientemente e nel tempo dall’Istituto Marchigiano di Tutela Vini. Ce lo racconta il suo direttore. Direttor Mazzoni, l’Istituto Marchigiano di Tutela Vini è una realtà unica in Italia, che oggi conta 800 consorziati e 16 denominazioni. La sentiamo spesso dire che “l'unione fa la forza e anche la qualità”. Ci spiega questa sua filosofia, che è alla base del sistema vino Marche? “Nel 2013 l’export dei vini marchigiani, vero ossigeno per le nostre imprese, ha realizzato un autentico e proprio boom, con un +36 per cento rispetto al 2012. Su un fatturato complessivo del pianeta

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vino che nelle Marche supera i 136 milioni, le esportazioni valgono oltre 68 milioni di euro, il 50 per cento del totale. I numeri parlano chiaro e testimoniano la filosofia vincente dell’IMT e del mondo del vino marchigiano che oggi è forte e rappresenta una colonna portante dell’economia regionale. Come ha ricordato anche il Governatore Spacca, vino e agroalimentare sono asset di straordinaria importanza per le Marche. Il loro valore economico in costante aumento grazie soprattutto all'export, ricopre un ruolo fondamentale per la crescita dell'occupazione e del reddito della nostra regione. Il vino in particolare è un driver determinante per l'intero settore, proprio per la sua forte proiezione sui mercati internazionali, testimoniata dai riconoscimenti che le etichette marchigiane raccolgono in tutto il mondo. Questi sono risultati che non vengono dall’oggi al domani: sono frutto di un lavoro di squadra e di un ‘sistema Marche’ che abbiamo costruito gradualmente e pazientemente negli anni, dove ognuno - i grandi come i

Alberto Mazzoni insieme a Gianfranco Garofoli, Presidente IMT

“Uniti si vince la sfida della globalizzazione”


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COVER STORY

Chi è Alberto Mazzoni Enologo, formato all’Istituto statale di viticoltura e di enologia di Ascoli Piceno, nel 1979 è stato assunto dall’Ente di Sviluppo agricolo delle Marche dove ha operato alla Cantina sociale del Conero, quindi alla Centrale di imbottigliamento. Dal 1986 al 1993, su mandato dell’Esam, ricopre l’incarico di coordinatore tecnico della filiale di Camerano. Nel 1990 fonda l’Enocentro Fermano, ufficio di consulenza viticola ed enologica, mentre nel 1994 dà vita al laboratorio di analisi Imavi. Alle consulenze tecniche affianca anche quelle legislative, ricoprendo incarichi sia a livello regionale che nazionale. Attualmente ricopre le cariche di direttore dell’“Istituto Marchigiano di Tutela Vini” (dal 2000), consigliere nazionale Federdoc, componente Commissione di Appello Italia Meridionale; membro dell’Accademia della vite e del vino.

piccoli – è ben consapevole dell’obiettivo da raggiungere. Siamo partiti nel lontano 1999 - quando le normative europee cominciavano a privilegiare le realtà consortili riconosciute dalla legge nazionale - con un consorzio 'sui generis' che riuniva 19 soci lungimiranti e tutelava 7 denominazioni. Non le nascondo che inizialmente l’avvio non è stato semplice, per via del timore che le grandi aziende in qualche modo inglobassero o facessero sparire quelle più piccole. Cosa che non si è verificata, perché il nostro obiettivo era, ed è ancora, valorizzare le singole realtà, ognuna nella sua specificità. Oggi le denominazioni sono diventate 16 e IMT conta ben 800 consorziati, esprimendo il 45 per cento della superficie vitata regionale e il 90 per cento dell'export complessivo. Siamo un sistema in cui tutti sono protagonisti in base alle loro possibilità e contribuiscono al successo del nostro vino: il piccolo conta quanto il grande ed entrambi hanno bisogno l’uno dell’altro. I grandi hanno infatti trai-

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nato i piccoli e questi ultimi a loro volta ci hanno messo tutta la passione di cui sono capaci per creare vini sempre più apprezzati in Italia e all’estero. In sintesi, ci sono voluti 15 anni di lavoro verso la ‘qualità totale’, una forte unione d’intenti

“La buona agricoltura

investe nella terra e nei sogni”

tra grandi e piccole aziende, tra enologi e produttori, per arrivare a questi traguardi. Questa è la nostra filosofia e la nostra ricetta del successo”. Quali sono i punti di forza che in questi quindici anni vi hanno permesso di crescere come Istituto? “La capillarità del lavoro, l'ascolto dal basso e il coinvolgimento di tutti i protagonisti, oltre all'impegno nel voler fare

concretamente squadra. Il Cda di IMT ha saputo lavorare ad una politica lungimirante e costruttiva; i presidenti che si sono succeduti (Doriano Marchetti, eletto nel 2000, Alessandro Moroder, 2006, Gianfranco Garofoli, 2010, provenienti rispettivamente dal mondo delle cooperative, della produzione e dell'industria ndr) hanno svolto un lavoro encomiabile. Hanno saputo valorizzare e fare tesoro dell'esperienza dell'Assivip, promuovendo un adeguamento legislativo”. Cosa intende quando dice che l’export è l’ossigeno per le imprese? “Ora più che mai il settore vitivinicolo ha bisogno di essere supportato per replicare i risultati importanti degli ultimi anni in un mercato che diventa sempre più globale. Oggi le aziende devono far fronte ad un calo della domanda nel mercato locale guardando oltre confine: l’estero - Usa, Canada, Giappone, Belgio, Norvegia Olanda, Germania e Inghilterra, ma anche Hong Kong, Sud Est Asiatico,


IMT - INVESTIMENTI OCM PROMOZIONE VINO Campagna 2014-2015 € 477.719,00 17% € 1.002.540,00 35%

€ 178.013,00 6%

CANADA

USA

CENTRO - SUD AMERICA

CINA E HONG KONG

SE ASIATICO € 599.231,00 21% € 185.092,00 7%

GIAPPONE € 233.541,00 8%

Russia e Cina - rappresenta l’orizzonte al quale rivolgersi con una programmazione attenta che renda possibile a grandi e piccoli entrare nei mercati di riferimento, ciascuno per le proprie potenzialità. Come? Lavorando sodo su grandi progetti di promozione, sulla presenza a fiere e workshop per farsi conoscere e per stringere accordi con buyers e importatori. Questo consente di arrivare al consumatore finale con il proprio vino, sinonimo di Made in Italy, di qualità, di eccellenza”. Come si traduce nel concreto il vostro impegno su questo aspetto e in che modo sostenete i vostri associati? “Come Istituto riusciamo a garantire la presenza ai più importanti eventi fieristici come il Vinitaly e il Pro-Wine di Düsseldorf, degustazioni e gala dinner all’estero. La forza del nostro lavoro sta nel riuscire a far fare a tutti ciò che la normativa consente. Noi siamo anche lo strumento attraverso il quale i nostri as-

EXTRA UE € 153.879,00 6%

sociati hanno l’opportunità di accedere, facendo squadra, ai fondi PSR Marche (il Programma di Sviluppo Rurale consente a ciascuna Regione di utilizzare al meglio le risorse Ue i finanziamenti europei per sostenere lo sviluppo economico delle zone rurali, ndr.) e OCM (Organizzazione Comune del Mercato) Vino, per la promozione nei Paesi extra Ue. Pensi che quest’anno investiremo solo con l’OCM Vino 2015 - 2,8 mln di euro, di cui la metà a carico dei nostri produttori, per promuovere le nostre 16 denominazioni sui mercati extra Ue. Con l’OCM abbiamo cominciato nel lontano 2009, con 234mila euro di investimenti negli Usa; oggi la promozione abbraccia praticamente tutto il mondo. Questa crescita è il risultato di una consapevolezza maturata nei produttori, che vedono i loro sforzi e i loro investimenti premiati. Oggi, grazie ai fondi Ocm, oltre sessanta piccole e grandi aziende marchigiane riescono a conquistare mercati importanti come gli Usa, la Cina, il Canada, il Giap-

pone, il Sud America. Tutto ciò sarebbe irrealizzabile se non facessimo squadra: i progetti Ocm richiedono un investimento di 100mila euro per tre anni, una cifra proibitiva se le aziende volessero muoversi singolarmente. Sull’OCM promozione Vino 2015 è entrato anche Terre Cortesi Moncaro, la cooperativa più grande della regione: con il loro ingresso permetteranno anche alle piccole aziende di andare in Brasile e in India”. Tutti uniti sotto la bandiera delle Marche dunque. “Territorio, vino, cultura, arte fanno parte di una stessa strada di promozione della regione. Abbiamo fatto rete con i produttori vinicoli, con i produttori delle eccellenze e con i cuochi che ne sono gli interpreti. Ma anche con lo sport, con il mondo della cooperazione e le organizzazioni professionali, con tutti gli attori del sistema regionale. Non solo. Collaboriamo da tempo anche con l’Università Politecnica delle Marche, con la

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COVER STORY

“A ogni incrocio dobbiamo sapere qual è la strada che ci allontana o ci avvicina al nostro progetto”

quale abbiamo realizzato la ricerca sui centenari, svelando il loro elisir di lunga vita. Assieme alla qualità della vita e ai prodotti del territorio, il vino è il segreto che rende i marchigiani primi in Italia per speranza di vita (i maschi) e primi in assoluto per numero di centenari. Dallo studio realizzato dal professor Micozzi, abbiamo infatti scoperto che gli ‘over 60’ della regione più longeva d’Italia bevono quasi tutti i giorni un paio di bicchieri a ogni pasto”. Che ruolo ha la Regione in questa rete? “Un ruolo fondamentale e strategico. Va riconosciuto che negli anni l’amministrazione regionale ha promosso una politica di grande efficacia, permettendoci di usare bene i fondi europei. La capacità di spesa dimostrata in questi anni dalla Regione Marche nel settore vitivinicolo, mostra infatti la lungimiranza della politica regionale nella gestione delle risorse Ue e Mipaaf. Grazie alla Regione Marche, ma anche all’impegno dei produttori che si riconoscono nel nostro consorzio, siamo riusciti ad investire dal 22

2009 ad oggi – tra OCM Promozione Vino e Psr Marche Promozione Misura 1.3.3 - complessivamente quasi 10,2 mln di euro. Di questi, oltre 4,6 milioni erano a carico dei soci. Senza contare altre svolte che la Regione ha permesso di compiere, consentendo investimenti su rinnovo dei vigneti, su tecnologia in cantina e sui giovani, che sono importantissimi per il futuro. All’abbandono delle superfici poco vocate ha fatto da contraltare un continuo investimento nel rinnovo dei vigneti obsoleti: la ristrutturazione degli ultimi anni ha permesso di poter meccanizzare i nostri vigneti e di impiantare quei vitigni che oggi ci danno maggiore soddisfazione sui mercati nazionali ed internazionali. Altro passo importante è stato l’investimento sull’ammodernamento tecnologico degli impianti”. Un importante banco di sfida sarà certamente l'Expo 2015: come lo affronterete? “Saremo presenti come Brand Marche e porteremo lì le nostre punte di diamante, il meglio delle nostre produzioni. Forse

non ci sarà un ritorno immediato degli investimenti fatti, ma è come seminare e aspettare che il germoglio cresca. Se riusciremo a lasciare un buon ricordo, avremo aperto nuove porte. Noi marchigiani abbiamo la caratteristica, almeno in ambito agricolo, di non essere centometristi, ma maratoneti. Forse non abbiamo cavalcato gli anni del boom agricolo, anche per una questione di mentalità, ma abbiamo saputo affermarci puntando alla qualità. La parola d'ordine per il futuro è 'ascoltare'. Gli agricoltori, in generale, sono diffidenti, ma se sai conquistare e meritare la loro fiducia, non ti abbandonano mai e noi vogliamo portarli a raggiungere sempre nuove mete”.

Per info: IMT Istituto Marchigiano di Tutela Vini Viale dell'Industria, 5 60035 Jesi (AN) Tel. +39 0731 214827 email: imtdoc@imtdoc.it www.imtdoc.it


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CONTROCOPERTINA

L’agricoltura si sta ringiovanendo L’assessore regionale Maura Malaspina: “L’obiettivo è raddoppiare il numero di under 40 che avviano nuove imprese” di V. Carboni

I

l settore agricolo cresce. E investe. La fotografia che emerge dall’intervista all’assessore regionale all’agricoltura è piuttosto nitida negli obiettivi: contribuire a trainare la ripresa economica e garantire agli operatori meno burocrazia.

Le deleghe dell’assessore Maura Malaspina: beni ambientali, agricoltura, energia e fonti rinnovabili, agriturismo, gestione dei rifiuti, alimentazione, green economy, bonifica, parchi e riserve naturali, forestazione, risorse idriche, industria agroalimentare, tutela e risanamento ambientale, sviluppo rurale, zootecnica

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Assessore Malaspina, come stanno le Marche da un punto di vista di avviamento di nuove imprese nel settore? “La Regione, a seguito di continui confronti con tutti gli enti partner, ha approvato il nuovo Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020, che si propone come stimolo per la competitività del settore agricolo, per la gestione sostenibile delle risorse naturali e del clima, per la costruzione di uno sviluppo territoriale equilibrato. L’agricoltura regionale continua a crescere, ad investire, a ringiovanire e a internazionalizzare la vendita delle proprie produzioni di qualità: in primis vino e biologico, che viaggiano a trend di crescita vicini alle due cifre. Molti i giovani che hanno aderito al Piano e che hanno avu-

to risorse per il primo insediamento. Ad oggi risultano nate e finanziate (tutte under 40) 217 nuove imprese giovani e sono stati assegnati contributi per un totale di 60.000.000 di euro. Inoltre sono state finanziate 156 domande con la “misura 121” (che finanzia quegli investimenti atti ad ammodernare le aziende agricole) per un contributo totale di 30.000.000 di euro. Di queste, 66 hanno fatto investimenti nel settore vitivinicolo. I giovani hanno investito anche nel settore zootecnico (bovini da carne, suini e ovi-caprini), anche realizzando punti vendita aziendali. Importanti investimenti sono stati fatti poi nell’attività agrituristica prevedendo nel piano di sviluppo anche la realizzazione di impianti di piccoli frutti e laboratori di trasformazione (succhi e confetture)”. Quali opportunità possono cogliere oggi le imprese che gravitano nell’agricoltura e nell’agroalimentare? “Da parte della Regione si è puntato a rafforzare il sostegno ai giovani, privilegiare la componente lavoro del sistema


agricolo, avviare una più equa redistribuzione territoriale delle risorse. L’avvio del nuovo Piano di Sviluppo Rurale porterà nelle Marche una dotazione di 537,9 milioni di euro, con un aumento di circa 56 milioni rispetto al vecchio periodo. Le Marche sono state fra le prime regioni ad inviare a Bruxelles la bozza di questo Piano e prima della fine dell'anno intendiamo renderlo operativo, in sostanza per ottobre/novembre vorremmo avere pronti i primi bandi. Il nostro obiettivo è raddoppiare il numero di giovani che faranno impresa in agricoltura: oggi sono circa il 17% . Per fare questo, saranno strategiche altre misure anche da parte del governo, come il pacchetto “Campolibero” per la tutela della qualità agroalimentare e per garantire il vero made in Italy o come i programmi riguardanti il credito e l’accesso alla terra, che resta per i giovani molto difficile. Anche sul credito abbiamo sottolineato la necessità di mettere a disposizione strumenti adatti alle imprese agricole (fondo perduto ma anche mutui e contributi in con-

to interessi, leasing e sostegno alle garanzie da parte dei Confidi), che hanno bisogni e caratteristiche diverse rispetto a quelle manifatturiere. Grande importanza per noi assumono le filiere territoriali, che potrebbero garantire reddito a tutti gli operatori della filiera stessa. Si potrebbero incentivare le produzioni a Km “0” e fare in modo che la filiera produca una ricchezza che resti dentro le Marche, attraverso la vendita diretta ma anche la gestione di mense scolastiche e pubbliche e attraverso contratti con la media distribuzione e la distribuzione di vicinato a capitale locale o nei mercatini locali del BIO o dei G.A.S. Una filiera strutturata cioè può creare nuovi posti di lavoro”. Quali sono i punti di forza dell’agricoltura marchigiana? “Ne abbiamo tanti. Intanto possiamo avvalerci di diversi soggetti che fanno ricerca e sperimentazione in ambito agricolo, fondamentale in questo senso il ruolo di ASSAM, l’Agenzia per i Servizi nel

settore Agro-alimentare della Regione, strumento di raccordo tra il sistema produttivo e il mondo della ricerca. Inoltre l’occupazione del settore è meno sensibile alla congiuntura negativa. Il settore primario, composto da agricoltura, silvicoltura e pesca, è prevalentemente indirizzato alla produzione di alimenti: beni di prima necessità che sono influenzati meno dal calo dei consumi. Terzo, la rilevante superficie territoriale coltivata e boscata. La diffusione delle attività agricole sul territorio regionale caratterizza il paesaggio rurale delle Marche ed è il segnale della rilevanza che hanno le attività agricole per la gestione delle risorse naturali oltre che per la qualità dell’ambiente. Quarto, la quota degli investimenti lordi in agricoltura è più che doppia rispetto alla media nazionale. E ancora, l’agricoltura biologica nelle Marche si è sviluppata in maniera consistente e precocemente rispetto ad altre regioni italiane, superando la quota del 10% della Sau (Superficie Agricola Utilizzata) ed attestandosi attorno ai 2000

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CONTROCOPERTINA

PSR MARCHE 2007-2013

TUTTI I SETTORI

SETTORE VITIVINICOLO

DOMANDE FINANZIATE

COSTO INVESTIMENTI

CONTRIBUTO

DOMANDE FINANZIATE

COSTO INVESTIMENTI

CONTRIBUTO

MIS 112 GIOVANI AL PRIMO INSEDIAMENTO

217

110.000.000,00

60.000.000,00

52

37.000.000,00

19.000.000,00

MIS 121 GIOVANI ETA' < 40 ANNI

156

66.000.000,00

30.000.000,00

66

34.000.000,00

16.000.000,00

MIS 121 OVER 40

166

52.000.000,00

20.000.000,00

64

17.000.000,00

7.000.000,00

182

88.000.000,00

42.000.000,00

MIS 121 TOTALI

322

118.000.000,00

50.000.000,00

TOTALI 112+121

539

228.000.000,00

110.000.000,00

La tabella si riferisce ai primi 4 bandi della misura112 (Insediamento giovani agricoltori) e ai primi 2 della misura 121 (Ammodernamento delle aziende agricole) del Piano di Sviluppo Regionale 2007/2013.

operatori. L’export di produzioni biologiche è in costante crescita”. Di recente un team di pedagogisti provenienti da tutta Italia ha fatto visita agli agri-nido della nostra Regione. Significa che abbiamo delle eccellenze? “I nostri agri-nido (attualmente 1 ad Ancona, 1 a Pesaro e Urbino, 3 a Macerata e 1 a Fermo) rappresentano un punto di riferimento nazionale nel settore dell'educazione per l'infanzia, accolgono i bambini, sviluppando la loro crescita sensoriale, motoria e psichica a contatto con la natura e gli animali. Il nostro ‘Modello di Agrinido di Qualità’ ha sperimentato una ‘pedagogia ecologica’: si offrono ai bambini diversi percorsi di crescita ed apprendimento nella natura, dalle quotidiane attività educative e di gioco all'aria aperta, all'osservazione della vita vegetale e animale attraverso perlustrazioni sensoriali. Tutto ciò permette ai piccoli ospiti di sviluppare un rapporto bambino-animale equilibrato 26

e consapevole, di plasmare una cultura alimentare realmente basata sulla conoscenza e sull'osservazione di ciò che si mangia e in grado di favorire comportamenti nutrizionali corretti”. Nuovi progetti in cantiere? “Oltre l’esperienza degli agri-nido, le Marche vogliono avviare un modello per un welfare diverso anche a vantaggio degli anziani. In sintesi: vogliamo considerare la vecchiaia non più una malattia da curare con i farmaci, ma un periodo normale della vita di una persona in cui si perdono alcune funzioni vitali ma altre se ne preservano. Puntiamo a rafforzare la capacità di autonomia della persona anziana in modo tale che possa vivere meglio. In questo senso, la vita e le attività degli anziani a diretto contatto con la natura e lo svolgimento di minime attività agricole, hanno dimostrato un’enorme efficacia. Inoltre, tra le priorità sulle quali si indirizzerà l'azione regionale, ci sono la zootecnia delle aree interne e del

latte di qualità, del settore enologico, del biologico e dell’olio, l’attenzione a tutti i segmenti legati al turismo rurale e alla valorizzazione dei beni comuni e dell’offerta di servizi socio-comunitari, come gli agri-nido e le case della Longevità attiva (un progetto di integrazione rivolto agli anziani). Vogliamo creare nuove filiere a marchi QM (Qualità Garantita dalle Marche) nel settore della pasta, degli ortaggi, della frutta e delle produzioni da consumo fresco, nonché rafforzare il settore delle proteo-oleaginose. Dobbiamo fare tutto questo bene e subito perché intendiamo dare alle imprese le risposte che attendono. Desideriamo che l'agricoltura marchigiana possa dare al meglio il suo contributo alla ripresa economica di questa nostra bellissima Regione. La nuova programmazione dei Fondi UE 2014-2020 è stata pensata proprio all'insegna della semplificazione, per garantire agli agricoltori meno burocrazia e procedure più rapide”.


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IL PERSONAGGIO

Roberto Pieracini:

“Mi interessa molto il senso della memoria, la trasmissione dei saperi che permettano un superamento del distacco generazionale”

“Con il computer la qualità va verso il basso” L'Oscar alla carriera marchigiano racconta una vita di successi tra grafica, pubblicità e docenze di A. Dachan

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C

ome ha accolto questo importante premio? “Con curiosità e un nascosto piacere. La mia professione non è molto popolare, credo che pochi conoscano cosa fa realmente un grafico, anche se sono profondamente convinto che incida molto sul più vasto mondo della comunicazione. Curiosità perché non ho ancora capito chi ha proposto il mio nome per il Premio”. Dagli studi all'Istituto d'Arte di Pesaro a prestigiose collaborazioni a livello nazionale ed internazionale: che bilancio fa della sua carriera? “Credo di aver attraversato momenti storici importanti, vivendoli in prima persona. A Pesaro nel 1961 con Franco Bucci e Nanni Valentini fondai il “Laboratorio Pesaro”, una delle prime esperienze in Italia di una produzione di oggetti in grés. Design del prodotto. Poi il richiamo verso la grande città, Milano, straordinaria

in quel periodo. Il bar Jamaica, la prima Metropolitana, un movimento culturale intenso, l’informale”. Può raccontarci la sua esperienza alla Olivetti? Cominciai a lavorare nello studio Olivetti di Ettore Sottsass, imparando, autodidatta, il mestiere del grafico. Prima disegnando le interfacce della macchine da scrivere, i prodotti di consumo della Olivetti, i marchi delle macchine, le tastiere, i simboli… Poi nel 1968 Ettore disegnò la Valentine, la portatile rossa e fu incaricato anche della comunicazione. Io ero l’unico grafico dello studio e mi impegnai nella campagna pubblicitaria, molto innovativa per il periodo. Mi chiesero poi di collaborare direttamente con la Direzione Pubblicità Olivetti. Seguivo tutte le campagne pubblicitarie internazionali, la comunicazione dei prodotti di consumo, macchine da scrivere e calcolatrici. Il rapporto con l'azienda si inter-

ruppe nel ’74, per poi riprendere come dirigente interno anni dopo. Nel frattempo lavorai a progetti per il mondo della moda e per l’editoria. Nel 1982 il lancio del primo personal computer italiano, M20. Poi direttamente con la Direzione di Corporate Image diretta da Renzo Zorzi. Editoria interna, comunicazione delle grandi mostre Olivetti, sport, Corporate Identity per tutte le società controllate … Terminai il rapporto nel 1990, poco prima della chiusura dell'azienda, aprendo un'agenzia di comunicazione che lavorò per Italtel e poi per Smau. Impegni in politica e nel sociale. Presidente dell’Aiap, l’Associazione Italiana design della comunicazione e promotore della Biennale della grafica di pubblica utilità, Cattolica, 1986. Poi nel 2000 la prima docenza al Politecnico di Milano, Facoltà di Design”. Nella sua vita la comunicazione è certamente una costante: come è stato vivere la profonda evoluzione che il settore ha

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IL PERSONAGGIO

conosciuto negli ultimi anni? “Tecnologicamente è cambiato tutto. L’uso del computer e dei suoi programmi grafici ha eliminato un iter produttivo che garantiva alta qualità: composizione testi, correzioni bozze, immagini, esecutivi grafici e poi impianti di fotolito e stampa. Grandi professionalità. Ora tutto è all’interno di queste macchinette, in mano ai grafici. Con il computer si è uniformata la qualità del prodotto, verso il basso. Difficile fare di più, senza una conoscenza, una personalizzazione dei programmi”. Disegno, editoria, docenze: quanto contano nel suo lavoro la passione e la flessibilità? “Passione tanta, certamente. Desiderio di affrontare progetti con una metodologia innovativa, che porti al nuovo, al mai fatto prima. Per fare questo sono necessarie anche qualità imprenditoriali, capacità di dialogo con i clienti”.

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Che opportunità offre oggi il settore? “Credo molto, molto grandi se a parte il saper fare si riesce ad aggiungere cultura e attenzione alle necessità dei cittadini; è una professione con grandi responsabilità sociali. Il controllo di tutte le dinamiche del progetto è indispensabile”. Qual è il progetto da lei realizzato di cui è maggiormente orgoglioso? “Più che di un singolo progetto sono molto contento dell'attività svolta negli ultimi anni, come Direttore didattico di una grande Scuola, l’Isia (Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di Urbino). Da una eccelsa scuola di provincia è diventata con la mia direzione una buona università internazionale. Stanno uscendo professionisti capaci di ragionare, responsabili del loro fare”. Ci consenta una domanda personale: a livello professionale, ha qualche sogno

ancora da realizzare? “In tanti aspetti del lavoro mi diverto ancora molto. Progetti impegnativi mi interessano. Ho organizzato l'anno scorso una mostra ai Musei civici di Pesaro dal titolo 'Oltre il territorio', che presentava tre grandi personaggi pesaresi, Franco Bucci, ceramista, Massimo Dolcini, grafico e Gianni Sassi, grafico e editore. La mostra per problemi finanziari, non ha prodotto il catalogo. Su quel periodo storico a Pesaro, dagli anni ’60 agli anni ’90, sto scrivendo un libro, ormai finito. Non troverò certamente un editore disponibile, lo distribuirò gratuitamente tramite Internet. Ecco, mi interessa molto il senso della memoria, la trasmissione dei saperi che permettano un superamento del distacco generazionale. Il vero sogno però è riportare la grande tradizione manufatturiera della ceramica a Pesaro, ormai scomparsa. Un progetto a lunga scadenza, bisogna ricrearne le condizioni culturali”.


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BREVI

RIO DAL TERRITO

Elica, ricavi per 195,7 milioni di euro

Ricavi pari a 195,7 milioni di euro (195,1 nel 2013) in crescita del 2,4% a cambi costanti e dello 0,3% al netto dell'effetto dei cambi. Sono alcuni dati della semestrale di Elica S.p.A., capofila del Gruppo leader mondiale nella produzione di cappe aspiranti da cucina, approvata dal consiglio di amministrazione. L'ad Giuseppe Perucchetti ha commentato: "Siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti nel primo semestre di quest'anno, nonostante un contesto di mercato globale ancora negativo. Da sottolineare l'ottima performance registrata in Asia con ricavi in crescita di più del 10% a parità di cambi verso il primo semestre 2013. In special modo la ridefinizione della strategia sul mercato cinese ha trainato i risultati sia in termini di fatturato (+80% delle vendite di prodotti a marchi terzi, +27% a marchi propri rispetto allo stesso semestre dell'anno precedente), sia in termini di marginalità".

Aeroporti, le Marche stanziano 1 milione

La giunta regionale ha approvato una proposta di legge per finanziare con 1 milione di euro l'aeroporto delle Marche. Lo ha fatto con una variazione di bilancio. “È un sacrificio necessario - ha detto il presidente Gian Mario Spacca - perché bisogna rivolgersi sempre più ai mercati internazionali e l'Aeroporto è una piattaforma logistica determinante per l'economia. È un onere che ci siamo assunti in nome e per conto dell'intera comunità”.

Lavoro, aumentano occupati. Spacca: “Segnale positivo”

Crescono gli occupati nelle Marche, oggi pari a 641 mila, e aumenta anche il tasso di occupazione, dal 61,8 al 63%. "Un segnale positivo, seppur ancora timido, per il mercato del lavoro regionale" dice il presidente della Regione Gian Mario Spacca, commentando i dati Istat per il secondo trimestre 2014. "La rilevazione - afferma - fa emergere un segno più sia su base annua che trimestrale: dai 633 mila occupati del secondo trimestre 2013 ai 641 mila del secondo trimestre 2014''.

Nel 2013 la regione Marche è stata quella che più ha accresciuto le vendite all'estero, facendo registrare un vero e proprio boom (+12,3%), con un risultato complessivo di oltre 11,6 miliardi di euro, secondo, nel decennio appena trascorso, solo a quello del 2007. Emerge dallo studio 'L'Italia nell'Economia internazionale 2013-2014', il 28° Rapporto annuale sul commercio estero dell'Agenzia Ice. L'ottimo risultato si è accompagnato a una contrazione del 3% del numero degli esportatori, attestatosi a quota 8.586 unità. Il valore medio esportato da ogni operatore è dunque fortemente aumentato (+15,8%), portandosi a oltre 1,3 milioni di euro. Questa performance ha consentito alla regione di incrementare la propria incidenza sull'export italiano, salita di tre decimi di punto al 3%. "La concretezza della ripresa marchigiana - ha sottolineato il direttore generale dell'Agenzia Ice Roberto Luongo - è testimoniata dai dati altrettanto positivi relativi al primo trimestre del 2014, che vede un sensibile aumento dell'interscambio rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Le esportazioni fanno segnare infatti un incremento del 10,7% mentre le importazioni crescono del 18%, dati decisamente superiori alla media nazionale". 32

Agenzia Ice, boom per l’export marchigiano


Battuta d’arresto per l’industria manifatturiera marchigiana, tra aprile e luglio di quest’anno. La produzione è diminuita del 2,7%, il fatturato del 2,1% e gli ordinativi del 2,8%; bene solo il fatturato estero, in crescita di 1,2 %. I dati vengono diffusi da Unioncamere Marche e ripresi da Agi. La performance peggiore è delle imprese artigiane, con un meno 4,3% sulla produzione e prendendo in considerazione la classe di addetti, più le imprese sono piccole e peggio stanno: fino a 9 dipendenti la produzione è calata in tre mesi del 3,8%, per quelle tra i 10 e i 49 addetti del 3,4% e per quelle oltre i 50 dipendenti appena dello 0,7%. Tra i settori vanno peggio quelli legati alla moda: il calzaturiero ha perso il 5,8% della produzione e il 3,3% del fatturato, con gli ordinativi crollati del 7,4%; l'abbigliamento ha registrato un calo del 4,7% della produzione, del 4% degli ordinativi e del 7,5% del fatturato. Cali anche tra le industrie alimentari, del mobile e dell'energia, mentre le macchine elettriche hanno perso lo 0,8%. L’ eccezione è della meccanica, che ha aumentato la produzione dell'1,2%, il fatturato del 2,7% e gli ordinativi del 2,3%.

Secondo un'indagine di Coldiretti Marche, basata su dati Istat, nello scorso anno nella regione sono aumentati i cibi a denominazione controllata, le superfici coltivate (+13%), i produttori (+3%), i trasformatori (+ 5%) e i capi allevati (+ 4%). Il segnale, secondo Coldiretti, della capacità dell'agroalimentare Made in Marche di creare reddito e lavoro. La regione può oggi vantare dodici prodotti riconosciuti, tra Denominazione di origine protetta (Dop) e Indicazione geografica protetta (Igp). Ma accanto ai prodotti a denominazione di origine, ricorda Coldiretti, ci sono anche le 152 “Bandiere del gusto”, le specialità ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni.

Coldiretti Marche: in aumento la produzione di cibi Doc

Fabriano, Jesi, Senigallia, San Severino Marche, Fano, Cagli e Macerata sono i Comuni marchigiani che hanno ottenuto il mantenimento della sede dell’ufficio del Giudice di pace. “La Regione concede contributi che rappresentano una compartecipazione alle spese sostenute dai Comuni – spiega il vicepresidente e assessore agli Enti locali, Antonio Canzian – per evitare che i Comuni siano costretti a sopportare spese non facilmente sostenibili e per consentire ai cittadini di tutelare i propri diritti e usufruire dei servizi della giustizia senza particolari disagi”.

Il turismo riparte dai Colli Esini Frasassi, al via il progetto Tur2

Segno meno per il manifatturiero nelle Marche: calano produzione e ordini. Sale solo il fatturato estero

Giudice di Pace, la Regione aiuta i comuni che erogano il servizio

Valorizzare il territorio “Colli Esini Frasassi” come destinazione turistica, con azioni di promozione e commercializzazione dell’offerta, iniziative artistico-culturali per potenziare l’attrattività e attività mirate di comunicazione. Questo l’obiettivo del progetto TUR 2 - “Promozione del territorio, delle tipicità e del turismo dei Colli Esini nell'era Web 2.0”, cofinanziato dal Gal Colli Esini S. Vicino grazie al Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sostenuto da un ampio partenariato. Il progetto, che si avvale di un budget complessivo di 500mila euro, si sviluppa in stretta sinergia con le strategie di promozione turistica della Regione Marche e punta a mettere in rete l’ampia offerta turistica di qualità del territorio e le sue risorse: le bellezze naturali, con il Parco Naturale Regionale Gola della Rossa e di Frasassi, le Grotte di Frasassi, una produzione enologica di qualità con l’eccellenza del Verdicchio, una densità di beni culturali e borghi rurali di grande fascino. Le azioni messe in campo si svilupperanno in un arco temporale di un anno. 33


S W E N G N YOU Anche le Winx sfilano a Venezia

Le fatine Winx e il loro creatore Iginio Straffi, presidente e fondatore di Rainbow, hanno sfilato sul red carpet della Mostra del Cinema di Venezia per festeggiare il nuovo film "Winx Club. Il mistero degli abissi" uscito nelle sale il 4 settembre. "Le Winx - ha detto Straffi - sono un sogno che ha preso forma dai disegni, dalla fantasia e dall'impegno e con questo nuovo film festeggiano i loro primi dieci anni di vita. Un traguardo incredibile per una produzione animata italiana".

La sesta edizione del concorso letterario internazionale di poesia “Il Federiciano” ha visto protagonista la giovane poetessa di Castelfidardo Denise Pietrella. La ragazza, infatti, con la sua poesia “Tracce” è stata selezionata ed invitata dal presidente di giuria, il Maestro Mogol, a Rocca Imperiale, il paese della poesia, per una lettura pubblica del suo scritto. La giovane fidardense ha dovuto superare una dura selezione, ben 1658 partecipanti e solo 50 selezionati da Mogol per la lettura pubblica.

Il pesarese Michele Rossini alla Canadian National Collection Nel circuito stradale di Cassano D'Adda si sono svolti i campionati italiani specialità strada che chiudono la stagione agonistica ai vertici per il Team Roller Senigallia e soprattutto per la campionessa del mondo Linda Rossi. La giovanissima ha chiuso la stagione con la vittoria dei 10.000 metri a punti con quasi il doppio del punteggio sulle sue avversarie; ha avuto la meglio in tutte le volate al traguardo, studiate e programmate con Mauro Guenci che dalla curva antecedente il traguardo, gestiva e monitorava la gara.

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Poetessa fidardense premiata da Mogol

Michele Rossini, classe 1983 di Pesaro, dottorando al Dipartimento di Scienze Biomolecolari dell’Università di Urbino, ha vinto il premio “CanaColl Grant” del valore di 1.600 dollari canadesi, rivolta a ricercatori, studiosi e dottorandi di tutto il mondo e finanziata dalla CanaColl Foundation di Ottawa, in Canada. “Il mio lavoro – racconta Michele Rossini – ha lo scopo di fornire strumenti utili all’identificazione delle specie studiate (chiavi dicotomiche e guide illustrate) di facile consultazione per ricercatori interessati a studi faunistici, ecologici e/o sistematico-tassonomici in queste aree”.

Roller: Linda Rossi conquista il titolo italiano su strada a Cassano D'Adda


Nicola Losito campione vince la Nuova Coppa Pianisti 2014

Nella splendida cornice del teatro La Nuova Fenice è andato in scena il gran galà con il concerto finale e la premiazione del concorso internazionale “Nuova Coppa Pianisti”. Il diciannovenne Nicola Losito è riuscito ad aggiudicarsi l’ambito riconoscimento. “Questa del 2014 è l’edizione più riuscita” è il primo commento a caldo del maestro Gianluca Luisi al termine della Nuova Coppa Pianisti, il concorso nazionale per categorie che tanto lustro ha dato ai pianisti vincitori e alla città di Osimo, sin dalla sua prima edizione del 1968.

Riparte anche quest’anno il progetto “Ragazzi … all’opera!”, promosso ed organizzato dalla Fondazione Pergolesi Spontini. L’iniziativa - seguita ogni anno da migliaia di studenti - invita tutti i ragazzi delle Scuole Secondarie di II grado della provincia di Ancona ad un percorso di guida all’ascolto e di approfondimento delle Opere e dei Compositori in programma nell’ambito della 47^ Stagione Lirica di Tradizione del Teatro G.B. Pergolesi di Jesi (4 ottobre - 30 novembre 2014) e del XIV Festival Pergolesi Spontini sul tema “Olimpie e Olimpia. Competizione e cimento in musica e non solo” (5 - 20 dicembre). Info e adesioni: Tel. 0731 215643 – fax 0731 226460 marketing@fpsjesi.com

San Benedetto: nasce “Casa Matì”, il primo modello di nido familiare

Migliaia di studenti per l’opera lirica con la Fondazione Pergolesi Spontini

Grazie al progetto “Per una rete di asili familiari”, realizzato dalla Cooperativa Ama Aquilone insieme alla Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno, nasce a San Benedetto del Tronto il primo nido domiciliare nella provincia di Ascoli Piceno. La Regione Marche ha emanato due delibere dedicate ai nidi domiciliari: la numero 1038 del 9 luglio 2012, che ha disciplinato il servizio sperimentale dei nidi domiciliari, e la numero 1197 del 1 agosto 2012, che ha definito il profilo professionale formativo dell’operatore. A seguito di questo riconoscimento, la Cooperativa Ama - Aquilone ha promosso un corso di formazione per i referenti degli enti territoriali partner. Il 2013 e il 2014 sono stati quindi dedicati alla formazione di due gruppi di venti operatrici. Queste ultime potranno seguire bambini dai 3 mesi ai 3 anni all’interno della propria abitazione, per un massimo di 5 contemporaneamente.

Due studenti jesini, Marika Trojano e Mario Mela sono i vincitori regionali del concorso indetto dall'Arma dei Carabinieri, in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione “L'Arma dei Carabinieri: duecento anni di storia. I valori senza tempo da preservare ieri, oggi, sempre”. La diciottenne Marika ha proposto un progetto ludico chiamato “Pastrengo”, in ricordo della storica battaglia; Mario, invece, ha presentato un manufatto in terracotta in cui il numero 200 del bicentenario diventa figura umana. Le opere dei partecipanti marchigiani saranno esposte prossimamente a Fermignano.

Bicentenario dell'Arma celebrato dalla creatività dei giovani 35


S W E NDAL MONDO

La SARU ha approvato lo Strategic Tranformation Plan, cioè il programma per aumentare il numero di giocatori di colore nel rugby sudafricano. Lo STP, infatti, prevede che alla prossima Rugby World Cup in Inghilterra vi sia un minimo di 5 giocatori di colore convocati, almeno 12 alla prossima Junior World Championship ma, soprattutto, il progetto guarda al 2019. In quell'anno in tutti i campionati, dalla Vodacom Cup al Super Rugby, passando per la Currie Cup, ci dovrà essere una percentuale di almeno il 50% di giocatori non bianchi, con un 60% tra questi che dovrà essere di black africans. Critiche sono state mosse alla legge, vista come un’imposizione di quote razziali che non va necessariamente a favore delle qualità dei giocatori.

SUD AFRICA Approvato piano per squadre miste

Pareva una caduta senza fine quella degli immobili in Spagna: i prezzi delle case, negli ultimi 6 anni, hanno continuato a scendere, provocando delle perdite consistenti a chi aveva investito nel mattone. Oggi la prima inversione di tendenza. Il mercato immobiliare spagnolo dà segni di ripresa: secondo l'Ine (Istituto nazionale di statistica) l'indice dei prezzi delle case (Ipv), nel secondo trimestre del 2014, è salito dello 0,8% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Le riforme varate a Madrid hanno iniziato a dare i primi effetti nei mesi scorsi: il tasso di crescita del Pil, nel secondo trimestre dell'anno, è cresciuto dello 0,6% rispetto al periodo precedente. Tra poche settimane verranno rilasciati i dati relativi al terzo trimestre. A trainare il Pil è stata soprattutto la domanda interna, costituita da consumi e investimenti.

TASMANIA La Tasmania toglie la protezione a 400mila ettari di foresta

Il governo della Tasmania, uno degli stati che compongono l’Australia, ha abrogato la legge che da quattro anni stabiliva una tregua sullo sfruttamento delle foreste dell’isola. La decisione è stata presa dopo che entrambe le camere del parlamento hanno votato per la sua revoca. 400mila ettari di foresta primaria protetta potranno ora essere sfruttati dalle compagnie che producono legname per un periodo di sei anni. La legge forestale che non c’è più prevedeva un pagamento pur di spostare l’attività delle società in altre zone ed evitare così l’abbattimento di alberi secolari.

Si tratta di una nuova specie molto massiccia e, avendo ritrovato il 70% dello scheletro, i ricercatori sono riusciti per la prima volta a misurarlo con grande precisione. Dreadnoughtus Schrani, questo il suo nome, era alto 26 metri e pesava 65 tonnellate. La scoperta, pubblicata su Scientific Reports, è opera di un gruppo internazionale di ricerca coordinato da Kenneth Lacovara dell'Università Drexel di Philadelphia in Pennsylvania. Il nuovo dinosauro apparteneva ad un gruppo di grandi mangiatori di piante conosciuto come titanosauri.

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SPAGNA Riparte il mercato immobiliare

ARGENTINA Ritrovati i resti del dinosauro più grande di sempre


Proseguono le eruzioni dei vulcani senza finora provocare ricadute sul traffico aereo come avvenne nel 2010. Il flusso di lava prodotto dalla vetta del vulcano Holuhraun sta raggiungendo uno dei principali rami di un fiume glaciale che attraversa la regione. È la stessa area del paese dove si trova il più vasto ghiacciaio d’Europa e parte del centinaio di vulcani attivi che hanno ispirato per l’Islanda l’appellativo di “isola del fuoco e del ghiaccio”. Tra questi il vulcano Bardarbunga, la seconda vetta del paese dove si è verificato un nuovo sisma di oltre 5 gradi sulla scala Richter. Le scosse hanno incrementato il flusso lavico, senza per il momento aver provocato ceneri nell’atmosfera. Ma per gli scienziati che tengono sotto stretta osservazione le attività dei vulcani, è motivo di preoccupazione soprattutto per un possibile scioglimento dei ghiacci. Un fenomeno che provocherebbe l’innalzamento del livello di alcuni laghi circostanti.

GIAMAICA Azienda paga 2600 euro per bere rum in Giamaica

"Siamo qui per fare la storia": così il segretario generale dell'Onu, Ban Ki Moon ha dato il via al vertice dei capi di stato e di governo sul “climate change”, al quale sono intervenuti tra gli altri il presidente americano, Barack Obama e il premier italiano Matteo Renzi. "Nessuno è immune, neppure il Palazzo di Vetro, allagato a causa dell'uragano Sandy - ha aggiunto. Dobbiamo investire in una società resistente ai cambiamenti climatici che protegga tutti, soprattutto i più vulnerabili". L'attore Leonardo di Caprio, noto per il suo impegno ambientalista ha ricevuto nell'occasione la nomina a Messaggero di Pace delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici.

SCOZIA Vince il no all'indipendenza

ISLANDA Continuano scosse ed eruzioni

La proposta, messa nero su bianco con tanto di precise condizioni d’uso e regolare contratto a progetto, è rivolta ai maggiorenni e consiste nel trascorrere un periodo di 6 mesi in Giamaica per bere rum su una spiaggia del posto, con tanto di copertura totale del soggiorno e uno stipendio più che dignitoso. “Lo scopo della selezione – si legge nell’avviso emesso dall’azienda produttrice di alcolici, la Appleton del gruppo Davide Campari di Milano - è quello di identificare il soggetto più consono ad ottenere un contratto a progetto per prestazioni intellettuali di 6 mesi”. “In particolare il soggetto dovrà documentare l’esperienza che vivrà durante il suo viaggio in Giamaica e le diverse visite nei Chiringuiti locali, sui canali digital a marchio Appleton (quali Facebook, Twitter, sito istituzionale Appleton, blog eccetera…)”.

USA Vertice Onu sul clima. Ban Ki Moon: “il momento di agire è ora”

La Scozia ha votato no all’indipendenza dal Regno Unito. I risultati definitivi confermano che il il 55,3 per cento degli aventi diritto, compresi i sedicenni, si sono espressi per il no, mentre il 44,7 per cento ha votato favorevolmente. Il premier britannico David Cameron ha annunciato che attraverso lo “Scotland Act” verranno dati al parlamento di Edimburgo più poteri dal punto di vista fiscale, finanziario e della previdenza sociale. Resta aperta la cosiddetta “West Lothian question” che riguarda il dibattito sul diritto o meno che hanno membri del parlamento di Westminster eletti nei collegi al di fuori dell’Inghilterra – Irlanda del Nord, Scozia e Galles – di votare su questioni che riguardano solo l’Inghilterra. 37


LE GRANDI FAMIGLIE MARCHIGIANE

Da Zuccari a Tiziano: la mostra a Buenos Aires Da sempre terra di santi, pittori e poeti, le Marche sono una regione con un'attività culturale in continuo fermento. Sulla scia del grande successo riscosso nel 2012 in Argentina dalla mostra “Meraviglie dalle Marche”, svoltasi presso lo spazio espositivo del Braccio di Carlo Magno e, successivamente, presso il Museo Nacional de Arte Decorativo di Buenos Aires, anche nel 2014 la pittura marchigiana torna a farsi ammirare oltreoceano. Una seconda edizione con interessanti novità, un percorso scientifico a cura di Stefano Papetti e Giovanni Morello, che si snoda lungo un arco temporale che dal Trecento giunge al Settecento, evidenziando la varietà del tessuto culturale della regione. Un'esposizione che valorizza le eccellenze artistiche di un territorio che, per la sua posizione geografica, si propone come crocevia fra il Settentrione e il Meridione italiano, ma anche come ponte lanciato verso le culture orientali. Fino al 30 novembre il pubblico argentino potrà ammirare una nuova selezione di capolavori provenienti dalle raccolte pubbliche e private delle Marche. Da Federico Zuccari a Tiziano, da De Magistris a Guercino, da Crivelli a D'Amatrice, con altri illustri artisti le cui opere hanno creato un immenso patrimonio dal grande valore artistico e culturale.

Seguendo le orme dei marchigiani in Argentina «Gli italiani, si sa, furono una nazione di emigranti. In molti secoli, si sparsero in tutti e quattro gli angoli della terra. Solo in due paesi, tuttavia, essi costituiscono la maggioranza della popolazione: in Italia e in Argentina.» (Marcello De Cecco - La Repubblica) a cura della Redazione

I

n un passato non molto lontano, per varie ragioni tra cui le difficoltà economiche e le guerre, milioni di Italiani lasciarono le proprie case. La migrazione, prima verso il Nord, poi all'estero, coinvolse anche i marchigiani: nella decade tra il 1906 e il 1915 furono oltre 224 mila a partire, più di 67 mila scelsero come meta l'Argentina. Terra lontana fisicamente, ma percepita come vicina per la sua forte vocazione agricola. Erano soprattutto uomini (74,5%), illetterati, tra i 20 e i 39 anni. Agricoltori, ma anche lavoratori giornalieri, falegnami, muratori e operai. A Ponente, nel Nuovo Continente, cercavano l'opportunità di costruirsi una vita nuova. Dalla piccola campagna marchigiana alle immense

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praterie argentine. Il desiderio di non staccare mai completamente il cordone ombelicale e di portarsi dietro qualcosa che facesse ricordare il clima e l'atmosfera di casa spinse i migranti a riunirsi in piccole comunità territoriali, cercando di mantenere vive la lingua e le tradizioni italiane. La vita oltreoceano non era semplice. Il nemico peggiore era la nostalgia. Si stima che dall'Argentina partirono migliaia e migliaia di cartoline, pacchi, lettere, telegrammi diretti alle Marche. Le traversate via mare erano lunghe e insidiose e l'inserimento nel nuovo contesto sociale richiedeva tempo e sacrifici, che i migranti della regione del picchio affrontavano con dignità e impegno. In un secolo

ben 200 mila Marchigiani avevano attraversato l'Atlantico scegliendo di stabilirsi nel Paese sudamericano. Oggi sono la più numerosa comunità delle Marche all'estero. Alcuni comuni dell'alto Maceratese registrarono verso l'Argentina percentuali molto alte di espatri, tanto che la provincia di Macerata è definita “la più argentina d'Italia”. In Argentina i marchigiani si sono contraddistinti con la scoperta rivoluzionaria conosciuta nel mondo come “semina diretta” e per essere stati i primi a praticare, nella provincia di Mendoza, l'ovicultura e gli unici ad ideare un museo del vino, tutt'ora unico nel Sud America. Col passare degli anni il volto della migrazione marchigiana subisce un profondo muta-


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LE GRANDI FAMIGLIE MARCHIGIANE

Camoranesi e Messi: illustri marchigiani oltre l'Atlantico

mento: a partire sono giovani sempre più specializzati, che trovano occupazione in ambito agroalimentare, nel settore dei trasporti e della cantieristica navale, ma sono anche professionisti e intellettuali. Si stima che oggi i discendenti marchigiani di terza generazione siano non meno di 1 milione e mezzo, tanti quanti sono i residenti nella regione. Non hanno rinunciato a tramandare da una generazione all’altra le proprie origini, le proprie tradizioni, i propri costumi italiani e marchigiani nello specifico. Proprio da questi marchigiano-argentini sono nati molti personaggi anche di fama internazionale. Appassionati di sport e non conosceranno la ex campionessa di tennis, Gabriela Sabatini, che ha ottenuto la

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cittadinanza italiana dal comune di Potenza Picena (Macerata), da dove emigrò suo nonno David e, il caso volle, anche il nonno del calciatore, campione d’Italia nel 2006, Camoranesi. Da Recanati, invece, parte il nonno di un altro famosissimo calciatore, insignito del Pallone d’oro, Lionel Messi. Anche le origini del Narizón ("Il Nasone"), Emanuel Ginobili, cestista italo-argentino, sono marchigiane. Ma non solo sportivi: discendono da marchigiani anche Luis Brandoni, Presidente della Commissione Cultura della Camera argentina, Oscar Andreani, noto ed affermato imprenditore argentino nel settore dei servizi postali e logistici, nonché presidente dei Marchigiani in Argentina, e Federico Contessi, Presidente

degli Astilleros Naval e dei cantieri navali Contessi. È stata proprio di Oscar Andreani l’idea di dedicare un giorno dell’anno ai festeggiamenti della “marchigianità” proponendo il 10 dicembre come il giorno in cui abitualmente, ed in ogni parte del mondo, i marchigiani all’estero si ritrovano per la solennità della Madonna di Loreto, riconosciuta universalmente come riferimento ideale e spirituale della propria terra e delle proprie origini. La comunità è rappresentata da due grandi associazioni: la Federmarche e la Femacel. All'Albo regionale è iscritta anche l'Associazione degli imprenditori marchigiani e discendenti della Repubblica Argentina “Marchigianar”.


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ALTO ARTIGIANATO

Un gioiello è per sempre Da una passione nascosta, l’evoluzione di una tradizione di famiglia di L. Radaelli

S

i regalano. Hanno significati tra i più disparati, ma sempre molto profondi. A volte uniscono per sempre, altre volte rinascono dopo anni in una piccola scatoletta con velluto all’interno. Pensate ai momenti che vorreste rendere eterni; a ciò che vorreste celebrare ogni qualvolta il loro brillare incroci il vostro sguardo; o al valore che un oggetto può portare con se negli anni. Stiamo parlando di gioielli, di gioielli unici al mondo. E non perché sono introvabili, costosissimi, ma perché ogni pezzo è pensato, disegnato e realizzato seguendo il desiderio e la personalità di chi lo regala o di chi lo indosserà. Alessandro Giorgetti nasce in una famiglia anconetana che già da prima del 1885 trattava gioielli. Ai tempi del suo trisnonno l’attività principale era il commercio dei preziosi oggetti in oro, argento o altre leghe di metallo e pietre preziose. Dal 2004 circa, l’attività di famiglia si è ampliata. Ha visto nuovi orizzonti e

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un’evoluzione apportata proprio dal più giovane di casa. Mica è sempre vero che l’innovazione viene dall’esperienza! Di che cosa si tratta? “Di una passione che, fino alle scuole superiori, anzi fino a quando ho frequentato la scuola per Orafi e Incastonatori di Vicenza, era ben nascosta in me. Sapevo che sarei andato avanti con l’attività di famiglia, ma non che ci avrei messo del mio, sviluppando la parte creativa e di vero artigianato che nel settore fa la differenza, dona ancora più valore a oggetti che nel valore, di mercato sì, ma soprattutto emotivo, hanno la loro ragione d’esistere”. Tu sei la mano che sta dietro ai pendenti, anelli, bracciali e collane esposti in vetrina? Tutti quei giochi di riflessi, incastri, sono merito tuo? “Non solo mia. Almeno non fin dall’inizio. Si parte da un disegno. Che sia una foto, una pubblicità o uno scarabocchio,

il disegno è il primo passo per una creazione. Basta un’idea, un’immagine stilizzata e la visione dietro agli occhi di quello che il cliente vorrebbe veder prendere forma. L’artigiano, l’esperto, ci lavora: lo elabora, lo arricchisce, lo personalizza, lo progetta e ne fa alcuni prototipi". Fase 1: progettazione. Quali sono le varianti che incidono sulla fase 2: prototipo? “Sicuramente la fattibilità, il budget, i materiali da impiegare e il tempo a disposizione. Il prototipo è modellato in cera, materiale che permette una lavorazione manuale in loco, eseguita con lime e frese. Invece delle lime, si possono disegnare i prototipi al computer, per una progettazione più rapida ma anche più costosa, o le stampanti in 3D. Ma se la fretta non comanda e se si ha l’opportunità di aspettare, l’idea avrà tutt’altro peso, quanto meno emotivo”. Una volta approvato il prototipo, come si


passa dalla cera all’argento, all’oro? “Attraverso la fusione o micro fusione che in alcuni casi posso fare io in laboratorio, altrimenti viene eseguita da un laboratorio di Valenza, in Piemonte, distretto di gioielleria più famoso in Italia, che in pochi giorni rimanda il gioiello per le ultime rifiniture”. E per le pietre? Per i classici e solenni solitari, come avviene la lavorazione? “Scelta la pietra, che viene tagliata e preparata da esperti, quello di cui mi occupo io è creare il supporto per il diamante, zaffiro, onice o rubino che sia. Ci sono modelli più conosciuti, come il Tiffany, altrimenti lavoro di fantasia e creatività in base a quelli che sono i desideri del cliente. In questi casi, piego e modello le leghe di metallo in modo da creare il ‘cestino’ per la pietra preziosa, in modo che sia quasi invisibile se si vuole dar rilievo al punto luce, o che invece sia parte integrante del gioiello”.

Visto che lavori in un settore di alto lusso, che in questi anni ha subito ripercussioni negli investimenti, c’è una moda più a portata di mano (e di tasche) che però abbia le stesse peculiarità artigianali delle altre creazioni? “Realizzo anche gioielli per un target più giovane e più casual: su richiesta ho creato un ciondolo per bracciali a forma di Passetto, il monumento simbolo di Ancona, ma anche anelli con teschi, tanto di moda in questo periodo. La soddisfazione del cliente e venire incontro alle sue esigenze sono alla base di tutto ciò che faccio. Ma non rinuncio alla qualità ed esclusività del prodotto”. Quali sono i gioielli più richiesti? “Anelli di fidanzamento, solitari. Ma eseguo anche piccole e grandi riparazioni sulla scia di quello che era un servizio già offerto dalla gioielleria di famiglia. Mi capita di creare nuovi oggetti partendo da gioielli con uno stile ‘datato’ ai quali i proprietari desiderano ridare vita. In

questi casi, li smonto e riutilizzo le pietre o quello che ancora può essere impiegato, dandogli però una nuova forma”. Tutte le creazioni comportano un lavoro minuzioso, di estrema precisione e concentrazione. Sbagliando anche solo un movimento si rischia di compromettere il risultato finale. “Sì, se sbaglio le misure, e si parla di millesimi di centimetro, o se la pietra non si adatta alla struttura portante, c’è il pericolo che vada perso il valore economico del materiale. Devo stare molto concentrato. Per mia abitudine e per non rischiare, lavoro su più oggetti contemporaneamente. Pur essendo da solo in laboratorio, ho quattro tavoli da lavoro. Quando mi rendo conto di insistere troppo su un progetto che non mi dà i risultati sperati, passo ad altro, lascio riposare la mente, e poi mi rimetto al lavoro, magari con un’idea nuova. La creatività si sa, è questione di pancia e di cogliere l’idea dell’attimo”.

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INTERNAZIONALIZZAZIONE

Fondi comunitari Parola d’ordine: carpe diem

L

a programmazione dei fondi comunitari 2014-2020 e le opportunità dei finanziamenti internazionali sono stati il perno della conferenza che si è tenuta a Milano il 18 settembre. L’incontro, promosso da Fasi.biz, ha visto la partecipazione di rappresentanti della Commissione Europea e di professionisti, con l’obiettivo di informare questi ultimi sull’enorme potenziale che i fondi ricopriranno nel prossimo settennio come strumento per aiutare le imprese nello sviluppo territoriale e come fonte di finanziamento a favore delle strategie di internazionalizzazione. FONDI STRUTTURALI: spendi e spandi I fondi strutturali, o indiretti, rappresentano circa i tre quarti dei fondi comunitari e sono gestiti da Stato e Regioni. Avendo come obiettivo la coesione economica e sociale territoriale, la quota maggiorita-

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ria è rivolta alle regioni del Sud (Puglia, Campania, Calabria, Basilicata e Sicilia) con un PIL pro-capite inferiore al 75 per cento della media europea. La criticità risiede in una doppia sfaccettatura. Da una parte l’Italia è il terzo contribuente netto dopo Germania e Francia, ovvero versa alle casse comunitarie più di quanto riceve. Secondo le stime della Corte dei Conti il saldo negativo massimo si è raggiunto nel 2011 con 16 miliardi di euro versati all’Ue e 9,3 ricevuti. Dall’altra, l’Italia pecca di inefficienza nell’impiego dei fondi europei soprattutto a causa di ritardi amministrativi: nel precedente settennio (2007-2013), infatti, ne sono stati usati solo il 52,7 per cento. Per il periodo 2014-2020, 325 miliardi di euro del bilancio comunitario saranno destinati ai fondi strutturali. Di questi circa 29 andranno nelle casse italiane e, come affermato da Fabrizio Spada, Direttore della Rappresentanza a Milano

della Commissione Europea, “speriamo che l’Italia sia in grado di spenderli visto che queste risorse sono pagate dalle tasse dei contribuenti”. FONDI DIRETTI: il successo è di squadra Per quanto riguarda i fondi diretti, quelli messi a bando direttamente dall’Unione Europea, il programma principe è Horizon 2020. Ciò che è importante sottolineare è che mentre precedentemente questi soldi erano rivolti alla sola ricerca teorica (centri di ricerca ed università), nel prossimo settennio saranno destinati alla ricerca applicata e quindi alle PMI. Questa miglioria è stata apportata perché in passato la ricerca di base veniva ripresa dai competitors orientali, in particolare cinesi, e applicata a livello industriale sottraendo quote di mercato all’Europa. Inoltre, a differenza dei fondi struttura-


li, non vi è una ripartizione territoriale. Questo significa che se un paese fosse particolarmente brillante nel presentare progetti innovativi, potrebbe intercettare l’80 per cento dei finanziamenti (il solo programma Horizon 2020 prevede 80 miliardi). Per questo occorre fare sistema. Le imprese non devono correre individualmente ma in modo osmotico e sinergico perché, come afferma Francesco Tufarelli, Consigliere della Presidenza del Consiglio, “alla Commissione europea l’arrivo di un progetto inglese, di uno francese di uno tedesco e 21 italiani non funziona. Bruxelles cerca di trasmettere il principio fondante della collaborazione tra individui, siano essi Stati, imprese o cittadini”. FINANZIAMENTI INTERNAZIONALI: allargare i propri orizzonti L’altro strumento che il nostro Paese potrebbe usare in modo più efficiente per

implementare lo sviluppo imprenditoriale è quello dei finanziamenti internazionali, cioè i fondi erogati dalle banche di sviluppo, Banca Mondiale in primis. Essendo obiettivo di questi istituti quello di aiutare i Paesi ad emergere, per le nostre PMI coincide con un’opportunità di business, anche considerando che l’ammontare annuo dei finanziamenti è di circa 40 miliardi di euro. I settori in cui la Banca Mondiale è maggiormente coinvolta sono tre: infrastrutture, consulenza, beni e servizi. Nel 2013 l’Italia si è posizionata al settimo posto nel settore dell’edilizia, anche se le grosse gare d’appalto per opere civili sono state vinte da colossi, come Todini Costruzioni (gruppo Salini) in Ucraina e Todini/Impregilo in Kazakistan. Il settore della consulenza e quello dei beni e servizi è sicuramente il più appetibile per le PMI, dato l’importo ridotto dei contratti, ed è forse qui che le aziende nostrane

dovrebbero far leva grazie alle modalità di accesso più rapide ai mercati internazionali, alla certezza dei pagamenti, alle regole di procurement (approvvigionamento) chiari e trasparenti e alle possibilità di prevedere l’uscita dei bandi. Non resta quindi che l’azione sinergica tra amministrazioni pubbliche, ordini professionali e aziende per sfruttare al meglio tutte le opportunità. Come avrebbe detto Totò “È la somma che fa il totale!”

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ACQUISIZIONI / CESSIONI

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I

l processo di aggregazione ed integrazione tra aziende è una strategia che, se opportunamente implementata, può configurare un veloce ed efficace strumento di crescita e sviluppo aziendale, alternativo all’acquisto di competitors. In determinati contesti, un’azienda potrebbe trovare sconveniente effettuare operazioni di cessione o di acquisizione, trovando invece più utile ricercare un partner con cui pianificare un percorso di integrazione o aggregazione. Recentemente molto è stato scritto sull’importanza per le PMI italiane di affrontare il mercato globalizzato in forma aggregata, dove lo slogan ‘piccolo è bello’ è stato sostituito dal più attuale ‘l’unione fa la forza’. Tuttavia, persistono difficoltà strutturali che impediscono che tali processi si realizzino, in quanto il numero delle partnership attivate risulta esiguo. Negli ultimi anni sono stati istituiti consorzi, incentivate le agevolazioni fiscali tese a favorire i processi di fusione,

è stato creato un fondo istituzionale di private equity dedicato alle PMI, fino alla recente legislazione sulle reti d’impresa. Nonostante ciò, continua a prevalere l’idea che il vicino, il competitor, sia qualcuno con cui guerreggiare e non con cui fare alleanze. “Insieme srl” ritiene che unire i punti di forza delle singole realtà significhi fornire una risposta alle criticità sopra evidenziate e, soprattutto, attivare economie di scala che a loro volta possono generare un maggior cash flow e, di conseguenza, nuova finanza. Un esempio è la riduzione dei costi fissi in percentuale sul fatturato che i processi di aggregazione possono generare in una struttura aziendale frutto dell’unione di due o più imprese. Recentemente abbiamo analizzato il caso di due aziende che, unitesi, hanno accresciuto il fatturato del 30 per cento (dopo aver eliminato un 10 per cento relativo ai clienti a basso margine), mentre i costi fissi, a seguito della condivisione

di spazi, personale ed efficientamento degli acquisti, sono incrementati del solo 15 per cento in valore assoluto, mentre, in percentuale, sul fatturato si erano ridotti del 20 per cento. Tutto ciò ha permesso di raddoppiare la redditività generale, producendo risorse finanziarie da destinare ad un ulteriore sviluppo. “Insieme srl” propone la ricerca di partnership volte a favorire un processo di conoscenza e successiva aggregazione tra controparti interessate ad intraprendere un percorso di crescita congiunto, servizio composto da una serie di attività che vanno dalla mappatura delle principali criticità aziendali, passando attraverso la realizzazione di un piano industriale proforma post-aggregazione, fino alla ricerca di controparti complementari interessate.

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ACQUISIZIONI / CESSIONI

PROPOSTE DI ACQUISTO ID

B1

AREA

TUTTA ITALIA

SETTORE

OPERAZIONE

DESCRIZIONE TARGET

Vari

ACQUISIZIONE QUOTE/AZIONI DI MINORANZA

Manager partecipativi interessati ad acquisire quote di minoranza di PMI italiane con l'obiettivo di apportare competenze manageriali e risorse finanziarie.

Gruppo internazionale ricerca azienda italiana di medio-grandi dimesioni specializzata nella produzione di componenti meccanici per il settore automotive.

B2

TUTTA ITALIA

Automotive

ACQUISIZIONE MAGGIORANZA DEL CAPITALE

B3

TUTTA ITALIA

Agro Alimentare e Alimentare

ACQUISIZIONE MAGGIORANZA DEL CAPITALE

Importante gruppo estero ricerca azienda di mediograndi dimensioni nel settore agroalimentare e alimentare (olio, vino, surgelati ecc...).

B4

TUTTA ITALIA

Quadri elettrici

ACQUISIZIONE MAGGIORANZA DEL CAPITALE

Multinazionale estera ricerca azienda italiana di medie dimensioni specializzata nella progettazione e realizzazione di quadri elettrici.

B5

TUTTA ITALIA

Automotive

JOINT VENTURE SOCIETARIA

Multinazionale estera ricerca azienda italiana di piccole-medie dimensioni specializzata nella produzione di componenti in plastica rinforzata per il settore automotive.

Componenti elettronici

ACQUISIZIONE QUOTE/AZIONI DI MINORANZA/JOINT VENTURE

Investitori esteri interessati a valutare opportunità di investimento in PMI italiane da realizzarsi attraverso operazioni di acquisizione o partnership societarie, produttive e finanziarie.

Macchine utensili

ACQUISIZIONE QUOTE/AZIONI DI MINORANZA/JOINT VENTURE

Investitori esteri interessati a valutare opportunità di investimento in PMI italiane da realizzarsi attraverso operazioni di acquisizione o partnership societarie, produttive e finanziarie.

ACQUISIZIONE MAGGIORANZA DEL CAPITALE

Affermata realtà nel settore meccanico ricerca azienda con sede legale nel centro Italia (Regione Marche), specializzata nella produzione di macchinari per l'edilizia, per attivare processi di crescita da realizzarsi, anche, mediante acquisizione di quote di maggioranza.

B6

B7

B8

TUTTA ITALIA

TUTTA ITALIA

CENTRO ITALIA

Meccanica

B9

CENTRO ITALIA

Alimentare

ACQUISIZIONE MAGGIORANZA DEL CAPITALE

Affermata realtà nel settore alimentare ricerca azienda con sede legale nel centro Italia, attiva nel settore degli spumanti, per attivare processi di crescita da realizzarsi mediante acquisizione di quote di maggioranza.

B10

CENTRO ITALIA

Settore energetico

ACQUISIZIONE MAGGIORANZA DEL CAPITALE

Investitore qualificato ricerca, per acquisizione, impianto di produzione di energia rinnovabile, con produzione superiore ai 3 MW, ubicato nel centro Italia.

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ACQUISIZIONI / CESSIONI

PROPOSTE DI VENDITA E PARTNERSHIP ID

AREA

SETTORE

OPERAZIONE

DESCRIZIONE OPERAZIONE

S1

NORD ITALIA

Abbigliamento

CESSIONE MAGGIORANZA/MINORANZA QUOTE/AZIONI

Storica PMI specializzata nella produzione di capi di abbigliamento di alta qualità in cachemire cede maggioranza per mancato passaggio generazionale.

Affermata azienda manifatturiera nel settore dell'abbigliamento con prestigiosi marchi riconosciuti a livello internazionale cede la maggioranza azioni/ quote per mancato passaggio generazionale

S2

CENTRO ITALIA

Abbigliamento

CESSIONE MAGGIORANZA QUOTE/ AZIONI

S3

CENTRO ITALIA

Turistico

CESSIONE MAGGIORANZA QUOTE/ AZIONI

Rinomata e affermata struttura turistica ad elevata redditività cede intera attività per mancato passaggio generazionale.

S4

CENTRO ITALIA

Arredo bagno

PARTNERSHIP INDUSTRIALE

Start up nel settore arredo bagno con linea di alta gamma premiata all'estero ricerca partner industriale per sviluppo business.

S5

CENTRO ITALIA

Automotive

CESSIONE MAGGIORANZA QUOTE/ AZIONI

PMI specializzata nella progettazione e produzione di componentistica per settore automotive cede attività per mancato passaggio generazionale.

Alimentare

CESSIONE MAGGIORANZA QUOTE/ AZIONI

Storica PMI specializzata nella produzione di paste alimentari corte e lunghe, nel settore da più di 80 anni, con brand affermato e posizionato in una fascia medio-alta di mercato, cede intera attività per mancato passaggio generazionle.

Componenti meccanici

CESSIONE MAGGIORANZA/MINORANZA QUOTE/AZIONI - PARTNERSHIP

Affermato gruppo specializzato nella progettazione e produzione di componenti meccanici per settore automotive interessato a valutare ingressi qualificati nel capitale per sviluppo del business.

Quadri elettrici

CESSIONE MAGGIORANZA/MINORANZA QUOTE/AZIONI

Primario gruppo di grandi dimensioni specializzato nella progettazione e produzione di quadri elettrici interessata a valutare ingressi qualificati nel capitale per sviluppo del business.

S6

S7

S8

CENTRO ITALIA

CENTRO ITALIA

CENTRO ITALIA

S9

CENTRO ITALIA

Componenti plastici

CESSIONE MAGGIORANZA/MINORANZA QUOTE/AZIONI - PARTNERSHIP

Primaria azienda di medie dimensioni specializzata nella progettazione e produzione di componenti plastici interessata a valutare ingressi qualificati nel capitale o partnership operative per sviluppo del business.

S10

CENTRO ITALIA

Meccanica

CESSIONE MAGGIORANZA/MINORANZA QUOTE/AZIONI

PMI specializzata nella progettazione e produzione di minuteria metallica di alta precisione cede maggioranza per mancato passaggio generazionale.

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VITA DA MANAGER

“Pochi giovani nelle aziende italiane„ Parola di Giuseppe Mirenda, nuovo brand manager di Bros Manifatture. “Dall’estero possiamo prendere la pianificazione ma noi siamo più creativi” di V. Carboni 50


All'Italia serve più fiducia, da parte di tutti

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alla Svizzera alle Marche, precisamente ad Ascoli Piceno. La visione dei nuovi trend di mercato, la comunicazione, la ricerca e lo sviluppo di nuovi prodotti e processi passeranno attraverso di lui. Il nuovo brand manager di Bros Manifatture (proprietaria dei brand Brosway, Rosato, S’Agapò, Bros Cinturini e Dhiva) ha le idee chiare e immagina un’Italia che si risolleverà dalla crisi. Qual è il percorso che l’ha portata ad essere nominato nuovo brand manager della Bros? “Ho lavorato per Swarovski dal 1998 al 2006 e per Swatch dal 2006 al 2014: è stato un percorso molto positivo, in cui mi sono misurato con enormi soddisfazioni relative al lavoro di distribuzione e al raggiungimento di fatturati ottimi. Ecco, dopo tutti quegli anni in aziende straniere, austriaca e svizzera, sentivo il desiderio di nuove sfide ma anche di lavorare con una realtà italiana che avesse una missione internazionale”. Un’azienda in forte crescita la Bros, dove volete arrivare? “Bros è un’azienda in fortissima espansione. L’obiettivo è continuare a crescere ad un ritmo piuttosto accelerato: non solo in Italia, dove abbiamo già un’ottima distribuzione con negozi monomarca e normal trade ma soprattutto all’estero, dove è iniziato uno sviluppo molto incisivo, sia con la distribuzione diretta che con alcuni partner. Nell’ultimo anno abbiamo aperto due monomarca a Kuala Lumpur, in Malesia, con il brand Rosato e ci accingiamo ad inaugurarne un altro a Pechino con brand Brosway”. In base alla sua esperienza internazionale, in cosa sono diverse le aziende italiane da quelle del resto d’Europa? C’è

una cosa che più di altre le caratterizza? “Le aziende italiane hanno quel tocco di creatività in più che agli altri manca e soprattutto riescono a trovare un lato positivo anche in situazione estremamente complesse; inoltre, sono fatte da persone che sentono una fortissima appartenenza aziendale. Di contro, le straniere, hanno un eccellente modo di operare dal punto di vista dell’organizzazione e della pianificazione. Ecco, senz’altro su quest’ultimo aspetto le imprese nostrane dovrebbero migliorare”. Cosa porterà della sua esperienza in Swatch e Swarovski? “Un’esperienza di oltre 16 anni in due tra le più grandi multinazionali al mondo in tema di accessori. Più di tutto credo che porterò l’aspetto organizzativo e pragmatico di cui già accennato, che in quelle aziende è molto evidente”. Quali sono i requisiti indispensabili per un buon manager? “Ritengo che una persona che ricopre un incarico del genere debba saper creare un team di lavoro e operare agevolmente in squadra. Credo poi che debba avere una visione a medio e lungo termine e allo stesso tempo una grande umiltà, unita alla consapevolezza di essere d’esempio per tutto il personale dell’azienda”. Le cose più “divertenti” nel suo lavoro? “Senza dubbio programmare, pianificare, studiare. Confrontarmi con le opinioni e le idee del mio team e guardare agli obiettivi, per raggiungerli”. Qual è la sua “giornata-tipo”? “La mia giornata inizia molto presto, tra l’altro dormo poco, ho una media di 5 ore per notte, diciamo che i pensieri mi avvolgono sempre la testa. Quindi sveglia,

colazione e lettura dei principali giornali. Arrivo in ufficio alle 8 circa e vengo subito coinvolto nella routine di telefonate, email, riunioni, fino a sera tardi. Poi c’è un momento in cui ‘chiudo tutto’ e mi dedico alla famiglia”. Il mercato del lavoro italiano è in una fase molto critica. Cosa può servire, secondo lei, a dare una spinta al Paese? “Più fiducia, da parte di tutti. Dobbiamo allontanarci da questa negatività che avvolge l’Italia da qualche anno. È vero, il momento è critico ma noi italiani abbiamo più di altri popoli la capacità di trovare sempre un lato positivo. Io sono ottimista per natura e voglio sperare che col tempo le cose si aggiustino. Si parla tanto di Jobs Act: secondo me tutte le idee che introducono novità e che vanno nella direzione di portare una crescita, sono buone; poi sarà il tempo a confermare o smentire. La cosa importante da fare, è capire che noi abbiamo un knowhow unico, che nessuno ci può contestare. Ecco, dobbiamo prendere la cosa che sappiamo fare davvero bene e portarla all’estero”. I giovani sono sempre meno giovani quando entrano in azienda, cosa ne pensa? “Forse questo è il vero grande problema dell’Italia. Io credo che la scuola possa fare molto: i giovani dovrebbero entrare in azienda già dalle scuole superiori, di concerto con il piano studi, a prescindere che poi vogliano iscriversi all’Università. Il problema è che in Italia ci si entra tardi, tardissimo nel mercato del lavoro, a differenza di quello che invece accade all’estero. In Bros l’età media è molto bassa, anche per questo l’azienda cresce: i giovani sono l’arma che ci dà energia per raggiungere gli obiettivi”.

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IMPRESE

“Illuminando il mondo un'onda alla volta”

L'Italia non investe in ricerca: ce ne andiamo in Scozia Un neo laureato, Christian Carestia, un ingegnere, Giuseppe d'Ambrosio, un inventore, Artemio Luciani e un manager, Emilio Montevidoni: un team d'eccezione per il progetto della turbina “Giar” che produrrà energia dal mare in modo innovativo. Premiati all'Italia Camp e vincitori dell'Oscar marchigiano 2014 per l'ambiente sono corteggiati all'estero ma ignorati in Italia. Ne parliamo con il dottor Montevidoni di A. Dachan

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uò illustrarci l'idea che ha portato alla nascita del vostro progetto? “Tutti i più grandi scienziati concordano che la maggiore fonte di energia nel mondo può essere ricavata sfruttando le onde e le correnti del mare. Tra le principali tecnologie oceaniche, quella della colonna d’acqua oscillante (dall’inglese 'Oscillating Water Column', 'OWC') è tra le più performanti, tuttavia non esistono ancora dispositivi efficienti per sfruttare l’energia dalle onde basse come quelle del Mare Mediterraneo. Grazie all’intuito di Artemio Luciani e Giuseppe D’Ambrosio, è nata una nuova tecnologia da applicare ai sistemi OWC, che risolve i problemi ed i limiti tecnici di tali dispositivi (bassa efficienza, incapacità di attivarsi con onde bassa - inferiori ad 1.5m , complessità, alti costi di

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manutenzione, rumorosità). Tutti questi vantaggi si ottengono utilizzando una rivoluzionaria turbina intubata ad asse verticale, denominata 'Giar', capace di ruotare nello stesso senso di rotazione nonostante il cambio di direzione del fluido in ingresso. Rispetto alle turbine concorrenti, la turbina dimostra maggiori rendimenti, soprattutto con onde di potenza minima (può attivarsi anche con onde di 20cm di altezza). Inoltre, l’adozione di questa turbina garantisce ulteriori vantaggi tecnici”. Come avete accolto la notizia dell'assegnazione dell'Oscar marchigiano per l'ambiente? “I premi fanno sempre piacere, anche se, oltre alle pacche sulle spalle, difficilmente si riesce ad ottenere altro: i finan-

ziamenti necessari per progetti di ricerca simili al nostro arrivano (quando arrivano) con grandi difficoltà. Nel 2012 avevamo già vinto (riuscendo ad emergere in mezzo a 1800 partecipanti) nell'ambito del concorso 'La tua Idea per il Paese' - Italia Camp , un premio sponsorizzato dalla Presidenza del Consiglio”. Il vostro team conta un neo laureato in ingegneria meccanica, un perito industriale, un manager e un inventore: cosa vi unisce? “È nato tutto per caso. Stavo cercando novità nell'ambito delle energie rinnovabili e ho conosciuto Luciani, che mi ha parlato della sua idea, sviluppata con Giuseppe D’Ambrosio. Poi si è aggiunto Christian Carestia, ventiseienne, neo laureato in ingegneria meccanica in Ir-


landa, conosciuto a Medjugorie (non lo direi). Oltre a questo brevetto, Artemio Luciani, che è un genio straordinario, con una grande testa e una spiccata manualità, ha già depositato diversi brevetti ed è molto apprezzato per ciò che fa”. Quando si passerà dalla fase progettuale a quella produttiva? “Cerchiamo finanziatori/investitori privati. Diversi buyers sarebbero pronti ad acquistare il prodotto, che però è ancora in fase progettuale. Molte ditte del posto potrebbero integrarlo, altre sono pronte a sostenerne la realizzazione. Il problema non è solo avere buone idee, ma riuscire poi a svilupparle e per farlo servirebbe il sostegno delle istituzioni. Andrebbe valorizzato il genio italico, invece lo si ignora. Finora siamo andati

avanti solo con le nostre risorse. Però crediamo nelle potenzialità della 'Giar' e non vogliamo demordere: così, dopo una fase di stallo in Italia, abbiamo deciso di interfacciarci con la Scozia”. Perché in Scozia? “Perché la Scozia investe molto nelle rinnovabili. Il mare è l'unica fonte che non è stata ancora del tutto valorizzata; la sua potenza è h24. Nel 2020 vogliono illuminare l'intero paese con la sola forza del mare, nonostante siano un paese produttore di petrolio. Il nostro progetto è piaciuto molto, tanto che il governo intende finanziarlo e realizzarlo”. Un altro caso di genio italiano che va all'estero? “Fa male ammetterlo, perché amia-

mo il nostro Paese, ma qui non si investe in ricerca e quindi non c'è futuro. Non si riesce a dare corpo alle idee per commercializzarle. All’estero sono stati depositati 70mila brevetti italiani e ben 300mila laureati sono dovuti migrare per far valere i loro progetti. Ciò la dice lunga sulla fattibilità dei progetti nel nostro Paese. Purtroppo devo confermare, anche nel nostro caso questo trend. L'Italia non è una nazione che investe in ricerca e quindi bisogna puntare altrove. È un vero peccato, perché di menti creative e progetti validi ce ne sono un'infinità, tanto che all'estero trovano subito sbocco. Bisognerebbe resettare tutto e smettere di fare gli interessi di pochi”.

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BORSA

Il firmamento delle marchigiane quotate In questa pagina presentiamo l’andamento di Borsa delle società marchigiane quotate

Biesse Segmento: Performance 6 mesi: Performance 1 anno: Trend:

TOD’S Star +27,22% +137,79%

Mese positivo per il titolo BIESSE che si apprezza, seppur di misura, sul mese precedente. Gli analisti confermano l'ipotesi di nuovi apprezzamenti, vista anche la performance rispetto all'indice Ftse All-Share, (+ 0,876 % sulla giornata di borsa del 29/09/14), segno che il titolo ha sovra performato la media di mercato. I volumi sono risultati pari a 32 mila unità scambiate, un valore tuttavia inferiore alla media settimanale. Gli investitori non sono ancora partecipi e la volatilità ancora ridotta.

Indesit Ord. Segmento: Performance 6 mesi: Performance 1 anno: Trend:

BlueChip -15,54% -42,57%

Fase negativa per il comparto del Lusso, connesso alle tensioni internazionali. Il titolo TOD'S ha risentito, infatti, dell’incertezza sulla piazza di Hong Kong che pesa circa il 9-10% del totale vendite. Su base mensile il titolo perde oltre il 5,5%, e in termini di performance sul Ftse All-Share il -1,704% sulla giornata di borsa del 29/09/14. I volumi sono pari a 149 mila pezzi scambiati, un valore in crescita, segno che gli investitori credono alle prospettive del titolo. Probabile l'avvio di una fase a volatilità elevata.

Elica BlueChip -3,61% +50,53%

Mese contrastato per il titolo INDESIT COMPANY, che lascia sul mercato circa l’1,6% del suo valore sul mese precedente. Gli analisti, infatti, negano rialzi di breve termine, supportati anche dai dati di performance relativa sul Ftse All-Share (-1,264 % sulla giornata di borsa del 29/09/14). I volumi sono dell’ordine di 386 mila unità, un valore inferiore alla media e segno di una partecipazione decrescente da parte degli investitori.

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Segmento: Performance 6 mesi: Performance 1 anno: Trend:

Segmento: Performance 6 mesi: Performance 1 anno: Trend:

Star -21,38% +8,57%

Mese a somma zero per Il titolo ELICA, che rimane sostanzialmente stabile sui valori di fine agosto 2014. Gli analisti ipotizzano nuovi cali, che troverebbero motivazione nella performance sull'indice Ftse All-Share, (-1,640 % sulla giornata di borsa del 29/09/14). L’azione ha fatto peggio del mercato. I volumi sono bassi e pari a circa 5.500 pezzi scambiati, un valore inferiore alla media e segno di una partecipazione decrescente da parte del mercato.

Rubrica a cura di Michele Sasso Divisione Strategia e Finanza di Impresa – Gruppo Sida m.sasso@sidagroup.com Tel. 071.28521


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FORMAZIONE

L’edilizia cambia volto Crisi e scenari futuri: l’esigenza di nuovi manager per il comparto Il prolungarsi della crisi sta accentuando i problemi di un settore traino dell’economia italiana

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o scenario di una gestione immobilizzata degli investimenti nel settore edile ed in particolare del costruito, va ad evidenziare la necessità di creare una figura manageriale con competenze nuove che riesca a rispondere a due domande fondamentali per la ripresa economica: Come e verso quali modelli di business costruire il nuovo? Come gestire il costruito in pancia ad imprese e privati? Le figure manageriali più all’avanguardia si specializzano ed innovano da sempre per trovare la risposta più efficace al primo quesito, ma quello che risulta nuovo ed inesplorato perché non ha mai rappresentato un problema, fino a prima della crisi, riguarda il secondo aspetto: “che cosa fare con investimenti immobiliari che oggi producono solamente perdite ed ingenti costi di gestione?”. La risposta fino a qualche anno fa era: ven-

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dere e attuare un nuovo piano di business con la liquidità ricavata. Oggi, con quasi l’impossibilità di liquidare il bene e con il prolungarsi dei tempi per concretizzare una vendita, occorre saper trovare soluzioni differenti per rispondere in maniera tempestiva ed efficace a tale quesito. Per risolvere il problema non basta più essere un bravo venditore o affidarsi ad una società di marketing all’avanguardia, ma occorre avere le competenze necessarie per capire l’influenza del bene in oggetto in tutte le sue sfaccettature. I temi da conoscere sono molteplici e sono rappresentati dall’incidenza che il bene ha in bilancio, dalla fiscalità applicata, dalla tassazione sulla vendita, dal ritorno finanziario del piano di investimento, dalla conoscenza di tutte le tecniche estimative, dalla possibilità di utilizzo come leva finanziaria del bene, dal business project prospettico, dalle incentivazioni comunitarie messe a disposizione dall’Europa,

dalle tecnologie di riqualificazione energetica e da tutti quegli strumenti che possono permettere di gestire al meglio un bene qualora non venisse venduto. Società immobiliari, istituti finanziari ed anche aziende che non fanno parte specificatamente del settore, ma che hanno un ingente quota patrimoniale investita negli immobili, si sono dimostrati molto sensibili al problema e consapevoli della necessità di formare nuove figure manageriali.Per rispondere a questa esigenza la Sida Group in collaborazione con Insieme s.r.l. dopo aver verificato che tale scenario è comune a gran parte delle imprese con cui collabora ha deciso di intraprendere un percorso di formazione manageriale volto a formare una classe dirigente in grado di saper leggere fra le sfaccettature del mercato Real Estate, munendola degli strumenti necessari per raggiungere performance di alto livello.


FOCUS SUL MASTER IN REAL ESTATE MANAGEMENT È prevista la partenza della nuova edizione del Master di alta formazione manageriale nel settore Real Estate (Master in Real Estate Management), nuovo punto di forza della formazione specialistica e manageriale di Insieme srl (specializzata in M&A e formazione in management per professionisti) in collaborazione con la Sida Group (Servizi Integrati di Direzione Aziendale) – Isd (Istituto Studi Direzionale – Settore Business School specializzata formazione manageriale). Il Master prevede un percorso formativo di 128 ore che consentirà ai partecipanti di acquisire tutti gli strumenti e le competenze tecniche necessarie per capire, conoscere e gestire il mercato immobiliare a 360° mediante l’utilizzo di avanzati strumenti per la valutazione immobiliare, per l’ottimizzazione della gestione degli attivi immobilizzati e della M&A di

immobili, e criteri manageriali innovativi per la presa di decisioni e progettazioni in presenza di investimento. Il Master in Real Estate Management rappresenta la risposta di Insieme srl in partner con la Sida Group alle sfide poste dall’avvento della crisi del settore e la prepotente introduzione di nuove tecnologie costruttive nella filiera housing, che hanno portato all’esigenza di uno sviluppo imprenditoriale completamente diverso e molto più sofisticato, incentrato su capacità di innovazione ai massimi livelli. AGEVOLAZIONI Per agevolare la partecipazione delle imprese e dei liberi professionisti e ottimizzare il loro percorso di formazione e apprendimento, Insieme srl in partnership con Sida Group offre anche la possibilità di frequentare singoli Moduli del Master, tarando, in questa maniera, la formazione sulle specifiche esigenze

del beneficiario. Sono previste, inoltre, borse di studio totali o parziali, tirocini e voucher formativi per la partecipazione. Accanto al Master le società promotrici offrono ai partecipanti il supporto consulenziale del suo staff di professionisti per affiancare, al termine del percorso formativo, i partecipanti nell’introduzione del mondo Real Estate tramite collaborazioni con le numerosissime aziende che si interfacciano con esse. Un connubio, quello della formazione tecnica e della consulenza e collaborazione postmaster, che rappresenta indubbiamente un valore aggiunto per tutti i partecipanti.

Germano Volatili Area Formazione Manageriale & Imprenditoriale Sida Group Mattia Bocchini Area Merger & Acquisition Sida Group

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FORMAZIONE

Alle prese con dislessia, disgrafia e discalculia Diversi bambini investono troppo tempo per eseguire un compito semplice. Ma prevenire si può. di V. Carboni

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a buona notizia è che, stando alla letteratura scientifica, le difficoltà scolastiche di molti bambini poche volte sono riconducibili a disturbi specifici dell’apprendimento (noti anche come DSA). La cattiva notizia è che spesso tali difficoltà sono il segnale di abilità non adeguatamente apprese, che derivano da un non corretto sviluppo delle funzioni di base. Ciò significa che, nonostante l’attenzione che oggi si dedica all’infanzia, esistono ambienti educativi che non accompagnano o potenziano lo sviluppo dell’individuo, nei giusti tempi e con le adeguate modalità. I disturbi specifici dell’apprendimento, oramai riconosciuti dallo Stato Italiano (legge 8 ottobre 2010, n° 170), interessano circa il 3-4% della popolazione scolastica, tra i 6 e i 10 anni circa. “La dislessia, la disgrafia e la discalculia sono le ‘etichette’ più note – specifica la dott.ssa Anna Maria Latini, presidente del Centro Multispecialistico DSA di Ancona - ma quasi mai si presentano da sole; spesso i profili dei bambini

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e delle bambine si caratterizzano per la presenza di altre fragilità (memoria, attenzione, percezione visuo-spaziale, sequenzialità spazio-temporale), per cui la comorbilità è assai frequente. Si tratta, in sostanza di una mancata acquisizione di automatismo nell’apprendimento della lettura, della scrittura e del calcolo, permanente nel tempo. Le persone che ne sono soggette, hanno bisogno di più tempo per leggere, scrivere e calcolare. Investono una quantità di energia maggiore per eseguire un compito semplice. Sono dotate di buone capacità intellettive, ma fanno fatica ad eseguire correttamente una consegna scolastica. Sono consapevoli delle loro difficoltà e, dunque vivono gli errori con grande sofferenza emotiva e psichica. Tutto ciò incide molto nel vissuto di un bambino e di una bambina che, se possono, evitano gli impegni. Per questo, a volte, sono descritti come svogliati, pigri. Ma il dato importante è questo: le richieste di certificazione di DSA, da parte della scuola, ai

genitori, sono sempre più numerose, anche nel nostro territorio, mentre i bambini e le bambine che hanno realmente un disturbo specifico di apprendimento, resistente al cambiamento, sono rari. Per questo è necessario investire sulla prevenzione, sulla formazione degli/delle insegnanti, sulla multidisciplinarietà degli specialisti e sulla collaborazione tra questi, le famiglie ed il personale docente”. Ad Ancona c’è una cooperativa, formata da una squadra di professionisti di diverse discipline, il Centro Multispecialistico DSA, che ha ottenuto anche la qualifica di Polo Apprendimento (nelle Marche sono due i centri che si avvalgono del titolo, questo di Ancona e uno di Fermo). Il centro anconetano, quindi, dal 2013 è entrato a far parte di una rete nazionale di poli che si occupano di disturbi specifici di apprendimento. “I bambini non sono contenitori da riempire con nozioni – afferma la dott.ssa M. Maddalena Ricciardi, psicopedagogista - ; la plasticità neurale dei primi anni


di vita è una condizione privilegiata che consente di elaborare le informazioni e gli stimoli esterni, utilizzando al meglio i talenti individuali. Il nostro centro lavora sul potenziamento delle capacità innate; in questo modo ciascun bambino potrà evolvere con armonia. Prima degli otto anni, secondo la Consensus Conference, non si può effettuare una diagnosi, ma è certamente auspicabile, che i genitori e gli insegnanti in generale, prestino attenzione a tutti quei segnali che manda il bambino quando si interagisce con lui, nel gioco e nell’apprendimento. Sulla base delle ricerche scientifiche e delle linee guida da esse prodotte, sappiamo che un bambino di 3 anni circa, dovrebbe aver acquisito alcune abilità, come prestare attenzione ad un gioco per un periodo minimo di tempo, possedere una competenza comunicata verbale sufficientemente strutturata, dal punto di vista lessicale, morfologico e sintattico, muoversi nello spazio con buona padronanza del proprio corpo. Così come

sappiamo che a 5-6 anni dovrebbe avere una certa consapevolezza nell’osservare le cose”. L’optometrista, specialista della percezione e della qualità visiva, componente dell’équipe del Centro DSA, indaga e valuta le abilità visuo-funzionali e visuo-percettive. “La mia figura sta diventando fondamentale – spiega Fabio Mignanelli - poiché l’83% delle informazioni che ci provengono dal mondo esterno passano attraverso il sistema visivo. E se è vero che la diagnosi specifica ha bisogno di un bambino che abbia completato il primo biennio della scuola primaria, la prevenzione ed il potenziamento, in età molto precoce, possono facilitare la maturazione delle funzioni di base e, dunque, successivamente gli apprendimenti scolastici”. In quest’ottica il Centro Multispecialistico DSA ha elaborato un progetto pilota, primo in Europa, della durata di sei anni. Il progetto, “Primi pa si per imparare, dal nido alla scuola primaria”, è stato avviato nella prima fase presso il nido comunale “Pollicino”,

di Ancona, che ospita bambini dai 18 ai 36 mesi. L’azione si è concentrata sulla stimolazione naturale dell’area psicomotoria, comunicativo verbale e logico – matematica di ogni bambino. I risultati di questa prima fase di lavoro saranno comunicati nel convegno previsto per il 4 novembre, organizzato dalla stessa Cooperativa, dal Comune e dal CNIS Naz.le, all’Auditorium della Mole Vanvitelliana di Ancona: “Insegnami come imparare e imparerò – Potenziare per prevenire le difficoltà di apprendimento”. Il convegno vuole essere una proposta di approfondimento su queste tematiche ed offrirà l’opportunità per un confronto tra il mondo della scuola, le famiglie e gli operatori sanitari dell’età evolutiva. Per iscriversi ci si può collegare al sito: www.betaeventi.it , oppure compilando il modulo cartaceo posto dietro i pieghevoli che pubblicizzano l’iniziativa. Centro Multispecialistico DSA Info: 071.2076468-334.5322445

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CONSULENZA

Jobs Act

I punti chiave della riforma del Lavoro approvata in Senato

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ella stessa giornata del vertice europeo sull’occupazione a Milano, il Governo Renzi ottiene il primo via libera al Senato con 165 voti favorevoli, 111 contrari e 2 astenuti. Animata la discussione in aula, tra lanci di monetine e regolamenti del Senato, espulsi e dimissioni anche all’interno della minoranza Pd. Ma dall’Europa, più precisamente dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, arrivano i complimenti per “aver adottato misure molto importanti” per risolvere il problema della disoccupazione giovanile. “Il Jobs Act – ha dichiarato il Presidente del Consiglio Matteo Renzi – ha come obiettivo quello di sfoltire la giungla di contratti e far diventare quello a tutele crescenti la forma principale di inserimento nel mercato del lavoro”. Per Giuliano Poletti, ministro del Lavoro, con questa riforma si vogliono creare 83mila nuovi posti di lavoro e, inoltre, “il governo intende modificare il regime del reintegro così come lo prevede l’articolo 18, eliminandolo per i licenziamenti economici e sostituendolo con un indennizzo economico certo e crescente con l’anzianità”. Rimarrà, pertanto, la possibilità di reintegro dopo licenziamento discriminatorio e per violazioni gravi sui

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disciplinari. Quello che nelle ultime settimane è stato l’argomento caldo, che ha suscitato scontri, dibattiti accessi, manifestazioni e lo schieramento deciso delle parti sociali è, almeno fino alla presentazione dei decreti delegati, sostanzialmente invariato. Da capire, tuttavia, se è un bene o un male. 1. Semplificazione contratti “Una riduzione delle forme contrattuali, a partire dall’unicum italiano dei co.co. pro., favorendo la centralità del contratto di lavoro a tempo indeterminato con tutele crescenti, nella salvaguardia dei veri rapporti di collaborazione dettati da esigenze dei lavoratori o della natura della loro attività professionale”, si legge in un nota. Fondamentalmente dovrebbe trattarsi di una forma contrattuale che costa meno alle aziende rispetto a quelle a termine. Chi avrà un contratto a tempo indeterminato, sia giovane che riassunto, non godrà da subito delle stesse tutele garantite dagli attuali contratti stabili, ma le otterrà gradualmente. Quali siano le tempistiche e i gradi che il lavoratore dovrà superare verranno indicati dall’esecutivo una volta ottenuto l’ok del Parlamento. Il contratto a tempo inde-

terminato a tutele crescenti dovrebbe diventare la modalità di assunzione principale sfoltendo così le decine di forme contrattuali e le norme esistenti. Il Jobs Act punta alla creazione di un “Testo organico semplificato delle discipline delle tipologie contrattuali e dei rapporti di lavoro”. Dovrebbe essere introdotto, eventualmente anche in via sperimentale, il compenso orario minimo anche per i rapporti di collaborazione. 2. Ammortizzatori Sociali “Una rete più estesa di ammortizzatori sociali rivolta in particolare ai lavoratori precari, con una garanzia del reddito per i disoccupati proporzionale alla loro anzianità contributiva e con chiare regole di condizionalità attraverso un conferimento di risorse aggiuntive a partire dal 2015”. Il testo propone la riforma della Cig (cassa integrazione guadagni) che, in caso di cessazione dell’attività aziendale, non sarà più utilizzabile e che sarà accessibile solo dopo aver applicato le varie tipologie contrattuali di riduzione dell’orario di lavoro. Saranno rivisti anche i limiti della durata dell’indennità (attualmente è fissata a due anni per la cassa ordinaria e quattro per la straordinaria),


e una maggiore partecipazione delle aziende che vi ricorrono. È prevista, inoltre, la riforma dell’Aspi, l’indennità di disoccupazione: la durata del trattamento di disoccupazione dovrà essere calcolata sulla base della pregressa storia contributiva del lavoratore con incremento della durata massima per quelli con carriere contributive più rilevanti e la riduzione dei massimali per la contribuzione figurativa (riepilogo dei contributi versati, contributo soggettivo, contributo integrativo per gli iscritti alle casse dei liberi professionisti e i contributi previdenziali in genere versati individualmente o dal datore di lavoro per gli iscritti all'INPS o da quelli accreditati gratuitamente in specifiche situazioni). L’Aspi si trasformerebbe in una sorta di assegno di disoccupazione universale, esteso anche ai contratti di collaborazione coordinata e continuativa, i co.co.co. che però prevedrebbero un periodo almeno biennale di sperimentazione a risorse definite prima dell’entrata in vigore. 3. Modifiche agli articoli 4 (controlli a distanza) e 13 (mansioni flessibili) La disciplina dei controlli a distanza viene rivista con un’apertura all’utilizzo delle

nuove tecnologie per la ‘sorveglianza’ ed il ‘tele-lavoro’, garantendo la tutela della dignità e riservatezza del lavoratore. In caso di processi di riorganizzazione, ristrutturazione o conversione aziendale con l’interesse del lavoratore alla tutela del posto di lavoro, della professionalità e delle condizioni di vita, prevedendo limiti alla modifica dell’inquadramento, il passaggio da una mansione all’altra sarebbe reso più flessibile, introducendo anche la possibilità di demansionamento. 4. Incentivi all’impiego, ferie e contratti solidali “Servizi per l’impiego volti all’interesse nazionale invece che alle consorterie territoriali, integrando operatori pubblici, privati e del terzo settore all’interno di regole chiare e incentivanti per tutti”. Il Jobs Act prevede l’istituzione di un’Agenzia nazionale per l’impiego al cui funzionamento si provvederà “con le risorse umane, finanziarie e strumentali già disponibili”. Si punta alla semplificazione delle procedure di assunzione e gestione dei rapporti lavorativi, introducendo la possibilità di gestire tutti gli adempimenti di tipo amministrativo via

internet. Nell’ottica di combattere la disoccupazione è prevista la semplificazione ed estensione dell’applicazione dei contratti di solidarietà per permettere alle aziende di aumentare l’organico riducendo l’orario di lavoro e la retribuzione del personale.Arrivano inoltre le ferie solidali, ovvero la possibilità di donare il proprio surplus di ferie ad un collega che ne ha bisogno per assistere figli minori che necessitano di cure. 5. Tfr in busta paga Presentata alle associazioni datoriali e ai sindacati una proposta di superamento del Tfr che prevede un passaggio volontario della liquidazione in busta paga che, contrariamente a quanto analizzato in prima istanza, non avrebbe alcun impatto sulla liquidità delle aziende. In parole povere, la quota di liquidazione lorda maturata annualmente verrebbe trasferita, totalmente o al 50%, in busta paga tramite credito bancario in soluzione unica, per chi scegliesse questa soluzione. Le imprese continuerebbero ad accantonare il Tfr e pagherebbero l’importo della liquidazione al momento della chiusura del rapporto di lavoro non più al dipendente ma alla banca.

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INNOVAZIONE

Le startup nell’era digitale Il passo dall’intuizione alla realizzazione è veramente così breve?

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on il termine startup ci si riferisce alla fase di avvio di un’attività imprenditoriale, sia essa online, con una sede fisica, che crei prodotti o servizi. È logico, quindi, come in questa fase le neo-imprese presentino un alto rischio, ma anche una maggiore prospettiva di guadagno. Spesso la parola startup viene associata al mondo del Web e proprio a supporto di questa tesi è curioso notare come sempre più numerose siano le startup digitali che nascono per i più disparati motivi. Analizzando i dati forniti dalla Mind the bridge Foundation risulta, infatti, che ben il 49% delle startup nate in territorio italiano operano in ambito Web e il 21% nell’ambito, più generico, dell’ICT. Le iniziative legate alle startup digitali,

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nonostante le ferite della bolla dot-com del nuovo millennio, sembrano trovare terreno fertile anche grazie alla concezione secondo la quale creare un qualcosa inerente al Web sia più 'facile'. Basti, infatti, pensare che spesso non occorre nemmeno avere una sede fisica per avviare la propria impresa. Le 'online startup' , anche se apparentemente agevolate dalla rapidità di creazione, devono comunque confrontarsi con il mercato e sottostare alle sue regole. È logico che non tutte le startup che nascono riescono a raggiungere gli obiettivi desiderati, anzi, il tasso di conversione idea-impresa in Italia è solamente del 9,6% contro la media europea del 10,6%, e una spaventosa percentuale tedesca pari al 47%. Il panorama imprenditoriale digitale ri-

sulta però denso di proposte e offerte. Appena dieci anni fa le imprese digitali si limitavano a vendere banner pubblicitari, mentre oggi, nell’epoca del 'cloud' e del 'crowd', dove tutto è condiviso e memorizzato 'sulla nuvola', l’offerta si è nettamente differenziata: dati, applicazioni, licenze, e-commerce, contenuti, download, servizi.. È chiaro come un modello di business semplice, immediato e innovativo possa rappresentare la chiave di volta per una piccola startup digitale. Citando Michael Porter, economista americano e professore ad Harvard, la strategia di un'impresa deve essere ben definita per evitare il rischio più grande, ovvero il cosiddetto 'stuck in the middle' (letteralmente rimanere incastrati), situazione che raramente produce un


vantaggio competitivo sostenibile o una posizione competitiva ben distinta. Le startup, e le imprese in generale, devono saper scegliere il piano di sviluppo più pertinente alle caratteristiche del settore e di loro competenza per cercare di rientrare in quel 9,6% sopracitato. È proprio in questa fase che entra in gioco l’aiuto dell'incubatore di impresa, un programma progettato per sostenere le startup attraverso la fornitura di servizi di consulenza, la gestione di una rete e di un market place con imprenditori e investitori e la creazione di spazi di coworking che ospitano le neo-imprese favorendo sinergie e stimolo reciproco. Il ruolo dell'incubatore d’impresa è quello di fornire le competenze imprenditoriali necessarie al supporto del processo

di startup. La parola d’ordine è integrazione: in questo universo tecnologico in forte espansione è necessario supportare le idee dei giovani imprenditori con un mix di servizi professionali in grado di sviluppare, migliorare, perfezionare l’idea traghettandola dalla fase iniziale di sviluppo (detta anche 'early stage') fino al mare aperto del mercato, che giudicherà il progetto. È più utile favorire l’incontro tra idee e competenze più che tra idee e capitali, i quali si materializzano una volta che dalla teoria si passa alla pratica. Solitamente un programma di accelerazione, a differenza di un incubatore, ha una durata ben più lunga e si orienta su tematiche differenti, quali la risoluzio-

ne di difficoltà organizzative, operative e strategiche che potrebbero comparire durante il percorso di vita di un’impresa. È in questo contesto che opera The Hive, offrendo programmi di accelerazione e insegnando alle neonate aziende a funzionare, aiutandole nella fase di transizione tra adolescenza e età adulta. The Hive mira inoltre a promuovere lo sviluppo economico e soprattutto la creazione di lavoro integrando talenti, tecnologie, know-how e capitale all’interno di una rete che favorisce la crescita di nuova impresa.

Giuseppe Villa Business Devolpper The Hive

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INNOVAZIONE

Marche: in arrivo dall'UE i fondi per ridurre i consumi energetici a cura di Cna Marche

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e Marche sono al settimo posto per la produzione di energia rinnovabile, con il 20,6 per cento del totale, mentre i consumi di energia rinnovabile sono fermi al 10,9 per cento. Entro il 2020 bisogna arrivare al 20 per cento di energia ricavata da fonti rinnovabili e dobbiamo aumentare del 20 per cento l'efficienza energetica. Per il raggiungimento di questi obiettivi l’Unione Europea ha messo a disposizione della regione Marche un fondo di 67,4 milioni di euro fino al 2020 così suddivisi: 27 milioni per la riduzione dei consumi energetici negli edifici pubblici e nelle reti di illuminazione; 27 per ampliare il parco mezzi per il trasporto pubblico con veicoli a basso impianto ambientale; 6,7 milioni per ridurre i consumi energetici delle imprese e altrettanti per lo sfruttamento sostenibile delle bioenergie. Dei programmi della Regione Marche e dei

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Fondi europei per l’energia, si è discusso alla Rotonda a Mare di Senigallia alla presenza del segretario Cna Marche, Otello Gregorini, di Marco Bilei, responsabile Ambiente ed Energia di Cna, del sindaco di Senigallia e presidente Anci Marche Maurizio Mangialardi, di Elena Montironi per Svim, di Cinzia Colangelo, project manager Ite Regione Marche, del presidente regionale di Legambiente Luigino Quarchioni, di Simone Baglieri di Banca Popolare di Ancona e di Alessandro Angeletti di EscoMarche s.r.l. L’assessore regionale alle Politiche Comunitarie, Paola Giorgi, ha illustrato le strategie di utilizzo dei Fondi strutturali per l’Energia per il periodo 2014 – 2020. "Per i Comuni è fondamentale poter utilizzare i fondi europei per ridurre i costi energetici, ma chiediamo alla Regione di introdurre percorsi che ci permettano di accedervi. Il Comune di Senigallia ha do-

vuto rinunciare all'efficientamento energetico della scuola Marchetti perché non abbiamo risorse per la quota di cofinanziamento a carico del Comune, a causa del Patto di Stabilità. Gli investimenti per l'efficienza energetica vanno esclusi dal Patto", ha dichiarato Mangialardi. Affermazione condivisa dall'assessore Giorgi, che ha posto il tema dell’esclusione dei Fondi per il risparmio energetico dal Patto di Stabilità al Governo “perché gli investimenti fatti in questo settore consentiranno di tagliare i costi delle bollette energetiche dei Comuni per i prossimi anni”. “Questi finanziamenti, - ha affermato il segretario Cna Marche Otello Gregorini se ben utilizzati, possono costituire una grande opportunità per la riduzione del consumo di energia negli edifici pubblici, per ridurre le emissioni di gas serra, au-


da sinistra Gregorini, Giorgi, Mangialardi, Bilei

mentare l’utilizzo di energia ricavata da fonti rinnovabili e sostenere l’attività delle imprese impegnate nel settore energetico e nell’edilizia.” ESCOMARCHE, UNA SOCIETA’ PER IL RISPARMIO E L’EFFICIENTAMENTO ENERGETICO Ridurre del 20 per cento i consumi di energia attraverso il perseguimento di azioni specifiche per il risparmio e l’efficienza energetica degli immobili di proprietà pubblica. Per raggiungere questi obiettivi, Regioni ed enti locali fanno ricorso alle ESCO (Energy Service Company) e ai contratti di rendimento energetico per finanziare le riqualificazioni energetiche degli immobili di proprietà pubblica e migliorare l’efficienza energetica. Nelle Marche la Cna, insieme a Confapi, Legambiente, Banca popolare

di Ancona ed Esco Italia, ha costituito ESCOMARCHE, una società che, oltre a supportare la Pubblica Amministrazione, offre consulenze sul risparmio e l’efficientamento energetico, elabora studi di fattibilità, si occupa di formazione e diffusione della gestione e della cultura per un uso razionale dell’energia, collabora con le Università, predispone e partecipa a “progetti europei”. ESCOMARCHE si rivolge a enti pubblici, privati e aziende. Dopo aver eseguito una fotografia del sistema esistente, viene presentata una proposta di intervento, indicando la riduzione dei consumi ed il risparmio conseguente. Per quanto riguarda gli enti locali, gli interventi possibili riguardano la pubblica amministrazione, l’efficientamento dell’immobile, le centrali termiche, l’illuminazione interna dei locali, il comportamento dei dipendenti. Le ESCO possono realizzare questi interventi uti-

lizzando uno strumento finanziario innovativo chiamato ‘finanziamento tramite terzi’, senza alcun esborso di capitali da parte del committente. In pratica, se un committente, pubblico o privato, vuole effettuare un intervento per ridurre i propri consumi energetici, può rivolgersi a ESCOMARCHE, che provvede a ricercare sia i fornitori sia le risorse finanziarie. Il costo dell’opera è tutto a carico della società. Una modalità questa che, per quanto concerne gli enti locali, consente loro di realizzare gli interventi, superando i vincoli posti dal Patto di stabilità interno.

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INNOVAZIONE *PRESIDENTE CLUBTI CENTRO Al suo secondo mandato in qualità di Presidente dell’associazione che l’ha accolta oltre dieci anni fa, quando ancora si chiamava CLUBTI Marche, in quanto professionista esperta di Sistemi Informativi. Ha, di fatto, portato ClubTi da una dimensione regionale ad una più ampia che accoglie i professionisti del mondo IT anche da Abruzzo, Umbria e Toscana.

“Competenze e sfide future dell’ICT” di Serenella Ruggieri*

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onostante il confronto con un panorama economico che da tempo ha superato i confini nazionali, la proiezione delle aziende del nostro territorio verso lo sviluppo futuro è ancora approcciata in termini molto tradizionali. Le potenzialità strategiche delle aziende soffrono rallentamenti a causa di un’inadeguata organizzazione del lavoro, accompagnata da una gestione delle risorse umane ormai superata e dalla mancanza di sviluppo e ricerca di figure manageriali che dispongono di competenze ottenute secondo processi di formazione e qualità. Inoltre, la spinosa questione dei tagli dei costi che le imprese hanno dovuto, e devono tuttora, sostenere, colpisce da vicino un’area, quella dell’IT, che necessita di importanti investimenti e che porta i suoi frutti, intesi come crescita e ottimizzazione del business, più in là nel tempo. Per CLUB TI Centro rappresenta valore aggiunto il continuo confronto sui temi che riguardano il rapporto tra innovazione e impresa e l'analizzare la relazione, la maggior parte delle volte positiva, tra

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investimenti in Information Technology e performance aziendali. In un contesto globalizzato di crisi, spiccano realtà imprenditoriali che avendo puntato sull’innovazione dei processi produttivi e nell’approfondimento delle strategie di mercato come elementi chiave per accrescere la propria competitività distinguendosi nell’universomondo delle imprese, sono riuscite a sopravvivere, se non eccellere, in questi difficili anni. Stando ai dati elaborati dalla Commissione europea, le PMI che, in Europa, adottano tecnologie digitali innovative crescono ad una velocità 2-3 volte superiore rispetto alle altre imprese. È evidente quindi che se colte, le opportunità offerte dal web, dai nuovi modi di lavorare in mobilità, di razionalizzare i costi legati all’acquisizione e alla manutenzione della tecnologia di tipo “commodities” affidate a soluzioni in service rappresentate dall’offerta sempre più crescente della tecnologia cloud, queste strategie portano a risultati ben positivi.

Quello del Cloud è un fenomeno in forte ascesa che inciderà profondamente nello sviluppo dell’industria dell’IT e determinerà un forte impatto organizzativo e di crescita per le imprese che lo utilizzeranno. I servizi di Cloud Computing, siano essi IaaS (Infrastructure as a Service), ovvero l’utilizzo di risorse hardware in remoto, o SaaS (Software as a Service) cioè l’utilizzo di programmi installati su un server remoto, sono sfruttati per i soli servizi ritenuti effettivamente necessari dall’impresa e sono fortemente legati e migliorati se supportati da altre tecnologie, quali i dispositivi mobili, le reti wireless, il social networking e il data mining, affiancati dai più avanzati strumenti di Business Intelligence e Analytics. Non ultimo, ci sono aziende che hanno avviato progetti in grado di valutare e capitalizzare le intelligenze dei propri collaboratori interni ed esterni, attraverso strumenti di Social Enterprise. Escluse le aziende che già guardano all’innovazione e agli investimenti in Information Technology come strumento di business, o quelle che solo ora si


stanno adoperando per allinearsi al processo evolutivo dei sistemi produttivi e di gestione del business, rimane ancora aperta la questione dell’efficace comprensione e sfruttamento della potenzialità degli strumenti informatici al fine di attribuire un valore reale al settore ICT. Secondo quanto emerge dal rapporto ‘Survey CIO 2013’, la sfida dell’ICT passa anche attraverso la riorganizzazione del reparto IT e la diffusione di nuove figure professionali con competenze adeguate che consentano: • La comprensione e la pianificazione di una strategia di pieno potenziale IT in ottica di favorire la crescita del business, individuandone lo stato ottimale, sempre rimanendo in linea con le necessità aziendali. • La raccolta, l’ analisi e l’elaborazione dei dati informativi in possesso dell’azienda in tempo reale per generare valore aggiunto per le strategie presenti e future. • L’organizzazione e la pianificazione della governance IT, analizzando e strutturando processi, scalabilità, per-

formance, azioni decisionali, controllo e gestione. • Includere nei processi di fusione, acquisizione, cessione e delocalizzazione le scelte e le politiche da attuare sul piano IT, per rendere più efficaci ed efficienti le transizioni IT nel processo d’integrazione. In base a queste linee guida la competenza chiave per l’ICT del futuro è, e sarà, il Demand Management, che permetterà agli ICT Executives di garantire che gli investimenti ICT costituiscano un valore strategico, supportando e stimolando le azioni organizzative necessarie a rendere l'organizzazione più performante.

PROSSIMI EVENTI CLUBTICENTRO 6 NOVEMBRE, ANCONA "CERTIFICAZIONI DELLE COMPETENZE ED EVOLUZIONE DELLE PROFESSIONI IT" - Insieme ad illustri ospiti cercheremo di comprendere quali sono le professioni maggiormente richieste nel campo IT e quanto è importante certificarsi nel mondo del lavoro in questo settore. 14-15 NOVEMBRE, ANCONA "IAD 2014 - ITALIAN AGILE DAY" – L’ “Italian Agile Day 2014” (#iad14) è l’undicesima edizione della conferenza gratuita dedicata ai metodi agili per lo sviluppo e la gestione dei progetti software. CLUBTICENTRO sarà media partner dell'iniziativa e sarà coinvolto come interlocutore dei decision makers nell'importante e continuo confronto tra sviluppatori e mondo business. Per maggiori informazioni o per iscriversi a CLUBTICENTRO scrivere a info@clubticentro.it

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INCHIESTA

Il fisco sempre più a rate Secondo un'indagine di Confartigianato su dati Equitalia, nelle Marche si registrano 63.852 rateizzazioni attive per un importo di 677, 8 milioni di euro. A luglio 156mila pratiche avviate

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l fisco? Sempre di più a rate, perché, numeri alla mano, in una fase di scarsa liquidità si preferisce dilazionare piuttosto che saldare i debiti con lo Stato in un colpo solo. Così lo scorso mese di luglio, ha visto nel nostro Paese un vero e proprio record di adesioni: 156mila cartelle rateizzate con una media mensile doppia rispetto ai primi 6 mesi dell'anno. È quello che emerge da un’indagine condotta da Confartigianato Imprese Macerata su dati Equitalia, che vede le Marche, con 63.852 rateizzazioni attive con il fisco, per un importo totale di 677, 8 milioni di euro, posizionarsi al 13° posto tra le 19 regioni considerate da una rilevazione Equitalia, in cui la Lombardia guida la classifica delle regioni con oltre 384mila rateizzazioni attive per un importo di 5,5 miliardi, seguita dal Lazio (305mila per un importo di 3,7 miliardi), dalla Campania (265 mila per un importo di 3,2 miliardi di euro) e dalla Toscana (231mila per un importo di 1,9 miliardi). Dal 2015 rateizzare sarà poi ancora più

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facile perché la cartella Equitalia arriverà a casa già con il piano a rate. La rateizzazione si conferma quindi lo strumento più utilizzato per pagare le cartelle. Ad oggi in Italia sono attive 2,4 milioni di rateizzazioni per un controvalore di 26,6 miliardi di euro. Più della metà delle riscossioni di Equitalia oggi avviene tramite il pagamento dilazionato. Circa 76,9% delle rateizzazioni in essere riguarda persone fisiche, il restante 23,1% società e partite Iva. Considerando gli importi, il 65,9% è stato concesso a imprese e il 34,1% a persone fisiche. Il 70,8% delle rateizzazioni riguarda debiti fino a 5.000 euro, il 26,2% debiti tra 5.000 e 50.000 euro e il 2,9% oltre 50.000. Nel 2015 inoltre cominceranno a essere notificate le cartelle con allegati i piani di rateizzazione precompilati del debito che possono essere concessi in base ai parametri previsti dalla legge. Il contribuente potrà scegliere di saldare in un'unica soluzione oppure aderire al piano di pagamento più adatto alle sue esigenze e alle

sue disponibilità economiche. La legge prevede poi la possibilità di ottenere un piano di rateizzazione straordinario fino a 120 rate in 10 anni oppure un piano ordinario a 72 rate nell'arco di 6 anni. L'importo minimo di ogni rata è di 100 euro. Inoltre, finché i pagamenti sono regolari, il contribuente non è più considerato inadempiente e può ottenere il Durc e il certificato di regolarità fiscale per poter lavorare con la P.A. Il contribuente che paga a rate è poi al riparo da eventuali azioni cautelari o esecutive (fermi, ipoteche, pignoramenti). I piani di rateizzazione, ordinari e straordinari, possono essere prorogati una sola volta. In entrambi i casi si può chiedere una proroga ordinaria (in ulteriori 72 rate) oppure, in presenza dei requisiti previsti, una straordinaria (massimo 120 rate). Si decade dal beneficio della rateazione in caso di mancato pagamento di otto rate anche non consecutive.


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MARCHE WEB

“In Elica c’è passione per il lavoro e coinvolgimento nelle scelte, possibilità di esprimersi migliorare e crescere.” Emilio Zampetti Chief of Human Resource

Elica People Human Resource branding

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ostruire un ambiente di lavoro che tenga conto delle necessità dei singoli, attivare programmi per migliorare la qualità della vita dei dipendenti dentro e fuori l’azienda.

In altre parole, fare attività di Employer Branding per attrarre le migliori risorse umane e far crescere la propria organizzazione. Questa è la strategia di Elica che da anni viene premiata come una delle migliori aziende a livello internazionale per le condizioni di lavoro offerte ai propri dipendenti, con certificazioni e riconoscimenti quali il Top Employers il Grate Place To Work. Investire nelle attività di Employer Branding significa, da un lato, credere nelle persone e sviluppare progetti dedicati ad esse e dall’altro, mettere in piedi un sistema di comunicazione che renda effettivamente fruibili i benefici di questi programmi sia per i dipendenti che per l’azienda stessa. Sulla comunicazione l’esempio di Elica è calzante, perché si staglia in molteplici attività e strumenti dedicati alle H.R. primo tra tutti il progetto Elica People careers on air lanciato nel 2014. Il cuore del progetto è il sito web people.elica.com dove sono raccolte le informazioni dedicate alle risorse umane di tutto il Gruppo Elica, per metterle in connessione tra loro, formarle e informarle sull’azienda e sui programmi pensati per i dipendenti, nonché per dare voce ai singoli attraverso una sezione di interviste raccolte dalle varie sedi. Il sito dedicato alle H.R. è poi uno strumento operativo di lavoro dove pubblicare gli annunci di lavoro e raccogliere direttamente i curriculum vitae degli aspiranti dipendenti. 70

Di pari passo al sito vanno poi menzionate le attività relazionali dirette, come i Career Days e gli incontri organizzati con enti e prestigiose scuole a livello internazionale. Anche qui la comunicazione è protagonista, dalla cura delle presentazioni aziendali proposte dal Top Management al materiale di supporto che sostiene le attività di branding. Infatti, se è vero che le H.R. sono una componente fondamentale per l’azienda, è altrettanto vero che queste lavorano a contatto diretto con il reparto marketing per diffondere correttamente l’immagine dell’organizzazione in ogni occasione. Per questo diventa importante curare anche la presenza fisica durante gli eventi e studiare materiali di comunicazione coordinati che rafforzino la presenza del marchio aziendale sia negli allestimenti che nel materiale di merchandising. Parallelamente alla comunicazione verso l’esterno, c’è poi un insieme di attività legate alla comunicazione interna che in Elica vuole essere il più snella possibile e orientata all’abbattimento delle burocrazie che rallentano le decisioni compromettendo la reattività di un’organizzazione. Per questo in azienda dicono che “in Elica c’è spazio, per crescere, formarsi e dare opportunità alle proprie idee”, perché anche i nuovi arrivati possono presentare proposte direttamente al Top Management e perché le risoluzioni dei problemi possono essere trovate anche di fronte alla macchinetta del caffè, senza dover passare per le peripezie tipiche delle organizzazioni piramidali. Il tutto a favore di uno dei comandamenti aziendali: comunicare, comunicare, comunicare! people.elica.com


Il Gruppo Elica dà molta importanza alle attività di Employer Branding, ci spieghi di cosa si tratta e il perché la ritenete un’attività strategica?

Tonidigrigio progetta e realizza sistemi di comunicazione integrati, pensati per essere in dialogo con vari media e diversi linguaggi: dall’Advertising alla Corporate Identity, dal Marketing al Web Design. Tonidigrigio ha visto selezionati alcuni dei suoi progetti tra i migliori a livello nazionale da Aiap Community nel 2007, da Spaghetti Grafica nel 2009 con presenza alla Triennale di Milano, da Progetti di Gagliardini e nel web per il Premio Web Italia, Design Licks, nelle directory e community dedicate al web design come CSS Glance, CSS Mania, Italian Web Design, Css Gallery e molti altri.

L’Employer Branding è il marketing delle persone che si esprime in progetti che da un lato servono per attrarre persone dall’esterno e dall’altro rafforzano la presenza dei dipendenti all’interno della stessa. Da alcuni anni abbiamo sviluppato quest’area, nata dalla crescita della nostra organizzazione, consolidandola attraverso il confronto sempre più forte con il reparto marketing, perché di fatto veicoliamo il brand aziendale attraverso il suo lato H.R. verso l’esterno. La riteniamo un’attività strategica poiché vogliamo attrarre le migliori risorse in linea con la cultura aziendale e favorire un buon ambiente di lavoro.

Alcune tra le Aziende e gli Enti che hanno scelto Tonidigrigio come partner per la comunicazione: Elica spa, Cantiere delle Marche, Panatta, Coltorti Boutique, Filippetti Spa, Colonnara, CNA Provinciale di Ancona, Comune di Jesi, Università Politecnica delle Marche, Stosa Cucine, Esinplast, Herbal Touch, Campus, Rosapetra Cortina, Scuola Internazionale di Comics.

Quanto conta la comunicazione per diffondere la filosofia aziendale e migliorare quindi i processi organizzativi?

visita il sito www.tonidigrigio.it

Julia Sciuto Education&Employer Branding Manager

Per noi conta molto, sulla comunicazione abbiamo strutturato tutta la strategia aziendale, tanto che uno dei comandamenti di Elica è proprio “comunicare, comunicare, comunicare”. L’architettura stessa di Elica, con la sua piazzetta, gli open space, le sale riunioni, le vetrate, tutto è stato concepito per favorire la snellezza nei processi aziendali, abbattere la burocrazia e la gerarchia dal punto di vista della comunicazione. L’ambiente informale e dinamico che ne deriva, ci permette di risolvere e prendere velocemente le decisioni. Per non parlare degli strumenti web interni che ci permettono di fare formazione e aggiornare in tempo reale i dipendenti di tutto il mondo con informazioni sulla realtà e sull’andamento aziendale.

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MARCHE WEB

Digitale. Da semplice vocabolo a strategia di impresa Ognuno avra' i suoi 15 minuti di gloria. Anche le parole.

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egli anni ’90 fu 'qualità'. Tutti parlavano di qualità di prodotto, di processo, di servizio. Erano gli anni delle normative ISO per le quali tutte le organizzazioni si sono spese (e hanno speso) per 'certificarsi' nel nome della qualità. Furono scritti manuali, norme, procedure per descrivere i processi che avrebbero dovuto garantire il rispetto ed il conseguimento della qualità per il prodotto o il servizio fornito. Non sempre, poi, la qualità 'teorica' era coerente con la qualità 'materiale'. Negli ultimi anni, con la crisi, le aziende hanno di fatto tagliato le spese proprio alle attività di controllo della qualità, sia in ingresso che in uscita. Ma questo è un altro discorso. Nel 2000 si è imposta l'innovazione: innovazione di prodotto, di processo, di servizio. Materiali innovativi,

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tecnologie innovative, funzioni innovative. Oggi siamo al digitale e con lui tutti i suoi derivati. Ma, mentre qualità e innovazione nascono da un concetto poi sviluppatosi, il termine digitale nasce da una realtà di fatto che impone una profonda trasformazione, nonché una sua rapida accettazione da parte delle organizzazioni pubbliche e private senza distinzione di sorta. Il business attuale è, e deve essere, digitale in quanto il mondo e il consumatore sono digitali. Da digitale deriva, la altrettanto famosa, digitalizzazione, che coinvolge tanto le modalità del 'far business' quanto la fruizione di prodotti e servizi, quanto l'innovazione tecnologica. Questa trasformazione impone all’interno delle diverse organizzazioni la presenza di figure che

posseggano capacità di leadership tecnologica per pilotare il cambiamento. Manager, imprenditori e dirigenti aziendali dovranno essere E-Leader, dovranno avere le necessarie competenze digitali per crescere, esportare ed essere connessi ai mercati digitali globali e governare questa trasformazione vitale. Perciò i preposti alla gestione amministrativa e finanziaria di un'azienda, i cosiddetti Chief Financial Officer - CFO, dovranno avere competenze non solo di bilancio, di controllo di gestione, di economia aziendale, di politiche finanziarie, ma anche conoscenze di base tecnologiche del nuovo mondo digitale e social. Lo stesso vale per le risorse umane e i suoi responsabili, Human Resorce Manager – HRM, e per il Chief Marketing Officer – CMO, che non si dovrà più concentrare


su una comunicazione di massa rivolta ad un gruppo omogeneo di consumatori attraverso i vecchi media quali radio, televisione, giornali, riviste (comunicazione mono-direzionale da uno a molti), ma dovrà essere orientato a comunicare in maniera specifica ed individuale al singolo consumatore (comunicazione bidirezionale da uno a uno) utilizzando i nuovi strumenti social. I Chief Operations Officer – COO, oltre che ottimizzare le risorse per la produzione, materiali, uomini, macchinari potranno gestire meglio l’offerta rispetto ad una domanda in continuo mutamento e difficilmente prevedibile, ricevendo dal mercato la domanda specifica per prodotto. Gli R&D Manager potranno migliorare l'efficacia e l'efficienza nello sviluppo dei prodotti creando community aperte non solo ai

propri ricercatori, ma a tutti coloro che hanno competenza ed esperienza sul tema (anche consumatori). Accanto a queste figure, assume un ruolo rilevante e trasversale di supporto, quella del CIO - Chief Information Officer. Il manager dei sistemi informativi dovrà diventare uomo di business, che parla al business e che sappia interpretare i bisogni in chiave tecnologica. E’, infatti, in atto nelle aziende italiane una sempre maggiore collaborazione tra la funzione IT e le LOB (Lines Of Business): il CIO individuerà e proporrà le tecnologie digitali emergenti per lo sviluppo e la crescita del business ed assumerà il ruolo di consulente e mentore per i colleghi responsabili di funzione e per il Top Management (Imprenditori, AD, DG) nell’am-

bito digitale. Il tutto arricchito con una necessaria predisposizione da parte di tutte le figure apicali ad una condivisione delle informazioni (knowledge sharing) e a lavorare per processi. Il digitale e la digitalizzazione sono quindi condizione necessaria per la creazione del valore di qualsiasi organizzazione.

Romano Mataloni SIDA Group ICT & Organization Senior Consultant r.mataloni@sidagroup.com

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MARCHE WEB

Marche Super-abili L’idea imprenditoriale di tre giovani marchigiani che permette a turisti portatori di handicap e agli operatori del settore di abbattere le barriere architettoniche e non che spesso limitano l’esperienza turistica sul territorio di L. Fava

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nvestire sui giovani, favorire l’occupazione e puntare su tecnologia e innovazione”. Sono spesso promesse pronunciate da ministri, parlamentari e imprenditori più o meno illuminati. Concetti indiscutibilmente condivisibili, anche se poco supportati da azioni altrettanto nobili. Nelle Marche l’attuazione di questi propositi è più che mai auspicabile, soprattutto se applicata al settore turistico, dove il modello tradizionale sembra non funzionare bene come prima e la technology readiness1 degli operatori limita la competitività rispetto a territori supportati da veri e propri distretti tecnologici. Ecco perché un intervento da parte della Regione in questa direzione deve risuonare amplificato. Stiamo parlando dell’accordo ‘i giovani C’ENTRANO’, come previsto dalla D.G.R. n. 267 del

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10/03/2014 che concede un finanziamento di 10.000 euro a fondo perduto a 27 imprese innovative al fine di favorire l'avvio di microimprese da parte dei giovani; offrir loro nuove opportunità di lavoro e promuovere la creazione di imprese in alcuni esclusivi ambiti di sviluppo che si coniugano con la valorizzazione del territorio regionale.

giovanile interessano il dibattito quotidiano.

Gli unici requisiti per l’accesso al finanziamento, oltre a un’idea imprenditoriale innovativa che valorizzi il territorio, sono l’età compresa dai 18 ai 35 anni e la residenza dei soci fondatori nella regione Marche.

In esclusiva per ML Magazine un approfondimento sul progetto che si è classificato al primo posto tra tutti quelli che hanno avuto accesso al finanziamento: Marche Super-abili di Alessio Stacchiotti, Giorgio Gnoli e Nicola Carpano.

Questa ambiziosa iniziativa è un aiuto importante da parte del settore pubblico a supporto dell’imprenditoria giovanile, soprattutto in un periodo in cui le tematiche di accesso al credito e occupazione

“L’idea di Marche Super-abili – raccontano i fondatori – raccoglie al suo interno una strategia win-win per tutti gli operatori turistici e persone disabili o portatrici di handicap, che noi vogliamo trattare

Gli esiti di questo bando sono stati comunicati il 9 settembre, e il 2 ottobre 2014 si è tenuta una conferenza stampa in cui ciascun gruppo ha presentato la propria idea innovativa per dar visibilità all’impresa che costituirà.


come un “super potere”, un potere che può idealmente permettere loro di vincere battaglie contro barriere (architettoniche e non) che potrebbero limitarne l’esperienza turistica nel territorio”. L’innovatività dell’impresa è quindi il posizionamento verso un target specifico, accompagnato a una tecnologia accessibile, capace di promuovere le strutture virtuose o raccogliere offerte vantaggiose riservate a soggetti disabili e ai loro accompagnatori. “La nostra attenzione si è rivolta in prima battuta agli utenti disabili, che durante la pianificazione di una vacanza hanno esigenze particolari, a seconda del loro super potere. Se partiamo da questo presupposto viene da sé che del nostro club faranno parte solo alberghi, ristoranti o più in generale strutture turistiche che

offrono esperienze che soddisfino un bisogno specifico. Queste strutture saranno poi recensite e valutate dagli utenti. Un po’ come Trip Advisor”. Una mission aziendale alimentata da una causa socialmente responsabile che sembra muovere tutti i fondatori. “Crediamo fermamente nella sensibilizzazione delle istituzioni e delle aziende rispetto a questo progetto e riteniamo sia la miglior palestra per palesare sul mercato le competenze multidisciplinari acquisite nel corso degli anni, anche se non nascondiamo la paura che su un’iniziativa virtuosa come questa incombano i cavilli e i tempi burocratici che di solito rallentano le procedure tra enti pubblici e imprenditori”. Il sito super-abili.it, ancora in fase beta, intende promuovere la territorialità mar-

chigiana attraverso un posizionamento che nessuno, a livello regionale, è riuscito finora ad implementare. Solo il tempo potrà dire se la scommessa degli oltre 50 giovani innovatori coinvolti nei vari progetti sarà vinta o meno. Certo è che iniziative come questa non possono esser trascurate dai media, soprattutto a livello locale.

Technology readiness: valutazione del livello di maturità di tecnologie emergenti, quali dispositivi, materiali, componenti, software, processi, etc.) in varie fasi dello sviluppo e, in alcuni casi, durante l’iniziale messa in funzione.

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LE MARCHE CHE SPICCANO

“Chiamatemi sfoglina” Abbandonare la vita da impiegata commerciale per prendere in mano mattarello e spianatoia: è la scelta di Simonetta Capotondo, la marchigiana sulle orme delle professioniste emiliane di A. Dachan Ph: Sara Bolognini

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liccata su Facebook, corteggiata dalle Tv straniere, ricercata dai ristoratori più rinomati: chi è Sfoglina Simonetta? “Sono una donna che ama mettersi in gioco e seguire le sue passioni. Ho lavorato per anni come impiegata commerciale per vari settori; una professione interessante, stimolante, che mi portava a stare sempre a contatto con gli altri, ma sentivo che mi mancava qualcosa. L'ultima esperienza in questo settore è stata con le attrezzature per la ristorazione. Il contatto con gli chef ha risvegliato in me un vecchio amore per la cucina e così ho deciso di iscrivermi ad un corso serale all'Istituto Alberghiero di Loreto. Ho preso il diploma, poi ho frequentato la “Vecchia Scuola Bolognese”, che forma le sfogline”. Chi sono le sfogline? “Sfoglina è un termine autoctono dell'Emilia Romagna che indica la professionista che si occupa della preparazione

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di paste fresche all'uovo e che stende la sfoglia rigorosamente a mano usando solo tavola e mattarello. Le donne emiliane sono fiere e gelose di questa tradizione, che rivendicano con forza e quando, nel 2011, mi sono classificata seconda al Concorso Internazionale “Sfoglino d'Oro” ho provato grande soddisfazione a competere con simili professioniste”. Come sei riuscita a trasformare la tua passione in lavoro? “Una volta completata la mia formazione mi sono rivolta alla Capannina di Portonovo (all'epoca gestita da Fiorini) e mi sono proposta per la preparazione della pasta fresca. Sono stata assunta subito e la collaborazione è andata avanti fino al 2009, quando ho cominciato a fare le stagioni; dal 2012 al 2013 ho lavorato al Ristorante Emilia di Portonovo. A quel punto ho voluto prendere la situazione in mano e ho deciso di aprire una partita Iva con l'intento di avviare corsi pro-

fessionali sulle tecniche di preparazione della sfoglia. L'idea è piaciuta subito e ho iniziato a lavorare con la Cna di Ancona, Pastificio Filotea, Azienda del Carmine, Fattoria didattica Scapezzano, Campus Infinito di Recanati, Gallery Hotel Recanati, Ristorante Da Ciccio di Senigallia, Accademia dello Stoccafisso all'anconitana, B&B VerdeQuiete di Sarnano, Casa Oggi di Tolentino, Oggetti e Desideri di Ancona, Casalinghi Store Ancona, Baby Planner Italia. Poi sono arrivate anche le fiere e i show cooking”. Come si svolgono le tue lezioni? A chi sono rivolte? “Sono rivolte a tutti gli appassionati, con o senza esperienza: donne che vogliono affinare la tecnica, giovani desiderosi di imparare, uomini che amano la cucina. Io porto mattarello, spianatoia, farina 00 e uova fresche per tutti (massimo dieci studenti a corso) e loro portano, letteralmente, la voglia di mettere le mani in pasta. In questo modo non ho costi fissi


“Ho sempre pensato che le passioni vadano condivise, l'insegnamento per me non è solo soddisfazione, ma anche un bellissimo modo per lavorare assieme e scambiarsi esperienze e conoscenze”

e sono io che vado incontro al cliente”. Perché, secondo te, oggi c'è questo ritorno al piacere della manualità? “Fare la pasta fresca a mano è rilassante, piacevole, dà soddisfazione. Le lezioni diventano anche un momento di aggregazione. La gente ha voglia di genuinità oggi e non intendo solo sapori buoni, prodotti a Km 0, di qualità; si sente anche il bisogno di curare i rapporti interpersonali, creare con le proprie mani, preparare qualcosa per chi si ama. Un tempo la pasta era la dote di una donna e la variante all'uovo si faceva solo per le feste e nelle occasioni importanti. Oggi la situazione è diversa, sono cambiate le abitudini al consumo, ma è rimasto un forte attaccamento alle tradizioni”. Esiste una ricetta per la pasta perfetta? “La tecnica è la base. Gli ingredienti di qualità fanno il resto. Nei ricordi di tutti noi c'è l'immagine di una donna che la domenica mattina in cucina canticchiava

lavorando il suo impasto; per una buona sfoglia servono quella cura e quella passione che animavano le cucine di un tempo. Mia nonna, come la gran parte delle donne di una volta, era gelosa dei suoi segreti culinari; a me, invece, piace trasmettere la mia conoscenza e spero che attraverso questi corsi emerga una tradizione marchigiana”. Hai mai rimpianto il lavoro in tailleur? “Assolutamente no. Fare la sfoglina e andare in giro a trasmettere i miei insegnamenti è una grande soddisfazione. Mi sono messa in gioco, ho aperto i miei orizzonti e anche se le difficoltà non mancano, voglio andare fino in fondo. Inoltre sono socia attiva dell'Associazione Scholonova per il recupero della ex scuola di Varano in auto-costruzione come 'un cantiere per l'ambiente' con il progetto collaterale 'mani in pasta'”. In base alla tua esperienza, credi che la sfoglia possa fare da ambasciatrice del

made in Italy? “Ho constatato che all'estero c'è un grandissimo interesse per il mio lavoro. L'emittente canadese Omni Tv mi ha intervistato e ho ricevuto diverse proposte per show cooking e docenze all'estero. Inoltre ci sono moltissimi turisti che quando vengono nelle Marche chiedono di assistere e partecipare a lezioni di preparazione della sfoglia. Di recente ho inserito tra i miei corsi anche quello di piadina sfogliata marchigiana. Per loro è un'esperienza unica e lo è anche per me, che sono fiera di trasmettere il nostro know how”.

Per info Se volete ospitare Sfoglina Simonetta per corsi, show cooking, fiere, eventi, o avere il calendario delle lezioni potete contattarla ai seguenti recapiti: Cel. +39/3401570152 FB: Sfoglina Simonetta Email: sfoglina@hotmail.it sfoglinasimonetta.blogspot.com

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CARRIERE E POLTRONE

Chi entra e.. chi esce In questa rubrica presentiamo le novità principali relative a nomine ed incarichi in aziende del territorio ed enti pubblici, nonché avvicendamenti che interessano marchigiani Luciano Brandoni Presidente del Comitato Regionale della Piccola Industria delle Marche

Luciano Brandoni è stato confermato nella carica di Presidente del Comitato Regionale della Piccola Industria delle Marche per il biennio 2014-2016. Vicepresidenti sono stati eletti Roberto Cardinali, Presidente del Comitato Piccola Industria di Confindustria Fermo e Gianluca Pesarini, Presidente del Comitato Piccola Industria di Confindustria Macerata.

Gino Sabatini presidente Camera di Commercio di Ascoli Piceno Il nuovo presidente della Camera di Commercio di Ascoli Piceno è l’imprenditore Gino Sabatini. Già presidente dell’azienda speciale Piceno Promozione e vice presidente dell’ente camerale ascolano, Sabatini subentra ad Adriano Federici.

Area Vasta 5: nominati i nuovi Direttori

A seguito dei recenti pensionamenti della Dott.ssa Gilda Nardi e del Dott. Antonio Carlucci, si è proceduto alle nomine di nuovi Direttori in Area Vasta con assegnazione della Direzione unica della UOC di Medicina Trasfusionale di Area Vasta 5 alla Dott.ssa Maria Antonietta Lupi, già Direttore dell’U.O. Di Medicina Trasfusionale del P.O.U. di Area Vasta-sede SBT ed assegnazione della Direzione unica della UOC di Pediatria in Area Vasta 5 alla Dott.ssa Nicoletta Guastaferro, già Direttore dell’U.O. di Pediatria del P.O.U di Area Vasta-sede SBT.

Paola Candi confermata presidente di OstraEventi

L'assemblea dei soci di OstraEventi, rete di associazioni locali, ha confermato l'incarico di presidente a Paola Candi, che in qualità di assessore alla Cultura, ha ideato il format “La Notte degli Sprevengoli”, giunta alla sua diciassettesima edizione.

Dario Pasquini presidente de “Il Chiostro”

La Fondazione “Il Chiostro” ha eletto Dario Pasquini presidente della Casa di riposo di Filottrano. Il ruolo di vice è stato affidato a Meri Focante. Pasquini, insegnante pensionato, è stato sindaco della città dal 1980 al 1985.

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Nella Brambatti Presidente del Consiglio delle Autonomie Locali

Il Sindaco di Fermo, Nella Brambatti è il nuovo Presidente del Consiglio delle Autonomie Locali (CAL) della Regione Marche. Eletti anche due Vice Presidenti, Fabrizio Giuliani, Presidente della Comunità Montana Jesi – Frasassi e Piero Celani, Presidente della Provincia di Ascoli Piceno. Segretari di presidenza sono il Sindaco di Borgo Pace, Romina Pierantoni e quello di San Severino Marche, Cesare Martini.

Sally Kane Coordinatrice nazionale per le politiche dell'immigrazione

Sally Kane, componente della segreteria CGIL Marche è la nuova coordinatrice nazionale per le politiche all'interno dell'area politica del Welfare. Originaria del Senegal, Kane ha ricoperto vari ruoli alla Camera del Lavoro di Ancona e dal 2011 è entrata nella segreteria regionale.

Margherita Furcolo dirigente della Digos di Ancona

La dirigenza della Digos della Questura di Anco-

Cambio al vertice della Capitaneria di na viene assunta dal Vice Questore Aggiunto MarPorto di Pesaro gherita Furcolo. Furcolo ha diretto in precedenza Il Capitano di Fregata Massimo Di Martino ha lasciato l'incarico di Capo del Compartimento Marittimo e Comandante del Porto di Pesaro, dopo quasi tre anni di Comando, al Capitano di Fregata Angelo Capuzzimato, proveniente dal Centro Alti Studi Difesa della Marina Militare in Roma.

l'U.P.G.S.P., il Comparto di Osimo, la Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile e, dal 1 settembre 2010, ha assunto l'incarico di Dirigente dell’Ufficio Personale, dell’Ufficio Tecnico Logistico Provinciale e di Vice Capo di Gabinetto.

Roberto Oreficini coordinerà, come dirigente generale, l’Ufficio relazioni istituzionali del Dipartimento nazionale della protezione civile, con un comando triennale. Lascerà l’incarico di dirigente del Dipartimento per le politiche integrate di sicurezza e per la protezione civile della Regione Marche.

te di Hexperimenta, Stefania Zepponi, è la nuova portavoce della Casa delle Culture di Ancona. Succede a Valerio Cuccaroni e avrà il compito di coordinare le attività della Casa delle Culture, proseguendo il percorso di recupero dell'ex mattatoio.

Stefania Zepponi portavoce Casa delle Roberto Oreficini al dipartimento della Culture Protezione Civile Nazionale La danzatrice e coreografa, fondatrice e presiden-

Il Colonnello Marco Mochi Comandante della Legione Carabinieri “Marche”

Il nuovo Comandante della Legione Carabinieri “Marche” è il il Colonnello Marco Mochi. Il Presidente della Provincia di Fermo Fabrizio Cesetti lo ha ricevuto in visita accompagnato dal Comandante Provinciale dei Carabinieri di Ascoli Piceno e Fermo Colonnello Ciro La Volla e dal Capitano Pasquale Zacheo.

Giuseppe Mirenda brand manager Bros Manifatture

L'azienda Bros Manifatture, proprietaria dei brand Brosway, Rosato, S'Agapò, Bros Cinturini e Dhiva rafforza il suo organico con un nuovo brand manager. Si tratta di Giuseppe Mirenda, professionista con alle spalle una pluriennale esperienza alla guida di brand come Swatch e Swarovski.

Paolo di Paolo Commissario straordinario del Consorzio Zipa

Nominato il commissario straordinario del Consorzio Zipa di Ancona: Paolo di Paolo. Ne ha dato notizia l’assessore alle Attività produttive, Sara Giannini. Il commissariamento era stato deciso lo scorso 8 settembre a seguito dell'accertamento dello stato di crisi.

Testa e Capodagli alla guida della Aset

Susanna Testa è stata eletta presidente di Aset Holding. Alla guida di Aset Spa è stata scelta Lucia Capodagli. Entro otto mesi le due municipalizzate di Fano si fonderanno.

Luciano Patitucci presidente della Civitanovese

Luciano Patitucci è il nuovo presidente della FC Civitanovese. “Vincere convincendo, portando una nuova mentalità – ha affermato Patitucci - è la frase che mi accompagna dal primo giorno in cui mi sono avvicinato a questa piazza.

Maurizio Mangialardi confermato alla guida di Anci Marche L'Assemblea Congressuale di Anci Marche ha scelto il suo presidente confermando Maurizio Mangialardi, in carica dal 1 luglio 2013, ed eletto all'unanimità per i prossimi 5 anni. Il vice presidente sarà ancora Goffredo Brandoni.

Nomine e incarichi possono essere inviati all’indirizzo email: ufficiostampa@mlmagazine.it

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CONTRIBUTI E BANDI MARCHE >MISE "Credito d'imposta assunzioni"

>PROVINCIA DI MACERATA "Imprese Innovative - Anno 2014"

Le istanze potranno essere presentate dalle imprese, in modalità telematica attraverso una specifica piattaforma informatica, a partire dal 15 settembre 2014 per le assunzioni effettuate dal 26 giugno al 31 dicembre 2012. Per le assunzioni effettuate nel corso del 2013, le istanze potranno essere presentate a partire dal 10 gennaio 2015.

Sono a disposizione contributi alle PMI della Provincia di Macerata per il sostegno all'innovazione. Gli interventi potranno beneficiare di un aiuto massimo pari all'80% dell'investimento, fino ad un massimo di euro 6.250,00 (l'entità del contributo varia a seconda della misura scelta).

SCADENZA: FINO AD ESAURIMENTO FONDI >FONDI INTERPROFESSIONALI "Sostegno alla formazione" I fondi interprofessionali sono stati istituiti per favorire la formazione dei lavoratori e sono aperti a soddisfare i fabbisogni formativi della singola impresa, partecipando ai bandi emessi dal Fondo. SIDA GROUP affianca l'azienda, supportandola nella scelta del Fondo Interprofessionale, elaborando e gestendo i progetti formativi aziendali e interaziendali, svolgendo tutti gli adempimenti burocratici previsti. >REGIONE MARCHE "Progetti Bottega-Scuola"

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SCADENZA: 31/10/2014 >INAIL "Innovazione per la sicurezza" L’Inail finanzia le piccole e micro imprese operanti nei settori dell’agricoltura, dell’edilizia, dell’estrazione e della lavorazione dei materiali lapidei per la realizzazione di progetti di innovazione tecnologica mirati al miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. I destinatari degli incentivi sono le imprese, anche individuali, iscritte alla Camera di Commercio Industria, Artigianato ed Agricoltura. Il contributo, in conto capitale, è erogato fino ad una misura massima corrispondente al 65% fino ad un massimo di euro 50.000,00. Domande a partire dal 3 novembre 2014.

Sono a disposizione contributi alle PMI della Regione che prevedono l'assuzione di borsisti con contratto di lavoro a tempo indeterminato. L'entità del contributo è pari ad euro 7.000,00.

SCADENZA: 03/12/2014

SCADENZA: FINO AD ESAURIMENTO FONDI

La misura è volta ad incentivare gli investimenti

>MINISTERO SVILUPPO ECONOMICO "Valorizzazione disegni e modelli"

aziendali per la valorizzazione di disegni e modelli industriali al fine di accrescere la loro competitività sui mercati nazionali ed internazionali. Il contributo massimo sarà pari all'80% delle spese ammissibili, fino ad un massimo di euro 80.000,00. SCADENZA: fino ad esaurimento fondi >CAMERA DI COMMERCIO DI ANCONA "Contributi per la certificazione aziendale" Contributo a fondo perduto pari al 50% delle spese effettivamente sostenute, fino ad un massimo di euro 7.500 in caso di progetto di certificazione integrato, per l'ottenimento di un sistema di gestione ambientale (ISO 14001, EMAS), di Responsabilità sociale (SA 8000/ OHSAS18001) ed energetica (ISO50001). SCADENZA: fino ad esaurimento fondi >ITALIA LAVORO " Autoimpiego e Creazione d'impresa per Quadri Disoccupati" L’intervento è riservato agli ex dirigenti e quadri, disoccupati, attraverso la concessione di un contributo per la creazione d’impresa o l’autoimpiego fino ad un massimo di 25.000 euro lordi elevabile fino ad un massimo 50.000 euro lordi nel caso di associazione professionale e/o impresa costituita in forma societaria da due ex dirigenti e/o quadri, disoccupati; elevabile fino ad un massimo di 75.000 euro lordi nel caso

di associazione professionale e/o impresa costituita in forma societaria e/o di cooperativa di produzione e lavoro e dei servizi da più di due ex dirigenti e/o quadri, disoccupati ai sensi della normativa vigente. SCADENZA: 31/12/2014 >REGIONE MARCHE BANCA MARCHE - SIDA GROUP "Prestito d'onore Regione Marche" Obiettivo è quello di sostenere la creazione di 400 nuove imprese, attraverso finanziamenti agevolati concessi sull'onore ovvero non assistiti da alcun tipo di garanzia (fino a euro 25.000,00 per le ditte individuali, e fino ad euro 50.000,00 per le società) e la previsione di servizi gratuiti di assistenza tecnica personalizzata (tutoraggio) per i primi 12 mesi di attività. SCADENZA: 31/12/2014 >ISMEA "Agevolazioni per il primo insediamento dei giovani in agricoltura" Sono previsti interventi al fine di favorire l'insediamento di giovani nella conduzione di imprese agricole competitive. L'agevolazione prevede contributi in conto interessi per interventi fondiari a cancello aperto, per un massimo di euro 1mln per le ditte individuali o società agricole unipersonali, e per un massimo di euro 2,5mln negli altri casi. Il premio massimo erogabile è pari ad euro 40.000,00. SCADENZA: BANDO SEMPRE APERTO


>INVITALIA - AGENZIA PER LO SVILUPPO E L'ATTRAZIONE DEGLI INVESTIMENTI "Agevolazioni per il subentro in agricoltura" Finanziamenti volti a favorire la nascita di nuova imprenditorialità e il ricambio generazionale in agricoltura, in particolare nel settore della trasformazione e commercializzazione prodotti agricoli. Le agevolazioni consistono in contributi a fondo perduto e mutui a tasso agevolato fino ad un massimo di euro 1.032.000,00. L'importo del premio per il primo insediamento consiste in un contributo a fondo perduto fino a euro 25.000,00. SCADENZA:bando sempre aperto EMILIA >FONDI INTERPROFESSIONALI "Sostegno alla formazione" I fondi interprofessionali sono stati istituiti per favorire la formazione dei lavoratori e sono aperti a soddisfare i fabbisogni formativi della singola impresa, partecipando ai bandi emessi dal Fondo. SIDA GROUP affianca l'azienda, supportandola nella scelta del Fondo Interprofessionale, elaborando e gestendo i progetti formativi aziendali e interaziendali, svolgendo tutti gli adempimenti burocratici previsti. >MISE "Credito d'imposta assunzioni" Le istanze potranno essere presentate dalle imprese,

in modalità telematica attraverso una specifica piattaforma informatica, a partire dal 15 settembre 2014 per le assunzioni effettuate dal 26 giugno al 31 dicembre 2012. Per le assunzioni effettuate nel corso del 2013, le istanze potranno essere presentate a partire dal 10 gennaio 2015. SCADENZA: FINO A ESAURIMENTO FONDI >REGIONE EMILIA ROMAGNA "Partecipazione a fiere" L'obiettivo è di promuovere i processi di internazionalizzazione delle imprese regionali con il sostegno a iniziative di partecipazione a fiere ed eventi internazionali, prioritariamente in forma aggregata e iniziative realizzate nell’ambito dell’Expo di Milano 2015. Il contributo, in funzione della misura scelta, può arrivare fino ad un massimo di € 32.000,00 con intensità massima pari al 40% delle spese. SCADENZA: 22/10/2014 >MINISTERO SVILUPPO ECONOMICO "Fondo Crescita Sostenibile" Il bando finanzia, attraverso finanziamenti a tasso agevolato, iniziative e progetti di Ricerca Industriale e Sviluppo Sperimentale per la realizzazione di nuovi prodotti, processi o servizi e per il miglioramento degli stessi. I progetti devono avere durata tra 18 e 36 mesi, devono essere avviati successivamente alla presentazione della domanda e devono essere di importo

compreso tra 800 mila e 3 milioni di euro. SCADENZA: da definire >CCIAA RAVENNA "Crea impresa" Contributo a fondo perduto fino al 50% promosso dalla CCIAA di Ravenna per il sostegno e l'avvio di nuove attività imprenditoriali nate tra il 1 gennaio e il 31 dicembre 2014. Il contributo può arrivare fino al 50% delle spese per un'intensità massima di € 5.000. SCADENZA: 31/01/2015 >CCIAA RIMINI "Start-up ricerca e innovazione" La Camera di Commercio di Rimini promuove tre nuovi bandi per sostenere le imprese locali e incentivare l’avvio di attività imprenditoriali a livello provinciale. Sono dedicati rispettivamente alle start-up (fino a € 5.000), alla ricerca (fino ad € 30.000) e all’innovazione (fino a € 1.000). SCADENZA: 23/11/2014 >REGIONE EMILIA ROMAGNA "Incentivi alle start-up innovative" Contributo fino a € 100.000,00 con intensità pari al 60% degli investimenti, per favorire la creazione e la crescita di startup innovative, nate dopo il 01/01/2011. SCADENZA: 31/03/2015

>MINISTERO SVILUPPO ECONOMICO "Fondo Centrale di Garanzia per le PMI" Con il Fondo di Garanzia le PMI possono accedere a diversi tipi di operazioni sia a breve sia a medio-lungo termine, tanto per liquidità che per investimenti, avendo a supporto una copertura massima dell'80% del finanziamento, fino ad un massimo di € 2,5 milioni. SCADENZA: FINO AD ESAURIMENTO FONDI >REGIONE EMILIA ROMAGNA "Ingenium Emilia Romagna II" Fondo di capitale di rischio, sostenuto con l’Attività II.1.3, e finanziato con 14 milioni di euro per favorire lo start up di imprese innovative - in particolare di quelle operanti in settori ad alta tecnologia - e per sostenere le strategie di sviluppo e di investimento delle imprese nella direzione dell'innovazione. ll fondo è destinato esclusivamente agli investimenti in capitale di rischio nelle prime fasi di vita dell’impresa (early stage, nelle forme del seed financing e dello start up financing) e ad investimenti per supportare la crescita e l’implementazione di programmi di sviluppo di imprese già esistenti (expansion) fino ad un massimo di € 1 milione. SCADENZA: 31/12/2015 A cura della Divisione Strategia e Finanza d’Impresa Gruppo Sida T 071.28521 finanza@sidagroup.com

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Lavoro: +3,1 % di assunzioni rispetto al 2013 Qualche numero relativo al II trimestre 2014, dove crescono maggiormente gli occupati nei Servizi e dove diminuiscono molto le “cessazioni di attività”. Bene l’Export marchigiano di V. Carboni

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iccolo e timido segno più sul fronte occupazione: sono positivi infatti i dati relativi ai nuovi rapporti di lavoro – nazionali - avviati nel primo trimestre 2014, cresciuti del 3,1 %. E se Confindustria Marche sottolinea come ancora molto critica la condizione delle imprese del territorio, e a livello nazionale il tasso di disoccupazione sia ancora tra i più alti dell’Eurozona, dalla nostra Regione arrivano dati abbastanza confortanti. L’analisi sui nuovi avviamenti si riferisce al territorio nazionale e prende in esame la finestra temporale di aprile-giugno 2014. I dati sono positivi se si confrontano con quelli relativi allo stesso periodo del 2013. Se sono cresciuti gli avviamenti, sono aumentati anche i rapporti di lavoro cessati, ma qui il dato rispetto allo scorso anno si è modificato lievemente. Vediamo qualche numero: registrati 2.651.648 avviamenti

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di nuovi rapporti di lavoro dipendente e parasubordinato, 80.590 in più rispetto al II trimestre del 2013 (+3,1%). Il 75% circa delle assunzioni registrate si concentra nei Servizi (1.976.783 unità) comparto che, rispetto allo stesso periodo 2013, acquista il 3,4% dei contratti avviati. Da rilevare l'incremento delle nuove contrattualizzazioni nell'industria in senso stretto (+13,4%) che guadagna 22.762 assunzioni in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Continuano a scendere gli avviamenti nel comparto delle Costruzioni (-3,4%). Su base tendenziale, si registra l'incremento del numero dei contratti avviati a tempo indeterminato (+1,4% pari a 5.416 unità), dei contratti a tempo determinato (+3,9% pari a 68.537 unità) e dell'apprendistato (+ 16% pari a 11.395 unità); restano sostanzialmente invariate le collaborazioni.

Dicevamo che, sempre su base tendenziale, crescono anche i rapporti di lavoro cessati (+0,3% , cioè +7.176 unità) pari a 2.430.187 unità: di queste, 1.297.638 hanno riguardato donne e 1.132.549 hanno interessato uomini. Nel periodo di osservazione si conferma il trend contrattivo dei licenziamenti (-8,6% pari a -18.826 unità) e delle dimissioni (-4,3% pari a -15.236 unità). Diminuiscono fortemente “i fine rapporto” per “cessazione di attività” (-26,8% pari a -6.752 unità). Volendosi calare nel contesto marchigiano si nota che molto positivi sono i dati relativi ai rapporti di lavoro cessati. Prendendo in considerazione le assunzioni, sappiamo che nelle Marche sono stati avviati 59.218 rapporti di lavoro per 48.375 lavoratori, con un numero medio di attivazioni per lavoratore di 1,22. La variazione percentuale rispetto allo stes-


Per quel che concerne invece i rapporti di lavoro cessati, a fronte di una riduzione nazionale del volume di cessazioni dello 0, 3% , Bolzano con un -9,4%, Trento con -4,6% e le Marche con -4,9%, rappresentano le realtà territoriali nelle quali il numero di cessazioni è diminuito in maniera più evidente rispetto alla media nazionale.

il risultato regionale risenta in misura considerevole dell’incremento registrato dal comparto della chimica farmaceutica, cresciuta del 26,2% grazie ad operazioni infragruppo. In crescita anche le esportazioni di macchinari ed apparecchi, metalli e prodotti in metallo, articoli d’abbigliamento, articoli in gomma e materie plastiche, prodotti chimici, carta e prodotti in carta, computer, apparecchi elettronici e ottici, prodotti tessili, legno e prodotti in legno, minerali non metalliferi.

Le Marche sono anche tra le regioni che hanno contribuito maggiormente a sostenere l’export nazionale, facendo registrare nel primo semestre di quest’anno, un incremento delle vendite all’estero del 6,6 % rispetto allo stesso periodo del 2013. Il dato è stato reso noto da Confindustria Marche, che ha rilevato come

Anche dall’Istat arriva un piccolo rapporto sull’andamento dell’occupazione nazionale. Nel secondo trimestre 2014 rallenta la riduzione tendenziale del numero di occupati (-0,1%, pari a -14.000 unità in un anno), dovuta all'aumento nel Nord (+0,3%, pari a +36.000 unità) e nel Centro (+0,8%, pari a 40.000 occu-

so periodo del 2013 è di -0,3 % di rapporti di lavoro attivati, un dato quindi che è variato lievemente.

pati) a fronte del nuovo calo nel Mezzogiorno (-1,5%, pari a -90.000 unità). Si interrompe la flessione per gli uomini a cui si associa una lieve riduzione per le donne (-0,2%, pari a -15.000 unità). Al persistente calo degli occupati di 15-34 anni e dei 35-49enni (-4,0% e -1,6%, rispettivamente) continua a contrapporsi la crescita di quelli con almeno 50 anni (+5,5%). Dal sistema informativo statistico della Regione Marche escono dati ugualmente incoraggianti: nel secondo trimestre di quest’anno il tasso di disoccupazione totale regionale è del 9,8% (rispetto allo 11,1% dello scorso anno); il tasso italiano è di 12,3%.

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Garanzia Giovani Da maggio 4mila marchigiani iscritti alla piattaforma Sinergia tra pubblico e privato per servizi e opportunità ai giovani

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er il periodo 2014-2015 all’Italia è stato assegnato un miliardo e mezzo di euro per il finanziamento del Piano nazionale di attuazione della Garanzia Giovani, definito da una struttura di missione istituita presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in condivisione con le Regioni e le Province autonome, che devono applicare il programma sul territorio per i circa 2.250.000 di giovani della fascia di età compresa tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non frequentano corsi di istruzione o formazione. In particolare, alla Regione Marche è stata assegnata la somma complessiva di euro 29.299.733 per il coinvolgimento di circa 24 mila giovani Neet. Dal 1° maggio si sono iscritti alla Piattaforma Garanzia Giovani della Regione Marche circa 4.000 giovani, in cerca di un'offerta concreta di lavoro, di forme per l’inserimento nel mercato del lavoro (apprendistato o tirocinio), o di corsi di formazione professionale o per il prose84

guimento del percorso di studi e inserimento nel servizio civile. Fino ad oggi l’attività di contatto con i ragazzi iscritti avveniva esclusivamente tramite i Centri per l’Impiego della Regione (CPI), mentre da settembre sarà operativa la cooperazione tra i servizi per l’impiego pubblici e quelli privati, avviando così una sperimentazione che possa garantire la copertura più efficace ed efficiente dei servizi erogabili. LA VERA SFIDA È NELL’ATTUAZIONE DELLE DIRETTIVE Sida Group Srl è un ente accreditato per l’erogazione dei servizi per il lavoro che ha creato una rete di cooperazione con le migliori agenzie per il lavoro ed enti di formazione accreditati, arrivando a garantire la copertura territoriale dei servizi per il lavoro nella regione Marche. L’obiettivo della rete è la massima collaborazione e sinergia tra gli enti attraverso la valorizzazione delle esperienze

e specificità di ciascuno degli attori coinvolti al fine di garantire l’efficacia degli interventi previsti dal Piano Garanzia Giovani. La lunga esperienza di Sida, che da 30 anni forma le varie figure richieste dal mercato del lavoro e supporta le aziende nell'inserimento e sviluppo delle risorse umane, ottimizza le opportunità di finanziamento offerte dal Piano Garanzia Giovani con l’obiettivo primario di favorire lo sviluppo personale e professionale e rafforzare la competitività delle imprese grazie all'inserimento di risorse preparate. I servizi e le opportunità messi a disposizione da Sida Group in sinergia con le agenzie ed enti aderenti alla rete, seguono un percorso a gradini: da un primo colloquio di orientamento volto a trasmettere la conoscenza del mercato del lavoro e delle opportunità che questo offre, attraverso l’individuazione di offerte


adatte alle caratteristiche del candidato fino alla costruzione di un piano professionale personalizzato. Orientamento al lavoro: costruire insieme al giovane il percorso professionale più consono alle sue caratteristiche, attraverso colloqui, test e questionari sviluppando la capacità di analisi (interessi e potenzialità) e la valutazione delle competenze in funzione del progetto formativo e lavorativo. Formazione: offrire corsi di formazione, anche gratuiti, per permettere ai candidati di acquisire competenze spendibili nel mercato del lavoro e richieste dalle aziende. Tirocinio formativo: promozione, tutoraggio e individuazione aziende disponibili per ospitare tirocini formativi extracurriculari, in Italia e all’estero, della durata massima di sei mesi (12 mesi per disabili o svantaggiati), con indennità di frequenza minima di 500 euro mensili, finanziata dalla Regione.

Incentivi per le aziende che assumono: se iscritto a Garanzia Giovani, per ogni giovane assunto i datori di lavoro avranno diritto ad un bonus variabile, elargito dall’INPS, in relazione alle caratteristiche del giovane e alla tipologia contrattuale (da 1.500 euro per un contratto inferiore a 12 mesi fino a 6.000 euro per un contratto a tempo indeterminato). MOBILITÀ PROFESSIONALE IN ITALIA E IN EUROPA Per i giovani tra 18 e i 24 anni, sono offerti servizi di informazione e orientamento (attraverso la rete europea dei servizi per l'impiego Eures, di cui la Rete Sida ne è punto di informazione), oltre al sostegno economico per la realizzazione di progetti di mobilità professionale all'interno del territorio nazionale o in Paesi UE. Servizio civile: i giovani tra i 18 e i 29 anni potranno svolgere servizio civile presso enti convenzionati, prioritariamente nell'ambito dell'assistenza sociale, dell'educazione e della promozione culturale.

Accompagnamento all'avvio di un’attività autonoma e imprenditoriale: per giovani tra i 18 e i 29 anni, sono disponibili percorsi di formazione e consulenza mirati e personalizzati per l'avvio di attività autonome e la costituzione di nuove imprese. I percorsi gratuiti, di durata pari a 80 ore, possono essere richiesti alla rete Sida. Al fine di garantire la più ampia diffusione e conoscenza delle iniziative previste dal piano Garanzia Giovani, è stata ideata una campagna di comunicazione integrata e multi-soggetto rivolta ai giovani e alle imprese, che consenta anche a chi è già coinvolto un costante aggiornamento sulle politiche e ulteriori proposte.

Francesca De Palma Management Academy Sida Group Area

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Il paradosso del luogo: “se vuoi lavorare non venire in ufficio” Angelo Pasquarella, manager, saggista e scrittore: “È stato più volte osservato che all’operatore non si chiede più solo di essere preciso nell’esecuzione dei compiti, ma soprattutto di conseguire i risultati attesi. Questo principio è portato alle conseguenze più estreme soprattutto nelle aziende ad alta intensità di conoscenza. Sappiamo però che tutte le aziende, se vogliono sopravvivere, dovranno innovare e che l’innovazione passa attraverso la capacità di produrre idee e prototipi" di L. Ciaccafava

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ottor Pasquarella, quali sono gli effetti ? "La conseguenza è che anche imprese tipicamente industriali sono costrette ad aumentare l’impiego di capitale intellettuale in vista di un continuo processo di adattamento alla maggiore competitività nazionale ed internazionale. Aziende come Accenture e IBM sono recentemente arrivate ad imporre ai propri dipendenti il lavoro a casa per due giorni alla settimana, alleggerendo i costi e costringendo i collaboratori a com-

portamenti più autonomi e pianificati. Nonostante ciò, molte imprese stentano ad adottare atteggiamenti flessibili sull’orario: si lavora solo se si è presenti ... "A questo proposito cito volentieri Charles Handy, il quale riporta un divertente aneddoto che ci fa riflettere sul luogo e sul lavoro: "Mi trovavo con una giornalista di Atlanta. La sua scrivania era sommersa di carte, telefoni, computer con schermo e tastiera ed era collocata

nel bel mezzo di un enorme locale, in cui altre duecento persone parlavano, scrivevano a macchina, telefonavano, fumavano. Non essendoci sedie disponibili, mi misi a sedere sulla scrivania. “Con tutto questo rumore non mi sarà facile parlare,” le dissi. “Non lavora mai a casa, nemmeno per brevi periodi di tempo?” abbozzò un mesto sorriso. “Mai. Potrei svolgere gran parte del lavoro da casa, senza dovermi spostare, lontano dalla confusione e da tutto questo rumore. In caso di necessità potrei venire in ufficio,

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“Lo scopo del lavoro è quello di guadagnarsi il tempo libero” Aristotele

in fondo tutto quello che mi serve è un telefono.” “E allora perché non lavora a casa?” “Perché non mi lasciano”, disse indicando il fondo della stanza dove sedevano, dietro grandi vetrate, i due vicedirettori. “Da là possono vedermi e rivolgersi a me sbraitando””. Cosa significa tutto questo? "Che verrà il giorno in cui anche quei due vicedirettori capiranno che nessun ufficio, nemmeno la sala stampa, va concepito come una fabbrica e che è assurdo pagare l’affitto di tutto quello spazio nel

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centro di Atlanta per la soddisfazione di avere sott’occhio i dipendenti e rivolgersi loro sbraitando. La presenza è necessaria nella produzione di beni materiali, che non possono che essere prodotti in un luogo materiale. Ci portiamo dietro radicati modelli mentali e siamo orientati comunque alla fisicità del luogo produttivo anche come espressione della fatica e delle sofferenze legate all’applicazione della gerarchia che, ai nostri occhi, appare giustificare il nostro reddito. Per questo, nel lavoro postindustriale, anche quando non ve ne sarebbe biso-

gno, siamo istintivamente portati a doverci posizionare in un luogo deputato al lavoro, diverso da quello associato al concetto di riposo. Se lavoriamo a casa ci sembra di non aver lavorato. Il modello mentale del posto è in noi ancora oggi tra i più radicati".


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Ph Isabella Rocchetti

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SPECIALE

Agro ALIMEn TARE “Non c'è amore più sincero di quello per il cibo” George Bernard Shaw

Scrittore e aforista irlandese 91


SPECIALE AGROALIMENTARE

Quanto vale l’agroalimentare sulla bilancia marchigiana? Nel 2013, i dati mostrano una regione in linea con l’andamento nazionale: aumento del comparto dell'industria alimentare e di bevande, costante crescita delle esportazioni oltre confine e aumento del costo delle materie prime

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el settore agro-alimentare rientrano le imprese del settore primario (agricoltura, silvicoltura e pesca) e le imprese del manifatturiero che producono generi alimentari, bevande e tabacco. Nelle Marche, nel 2013, le imprese attive dell’agro-alimentare sono 29.153, rappresentando il 20 per cento delle attività imprenditoriali totali. Rispetto al 2012 le imprese del settore sono diminuite del 3,6 per cento ma, considerando le sole imprese di trasformazione di alimenti e bevande, negli ultimi anni stanno aumentando. Il settore produce 1 miliardo e 92 milioni di euro, pari al 3 per cento del PIL della regione Marche, con un livello di occupazione medio di 40.300 unità di lavoro all’anno, ovvero il 5 per cento degli occupati dal sistema produttivo marchigiano nel suo complesso, di cui 14.200 nelle sole industrie alimentari e di bevande. Le esportazioni del settore agro-alimentare marchigiano mostrano un andamen-

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to in costante crescita. Al primo posto si trovano cereali e ortaggi, seguiti da bevande, in particolare dal vino. Al terzo posto si trovano ‘altri prodotti alimentari’ che raggruppa piatti pronti e preparati delle industrie del freddo. Nel panorama nazionale, le esportazioni delle Marche ricoprono una posizione piuttosto marginale, 1 per cento, stando dietro Emilia Romagna, Lombardia e Veneto. Le principali destinazioni dell’export italiano sono gli Emirati Arabi (cereali e prodotti per l’alimentazione degli animali), Germania, Spagna e Stati Uniti dove, invece, primeggiano le importazioni dall’Italia di vino e altre bevande, seguiti da Giappone e Svezia. I livelli produttivi dell’industria alimentare italiana hanno registrato, nel 2013, una contrazione, in linea con quanto avvenuto negli anni precedenti. Il calo dei consumi in Italia, proseguito nel 2013 anche se con intensità minore rispetto all’anno precedente, ha riguardato anche i consumi di prodotti alimentari

e bevande (3,1 per cento). Risultati positivi arrivano invece dall’attività commerciale del settore sui mercati esteri. L’export ha, infatti, registrato un incremento del 5,3 per cento rispetto al 2012, grazie soprattutto alla crescita del 7,9 per cento delle vendite di bevande e del 4,5 per cento di prodotti alimentari (+ 4,7 per cento di prodotti da forno e farinacei e +2,5 per cento di frutta e ortaggi lavorati e conservati). Tra le bevande, crescono del 7,3 per cento le esportazioni di uva da vino, comparto, tra l’altro, che pesa positivamente per il 75 per cento sull’attività nazionale. In generale l’attività commerciale è risultata in diminuzione sul mercato interno (-2,1 per cento) e in crescita su quello estero (+1,9 per cento). I prezzi di vendita hanno sperimentato una variazione dell’1,6 per cento sul mercato interno e sono diminuiti dello 0,3 per cento su quello estero. Attività che invece registra un aumento, in negativo, sia sul mercato interno sia su quello estero è il costo delle materie prime (+1,5 per cento e +2,1 per cento).


FOCUS SUL DISTRETTO AGRO-INDUSTRIALE DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO (AP) Il distretto di San Benedetto del Tronto include 26 comuni della provincia di Ascoli Piceno compresi tra la costa fino all’entroterra ascolano, arrivando fino ai piedi dei monti Sibillini, ricoprendo un’area di circa 400 Kmq, che corrisponde al 23 per cento dell’intera provincia di Ascoli Piceno e il 5 per cento della superficie regionale. Il distretto presenta diverse specializzazioni produttive nel campo della lavorazione e conservazione del pesce, della produzione di oli e grassi alimentari, della produzione di vini, olive e ortaggi, della produzione di gelati e di paste alimentari. Si identificano tre principali filiere: • ORTOFRUTTA. Prodotti freschi e surgelati di tipo maturo, parte delle materie prime trasformate provengono dalla Sicilia, dalla provincia di Latina, da Roseto degli Abruzzi. L’approvvigionamento da queste aree è giustificato dalla necessità del comparto di garantire ai distri-

butori un flusso di alimenti continuo e costante, sia in termini di volume che di qualità. • ITTICA. Filiera suddivisa tra pesce fresco, surgelato e congelato e pesce decongelato. Oltre un terzo del pesce è venduto e distribuito dalla GDO (nord Italia e dettaglio), ma una parte consistente del mercato nazionale del pesce fresco e surgelato, per quantità e valore, è localizzata del Distretto di San Benedetto del Tronto. Questa filiera subisce una forte concorrenza da parte dei minori prezzi dei prodotti provenienti dai paesi esteri ed il pesce surgelato destinato alla trasformazione è sempre più di importazione. • VITIVINICOLA. Offre prodotti di elevata qualità ed il mercato nazionale è caratterizzato da una domanda ancora in crescita. La crescita del distretto è dovuta anche allo sviluppo dell’indotto specializzato con competenze materiali e immateriali nel campo della logistica, della ricerca e

del trasferimento tecnologico dei servizi. In particolare, la surgelazione dei prodotti ittici e ortofrutticoli ha stimolato la diffusione di imprese produttrici di macchinari, impianti per la lavorazione, conservazione e confezionamento dei prodotti e relative attività di servizio, imprese produttrici di imballaggi e soluzioni di packaging, di aziende che svolgono attività di terziario avanzato (design, marketing, progettazione, controllo qualità e igienicosanitario e di aziende specializzate in attività di ricerca e trasferimento di tecnologie, nonché in attività e infrastrutture per la logistica e distribuzione.

Fonte: Sistema Informativo Statistico Regione Marche ‘Agro-alimentare Sintesi di dati e informazioni economiche sul settore produttivo nelle Marche – Giugno 2014’ – UnionCamere Marche; Confindustria Marche; Osservatorio Nazionale dei distretti italiani UnionCamere

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SPECIALE AGROALIMENTARE

Agricoltura: ritorno al futuro Asset trainante della nostra economia, suscita l’interesse di giovani studenti e di altrettanto giovani imprenditori. Pregi e difetti, iniziative e cose da fare per il settore agroalimentare, in una chiacchierata con il Presidente di Coldiretti Pesaro e Coldiretti Marche, Tommaso Di Sante, e Paolo De Cesare, Direttore Coldiretti Pesaro Urbino di L. Radaelli

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er assurdo è stata proprio la crisi degli ultimi anni a portare tanta attenzione sull’agricoltura? “La considerazione e consapevolezza del potenziale del settore agroalimentare nel nostro Paese sono profondamente cambiate. E lo hanno capito i più giovani. Lo dimostrano una serie di dati: dalle iscrizioni agli istituti superiori e corsi di laurea rivolti a questo settore, alle nuove generazioni a guida di aziende agricole o il numero crescente di imprenditori agricoli, alle serie di iniziative di apertura e scoperta di questo mondo che per decenni è stato trainante per l’economia del Paese e che, ancora oggi, è per l’immagine italiana il marchio più conosciuto e rispettato nel mondo. Parte della classe politica, però, ancora non coglie pienamente le enormi potenzialità che il settore può offrire allo sviluppo economico generale del Paese”. Cosa non sanno i consumatori che, spesso inconsciamente, acquistano prodotti a marchio italiano ma che di italiano ha poco? “L’agricoltura è il settore grazie al quale il Paese vanta record che pochi, anzi nessun altro, è in grado di sostenere. 94

Abbiamo un patrimonio agroalimentare straordinario e siamo il Paese, dati alla mano, più sicuro al mondo per la qualità dei prodotti alimentari, proprio perché i controlli obbligatori impongono parametri molto rigidi. Tutti gli scandali più recenti, è da reclamare a gran voce, sono scoppiati da prodotti stranieri. Questi record vanno trasmessi in primis attraverso il contatto diretto tra produttori e consumatori. Purtroppo vi è una filiera con troppe distorsioni e una normativa che, in molti casi, ancora non consente una informazione chiara ai consumatori. Il progetto “Campagna Amica”, avviato da Coldiretti anni addietro, serve proprio a questo: offrire trasparenza ai cittadini e tagliare la filiera che, per numero di soggetti, inefficienza e speculazione, danneggia gli attori principali, produttori e consumatori, appunto”. Le attività di Coldiretti non hanno una mera valenza d’incentivo economico per i suoi consorziati. “Sicuramente l’azione politico-sindacale tende al miglioramento reddituale delle imprese agricole, ma quella che Coldiretti porta avanti da anni è anche una battaglia di valori, inserita in un progetto

di più ampio respiro che mira allo sviluppo del sistema Paese in generale. Già nel 2000 firmammo un Patto con i Consumatori che aveva come primo obiettivo, offrire ai cittadini informazioni chiare e sicurezza alimentare. Per il consumatore, per guidarlo nella scelta dei prodotti che acquista, ci siamo battuti per l’’etichetta trasparente’, per far sì che quello che è scritto sulle confezioni coincida con il contenuto, che tra l’altro va anche a beneficio del prodotto Made in Italy. Per i produttori, spesso colpiti da sanzioni anche per infrazioni di poco conto, ma che sono sanabili, ci siamo battuti per l’approvazione in Parlamento del decreto Campo Libero (Agosto 2014) che prevede per questi casi, prima una diffida a mettersi in regola e poi, se non rispettata, una sanzione pecuniaria. Questo proprio per prevenire l’erogazione di sanzioni per colpe assolutamente recuperabili”. C’è da fare una distinzione. Il settore agroalimentare è formato da più attori: gli agricoltori, l’agroindustria, la distribuzione. C’è poi il contesto legislativo, economico e politico nazionale, comunitario e internazionale nel quale i vari soggetti si trovano ad operare. Come ci


Il patrimonio agroalimentare più sicuro al mondo per la qualità

si districa? “E’ un discorso molto complesso, cercheremo di schematizzarlo. A livello di Pubblica Amministrazione è necessaria una forte azione di semplificazione della macchina amministrativa, diminuendo la burocrazia e, in molti casi, anche gli ostacoli posti dalla classe funzionariale. Per quanto riguarda l’agroindustria, occorre senz’altro riequilibrare i rapporti nella filiera, oltre che perseguire standard qualitativi e di trasparenza dell’origine dei prodotti. Altrettanto dicasi per la grande distribuzione, che troppo spesso impone condizioni insostenibili per le aziende agricole. Anche l’Europa ha le sue colpe. O meglio: regolamentare un intero settore a livello comunitario con peculiarità agricole e interessi diversi, è estremamente complicato. Sarebbe meglio che alcune scelte fossero lasciate all’autonomia dei singoli Stati.”. E l’agromafia? “Altro tasto dolente. Si consideri che spesso questi soggetti senza scrupoli immettono sul mercato prodotti contraffatti o adulterati, con gravi rischi anche per la sicurezza alimentare. Inoltre, questo genere di speculazione criminale

nuoce per miliardi di euro all’economia italiana. Coldiretti, col supporto di molte Procure, ha dichiarato battaglia a questa economia parallela attraverso la costituzione dell’Osservatorio sulla Criminalità in Agricoltura e nell’Agroalimentare, presieduto da Giancarlo Caselli. È un organo esterno, quindi super partes, che monitora e interviene a favore della tutela della legalità in agricoltura”. Secondo Coldiretti, come si può tutelare il Made in Italy senza scadere in un moderno proibizionismo o protezionismo? “Teniamo presente che il valore annuo del falso italiano equivale a 60 miliardi di euro. Questo solo per l’estero su estero, ovvero la produzione estera di prodotti marchiati, ‘spacciati’ come italiani e immessi su mercati esteri. Comparto assolutamente incontrollabile, ma che danneggia fortemente il brand Italia. Per la tutela del Made in Italy occorre sicuramente estendere a tutti gli alimenti l’obbligo di indicare in etichetta l’origine della materia prima agricola utilizzata. Per le nostre imprese agricole, Coldiretti ha avviato il progetto FAI, Filiera Agricola Italiana, che mira, accorciando la filiera, ad organizzare la produzione, ottenendo

vantaggi nella contrattazione e nella valorizzazione del prodotto. Al servizio della FAI è stato anche costituito un coordinamento tra i Consorzi Agrari, col doppio scopo di mettere al riparo gli agricoltori dalle forti oscillazioni dei prezzi, dovute alle speculazioni internazionali, ma soprattutto per disporre di strutture importanti sul territorio in grado di organizzare le varie filiere produttive. Un altro strumento straordinario al servizio della FAI è CreditAgri, l’unico Consorzio fidi nazionale operante in agricoltura, vigilato direttamente dalla Banca d’Italia, che offre consulenza e rilascia garanzie per favorire l’accesso al credito con tassi migliori e con prodotti dedicati alle aziende agricole. Infine, Coldiretti ha promosso la nascita di UE Coop, nuova centrale cooperativa nazionale, per ridare voce e rappresentanza a tutte quelle cooperative che operano nel rispetto delle vere finalità mutualistiche”.

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SPECIALE AGROALIMENTARE

Il futuro prossimo del Biologico Il Consorzio Marche Bio propone una serie di politiche-incentivo per un settore che negli anni è uscito dalla nicchia e che mostra un alto potenziale di crescita di L. Radaelli

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l sistema produttivo biologico italiano, e anche regionale, non può più essere considerato di nicchia bensì, deve essere trattato come un vero e proprio comparto. Data la dinamicità della crescita registrata dall’agricoltura biologica negli ultimi dieci anni, è giunto il momento di attuare politiche che vedano il nuovo settore protagonista. Negli ultimi dieci anni la superficie coltivata a biologico in Italia è rimasta pressocché costante, mentre il consumo di prodotti bio è più che raddoppiato. Se prendiamo in considerazione il biologico a livello europeo la superficie è raddoppiata ed il mercato quadruplicato: il mercato dimostra, quindi di aver fatto scelte precise nella direzione dell’agricoltura biologica, ma il mondo della produzione e le politiche ad essa legate non sono ancora adeguate a sostenerne la crescita. Inoltre, il comparto biologico risulta capace di incentivare l’occupazione, la qua-

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lità del settore agroalimentare e migliorare il paesaggio rurale, tanto a livello regionale quanto nazionale.

sinergie possibili per la creazione di distretti agroalimentari di qualità e di filiere.

Concentrandosi sul territorio regionale marchigiano, e in vista della stesura del nuovo PSR (Piano di Sviluppo Rurale), il Consorzio Marche Biologiche* propone il raddoppiamento della SAU (superficie agricola utilizzata) biologica, passando dall’attuale 11 per cento al 20 per cento, ovvero da 50mila ad almeno 100mila ettari.

Il pacchetto con le misure-incentivo per la conversione all’agricoltura bio del PSR 2007-2013 prevedeva un contributo economico sulla base della superficie coltivata a biologico, ma ciò che si rende necessario, proprio per le caratteristiche del comparto radicalmente mutate negli ultimi anni, è una politica agricola più incisiva che sostenga in maniera organica le aziende che decidono di passare all’agricoltura biologica. ‘Con Marche Bio’ sostiene sia fondamentale il rimborso dei costi di certificazioni, il sostegno attraverso consulenze aziendali e una precisa attività di formazione.

Per raggiungere questo risultato è altresì necessario garantire tutta una serie di risorse a quelle aziende che intraprenderanno il processo di conversione dall’agricoltura convenzionale a quella biologica, tra cui: il sostegno alla conversione quinquennale per ettaro, il miglioramento del sistema delle deroghe per l’acquisto di materiale di propagazione (sementi), oltre allo sviluppo di tutte le

La regione Marche è leader nella produzione cerealicola, gestendo tutta la filiera, dalla coltivazione alla lavorazione fino al prodotto finito, (pasta, in partico-


lare). Mantenendo questo primato e di conseguenza tenendo in considerazione l’importanza economica della coltivazione di cereali e dei seminativi da granella, sarebbe opportuno individuare una pluralità di soluzioni agronomiche che prevedano ampie e flessibili rotazioni delle colture sugli stessi appezzamenti di terreno. L’adesione da parte delle aziende agricole biologiche ad una filiera è ormai fondamentale per rendere economicamente sostenibile la produzione, e dovrebbe essere fortemente incentivata attraverso meccanismi premiali. È importante, nella prossima programmazione, rivedere i bandi nelle modalità di presentazione dei progetti e dei contratti di filiera. Nell’ideazione dei bandi per i progetti di filiera occorre considerare, oltre alla provenienza della materia prima, anche i luoghi di stoccaggio e di lavorazione fino al prodotto finito, con l’obiettivo di premiare le filiere marchi-

giane anche dal punto di vista della trasformazione e commercializzazione. Altro punto strategico per il comparto dell’agricoltura biologica riguarda la promozione e l’informazione del consumatore. È un dato di fatto che la nostra agricoltura non è particolarmente competitiva a causa di costi di produzione mediamente più alti rispetto ad altri sistemi produttivi. Ciò che crea valore aggiunto alla produzione regionale è la qualità, tipicità, biodiversità, certificazione, tracciabilità e stagionalità ed è proprio su questi aspetti che bisogna concentrarsi per diffondere la conoscenza tra i consumatori finali, creando le condizioni che permettano anche una maggiore disponibilità di spesa. Dato il potenziale del comparto biologico, gli operatori del settore auspicano ad un salto di qualità che vada nella stessa direzione delle scelte fatte da un crescente numero di consumatori, facendo appel-

lo anche all’ampliamento delle politiche del Piano di Sviluppo Rurale regionale. Tutto questo creerebbe ulteriore valore aggiunto al comparto bio, ridistribuendo le responsabilità tra gli imprenditori agricoli che saprebbero utilizzare al meglio le risorse messe a disposizione dal PSR, la politica che potrebbe individuare nell’agricoltura biologica uno strumento strategico di crescita e l’amministrazione che potrebbe attuare una incisiva semplificazione burocratica.

* Consorzio per il sostegno e recupero della biodiversità. Dal 2010 progetta nuove strategie per rafforzare il biologico marchigiano: una struttura organizzativa moderna, capace di concentrare in un’unica filiera tutta l’energia dei coltivatori biologici regionali

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SPECIALE AGROALIMENTARE

Il metodo Strampelli Dalla scienza, consigli per l’alimentazione

Questa è una pagina di storia e di studio. Storia perché il racconto inizia ai tempi del fascismo. Studio perché tanto ha studiato e sperimentato il protagonista.Questa è la storia del frumento dedicato al marchese Raffaele Cappelli che protesse l’Italia dalle catastrofiche carestie durante gli ultimi anni della II Guerra Mondiale e che oggi rappresenta una coltura di nicchia che abbiamo ritrovato nell’azienda agricola Angeli di Varano (An) di L. Radaelli

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rocediamo per gradi: partiamo dallo studio e dallo studioso. Nazzareno Strampelli, detto Nazareno, nacque a Crispiero di Castelraimondo (Mc) nel 1866. Marchigiano di nascita, fu agronomo, genetista e senatore italiano; uno dei più importanti esperti di genetica degli inizi del XX secolo, fu anche il precursore della Rivoluzione verde, proliferata in Messico negli anni ’60 e che reclamava un approccio più innovativo ai temi della produzione agricola. Attraverso i suoi studi furono realizzate decine di varietà di frumento, note anche come sementi elette, che permisero notevoli incrementi delle rese medie per ettaro coltivato, con conseguenti benefici sulla disponibilità alimentare delle popolazioni. Impegnato negli studi scientifici, si concentrò sull’ibridazione partendo da un concetto opposto a quello più diffuso al tempo: invece di tentare di estendere il ciclo vegetativo delle piante per accumu-

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lare sostanze nutritive, cercò di sviluppare grani di rapida maturazione ed alto rendimento. Obiettivi dei suoi esperimenti erano evitare la siccità estiva, portando quindi a maturazione le coltivazioni prima di agosto, creare specie resistenti alla ruggine (fungo) e di taglia bassa, in grado di resistere anche all’allettamento, il ripiegamento fino a terra di piante erbacee a causa di vento e pioggia che rende difficile la raccolta. Strampelli, studiò e combinò vari tipi di elementi arrivando a creare circa 800 diversi incroci di grano e 65 varietà, applicandosi anche ad altre specie vegetali: mais, avena, orzo, segale, foraggi, pomodori, lenticchie, piselli, fagioli, barbabietole da zucchero, ricino, fragole, patate, canapa. Un incontro, però, segna la svolta degli studi di Strampelli; quello con il marchese Raffaele Cappelli, Senatore anch’egli del Regno d’Italia, il quale concesse a Strampelli terreni, laboratori e altre

risorse in provincia di Foggia per sperimentare in campo i suoi ibridi. Da qui la dedica del nome della cultivar di grano duro autunnale: il Senatore Cappelli. Rilasciato nel 1915, la varietà di frumento Cappelli, nonostante fosse alto circa 160 cm, tardivo nella maturazione e suscettibile alle ruggini ed all’allettamento, ebbe un grande successo per l’adattabilità, la rusticità e l’eccellente qualità della sua semola. Nel trentennio dagli anni ’20 agli anni ’50, fino al 60% della superficie nazionale era investita a Cappelli, diffuso poi in altri paesi del Mediterraneo. Fino agli anni ’60 la cultivar Senatore Cappelli ha rappresentato la base del miglioramento genetico del frumento duro. Attualmente, il grano Senatore Cappelli è esteso nel Sud Italia (Basilicata, Puglia e Sardegna) e in alcune aree delle Marche, tra cui troviamo Lorenzo e Matteo Chiucconi dell’azienda agricola di famiglia Angeli di Varano.


Mentre chiacchieriamo con Lorenzo e Matteo, il profumo del pane appena sfornato pervade la stanza adibita a sala da pranzo del loro agriturismo. Il pane è fatto con la farina del grano Cappelli, ne è avanzata un po’ dall’impasto e la si sente al tatto più grossolana rispetto alle classiche farine, più scura, quasi da sembrare integrale.

spezza; alla minore resa quantitativa si contrappone una maggiore resa qualitativa, di qui l’appellativo ‘carne dei poveri’, affibbiatogli nel dopo guerra. È un po’ come l’uva: produce meno ma contiene di più. La maturazione è sì tardiva, fine giugno – inizio luglio (15-20 giorni dopo rispetti alle altre colture), ma resistente alla siccità”.

Chiediamo a loro il procedimento per la coltivazione, la raccolta e la lavorazione del Cappelli. “Il Senatore Cappelli è un grano duro che per le sue caratteristiche apparentemente difficili da gestire, non invoglia alla coltivazione. Le sue spighe raggiungono i 160 cm di altezza, andando così a soffrire di allettamento. Inoltre, la resa per ettaro è inferiore rispetto agli altri grani. Di contro, però, a ognuna di queste criticità corrisponde un punto a favore: pur avendo un fusto molto alto, questo è molto robusto e resistente, quindi non si

Una volta maturata, dopo la trebbiatura… “Portiamo il raccolto alla macina, presso un molino a pietra di Polverigi (AN). Questo tipo di macina permette di ridurre il riscaldamento del grano e di mantenere inalterate le proprietà organolettiche”. Come diventa pasta? “Il frumento Cappelli si presta per la produzione di pasta di qualità superiore, pane e pizza biologici. Per la trasformazione in pasta ci affidiamo ad un pastificio di Campofilone (FM), patria di pastai.

La nostra è una produzione a filiera corta, seguita passo a passo, con la collaborazione di artigiani marchigiani”. Abbinamenti? “Per le caratteristiche intrinseche del Cappelli, ed essendo lavorata come pasta all’uovo, è una grana che assorbe bene sughi e sapori. Inoltre, è molto sapida, quindi il consiglio è di non salare troppo l’acqua della cottura. Si presta benissimo a sughi di carne, in questo periodo il cinghiale è perfetto, cotta nel vino, e il Rosso Conero è l’ideale! Altrimenti, condita con un filo di buon olio a crudo, cacio e pepe”.

Az. Agricola Angeli di Varano s.s.a. dei fratelli Chiucconi Fraz. Varano - Ancona 071.8046019 www.angelidivarano.it

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SPECIALE AGROALIMENTARE

“Bollicine” Togni Spumante, acqua minerale e vino. Ma adesso anche birra, in omaggio a Dante.

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uccessi per il Gruppo Togni Spa, che apre alla birra e incassa un doppio riconoscimento per i suoi vini. Partendo da questi ultimi: sono Cimaio e Crisio le etichette pluripremiate della Cantina CasalFarneto del gruppo. Cimaio ha ottenuto la Corona dalla “Guida Vini Buoni d’Italia 2015” del Touring Club, il massimo riconoscimento che la pubblicazione attribuisce ai vini. E altrettanto lusinghiero è il riconoscimento ottenuto dalla Guida Bibenda, che attribuisce a Cimaio ben 5 Grappoli. A convincere le commissioni giudicanti è stato il Cimaio Marche IGT Bianco annata 2011: ottenuto da uve botritizzate (dal nome di un fungo che attacca e metabolizza la buccia dell’uva, formando una muffa spessa e consistente), vendemmiate in avanzato stato di maturazione, si caratterizza per la sua grande e avvolgente struttura. Maturato poi per più di 2 anni in piccole botti di rovere, si abbina bene a qualsiasi

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tipo di formaggio, o a piatti molto decisi e saporiti ed è ottimo come vino da fine pasto e meditazione. Altri importanti risultati sono andati a Crisio, vino dei Castelli di Jesi Verdicchio Classico: è Gambero Rosso, con la sua prestigiosa “Guida Vini d’Italia 2015”, a decretare nuovamente la qualità dei Tre Bicchieri, con la quale l’azienda leader mondiale del settore enogastronomico premia l’eccellenza. Ad entrare nella guida è Crisio Riserva 2012. Ma le affermazioni per l’etichetta CasalFarneto arrivano anche in campo internazionale: Crisio 2011 ha vinto infatti la medaglia d’oro al Gran Premio Internazionale MONDUS VINI 2014 – Sessione Estiva tenutosi a Neustadt in Germania. Mondus Vini è l’equivalente di Gambero Rosso nel paese d’oltralpe. “Per CasalFarneto – spiega Paolo Togni, amministratore delegato assieme alla sorella Paola, dell’omonimo gruppo - questi premi sono la conferma di un lavoro serio e condotto con grande

passione e professionalità. In una posizione spettacolare anche dal punto di vista paesaggistico, nel cuore della più antica zona del Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico DOC, la cantina marchigiana è una ‘fattoria tecnologica’ situata alla sommità di una collina ed interrata, per ridurre l’impatto ambientale e garantire condizioni ottimali e naturali per la conservazione del vino. CasalFarneto è l’espressione del nostro radicamento in questa terra – continua – e la nostra passione per il vino è frutto di una forte identità marchigiana: siamo internazionali con gli spumanti e le acque minerali, ma le nostre radici affondano nella tradizione vinicola e imprenditoriale delle Marche. I riconoscimenti ottenuti dai nostri vini ci dimostrano che coltivare questa vocazione è la strada giusta”. Ma i successi non si fermano ai vini perché il Gruppo Togni ha deciso di aprire alla birra. L’azienda, già attiva nei settori


spumante, acque minerali e vino, rispettivamente con i marchi Rocca dei Forti, Frasassi e CasalFarneto, rafforza il suo percorso di crescita nel segno della diversificazione presentando Terza Rima, birra speciale italiana. Prodotta con metodo artigianale, è figlia di un progetto che ha origine nella rivalutazione dei prodotti artigianali italiani, che oltre ad essere unici e distintivi nel mondo, trasmettono sempre qualità, gusto e passione. Terza Rima si fonda sui principi di purezza ed equilibrio, caratterizzati da elevati livelli qualitativi. Un prodotto totalmente naturale e non pastorizzato, che si riconosce nella qualità dei suoi ingredienti quali acqua, malto, luppolo e lieviti. La fermentazione in bottiglia, infine, completa il processo di produzione naturale, che esalta le qualità organolettiche della bevanda e conferisce ad ogni bottiglia una propria identità. Terza Rima è pro-

dotta in due diverse linee: “Le Classiche” e “Le Donne”. Nel primo gruppo rientrano “La Bionda”, fresca e delicatamente profumata, “La Bionda doppio malto” con note decise di malto e luppolo in fiore e “L’Ambrata” morbida e fortemente luppolata. Il secondo gruppo si distingue invece per un carattere più deciso e rappresenta la linea Premium di Terza Rima. La proposta si distingue in tre diverse tipologie: “Virtuosa”, birra speciale bionda, caratterizzata da intensi profumi di malto e cereali; “Viziosa”, bionda doppio malto, si distingue per la corposità e la notevole persistenza; infine “Dannata” l’ambrata dalla importante luppolatura, piacevolmente amara e caratterizzata da una sinuosa rotondità ed elegante persistenza. A valorizzare la linea premium di Terza Rima sono le etichette realizzate su disegno in esclusiva da una sapiente bozzettista che ha tratto ispirazione dalla Divina Commedia; lo stesso nome della birra vuole essere un omaggio al padre

della lingua Italiana. “Per il nostro gruppo quella della birra speciale italiana è una nuova e appassionante sfida – precisa ancora Togni – e Terza Rima è un progetto ambizioso, che vuole riscrivere il percorso sensoriale di questa antica bevanda, così come Dante seppe concepire la lingua italiana con la sua nuova metrica. Una bevanda tradizionale con una storia secolare, che ci permette di esaltare la professionalità e le competenze tutte italiane, che sappiamo essere apprezzate in tutto il mondo. Questi elementi – conclude Togni - vanno ad accrescere il percepito del consumatore della categoria birra, ritenuta una bevanda naturale, leggera, sana e facilmente digeribile. Per questo abbiamo deciso di investire nel segmento della “speciale”, riteniamo infatti possa esprimere alta qualità e grande valore aggiunto”. www.birraterzarima.it

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SPECIALE AGROALIMENTARE

Botte vecchia, Vino nuovo Orientamenti strategici e aspetti di brand management nel settore vitivinicolo italiano. Nelle Marche la qualità e la promozione sono sinonimo di prestigio del territorio

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l mercato vitivinicolo italiano, a seguito della globalizzazione, sta vivendo un momento di profonda trasformazione e rinnovamento. I principali cambiamenti hanno interessato l’intera struttura del business del mercato, comprendendo l’offerta, la domanda e la distribuzione. Il mutato contesto competitivo richiede da parte delle imprese operanti nel settore l’implementazione di considerevoli ed efficaci tecniche di branding, al fine di differenziarsi e distinguersi grazie al potere del marchio. Con particolare riferimento al settore vitivinicolo marchigiano, la struttura economica della regione, composta principalmente da PMI, ha visto i fattori di successo - quali l’esclusivo ricorso agli operatori stagionali e la tendenza a privilegiare strategie conservative - trasformarsi in vincoli alla crescita. Tuttavia, il

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rispetto della genuinità e della qualità, la cura meticolosa dei vitigni e la capacità di rinnovarsi, seppur rimanendo fedele alla tradizione, fanno delle Marche una regione di prestigio. Inoltre, grazie ad una serie di politiche promozionali vincenti e alla versatilità dell'offerta, sia in termini di varietà che di rapporto qualità-prezzo, le Marche si affermano anche nel mercato estero, con un export di vini di un +36% rispetto al 2012. Ad incidere maggiormente su questi risultati positivi è stata la qualità riconosciuta delle produzioni a marchio (attualmente nelle Marche si contano 5 DOCG, 15 DOC e 1 IGT). Alla base di questi risultati, vi è quindi l’immagine dei vini marchigiani che ormai da anni conquista il consenso dei consumatori in virtù dell’impegno e della capacità dei produttori di saper valoriz-

zare lo stretto legame tra prodotto e territorio. La centralità del consumatore è alla base dell’intera filosofia del brand management, il cui obiettivo principale è quello di rendere durevoli le percezioni di chi acquista. Il prestigio delle Marche si identifica pertanto nel valore che si attribuisce al marchio, diffuso tramite specifiche e studiate politiche divulgative ed efficaci scelte di marketing mix.

Rosaria Mestichelli Area Formativa Settore Agroalimentare Sida Group Tel: 071/2852335 Sida Group srl


SPECIALE AGROALIMENTARE

Agroalimentare controcorrente Dalla scuola all’impresa numeri in costante crescita: +30% di iscrizioni e il 18% delle aziende è guidato da under 30

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ebbene le stime Istat del 2014 confermino il trend negativo della disoccupazione, vi sono settori che non solo non avvertono la crisi, ma che riescono al contempo a generare evidenti opportunità di business soprattutto per i più giovani. È il caso del settore agroalimentare, che negli ultimi 3 anni ha assistito alla nascita di 117 mila aziende, di cui il 18 per cento è guidato da imprenditori under 30. A conferma del successo del settore, vi è il boom di iscrizioni alle facoltà italiane maggiormente orientate all’economia reale, così come alle scuole di formazione post-laurea, orientate alla professionalizzazione e all’inserimento lavorativo. Ad esempio, dall’inizio della recessione, le scuole di formazione professionalizzante hanno registrato un incremento di iscrizioni negli indirizzi agroalimentari, in particolar modo nelle regioni Marche, Emilia, Veneto. Riportando un altro dato, la Facoltà di Agraria di Ancona ha fatto registrare un

picco di immatricolazioni superiore al 40 per cento, a fronte di un crollo generalizzato delle iscrizioni di oltre il 12 per cento in cinque anni. Si potrebbe parlare di una vera e propria rivoluzione culturale, se si considera anche il 30 per cento in più, rispetto agli scorsi anni, delle iscrizioni negli istituti professionali agricoli e negli istituti tecnici di agraria, agroalimentare e agroindustria. In un momento di crisi economica, quello dell’agroalimentare si rileva uno dei pochi settori che può offrire ancora molto ai giovani neolaureati, e la sua graduale e rivoluzionaria ristrutturazione, all’insegna di un ringiovanimento stesso del tessuto, sta comportando anche una ridefinizione dei profili guida dell’impresa. Infatti, proprio con riferimento al livello medio di istruzione, i giovani imprenditori, a differenza dei loro padri, hanno conseguito tutti un diploma di scuola superiore se non una laurea. Ciò è derivato dall’esigenza di ricoprire le nuove figure “innovative” e “multifunzionali” che si

sono sviluppate nel settore agroalimentare e che richiedono un certo tipo di qualifica: basti pensare alla nuova figura di tecnico di controllo; di valorizzazione e di marketing delle produzioni agrarie, agro-alimentari e agro-industriali; al tecnico della gestione dell’ambiente gestionale e operativo; all’agronomo; al biologo; all’addetto vendita diretta di prodotti tipici e così via. Il processo di formazione, al quale segue quello professionale, dei giovani imprenditori del settore agroalimentare, è risultato fondamentale per far ripartire il sistema riproduttivo italiano: non a caso, secondo una recente indagine Censis, l’86 per cento dei nuovi business sono orientati alle coltivazioni, il 9,7 per cento all’allevamento e il 9,2 per cento all’alimentare. Rosaria Mestichelli Area Formativa Settore Agroalimentare Sida Group Tel: 071/2852335 Sida Group srl

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Piccoli frutti grande potenziale Il miglioramento della qualità dei ‘piccoli frutti’ associato alla possibilità di estenderne la coltivazione aumentandone l’efficienza produttiva e riducendone i costi, sono alcuni dei principali obiettivi del progetto Europeo EUBerry (7° programma quadro), coordinato dal Professor Mezzetti della Facoltà di Agraria - Dipartimento Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali (D3A) di Balducci Francesca*

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l progetto vuole fornire un'ampia conoscenza scientifica, che incide sui molti aspetti della qualità produttiva e della sicurezza dei consumatori, aumentando la fiducia verso l’acquisto dei piccoli frutti. I risultati derivanti dall'iniziativa sono mirati a produrre conoscenze utili a guidare il consumatore verso la scelta di frutti di elevata qualità, prodotti secondo sistemi di produzione a basso impatto. Aumentare la qualità produttiva implica una fruibilità e un gusto maggiore del prodotto permettendo al consumatore di rispettare la quota giornaliera di frutta raccomandata dalle diete. Il progetto vuole creare inoltre una vasta scelta varietale e un abbassamento del costo finale di mercato cosi da ampliare l’accessibilità dei consumatori a fragole, lamponi e mirtilli, frutti noti per il loro elevato valore nutrizionale. L’abbassamento degli input produtti-

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vi ha una ricaduta positiva sulla sanità dei prodotti, con una bassa percentuale di residui chimici sia sui prodotti che nell’ambiente lavorativo. Il progetto si propone di contribuire a garantire cibo sano per i cittadini europei, come previsto nel documento ‘Food Quality Book’ e come richiesto dalla Commissione Europea nel documento ‘A strategy for Europe on nutrition, overweight and obesity related health issues’. Il materiale e i programmi di miglioramento genetico sono stati recuperati dal database costituito dal precedente progetto Europeo GENRES, poi ampliato e corretto dai risultati del progetto Euberry. Da ricerche effettuate sulla fisiologia delle piante coltivate in impianti con sistemi di coltivazione sostenibili, risulta che le piante di fragola fertilizzate con bassi livelli di Azoto hanno una più rapida

ed elevata produzione di infiorescenze e, di conseguenza, una maggiore capacità produttiva. L’effetto ‘cultivar’ (differenza che c’è tra le varie piante coltivate o risultato di incroci di piante effettuati intenzionalmente e non naturali) e l’effetto tecnica colturale sull’allungamento della stagione produttiva; studi sull’influenza delle luci LED sotto tunnel per l’identificazione di nuove tecniche colturali più economiche e che permettano la modificazione del ciclo colturale estendendo la stagione produttiva; un dispositivo per un basso utilizzo di acqua nel controllo dei ritorni di freddo primaverili e studi sull’impatto dei cambiamenti climatici sulle piante perenni dei piccoli frutti, sono tutti in fase di elaborazione all’interno del progetto. Nei tre anni dall’avvio di EUBerry sono stati raccolti molti dati relativi ai sistemi


di produzione integrata (IMP), i più sicuri ed efficienti per queste produzioni, e sono state condotte prove in agricoltura biologica con l’utilizzo di luci LED per il controllo degli artropodi e afidi su coltivazioni di fragole e lamponi rifiorenti. Tutti i partner del progetto coinvolti in studi sulla qualità nutrizionale dei frutti hanno identificato e usato dei protocolli (Standard Operating Procedure: SOPs) per le analisi sensoriali (esterne ed interne), nutrizionali (analisi quantitative) e qualitative delle differenti popolazioni di piccoli frutti. Il progetto Euberry ha posto l’attenzione anche sulle problematiche del pre-raccolta, per questo sono stati testati degli induttori di resistenza commerciali e sperimentali. Nella prospettiva di aumentare la qualità dei frutti nel post raccolta, si sono fatti studi sul controllo dell’aria di stoccaggio dei piccoli frutti, sono state svolte prove

sperimentali ipobariche su frutti di fragola che hanno stabilito che il trattamento migliore prevede di lasciare per 24 ore le fragole a 2.5 atmosfere. Per quanto riguarda l’aspetto salutistico dei piccoli frutti si sono analizzati la qualità e il contenuto dei composti bioattivi del materiale vegetale: i frutti di tutte le nuove varietà selezionate sono state analizzate seguendo precisi protocolli sperimentali che hanno dimostrato l’effetto benefico di fragola sui danni al fegato causati dall’alcool e sui danni alla pelle causati dai raggi UV-A. Il quarto settore del progetto è quello economico che coinvolge diversi partner nella raccolta di dati utili alla valutazione di fattibilità di nuove coltivazioni di piccoli frutti a basso impatto e per ridurre i costi di vendita, cercando di creare nuove strategie di marketing per incentivarne il consumo e la vendita.

Il progetto EUBerry è stato realizzato in stretta correlazione con deversi operatori del settore (produttori, industrie di trasformazione e associazioni dei consumatori), numerose piccole e medie imprese europee, grandi industrie come Barilla (IT) e Danone (FR) ed enti locali come, ad esempio, la Regione Sicilia. Questo largo coinvolgimento di enti e operatori ha garantito un’ampia trasparenza delle attività e un diretto trasferimento delle nuove conoscenze alle imprese. L’auspicio del gruppo di lavoro del Dipartimento di Scienze Agrarie (D3A) è quello di poter trasferire i risultati ottenuti anche alle aziende del territorio della Regione Marche così da creare nuove opportunità produttive, di lavoro e di mercato.

*Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali (D3A), Università Politecnica delle Marche

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Cosa stiamo mangiando? Lo abbiamo chiesto a Maria Letizia Diletti, biologo-nutrizionista. “L’alimentazione è una cosa seria, anche se sembra alla portata di tutti. E non va sottovalutata” di V. Carboni

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l 33% degli italiani è in sovrappeso mentre il 10% rientra nella categoria degli oversize. A detta di molti abbiamo la “cucina più sana del mondo” , basti pensare che la stessa Dieta Mediterranea è Patrimonio immateriale dell’Umanità per l’Unesco. Eppure, stando ai numeri e alle ricerche recenti, anche noi del Belpaese abbiamo perso parte dell’enorme patrimonio culinario che ci hanno tramandato le generazioni precedenti.

“Tanti bambini di oggi quasi non sanno che cosa sono i legumi, che richiedono un po’ di tempo per la preparazione ma che forniscono proteine eccezionali”

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Dott.ssa Diletti, come è potuto accadere? “Prima di tutto c’è il cambiamento culturale: abbiamo mutato le nostre vite e di conseguenza il modo in cui ci rapportiamo alla cucina. Oggi le donne-mamme lavorano e hanno sempre meno tempo per cucinare. I bambini mangiano spesso davanti alla televisione e si tende a consumare i pasti da soli e di fretta, non ci si ritrova quasi più tutti attorno alla tavola a parlare come si faceva un tempo, lentamente. Il cibo è diventato artificiale, l’industria va nella direzione di rendere il tutto più “semplice”, più veloce. Tanti bambini di oggi quasi non sanno che cosa sono i legumi, che richiedono un po’ di tempo per la preparazione ma che forniscono proteine eccezionali. Consumano poca verdura e non sono più abituati ai sapori naturali, sono invece quasi assuefatti da quelli artificiali creati ad hoc dall’industria alimentare. E qui iniziamo i problemi, perdendo la naturalezza dei cibi, rinunciamo al benessere, volendo sintetizzare al massimo. L’età d’esordio dell’obesità, per esempio, si sta abbassando”.

Quali sono gli errori più comuni che facciamo quando acquistiamo cibo? “Intanto l’errore più comune che fanno le persone che vogliono dimagrire o comunque mangiare meglio è quello di improvvisare diete senza la supervisione di un esperto. Ogni mese c’è una moda diversa in tema di alimentazione: occorre informarsi adeguatamente, altrimenti si rischiano scompensi e problemi di salute. Nell’acquisto di cibi occorrerebbe semplicemente fidarsi della natura, comperare solo prodotti di stagione e lavorarle a casa”. Consigli pratici? “Per prima cosa leggere l’etichetta, che è la carta d’identità di un prodotto. Scegliere il cibo con la lista degli ingredienti più corta e semplice. Non acquistare se nella lista in questione ci sono strane sigle o comunque termini di difficile comprensione. A questo proposito ci viene in aiuto il regolamento europeo 1169/2011, che in Italia sarà operativo da dicembre e che introduce significative novità: etichetta più comprensibile, più completa, dove sarà anche semplice risalire all’origine del prodotto. Poi consiglio di riscoprire tutti i piatti della nostra tradizione e di provare a cucinarli, magari con i bambini, giocando insieme a loro con il cibo, sperimentando assieme. Acquistare prodotti a km 0, nei mercati rionali o nei Gruppi d’Acquisto: si risparmia e si sa quello che si mangia. Se possibile, soprattutto per una questione economica, preferire il biologico certificato. Con la crisi economica


cresce l’obesità: per risparmiare si acquistano prodotti industriali a basso prezzo e a bassa qualità. Purtroppo il biologico, in fortissima espansione, è una nicchia che in pochi possono permettersi perché ha prezzi decisamente più alti”. Quale dieta è da preferire sulle altre secondo lei? “Io sono in assoluto per la Dieta Mediterranea, quella vecchio stampo, degli anni ’40-’50, l’eredità di Ancel Keys per intenderci. Sono per riprendere l’alimentazione dei nostri nonni: molte fibre e cereali, tanti legumi (se cucinati con i carboidrati forniscono un pasto completo), tanta frutta e verdura, preferenza del pesce sulla carne, che direi di consumare in ridotte quantità, per condire olio extra vergine d’oliva, utilizzo di latte e latticini ma senza eccedere. Consiglio anche di bere sempre molta acqua: tra i miei utenti, soltanto 2 su 10 sono normoidratati. Riscontro sxcarsa attenzione da parte delle donne, bevono poco, pochissimo. Personalmente, per concludere, sono contro tutti gli estremismi”. Prima parlava di mode, quali vanno per la maggiore? “Di mode ce ne sono tante, continuamente. Diciamo che si sta avviando una cultura alimentare ma è comunque molto,

troppo, veicolata dai media. Se vogliamo parlare di tendenze, invece, vedo crescere il settore del biologico come già accennato ma anche diete sia vegetariane che vegane. Non sono contraria a tali decisioni, dico soltanto che sarebbe opportuno farsi seguire da uno specialista che imposti un regime alimentare equilibrato, questo soprattutto in relazione ai vegani, che per esempio possono essere carenti della vitamina B12. In generale vedo comunque che si sta tornando a riscoprire certe tradizioni, esiste cioè anche questo aspetto: da un lato la vita frenetica ci toglie il tempo e la voglia per occuparci del cibo, dall’altro lato, si osserva che molte persone stanno invece tornando a delle abitudine antiche e certamente più salutari. In molti per esempio si inventano un orto sul terrazzo, cresce il numero di coloro che tornano a produrre in casa pane, pizza e dolci; insomma la sensibilizzazione che c’è sul tema sta producendo buoni risultati. A questo proposito segnalo un’iniziativa interessante, “Okkio alla SALUTE”, un progetto europeo che è un sistema di sorveglianza sul sovrappeso e l’obesità nei bambini delle scuole primarie (6-10 anni) e i fattori di rischio correlati”.

dire un buon 40 per cento lo fà per motivi estetici e per un miglioramento della performance fisica, un 25 per cento per imparare a mangiare meglio; un 10 per cento per necessità legate a momenti particolari della vita (gravidanza, allattamento, crescita, menopausa e terza età) e un 25 per cento per problemi di salute. In quest’ultimo caso sono gli stessi medici ad inviarmi gli utenti, nel senso che le persone che arrivano da me hanno già una diagnosi accertata. Può essere per obesità, pressione alta, ipercolesterolemia, malattie cardiovascolari, diabete, colon irritabile, allergie ed intolleranze alimentari, celiachia. E poi ci sono coloro che sono super stressati e che riversano tensioni e frustrazioni sul cibo, che si sa, nell’immediato gratifica. Si abbuffano per compensare, fino ad accorgersi di avere un problema che concerne aspetti diversificati ma comunque correlati. Per concludere, è appurato che adottare uno stile di vita equilibrato è la base per vivere meglio e per prevenire molte malattie. Quindi mangiare in modo sano e vario, bere tanta acqua, fare una spesa ragionata, praticare regolarmente attività fisica”.

Per quali motivi la gente si rivolge a lei maggiormente? “Sulla base della mia esperienza posso

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Quando il cibo diventa dramma Sempre più numerosi i disturbi alimentari che restano “sommersi” e che sfuggono ai tradizionali criteri di classificazione di V. Carboni

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l rapporto con il cibo non è mai scontato. Può nascondere insidie, celare problematiche complesse e generare disturbi di difficile comprensione. Sulla base di questa premessa abbiamo fatto qualche domanda alla dott.ssa Giuliana Capannelli, psicoterapeuta-psicoanalista e Presidente del Centro Heta – Fida Ancona. In base alla sua esperienza clinica, quali sono i disturbi alimentari più frequenti? “Le direi le anoressie, che si presentano per lo più nelle giovani donne. E’ la problematica che arriva più di frequente alla consultazione. Anche se negli ultimi 20 anni si è passati da una maggiore frequenza di anoressie pure a una panoplia di sintomi che non rispondono più a stretti criteri di classificazione, ma sono delle ‘variazioni sul tema’ del rifiuto del corpo e del cibo (bulimie con vomito, senza vomito, disturbi da alimentazione incontrollata, ortoressia, drunkoressia, anoressie atletiche, ecc.). Queste forme

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spesso non arrivano ad essere prese in carico perché la maggior parte delle persone che ha un problema con il cibo ha trovato una modalità di farlo rientrare nella sua economia di vita e non ne soffre abbastanza da arrivare a chiedere aiuto”. Qual è l’età media d’esordio? “L’esordio di un disturbo alimentare ha sempre a che fare con una rottura degli equilibri, una perdita di controllo. Per questo l’adolescenza rimane un terreno fertile. L’età media di esordio di un Dca possiamo collocarla tra i 14 e i 18 anni. Quello che ci preoccupa è però che l’età si sta spostando verso il basso con un esordio sempre più precoce (da disfagie funzionali a rifiuto ostinato di alcuni cibi nei bambini più piccoli che finiscono per essere persistenti nel tempo) anche di disturbi molto gravi che mettono a rischio la vita come le anoressie infantili (9-10 anni). Non dobbiamo in questo quadro dimenticarci dell’obesità infantile (con esordio intorno ai 6-10 anni) che è

ancora uno dei problemi sottostimati”. Quali sono le cause scatenanti? “Un momento di passaggio non voluto e comunque, anche se si tratta di un cambiamento positivo, tutto quanto sfugga al controllo. Qualunque fase di passaggio può rappresentare un ‘rischio’: lo svezzamento, o eventuali difficoltà legate all'inserimento scolastico. Ma anche un lutto, la separazione dei genitori, l’arrivo di un fratello, malattie o traumi subiti per cause esterne. Infine una delusione affettiva, le modificazioni nel corpo nella pubertà, scelte legate al futuro scolastico o relative all'identità sessuale”. Quali sono i campanelli d’allarme che dovrebbero insospettire le famiglie/gli educatori? “L’inizio può essere subdolo e insidioso. L’anoressia restrittiva può manifestarsi inizialmente con l’eliminazione di alimenti fobici (pane, pasta, dolci, olio) ma anche con la riduzione delle porzioni, una intensa attività fisica, con la


“L’esordio di un disturbo alimentare ha sempre a che fare con una rottura degli equilibri, una perdita di controllo. Per questo l’adolescenza rimane un terreno fertile…”

riduzione delle attività sociali. Nel caso della bulimia il disturbo può passare a lungo inosservato, perché le pazienti ai pasti mangiano, a volte si abbuffano, ma spesso subito dopo vomitano. Lo si nota dallo scarso controllo degli impulsi e da un cambiamento del carattere. Il disturbo da alimentazione incontrollata, caratterizzato da grandi abbuffate senza vomito o metodi di compenso, comporta un aumento di peso evidente: i frigoriferi svuotati e le carte di biscotti sotto il letto o dentro l’armadio possono essere i primi segnali, accompagnati da un disordine generale nella vita, e da un abbassamento del tono dell’umore, da grande nervosismo e irritabilità”. Può fornirci dei consigli per educare i bambini ad un buon rapporto con il cibo? “Posso dirle che il cibo è per eccellenza un mezzo di comunicazione tra l’adulto e il bambino e che dobbiamo interessarci non tanto al cibo in sé (magari perfetto da un punto di vista alimentare), ma a

tutto ciò che di positivo o negativo facciamo passare attraverso di esso (frustrazioni, ansie, paure, attenzioni, cure, amore). Cercare di disinvestirlo da tutti quei significati che tendiamo ad attribuirgli; sciogliere un po’ le aspettative inconsce che si innescano quando si ruota attorno al cibo e che spesso portano ad usarlo come ricatto o in un rapporto premio/punizione. Con i genitori del centro per adolescenti in cui lavoro a Pietralacroce (An), è stato istituito un blog rivolto proprio alle famiglie, in cui si possono trovare esperienze, risposte e anche fare domande. L’indirizzo è igenitoridioltre@ wordpress.com. La Fanpia (Famiglie, Neuropsichiatria, Infanzia, Adolescenza) ha inoltre istituito un numero dedicato ai Dca nell’infanzia e adolescenza a cui ci si può rivolgere per ogni informazione utile: 324 7951454”. L’Associazione Heta opera con interventi multidisciplinari per la cura dei Dca di pazienti di tutte le fasce di età e pro-

blematiche privilegiando il percorso clinico psicoterapeutico che sta alla base di ogni serio lavoro per andare a fondo delle cause del problema. Il Centro da diversi anni ha un rapporto con la Neuropsichiatria Infantile dell’Ospedale G. Salesi di Ancona e con la Fanpia Onlus. In questo momento sta lanciando un’iniziativa sul tema del sovrappeso (il 10 ottobre cade l’Obesity day - la giornata mondiale dell’obesità) e con la Federazione Italiana Disturbi Alimentari ha istituito un mese di interventi in varie città: il 30 ottobre ad Ancona nella sede di Piazza Diaz 2, sarà possibile partecipare agli incontri tenuti dalla nutrizionista e dalla psicologa del Centro ed effettuare colloqui gratuiti per tutto il mese per pazienti o familiari con problemi di obesità.

www.fidadisturbialimentari.com/heta

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L'agricoltura incontra il sociale Una pratica professionale ed etica in rapida espansione che, attraverso il rapporto uomo-natura, favorisce il tramandarsi e aggiornarsi di tecniche lavorative coinvolgendo i tanti attori della società civile di Maddalena Montanari

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n operatore del settore ha spiegato il successo dell'agricoltura sociale con un’argomentazione tanto semplice quanto sconcertante: solo col contatto diretto con la natura, l'uomo può acquisire un equilibrio interiore. Può sembrare banale ma, in realtà, quanto è distante dal nostro vivere quotidiano? Quando troviamo che l'agricoltura ha incontrato il sociale, nella inclusione dei soggetti svantaggiati in ambito lavorativo, si osserva un altro rapporto

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uomo-natura. Il principio di base è che una società evoluta necessita di individui equilibrati e l'equilibrio personale inizia dall'educazione al rispetto. Lavorare in campagna obbliga all'applicazione costante, all'attesa per raccoglierne i frutti, rispettando i tempi naturali di maturazione. L’agricoltura sociale è una pratica relativamente giovane che, oltre a produrre beni, ha come obiettivo etico il reinserimento terapeutico di soggetti svantaggiati nella comunità. È quindi uno strumento operativo attraverso il quale i governi regionali e locali possono

applicare politiche di welfare in ambito territoriale. L’azienda agri-sociale, o fattoria sociale, è la forma di aggregazione più diffusa e che permette l’attuazione di questo genere di politiche: a tutti gli effetti una fattoria tradizionale gestita da più persone associate che svolgono l’attività agricola o zootecnica per vendere i propri prodotti, con la caratteristica di operare in maniera integrata e a vantaggio di soggetti deboli (portatori di handicap, tossicodipendenti, detenuti, anziani…) residenti in aree fragili e in collaborazione con istituzioni pubbliche.


Si tratta di un associazionismo multifunzionale, in quanto realizza percorsi terapeutici, riabilitativi e di reintegrazione dei soggetti interessati. L’agricoltura sociale è anche considerata uno strumento per la riappropriazione del ruolo dell’individuo all’interno della società, in termini professionali, dato che una delle finalità è proprio il reinserimento nel mondo del lavoro attraverso l’acquisizione di tecniche e pratiche agricole. Secondo un’indagine sul settore condotta da AIAB (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica), uno dei principali promotori

di bio agricoltura sociale, nel solo triennio 2007-2010 il numero di fattorie sociali in Italia è cresciuto notevolmente, passando da 107 a 221. Sempre nel 2010, il settore agricolo privato e cooperativo ha registrato un aumento del 33 per cento del totale degli operatori, rispetto al 25 per cento del 2007. Il settore si presenta così molto attivo grazie al coinvolgimento massiccio di giovani e donne, con alti livelli culturali e provenienti anche da altri ambiti. Oggi l’Unione europea definisce l’agricoltura sociale come il nesso fondamentale tra agricoltura sostenibile,

sicurezza alimentare, equilibrio territoriale, conservazione del paesaggio e dell’ambiente, nonché garanzia dell’approvvigionamento alimentare. Nelle Marche sono attive circa 17 cooperative agricolo-sociali e, proprio a evidenziare il ruolo chiave che questo settore sta rapidamente andando a coprire, la Regione ha inserito nella programmazione del PSR 2014-2020 misure specifiche relative alla cooperazione tra imprese agricole, cooperative sociali e servizi sociali e socio-sanitari del territorio per realizzare progetti di agricoltura sociale.

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Agronews Cibi a ‘denominazione di origine’ in aumento

Aumentate le superfici coltivate (+13%), le aziende sono 694 (+3%), gli allevamenti sono 705 (+4%), mentre i trasformatori sono 186 (+5%): evidente segnale della capacità del settore agroalimentare ‘Made in Marche’ di creare reddito e lavoro. La Regione vanta dodici prodotti riconosciuti, tra Denominazione di origine protetta (Dop) e Indicazione geografica protetta (Igp). Quelli Dop sono l'Oliva Ascolana del Piceno, l'Olio di Cartoceto, la Casciotta d' Urbino e il Prosciutto di Carpegna, cui si aggiungono Formaggio di Fossa di Sogliano e Salamini italiani alla cacciatora. Le Igp sono attive per Agnello del Centro Italia (in via di definitiva formalizzazione), Vitellone bianco dell'Appennino centrale, Ciauscolo (per il quale si sta lavorando alla Dop), maccheroncini di Campofilone, oltre che Mortadella Bologna e Lenticchia di Castelluccio. Accanto ai prodotti a denominazione di origine, ricorda Coldiretti, ci sono anche le 152 "Bandiere del gusto", le specialità ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni. Qui, rispetto allo scorso anno, entrano tre nuove specialità: le paccucce di Colmurano (Macerata), spicchi di mela, preferibilmente rosa, messi ad essiccare al sole o al forno e conservati per l'inverno immersi nella sapa; la crescia di Stacciola, preparata con rosmarino e cipolla e cotta in forni a legna con tralci di vite, tipica di San Costanzo (Pesaro) e il castagnolo al farro, anch'esso del Pesarese, a San Lorenzo in Campo.

L’obiettivo della Carta di Arcevia 2 è una gestione comunitaria del territorio e del paesaggio da parte di cittadini e associazioni, per una visione dell’agricoltura nel rispetto della biodiversità e contro l’introduzione degli Ogm in Italia. La prima Carta, sottoscritta anche da Vandana Shiva, attivista e ambientalista indiana, nasce dal contributo della Terra e il Cielo, Comune di Arcevia, Rees Marche, Forum dei Movimenti per la terra e il paesaggio delle Marche, affiancati in questo cammino anche da Acu Marche, Italia Nostra sezione di Arcevia, Slow Food Marche. La nuova Carta aggiunge al concetto di "biologico" quello complementare di "comunitario". Fra le proposte, quella del sindaco di Arcevia Andrea Bomprezzi che lancia il progetto di una scuola per la lettura del paesaggio, mentre il vice presidente emerito della Corte Costituzionale Paolo Maddalena ha sottolineato che ''il concetto di comunità è messo a repentaglio dalla crisi economica e dal debito''.

La patata rossa di Colfiorito verso Igp

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La carta di Arcevia 2

Prosegue l'iter per il riconoscimento Igp per la Patata rossa di Colfiorito. Dopo l'ok del ministero delle Politiche agricole alla protezione transitoria, si attende di poter ufficializzare l'ottenimento dell'Indicazione geografica protetta. La coltivazione di questo prodotto di qualità interessa, infatti, quattro comuni della provincia di Macerata (Camerino, Serravalle del Chienti, Muccia e Montecavallo) e circa la metà dei produttori rientra proprio nel versante maceratese. La patata rossa di Colfiorito è uno degli esempi dei prodotti salvati dall'estinzione grazie all'impegno degli imprenditori agricoli nel recupero delle tradizioni. La Igp tutelerebbe la patata rossa dalle falsificazioni, contribuendo a conservare il patrimonio gastronomico nazionale che - evidenzia la Coldiretti - rappresenta una componente determinante per la competitività del Made in Italy.


La Coldiretti Macerata, in collaborazione con il Comune di Loro Piceno, ha presentato la proposta disciplinare per la Dop del Vino cotto nell'ambito del 43° Festival dedicato a questo prodotto della tradizione contadina. L'elaborazione del disciplinare rappresenta la nuova tappa del progetto per ottenere la Denominazione di origine protetta, lanciato da Camera di Commercio Macerata e da Coldiretti, coinvolgendo la Fondazione Mastrocola e le Camere di commercio di Fermo e Ascoli Piceno. "L'obiettivo - sottolinea Assuero Zampini, direttore di Coldiretti Macerata - è rilanciare un prodotto della tradizione contadina che negli ultimi anni ha conosciuto un crescente successo anche commerciale grazie all'impegno delle imprese agricole del territorio. In questo modo si potrebbe aumentare la produzione e oltrepassare i confini del mercato regionale". L'associazione stima una produzione che si aggira sui mille quintali: quello attualmente commercializzato rappresenta solo una piccola parte del totale. Il vino cotto è ottenuto dalla bollitura e dalla fermentazione del mosto (di solito uve bianche), e fatto poi invecchiare in botti di legno. Con le denominazioni di "vino cotto", "vi' cotto" e "vi' cuot", rientra nell'elenco ufficiale dei prodotti agroalimentari tradizionali della Regione Marche, riconosciuti nel 2000 con decreto ministeriale. Le zone tradizionali del vino cotto sono quelle dell'interno dell'Ascolano e del Maceratese.

Olio d’oliva: stimato crollo del 40% della produzione

Proposta disciplinare Dop per vino cotto

Il maltempo di questi mesi, secondo una stima di Coldiretti Marche, potrebbe essere responsabile di un calo della produzione di olio d’oliva del 40%. La produzione totale sembra attestarsi sotto i 20 mila quintali, nettamente al di sotto della media regionale. “Fino alla fioritura le cose sono andate abbastanza regolarmente, ma freddo e pioggia hanno condizionato la fase dell'allegagione, ovvero il passaggio dal fiore al frutto – ha dichiarato Pierluca Federici, presidente di Aprol Marche, l’Associazione produttori olivicoli della nostra regione -. Tanto il freddo quanto il caldo sono arrivati nei momenti sbagliati e il raccolto ne ha ovviamente risentito”. Questo scenario apre all’ipotesi di una massiccia importazione di prodotti olivicoli dal Nord Africa e Medio Oriente che però non sempre rispondono agli stessi requisiti qualitativi e di sicurezza. Secondo un'analisi Coldiretti su dati Istat, le aziende olivicole nelle Marche sono circa 22.000 su una superficie di 13mila ettari di oliveti, con 160 frantoi attivi. Per quanto riguarda il biologico, la aziende sono 1.000, per una superficie di circa 1.600 ettari. Il valore della produzione olivicola marchigiana è di 20 milioni di euro. Le Marche vantano anche due Dop nel settore olivicolo (Olio di Cartoceto Dop e Oliva Ascolana del Piceno Dop).

Ad agosto, la Commissione Ue ha annunciato lo sblocco per 125 milioni di euro al settore ortofrutticolo europeo colpito dall’embargo russo di un anno. “L’idea è quella di ridurre le quantità messe sul mercato per non far scendere i prezzi a un livello di crisi”, ha dichiarato Roger Waite, portavoce della Commissione per l’agricoltura. Le misure potranno essere applicate retroattivamente, a decorrere dal 18 agosto, e resteranno in vigore fino a novembre, coinvolgendo le produzioni di carote, pomodori, cavoli bianchi e cavolfiori, peperoni, cetrioli, fagiolini, funghi, mele, pere, frutti rossi, uva da tavola e kiwi. I maggiori beneficiari degli aiuti saranno, ovviamente, i principali Paesi fornitori di prodotto ortofrutticoli deperibili alla Russia, quali Polonia, Lituania, Belgio e Paesi Bassi. Dal 7 agosto, con la risoluzione n. 778 sono state bloccate per dodici mesi le importazioni del comparto agroalimentare con il conseguente blocco delle merci sui camion e gravissimi danni economici per gli agricoltori. Nessun incremento dei fondi ma cambiamenti nelle modalità di assegnazione degli stessi, calcolati moltiplicando le quantità esportate per il valore del ritiro. L’Italia, attraverso il ministro alle politiche agricole Maurizio Martina, ha annunciato di voler spingere per anticipare gli aiuti Pac al 16 ottobre, partendo dalle situazioni più problematiche legate agli effetti atmosferici e alla calamità, verificatisi nel Gargano ma non solo. A livello nazionale si registrano perdite ingenti di mele e pere (36 mila tonnellate) e kiwi, susine e uva (39 mila tonnellate).

Fondi UE per ovviare all'embargo russo e ai danni del maltempo

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Biosalus 2014, la miglior edizione di sempre Oltre 30mila visitatori al Festival Nazionale del Biologico e del Benessere Olistico che si è svolto a Urbino dal 4 al 5 ottobre con una gran proposta di attività culturali, aree expo, alimentazione, dimostrazioni e trattamenti. Paese Ospite Brasile e Amazzonia di Gabriele Cavalera

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a migliore edizione da quando la manifestazione è nata, ovvero otto anni fa. Il 4 e 5 ottobre a Urbino l’edizione 2014 di Biosalus il Festival Nazionale del Biologico e del Benessere Olistico ha battuto tutti i record. Sale conferenze piene, tanta gente fra gli stand espositivi e negli spazi riversati alle dimostrazioni e trattamenti delle arti per il benessere, o Shiatsu e Ayurveda, con una serie di conferenze dedicate anche al “Pianeta Bambino”, pensato per i più piccoli e le famiglie, affrontando il tutto dal punto di vista olistico. E tanta gente in visita alla città ducale. Nelle due giornate il numero di visitatori ha superato quota 30mila. “Anche quest’anno - ha dichiarato il di-

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rettore artistico del festival Florido Venturi - lo staff dell’Istituto di Medicina Naturale, in collaborazione con il Comune di Urbino, si è impegnato nel realizzare un appuntamento di rilievo nazionale, a ingresso gratuito, dedicato sia agli operatori del settore che ai neofiti, nella convinzione che sia necessario incrementare il livello di consapevolezza di ciascuno di noi per migliorare la qualità della vita di tutti”. Gli organizzatori di Biosalus hanno sempre voluto mantenere un forte legame con la città e le sue istituzioni. Tenere la manifestazione nel centro storico di Urbino è sempre stato considerato un valore aggiunto. E questo ha fatto superare negli anni anche alcune difficoltà

logistiche. Ma parlare di “cultura del benessere” in un centro storico Sito Unesco, dove paesaggio, storia, arte e qualità della vita sono coerenti con i valori che il Festival vuole trasmettere, fin dalla prima edizione dell’iniziativa, è stato considerato un fattore di grande importanza. Ecco allora che la collaborazione con la Cappella Musicale del Santissimo Sacramento, fondata nel 1507 dal Duca Guidubaldo da Montefeltro, rende chiaro quanto il Festival Nazionale del Biologico e del Benessere Olistico sia pienamente un appuntamento culturale. Biosalus si occupa delle varie componenti che concorrono a generare il benessere dell’individuo, e fra queste ci possiamo senza dubbio inserire la musica e altre forme di


espressione artistica. Tutti elementi che possono contribuire a mettere la singola persona in armonia con l’universo. Dunque, anche l’arte diventa terapia. Antimo Zazzaroni, il patron della manifestazione, non nasconde la propria soddisfazione: “È andato tutto nel migliore dei modi. Abbiamo puntato su un programma di qualità, abbiamo fatto tanta promozione e anche le buone condizioni climatiche di questo inizio ottobre ci hanno aiutato. Quella di quest’anno ci sembra l’edizione migliore. Le conferenze hanno fatto il pienone, sabato sera lo spettacolo di musiche e danze brasiliane al Teatro Sanzio, con i suoi circa 450 posti disponibili, ha fatto il tutto esaurito. Vedo gli espositori contenti e il pubblico molto

interessato”. Biosalus è un evento culturale che riesce a coinvolgere un pubblico che segue il tema del Benessere a vari livelli. Ci sono persone che hanno già una formazione specifica, e fanno centinaia di chilometri per giungere a Urbino ad ascoltare il proprio conferenziere preferito. Altri sono incuriositi dai temi trattati e seguono il Festival per capirne di più. Per altri ancora, è la prima occasione per avvicinarsi a certe tematiche. Forte è stato anche il flusso di gente verso gli spazi riservati ai trattamenti: Iridologia, Riflessologia plantare, Meiso Shiatsu e Ayurveda. Insomma, il connubio fra Urbino e il Benessere Olistico sta funzionando molto bene.

Durante le tre giornate di Biosalus, che quest'anno ha avuto come Paese ospite il Brasile e l'Amazzonia, è stato possibile avvicinarsi alla filosofia di vita e alla creatività dei popoli dell’Amazzonia, grazie alla mostra dal titolo “Yo Yanomami, Hijo del Amazonas” (Io Yanomami, figlio dell'Amazzonia), con opere realizzate da Luis Zambrano ed Esler Reinaldo Montero Rivas. Altra iniziativa di grande suggestione è stata la performance “Amazonas … Tierra Madre” costruita come un percorso narrativo e spirituale. Visti i risultati oltremodo soddisfacenti di questa edizione, Urbino dà appuntamento agli amanti del benessere per il prossimo anno con Biosalus 2015. Per rimanere aggiornati: www.biosalusfestival.it.

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SPECIALE AGROALIMENTARE

Frutta e verdura al centro di un progetto di Coop Adriatica e Fondazione Salesi Obiettivo dell’iniziativa è spiegare ai bambini la corretta alimentazione attraverso il gioco e allo stesso tempo, sostenere l’attività della Fondazione che migliora la vita dei piccoli pazienti A cura della Redazione

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i chiamano Super Vitamini e sono allegri ma soprattutto nutrienti. Sono dieci personaggi da collezionare e da tenere bene a mente quando, alle prese con il carrello della spesa, si formula la solita domanda del “cosa preparo questa sera per cena?”. La Fondazione Salesi e Coop Adriatica hanno unito le forze per sostenere un progetto dalla duplice finalità: favorire la cultura della corretta alimentazione e sostenere progetti ospedalieri rivolti all’infanzia. L’idea è questa: dall’8 settembre al 16 novembre nei negozi marchigiani di Coop Adriatica (ipercoop e supermercati) si possono trovare peluche e fumetti dei personaggi di frutta e verdura amici dei bambini, da acquistare e collezionare. Parte del ricavato dell’iniziativa andrà al progetto della Fondazione Salesi rivolto ai piccoli pazienti affetti dai disturbi alimentari. La strutturà potrà così sviluppare ulteriormente il progetto Dca (disturbi del comportamento alimentare) del dipartimento di neuropsichiatria infantile, che attraverso l’apporto di figure specializzate – psicoterapeuti e medici

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nutrizionisti pediatrici – garantisce sostegno al piccolo paziente e a tutta la sua famiglia. Ecco come sostenere l’iniziativa: tutti i clienti possono collezionare i peluche dei Super Vitamini, raccogliendo su una scheda (in distribuzione alle casse dei negozi di Coop Adriatica) 10 bollini, aggiungere 3 euro e scegliere il proprio personaggio preferito. Si riceve un bollino ogni 20 euro di spesa e ogni 10 euro di acquisti tra frutta e verdura. I bambini potranno ammirare poi i Super Vitamini in un libro a fumetti, in vendita negli Ipercoop e nei supermercati al prezzo di 2.50 euro. Gli amici dei ragazzi si scoprono anche su smartphone e tablet, grazie a un’app interattiva gratuita disponibile su App Store e Google Play; presente anche una pagina Facebook “I SuperVitamini”. Oltre la Fondazione Salesi il progetto sostiene altre strutture ospedaliere specializzate nelle cure pediatriche (Policlinico S.Orsola-Malpighi di Bologna, Ospedale Infermi di Rimini, Fondazione Città della Speranza del Veneto). A loro Coop Adriatica donerà 10 centesimi per

ogni pupazzo e 50 centesimi per ogni libro acquistato, per un importo totale minimo garantito di 100 mila euro. I fondi saranno utilizzati per l’acquisto di apparecchiature mediche all’avanguardia e lo sviluppo di progetti mirati a migliorare le cure e la degenza dei piccoli pazienti. La Fondazione Salesi Onlus è stata costituita nel 2004 ad Ancona per mantenere e diffondere la più adeguata cultura assistenziale al bambino malato a tutti i livelli, istituzionali e sociali. Rappresentata dal presidente Paolo Galassi e dal direttore operativo Annarita Settimi Duca, sviluppa progetti, organizza eventi, investe in ricerca, produce report e pubblicazioni ed acquista attrezzature utili alle attività in ospedale. Sviluppa le sue attività grazie all’aiuto di tanti sostenitori: di recente ha presentato il bilancio sociale 2013, che ha registrato un aumento delle donazioni malgrado la difficile fase economica.

www.adriatica.e-coop.it/supervitamini


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SPECIALE AGROALIMENTARE

Tartufo inebriante Profumo ovunque È la sensazione che stupisce i visitatori della Fiera Nazionale di Acqualagna, giunta alla 49esima edizione, che prenderà il via il 26 ottobre e proseguirà nei due weekend successivi (1-2; 8-9 novembre 2014)

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vvicinandosi al centro storico della cittadina, fulcro della manifestazione, si rimane inebriati dell’aroma dolce e pungente del pregiato tubero tipico di Acqualagna. La secolare tradizione di ricerca, produzione e vendita del tartufo fa sì che il suo mercato sia luogo di incontro privilegiato per la promozione e la commercializzazione nazionale e internazionale. Acqualagna, infatti, è la sede della raccolta dei due terzi dell’intera produzione nazionale del tubero, con circa 600 quintali di tartufo di tutti i tipi. L’intera cittadina di Acqualagna mette i propri spazi a disposizione dell’evento. La piazza principale ospita gli stand dei commercianti di tartufo fresco, anima storica della festa. Il Palatartufo è il più importante spazio di accoglienza per gli oltre 200.000 visitatori della Fiera. Passeggiando per i suoi 4.000 mq, gli appassionati di cultura enogastronomica possono assaggiare e acquistare ciò che di meglio offre la cucina tradizionale italiana: le produzioni legate al tartufo tipiche del territorio, i molteplici prodotti ed

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esempi prelibati di produzione gastronomica delle altre regioni italiane. Inoltre si può visitare l’area dedicata all’artigianato locale del mobile e della celebre lavorazione artistica della pietra. La Fiera del Tartufo di Acqualagna brilla anche per tutte le attività collaterali: nel periodo della manifestazione vengono organizzate mostre, convegni, presentazioni di prodotti ed eventi di grande successo. Degustazioni guidate, cooking show di grandi chef, sfide in cucina tra vip e presentazioni di ‘libri da gustare’. A sfidarsi ai fornelli sono imprenditori, designer, vip, personaggi dello spettacolo e ospiti di ogni tipo che, seguiti da chef del posto, esperti di cucina al tartufo, si mettono in gioco con padelle, ricette e fantasia. Il fiore all’occhiello, però, è il Salotto da Gustare che si propone come un teatro il cui palco è costituito da una cucina a vista; la platea è allestita per le degustazioni e dietro le quinte la maestria degli chef e il sapore di tartufo. Ogni anno chef di grande rilievo sono ospiti della manifestazione: Carlo Cracco nel 2012 e Alessandro Borghese nel 2013.

Adiacente al Salotto si trova il Palazzo del Gusto, un’antica dimora restaurata per essere il luogo dove il cibo è storia, arte e tradizione. Qui si organizzano eductour (educational tour) per le aziende e food and wine tasting per la certificazione e presentazione dei prodotti, si svolgono serate a tema per le degustazioni guidate, e sempre dal Palazzo del Gusto partono gli Itinerari del Gusto che ridisegnano i confini del territorio in nome della Repubblica Gastronomica di Acqualagna proponendo le tappe per assaggiare le specialità enogastronomiche della Regione, stravolgendo il concetto tipico del viaggio dove il cibo non è più accessorio ma protagonista. Tante, dunque, le iniziative volte alla diffusione della conoscenza e cultura del tartufo, tra cui, la più avventurosa, coinvolge i visitatori nella ricerca attiva del tubero accompagnati da esperti del luogo e premiandoli con la possibilità di portare a casa il tartufo trovato. info: www.acqualagna.com


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dossier La cultura è un bene “comune primario come

l'acqua; i teatri, le biblioteche, i cinema sono come tanti acquedotti

Claudio Abbado

Direttore d'orchestra

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DOSSIER: CINEMA

DA FABRIANO A RAIUNO: “CHE DIO CI AIUTI” Le Marche protagoniste sul piccolo schermo con la terza edizione della fortunata serie televisiva che vanta un cast davvero frizzante: Elena Sofia Ricci, Francesca Chillemi, Lino Guanciale e altri attori amati dal grande pubblico di A. Dachan

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iak, a Fabriano si gira. I luoghi della città del Gentile fanno da sfondo agli episodi della terza serie della fiction “Che Dio ci aiuti”, in onda in prima serata su Raiuno. Piazza del Comune, l'esterno dell'Oratorio della Carità, il Loggiato, Largo San Francesco e Piazza della Cattedrale sono alcune delle location della città della carta in cui si svolgono gli episodi (20 in tutto), girati anche in altre località delle Marche: da Urbino ad Ascoli Piceno, passando per Portonovo, le Grotte di Frasassi e Fermo. Luoghi di grande suggestione per un telefilm di attualità, che affronta temi importanti come il disagio giovanile, la solitudine, la malattia, la fede, con un tocco di ironia e irriverenza. Protagonista indiscussa Suor Angela, una religiosa fuori dalle righe, interpretata dalla carismatica Elena Sofia Ricci, che anche con il

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velo e la tonaca emerge in tutta la sua grinta. Il cast, diretto da Francesco Vicario e Daniela Borsese vanta attori molto amati dal pubblico televisivo: miss Italia Fransca Chillemi, nei panni di Azzurra Leonardi, Lino Guanciale, che interpreta Guido Corsi, Ivano Marescotti, il burbero Achille, Davide Silvestri, il professor Gregorio, Valeria Fabrizi, nel ruolo di Suor Costanza e altri ancora. La serie è una produzione Lux Vide, in collaborazione con RaiFiction, prodotta da Matilde e Luca Bernabei. Ogni puntata è preceduta da un video di due minuti di promozione del territorio marchigiano. Si tratta di brevi filmati strettamente ed esplicitamente legati alla serie, che utilizzando la medesima struttura narrativa e i personaggi della fiction, rappresentano una piccola storia compiuta, di gran-

de efficacia comunicativa e agiscono da ottimi spot promozionali del territorio e di particolari brand culturali e valoriali a fini turistici e d’immagine generale “Che Dio ci aiuti” è un nuovo importante banco di prova per la regione Marche, che per l'ennesima volta si offre come location suggestiva, ma che ha anche messo in moto la sua macchina cinematografica impegnando decine di persone. Matilde Bernabei ( presidente della Casa di produzione Lux Vide) ha infatti espresso i suoi complimenti al presidente della Regione Gian Mario Spacca per “l’ottima squadra regionale, guidata da Raimondo Orsetti, che ha lavorato con intelligenza operativa per superare ogni tipo di problema in modalità davvero efficiente, doti non facili da trovare in altre istituzioni pubbliche italiane, per facilitare il lavoro della produzione e del cast tecnico e


artistico”. Dal canto suo il presidente Spacca si è detto orgoglioso di “aver avviato una fruttuosa collaborazione con la Lux Vide. Abbiamo dedicato un quota precisa del Por – ha aggiunto - per la programmazione dei prossimi sette anni, destinata a proseguire una strategia di valorizzazione del distretto culturale marchigiano e quindi anche delle realizzazioni filmiche e televisive. Siamo consapevoli che ormai questo territorio è oggetto di molta attenzione da parte dei produttori, grazie anche all’attività della Fondazione Marche Cinema e di Film Commission che hanno svolto un grande lavoro di comunicazione e promozione. Il contributo della Regione, come in tutte le altre occasioni che hanno riguardato la promozione delle Marche, si è avvalso di fondi europei mettendo a disposizione circa 1

milione di euro”. Anche Stefania Benatti e Anna Olivucci della Fondazione Marche Cinema hanno evidenziato la validità delle clip che trainano la messa in onda: “un‘eccezionale impatto turistico e comunicativo di questo tipo di operazione, a ridosso di una serie tv che nell’ultima stagione - con uno share di oltre il 24% - risulta essere la più seguita e amata dal pubblico.” Anna Olivucci ha ricordato che il sostegno a questa produzione LuxVide, in collaborazione con Rai Fiction, ha già rappresentato per il territorio una interessante proposta occupazionale, avendo impegnato a livello locale 40 soggetti tra maestranze e fornitori e 200 figurazioni, compresi ruoli secondari. Le Marche escono quindi a testa alta da questa nuova avventura, anche se, come ha voluto sottolineare Matilde Bernabei

“andrebbero conosciute ancora meglio perché rappresentano un modello sotto molti punti di vista, da quello produttivo a quello sociale e organizzativo, oltre che di paesaggio. E che è quasi un dovere morale del Servizio pubblico televisivo far conoscere le realtà positive del nostro Paese, quelle che ce la possono fare cogliendo le opportunità, come sanno fare le Marche”. Ma sono soprattutto le parole di Elena Sofia Ricci che descrivono il clima di Fabriano, set cinematografico davvero pittoresco: “L’accoglienza mi ha fatto sentire in famiglia, a casa, qui provo una profonda sensazione di benessere. Questo ha facilitato anche il lavoro e ringrazio tutta la città che ci ha accolto e coccolato, ormai conosciamo tutti e ci hanno dimostrato una disponibilità eccezionale”.

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DOSSIER: CINEMA

“IL GIOVANE FAVOLOSO” INCANTA VENEZIA Applausi per l'anteprima del film di Martone su Giacomo Leopardi. Da Recanati al Red Carpet, il poeta “ribelle e inquieto” riaccende l'orgoglio marchigiano di A. Dachan

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un primo settembre che le Marche non potranno mai dimenticare: alla 71esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia si alza il sipario sulla premiere de “Il giovane favoloso”, il film di Mario Martone su Giacomo Leopardi. L'applauso di pubblico e critica decreta il successo della pellicola, terzo e ultimo film italiano in concorso. “È stato emozionante – hanno raccontato all'Ansa i conti Olimpia e Vanni Leopardi, discendenti del poeta recanatese, appena usciti dalla proiezione -. Mario Martone è riuscito a rendere la complessità di Giacomo. Eravamo sicuri, ci siamo fidati e ora siamo qui soddisfatti". La pellicola - prodotta da Carlo Degli Esposti per Palomar con Rai Cinema, con il contributo della Regione Marche e della Fondazione Marche Cinema Multimedia-Marche Film Commission – si è aggiudicata due importanti riconoscimenti: il Premio

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Pasinetti a Elio Germano per la miglior interpretazione maschile e il Premio Piccioni alla colonna sonora di Sascha Ring.

dove scrive “La ginestra”, una lunga poesia che immortala il suo pensiero e che chiude il film.

Quello interpretato da Elio Germano è un Giacomo Leopardi inedito, che oltre allo studio “matto e disperatissimo” offre un volto più umano, con sfumature di collera, ironia, ribellione e sentimento. Martone, infatti, racconta il Poeta dell'Infinito ripercorrendo le fasi principali della sua vita: da enfant prodige cresciuto negli spazi della biblioteca del padre Monaldo, a giovane ribelle che da Recanati va a Firenze, affrontando, senza riuscire a risolverle, le difficoltà di adattamento al nuovo contesto, fino al viaggio con l'amico Ranieri verso Napoli. Qui il giovane Giacomo conosce una nuova intensa fase della sua vita, interrotta però dallo scoppio dell'epidemia del colera, che lo porta a trasferirsi a Torre Annunziata,

Martone, che ha definito Leopardi un Kurt Cobain, ha descritto così il genio recanatese: “Leopardi sente da subito tutte le gabbie che nella vita di ciascuno di noi si formano: la famiglia, la scuola, la società, la cultura, la politica, ma non viene a patti e non indossa la maschera dell’ipocrisia dominante. È a suo modo un ribelle e soffre il prezzo di questa scelta, ma è grazie a questa spinta che trova la forza per rompere le gabbie che lo attorniano. Ognuno di noi vive la costrizione di queste gabbie e quindi chiunque anche non conoscendo i poemi di Leopardi sente il mio personaggio nell’anima e nel cuore”. Chissà cosa avrebbe detto l'autore del-


“Tutto quello che scrive Leopardi è autobiografico. È un poeta che parla a chiunque senta l'urgenza di rompere le gabbie che dall'adolescenza in avanti tutti noi percepiamo intorno: la famiglia, la scuola, la politica, la società, la cultura”

lo Zibaldone, tanto schivo e fuggente, di fronte a tutto questo clamore mediatico, ai flash dei fotografi sul Red Carpet e all'attenzione internazionale suscitata dal film che racconta la sua vita. Di certo il giovane Elio Germano, scelto per impersonarlo, ha interpretato magistralmente il suo personaggio, senza nascondere le emozioni che lui stesso ha provato. Durante le conferenza stampa di presentazione a Venezia ha affermato: “Martone mi ha fatto un enorme regalo ad offrirmi questo personaggio. Questo è, forse, il film che ho preparato di piu'. Mi sono immerso nella lettura di un'infinita' di materiale tant'e' che ero quasi infastidito dal dover iniziare le riprese. Mi trovavo molto bene nella dimensione dell'apprendimento e con piacere mi sono gettato in uno 'studio matto e disperatissimo', come diceva il poeta. Ho avuto il privilegio, inoltre, di poter abi-

tare gli ambienti frequentati da Leopardi e questo mi ha aiutato moltissimo, a cominciare dalla splendida biblioteca del palazzo avito a Recanati". Ma “Il giovane favoloso”, che arriverà al cinema il prossimo 16 ottobre, è soprattutto un orgoglio per le Marche e i marchigiani. Il Governatore della Regione Marche Gian Mario Spacca, presente al Lido, ha espresso il suo entusiasmo dopo la proiezione del film: “Un’opera sorprendente e coinvolgente. La firma di Mario Martone era, già agli albori di questo progetto, una certezza. Ma dopo aver visto il film, appena presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, posso dire che ogni aspettativa è stata superata. Per la Regione è un vero onore aver potuto contribuire alla realizzazione di quest’opera che dà lustro al cinema italiano nel mondo. Un progetto coraggioso

portare sul grande schermo una figura così complessa come quella di Giacomo Leopardi. La lettura che la sceneggiatura offre, la regia magistrale di Martone, l’interpretazione emozionante di Elio Germano, restituiscono un’immagine inedita e affascinante del poeta di Recanati, della modernità della sua opera e di quanto Giacomo fosse oltre la sua epoca, quanto il suo pensiero sia vicino anche al nostro tempo. Sicuramente ‘Il giovane favoloso’ contribuirà a rendere ancora più amata nel mondo la figura di Leopardi, le cui opere stanno avendo negli ultimi anni una straordinaria riscoperta. E, di conseguenza, a far conoscere ancora di più le Marche a livello internazionale”.

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dossier

euro

L’Europa non è un “ luogo, ma un’idea. ”

Bernard-Henri Lévy filosofo e giornalista francese 127


DOSSIER: EUROPROGET TAZIONE

EUROPROGETTAZIONE C’EST À DIRE? Troppo spesso si sente dire da enti pubblici e privati “i soldi non ci sono”, “l’Europa è lontana”. La smentita arriva dalle voce di tre esperti del settore che hanno partecipato all’evento ‘Europrogettazione – Un’opportunità per la tua azienda’, organizzato da GGF Group

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on Europrogettazione s’intende l’insieme di tutte quelle attività necessarie e strumentali alla produzione, stesura e presentazione di progetti, che hanno come risultato il finanziamento dell’idea progettuale, alla Commissione europea in risposta ad uno specifico bando. Possono partecipare ai bandi e beneficiare dei fondi sia enti pubblici (ministeri, università, comuni, aziende sanitarie, ecc) sia privati (aziende, associazioni, fondazioni, ecc), che dimostrino di aver

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compreso a pieno le finalità del bando. La finalità primaria del progetto è, infatti, quella di apportare benefici che abbiano un impatto positivo a più Stati (almeno 3, requisito minimo); gli obiettivi dell’idea progettuale devono essere coerenti con quelli della Ue. La caratteristica principale dell’idea progettuale è quella di possedere un forte respiro europeo. Più che il finanziamento per la realizzazione di un prodotto materiale, vengono finanziate attività immateriali, come lo scambio di buone pratiche tra stati e settori, attività di ricerca scientifica e umanisti-

ca, campagne promozionali o di sensibilizzazione. A differenza delle pratiche a cui si è abituati a livello nazionale, l’accesso a bandi non è complicato, ma deve essere ben definito nella presentazione e nelle ambizioni del progetto stesso. Essendo un processo competitivo, per chi desideri partecipare, è fondamentale integrare l’europrogettazione all’interno della propria strategia globale operativa, avendo possibilmente del personale qualificato – l’Unione Europea fornisce anche dei


Per il settennio 2014-2020, all’Italia spettano 31,12 miliardi di euro, così suddivisi: • 22, 2 miliardi di euro alle aree meno sviluppate • 1,3 miliardi di euro alle aree di transizione • 7,5 miliardi di euro alle aree più sviluppate

consulenti – e una rete di contatti internazionale o comunque una squadra che, mettendo insieme le competenze, lavori per lo stesso obiettivo in sinergia. Quello che si appresta a cominciare, sarà il settennio conosciuto come Europa 2014-2020, che prevede diversi programmi di finanziamento e strategie macroregionali. I fondi messi a disposizione dall’Europa saranno suddivisi tra programmi tematici, che prevedono la gestione diretta da parte della Commissione Europea, fondi strutturali e fondi

Alla Regione Marche verranno trasferiti 625.362.906 milioni di euro, così composti: • 312.618.453 mln di euro di quota comunitaria • 218.887.770 di cofinanziamento statale • 93.804.435 di cofinanziamento regionale

di coesione – gestiti indirettamente -, e strumenti finanziari, ovvero prestiti e garanzie gestiti dalla Banca europea degli investimenti (BEI) e dal Fondo europeo per gli investimenti (FEI). I programmi tematici attraverso le gare d’appalto (contract) per attività quali il sostegno per le forniture di beni e servizi e bandi di gara, prevedono il finanziamento del 100% del progetto; le sovvenzioni (grant) consistono in un cofinanziamento dal 50% all’80%. Complementari alle sovvenzioni sono gli strumenti finanziari,

ovvero i prestiti, le garanzie e i capitali di rischio. Le risorse finanziate dal bilancio dell’Unione europea sono trasferite agli Stati membri, più precisamente alle Regioni che, sulla base di programmi operativi, POR, ne dispongono l’utilizzo e l’assegnazione ai beneficiari finali. I POR rappresentano quindi i maggiori strumenti di finanziamento comunitario a favore delle imprese.

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DOSSIER: EUROPROGET TAZIONE

COME INTERCETTARE I FONDI UE PER LE IMPRESE ITALIANE Linee guida per redigere un buon progetto da presentare alla Commissione europea per beneficiare di finanziamenti mirati allo sviluppo imprenditoriale di Germana Di Falco*

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o sviluppo delle imprese in Italia si basa ancora troppo poco su un utilizzo sistematico delle risorse comunitarie. Al di là del dato assoluto, quello che emerge da un confronto comparato con altre realtà europee è che le imprese italiane usano i finanziamenti dell’Unione Europea in percentuale molto inferiore rispetto alle imprese degli altri Paesi membri (8 per cento di risorse sui finanziamenti a gestione diretta va alle imprese italiane, contro l’11 per cento delle imprese tedesche). Le motivazioni all’origine di questo dato possono essere ricondotte, forse, a tre fattori: 1. Permane ancora nelle imprese la percezione di una ‘lontananza’ delle risorse comunitarie rispetto ai fabbisogni finanziari dell’impresa; 2. l’incidenza del cofinanziamento viene percepita come una barriera significativa all’accesso a questa tipologia di fonti finanziarie; 3. permane una propensione all’approccio settoriale ai fondi, per cui si considera

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solo l’utilizzabilità di linee di finanziamento che hanno nell’intestazione la parola esatta che rimanda a quello per cui l’impresa sta cercando i fondi, perdendo di fatto la possibilità di creare una convergenza virtuosa di più fonti di finanziamento. L’apertura dei bandi sui due nuovi programmi quadro dedicati alle PMI, COSME e HORIZON 2020, riaccende l’attenzione su una massa finanziaria di quasi 100 miliardi di Euro in 7 anni. Si tratta di fondi che sono disponibili per il finanziamento dello sviluppo e dell’innovazione delle imprese. L’accesso a questi fondi dipende, tuttavia, dalla capacità concreta delle imprese di presidiare la progettazione europea con livelli di qualità sufficienti a garantire il successo nel confronto, diretto e competitivo, con progetti che provengono da altri Paesi e da soggetti pubblici e privati, spesso più abituati a presentare progetti e creare so-


lidi partenariati internazionali sui fondi a gestione diretta. Per questo è utile richiamare due elementi metodologici di fondo: • Un progetto ha sempre un insieme di caratteristiche che consentono di accedere a uno o più programmi di finanziamento. Il primo passo per individuare il programma che può finanziare ciò che si vuol realizzare è ripensare il progetto in termini di aspetti di finanziabilità, ovvero considerando il settore, l’ambito omogeneo di attività che costituisce il tema principale di riferimento di una politica comunitaria; la sede e il territorio di riferimento, che influenza le aree di eleggibilità dei soggetti beneficiari e delle azioni; la tipologia di soggetto che presenta la richiesta di finanziamento, in quanto i beneficiari dei finanziamenti devono rientrare sempre nelle categorie previste per i soggetti eleggibili; la tipo-

logia dei beneficiari delle attività progettuali, che consente di classificare i programmi sulla base dei destinatari delle azioni, vale a dire le persone, fisiche o giuridiche, su cui ricadono gli effetti positivi del progetto; i fattori produttivi, che sono mezzi utilizzati per la realizzazione del progetto che rivestono carattere innovativo o premiale (es. nuove tecnologie, ricerche, tipologie di materiali, categorie svantaggiate per le risorse umane). Per ognuno di questi elementi si possono individuare una serie di programmi potenzialmente utilizzabili, tra i quali selezionare quelli più adatti ai fabbisogni di finanziamento della singola impresa. • L’acquisizione reale del finanziamento dipende dalla capacità di costruire un buon progetto, che sia valido dal punto di vista formale, estetico e sostanziale. Si tratta di un percorso gestibile e che richiederebbe un investimento mirato

per cogliere appieno e in maniera continuativa le opportunità offerte dall’Europa. E che può essere gestito a partire da alcuni strumenti di finanziamento più semplici.

* Esperta di politiche turistiche per la Commissione Europea. Per conto del Consiglio d'Europa, supporta una serie di progetti per la valorizzazione degli itinerari culturali europei. Per la Commissione Europea, si occupa del programma Urbact per la attrattività delle città europee e lo sviluppo di modelli innovativi di urbsturismo. Svolge attività di docenza in numerosi corsi di formazione e in Master Universitari in Italia e all'estero. Coordina diversi progetti internazionali nell'ambito del turismo e dello sviluppo di start up. È docente universitaria di Entrepreneurial Finance, di BusinessGovernment Relations e di Management e Finanza dei Progetti Internazionali. Ha scritto diversi testi in tema di finanza agevolata e di marketing territoriale.

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DOSSIER: EUROPROGET TAZIONE

EUROPA E PMI DEVONO FARE SQUADRA È opinione condivisa che l’imprenditorialità rende più competitive e più innovative le economie ed è essenziale per raggiungere importanti obiettivi di sviluppo e di produttività. L’Europa, attraverso progetti mirati per le startup e scaleup quali Horizon 2020, COSME e SEP, incentiva la creatività e l’innovazione delle imprese di Cristina Panara*

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n Europa micro, piccole e medie imprese rappresentano oltre il 99 per cento delle attività produttive, circa 23 milioni, all’interno delle quali trovano occupazione oltre 75 milioni di cittadini europei. Questi numeri evidenziano il ruolo chiave che le PMI sono chiamate a svolgere in termini di crescita, innovazione, occupazione, ricerca e sviluppo. Fino ad oggi, i ‘Framework Programs’ dell'Unione Europea sono stati pensati per progetti che coinvolgono più realtà e raramente per le singole imprese, infatti solo il 50 per cento dei partner industriali utilizza i fondi pubblici in modo strategico e continuativo. Sostenere le PMI nella propria evolu-

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zione, perseguendo innovazione e internazionalizzazione è la mission della programmazione europea per il settennio 2014-2020: un approccio integrato ai finanziamenti a supporto delle aziende durante l’intero ciclo innovativo a beneficio della competitività. Le iniziative rivolte a singoli progetti imprenditoriali sono esplicitate dai due nuovi programmi europei Horizon 2020 e Cosme, complementari in quanto a categorie di imprese o progetti beneficiari e simmetrici in quanto a strumenti utilizzati. COSME sostiene progetti orientati alla crescita, proposti quindi da imprese che abbiano superato la fase iniziale di sviluppo e desiderano espandere la propria

attività (growth stage). Horizon 2020 punta invece a strategie per l’innovazione e la ricerca promosse da imprese nella fase iniziale di sviluppo (early stage). Secondo i dati di Eusostat 2009 ed elaborati dalla Commissione europea, le nuove imprese rappresentano la più importante fonte di occupazione, creando ogni anno più di quattro milioni di nuovi posti di lavoro. Un’importante iniziativa che mira a costruire un ponte tra l’ecosistema delle startup e le grandi corporazioni e gli investitori è il programma SEP (Startup Europe Partnership), ufficialmente annunciato a Bruxelles nel mese di maggio


in occasione dell’Europe 2020 Summit, il cui obiettivo è quello di sostenere la crescita delle startup attive nel campo delle nuove tecnologie in grado di competere a livello globale. Il progetto, coordinato dall’organizzazione italo-americana Mind The Bridge, nata nel 2007 e operativa tra Italia e Silicon Valley, e la fondazione per l’innovazione inglese Nesta, conta tra i suoi principali sostenitori anche l’European Investment Bank Group, la Cambridge University, la IE Business School e l’università tedesca HIIG Berlin, prevede tre linee d’azione: mapping, per l’individuazione delle startup più promettenti e gli hub più attivi a livello europeo, matching, ovvero l’organizzazione di eventi per fa-

vorire l’incontro tra le nuove imprese e le corporate interessate alle specifiche tecnologie, sharing, cioè la condivisione di best practice in termini di corporate venture e programmi di imprenditorialità aziendale. Il SEP è una delle azioni per l’imprenditorialità definite dall’Entrepreneurship 2020 Action Plan (European Commision 2012), che rappresenta un’azione congiunta incisiva, volta a sprigionare le potenzialità imprenditoriali dell’Europa, a rimuovere gli ostacoli esistenti e a rivoluzionare la cultura dell’imprenditorialità, per agevolare la creazione di nuove imprese e determinare un contesto più favorevole affinché le idee imprenditoriali possano prosperare.

Il primo report sulle “scaleup“, le startup europee capaci di andare oltre la cosiddetta ‘early-stage barrier’, pubblicato a maggio, ha evidenziato come il paese più attivo sia il Regno Unito, dove sono state avviate oltre il 25 per cento delle realtà monitorate dal SEP, seguito da Germania con il 15 per cento. L’Italia è ferma al 5 per cento.

* Finanza agevolata Sida Group c.panara@sidagroup.com

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DOSSIER: EUROPROGET TAZIONE

PMI: DOVE E COME INVESTIRE (CON L’AIUTO DELL’EUROPA) La Regione Marche ha indicato i settori chiave per la crescita del territorio fino al 2020. Il POR FESR, il documento di programmazione redatto a seguito delle indicazioni della Commissione europea, entra nel merito delle strategie a sostegno delle imprese marchigiane chiamate a sfruttare queste opportunità di Ivan Antognozzi*

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l 2014 segna l’avvio del nuovo settennio di programmazione europea. Vale a dire: della strategia di sviluppo e dei relativi strumenti di finanziamento che determineranno significativamente i tratti dell’economia, della società, della cultura del vecchio continente nel prossimo futuro. In questo contesto programmatico l’Unione Europea pone alle imprese marchigiane opportunità di sostegno finanziario (nelle forme di sovvenzioni, prestiti, e talvolta garanzie), che non possono essere riferite nel campo di questo intervento, nello spazio di 5000 battute, ancorché si faccia opera di drastica sintesi e riduzione. Con intenzione di semplificazione si possono rubricare i piani di assistenza comunitari per le imprese, per il periodo 2014-2020, in quattro differenti categorie: i Fondi Strutturali, i Programmi Tematici, gli Strumenti finanziari della Banca Europea degli Investimenti e del Fondo Europeo degli Investimenti , le forme di sostegno per l’internazionalizzazione delle PMI. Fatta eccezione per i Programmi Tematici, gestiti direttamente dalle Direzioni Generali della Commissione Europea, e che stabiliscono un rapporto diretto con i beneficiari finali attraverso bandi di gara

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(Call for tenders) e inviti a presentare proposte (Call for proposal), si tratta di programmi a gestione indiretta, ovvero gestiti dalla Commissione Europea per il tramite delle amministrazioni nazionali e regionali o di altri soggetti intermediari. Qui di seguito si darà conto brevemente dei principi chiave del Programma Operativo Regionale del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale della Regione Marche, attualmente alla verifica della CE per l’approvazione finale, e si farà cenno ai maggiori Programmi Tematici della Commissione Europea a beneficio delle imprese. Il POR FESR delle Marche è il documento di programmazione che individua le priorità strategiche e gli obiettivi che la Regione intende perseguire nel periodo 2014-2020. Composto di sei assi, che corrispondono ad altrettanti obiettivi della strategia Europa 2020, ha una dotazione di €337.383.287, destinati, con percentuali maggiori, a rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione, a promuovere la competitività delle PMI, a sostenere la transizione verso un’economia a bassa emissione di carbonio. Il sostegno all’innovazione posto dal POR FESR delle Marche sottende il principio che la capacità di un territorio di cresce-


re e svilupparsi non passa dall’evoluzione tecnologica di una singola impresa, ma dall’implementazione delle reti di connessioni fra operatori a livello regionale, nazionale e internazionale. In questo senso il POR FESR Marche finanzierà pratiche e strumenti utili a rafforzare le infrastrutture regionali a supporto della ricerca collaborativa, nel quadro della ‘Smart Specialization Strategy’ (Strategia di Specializzazione Intelligente), che intende focalizzare lo sviluppo territoriale su specifici settori produttivi e ambiti tecnologici, in particolare l’home automation, la meccatronica, la manifattura sostenibile e intelligente, la salute e il benessere. Altri obiettivi fondamentali del POR FESR, e relative opportunità di finanziamento, valgono ad assicurare la copertura della banda ultra larga nei distretti industriali regionali entro il 2020; a rilanciare gli investimenti nelle aree colpite dalla crisi (Piceno e Fabrianese), favorendo la transizione delle imprese verso nuovi modelli produttivi e salvaguardando le vocazioni tradizionali migliorandone la qualità anche attraverso la contaminazione “fertilizzante” fra vari settori. Importanti finanziamenti sono previsti anche per la diffusione e

il potenziamento delle bioenergie, per il miglioramento delle performance energetiche delle PMI e del patrimonio di edilizia pubblica, per il riassetto idrogeologico del territorio in termini permanenti. Il turismo e la cultura rappresentano pure un ambito privilegiato dei finanziamenti POR FESR Marche. Il proposito è la valorizzazione delle risorse naturali e culturali con un’offerta di servizi nuova, integrata e come ambito d’innesco di processi di crescita duraturi e sostenibili. La cultura e il turismo dovrebbero favorire la diffusione di un nuovo “modello Marche” di sviluppo, complementare a quello tradizionale manifatturiero. Relativamente ai Programmi Tematici dell’Unione Europea a sostegno delle imprese occorre enunciare (enunciare!) • Programma COSME 2014-2020 – Programma per la competitività delle imprese e delle PMI. Strumento che sostiene l’accesso ai finanziamenti delle PMI, sottoforma di capitale proprio e di debito, ne incentiva la competitività sul mercato europeo e sui mercati internazionali e incoraggia lo sviluppo della cultura imprenditoriale. Contiene diverse Azioni da realizzare attraverso Call for proposal e Call for tender.

• Horizon 2020 è il nuovo Programma quadro per la ricerca e l’innovazione per il periodo 2014-2020 che include entro un unnico disciplinare regolamentare tutti i finanziamenti europei per la ricerca e l’innovazione. • Il Programma LIFE - Programma per l’ambiente e azione per il Clima- ambisce a migliorare lo sviluppo, l’attuazione e l’applicazione della politica e della legislazione ambientale e climatica e a favorire lo sviluppo di tecnologie a bassa emissione di carbonio. • CEF - Meccanismo per collegare l’Europa - è lo strumento dell’Unione europea per migliorare le reti infrastrutturali europee di trasporto, digitali e energia. • EUROPA CREATIVA sostituisce i vecchi programmi Cultura, Media e Media Mundus e co-finanzia progetti europei nel settore culturale, della cinematografia, delle attività artistiche e creative.

*Consiglio Regionale Assemblea legislativa delle Marche

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DOSSIER: EUROPROGET TAZIONE

NOI VISTI DA LORO L’On. David Sassoli, Vicepresidente del Parlamento europeo descrive l’Italia vista dai palazzi del potere di Bruxelles. Critiche oggettive di ciò che non ha funzionato in passato e che ancora nuoce alla reputazione del bel Paese. Non temete, però, siamo sulla strada giusta… di L. Radaelli

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om’è l’Italia vista dall’Europa? “Siamo uno dei Paesi fondatori della Comunità Europea. Ora, però, l’immagine che prevale dell’Italia in Europa è quella di una Paese con un’eccessiva burocrazia, con un sistema giudiziario lento e un mercato del lavoro rigido: un paese caratterizzato più dall’arretratezza strutturale che dalle immense risorse umane e culturali. Dobbiamo recuperare quella capacità di plasmare l’Europa, quella vitalità e leadership che ci ha caratterizzato al momento dell’unificazione europea. Il governo ci sta provando, per dare una scossa alla situazione economica e sociale italiana. Ci si sta concentrando sulle riforme strutturali e, contemporaneamente, si è disciplinato il debito pubblico più di altri Paesi. Stiamo, insomma, guardando al futuro. Sono molto fiducioso. Ritengo ci siano le precondizioni per poter ben sperare: ‘creatività, capacità di lavoro e gente straordinaria’, come ha riconosciuto anche l’ex presidente della Commissione Europea Manuel Barroso”. Come giudica le ultime proposte di riforme del governo centrale italiano? Sono in linea con quanto il Paese sta chiedendo? “Il Paese chiede di liberare risorse positive e creare un ambiente di competitività e legalità capace di catalizzare

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fiducia e attrarre investimenti per dare serie opportunità di lavoro. Le misure previste nel decreto Sblocca Italia, fra cui i 3,8 miliardi di euro per le grandi opere, il pacchetto di semplificazioni edilizie, il piano per il Made in Italy, lo sblocco del patto di stabilità per i Comuni, vanno in questa direzione. Ma le vere riforme strutturali per il rilancio del Paese sono quelle legate al mercato del lavoro e alla pubblica amministrazione”. Il prossimo sarà il semestre di turno italiano alla presidenza europea. Cosa dovrebbe fare l’Italia, come politica e come economia, per riguadagnarsi una posizione chiave? “Il semestre europeo è un'occasione da sfruttare, soprattutto in ambito economico. Si può avviare la definizione di quell'Industrial Compact che rimetterebbe l'economia reale al centro delle politiche europee. In uno scenario economico globale l’Europa deve raccogliere la sfida e dimostrare di saper competere ai massimi livelli. La Presidenza italiana farà ogni sforzo possibile per rivitalizzare la Strategia Europa 2020 e sostenere una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Dobbiamo inoltre valorizzare il potenziale della moneta unica e dell’Unione economica e monetaria per la creazione di benefici condivisi. L'intenzione è sviluppare la dimen-


sione economica e sociale dell'Europa”. A livello di Europrogettazione, in Italia c’è consapevolezza delle reali opportunità che l’Europa offre? “Il tema dell'Europrogettazione è molto delicato e purtroppo in passato l’Italia ha mostrato grossi limiti. Dal punto di vista tecnico è una questione complessa perché coinvolge diversi ambiti: dalle politiche europee alle politiche pubbliche in Italia, dai regolamenti delle amministrazioni regionali e locali all’insieme di enti e organizzazioni di rappresentanza, fino alle grandi imprese nazionali. C’è un dato, però, che non si può ignorare: nella classifica dei Paesi che hanno attinto alle risorse dei fondi strutturali europei 2007-2013, l'Italia si trova al quintultimo posto al pari di paesi che sono appena entrati a far parte dell'Unione Europea. Se vogliamo migliorare dobbiamo capire quali sono gli errori commessi per evitarli nel prossimo ciclo di programmazione 2014-2020. Dobbiamo, innanzitutto, evitare che i fondi strutturali sostituiscano la mancata spesa ordinaria, come è avvenuto in passato: essi sono una dotazione finanziaria aggiuntiva per l’implementazione delle politiche ordinarie di ciascuno Stato membro e non possono, quindi, sortire nessun effetto sullo sviluppo socio-economico del territorio se non sono accompagnati da una profonda azione di potenziamento in ter-

mini di infrastrutture, ricerca, istruzione e politiche industriali. Bisogna rafforzare la cooperazione tra governo ed enti locali per non sprecare delle opportunità. Detto questo, bisogna mettere in chiaro che sono finanziamenti a cui l’Italia non può assolutamente rinunciare”. Allo stato attuale, che ruolo ha e avrà la Macroregione Adriatico Ionica? “Il programma di Cooperazione Territoriale Europea Adriatico-Ionico è uno strumento strategico atto a favorire l'integrazione dei Paesi che circondano i Balcani e combattere la marginalizzazione economica di quest’area. Inoltre, si rivela indispensabile in quanto esistono tematiche, quali la pesca, l'ambiente e i trasporti, che non è più pensabile affrontare a livello nazionale. L’UE ha già finanziato progetti simili per l'area del Baltico e del Danubio. Il programma Adrion, grazie ai Fondi europei di sviluppo regionale, disporrà di circa 100 milioni di euro per finanziare quattro macro settori: ricerca, ambiente, trasporti e “capacità istituzionale e amministrativa”, cioè la creazione di una classe dirigente e amministrativa in grado di promuovere attivamente una governance comune su problemi condivisi. Contestualmente alla creazione di questa macro area, gli Stati coinvolti devono iniziare a ragionare su una politica tributaria unitaria o tendenzialmente simile. Senza questa gli squilibri socio-

economici minerebbero alla base il progetto”. Alle elezioni europee dello scorso maggio lei è stato eletto nella circoscrizione centro, nelle Marche precisamente, e recentemente è stato in visita sul territorio. Di che cosa ritiene abbia bisogno questa Regione per far emergere le sue potenzialità? “La regione Marche è una delle poche regioni che, dal punto di vista industriale, ha saputo limitare i danni di fronte a una concorrenza globale sempre più forte, aggressiva e dinamica. Si tratta, ora, di fare un salto di qualità diventando player mondiali. Quello che manca alle Marche, pecca un po’ di tutto il Paese, è la capacità di “fare sistema”. In Francia, ad esempio, nel polo del lusso, dopo una serie di acquisizioni, sono nati due soli gruppi che, però, sono leader mondiali. Bisogna dar atto che il governo centrale francese ha sostenuto questa politica premendo affinché le banche concedessero i crediti necessari, supportando le aziende nell’export e applicando politiche di incentivi fiscali. In passato lo Stato italiano non è stato in grado di fare altrettanto ma sembra che l’attuale governo abbia deciso di invertire la rotta riconoscendo questo come l’unico modo per rilanciare l’economia”.

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DOSSIER: EUROPROGET TAZIONE

AAA EUROPROGETTISTA CERCASI La performance italiana in termini di intercettazione ed utilizzo dei fondi comunitari, diretti ed indiretti, nel periodo 2007-2013 è stata alquanto deludente. Per permettere alle aziende di beneficiare in modo proficuo dei fondi europei, vengono creati percorsi formativi ad hoc, come l’Executive Master in Europrogettazione e Project Management di Sida Group di Serena Cappannini

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l 1° gennaio 2014 si è ufficialmente aperto il nuovo periodo di programmazione dei fondi europei per il periodo 2014-2020. I 28 Paesi dell’Unione potranno contare per i prossimi 7 anni su un budget, approvato dal Consiglio lo scorso 25 novembre 2013 (QFP 20142020 “Multiannual Financial Framework - MFF), pari a 960 miliardi di euro messi a disposizione per dare l'avvio della nuova generazione dei programmi di spesa dell’Unione. 960 miliardi di euro per la ripresa dell’economia europea, puntando su una cre-

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scita intelligente, sostenibile ed inclusiva e promuovendo la ricerca, l’innovazione tecnologica e la formazione, quali volani indispensabili per superare la crisi che attanaglia da anni l’Europa. Sida Group, da sempre impegnata nella formazione e nella consulenza manageriale, ha raccolto la sfida dell’Unione Europea e punta, con il suo Executive Master in Europrogettazione e Project Management, giunto oramai alla 4° edizione nella sede di Ancona ed in partenza su altre sedi (di Roma, Bologna, Verona

e Napoli), a creare giovani professionisti capaci di intercettare i fondi europei e di tradurli in iniziative progettuali in grado di rispondere alle esigenze e ai bisogni che emergono direttamente dal loro territorio. In una fase storica come quella attuale in cui le pubbliche amministrazioni, le imprese e le associazioni in generale soffrono la carenza di fondi pubblici per cofinanziare i loro progetti ed iniziative, il ricorso ai finanziamenti europei diviene non solo fondamentale ma addirittura


imprescindibile. Sfortunatamente la performance italiana in termini di intercettazione ed utilizzo dei fondi comunitari, diretti ed indiretti, nel periodo 2007-2013 è stata alquanto deludente. Diverse le ragioni dello scarso successo, tra queste, indubbiamente, la mancanza di professionisti capaci di leggere le politiche europee e tradurle in progetti di sviluppo locali. Sida Group, interpretando questa necessità di individuare nuove fonti di finanziamento e nuove opportunità di svilup-

po da un lato, e di colmare i fabbisogni formativi dall’altro, risponde proponendo un percorso formativo altamente professionalizzante, dal carattere squisitamente tecnico-pratico, che abbina alle lezioni teoriche, necessarie ad inquadrare il contesto in continuo divenire dei programmi e delle politiche europee, esercitazioni pratiche e project work che forniscono ai partecipanti una concreta autonomia progettuale, in grado di essere utilizzata all’interno dell’organizzazione di appartenenza o nella libera professione come freelance.

Anche nel contesto della nuova programmazione dei fondi comunitari, dunque, la Sida Group assume un ruolo da leader, puntando sulla formazione dei giovani talenti con l’obiettivo di far spiccare le potenzialità del nostro territorio.

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FOCUS

ripa

tran sone Ph: Marco Capriotti

“Egli cavalcò un cavallo,

che era tutto ripieno di fuochi artificiali, con il quale girò più volte la piazza buttando sempre raggi ed altre bizzarrie „ 141


Ph: Renato Aversano

Ripatransone, un concentrato delle Marche di L. Radaelli

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l panorama da Ripatransone è il riassunto delle Marche paesaggistiche: incastonato tra mare e montagna e cullato tra le colline che sembrano avvolgerla come una morbida coperta di lana patchwork. Da una parte il Gran Sasso. Dall’altra la riviera delle Palme. Non a caso è detta il ‘belvedere del Piceno’. Sul cucuzzolo di una collina appare come un tipico paese di montagna. Una ripida strada a curve conduce dritti al centro, dove le case di mattone chiaro, emanano calore e pacatezza. Al solo guardarla, Ripa, sa trasmettere quella sensazione di antiche tradizioni di vita di comunità dove tutti si conoscono e condividono

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la vita di paese come una grande famiglia. Tanto piccola in realtà Ripa non lo è: dopo Ascoli Piceno è il centro storico più grande della provincia e il suo aspetto monumentale discende dall’importanza della città nel passato. L'impianto del paese è medievale, un corso di circa un chilometro la taglia longitudinalmente, costeggiato da alti palazzi signorili di varie epoche. Libero comune dal 1205, ha conquistato la definitiva autonomia da Fermo con la costituzione in Città e Diocesi per concessione di Papa Pio V nel 1571. Da qui il forte sentimento religioso che Ripatransone emana, prima che dai suoi abitanti, i Ripani, dalle numerose chiese e palazzi, un tempo non

troppo lontano, abitati da Vescovi e uomini di Chiesa. Come ogni ‘villaggio’ ha i suoi personaggi estroversi, i creativi, gli ingegnosi, i tanti credenti, questo piccolo borgo riesce a conquistare il cuore dei forestieri al primo loro attraversare le viuzze del centro storico. Numerosi, infatti, sono gli artisti, intellettuali, gli sportivi che l’hanno scelta come seconda casa per una seconda vita all’insegna della tranquillità. Sacro e profano si mescolano perfettamente. La prima domenica dopo Pasqua, la benedizione del Cavallo da parte del Vescovo dà il via ai festeggiamenti di fuoco…


Ph: Renato Aversano Ph: Marco Capriotti

Ph: Marco Capriotti

Ph: Marco Capriotti

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Lo spettacolo tra sacro e profano che incendia gli animi della cittadina solo apparentemente tranquilla di L. Radaelli

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pettacolo pirotecnico d’effetto a forte, fortissimo coinvolgimento emotivo. Prima apparizione il 10 maggio 1682, fu un artificiere di Atri ad improvvisare lo spettacolo - "cavalcò un cavallo, che era tutto ripieno di fuochi artificiali, con il quale girò più volte la piazza buttando sempre raggi ed altre bizzarrie". Un cavallo vero in origine. Una sagoma di legno in seguito. Una struttura di ferro e legno oggi. Evoluzione della tradizione. La giornata del Cavallo di fuoco di Ripatransone inizia presto per tutti. Ripani, amici venuti da fuori, turisti si svegliano presto. Si inizia con la colazione al bar Centrale, nella piazza di fronte al Duomo infestato di fedeli appena usciti dalla Santa Messa celebrata dal Vescovo. C’è aria di festa, lo si avverte nell’aria e dagli abiti ‘buoni’ dei fedeli e quelli da combattimento dei giovani che seguiranno il corteo. Si aspetta la banda che scorta l’arrivo del Cavallo suonando l’inno della manifestazione, la Marcia n. 23 del maestro Vincenzo Guarino. La benedizione. Ci si sposta al San Magno, il bar del tea-

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tro, sotto i portici. Un aperitivo. Due aperitivi. C’è un gruppo, anzi più di uno, di giovani Ripani, che ogni anno in questa domenica si riunisce a pranzo. Trenta, quaranta, cinquanta ragazzi con indosso felpe e bandane del Cavallo, si dirigono compatti al ristorante. Quasi sempre il solito. Il menù. Antipasto-brindisi-coro. Primo-brindisi-coro-bis. Secondo-brindisi-coro-bis. Caffè-brindisi-ammazza caffè-brindisi-coro-coro-coro. Pausa. Si aspettano le 21. Appuntamento alla partenza del Cavallo. Il corteo, un lungo cordone di migliaia di persone, giovani, meno giovani, bambini, famiglie. Il biscione si snoda per le vie del paese cantando “Il cavallo, il cavallo eh, eh”, “Oh mamma mamma mamma, ho visto il Cavallo, ho visto il Cavallo, oh mammà, innamorato so’!”. C’è euforia, un enorme anima di persone che crede che ogni anno sarà il miglior spettacolo del Cavallo e lo vede forse, chissà, come un buon auspicio per il futuro. Fino alla prossima puntata. Tutto d’un tratto si fa buio, si spengono i lampioni e si comincia. Scopo del gioco,

Ph: Marco Capriotti

Cavalla dë fuoca

mutato nel tempo, è rincorrere il Cavallo trainato da fochisti e non farsi sorprendere dai petardi e dai fuochi. Probabilità di riuscita? Pari a zero. La struttura di ferro e legno “spara” da ogni lato botti e in alto nel cielo scuro splendidi giochi di luci e scintille illuminano la coda umana che per ripararsi cola nelle viuzze che si diramano ai lati del corso Vittorio Emanuele. Vista dall’alto potrebbe sembrare una lattina di Coca-Cola agitata e poi rovesciata che scorre nelle vie di fuga delle piastrelle della cucina. Per mezz’ora circa, Cavallo, fochisti e coda percorrono la piazza del Duomo, leggermente scoscesa, (bonariamente) minacciati dai botti. A sancire la fine, la girella, il fuoco d’artificio più spettacolare, montata sulla testa dell’animale, viene incendiata e inizia velocemente a roteare, forte, sempre più forte fino ad arrivare oltre i tetti dei palazzi signorili del centro storico di Ripatransone. Applausi. Arrivederci all’anno prossimo. Per chi lo gradisse, merenda di mezzanotte a casa di amici. C’è babbo che ha preparato due cosine da sgranocchiare…


Ph: Gianni Alesiani

Ph: Marco Capriotti

Ph: Marco Capriotti

145 Ph: Marco Capriotti

Ph: Marco Capriotti


FOCUS: GUIDA RIPATRANSONE

Ripatransone in bacche “Per apprezzare la qualità di un vino e sapere in quale vendemmia venne fatto, non occorre berne tutto un barile” (Oscar Wilde) di L. Radaelli

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el paesello di Ripatransone si è sempre prodotto un vino raro e prezioso, il Vino Santo, ottenuto da uve passerina messe ad appassire appese o su graticci fino al 17 gennaio, quando vengono ammostate.Il mosto viene poi posto in botti che contengono ‘Feccia Madre’ (residuo depositato dopo la fermentazione del vino formato principalmente da lieviti esausti che hanno terminato il loro ciclo vitale, tartrati ed impurità derivate dell'uva come frammenti di buccia, di vinaccioli o di foglie verdi e secche) degli anni precedenti e conservato per almeno un anno, al quale seguono altri due anni di affinamento.

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Nei vigneti ripani spiccano, infatti, i vitigni Passerina, caratterizzati da bacca bianca autoctona dell’Italia centrale (la provenienza esatta è contesa tra la provincia di Frosinone e la regione Marche, ipotesi più gettonata, ndr). Il passerina si presenta con grappoli di medio-grandi dimensioni, con bacche piccole con spesse bucce, di colore giallo-oro, con un’alta concentrazione zuccherina ma anche una forte acidità residua che viene trasmessa ai vini durante la vinificazione. Tra le cantine locali che producono vini da vitigni Passerina troviamo Le Caniette e le Cantine di Figaro.

RIPA ECONOMI(C)A • Agricoltura specializzata nella coltivazione di cereali, uva da vino, ortaggi e foraggi; • Settore secondario attivo nei comparti dei prodotti alimentari, confezioni, calzature, legno, carta, lavorazione dei metalli e dell’elettronica; • Settore terziario alimentato da buona affluenza turistica estiva. Ripatransone ospita diversi musei, tra cui il museo civico archeologico Cesare Cellini, il museo della Civiltà contadina e artigiana, una pinacoteca civica e una gipsoteca, dove sono conservate le riproduzione in gesso.


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LUCI DELL A RIBALTA

Marche Teatro: si alza il sipario sulle nuove produzioni Il direttore Velia Papa ci spiega la soluzione virtuosa che ha reso il “palcoscenico regionale” più forte di prima di V. Carboni

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l teatro marchigiano ha unito le forze per diventare più efficace e sostenibile nella proposta artistica e culturale. “Siamo animati dal desiderio di restituire al teatro il suo valore essenziale di luogo dell'incontro – sottolinea Velia Papa - perché resti un momento di aggregazione, riflessione, divertimento”. Direttore, il Consorzio Marche Teatro è una novità recente, oltre che un progetto “pilota” in Italia. Partiamo spiegando cos’è e cosa fa. “È un consorzio che ha federato più organismi teatrali della regione Marche: la Fondazione ‘Le Città del Teatro’, la Fondazione ‘Teatro delle Muse’, soggetto gestore delle strutture teatrali della città di Ancona, l’Associazione ‘Inteatro’ e la cooperativa Teatro del Canguro. Marche Teatro ha ottenuto l’affidamento diretto dei teatri della città di Ancona (Teatro delle Muse e Teatro Sperimentale); dispone, inoltre, della sede di Villa Nappi a Polverigi, spazio vocato alle residenze artistiche e alla formazione e pertanto, svolge le funzioni attribuite allo Stabile Pubblico: produzione, ospitalità, formazione. Nasce per mettere insieme delle risorse, umane, finanziarie, patrimoni di esperienza e credibilità. L’unione di queste realtà ha consentito un risparmio notevole; si è creata un’attività positiva che ha risolto diverse problematiche di debolezza delle singole strutture”. Mi pare di capire che il vantaggio più grande, in periodi di difficoltà finanziaria, sia il rispar-

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mio di risorse economiche. “Indubbiamente, ma c’è molto altro. Nella pratica abbiamo messo in comune tutta la strumentazione, le sale, le attrezzature. L’attività è molto più fluida, ci sono meno passaggi. C’erano sprechi in termini di energie lavorative che oggi sono stati sanati, abbiamo reso omogenee strutture che viaggiavano da sole. Oggi siamo in grado di operare come unico interlocutore rispetto a tutti gli enti finanziatori, alle strutture pubbliche che debbono controllare l’attività ma anche verso il nostro pubblico. C’è un unico soggetto che pensa agli utenti, non solo in termini di offerta teatrale, ma anche per migliorare il servizio. Con l’apertura della campagna abbonamenti per esempio, abbiamo lanciato la Marche Teatro Card, una carta fedeltà che viene data in omaggio a chi si abbona, che garantisce sconti e prelazioni su tutti gli spettacoli organizzati da Marche Teatro”. Le chiedo un accenno alla nuova programmazione. Quali le novità in cartellone? “C’è stato un miglioramento notevole sul piano qualitativo e quantitativo. Abbiamo una proposta di ventidue titoli che variano dal miglior teatro classico, al contemporaneo e di creazione, alle proposte internazionali e di danza, alle più intriganti esperienze di programmazione musicale. Quattro le produzioni di Marche Teatro che vengono presentate nel corso della stagione, tra cui spicca La Dodicesima Notte di Shakespeare diretta ed interpretata da Car-


lo Cecchi, “un capolavoro”, secondo la definizione della stampa al suo recente debutto estivo, al Teatro Romano di Verona. Alla stagione principale, proposta interamente al Teatro delle Muse, fatta di titoli di grande repertorio ed interpreti noti al grande pubblico, si affianca per la prima volta una stagione di danza e, al Teatro Sperimentale, un programma di spettacoli più marcatamente contemporanei con nuove creazioni italiane e straniere. L'apertura internazionale è senz'altro una novità per i Teatri di Ancona. Voglio anche sottolineare che fuori abbonamento ospiteremo il più atteso musical dell'anno, La Famiglia Addams, realizzato da un cast di eccezione: interpreti principali Elio e Geppi Cucciari”. Si parla anche di “formazione del pubblico”. Cosa intende? “Si tratta di radicare ancora di più il la-

voro sul territorio facendo sì che nei cittadini si rafforzi l'idea della necessità del servizio teatrale, della sua utilità sociale. Il teatro che vogliamo fare e presentare deve poter parlare al cuore di ogni utente attuale e potenziale, qualunque sia la sua appartenenza generazionale, sociale o culturale. Tutti gli spettacoli avranno dei momenti di approfondimento, ci saranno iniziative collaterali, laboratori, incontri. Siamo un ente pubblico che si mette a disposizione degli utenti, lavoriamo per un obiettivo che avvantaggia tutta la comunità, facciamo un servizio che va al di là del semplice intrattenimento”. Lei ha un curriculum internazionale (Marche Teatro è anche l’unico Stabile pubblico diretto da una donna). Come sono messi i teatri italiani rispetto a quelli stranieri? “I teatri italiani attraversano un momen-

to di difficoltà. Le risorse sono insufficienti e non c’è un quadro normativo di riferimento. Ancona è un esempio positivo: sia il Comune che la Regione hanno fortemente sostenuto la nascita di questo consorzio. Nelle Marche, infatti, si è cercato di costruire una politica regionale per lo spettacolo organica e coerente. Lavorando con i teatri stranieri si nota un maggior sostegno pubblico e una definizione più chiara delle finalità di ciascuno”.

Info, prenotazioni e prevendite: comunicazione@marcheteatro.it Teatro delle Muse 071 52525 biglietteria@marcheteatro.it www.marcheteatro.it

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LUCI DELL A RIBALTA

Nasce la leggenda del pianista sul faro Lo hanno paragonato a De André e Leonard Cohen e a sentirlo suonare sembra davvero che Alessandro Pellegrini abbia mosso i primi passi su uno spartito musicale. Laureando in ingegneria, ha la brillantezza dello schermista e la sensibilità del poeta. Lo abbiamo incontrato ad un concerto benefico, dove ci ha raccontato la sua storia e i suoi sogni di A. Dachan

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accontaci il tuo primo incontro con il pianoforte. “Mi dicono che già all'età di un anno amavo toccare il pianoforte. In casa avevamo uno strumento appartenuto ai miei bisnonni, che aveva alle spalle una storia importante: in tempo di guerra, infatti, mia bisnonna lo suonava per esorcizzare la paura durante i bombardamenti. A sei anni ho iniziato a studiare con un insegnante; a sedici ho cambiato maestro e genere, aprendomi alla leggera, al jazz e al rock. Ho imparato a destreggiarmi anche con l'armonica, la fisarmonica e la chitarra. Mi dilettavo a stravolgere le canzoni di De André inventando testi nuovi”. Oltre ad essere musicista, sei anche cantautore: quando hai iniziato a scrivere canzoni? “La prima volta che ho composto e musicato un pezzo è stato per amore. Avevo diciassette anni e mi ero innamorato di una ragazza che catturava tutti i miei

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pensieri. Un giorno a Numana ho visto una persona che le somigliava molto; era seduta sotto una croce a picco sul mare, circondata da ginestre. Quell'immagine mi ha ispirato e ho scritto la mia prima canzona chiamata, appunto 'Ginestra'. Da allora non ho mai smesso”. Cosa ti ha spinto a incidere il tuo primo cd? “Nel 2010 ho deciso che dovevo fissare quel momento della mia vita in un cd, che quel patrimonio di canzoni che avevo scritto negli anni andava valorizzato e fatto conoscere prima che le emozioni fissate tra le note e le parole perdessero il loro valore, come accade quando si entra in un nuova stagione della vita. Ho lavorato intensamente al mio album nonostante gli studi di ingegneria edilearchitettura e la pratica della scherma. Volevo lanciare un messaggio chiaro. Ho coinvolto musicisti che conoscevo e dopo sei mesi di lavoro è uscito l'album, con la copertina e la grafica curate da Umberto

Grati. Quando ho toccato il disco per la prima volta ero felicissimo, mi sembrava di vivere un sogno. La presentazione in anteprima l'abbiamo fatta all'Accademia Musicale di Ancona”. Il tuo album ha un titolo che incuriosisce: vuoi parlarcene? “Il brano che dà il titolo al disco è 'L'uomo della casa senza scale'. Ho voluto esprimere la voglia di vivere senza avere ostacoli, senza scale, con un'apertura a tutto, senza mai fermarsi. I personaggi del mio album vorrebbero essere qualcos'altro da sé. Cercano un'evasione, vogliono venire fuori, liberarsi. Nelle mie canzoni parlo d'amore, affronto temi di natura sociale come la disabilità, la pena di morte, l'isolamento. 'Il dovere di un guardiano' è invece un brano dedicato a mio nonno, a quella figura che dovrebbe guidare gli altri, ma che d'un tratto si ferma perché stanca e che io, invece, esorto ad andare avanti, a non fermarsi”.


Cos'è per te la musica? “È l'unica costante della mia vita, l'unica certezza. Come cantautore riesco ad esprimermi attraverso le parole, oltre che con la musica. La predominanza dell'una sull'altra dipende da ciò che voglio comunicare. Ho avuto diverse band: quella con cui suono ora si chiama 'Alessandro Pellegrini & Quattro cani, poi ci sono i 'Soul Fever’ e il 'Duo Reveries' con cui suono colonne sonore”. Come si concilia la tua anima da ingegnere/architetto con il tuo spirito libero da musicista? “La musica, come l'ingegneria, ha un progetto, un obiettivo, ma si distingue da essa perché non è una scienza esatta, lascia libera l'ispirazione, la fantasia. Mi aiuta a capire gli altri, a dialogare con la gente, a interpretarne i desideri e le emozioni. I saggi che ho fatto all’Accademia mi hanno aiutato ad affrontare con serenità, sin da piccolo, il pubblico e quando prenderò l'abilitazione in inge-

gneria o architettura avrò già fatto tesoro di questa esperienza per relazionarmi con i committenti e le loro richieste”. Spesso i tuoi concerti sostengono eventi di solidarietà “Mi piace mettere la mia arte al servizio di cause nobili. Ho suonato per l'Avis, per l’Admo, per i giovani di 'Nati per amare insieme', per iniziative di beneficenza. Una musica da me composta che si intitola 'Ali al folle volo' è stata scelta in Estonia come colonna sonora da una Onlus impegnata per la conservazione della specie della Beccaccia”. Hai conosciuto pubblici diversi: c'è qualcuno di speciale per cui vorresti suonare? “Una volta mi sono esibito in un concerto benefico in favore della Lega del Filo d'Oro. Ora vorrei suonare per i ragazzi del Filo d'Oro, trovare un modo per comunicare e trasmettere loro emozioni; mi rendo conto che è un sogno ambi-

zioso, viste le loro condizioni, ma voglio studiare e capire come realizzarlo. Un altro desiderio che ho, restando coi piedi ‘quasi per terra’, è quello di esibirmi sotto un faro; immagino la bellezza dei fari irlandesi, arrampicati su scogli a picco sul mare e l'atmosfera incantevole che si verrebbe a creare”. Sei a un passo dalla laurea, hai tirato per anni di scherma, hai studiato pianoforte e altri strumenti: sei certamente un giovane da prendere a modello. Dove trovi la forza di fare tutto? “La mia famiglia è il punto d'appoggio più importante: mi ha sempre sostenuto in tutto e mi ha permesso di studiare e dedicarmi alle mie passioni. La spinta più importante bisogna comunque cercarla in se stessi, senza smettere mai di credere nei propri sogni”.

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LIBRI

I ncontriamoci tra le Righe Sesta edizione

PAROLE&GESTI

Un festoso girotondo artistico intorno alla “parola scritta” con i lettori di ogni genere, autori, editori, giornalisti, operatori culturali, istituzioni, distributori librari ed artisti che desiderano scambiare esperienze e testimonianze.

il linguaggio dell’esperienza PROGRAMMA Ore 9:30

Domenica

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Giancarlo Trapanese, Roberto Mancini, Annalisa Zadra, Moreno Giannattasio, Maria Lampa

Castelfidardo (An)

Ore 13:00 Pranzo a buffet

presso il S.S. 16 km 317 - Via Adriatica 22

Dalle ore 15:30 alle ore 19:30 Artisti diversi si esprimeranno attraverso musica, recitazione, sand art per sottolineare il tema della giornata

(prenotazione obbligatoria per chi intende usufruirne)

Klass Hotel

Gli autori potranno mostrare le loro opere letterarie edite per farsi meglio conoscere, ed avranno la possibilità di incontrare vari editori per inediti che intendono pubblicare.

Incontriamoci tra le righe

Confronto aperto sul tema: Parole e Gesti, il linguaggio dell'esperienza guidato da:

La cornice della manifestazione sarà arricchita con l’esposizione di opere realizzate da: Francesco Trucchia Alfonso Napolitano Patrizia Lo Conte Loriana Tittarelli Giuseppe Donghi Elisabetta Iobbi

Informazioni e prenotazioni:

MARIA LAMPA Tel. 335-8374212 info@marialampa.it

la radio che ti ascolta FM 93,100

Con il Patrocinio di:

Comune Castelfidardo

Provincia di Ancona

Pro Loco Castelfidardo

Comune di Ancona

ancona - 377.2809813

Interverranno: Marco Santini (violino) Elia Salvucci (organetto) Francesco Ricci (fisarmonica) Grazia Barboni (chitarra e canto) Alfonso Napolitano (recitazione) Paola Saracini (sand art)

Con la presenza di AGORADIO che trasmetterà in streaming l’intera manifestazione sul sito: http://www.agoradio.it

Antica Bottega Amanuense

Lions Club Castelfidardo e Riviera del Conero

Gli Amici di SOFIA

Parco del Conero

Amici della Ceramica di Urbania

Cassa di Risparmio di Loreto

Filomondo (worldnet) Associazione ONLUS

Elisabetta Luna Global Family Banker

Fondazione Cassa di Risparmio di Loreto

Torna l'atteso appuntamento per gli amanti della parola e delle arti comunicative. La scrittrice castelfidardense Maria Lampa lancia la VI edizione della kermesse da lei creata, che richiama ogni anno appassionati da tutta l'Italia di A. Dachan

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orna l'atteso evento per gli amanti della parola scritta e della comunicazione, in tutte le sue forme: domenica 19 ottobre l'appuntamento è con “Incontriamoci tra le righe”, la suggestiva kermesse culturale ideata da Maria Lampa. Scrittori, poeti, editori, giornalisti, fotografi e artisti si ritroveranno al Klass Hotel di Castelfidardo, guidati dalla madrina e ideatrice dell'iniziativa, la scrittrice Maria Lampa, a partire dalle 9:30. Il tema scelto per la sesta edizione è “Parole & Gesti: il linguaggio dell'esperienza”; ne parleranno il giornalista, scrittore e vice-caporedattore Rai 3 Giancarlo Trapanese, il filosofo, scrittore e docente dell'Università di Macerata Roberto Mancini, la psicoterapeuta Annaliza Zadra, lo scrittore e operatore culturale Moreno Giannattasio. A dare il via a quello che

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si preannuncia come un “festoso girotondo artistico che ruota attorno al tema della comunicazione” sarà proprio Maria Lampa, che è riuscita a dare vita ad un appuntamento diventato irrinunciabile per centinaia di appassionati. Ricco anche il contributo degli artisti: Marco Santini al violino, Elia Salvucci all'organetto, Francesco Ricci alla fisarmonica, Grazia Barboni, Alfonso Napolitano e Paola Saracini che si esibiranno rispettivamente nella chitarra e canto, nella recitazione e in uno spettacolo di sand art. L'evento sarà trasmesso in diretta streaming da Agoradio sul sito www.agoradio.it. Un'iniziativa nata quasi in sordina scambiando idee ed emozioni tra amici che condividono un interesse per la letteratura, la musica e la recitazione e diventata nel tempo il più importante evento del genere nelle Marche. “Incontriamo-

ci”, un'esortazione, mai un imperativo, è un'occasione di incontro tra scrittori ed editori, bibliotecari e lettori che si ritrovano in un contesto inedito, dove si rovesciano i ruoli e ci si può parlare senza filtri, né mediazioni. Un'agorà dei nostri tempi che mette al centro di ogni riflessione il desiderio di condividere esperienze ed emozioni, di conoscersi e iniziare insieme un percorso di confronto sui temi legati alla variopinta sfera della comunicazione. Si entra con curiosità, si esce con tante nuove idee e spunti e soprattutto una rinnovata voglia di fare, conoscere e condividere.

Per info e prenotazioni Maria Lampa Cel 335/8374212 info@marialampa.it


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LIBRI

Titolo: Neoplasie civili Autore: Lorenzo Spurio Prefazione: Ninnj Di Stefano Busà Postfazione: Cinzia Demi Editore: Agemina, Firenze Per info: edizioniagemina@alice.it

Il mondo in metastasi nelle liriche di Lorenzo Spurio È uscito Neoplasie civili

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o scrittore marchigiano Lorenzo Spurio, che ha al suo attivo una serie di volumi di narrativa e di saggi prevalentemente su autori anglosassoni (è anche un critico letterario), esce con un nuovo libro, questa volta di poesie. Neoplasie civili è il titolo della silloge, edita da Agemina, che propone un percorso attento attraverso drammi quotidiani, storie di cronaca nera ed episodi spietati di violenza che riguardano il mondo tutto nella società odierna. La lirica di Spurio è asciutto ma concreta, a volte dura ma quanto mai necessaria e vivida e l’occhio critico è quello di una persona che osserva con acume le incongruenze della realtà e le fa sue sulla carta per denunciarle, per rompere quel velo di indifferenza e di apatia che contraddistingue chi nella vita presente ha ancora la fortuna di vivere in un paese dove non cadono bombe, non si muore di fame o ancora, salvo sporadici ma duris-

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simi casi, sembra ancora che ci si rispetti l’un l’altro. Poesie scevre da orpelli, da particolarismi formali, ma che offrono al lettore una traccia di riflessione, che scuotono la coscienza, indignano e feriscono. Il cuore della silloge è proprio quella formazione cancerosa a cui ci si riferisce nel titolo che minaccia, ammorba, fagocita, dilania e distrugge un’esistenza fisicamente sana e moralmente non corrotta. La poetessa Ninnj Di Stefano Busà nella sua nota critica iniziale conclude dicendo che Neoplasie civili è “[una raccolta di] vividi canti di sdegno, […] cronache di denuncia di un mondo fatto di lassismo, sopraffazione e ingiustizia dove il poeta, come un novello vate della postmodernità, rompe la logica del bavaglio e proclama con onestà la cruda realtà d’oggi…” L'autore Lorenzo Spurio è nato a Jesi (AN) nel

1985. Laureato in Lingue e Letterature Straniere, è scrittore e critico letterario. Ha all’attivo varie raccolte di racconti tra cui la più recente “La cucina arancione” (2013) e numerosi saggi tra cui “Jane Eyre, una rilettura contemporanea” (2011), “La metafora del giardino in letteratura” (2011), “Ian McEwan: sesso e perversione” (2013). “Neoplasie civili” è la sua prima opera di poesia. Collabora a varie riviste ed è direttore della rivista di letteratura Euterpe e socio fondatore della Associazione Culturale TraccePerLaMeta. Gestisce un suo sito (www.blogletteratura.com) dove pubblica recensioni, articoli, commenti ad opere letterarie. E’ Presidente del Premio Nazionale di Poesia “L’arte in versi” e Presidente di Giuria del Premio di Letteratura “Ponte Vecchio”- Firenze.


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CULTURA

“Se ci mettiamo a parlare in una stanza buia, le parole assumono improvvisamente nuovi significati; così tutte le qualità che la pagina stampata ha sottratto al linguaggio ritornano nel buio della radio” Marshall McLuhan

Agoradio, la piazza delle idee Musica, parole e tanta, tanta passione. Sono gli ingredienti indispensabili per fare radio. Oggi vi portiamo ad Osimo, per raccontarvi un'avventura tra cuffie e microfoni iniziata sette anni fa di A. Dachan

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ntrare in contatto con gli altri attraverso il potere evocativo della voce, costruire un rapporto a distanza con sconosciuti per i quali si diventa un riferimento. Nonostante l'avvento del Cinema e della Tv, la Radio continua a ricoprire un importante ruolo nel panorama mediatico e ad essere scelta e amata da milioni di persone. Nelle piccole realtà di provincia le frequenze Fm raccontano gli eventi e le notizie locali e danno voce ai protagonisti della vita politica, culturale, sportiva del territorio, facendo quasi da faro. È il caso di Agoradio, che da Osimo si è conquistata negli anni un pubblico sempre più ampio, anche di respiro internazionale. Saranno gli italiani all'estero, saranno i loro discendenti, sta di fatto che anche il numero di contatti stranieri è in aumento. Un palinsesto variegato, con trasmissioni in diretta, una web radio e la possibilità di ascoltare i propri programmi preferiti in podcast.

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Un pubblico fedele e appassionato che ha portato gli speaker ad aggiudicarsi la Medaglia d'Oro per Civiche Benemerenze assegnata dal Comune di Osimo. Luca Pesaro, lei è speaker e direttore di Agoradio. Può raccontarci la vostra avventura? “La nostra è una storia iniziata sotto una buona stella. Anzi, per essere più precisi, sotto una buona campana. Tutto prende il via quando, nel 2007, Padre Pietro, un religioso di Osimo, stava cercando qualcuno per dare vita ad una radio che raccontasse notizie locali e desse voce a chi non aveva voce, facendo da aggregatore sociale. Ci siamo fatti avanti con un gruppo di amici con cui, da giovanissimi, avevamo avuto esperienze in radio. Sono sette anni che trasmettiamo e le soddisfazioni sono tante”. Voce, contenuti, musica: quali sono gli

ingredienti indispensabili perché una radio funzioni bene? “L'elemento indispensabile è la passione. Senza quella nulla può stare in piedi. Ci deve essere una preparazione a monte, con la definizione di un palinsesto variegato, ricco e non deve mai mancare la costanza. Noi facciamo radio per puro amore; non è un mestiere e se non ci fosse un coinvolgimento emotivo profondo, con una motivazione forte, non sarebbe stato possibile andare avanti. Abbiamo coinvolto nel progetto diversi giovani e mettendo insieme menti, idee e sensibilità diverse il risultato è certamente interessante e si è formata una vera squadra”. Come si articola il vostro palinsesto? “Musica, interviste, sport, notizie, approfondimenti: abbiamo diverse rubriche con appuntamenti giornalieri e/o settimanali. La radio non è solo intratteni-


mento, ma anche una funzione sociale e nelle nostre scelte cerchiamo di rispecchiare a tutto campo il fermento della vita pubblica, politica, culturale del territorio e non solo”. È il pubblico a fare la radio o la radio a fare il pubblico? “È uno scambio reciproco. Essendo una piccola realtà non facciamo cose generalizzate; riusciamo a rivolgerci ad ascoltatori di nicchia, puntando direttamente a settori ed argomenti che possono soddisfare le loro esigenze. Sperimentiamo continuamente e verifichiamo la risposta del pubblico. Siamo presenti agli eventi principali del territorio, offrendo un racconto che alle grandi radio non trasmetterebbero mai”. La modernità ha cambiato la natura della radio? “Il concetto stesso di ascolto della radio

è mutato nel tempo. Un tempo ci si riuniva attorno all''oggetto parlante' per ascoltare i notiziari, oggi, invece, è la radio che ti segue, con vari dispositivi. Grazie alle nuove tecnologie, possiamo offrire servizi che solo pochi anni fa erano impensabili. La possibilità di ascoltare la radio via web e di scaricare i podcast permette agli utenti di avere la propria radio 'personalizzata'. Ma l'essenza più profonda della radio non cambia. La protagonista assoluta resta la voce, che crea immaginazione, suggestione”. Nella vita di tutti i giorni il vostro team svolge professioni diverse. Cosa comporta ogni volta immergersi nella veste di speaker radiofonico? “Ci si innamora della radio facendo radio. La regola fondamentale è che per fare gli speaker bisogna essere anzitutto buoni ascoltatori. La radio è bella per chi la ascolta, ma è bella anche per chi la

fa. Ti senti libero, senza inibizioni. Essere speaker è un'esperienza che ti arricchisce molto e ti porta a scoprire aspetti sconosciuti del tuo carattere. Sei tu, con le tue cuffie e lo spazio illimitato che ti offre l'immaginazione. Al tempo stesso sei un tramite, fai parlare le persone e contribuisci a far emergere realtà poco conosciute. Come immagina il futuro di Agoradio? “Agoradio ha un grande potenziale e vorremmo che continuasse a trasmettere con la stessa passione di sempre, con un coinvolgimento maggiore degli ascoltatori e del territorio”.

www.agoradio.it

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CULTURA

A Senigallia “le mani in pasta dappertutto” per Pane Nostrum 2014 Tra Piazza del Duca e i giardini della Rocca Roveresca, le antiche ritualità dell’arte bianca e lo spettacolo della panificazione nei forni a cielo aperto hanno allietato e rimpinzato per quattro giorni le migliaia di visitatori presenti di S. Caporlingua

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onostante rientri nella categoria dei comportamenti vietati dal bon-ton, impossibile non leccarsi le dita durante le celebrazioni per la quattordicesima edizione di Pane Nostrum. Le tradizioni dei maestri panificatori hanno sostenuto un suggestivo confronto con le moderne tecniche e innovazioni non solo nella pratica di corsi, stand e laboratori, ma anche nella teoria di incontri, dibattiti e seminari. Tra i vari workshop e assaggi sparsi in tutto il centro storico della città, prodotti tipici del territorio come salumi, formaggi, dolci e vini doc hanno accompagnato pane e derivati, secondo le regole dell’ormai celebre concetto di “Slow Food” made in Marche. Non hanno deluso gli attesissimi appuntamenti con i corsi gratuiti di panificazione per grandi e piccini,

nei quali si insegnava ad impastare e si fornivano importanti nozioni a proposito di una corretta alimentazione basata sul “buon cibo”, prima di consegnare a ogni partecipante il frutto del proprio lavoro cotto e caldo. In linea col soggetto centrale dell’evento, il tema dei corsi di questa edizione è stato: pane, pizze e pasta con farine di canapa. Anche quest’anno Pane Nostrum ha rinnovato la propria collaborazione con l’AIC (Associazione Italiana Celiachia): la sezione dedicata all’intolleranza al glutine ha riscosso il solito successo e interesse da parte delle tante persone che soffrono di questa intolleranza. Un’aula didattica distinta da quella per la panificazione tradizionale ha ospitato il corso di panificazione per celiaci. Il livello qualitativo dell’evento è salito grazie agli chef stellati Moreno Cedroni e Mauro

Uliassi, i quali hanno applicato le rispettive tecniche ed esperienze ai prodotti selezionati, in armonia con lo speciale contesto dedicato al pane. Le osterie del centro storico hanno proposto una cucina con varie soluzioni di pane grattugiato, raffermo o inzuppato, ricordando l’antico metodo contadino dove l’attenzione a non sprecare il cibo si trasformava nelle ricette più disparate. L’edizione 2014 di Pane Nostrum ha inoltre rivolto particolare attenzione anche all’universo dei micro-birrifici marchigiani, in costante aumento sul territorio. Cereali, acqua e lievito accomunano infatti birra e pane: non a caso persino i monaci medievali, abili produttori di birra, nei periodi di digiuno si sostenevano con questa bevanda da loro considerata il “pane liquido”.

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TURISMO

Il turismo religioso nelle Marche Meditazione e pellegrinaggio nei luoghi di fede e spiritualità di G. Savelli

S

i è conclusa una tre giorni itinerante dedicata alla presentazione della nuova strategia progettuale promossa dalla Regione Marche riguardante il turismo legato a spiritualità e meditazione, nel contesto del ricchissimo patrimonio di eremi, abbazie, grotte, monasteri ed altri luoghi d’arte e fede che la caratterizzano. Nelle giornate dal 3 al 5 ottobre un ampio programma d’interventi ha caratterizzato gli appuntamenti in alcuni luoghi simbolo della spiritualità marchigiana: dal Monastero di Fonte Avellana all’inaugurazione del restaurato Eremo di Santa Maria di Valdisasso Valleremita, proseguendo a sud con l’Abbadia di Fiastra fino alla naturale conclusione nella cornice di Loreto e della sua Basilica. In ogni sede sono intervenuti i rappresentanti della Regione, degli Enti Locali, delle autorità ecclesiastiche e della so-

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cietà civile, degli operatori economici e degli enti di ricerca coinvolti nel progetto. Ogni incontro ha ottenuto una larga partecipazione di pubblico suscitando interesse, curiosità e risonanza nei media locali, nazionali e internazionali presenti. Le tre giornate saranno inoltre raccontate da blogger nazionali e internazionali che contestualmente hanno avuto modo di visitare i luoghi dell’evento; a conferma dell’intenzione regionale di coinvolgere sinergicamente tutte le specificità territoriali per proporsi in maniera sistemica al mercato turistico mondiale. Il Presidente Spacca ha più volte posto l’accento sull’importanza di quest’offerta, ricordando che quello religioso già ora rappresenta il 26% del turismo regionale, con un 81% di stranieri. Un turismo “mordi e fuggi” che va trattenuto e incrementato, rilevando quanto questi luoghi dello spirito abbiano influito nel

preparare il terreno al Rinascimento, che nel documento noto come Carta di Fonte Avellana sia nata la mezzadria in sostituzione della servitù della gleba e che fu un francescano di Monteprandone, San Giacomo della Marca, a ideare un altro istituto a favore della collettività, quello dei Monti di Pietà, antesignani delle moderne banche. Le Marche, inoltre, sono state anche culla del francescanesimo: nel 1208 proprio a Fabriano avvenne la prima visita in territorio regionale di Francesco di Assisi, che tornò nel 1210, nel neo restaurato Eremo del Sasso a Valleremita, rimanendone incantato; in quel luogo si stabilirono i frati francescani e vi rimasero per secoli fino alla soppressione napoleonica, tornandovi, con alterne vicende, per riprenderne oggi di nuovo possesso, tramite la concessione ad libitum da parte della Regione, ora proprie-


IL TURISMO RELIGIOSO NELLE MARCHE: MEDITAZIONE E PELLEGRINAGGIO NEI LUOGHI DI FEDE E SPIRITUALITA’ FONTE AVELLANA

taria dell’immobile. Gentile da Fabriano realizzò per l’eremo il celebre “Polittico della Valle Romita” (1406-1414 ca), il cui originale è conservato alla Pinacoteca di Brera. A conclusione del contesto inaugurale un’esibizione corale ha celebrato la tradizione dei Fioretti di San Francesco, una serie di episodi legati alla vita del Santo e dei suoi primi compagni, in particolare di quelli marchigiani. Questi luoghi dovranno divenire, con il supporto del gruppo di ricerca ISTAO, gestore del progetto “Nuovi Percorsi di Meditazione nelle Marche”, elementi di un circuito virtuoso di turismi, declinati al plurale. L’intento è combinare ambiente, arte, monumenti, enogastronomia, artigianalità, originalità, in una proposta integrata e versatile che possa comprendere anche l’accoglienza in strutture monastiche attrezzate e formate per ospitare chiunque desideri ritrovare se

VALLEREMITA

ABBADIA DI FIASTRA

LORETO

stesso, trascorrere momenti di pace, serenità e convivialità, con la possibilità di condividere anche la vita quotidiana della realtà in cui si soggiorna. Il progetto pilota triennale creerà quindi una comunità di sedici monasteri, ciascuno con le sue peculiarità, a formare una rete che tracci una sorta di arcobaleno lungo la dorsale appenninica, da nord a sud e viceversa, disegnando infiniti itinerari possibili, unendo paesi collinari o montani a località della costa. La rete sarà coordinata da una Smart Unit di ricercatori e studenti ISTAO, che si rapporterà con i monasteri come intermediaria per aspetti legati alla gestione organizzativa del flusso di pellegrini o turisti e con gli stessi e con i Tour Operators con funzioni di coordinamento e promozione. Sarà supportata da un sito web per azioni di marketing, comunicazione e visibilità, collegato direttamente con il

portale regionale (www.turismo.marche. it), e dall’APP dedicata: “#destinazione marche-Spiritualità e Meditazione”. Il secondo progetto: “I Cammini Lauretani”, (ma in prospettiva anche benedettini e francescani) ha lo scopo di censire, valorizzare e mettere a circuito l’antica tradizione dei pellegrinaggi lungo la Via Lauretana ed i suoi “cammini”, come risorsa strategica per il territorio, promuovendone inoltre la candidatura al riconoscimento di “Itinerario Culturale del Consiglio Europeo”. La sola venerazione mariana a Loreto porta un flusso annuo di quattro milioni di visitatori, sono evidenti le ricadute occupazionali e l’incremento di valore culturale in un’ottica di non dipendenza dal solo settore manifatturiero o industriale.

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TURISMO

Il turismo (anche) d’inverno Chi non si forma, si ferma. Tecnologia e innovazione, un modo nuovo di concepire il business, si adattano perfettamente ad un settore che non conosce vacanze. Anche d’inverno la formazione continua per affrontare con slancio la prossima stagione di G. Mastronicola

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n virtù del confronto costante e ripetuto con il territorio, si è riscontrato un “gap” di conoscenza da parte degli operatori turistici marchigiani in merito a discipline, metodologie, processi, nuove tecnologie, canali di comunicazione e promozione, gestione e controllo economico delle strutture ricettive. Like Tourism è stato un momento di aggiornamento delle conoscenze tecniche e volano di una sempre maggiore integrazione tra business turistico, offerta culturale regionale e iniziative del territorio. In base alle proprie esigenze, ciascun operatore ha potuto usufruire di 162

un’ampia offerta formativa, costruendo il proprio percorso didattico o seguendo quelli consigliati. Grazie alla varietà e validità dei docenti, ai prezzi competitivi, alla prestigiosa location, alla comunicazione online e offline, che si è estesa a macchia d’olio anche al di fuori dei confini regionali, la prima edizione di Like Tourism ha avuto grandi risultati o meglio #solosuccessi. Per questo, fin da subito, è stata intenzione dell’organizzazione mantenere solidi contatti con i partecipanti e continuare sulla scia della formazione in pillole,

in attesa di Like Tourism 2015. Nasce così la programmazione e la stesura di un piano di comunicazione “to keep in touch” con quanti lavorano nella filiera turistico-alberghiera delle Marche, regione che tanto ha fatto e sta facendo nella formazione e nello sviluppo economico legati al turismo. Lo staff di Like Tourism ha coltivato nei mesi estivi il terreno fertile trovato ad aprile 2014, mantenendo i partecipanti all’evento costantemente aggiornati, tramite newsletter mensili e articoli d’interesse turistico.


VITO D’AMICO “Revenue, marketing e distribuzione: il mix del successo”

BRUNO BERTERO “Destination management: che cos'è e quali sono le best practice”

ANTONIO MARESCA “Social Media marketing per il turismo”

FRANCESCO TAPINASSI “Evoluzione e valutazione della brand reputation”

L’arrivo della stagione invernale segna il momento di seminare ed arricchire questo terreno, affinché a marzo 2015, con la seconda edizione di Like Tourism, si possano veder germogliare tanti nuovi interessi, domande e curiosità da parte di operatori sempre in prima linea sul fronte dell’innovazione. Aspettiamo quindi con ansia la prima data di Like Tourism Winter Session, una sessione di quattro webinar gratuiti tenuti da grandi personalità dello scenario turistico nazionale ed internazionale, che rinnovano la loro partecipazione a Like Tourism e la collaborazione con il Con-

sorzio Marche Maraviglia. Vito D’Amico, revenue manager, fondatore delle due società Sicaniasc e WHR Corporate, nel mese di ottobre parlerà di “Revenue, marketing e distribuzione: il mix del successo”; Bruno Bertero, esperto di accoglienza turistica e co-founder di Four Tourism S.r.l., a novembre tratterà il tema “Destination management: che cos’è e quali sono le best practice”; Antonio Maresca, promotore e fondatore del network Kuddle e consulente turistico alberghiero, nel mese di dicembre parlerà di “Social media marketing per il turismo: 5 buoni consigli per l’alberga-

tore”. Infine, nel mese di gennaio 2015, Francesco Tapinassi, senior marketing strategist per la Fondazione Sistema Toscana, interverrà su “Evoluzione e valutazione della brand reputation”.

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A CASA DI

BENVENUTI A PALAZZO

MONTEVECCHIO 164


P

er dimensioni e imponenza è il maggiore dei palazzi patrizi fanesi, appartenuto fino alla prima metà del nostro secolo alla famiglia dei conti di Montevecchio che ne avevano curato l'erezione a partire dal 1740. Rimasto incompiuto lungo il fianco orientale, oggi discutibilmente integrato, il suo disegno è stato attribuito senza prova alcuna a Luigi Vanvitelli. In fase di realizzazione è invece documentata la partecipazione del bolognese Alfonso Torreggiani come quella del marchigiano Arcangelo Vici: ciò che risulta stilisticamente evidente anche dal prevalere di una forte componente scenografica, quasi trasposizione in pietra di fantasie bibienesche. Al Torreggiani è da attribuirsi soprattutto la soluzione della parte centrale della facciata con il grande portale barocco in pietra, fiancheggiato dalle robuste colonne tuscaniche che, obliquamente disposte, reggono la bella balaustra arcuata del balcone a cui si raccorda il motivo ascendente che dal finestrone mediano raggiunge le mensole del raffinato balconcino al centro del piano superiore. Degno di nota è anche il grande atrio a colonne, aperto sullo

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A CASA DI

sfondo monumentale della fontana parietale con statua di Nettuno, incombente all'interno dell'elegante vano ellittico che integra e conclude l'area del severo cortile centrale. L'ambiente pi첫 spettacolare resta peraltro il grande scalone con quel suo ascendere scenografico a larghi gradini, tutto scorci e prospettive, nicchie, colonne e pilastri nella prima parte; aperto e disteso nel luminoso vano a volta della seconda parte, arricchita dalla schiera ascendente

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delle otto statue marmoree che pausano e impreziosiscono l'elegante balaustra a pilastrini. In altri tempi un capace salone con balconata perimetrale accoglieva gli ospiti intimiditi e affascinati, facendo da anticamera alle varie sale e salotti del pianonobile. Suddiviso in piÚ stanze per ospitare l'Ufficio Distrettuale delle Imposte, tale salone è oggi del tutto irriconoscibile; nÊ in condizioni migliori sono le altre stanze affacciate verso il giardinetto di Piazzale Leopardi. Meglio conservato è invece l'appartamento del lato occidentale che presenta alcune sale con volte dipinte a grottesche. Per info: via Montevecchio61032 Fano Tel. 0721/887523 iat.fano@regione.marche.it

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VIAGGI

I VIAGGI DI MICHELA Sibillini: sapori d’autunno

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iei cari lettori, sembra ieri che andavamo in spiaggia, invece è già tempo di castagne, funghi, tartufi e di sapori d’autunno! Allora andiamo a fare un giro sui Monti Sibillini. Il nostro itinerario tocca piccole deliziose località come Smerillo, San Ruffino, Amandola, che proprio in questo periodo dell’anno, in occasione di feste e sagre gastronomiche in piazza, si lasciano scoprire in un’atmosfera del tutto speciale: piccoli e stretti vicoli si animano coi colori e profumi delle bancarelle, con le infinite bontà gastronomiche a viziare il palato, con la musica e la vivacità della gente. Situato sulla sommità di una rupe, seminascosto tra i boschi, Smerillo, con i suoi 806 metri di altitudine, è il paese degli spazi illimitati, dei panorami sconfinati, delle ampie vedute scenografiche che abbracciano dal Gran Sasso al Conero, dai Monti Sibillini al Mare Adriatico. Per questo borgo provo uno speciale affetto, fin da quando, da bambina frequentavo queste zone per i campi-scuola. Ancora oggi, in occasione della festa, amo passeggiare tra le tipiche case in pietra cui basta il solo tocco di qualche 168

fiore colorato o un’edera arrampicata per diventare speciali e riempirti di una sensazione di piacere immenso. Inseguendo il saliscendi dei vicoli, arrivare fin sulla rupe con i resti dell’antica Rocca Medioevale, o fin giù alla ‘Fessa’, la spaccatura nella roccia dove sono stati rinvenuti numerosi fossili pliocenici che ancora oggi gli appassionati potrebbero trovare. La castagnata di Smerillo è davvero molto ricca. Oltre alle classiche caldarroste, si può trovare un’infinità di prodotti a base di castagne: gelato, calcioni di ricotta e castagne, spiedini di castagne ricoperte di cioccolata fondente. A soli 3 km da Smerillo, si trova Montefalcone Appennino, un piccolo centro medievale, per certi versi molto simile a Smerillo, con la caratteristica terrazza panoramica che regala alla vista un meraviglioso paesaggio, il Torrione medievale e il Museo dei fossili. Di pregio, inoltre, il polittico di Pietro Alemanno, allievo dell’artista veneziano Carlo Crivelli (1425), che è possibile ammirare nella chiesa del paese. Scendendo a valle nella direzione opposta, si raggiunge San Ruffino, frazione di Amandola dove si trovano l’omonimo lago e la romanica Abbazia dei

Santi Ruffino e Vitale (XI° sec.). Nei pressi del Lago, è possibile fare passeggiate a cavallo e corsi di equitazione per principianti. Da San Ruffino, in soli 8 km, si arriva al centro di Amandola, che si fa subito notare per la sua più importante struttura urbanistica come uno dei principali centri cittadini nell’area dei Sibillini. Amandola è ricchissima di chiese. Fino all'800 ne contava ben 116. Oggi ne rimangono circa 40, tra le quali spicca la Chiesa di San Francesco (dei primi del 1200), con il bel portale quattrocentesco e, all’interno, il pezzo forte: il Cristo ligneo sull’altare. Il Cristo ligneo, definito dagli amandolesi il "Mammoccio", è un coacervo di stili nordico/normanno e bizantino (da notare in particolare le singolari trecce!). La leggenda vuole che il Cristo dovesse essere distrutto perchè non conforme all'iconografia classica. Ha, infatti, la corona da re e non quella di spine, è vestito e porta i calzari. Per questo stava per essere bruciato e i suoi piedi anneriti ne sono la prova. In questo periodo, potrete scoprire Amandola anche per uno dei suoi gioielli più preziosi: i ‘diamanti a tavola’, ovvero i tartufi bianchi. La fascia a ridosso del


DOVE MANGIARE:

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DOVE DORMIRE:

BioAgriturismo La Conca Via Ceresola 44, Smerillo T. 3334792529 www.bioagriturismolaconca.it

Country House La Querceta Via Villa Marnacchia, 2, Amandola T. 3498465231 www.laquercetadimarnacchia.it

Ristorante Le Logge Via Parco della Fessa 1, Smerillo

Hotel Paradiso Piazza Umberto I, 7, Amandola T. 0736.847468

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EVENTI DA NON PERDERE:

Smerillo 34^ Castagna in piazza, 19 Ottobre

Il Vecchio Tasso Contrada Durano, 8, Smerillo T. 0734.786008 - 3391533794 www.ilvecchiotasso.it

Montemonaco 37^ Sagra Mercato della Castagna, 25 e 26 Ottobre Amandola Diamanti a Tavola, 1-9 Novembre

versante orientale dei Monti Sibillini è straordinariamente ricca di questo prezioso prodotto della natura. Qui si possono raccogliere tutte le varietà: il Tartufo Bianco Pregiato, il Tartufo Nero Pregiato, il Tartufo Estivo e il Tartufo Bianchetto. I comuni più vocati per il bianco pregiato sono per l’appunto Amandola e Montefortino. Se volete assaporare il bianco, non perdete “Diamanti a Tavola”, un grande appuntamento che si terrà dall'1 al 9 novembre con esposizione di tartufo bianco ed eccellenze dei Sibillini, visite guidate e laboratori per i più piccini. Vale la pena, in questa occasione, anche un assaggio di “fregnacce”, tipico piatto della cucina povera amandolese che si fa con semplicissima pasta sfoglia lessata e arrotolata e sopra un abbondante condimento di pecorino grattugiato, pepe e olio extra vergine di oliva. Buona scorpacciata allora e alla prossima!

Scrivi a: m.rossi@maravigliatravel.it I racconti e le foto più belle saranno pubblicati. 169


LE PROPOSTE WEEKEND DI MARAVIGLIA A DUE PASSI DA CASA DOMENICA AL MUSEO: Urbino e il Rinascimento Urbino Resort, Urbino (PU) MUSEI GRATIS OGNI 1^ DOMENICA DEL MESE: un’occasione imperdibile per scoprire uno dei patrimoni d’arte rinascimentale più preziosi d’Italia, il Palazzo Ducale di Urbino, che insieme al suo centro storico vanta il titolo di sito UNESCO. Un week-end all’insegna dell’arte, ma anche del benessere naturale e delle tipicità a km 0. Il pacchetto comprende: • 1 notte in camera matrimoniale presso Urbino Resort 4*, nell’armoniosa campagna di Urbino • 1 accesso Spa di 2 ore • 1 ingresso al Palazzo Ducale - Galleria Nazionale delle Marche di Urbino • 1 light lunch degustazione alla Galleria AE in centro ad Urbino con calice di vino o birra artigianale e prodotti tipici naturali e a km 0 (insalata di farro, salumi e formaggi, piadina e crescia sfogliata, ecc.) Da euro 89 a persona

CAMERA CON POLTRONA: Le Grotte Hotel & Spa, Genga (AN) 31 ottobre 2014 - DON GIOVANNI di Molierè, diretto e interpretato da Alessandro Preziosi. Collezionista di femmine per sfogo fisiologico, il Don Giovanni di Molière non è un banale donnaiolo ma a dominare in lui è una volontà di potenza che nasce da un vuoto esistenziale, da una sorta di noia metafisica e insieme da un timore di fallimento. La visione dello spettacolo è un ottimo pretesto per una visita alla bellissima Città della Carta che ben si completa con momenti dedicati al relax. Il pacchetto comprende: • 1 notte in BB in camera matrimoniale presso Le Grotte Hotel & Spa**** di Genga • 1 accesso Ile Spa per la coppia con Vasca idromassaggio cromoterapica e riscaldata • Sauna finlandese, Bagno turco, Docce emozionali aromatiche Kneipp Sala relax con tisane • 2 biglietti palco presso il Teatro Gentile per lo spettacolo Da euro 78 a persona

CAMERA CON POLTRONA: BB Il Giardino Segreto, Ascoli Piceno (AP) 29 novembre 2014 - 7 SPOSE PER 7 FRATELLI con Flavio Montrucchio e Robera Lanfrancci. Il più energico e travolgente tra i classici del musical racconta la storia di una moderna Biancaneve che trasforma la casa di sette rudi boscaioli in una dimora accogliente, con tanto di lieto fine, tanti matrimoni ed la nascita di un bebè. Uno spettacolo leggero da abbinare alla visita di Ascoli e dei suoi luoghi meno conosciuti come il Museo dei Mestieri in Bicicletta. Il pacchetto comprende: • 1 notte in camera matrimoniale in dimora storica seicentesca con ricca colazione • Apericena in centro città, prima dello spettacolo • 2 biglietti palco presso il Teatro Ventidio Basso per lo spettacolo Da euro 67 a persona

LOVE & WELLNESS Hotel Excelsior Pesaro *****, Pesaro (PU) Un tramonto sul lungomare, la fiamma di una candela che ondeggia sinuosa, le cure e l’attenzione di un Personal Spa Assistant, il lusso moderno e composto di un cinque stelle nella città dell’Opera: l’Excelsior di Pesaro ha scritto per te la trama per un indimenticabile weekend d’amore. Un’ambientazione esclusiva ed una regia impeccabile. Il pacchetto comprende: • 1 notte in Suite con balcone vista mare, con fragole e prosecco in camera • Ricca colazione a buffet con prodotti freschi e artigianali di pasticceria • 1 Cena a lume di candela al ’59 Restaurant vista mare (menù a 3 portate, bevande escluse) • Ingresso al percorso benessere “Spa Excelsior” e all’Area Fitness • 1 trattamento di coppia “Relax & Benessere Lui & Lei” con rituale hammam (bagni di vapore e savonnage al sapone nero del Marocco) e massaggio finale di coppia. Da euro 230 a persona

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ITINERARI DEL GUSTO

COLLE REGNANO, IL BIO - AGRITURISMO SI INVENTA “DALL’ORTO… ALL’ARTE”

L’

Agriturismo Colle Regnano, “verde dentro e fuori”, è situato in una posizione d’eccellenza, in cui si gode appieno della spettacolarità dei Monti Sibillini, che ci regalano nell’arco della giornata delle sfumature che vanno dal blu indaco al violetto. Oltre agli alloggi, 5 appartamenti e 4 camere in un casale di fine ‘800 completamente ristrutturato con criteri di BioEdilizia, da tre anni abbiamo anche un ristorante di classe A. La sala da pranzo ed il suo portico esterno si affacciano interamente sul panorama mozzafiato che circonda l’agriturismo. Tutto è arredato con i mobili di famiglia ed in parte è stato restaurato da me; mi piace pensare che il contesto abbia assunto un aspetto country, dando la sensazione di essere a casa.

L’Agricoltura biologica e gli animali di bassa corte che razzolano nell’aia in piena libertà, sono la parte più importante dei menù proposti dalla mia cucina. I piatti variano in base alla stagionalità e al rispetto della tradizione: si va dai mitici Vincisgrassi, ai cargiù, alle tagliatelle fatte con il mattarello, per passare al coniglio in porchetta, agli zampetti di maiale al finocchio selvatico, fino ai fagioli con le cotiche, alle zuppe e al tagliere con affettati e formaggi. E il pane? Bianco, integrale e di mais: sono fatti a mano e cotti nel forno a legna. Visto il successo delle precedenti stagioni, ho deciso di riproporre i menù vegetariani, con una novità: nasce infatti l’iniziativa “Dall’Orto… All’Arte”, un appuntamento quindicinale che abbina la

cena (non solo vegetariana) alla presenza di artisti che spaziano dal mondo della scultura alla pittura, dalla musica alla recitazione. E a proposito di quest’ultima, venerdì 31 ottobre, in occasione della festa di Halloween, ci sarà il primo appuntamento con la “Cena con Delitto”. Seguiteci e visitate il nostro ricco calendario sul sito www.colleregnano.it oppure telefonate al numero 0733.967691 o 335.1278072. Venite a vivere gli eventi di Colle Regnano, vi aspettiamo! Patrizia Francioni

Siamo a Contrada Casadicristo, 11 62029 Tolentino Macerata 0733. 967691 www.colleregnano.it

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CHEF

OFFUCINA Una volta, nel Far West, fuori dalle locande si legavano i cavalli ai pali. A Fano, una volta, c’era un’officina che riparava motociclette. Sempre lì, oggi, c’è un locale nel quale motociclisti e moto si possono riposare, abbeverare, rifocillare e rifarsi il look, con gusto e qualità di L. Radaelli

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ià solo il nome offre svariate possibili interpretazioni alle tante personalità del locale. Offucina. Fusione di parole, mestieri, luoghi e passioni. Officina da quello che l’edificio un tempo ospitava, nonché spunto creativo che arreda e anima il locale. Ufficio, dallo spazio ricavato all’interno e dedicato allo studio d’architetto di Cristiano, progettatore dei complementi d’arredo realizzati poi da artigiani del posto. Cucina, il laboratorio delle idee di Claudia, che profumano l’atmosfera sprigionando sapori e aromi d’oltre confine. L’etimologia stessa della parola racchiude una serie (in)finita di significati, risultato di una ricerca approfondita da parte dei ‘genitori del progetto’, sintomo che davvero qui, all’Offucina, nulla è lasciato al caso. Dal latino ‘officina’, come impianto industriale o artigianale. Sempre dal latino ‘fucina’ inteso come luogo

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dove si creano idee, si forgiano le menti, gli ingegni o dove si formano in gran numero persone di una determinata categoria: poeti, artisti, scienziati. O anche il luogo, quello più intrigante, dove si macchina attivamente qualcosa. Chissà, diaboliche operazioni, forse? “A Fano mancava un’alternativa all’aperitivo a buffet. Abbiamo pensato che, mettendo insieme quelle che sono state le esperienze di due vite, avremmo potuto dar vita a qualcosa di originale, e soprattutto che ci rappresentasse”. Motociclette, cucina di alta qualità, architettura e buon vino. Come unire passioni in movimento ad altre più statiche? “E’ attingendo dal nostro bagaglio di viaggi ed esperienze in moto che è nato il progetto Offucina. È lei che ci ha permesso, in molte occasioni, di scoprire i sapori e i prodotti tipici di tanti luoghi. Primo elemento d’unione. Il buon vino e

il buon cibo proposti ai clienti uniti alle mie esperienze lavorative nel mondo della ristorazione, hanno trovato risposta nell’apertura di un locale tutto mio, a modo mio. L’architettura è il mezzo usato da Cristiano per progettare tutto lo spazio in modo da accogliere noi, le nostre idee, le passioni e anche i clienticommensali”. Stuzzichiamo il palato. La costruzione di menù e carta dei vini? “Prodotti da tutto il mondo. Unico requisito indispensabile la qualità. E una certa naturale combinazione con piatti di altrettanta qualità. Per esempio, il crostone di pane di Chiaserna con patè di foie gras e marmellata di mandarini siciliani, abbinato ad un Verdicchio dei Castelli di Jesi. Oppure un Club toast con pancetta, burro, lattuga, pomodoro a fette, cotto di Praga, salsa tartara, fontina, maionese, tonno sembra quasi chiamare


un bicchiere di La Segreta rosso Planeta. Un piatto nato negli Usa con un vino di tradizione siciliana”. Niente prodotti locali? “Anche prodotti tipici della tradizione marchigiana: oltre al pane di Chiaserna, eccellenza gastronomica della regione, proponiamo salumi e formaggi marchigiani, dolci tipici locali, e una vasta scelta di vini locali”. Prodotti ricercati, piatti freddi, sapori raffinati. E l’intrattenimento? “Il cibo e il vino sono già intrattenimento. Ma oltre al gusto, soddisfiamo anche l’udito. Eventi musicali, dal jazz, ai live ai dj set, ce n’è per tutti i gusti. Ogni serata

propone un piatto, un vino o una birra da abbinare al sottofondo. Con la collaborazione di professionisti della zona, abbiamo organizzato anche serate gourmet per soddisfare i palati più esigenti. E non mancano, ovviamente, le giornate con i biker, i motoraduni itineranti, come il Tracer organizzato a luglio che, visto il successo, sarà riproposto la prossima estate”. E per la vista, cosa proponete? “L’arredamento del locale ricorda volutamente un laboratorio, un’officina. Ci si trovano oggetti disegnati da noi e realizzati da artigiani del posto, che, su richiesta, si possono acquistare. Si possono leggere riviste specializzate di mo-

tociclette, fotografie, chiedere consiglio a creativi e professionisti dello stile Cafè racer per rifare il look alla propria moto. Anche in questo si denota la nostra filosofia: la ricerca e l’espressione del gusto, il nostro. Sperando di fare cosa gradita anche agli altri”.

OFFUCINA di Claudia Zanni & C. Piazza Sansovino 5/6/7 61032 Fano (PU) Tel. +39 0721 808095 Aperto tutti i giorni dalle 17 www.offucina.it offucina@offucina.it

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APPUNTI IN AGENDA

Cosa facciamo di bello stasera? Quante volte vi sarete posti questa domanda… ML ha pensato a voi selezionando una rosa di iniziative culturali, d’intrattenimento, sportive e musicali davvero imperdibili! LA SCENA” APRE LA STAGIONE 2014-15 DEL TEATRO DELLE MUSE

Ancona, teatro delle Muse, 16/19 ottobre 2014 Al teatro delle Muse di Ancona, va in scena “La scena”, sembra un gioco di parole ma non è così. La pièce di Cristina Comencini debutta il 16 ottobre e rimarrà in cartellone per ben 4 serate, fino al 19 ottobre 2014. Due amiche mature leggono una domenica mattina una scena di teatro che una di loro deve recitare l’indomani. Prende piede da qui la rappresentazione portata ad Ancona da Angela Finocchiaro e Maria Amelia Monti. I loro caratteri opposti si rivelano subito dal modo in cui sentono e interpretano il monologo: per Lucia, attrice, quelle righe raccontano fragilità e temibili tempeste dell’anima; per Maria, dirigente di banca separata e madre di due bambini, le tempeste della scena sono allegri ed erotici terremoti interni, occasioni di vita. Info: www.teatrodellemuse.org/muse/it/index.html

FRANKENSTEIN JUNIOR AL TEATRO LA FENICE DI SENIGALLIA

Senigallia, teatro La Fenice, 18/19 ottobre 2014 Oltre 150.000 spettatori sono già stati conquistati dall’incandescente vitalità, dalla contagiosa ironia noir e dalle musiche trascinanti della versione italiana di Frankenstein Junior, il musical “mostruosamente divertente” tratto dal cult movie di Mel Brooks. Per la terza stagione consecutiva si riparte in tour dal Teatro La Fenice di Senigallia, dove lo show inaugura la stagione il 18 e 19 ottobre dopo una residenza di riallestimento. Il musical, definito dalla critica un “capolavoro di perfezione”, è una trasposizione fedele della versione cinematografica, dove le scenografie in bianco nero dalle atmosfere gotiche si contrappongono ai coloratissimi costumi e fanno da sfondo a tantissimi momenti di irresistibile comicità. Info: http://www.frankensteinjuniorilmusical.it

FANO INTERNATIONAL FILM FESTIVAL

Fano, Teatro della Fortuna, 23/25 ottobre 2014 Il Fano International Film Festival, cresciuto negli anni in prestigio e interesse nazionale e internazionale, fino a divenire un punto di riferimento imprescindibile per i filmmakers, gli addetti del settore e la stampa specializzata, si propone come significativo e qualificante momento di incontro e confronto per tutto il cinema indipendente d’autore italiano e straniero. La manifestazione, giunta alla 26ª edizione, si svolgerà quest’anno dal 23 al 25 ottobre 2014. Il Festival, con circa 10.000 presenze nell’arco della settimana, è promosso ed organizzato dal locale Fotovideocineclub in collaborazione con enti istituzionali pubblici e privati, fra i quali il Comune di Fano, la Provincia di Pesaro e Urbino, la Regione Marche, il Miur, il Ministero per Beni e le Attività Culturali – Dipartimento dello Spettacolo, la Federazione Italiana dei Cineclub, la Mediateca delle Marche, l’Agis e la Fice Marche, con il contributo di privati ed aziende, locali e nazionali. Info: www.fanofilmfestival.it

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PRESENTAZIONE DEL LIBRO “PRATICAMENTE IO – NULLA ACCADE PER CASO” DI SAVINO MARÈ

Tucano's Beach, Lungomare Gramsci nord Conc. n. 60 Porto San Giorgio (FM) 29 novembre 2014 ore 17 “Nulla accade per caso, proprio così! Il titolo del libro racconta chi è Savino. 'Praticamente' è il simpatico intercalare, tipico di chi cerca conferme alle proprie insicurezze. Uomo di rara sensibilità e di umili origini, narra le esperienze che lo hanno portato alla crescita artistica e intimistica. Per Savino tutto è possibile, la parola 'resa' non è contemplata nel suo vocabolario. Ripercorre in modo simpatico, le tappe più importanti, momenti e personaggi che lo hanno aiutato a realizzare i suoi sogni; lascia un messaggio forte ai lettori: 'mai arrendersi, credere che tutto possa cambiare, lavorare sodo e con determinazione, sempre'. L’autrice della biografia Manuela Magi, ha saputo fotografare la personalità di Savino con grande maestria. La scrittrice ha puntato l’attenzione sul dualismo che caratterizza Savino combattuto da sempre tra ciò che è e ciò che vuole apparire”.

HALLOWEEN – LA FESTA DELLE STREGHE A CORINALDO

Corinaldo, centro storico, 31 ottobre 2014 Quando si avvicina novembre Corinaldo nelle tenebre si trasforma. Il 31 ottobre ospita la festa di Halloween più sentita e partecipata delle Marche. Dal 1998, è diventa il “luogo” per eccellenza dove aspettare, non solo nella nostra regione, ma in tutta Italia, la notte di Halloween, la festa delle streghe. Ed è una festa in cui - come recitava una vecchia locandina della festa - “l’ingresso è libero, ma l’uscita non è garantita”. Musica a tema, fuochi, maschere… e naturalmente un concorso per eleggere Miss Strega: cui possono partecipare “tutti gli abitanti del mondo” senza distinzione di età, sesso o provenienza. L’importante che esprimano con originalità la figura della Strega e che abbiano abito, acconciatura e trucco decisamente in tema. C’è da aver paura a passeggiare in queste notti per i vicoli più nascosti del borgo… c’è chi racconta di odore di sangue, di presenze inquietanti, di giochi pericolosi... Info www.missstrega.it

FRANCO BATTIATO IN CONCERTO A SENIGALLIA CON IL JOE PATTI’S EXPERIMENTAL GROUP

Senigallia, teatro La Fenice, 1 novembre 2014 – Il 1 novembre torna uno dei più grandi artisti italiani a Senigallia, Franco Battiato, che si esibisce al Nuovo Teatro La Fenice alle ore 21 con il progetto Joe Patti’s experimental group: Battiato ci propone un album dove protagonista è la musica elettronica e sperimentale a cui l’artista ha nel tempo dedicato un’ampia e dirompente produzione, qualcosa di diverso rispetto ai suoi ultimi lavori, con un rimando al suo periodo degli anni ’70. In questa occasione infatti insieme al suo sound engineer Pino “Pinaxa” Pischetola costruisce un album prendendo spunto dal suo vario e lungo percorso sperimentale e con approccio innovativo compie un viaggio tra rivisitazioni e nuove composizioni. Info: www.ciaotickets.com/node/6772?mini=calendar/6772/2014-11

CIRQUE DU SOLEIL A PESARO

Pesaro, Adriatic Arena, 14/16 novembre 2014 Niente animali, ma solo spettacoli di mimo, acrobazie, giocoleria. E performance di grande rilevanza artistica. È questo Le Cirque du Soleil, pronto a sbarcare anche all’Adriatic Arena di Pesaro dal 14 al 16 novembre, per tre serate in cui l’arte circense sarà a disposizione del pubblico marchigiano. Un’interpretazione unica del cast di artisti internazionali che daranno vita allo spettacolo Quidam. Quidamleggiamo nella nota di presentazione - è un anonimo passante, una figura solitaria che vive all’angolo di una strada, una persona che correre passandoci accanto per poi essere inghiottito dalla folla. Potrebbe essere chiunque come nessuno. Un membro della folla. Quello che grida, canta e sogna dentro tutti noi. Info: www.cirquedusoleil.com

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RUNNING MANAGER

“La corsa ti fa entrare in circolo virtuoso: avvicinarsi a se stessi sperimentando nuove possibilità”

Da crisalide a farfalla Claudio Sagripanti, CEO di Alfiere*, azienda marchigiana del settore calzaturiero, conosciuta nel mondo per i suoi prodotti di stile e qualità, ha messo ai piedi scarpe da corsa e non riesce più a toglierle di L. Radaelli

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a partenza. “Ho iniziato a correre nel maggio del 2011, sollecitato da un amico, neofita come me, con l’obiettivo, che sembrava impensabile, di correre la Maratona di Venezia dopo soli 5 mesi”. Da che livello di preparazione è partito? “Quando ho cominciato reggevo pochi chilometri con ritmi molto blandi, ma già dopo poche settimane i miglioramenti erano visibili e la voglia e la determinazione aumentavano. In cinque mesi ho preparato la prima maratona e in un anno ne ho corse quattro, esagerando sull’onda dell’entusiasmo! Ho comunque mantenuto un forte legame con la natura, infatti amo correre in montagna 176

piuttosto che sull’asfalto e preferisco le lunghe corse sui sentieri ai circuiti cittadini”. È stato per un miglioramento e/o mantenimento della forma fisica o perché era alla ricerca di una qualche "valvola di sfogo”? “Prima che diventasse una (sana) dipendenza, ho sempre avuto poca considerazione dei corridori della domenica. Mai avrei pensato di entrare a far parte di quel mondo. Anche se saltuariamente, ho sempre praticato sport di montagna, dall’arrampicata allo sci alpinismo, e ciò che mi ha convinto a cominciare a correre è stato il poter migliorare la forma fisica per fare delle lunghe escursioni

fuori pista sugli sci o in alta montagna. Solo dopo mi sono reso conto di quanto fosse diventata necessaria la corsa in sé: per il benessere fisico, per un equilibrio personale sul luogo di lavoro e in famiglia”. C’è agonismo in quello che fa? “Non ho uno spirito agonistico, mentre corro faccio foto e cerco di scherzare con chi mi sta vicino, almeno finché il fiato me lo permette. Mi piace vedere i miglioramenti nel lavoro che faccio, e uno spirito di sana competizione tra colleghi aiuta a progredire”. Quali sono state, se ci sono state (ma immagino proprio di sì), le conseguenze


sulla sua vita professionale? “Sono più attento alla programmazione della giornata perché ho bisogno di quel tempo dedicato a correre, che sia di mattina presto, nella pausa pranzo o nel tardo pomeriggio. Cerco di uscire almeno tre volte durante la settimana più la domenica. Dal lato professionale, la disciplina della corsa ha avuto riflessi anche sul mio modo di vedere le cose: sai che con obiettivi chiari puoi raggiungere grandi risultati e che non c’è premio senza sacrificio”. Quando si è reso conto del cambiamento? “È come la mutazione di una crisalide in farfalla. Non vorrei essere troppo enfatico, ma non ci si accorge del cambiamento se non guardando indietro e rendendosi conto dei risultati raggiunti”. In quali termini consiglierebbe ad un suo collega di iniziare a praticare sport in modo costante per vivere meglio? “Non mi sento di dare consigli, o meglio, ho capito che deve esserci una forte motivazione sulla quale puoi far depositare i consigli di chi ti sta intorno. Certamente i benefici fisici e psicologici sono enormi ma li comprendi solo mettendo in gioco te stesso e rinunciando a qualcosa per conquistare qualcos’altro”. C’è un aneddoto che ha segnato la svolta dal vedere la corsa come mera pratica sportiva a filosofia? “Non c‘è stato un vero e proprio punto di svolta. La corsa ha il grande vantaggio di poter essere praticata in qualsiasi momento della giornata, senza nient’altro che un paio di scarpe, e la mente si libera di tutte le preoccupazioni, anche se per breve tempo. Duplice beneficio: interiore e fisico. Della corsa mi affascina l’aspetto della fatica, che spesso è più mentale che fisica. È la mente che decide se puoi continuare o se devi fermarti”.

*Attualmente Alfiere è in un fase di fusione con l'altra azienda di famiglia MANAS SPA che porterà alla creazione di un nuovo soggetto, ALMA SPA, più forte e competitivo sul mercato.

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OFFERTE DI L AVORO

a cura del Gruppo Sida di Ancona - www.sidasrl.it

>SIDA GROUP, SOCIETÀ DI CONSULENZA, STRATEGIA, RICERCA E SELEZIONE DEL PERSONALE E FORMAZIONE, OPERATIVA A LIVELLO NAZIONALE E CON VARIE SEDI DISLOCATE NEL TERRITORIO ITALIANO, PER POTENZIAMENTO DELLE PROPRIE STRUTTURE RICERCA: RIF: JSA/01 JUNIOR SALES ASSISTANT Il candidato, in accordo con la Sede di pertinenza si occuperà di gestire tutte le attività della sede; in particolare, verrà coinvolto nel coordinamento e nella vendita dei diversi percorsi formativi proposti dall’azienda (Master, Executive Master, workshop e corsi formativi manageriali), essendo responsabile dei margini di redditività concordati con l’Area Manager. Si occuperà inoltre di individuare aziende clienti e stringere partnership ai fini del placement dei masteristi, occupandosi del coordinamento tra il corpo docenti, la sede e gli utenti. Verrà coinvolto nelle attività di promozione di servizi formativi privati e finanziati, di servizi di consulenza di direzione aziendale, di ricerca e selezione del personale, talent management e temporary management. Nello specifico si occuperà di: • Gestione dei prodotti formativi; • Organizzazione dei calendari formativi e delle aule predisposte; • Vendita dei servizi formativi; • Vendita dei servizi di consulenza aziendali; • Gestione del corpo docenti; • Contatto potenziali aziende per il placement dei tirocinanti. Il candidato ideale ha maturato una breve ma significativa esperienza nella gestione di: • Coordinamento di una sede; • Vendita di prodotti nel settore servizi. Completano il profilo intraprendenza, orientamento all’obiettivo, dinamismo, capacità di lavorare in team, passione per le tematiche formative. Costituisce titolo preferenziale la provenienza da aziende di consulenza aziendale mediamente strutturate ed in modo particolare dall’area Risorse Umane e/o Formazione. I candidati interessati possono inviare una copia del curriculum, corredata dell'autorizzazione al trattamento dei dati (art.13 D.lgs. 196/03) all’indirizzo ricercaeselezione@sidagroup.com indicando il riferimento dell’annuncio. >IMPORTANTE E DINAMICA REAL-

TÀ, OPERANTE NEL SETTORE DELLA CARTOTECNICA, PER AMPLIAMENTO DELLA PROPRIA STRUTTURA INTERNA RICERCA: RIF: CAD/RU PROGETTISTA/DISEGNATORE CAD Il quale rispondendo direttamente al Responsabile Area CAD si occuperà di: • disegno e progettazione di prodotti • ricerca e selezione delle materia prime idonee per la produzione; • redazione del progetto e dei dati di pellettizzazione per la successiva analisi dei costi; • esecuzione di campioni e disegni su lucido al plotter; • controllo degli impianti fustella. Requisiti: • diploma di geometra, progettista cad o altro titolo di studio simile/legato ad attività di progettazione; • provenienza dal settore stampaggio, meccanica, manifatturiero; • maturata esperienza in ufficio tecnico in attività di progettazione 2D e 3D, di almeno 2-3 anni; • età preferibilmente compresa tra 2530 anni • la sede di lavoro è in provincia di Ancona • costituisce titolo preferenziale la conoscenza di Artios Cad LA SELEZIONE HA CARATTERE DI URGENZA

>SIDA GROUP, PER AZIENDA LEADER OPERANTE NEL SETTORE HEALTHCARE & SAFETY RICERCA: RIF: RVF/01 1 RESPONSABILE VENDITE “MEDICAL E PERSONAL CARE” - CANALE GDO - INGROSSO E 1 RESPONSABILE VENDITE “MEDICAL E PERSONAL CARE” - CANALE FARMACIE – PARAFARMACIE - SANITARIE Il quale in accordo con la Direzione Generale si occuperà di : • definire la strategia di vendita più appropriata al territorio ed ai clienti; • definire il budget in funzione delle aree geografiche e dei clienti; • raggiungere gli obiettivi di fatturato e di margine nel suo canale di competenza; • implementare e motivare la struttura commerciale di competenza; • dirigere tutte le attività di vendita della rete; • raccogliere informazioni e monitora-

re le fonti concorrenziali. Il candidato ideale: • ha un’età preferibilmente compresa tra i 40 – 55 anni; • ha maturato un’esperienza pluriennale nel ruolo e nella gestione ed implementazione di reti commerciali nel canale farmaceutico e nella vendita di prodotti per l’automedicazione, l’integrazione alimentare e la cura ed igiene della persona; • è disponibile a trasferte in Italia. Completano il profilo doti di leadership, capacità organizzative, problem solving, dinamismo, capacità di gestione dello stress, determinazione, attitudine allo sviluppo e alla vendita. La sede di lavoro è nel centro Italia I candidati interessati devono inviare una copia del curriculum, corredata dell'autorizzazione al trattamento dei dati (art.13 D.Lgs. 196/03) alla società SIDA GROUP Srl, all’indirizzo ricercaeselezione@sidagroup.com indicando il riferimento dell’annuncio. >SIDA GROUP PER EURONICS, LEADER NELLA DISTRIBUZIONE DELL’ELETTRONICA DI CONSUMO, RICERCA PER APERTURA NUOVI NEGOZI: RESPONSABILE PUNTO VENDITA RIF DPV/01 Il quale sarà responsabile di tutti gli aspetti inerenti la gestione del negozio. Si occuperà quindi di: • presidiare la superficie di vendita intervenendo sull'organizzazione degli spazi; • gestire, motivare, formare ed organizzare il team di lavoro; • controllare la rotazione ed il flusso della merce in assortimento. • Verificare la corretta applicazione dei criteri espositivi di Visual Merchandising indicati dall'Azienda Sarà inoltre responsabile della gestione e dell'andamento dei costi del punto vendita e del raggiungimento degli obiettivi qualitativi e quantitativi assegnati. Il candidato ideale ha un’età compresa tra i 30 ed i 40 anni, ha maturato esperienza significativa in ruoli analoghi, (store manager e/o responsabile punti vendita, capo settore – capo reparto ) preferibilmente nei settori GDS e/o GDO. Desideriamo conoscere candidati ambiziosi con una forte predisposizione ai rapporti interpersonali, autorevolezza,

capacità di motivazione ed attitudini organizzative. La sede di lavoro è in Emilia Romagna; si richiede preferibilmente il domicilio in zona. >SIDA GROUP SRL, PER RAYS SPA AZIENDA LEADER NELLA FABBRICAZIONE E DISTRIBUZIONE DI DISPOSITIVI MEDICI E DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE, CERCA RIF: BJ/03 BUYER JUNIOR – PURCHASE DEPARTMENT Il buyer scelti, a seguito di un attento percorso di valutazione iniziale e di formazione on the job in azienda, verrà inseriti all’interno dell’ufficio acquisti e si occuperà prevalentemente di pianificazione e ricerca potenziali fornitori presso mercati esteri e Far East, analisi delle offerte e valutazione rapporto qualità prezzo, gestione della documentazione di sdoganamento e delle relative pratiche, agendo nel rispetto dei tempi ed in linea con le direttive aziendali. L’AZIENDA RICERCA • Età preferibilmente tra i 23 e i 28 anni. • Laurea triennale/magistrale • Ottimo utilizzo del Pacchetto Office, in particolare di Excel, e principali sistemi applicativi. • Ottima conoscenza della lingua inglese • Dinamicità, ottime competenze organizzative e spiccate capacità relazionali, intraprendenza L’AZIENDA OFFRE: L’azienda Rays è pronta ad investire sulle risorse che verranno inserite all’interno di un percorso di HIGH POTENTIAL • copertura totale dei costi per la partecipazione ad un Master SIDA in General Management + specializzazione (formula week end) • affiancamento on the job all’interno dell’ufficio acquisti dell’azienda (dal lunedì al giovedì modalità tirocinio). • Inserimento con contratto impiegatizio apprendistato. La ricerca si intende riferita a persone di ambo i sessi (L.903/77), per chi fosse interessato a partecipare, dovrà inviare il cv a ricercaeselezione@sidagroup.com, oppure inviare il cv all’indirizzo SIDA GROUP SRL via I Maggio n. 156, 60131 Ancona con specificato il riferimento di selezione, oppure aderire al processo tramite i portali di riferimento.

Gli interessati sono pregati di inviare dettagliato curriculum, con consenso al trattamento dei dati, citando in busta il riferimento a: SIDA S.r.l. Via I° Maggio - 60131 Ancona - Fax 071/2852245 - info@sidasrl.it - www.sidasrl.it Consenso: richieste di autorizzazione provvisioria alla Ricerca e Selezione del personale in corso, ai sensi del D.Lgs. 276/03. I candidati ambosessi (L. 903/77) sono invitati a leggere sul nostro sito l’informativa sulla Privacy (D. Lgs. 196/03).

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