Poesia delle feste di
Loredana Semantica
e
Francesco Tontoli
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20 febbraio 2013
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Indice
Loredana Semantica Francesco Tontoli Natale Gli addobbi di natale Avventi (Grattatempi su carta da musica) Il presepe (personaggi e interpreti) C’era Natale Quest’anno ho fatto un presepe Io vorrei far gli auguri a tutti Natale (autoreferenziale) Il giorno che il Verbo Capodanno Inizio d’avvio La Messia Fine d’anno San Valentino E celebriamolo l’amore Divino San Valentino Pasqua Venerdì Santo Obsession La carota Ferragosto Il ferro d’agosto Matrimonio Presagio
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Prima comunione Stormire 25 aprile Fiore di libertà Festa del lavoro Per la festa del lavoro
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Loredana Semantica, è una signora di mezza età che si avvia inquietamente alla vecchiaia, nata a Catania, vive a Siracusa. Scrive poesie per diletto e qualcuna fa pure centro. Ogni tanto si fionda nell’abisso per uscirne scatta foto al mondo. La luce non le basta e, pertanto, infiora ciò che crea di linee, trame e tormenti. Ha un debole per i colori, specie nei periodi bui e quindi, adesso, sempre. Suo marito è un medico, il suo miglior paziente, giacché la sopporta, i due figli non meno, ciononostante in definitiva l’adorano. Per sbarcare il lunario fa l’impiegata. Spreca nei conati d’arte una quantità incredibile di tempo, perciò molti dicono che sia suo alleato. In ogni caso ha di certo un patto di ferro con l’inutilità. E’ votata alla gratuità che le ispira insanamente una marea di cose tra le quali: organizzare su facebook concorsi virtuali di fotografia e pubblicare sue raccolte - poetiche e non - su provider gratuiti, come issuu. Si è innamorata del web, da oltre dieci anni ci nuota, stile delfino, ultimamente curando il blog “Di poche foglie” su wordpress e il suo account twitter, nonché facebook, dove ha incontrato il coautore di questa raccolta. Ha da poco varato il suo sito di fotografia http://lorsemantica.wix.com/lunacentrale#
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Francesco Tontoli, va per i 57 anni (mancano 3 giorni a questo evento non indimenticabile), è nato a Maddaloni e vive a Pisa. In gioventù ha fatto una scelta studiata, non smettere mai di studiare, ciò gli ha impedito di conseguire l’alloro in scienze politiche e filosofia, ma l’ha reso un brillante eclettico, esperto nell’arte di provare. Ha provato perciò molte cose, tra le quali ad es. fare il musicista jazz, e ora persino il poeta, cose che hanno avuto alterni risultati, e ricevuto qualche breve e concitato apprezzamento. Non ha mai pubblicato sue opere se non in ambiente virtuale et similia. In campo musicale è alla sua terza pseudo - produzione, di questa e delle altre non troverete traccia su Youtube, né su altri contenitori di dolenze artistiche. Qualcosa di suo in campo poetico è rintracciabile in alcuni blog di amici fidati e non di cui non è poi così semplice ricordare il nome (i blog hanno sempre nomi impronunciabili). Il resto lo troverete su Facebook, sul suo profilo non aquilino, unico luogo preposto previsto, praticato e conseguito a ricevere paccottiglia poetica, battute dozzinali e perfino qualche sparuta, insignificante poesia, che misteriosamente trova i suoi lettori. Il lavoro che lo tiene al mondo è quello di Educatore, è sposato e con lode, ha due figli grandi, e per molti versi più adulti di lui, e non ha hobby, solo impegni procrastinabili.
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Natale
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Gli addobbi di natale
E’ stato un natale basso senza splendori e festoni o vischio sulla porta l’albero è rimasto nella scatola la scatola era gigante al centro della stanza (la spostavo col piede ogni tanto per scopare). Gli addobbi belli di gigli dai petali velati i nastri le rose tutte d’oro le foglie brillanti delle palme da poggiare sui rami del pino per decoro sono stati tutti rubati. Neanche il presepe è stato composto sul tavolo che l’aspettava neanche una luce a lampeggiare nella notte come le frecce di cento automobili sulla piazza quasi ci fosse un lutto nella casa l’animo gonfio o indaffarato. Forse è che sono finiti i bambini forse con un’ unghia hanno graffiato la bellezza del mondo il mio bel natale. (Loredana Semantica)
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Avventi (Grattatempi su carta da musica)
Grattatempi su carta da musi partiture fatte di code di rumori atte a penetrare chiocciole e tinnire di martelletti alieni arrotare di coltelli che affondano nelle zigrinature delle anse delle calotte craniche perniciose creature sonore stridono sui metallofoni battono sulle pelli tese dei cilindri campanule appese sfioriscono orecchianti e annusanti sordi ciclopi nelle loro ferramenta forgiano metallo-manie clangori assai urtanti
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orde di note attonite jingles acufenici di venditori anonimi spacciano ridacchiano morsicchiano i padiglioni auri-neuricolari ronzano fremono ardono di suoni esafoni tetrafoni pentafoni (in pantofole invernali) registrano il rumore del fiocco di neve quando si posa sull'asfalto "Sembra stia arrivando letale il Natale..." ripetono acciuffando e triturando il silenzio impacchettando le risonanze squassate sulle pause degli incroci (ĂŠ presumibile che le onde sonore rispettino i semafori). GiĂš dagli scivoli le lucivetrine ammiccano l'occhio si sfinisce si scolorisce si spazientisce infine lacrima una poltiglia di bitume e sale
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al tatto si direbbe che le tasche siano vuote (....) quanto i cervelli stanchi di indugiare sul pallido natale tale e quale e pure omonimo acronimo eteronimo come minimo a quello dell'altr'anno e dell'altro ancora. Ci si tocca per non dimenticarselo per non scordare che sia pur essendo gelido è pur sempre un epifanico gradevole strumento di obliterazione di carezze. Vivi e rinati eccoci lucidi e imballati con il sorriso che valuta lo spread differenziale.
(Francesco Tontoli)
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Il presepe (personaggi e interpreti)
Il pastore Pasquale, pecora in spalla, albanese kosovaro, nel suo morbido riccio sguardo dritto al pagliericcio , tutto ispirato stava in vetrina accanto a un remagio suo amico, di nome Abdul un tipo da cartolina incipriato e dorato con mantello di broccato ricamato. Essendo strabico, con l'occhio destro adocchiava un angelo ucraino che esibiva un cartiglio in modo maldestro con su scritto: "GLORIA, puntini puntini." Pasquale pensava che il nome dell'angelo non fosse "Gloria", ma Nina, e "Nina, Nina" sognava , messa in cima a quella grotta di cartone
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a corona. Maria era proprio una bella Maria con risata sonante veniva dal perĂš e il suo bambino faceva il menestrello e lĂŹ davanti raccoglieva il denaro dei clienti del grande magazzino. Mentre Giuseppe sapete chi era? Giuseppe di Dakar dormiva in piedi come un cretino perchĂŠ faceva i turni di notte in conceria e sapeva pure di vino, violando almeno una dozzina di tabĂš con un po' di malinconia. E GesĂš, mio dio, dormiva saporito, aspettando la poppata della sera dalla madre rumena, cassiera. (Francesco Tontoli)
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C’era natale
Mi disturbano le luminarie tutta l’iconografia del natale le stelle gli alberi i puntali i pastori che non stanno in piedi la grotta sempre povera e muschiata gli angeli del gloria caduti sulla strada mi disturba la madonna inginocchiata giuseppe col bastone la culla sempre vuota l’asino il bue tutti gli altri animali oche agnelli ventidue galline che non sanno volare le pecore in particolare. Del natale soprattutto mi disturbano quelli che lo negano gli altri che lo cantano l’abdicazione della speranza non avendo ricordi a cui votarsi auguri infiniti bei regali. Mi disturba anche a natale la percezione inenarrabile del vuoto ed è già cosa buona di miracolo semplice che non sia del male.
(Loredana Semantica)
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Quest’anno ho fatto un presepe
Quest’anno ho fatto un presepe diverso dagli altri e precedenti c’erano dentro leoni ed elefanti venti dinosauri alcuni minuscoli altri giganti due coccodrilli almeno e un topolino le superchicche il canarino titti qualche supereroe sopravissuto a milioni di battaglie e un batman ridipinto in nero indelebile dal pennarello di mio figlio artista c’era persino un godzilla salvato dalla pioggia di dieci anni insaccata nella bocca spalancata tra il pelargonio e la margherita. Qualcuno l’ha definito blasfemo poi per non essere pesante ha moderato l’espressione tirando dentro il suo parere e gusto qualcun altro l’ha trovato bello e l’ha detto ben due volte su mia richiesta la seconda aggiungendo veramente secondo me quest’ultimo ha capito
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che a fare omaggio al re dell’universo intero c’era l’infanzia più preziosa della mia vita.
(Loredana Semantica)
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Io vorrei far gli auguri a tutti
Io vorrei far gli auguri a tutti, ma per ora mi vengono solo singulti strozzati strombazzi graffiati e piccoli minuscoli rutti annacquati di quelli che trattieni col fiato. Mi esce per ora un belato pasquale fuori tempo e inattuale anche se per caso ĂŠ natale, natale, natale... se lo dico di nuovo mi strozzo, ma abbozzo sono in piena crisi, ma esistenziale...
(Francesco Tontoli)
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Natale (autoreferenziale)
Questa meravigliosa eco che diffonde il suono della voce oh come celestialmente intona oh come s’innalza buona quando zampilla sui fiori come acqua quando rimbalza leggera tra le rocce sui musi di granito duri e sulle facce oh come piomba negli inferi slegata dorata annegata sensualmente baluginante con dannata come lentamente dilaga come di lago pervasa come aghi di pino sulla palla a testa di bambino come fiocco sulla cresta gialla come oggi è natale e tutto splende oh come vorrei fosse d’incanto domani un altro giorno dono altrettanto intensamente santo (Loredana Semantica)
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Il giorno che il Verbo Il giorno che il Verbo fattosi carne venne alla luce c’erano angeli intorno un freddo di neve c’era l’umile gente dei luoghi c’erano un padre una madre e un progetto nei cieli c’era una notte d’incanto le stelle gioiose e tutto questo era vero nel segno nuovo d’attesa di un Salvatore.
(Loredana Semantica)
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Capodanno
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Inizio d’avvio
Che sia poesia per te e riscossa che sorga dal mio dentro un canto sprizzante di faville che sia sorgente di favella un nodo un segno una risposta che sia di forma a uovo e d’anno nuovo impresso a caldo sopra il fuoco germe di sorgente calco di candore fonte fondamento bandolo di cose buone e belle per cerchio doppio del principio per l’arco primo del rosaio per rosa freschissima a gennaio che sia lieve di chicchi il calendario che sgrani come semi tra acini di vite il brindisi tra l’uva nel vino bollicine i calici innevati di vischio sopra i baci.
(Loredana Semantica)
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La Messia
Il trentadue dicembre di un anno non perfettamente circolare nacque inaspettata e incredula una bambina nitida rotonda e querula niente di vagamente messianico né di metafisico-trascendentale. Sbagliò giorno dell’anno e su quel ritardo imperdonabile anche le comete gelide e lontane non seppero scrivere in cielo auspici ottimi e frasi arcane. E le cassandre dimenticarono di entrare in trance occhi rovesciati in bilico per salutare l’avvento ultimo e salvifico. Nella perfetta luce della natività la mamma e il papà così poterono essere liberi di sentirla interamente figlia senza l’impegno oneroso di sacrificarla in questo orrendo parapiglia. Se la godettero tutta. In tutta la sua fragile e intrinseca rotondità. (Francesco Tontoli)
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Fine d’anno Cosa c'é da dire di quello che tra poco finisce senza essere mai cominciato e dell'altro che inizia senza avere l'idea di finire il tempo è così, senza fondo con il coperchio mondo su una pentola senza pressione noi vi cuciniamo la passione.
(Francesco Tontoli)
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San Valentino
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E celebriamolo l’amore
E celebriamolo l’amore in ogni tempo di notte ad esempio con le vampate accese di palpiti a pelle frementi di baci. E celebriamolo di giorno rosseggiante d’abbracci con le mani sguscianti di carezze e farfalle nei corpi caldi. Celebriamolo al tramonto con la dolcezza di sguardi d’intesa senza più il giovane fuoco eppure meravigliosamente profondi.
(Loredana Semantica)
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Divino S. Valentino
E’ per concerto mistico che affiora l’infinito a musicare iperboli d’amore impazzito in vertici indicibili. Come cantano bene le labbra innamorate direi divinamente proiettando visioni travolgenti per tumulto saporito della pelle. Dagli spacchi succulenti filtrano salmi nel senso letterale della vita.
Eppure muore la rosa uccisa sigillata sugli specchi della carne. (Loredana Semantica)
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Pasqua
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Venerdì santo
Sai mi illudevo che ogni venerdì santo si ricordasse anche qualcos'altro un'altra parola oltre a "sangue" e "sei morto per" . Tutto qui oggi é percorso da processioni di madonne in nero portate in spalla da brutti ceffi alcuni incappucciati, altri insanguinati e deliranti (come dire che il dolore è proprio un logaritmo la base della statua ognuno dell'altro e tutti eleviamo a una funzione estetica il peso delle passioni). Sai stanotte e domani in questi due giorni di lutto stretto dove il cibo rimane sempre sulla soglia mentre aspetteremo che dio torni a salvarci in questi due giorni di abbandono possiamo riflettere anche sulla solitudine sulla primavera che riempie i rami sulle ombre e sulle luci dei nostri sguardi insomma sulla nostra insensata umanità. (Francesco Tontoli)
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Obsession
Ossessione era il lampo fiorito di spine tra le costole affiorate schiumando sulla bocca. L’incanto era il giorno di Pasqua una tavola imbandita per la festa i parenti tutti in concerto a presenziare la sedia vuota sulla quale materializzato dall’intento per desiderio spasmodico di sangue sorgeva un corpo impercettibile sagoma di bianco. Un mistero come gli altri non riuscissero a vedere l’arpa armonica spezzata la curva spiovente delle spalle le orbite divelte a cucchiaiate gli atomi impazziti nella stanza di luce vorticante che recavano ogni tanto un poco di sollievo al respiro insostenibile strozzato tra le gambe.
(Loredana Semantica)
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La carota E’ bellissima questa carota mostrata ad ogni circostanza l’apparenza della riverenza il dolce sventolare di una mosca fastidiosa e roca il filo dell’asino tirato a lucido sul piatto il mulo che sul dorso sostiene basto e soma la gomma ceralacca la fiacca che ci fa piegare il busto l’ali il cuore e piangere nell’ileo d’ intestino a tratti rapidi e lamponi una meravigliosa pasqua dolce di rame in bocca barbabietola che il fegato rapprende in ruggine dal succo rutilante e spreme affetta e raschia il tubero centrifuga in vena di radica melliflua.
(Loredana Semantica)
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Ferragosto
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Il ferro d’agosto L’Agosto siderurgico ribatte a martello il suo ferro di sole il gong di rame sonoro nel cielo d'acciaio rovente disperde fumaglia e acque reflue ammorba l'aria di burrofuso spalmando corpi su spiagge arrampicando sui monti vecchietti e filosofi. Tutto qui è greve e mi pesa sul petto davanti allo schermo di questo similmondo sto appollaiato e sudaticcio come un animale in cattività nella sua gabbia ardente . Mi rigiro tra le mani lettere di fuoco vocali incandescenti e foto carbonizzate agli angoli. (Francesco Tontoli)
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Matrimonio
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Presagio Antinomia d’un giorno avanti dita lunghe delle mani che incollano su carta il velo trasparente d’uno strappo certi istanti è proiezione incancrenita nel presagio nozze benedette dalla pioggia piovuta all’incontrario fuoco alle polveri alle stoppie ad agosto mi pare il ventinove un vento di ponente tinse in rosso incredibile ogni cielo il polmone di benzina non esplose ma per poco quel giorno mentre a fianco c’era un’altra bocca a dire presto andiamo a casa.
(Loredana Semantica)
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Prima Comunione
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Stormire Rumor di foglie e stelle che si affacciano al balcone dei suoi primi anni. Un cerchio di luce s’accende obliquo sul ritratto nel giorno della prima comunione forse battesimo o altro sacramento di rappresentanza sociale. In primo piano la tempesta s’addensa a ingravidare nuvole di cielo e stormi di farfalle s’imprimono nell’angolo sinistro dell’occhio cieco. L’ultima occasione è una cerimonia replicata all’infinto un atto di dolore da recitare alle ginocchia scure del confessionale afflitto dal peccato d’esser nato uomo macchiato dal peccato originale. Come foglia al vento stormire staccarsi planare sul mare che dorme l’ultimo sonno prima di tornare a carezzare l’onde che sospingono embrioni a questi verbi informi. (Loredana Semantica)
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25 Aprile
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Fiore di libertà Rocciosa arbustiva abbarbicata pianta che della resistenza s’investe il tuo profumo per giallo imperioso che sfolgora nel sole. Se le radici s’infossano potenti se testano la penetranza a terra nel cielo attorno ai rami liberi si slanciano prati infiniti e verdi aperti spazi azzurri. Perenne eretto temperato sguardo cespuglio selvaggio del respiro. (Loredana Semantica)
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Festa del lavoro
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Per la festa del lavoro
Non spenderanno una parola nÊ verbo incisivo di tante volte modo passato nel participio lavorato non l’aggettivo nobile dalle labbra marchiato come antico. Non basteranno ponteggi per salire strade alberi solchi le dita svelte delle donne di fatica i piedi a casa dolenti del ritorno i quattro soldi del salario. Non serviranno gli arnesi i ferri del lavoro quando stellate le notti si riveleranno e i campati dei mestieri gravi e quelli dei lavori allegri insieme agli altri nel giorno del suo riposo festeggeranno. (Loredana Semantica)
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Tutti i diritti sulle poesie appartengono ai rispettivi autori
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