Quaderno della Ricerca #31

Page 14

Insegnare e valutare per competenze

ritti e dei doveri, il piano delle competenze di chi presiede a questi processi e il piano delle competenze intese come output di reale apprendimento minimo (fondamentali in uscita dall’obbligo di istruzione). Il passaggio alla centralità del costrutto di competenza richiede operazioni profonde, che non si limitino alla superficie. Non si tratta solo di un cambiamento di superficie, risolvibile con una revisione meramente terminologica, bensì richiede di ripensare in profondità le modalità didattiche e valutative con cui fare scuola. Solo la consapevolezza della potenzialità eversiva contenuta nel costrutto della competenza può consentire di affrontare le implicazioni operative connesse al suo impiego nella didattica e nella valutazione scolastica e di evitare l’ennesima operazione gattopardesca, di cui è piena la storia dell’innovazione scolastica nel nostro paese, attraverso una riverniciatura lessicale o un’operazione da “lifting estetico” alle forme della didattica e della valutazione, senza intaccarne la sostanza 7.

Emerge spesso, in questi ultimi anni, il concetto di cittadinanza8, che fa leva sulla duplice dimensione del soggetto in quanto portatore di diritti e possibilità individuali (che gli debbono essere garantiti) e in quanto inserito in una rete di relazioni, di responsabilità, di visioni e di doveri sociali (dei quali deve rispondere). I processi che guidano questo percorso, giocoforza, non riguardano il singolo soggetto, ma piuttosto il singolo soggetto inserito in più “comunità”: quella scolastica, quella formativa, del gruppo dei pari, quelle delle differenti appartenenze di cui ciascuno è portatore (dalle associazioni sino allo sport, dalla cultura di riferimento a credenze religiose o altro): Il pensiero pedagogico e le prassi educative hanno oggi il compito di immaginare e sostenere il senso della comune umanità, rafforzare il legame sociale, promuovere il senso di comunità nel pluralismo, coltivare l’arte della convivenza, insomma inventare il vivere insieme in un mondo divenuto, allo stesso tempo, troppo piccolo e troppo grande. Accanto a tale compito, troviamo un impegno alla responsabilità: la globalizzazione chiede all’educazione di rivedere l’idea di interdipendenza, nel senso di interpretare le proprie esperienze in termini più ampi, prendere coscienza delle conseguenze che le scelte locali possono avere a livello globale, intervenire nello spazio pubblico di discussione 9.

12

7. M. Castoldi, Valutare e certificare le competenze, Carocci, Roma 2016, p. 17. 8. Cfr. eurydice, Citizenship Education in Europe, European Commission 2012. 9. M. Santerini, Educazione alla cittadinanza tra locale e globale, in L. Luatti (a cura di), Educare alla cittadinanza attiva, Carocci, Roma 2009, pp. 34-35.


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.