Loci scriptorum

Page 7

1. De coniuratione Catilinae tilina, lo sguardo di Sallustio si innalza sorvolando un desolante campo di battaglia. I vinti hanno mostrato grande coraggio e non sono indietreggiati; quelli al centro, nota Sallustio, rifiutandosi di girare le spalle al nemico che li incalzava sono morti colpiti al petto. Il cadavere di Catilina è addirittura in mezzo a quelli dei nemici, tanto è stato lo slancio con cui, combattendo, ha trovato la morte. Ma anche i vincitori non sembrano così felici. Chi non è caduto sul campo e va in cerca di bottino, voltando i cadaveri degli sconfitti riconosce ora un parente, ora un amico, ora un semplice concittadino. È la scena più amara dell’opera: a questo ha portato la discordia che ha rovinato la società romana.

La lingua e lo stile L’apparato retorico-stilistico è imponente, soprattutto nell’ultimo capitolo, in cui la descrizione assume un taglio più riflessivo. Un po’ ovunque ritroviamo la combinazione tipicamente sallustiana di chiasmo e variatio: vedi il patetico fusas copias seque cum paucis relicuom, che mette in risalto la tensione, l’unità di anima e corpo, la totale immersione di Catilina nella battaglia. In chiusura possiamo osservare il chiasmo semantico laetitia, maeror, luctus atque gaudia, con le due coppie tra loro antitetiche e la variazione di numero e di coordinazione (asindeto + congiunzione). Ancora notevole è l’esplicitario amicum alii, pars hospitem aut cognatum, un vero e proprio alternarsi di affetti discordanti e contraddittorii, un’eco perdurante delle contraddizioni di tutto un popolo. Ricca la serie delle allitterazioni e degli arcaismi, anche associati: divorsius … advorsis volneribus; vivos, in voltu; Postremo ... copia … in proelio ... captus est. Il tutto teso a drammatizzare la scena e a fissarla in una dimensione assoluta, lontana dal tempo. Ma la bravura di Sallustio si misura soprattutto nella complessità della narrazione, che in un’opera influenzata dagli stilemi della tragedia potrebbe facilmente cadere in secondo piano. Invece ecco la sapiente alternanza di tempi che distingue i due capitoli conclusivi: il primo dominato da una rapida sequenza di infiniti narrativi in funzione mimetica (Interea Catilina … vorsari … succurrere … arcessere … ecc.); il secondo introdotto da un secco ablativo assoluto (confecto proelio), scandito su imperfetto e perfetto, a indicare lo sguardo ormai postumo di Sallustio sulla congiura. Scena di battaglia, particolare di un sarcofago romano, ii secolo d.C.

61 3555_015_070.indd 61

18/10/11 14:42


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.