Loci scriptorum

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1. De coniuratione Catilinae

Laboratorio Verifica del percorso Quesiti a risposta aperta (max 5 righe). 1 Quali sono i modelli dello stile sallustiano e in che rapporto sono con i valori etici dello storico? 2 Che cosa indicano i termini brevitas e variatio? 3 Quali sono i tratti salienti del personaggio di Catilina e come emergono a livello drammatico? 4 Che cosa distingue, nelle rispettive argomentazioni, i due personaggi di Cesare e di Catone? Trattazione sintetica di argomenti (max 15 righe). 5 La congiura di Catilina: illustra i motivi che hanno spinto Sallustio a trattare questo tema. 6 Ripercorri le fasi del rapporto biografico e politico tra Sallustio e Cesare.

Lavorare sul testo

I boni mores di Roma arcaica

(De coniuratione Catilinae 9)

1. Igitur domi militiaeque boni mores colebantur; concordia maxuma, minima avaritia erat. Ius bonumque apud eos non legibus magis quam natura valebat. 2. Iurgia, discordias, simultates cum hostibus exercebant, cives cum civibus de virtute certabant. In suppliciis deorum magnifici, domi parci, in amicos fideles erant. 3. Duabus his artibus, audacia in bello, ubi pax evenerat aequitate, seque remque publicam curabant. 4. Quarum rerum ego maxuma documenta haec habeo, quod in bello saepius vindicatum est in eos qui contra imperium in hostem pugnaverant quique tardius revocati proelio excesserant, quam qui signa relinquere aut pulsi loco cedere ausi erant; 5. in pace vero quod beneficiis magis quam metu imperium agitabant, et accepta iniuria ignoscere quam persequi malebant.

1. In pace e in guerra, dunque, era onorata la buona condotta; regnava la concordia, non si conosceva brama di arricchire; il diritto, la morale erano osservati non in forza di leggi ma per impulso naturale; 2. contese, discordie, inimicizie se ne avevano solo con i nemici di fuori: tra concittadini, si gareggiava soltanto per il valore. Erano splendidi nel culto reso agli dèi, parchi per sé e fedeli agli amici. 3. Sia nella vita privata sia in quella pubblica, si attenevano a due norme, spietati in guerra, erano equi quando era tornata la pace. 4. Sono cose di cui potrei produrre documenti irrefutabili, poiché in guerra è accaduto di dover punire soldati per essersi lanciati sul nemico contro gli ordini o attardati a combattere dopo il segnale della ritirata, più spesso che per aver disertato o ceduto terreno sotto la pressione nemica. 5. In tempo di pace, d’altro canto, il potere veniva esercitato più con la benevolenza che con il terrore e si preferiva perdonare alle offese anziché punire il colpevole. (trad. L. Storoni Mazzolani)

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