4.1 L’età giulio-claudia. Storia e cultura da Tiberio a Nerone
La storiografia dell’età giulio-claudia I rivolgimenti istituzionali che si verificarono dal 31 a.C. fino alla morte di Augusto (14 d.C.) furono oggetto di particolare interesse da parte di numerosi storici, che si orientarono in due diverse direzioni: alcuni, appartenenti all’aristocrazia senatoria, si opposero al principato in nome degli antichi valori repubblicani, altri invece espressero il loro consenso al nuovo regime.
Opere storiche: opposizione e consenso Storici di opposizione
Tra gli storici di opposizione ricordiamo Tito Labieno, Cremuzio Cordo, Aufidio Basso (autore delle Historiae) e Seneca padre (autore delle Historiae ab initio bellorum civilium, un’opera, pubblicata postuma dal figlio, che partiva dall’età dei Gracchi per giungere fino alla morte di Tiberio). I loro scritti, che conservavano la struttura annalistica, sono in gran parte perduti, ma erano permeati di una nostalgia per la libertas d’età repubblicana che li rendeva poco graditi al potere. L’opera di Cremuzio Cordo, gli Annales, in cui si trattava con toni anticesariani il periodo dalle guerre civili fino al principato augusteo, fu addirittura messa al rogo per ordine di Seiano; Cremuzio Cordo, senza aspettare l’esito del processo nei suoi confronti, si lasciò morire di fame nel 25 d.C., secondo il racconto di Tacito (Annales 6,34-35).
Consenso al regime imperiale
Accanto agli storici d’opposizione, abbiamo scrittori, come Velleio Patercolo, Valerio Massimo e Curzio Rufo, che espressero il loro consenso al nuovo regime, esaltando la figura dell’imperatore.
Velleio Patercolo La vita
Velleio Patercolo nacque da una famiglia di origine equestre; homo novus, fu ufficiale dell’esercito già al tempo di Augusto e partecipò sotto Tiberio a numerose campagne militari. Nominato pretore da Tiberio nel 14 d.C., morì dopo il 30 d.C.
L’opera storica
L’Historia Romana ad Marcum Vinicium, composta frettolosamente, come afferma il suo autore (1,16), per celebrare proprio il consolato dell’amico, è il primo compendio di storia universale in lingua latina che ci sia pervenuto. L’autore espone i principali eventi storici dal ritorno dei Greci dopo la caduta di Troia fino ai suoi tempi. II I libro si chiude con il racconto della distruzione di Cartagine e Corinto nel 146 a.C.; il II libro arriva fino all’età contemporanea con una trattazione degli eventi che si fa sempre più dettagliata.
La lode di Tiberio
Il II libro si conclude con un vero e proprio panegirico di Tiberio, esaltato come un principe generoso e dotato di grandi qualità militari, morali e umane. Al di là della smaccata adulazione,
Profilo della statua di Tiberio, i secolo d.C. (Città del Vaticano, Museo Gregoriano Profano).
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