Leggeree analizzare Salvatore Quasimodo
Alle fronde dei salici La drammatica esperienza vissuta negli anni della seconda guerra mondiale ha lasciato una traccia indelebile nell’animo del poeta Salvatore Quasimodo (Modica, Ragusa, 1901 – Napoli 1968; p. 391), che sceglie una riflessione poetica impegnata
moralmente e civilmente come si può cogliere nella raccolta Giorno dopo giorno. Qui il poeta rievoca l’orrore dell’occupazione nazista e delle sue crudeli rappresaglie. In quelle circostanze anche la poesia taceva, come raggelata dalla comune angoscia.
GUIDA ALLA L E T T U R A
5
10
E come potevamo noi cantare1, con il piede straniero sopra il cuore2, fra i morti abbandonati nelle piazze3 sull’erba dura di ghiaccio, al lamento d’agnello dei fanciulli4, all’urlo nero della madre5 che andava incontro al figlio crocifisso sul palo del telegrafo6? Alle fronde dei salici, per voto, anche le nostre cetre erano appese, oscillavano lievi al triste vento7.
259
S. Quasimodo, Tutte le poesie, Milano, Mondadori, 1995
1. cantare: alzare il nostro canto poetico. Nel momento della sofferenza i poeti non hanno più l’animo e l’ispirazione per cantare, cioè per scrivere i loro versi. 2. con… cuore: con l’efficace immagine della metonimia (il concreto per l’astratto), il poeta rappresenta la violenza e la crudeltà dell’oppressione nazista che calpesta anche i sentimenti (cuore) degli Italiani. 3. fra… piazze: l’immagine non è solo poetica, ma tragicamente reale e si riferisce ai cadaveri dei fucilati durante le rappresaglie, che venivano volutamente lasciati per giorni nelle vie e nelle
piazze, come monito per la popolazione. 4. lamento… fanciulli: dolore mesto e soffocato (lamento) degli orfani, teneri e indifesi come agnelli. 5. urlo… madre: è una delle più famose sinestesie della poesia italiana; il poeta accosta con efficace risultato d’immagine un elemento uditivo (urlo) a uno visivo (nero), comunicando così, senza altre inutili parole, il dramma infinito di quella madre che corre incontro al figlio crocifisso. Quella tragica immagine diviene simbolo dell’angoscia di tutta l’umanità. 6. figlio… telegrafo: la suggestione dell’analogia collega idealmente lo strazio
dei cadaveri degli uccisi al sacrificio estremo di Cristo sulla croce. 7. Alle fronde… vento: gli ultimi versi riprendono le parole del Salmo 137 della Bibbia che si riferisce alla prigionia degli Ebrei in Babilonia (cfr. p. 260, esercizio 10). Gli Ebrei, condotti in esilio a Babilonia dopo la caduta di Gerusalemme, si rifiutarono di celebrare Dio in terra straniera. La situazione è simile a quella degli Italiani, la cui terra è occupata dall’esercito tedesco, pertanto i poeti, come gli Ebrei, smettono di “cantare” in segno di lutto, di partecipazione solidale e di auspicio per la fine degli orrori.
Leggere e analizzare
Mentre leggi, nota le figure di significato evidenziate: la metonimia, l’analogia, la sinestesia e la personificazione.
7 Le figure di significato
Analogia, metonimia, sinestesia, personificazione