Il Grande Sport n. 194 del 9 febbraio 2014

il grande Sport

pagine di pura passione

(anno X n. 2) diffusione gratuita periodico 9 febbraio 2014

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n. 194

leggi anche il magazine web

I russi di casa nostra Berton e Leoni alle Olimpiadi di Sochi

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BASKET

L’Orange 1 deve trovare la giusta continuità

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MOTORI

Rigon, due anni di contratto con la Ferrari

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SCI

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SCI NORDICO

NEL WEB

Marciabianca la Granfondo più longeva

Nasce la scuola per “educare” le tifoserie

«Ci siamo affidati completamente al volontariato e quest’anno organizziamo la Marciabianca del 23 febbraio in totale autonomia, noi e le associazioni eneghesi». Lara Galvan, assessore a Politiche Sociali, Sport e Turismo nella giunta guidata dal sindaco Fosco Cappellari, è soddisfatta del lavoro organizzativo svolto per mettere in moto la “macchina” della Marciabianca numero 42. Ci sono state problematiche burocratiche, ma tutto si è superato. |||| a pagina 15

Stop al tifo violento. Ma per farlo bisogna educare giovani e meno giovani. Per questo è nata la prima scuola di formazione per tifosi, su idea di un ex giocatore di basket.

La storia nel magazine online www.ilgrandesport.it

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Il ritorno di Asja dopo un lungo periodo di stop

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R

mondo unning

di Enrico Vivian, 35° alla New York Marathon 2010

Campioni a km zero i runner vicini di casa Nell’ultimo numero ho parlato dell’amico Luigi Parise e dei suoi successi giovanili nel mezzofondo, il primo e forse il più bello di una serie di campioncini nati nei dintorni di Marostica e avviati alla pratica agonistica da un insegnante di educazione fisica che alle scuole medie ha reclutato per decenni gli adolescenti della zona.

Tutti provavano qualche specialità atletica e tutti si cimentavano nella corsa campestre, anche chi aveva maggior attitudine per velocità, salti o lanci, se non per giochi di squadra. Spesso erano ragazzi dediti al calcio a stupire anche in pista, dove la tecnica specifica spesso era compensata da forza, resistenza e coordinazione sviluppate in altri ambiti.

Ognuno ha sott’occhio situazioni simili perché il nostro territorio è ricco di opportunità per mettere in evidenza i talenti che altrimenti rimarrebbero nascosti, magari dalla pigrizia, o dalle cattive abitudini nel cosiddetto mondo civilizzato. Torno a un’antica battuta di Arthur Lydiard, grande allenatore neozelandese e capostipite della programmazione moderna nella corsa resistente, a cui fu chiesto – dopo aver vinto

due ori e un bronzo con i suoi ragazzi alle Olimpiadi di Roma del 1960 – dove avesse trovato atleti così forti in quel paese lontano

e più conosciuto per altre discipline. “Vivono a meno di tre miglia da casa mia” fu, più o meno, la sua risposta. Ancora non era

ben chiaro, ma la differenza la faceva il tecnico che poi ebbe modo di istruire altre nazioni e il mondo intero, Italia compresa, che proprio in quel periodo cominciò a darsi una nuova struttura tecnica in cui unire e condividere le esperienze.

Non ci vollero molti anni per passare da campioni isolati a veri e propri gruppi di lavoro in cui c’era continuità di risultati, formula questa replicabile anche a livello locale nelle zone in cui c’è ancora disponibilità ad applicarsi e valorizzazione del risultato agonistico.

Continueremo a seminare passione per la corsa se vogliamo vedere ancora una coppia di atleti vicentini giocarsi la vittoria in un campionato europeo di maratona (per chi tifare in quell’ultimo giro di pista?). Le radici di Gelindo Bordin e Orlando Pizzolato sono nei prati della nostra provincia, nell’originario talento giovanile delle campestri. Nati qui, poi affermatisi sulle strade del mondo, macinando decine di migliaia di chilometri. info@scuoladicorsa.it

Nella foto, Bordin oro a Seul

Anche tu alla 14a edizione della

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sportivamente

TROFEO

di Mirko Chemello, 7° classificato alla 100 Km of Namib Desert 2010

Così Stefano ha vinto la corsa più difficile Quando ho chiesto a Stefano di poter raccontare la sua storia lui mi ha detto: ma io non sono un campione!

Io gli ho risposto: ma ne sei proprio sicuro?

Stefano Baggio, classe ‘88, è un amico, corriamo spesso assieme soprattutto il martedì sera, quando con altri podisti ci ritroviamo per un’uscita in compagnia. Normalmente durano di più il ristoro e le chiacchiere che la corsa.

Stefano, così giovane, ha già ottenuto una vittoria grandissima.

E’ vero, non ha mai alzato le braccia al cielo tra gli applausi del pubblico come i grandi campioni, ma si è trovato a correre una gara alla quale non si era iscritto e non avrebbe voluto partecipare.

Stefano nonostante tutto due anni fa ha sconfitto il suo avversario più brutto.

“I primi tempi i medici non riuscivano a capire, io continuavo a fare sport ma mi sentivo sempre più debole. Ad ogni piccolo sforzo mi mancava il fiato, però i primi accertamenti diedero esito negativo. Per recuperare il fiato da una semplice nuotata in piscina o da una passeggiata mi servivano almeno due ore prima di tornare alla normalità. All’ennesima crisi ancora indagini, e stavolta i me-

dici non avevano dubbi, un brutto male mi aveva colpito. Da quel giorno inizia il mio cammino, la mia corsa per la vita. Passavo le

notti insonni, non riuscivo a realizzare come potesse essermi capitata una cosa del genere. Più di

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si trovano sul web: da ilgrandesport.it si accede ai calendari veneti e nazionali sui siti: calendariopodismo.it calendariopodismoveneto.blogspot.it

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un anno fatto di chemioterapia e radioterapia, un anno di sofferenza per me e per la mia famiglia ma che non dimenticherò mai. Le terapie indebolivano il mio corpo, ma dentro di me dovevo vincere questa gara”.

Quando con Stefano ho parlato di questa cosa si è raccomandato più volte di ringraziare le persone meravigliose che gli sono state vicine, la sua famiglia, la sua ragazza e degli amici incredibili: “Ho capito che non correvo più da solo ma avevo vicino chi mi voleva bene”.

Ora Stefano è guarito, corre forte, ha degli obiettivi e delle speranze come tutti i giovani della sua età.

La sua prima maratona è un obiettivo forse non troppo lontano. Per questo ritengo che Stefano sia un campione, lui ha lottato ed ha vinto.

Un esempio per molti giovani che si abbattono per le piccole cose. Quel giorno che Stefano correrà una maratona allora potrà alzare le braccia al cielo ed io sarò lì ad applaudirlo.

Con gli scarponi da sci, di corsa sulla neve...

il grande Sport registrazione tribunale di Bassano del Grappa n. 8/2004 del 24.09.2004

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Domenica 16 marzo 2014 - ore 10.00 Partenza e arrivo in Viale Roma-Campo Marzo

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Agonistica Km. 10 - Non agonistica km 2, km. 4.5 e Km. 10

STAMPA Centro Servizi Editoriali Grisignano di Zocco (Vi)

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Il Grande Sport è free diffuso in oltre 900 punti a:

La corsa più pazza del momento si ... corre, o forse si scia, a Folgaria.

Il 23 febbraio vi sarà la nuova edizione di “Red Bull discesa libera”, una competizione conosciuta come di “downhill cinese” aperta a tutti dai quindici anni in su.

In che cosa consiste? Si comincia con una corsa sulla neve ma con addosso gli scarponi da sci da discesa. Dopo di che i

concorrenti si infilano gli sci e giù, si buttano lungo il tracciato delal discesa.

Vince, ovviamente, chi arriva per primo al traguardo.

L’idea è quella di far vivere in modo diverso lo sci alpino, ibridandolo con le “gare inferno”, tipiche del mondo dei motori e della mountain bike, che prevedono la partenza in massa, come si trattasse di una maratona o una regata.

Asiago Asolo Bassano del Grappa Borso del Grappa Breganze Caerano San Marco Campolongo sul Brenta Castelfranco Castello di Godego Cartigliano Cassola Cismon del Grappa Cittadella Conco Crespano del Grappa Enego Fontaniva Fonte Galliera Veneta Gallio Loria Lusiana Marostica Maser Mason Vicentino Montebelluna Molvena Mussolente Nove Pianezze San Lorenzo Possagno Pove del Grappa Pozzoleone Riese Pio X Romano d’Ezzelino Roana Rosa’ Rossano Veneto San Martino di Lupari San Nazario San Zenone degli Ezzelini Sandrigo Schiavon Schio Thiene Solagna Tezze sul Brenta Valstagna... e non solo!

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9 febbraio 2014 - 3

primo piano

Il personaggio L’ex campione della Juve fa visita alla Marca e si spende contro il razzismo

Thuram elogia papa Francesco

Bianco o nero? «Per la prima volta in vita mia li ho assaggiati entrambi». C’è posto anche per le battute nella tenuta “Astoria” a Refrentolo dove Lilliam Thuram, indimenticato campione francesce di Parma e Juventus, campione del mondo con la Francia, è stato ospite dei fratelli Paolo e Giorgio Polegato (uno interista e l’altro bianconero). Nonostante

il marchio “Astoria” sia attualmente legato al ciclismo, non ha voluto mancare di sostenere l’arrivo del celebre ex giocatore attualmente ambasciatore Unicef e sempre sensibile alle tematiche legate al razzismo ben spiegate e sviluppate nel libro che ha presentato. Thuram e il suo enturage sono giunti per un momento informale, una cena “tra amici”

Intervista a Di Marzio

«Il calcio nel Triveneto?

In mano di competenti e di qualche sprovveduto» Il calcio veneto secondo Gianni di Marzio: “E’ diviso in due, tra sprovveduti e professionisti”.

Grande allenatore negli anni ’70 e ’80 (anche a Padova, dove abita, Vicenza e Venezia) e poi direttore sportivo, dirigente, grande esperto di mercato e non ultimo consulente del Queens Park Rangers, e per questa sua attività Di Marzio, 74 anni tra pochi giorni ottimamente portati, gira tra campi e campetti del calcio sia professionistico che dilettanti. Così durante una gara interna del Cittadella in serie B, Gianni Di Marzio traccia una disamina del calcio triveneto professionistico al termine del girone di andata. ù A cominciare proprio dall’Udinese guidata dal trevigiano Francesco Guidolin con il supporto del tecnico in seconda, un altro trevigiano, Diego Bortoluzzi: “Udine deve tenersi stretto un tecnico come Francesco Guidolin perché è un grande tecnico. Ma bisogna anche dire che i Pozzo hanno saputo attorniarsi da gente competente come Carnevale e Policano che girano il mondo alla ricerca di talenti. E poi è una società snella, i Pozzo decidono e basta, senza intermediazioni che creano solo confusione. Io penso che l’Udinese uscirà alla distanza nella seconda parte del campionato”.

In serie B però, Cittadella e Padova vanno male: “A mio avviso mancano entrambe di qualità. Servono anche alcuni giocatori di qualità per giocare in serie B, e non soltanto quantità. Basta guardare ad esempio il Crotone imbottito sì di giovani, ma i migliori prodotti dei vivai di serie A e la qualità si vede. Spiace per il Padova che è una piazza importante

che non dovrebbe lottare per salvarsi ma per un posto per la serie A. Il Cittadella è abituato a lottare per salvarsi, ha un bravo tecnico e dirigenti in gamba che riusciranno a portarlo in salvo anche quest’anno”.

Chi sta andando bene è il Venezia in prima divisione: “E’ una squadra costruita con parecchi giovani ed affidata ad un tecnico emergente come Dal Canto. Penso che arriverà sicuramente ai play-off e poi si vedrà”. E che ne pensa del Treviso che ora arranca tra i dilettanti?

“Penso che quando una società di calcio va in mano a qualche sprovveduto, succedono di queste cose. Anzi, io li considero degli “abusivi” del calcio perché questi personaggi portano solo danno all’ambiente e fanno fallire delle belle realtà come è sempre stata Treviso. Treviso è una città ricca che può stare stabilmente in serie B o prima divisione. Ma se poi va in mano a personaggi che si inventano letteralmente dirigenti allora è la fine… Mi sembra sia andata proprio così purtroppo”.

Già, analisi impietosa ma reale del calcio professionistico locale.

Gabriele Zanchin

che è stata particolarmente apprezzata anche per la disponibilità dell’ex calciatore pronto ad affrontare qualsiasi argomento.

Infatti, proprio mentre lui giungeva a Refrontolo, a Milano Clarence Seedorf diventava il nuovo allenatore del Milan. Un allenatore “di colore” fa richiamo, anche se Thuram, giustamente chiarisce: «Ecco, quando sono

neri c’è sempre questa precisazione “di colore” che proprio non capisco. È il nuovo allenatore del Milan, punto e basta. Non mi è mai capitato di sentire che viene presentato un allenatore bianco “di colore”… Comunque, al di là di queste disquisizioni, conosco Clarence abbastanza bene per dire che ha le qualità per fare molto bene. Se solo vincesse da

allenatore quello che ha vinto da calciatore…».

Ma per Thuram, uno che ha già vinto o che sta vincendo la sua partita è senza dubbio Papa Francesco che l’ex calciatore della Juventus apprezza particolarmente: «Un personaggio del genere può sicuramente aiutare moltissimo, basta solo seguire e comprendere i messaggi che

continua a mandare…».

A livello di messaggi anche Thuram nella sua breve visita trevigiana ne ha inviati e da Refrontolo spiega: «La cosa che ho imparato, che mi ha colpito e che vorrei ribadire con forza è che razzisti non si nasce, ma si diventa. Per questo motivo è importante parlare chiaro ai giovani, ai bambini e far capire loro che non esiste bianco o nero, uomo o donna, grandi o piccoli siamo tutti esseri umani; ecco io spero di riuscire a trasmettere questo messaggio in Italia ma anche in Francia». È notte fonda quando Thuram consegna le ultime battute e poi, mentre firma una bottiglia bianconera, si rivolge all’interista Paolo Polegato: «Vedi, l’Inter non ha una bottiglia del genere…».

G. Z.

il grande Sport

B

mondo enessere

di Raffaella Toniolo, coaching e psicologia del lavoro e dello sport

Il coach, un po’ tecnico e molto... psicologo Accade spesso che in caso di vittoria venga applaudito e portato in auge l’atleta, o la squadra, e in caso di difficoltà o sconfitta venga invece colpevolizzato e denigrato l’allenatore sottovalutando o dimenticando il suo contributo e l’attività svolta nel complesso delle vicende sportive che da spettatori vediamo solo come risultato.

Ma chi è l’allenatore? Qual è il ruolo di questa figura?

L’allenatore (che in base agli sport può essere chiamato coach, mister, istruttore, maestro o altro) è definito, dal dizionario, come una figura professionale che si occupa degli allenamenti di una squadra oppure di atleti individuali.

L’allenatore è solitamente un ex sportivo con competenze tecniche specifiche in un determinato sport, ma soprattutto è una figura basilare che si trova a dover gestire non solo la preparazione tecnica ma anche le dinamiche con e fra gli atleti, con lo staff, con la dirigenza della società sportiva, con i genitori, specificatamente nel settore giovanile, e a volte anche con il pubblico e la tifoseria.

Com’è dunque composta la dimensione in cui si muove e si trova ad agire?

Per quanto riguarda il rapporto allenatore-atleta, il suo ruolo include e assorbe tutta una serie di responsabilità che si aprono in un ventaglio a più livelli, dalla preparazione atletica e tattica, al ruolo di organizzatore, di leader e, anche quando non ne è consapevole, di

educatore e sostegno psicologico.

La molteplicità delle funzioni, la capacità di passare dall’una all’altra, scegliendo con attenzione il ruolo più adatto, costituiscono il suo patrimonio professionale più prezioso.

Non è facile gestire una realtà formata da parecchie variabili a cui dare costante attenzione e da dover tenere in considerazione.

Saper mantenere l’equilibrio tra gli elementi che intervengono nella conduzione di un programma sportivo richiede da parte dell’allenatore considerevoli doti tecniche e organizzative e allo stesso tempo capacità relazionali di notevole spessore.

Alcune ricerche effettuate sulla leadership dell’allenatore hanno fatto emergere come esista ancor oggi una certa incapacità da parte degli allenatori stessi di comunicare obiettivi e intenzioni agli atleti. L’atteggiamento più frequentemente messo in atto è quello autoritario, sopravvalutando la parte tecnica e non preoccupandosi di offrire al contempo anche un adeguato sostegno psico-educativo. La comunicazione, oltre ad essere un processo di scambio di informazioni, è alla base della relazione.

Avere buone capacità sotto questo aspetto, essere consapevoli del proprio stile comunicativo ed in grado di adeguarsi a chi abbiamo di fronte, è oggi una competenza sempre più richiesta per una efficace gestione delle relazioni indi-

viduali e/o di gruppo, e di estrema rilevanza anche solo nell’ottica di una chiara condivisione degli obiettivi o per la strutturazione delle strategie più efficaci al raggiungimento degli stessi.

La professione dell’allenatore è una professione complessa e, senza motivazioni elevate, probabilmente non sostenibile, essendo oggi sempre più numerose e delicate le esigenze cui deve far fronte. E’ dunque importante che gli aspetti tecnico-professionale, psicologico e pedagogico costituiscano per lui un campo di costante aggiornamento e riflessione dal momento che l’esperienza sembra non essere più sufficiente e non bastare più a se stessa.

Non esiste un modello statico di allenatore eccellente. Forse il “bravo” allenatore dovrebbe essere tecnicamente preparato e aggiornato e, sotto l’aspetto psicologico, aver sviluppato una buona autoconsapevolezza, una sincera autostima e sapersi mettere in discussione, essere autoritario o permissivo, paterno o fraterno, direttivo o collaborativo ecc. a seconda delle situazioni da gestire e soprattutto degli atleti e delle atlete con cui si trova ad entrare in relazione.

Questi, infatti, non sono oggetti o strumenti ma persone e, in quanto tali, possessori di una propria struttura, motivazioni e differenze da tener in considerazione per poter portare al massimo sviluppo le loro potenzialità. www.raffaellatoniolo.it

Atletica Gli orange ai campionati italiani indoor

Multiplisti sugli scudi

Le prove multiple non sonomolto gettonate.

Sono gare per chi vuol mettersi alal prova della fatica. Ma a livello giovanile c’è un certo movimento. Al Palaindoor di Padova si sono svolti i campionati italiani e si è fatto notare un duo proveniente dal sodalizio di Cassola tra gli Under 18, collegato alla squadra orange di AV. Nella gara Allieve infatti Beatrice Fiorese (AV Frattin Auto), già nota a livello tricolore, si è aggiudicata il titolo italiano nel tetrathlon, mentre tra gli Allievi nel pentathlon Simone Busnardo (AV Despar), di Casoni di Mussolente, al primo anno nella categoria si è classificato nono d’Italia. Si è trattato di una marcia di avvicinamento agli Italia-

ni di specialità, dove entrambi gareggeranno nei salti: in estensione probabilmente la Fiorese, in alto Busnardo che alla prima gara dell’anno ha stabilito il PB a 1,96. Nelle prove multiple pochi i veneti in gara, Busnardo nella sua era l’unico.

Bene, nella gara femminile, anche la scledense, lei pure in

9 febbraio 2014 - 4

sportivamente

maglia orange, Anna Carollo classificatasi sesta, mentre a livello Juniores il titolo è andato a un’altra collega di parrocchia, la vicentina Ottavia Cestonaro, che ora indossa il verde della Forestale.

Il suo punteggio nell’eptathlon le è anche valso il bronzo nella gara assoluta.

di Cosimo Gasparri, nutrizionista e docente di Dietologia/Alimentazione

Le diete “magiche” che fanno male agli atleti I disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono determinati da un insieme di fattori individuali, socioculturali, familiari e biologici che possono minacciare il benessere fisico e psicologico del soggetto fino a produrre uno stato anche grave.

Si possono distinguere due tipi principali di DCA : anoressia e bulimia. Sono presenti in entrambi i sessi con prevalenza in quello femminile.

del taekwondo o del sollevamento pesi. In questi sport, molti atleti, per cercare di competere in una categoria inferiore, ricorrono per settimane prima della competizione a riduzioni drastiche di liquidi mediante l’assunzione di diuretici o sottoponendosi a saune, per poter così superare il controllo del peso; 2) Sport in cui un basso peso risulta ottimale per lo sviluppo dei movimenti, come la ginnastica, o

Le ragazze mostrano spesso un maggiore disturbo dell’immagine corporea, minore autostima, e una certa insoddisfazione verso il proprio corpo.

Gli sport in cui sorge un maggior numero di disturbi del comportamento alimentare possono essere suddivisi in quattro gruppi nei quali, per diversi motivi, un basso peso corporeo è importante: 1) Sport con categorie di peso definite. E’ il caso del pugilato,

per migliorare il rendimento nella competizione, come canottaggio, ippica; 3) Sport in cui la magrezza e una buona presenza costituiscono fattori importanti per poter vincere ed avere successo, come la ginnastica ritmica ed il pattinaggio artistico, la danza; 4) Sport di resistenza come le competizioni di mezzofondo, fondo e maratona.

Così come avviene nella popo-

lazione in generale, le atlete presentano situazioni più anormali di peso ed alimentazione e maggiori perturbazioni emozionali sia a livello agonistico estremo che tra le persone solo minimamente attive.

Un fattore di enorme importanza che predispone a queste patologie è il seguire una dieta in età precoce.

Le atlete che ricevono un commento sul loro peso eccessivo da parte degli allenatori usano metodi di dimagrimento non appropriati.

Spesso le atlete giovani, per soddisfare l’allenatore, cercano di perdere peso a qualunque prezzo e hanno paura di pesarsi. E il rischio aumenta se le diete non sono controllate.

Molte atlete non sono adeguatamente informate su quali metodi utilizzare per il controllo del peso e ricevono un eccesso di “informazione” da amiche, di diete “magiche” nelle riviste, ecc.

Tali diete non sono pertanto adeguate per gli elevati fabbisogni di una persona che svolge allenamenti controllati o per soddisfare i fabbisogni nutrizionali specifici delle ragazze e dei ragazzi in accrescimento.

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Volley a Marostica

I valori delle pallavoliste

Non solo risultati e punti. Le pallavolista di Marostica colpiscono perchè guardabno soprattutto ad altro. Dopo i primi quattro mesi di campionato, la Pallavolo Marostica sa che deve cambiare rotta, ma come previsto il processo è lungo e laborioso. Cambiare mentalità tecnica, tattica e psicologica, dando un filo conduttore comune a tutte le compagini e di conseguenza ai tecnici impegnati nel progetto, non è un passo che si compie dall’oggi al domani e dato che si tratta di un progetto triennale è quasi ovvio che i risultati tangibili siano difficilmente leggibili dalle classifiche.

La prima divisione si trova al sesto posto in classifica e sta tentando di agguantare la salvezza . «Sicuramente il lavoro da fare è lungo e la montagna da scalare per arrivare a raggiungere gli obiettivi lo è ancor di più se si pensa che lo scopo non è vincere titoli, ma creare persone migliori dentro e fuori dalla palestra in un periodo in cui il senso di sacrificio e di lavoro duro per arrivare a conquistare qualcosa nella vita è più

lontano che mai - spiega Alice Bertinazzo -. L’impegno dal punto di vista sociale delle attività sportive è sottovalutato rispetto all’impatto che hanno nel formare le giocatrici che saranno le donne di domani. Ma è questo è l’impegno di tutto il direttivo e dei tecnici». Insomma, i valori “in campo” sono molto nobili.

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il grande Sport calcio Seconda Divisione Attesa una decisione di Rosso sul futuro della squadra

Bassano a forza nove

Qualche rovescio doloroso e fragoroso che guasta un minimo la media, peraltro agevolato da chiamate arbitrale dissennate (col Porto Tolle e a Forlì il Bassano è stato dichiaratamente danneggiato e defraudato, non prendiamoci in giro), ma adesso vediamo di fare due ragionamenti e capire cosa manca ai virtussini per tagliare il traguardo promozione da qui alla fine: 12 gare al termine e 42 punti sinora col tesoro del primo posto solitario. Dunque a quota 55 la promozione è nel cassetto, non aritmetica ma comunque abbondantemente in cassaforte.

Tredici punti in 12 gare sono certamente un cammino plausibile anche se il campionato è diventato, come prevedibile, un furioso tutti contro tutti che non risparmia nessuno, ogni punto richiede lacrime, sudore e sangue e del resto nove retrocessioni su diciotto sono una carneficina e regna la suprema strizza un po’ ovunque. Però valutiamo un attimo: con un altro paio di botte, diciamo 4 punti nelle prossime due sfide interne consecutive con Mantova e Virtus Vecomp, potrebbero ugualmente sigillare il gran salto nella C unica, un salto virtuale, è vero, ma tutto sommato pure sostanziale. Se si vuole la promozione e basta e cioè l’ottavo posto, 4 punti a stretto giro di posta bastano e avanzano. Se invece si reclama il primato assoluto e un trionfo in pompa magna, con la carrozza e i cavalli bianchi allora serve altro. Serve un passo vicino alla media inglese come minimo sino ad aprile, poi si potrà anche agire di conserva. Tuttavia sarebbe indispensabile chiudere febbraio tra i 48 e i 50 punti, per consentire poi alla società e specificatamente alla proprietà di pianificare il domani. Perchè ufficialmente i grandi capi a giugno toglierebbero le tende, ma è evidente che la galoppata impetuosa e imperiosa dei giallorossi, inimmaginabile la scorsa estate, abbia instillato più di qualche dubbio nella famiglia Rosso, di sicuro conquistata

da un calcio offensivo che ti prende alla gola, da uno spirito indomito e martellante che non molla mai la presa e da un tecnico che si è fatto bastare il poco per costruire tanto, quando qui di prassi avveniva l’esatto contrario. Renzo Rosso così carico e convinto non l’avevamo mai visto, neppure durante gli squarci di sole dell’epopea Glerean, mentre il presidente Stefano dinanzi all’ondata di emozioni dei petroniani sempre più spesso in-

frange il suo proverbiale aplomb per trasmettere pubblicamente tutto il suo pieno di felicità. Tra l’altro non è un mistero che più di qualche club abbia posato gli occhi sui prodotti più freschi e lucenti della vetrina di Bassano.

Proietti e Zanella, Furlan e Maistrello, Semenzato e Stevanin, per pescare a caso nel mazzo vantano fior di estimatori, ma francamente tutti quanti quest’anno non avranno difficoltà a sistemarsi a luglio, incluso

Club Granata Il tecnico del Cittadella a Villa d’Asolo

Premio a Foscarini

Calcio e ciclismo a Riese per festeggiare il compaesano Claudio Foscarini, allenatore del Cittadella. Alla pizzeria “Al Lauro” a Villa d’Asolo, cena sociale per il “Club granata Jack Foscarini” di Riese Pio X presieduto da Renato de Lucchi.

Presenti, oltre al presidente De Lucchi e i soci del club (più di un centinaio), mister Claudio Foscarini insieme al presidente del Cittadella Andrea Gabrielli, il vice presidente Giancarlo Pavin, quindi capitan Michele Pellizzer e il bomber Claudio “Ciccio” Coralli.

Tra i presenti, in rappresentanza dei “Club Granata”, il segretario del Coordinamento Francesco Rebellato, gli assessori Cirotto, Porcellato, Tombolato, Callegari, i consiglieri Cuccarollo e Bonin e vari ospiti sportivi tra cui l’ex portiere nativo di Cittadella Alberto Torrresin (Inter giovanili, Monza, Verona, Pescara, Andria, Conegliano), il professor Lamberto Tellatin e Pierluigi Basso che assieme al sindaco Contarin e il presidente Asolo Bike Poggiana Giampietro Bonin hanno donato un omaggio speciale a mister

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coach Petrone. Ecco perchè sarebbe opportuno tra un paio di domeniche cominciare a sedersi a tavolino sciogliendo le riserve e programmando il domani.

Magari con le medesime linee guida di oggi, ovvero non una permanenza sine qua non, ma un progetto breve ancora vincolato ai risultati e con un budget contingentato. Forse l’unico sistema per tenere sulla corda giocatori e città, in un contesto in cui tradizionalmente le motivazioni vanno ricercate diversamente, visto che al Soccer Team le garanzie del sodalizio e supporter mai assillanti contribuiscono il più delle volte ad allentare la tensione e a sedersi un po’ più del lecito rispetto ad altre piazze più bollenti e frementi. “Questo Bassano ha tutto per aprire un ciclo lungo e vincente anche nella C unica”, sostiene ormai da un mese Petrone e sarebbe delittuoso non dare seguito alla migliore pesca della storia virtussina. La squadra di oggi è la dimostrazione che fare calcio giovane, vincente e divertente a costi contenuti è un’equazione possibile. Contano gli uomini e le idee, molto più dei denari.

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Foscarini con il libro fotografico della Gazzetta dello Sport sul “Campionissimo Fausto Coppi” auspicando che il Citta possa prendere il volo come il mitico “airone” scalando la classfica della salvezza.

Il vicepresidente Pavin ha consegnato un pensiero floreale alla signora Ines, mamma di mister Foscarini. Molte le fotografie e autografi richiesti dai ragazzi e amici presenti coi due alfieri granata Pellizzer e Corali, mister Foscarini e patron Gabrielli.

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Serie B

“Citta” alla svolta

Due sconfitte nelle prime due giornate del girone di ritorno hanno fatto precipitare il Cittadella in piena zona play out.

Paradossale l’ennesima delusione di questo campionato al Tombolato con lo Spezia, dove la squadra di Claudio Foscarini si trovava all’intervallo in vantaggio per 1-0 (gol di Busellato) e in superiorità numerica per l’espulsione del capitano ospite Nizetto.

Inconcepibile il cambio di atteggiamento nella ripresa con il baricentro basso e l’iniziativa agli ospiti che hanno capovolto il risultato.

Una beffa. Al “Libero Liberati” di Terni, invece, l’amnesia c’è stata nel primo tempo con il Cittadella che si è trovato all’intervallo sotto di due gol e con Colombo espulso. A nulla è valso il gol di Perez per il 21 finale.

Aria nuova ha annunciato Foscarini, mentre il presidente Andrea Gabrielli esige un cambio di Mister registro.

Saranno i nuovi arrivati a dare quella svolta da troppe settimane auspicata e sistematicamente fallita? In difesa è arrivato Filippo Scaglia (ex Bassano), a centrocampo William Jidayi (ex Padova) e Nicola Rigoni, in attacco Juan Surraco, Gianmario Piscitella e Milan Djuric.

Sei anche i giocatori in uscita: Cristian Sosa (Venezia), Mattia Minesso (Alto Adige), Mattia Montini (Juve Stabia), Nicolao Dumitru (Reggina) e Giovanni La Camera (Padova).

L’organico appare ora più robusto con maggiore fisicità in

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mezzo al campo (Jidayi) e potenzialità offensiva per tradurre in gol il buon lavoro che finora troppo spesso è stato costruito e non adeguatamente finalizzato in rete.

Il presidente Andrea Gabrielli commenta: “Mai come quest’anno il Cittadella è intervenuto in modo così consistente nel mercato di gennaio. Evidentemente ce n’era bisogno in quanto non sono state superate quelle manchevolezze di fondo che non si pensava ci fossero.

Sono stati cercati gli elementi che possono darci ciò che fino-

Claudio Foscarini ra è mancato. Ma non si tratta di vecchi o nuovi giocatori perché da ora in avanti giocherà chi dimostrerà di avere acquisito la mentalità giusta. Non ci sono privilegiati. Conta passare dalle buone intenzioni ai fatti perché nulla sarà lasciato intentato per raggiungere la salvezza. Lancio un appello a ogni livello perché squadra, società, tifosi e intero ambiente granata siano uniti per superare questo momento di difficoltà”.

Come dire “chi la dura (Djuric?) la vince”.

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Società tennis Bassano CAPITANI

Marco Moretto Marco Fioravanzo

GIOCATORI

Andreas Seppi Paolo Lorenzi Jesse Huta Galung Marco Crugnola Alessio Di Mauro Tommaso Gabrieli Francesco Salviato Luigi Zitarosa

OTTANT’ANNI DI STORIA La Società tennis Bassano, nata nel 1934, si appresta a festeggiare il suo ottantesimo anno di storia. Un traguardo impreziosito dallo scudetto tricolore appena messo in bacheca, apice di una lungo percorso nel quale hanno trovato posto, nel tempo, il premio San Bassiano, la Stella d’Oro al merito sportivo e svariati titoli nazionali, regionali e provinciali a livello giovanile. Una carriera vincente che ha appena ricevuto gli onori da parte del presidente della Regione Zaia che ha ospitato il club nella sede istituzionale del Veneto.

CAMPIONI D’ITALIA

Campioni d’Italia. La Società tennis Bassano corona un sogno, rincorso per oltre un decennio, e per la prima volta porta lo scudetto tricolore di tennis in Veneto, nella bacheca di via Col Fagheron dove da ottant’anni lavora e cresce la società sportiva giallorossa.

Quale modo migliore per festeggiare l’anniversario degli ottant’anni?

La St Bassano avrebbe meritato il titolo anche solo per la costanza e l’impegno con cui l’ha inseguito in questi anni, collocandosi spesso fra le prime quattro formazioni d’Italia. Un titolo sfiorato in più occasioni, un sogno accarezzato in più momenti e sempre sfumato nel più bello. Quest’anno no, quest’anno è andata diversamente, e quel momento tanto atteso è arrivato, con una finale perfetta a Rovereto che ha coronato un campionato di vertice, dove la St Bassano non ha mai perso un colpo. Vittoria netta in casa del Tc Parioli per 5 a 1 e conferma dello stato di forma contro il Forte dei Marmi per 4 a 2, ex campioni italiani. Unico neo il pareggio con il Rovereto e poi 6 a 0 al Castellazzo.

Le combinazioni con gli altri gironi hanno costretto il Bassano ad affrontare il Casale

in un turno supplementare, spazzato via per 5 a 1 all’andata e 2 a 0 al ritorno, risultati che hanno catapultato i giallorossi in semifinale. Lì è capitato il Tc Crema, con la St Bassano troppo galvanizzata per mancare l’appuntamento con la finalissima, che ha puntualmente centrato (6 a 0 all’andata e 2 a 0 al ritorno). Al palazzetto di Rovereto l’avversaria di turno è stata la Canottieri Aniene Roma, travolta 4 a 0 grazie alle imprese di Marco Crugnola, Andreas Seppi, Jesse Huta Galung e Paolo Lorenzi. Attorno a loro anche gli altri atleti tricolori, Alessio Di Mauro, Francesco Salviato, Tommaso Gabrieli e Luigi Zitarosa.

Una squadra forte, determinata, ben amalgamata, gestita con lungimiranza dai maestri capitani Marco Moretto e Marco Fioravanzo, due veri punti di riferimento del club bassanese, nel quale sono cresciuti e dove dirigono una florida scuola tennis, spesso ai vertici delle manifestazioni giovanili.

Una due giorni spettacolare, con un muro giallo di tifosi che non hanno mai abbandonato per un attimo i loro beniamini, sostenendoli a gran voce nei momenti di difficoltà che hanno superato brillantemente.

L’esultanza del presidente StB Giacomo Alban, dei past president Roberto Rossi e Loretta Andreatta e dei maestri capitani Marco Moretto e Marco Fioravanzo

Rossi: «Un sogno che si avvera» Un titolo italiano ai massimi livelli non si vince per caso. Alle spalle della società c’è infatti una solida dirigenza, che ha investito e lavorato con il territorio e con alcune aziende leader che sono state vicine alla squadra. In primis l’ex presidente Roberto Rossi, da sempre responsabile di questa impresa, che nei primi anni del 2000 ha creduto nella rincorsa allo scudetto. «Quando siamo partiti sapevamo che sarebbe stata un’impresa raggiungere questo obiettivo - ha dichiarato Rossi - ma l’impegno e la costanza con cui l’abbiamo perseguito ci hanno

premiato». Dopo l’incipit di Rossi (che per inciso va detto che è sempre stato responsabile della Serie A) l’ex presidente Loretta Andreatta ha mantenuto altissimo l’impegno per avere a Bassano una squadra nel massimo campionato. Ora Rossi e Andreatta, past president, sono nel consiglio direttivo assieme ai maestri Marco Moretto, Tommaso Moretto e Marco Fioravanzo, con il neo eletto presidente Giacomo Alban, uomo di sport e imprenditore che crede nella disciplina tennistica. Un connubio vincente, che non poteva fallire l’obiettivo.

9 febbraio 2014 - 8 il grande Sport altri sport Volley I giallorossi rispettano il pronostico e fanno valere la loro forza in un torneo pieno di protagonisti

Bassano fa il primo della classe

Hanno dovuto attendere la conclusione del girone di andata, i tifosi giallorossi, per vedere la loro squadra in testa alla classifica. Ma alla fine i loro beniamini ce l’hanno fatta, ed eccoli lì, sulla vetta della graduatoria al giro di boa.

Il Bassano Volley è finalmente arrivato dove tutti i pronostici lo volevano, ma non è stato un cammino facile quello di Pagotto e compagni. Data per favoritissima della vigilia a compiere il salto di categoria, la squadra di Poletto ha pagato il noviziato della serie C, e anche un pizzico di presunzione di troppo, trovandosi spesso ad inseguire le capolista che si sono susseguite

in questa prima parte della stagione.

Il bello è che le varie Pittarello Legnaro, Intrepida, Volley Clodia e GB Light Carbonera se le sono date di santa ragione per tutta la prima parte del campionato, e ad approfittarne è stato proprio il Bassano Volley, che ha chiuso in vetta con 27 punti all’attivo, conquistati grazie a nove successi e a due sconfitte, subite entrambe al tie-break.

A inseguire i giallorossi troviamo innanzitutto il GB Light Carbonera, staccato di due lunghezze nonostante possa vantare lo stesso numero di successi dei bassanesi. Poi, appaiate a quota 22, ecco il Volley Clodia e

l’Intrepida, e quindi, ad un solo punto di distacco, troviamo i vicentini della Polisportiva Cornedo. Chiude la classifica il Volley Treviso con soli quattro punti.

Ma cosa c’è da aspettarsi dalla seconda parte del campionato?

Probabilmente i giallorossi confermeranno quanto di buono fatto vedere nelle ultime partite, anche se non è certo un cammino tutto in discesa quello che li aspetta. Le formazioni che occupano la zona più nobile della graduatoria faranno di tutto per mettere i bastoni tra le ruote ai favoritissimi giallorossi, ed hanno già dimostrato, in più di un’occasione, di poterci riuscire. Insomma, Guarise e

compagni hanno dimostrato di avere le carte in regola per potersi aggiudicare senza problemi il primo posto finale, che da diritto a compiere il salto di categoria senza passare dai play-off, a patto di mantenere saldi i piedi per terra e la concentrazione al massimo. Per ora i ragazzi del Bassano Volley si godono il primato, forse pensando alla storica stagione 2008-2009, quando, proprio come oggi, i giallorossi conclusero il girone di andata al comando.

La squadra, allenata da Gheorghe Cretu, conquistò così l’accesso alla Coppa Italia come prima testa di serie, salvo poi uscire al primo turno contro la M. Roma Volley di Ivan Zaytsev. Non andò meglio in campionato: conclusa al terzo posto la regular-season, ai play-off il Bassano fu fermato in semifinale da Latina.

La “bella”, resasi necessaria perché ognuna delle due contendenti aveva vinto il match che le vedeva impegnate tra le mura amiche, fu giocata al Palacampagnola di Schio per l’indisponibilità del Palasport bassanese e vide il successo dei laziali per tre a uno. Si parla, ovviamente, di serie A2: ritorneranno quei tempi? Non è dato saperlo, ma il salto in B2 sarebbe già un primo passo.

Stefano Cirillo

Hockey pista A1

Basket serie C

Sind sprecone prima del decollo

Orange 1, si può crescere ancora

(V.P.) - Un inopinatissimo ruzzolone a Prato e il terzo posto solitario che va subito in malora.

Vecchio discorso: questo Bassano non perde il viziaccio di tracollare tutte le volte che può permettersi di decollare, quando il volo pare a portata di mano. E’ una debolezza atavica che si perpetua riprovevolmente e colpevolmente negli anni. Tutte le volte che c’è l’opportunità di raccogliere una gioia, un traguardo parziale o anche solo da poter tirare un sospiro di sollievo dopo tante pene, questa squadra si incatrama puntualmente, vittima chiaramente di limiti di personalità e carattere. Si dirà: gli episodi ci hanno condannato, è stato un match rocambolesco. Tutto vero. L’impegno di questo gruppo è massimale e indiscutibile, doveroso ribadirlo. Dopodichè è un dato di fatto che le grandi squadre, quelle che nutrono ambizioni, raramente inciampano con rivali di fascia bassa, cadono con le dirette concorrenti d’alta classifica ma quasi mai schiantano con avversari abbordabili. E se lo fanno non lo trasformano una sbavatura in un appuntamento fisso di ogni stagione, una maledizione che si rinnova. Questione di mentalità, di atteggiamento di rivedere, si ricomincia da lì. E ora che il balzo solitario sul podio, quello che lancia in Champions League, per capirci, obiettivo alla portata del club e agognato dalla tifoseria, si è complicato di brutto, come rimediare? Tenuto conto che sul terzo gradino della classifica sgomitano in tre (Bassano, Viareggio

Coach Massimo Giudice

e Valdagno) e che il calendario peggiore da qui alla fine ce l’ha indubbiamente il Sind (per questo certi ko sono sanguinosi), in un’ipotetica tabella di marcia i punti mollati orribilmente in Toscana vanno ripresi altrove.

Ad esempio passando a Trissino e Follonica, due piste in cui un pari sarebbe stato accettato di buon grado in condizioni normali e ora invece non più alla luce della nuova graduatoria. Oppure cercando qualche colpaccio improbabile (a Valdagno, per dire) o strappando punti dove logica e buon senso lo proibiscono (a Breganze o in casa con la capolista solitaria Forte dei Marmi). Insomma, non è accaduto niente di che, minimizzano in società, siamo sempre terzi. Anche questo è giusto. Poi però questa tabella a ritmi accelerati va rispettata, altrimenti il bersaglio va in malora, basta saperlo.

(V.P.) - Un terzo posto a febbraio che naturalmente non può soddisfare. E non può soddisfare perchè a parte Mestre, la laeder solitaria e favorita numero uno per il ritorno immediato in B (che comunque è lì a un tiro di schioppo in classifica), questo Bassano averebbe dovuto come minimo marciare in seconda piazza, un paio di punti più su. Invece un aberrante inizio d’anno (due rovinosi ko interni consecutivi) hanno enormemente zavorrato una formazione che era lanciata verso alti traguardi deprimendo altresì un ambiente che al contrario si era subito galvanizzato a Natale, anche per l’atmosfera ricreata felicemente tra società, squadra e pubblico, e che a gennaio però si è presto incupito. La verità è che questa squadra ha ereditato gli stessi difettacci del passato (quando si è a un passo dal raddrizzare il ruolino in graduatoria, statene certi, che ci si incarta di nuovo, è matematico) e sta scontando brutalmente talune lacune congenite e carenze di partenza. Prima cosa: l’Orange 1 (a proposito, complimenti al marchio della famiglia Donazzan di Pove che si è legato a una realtà fresca e dinamica come il giallorosso del canestro) ha iniziato il campionato privo di entrambi i play titolari e senza un tiratore di striscia, adattando Bordignon nei panni della guardia realizzatrice. Cinque mesi più tardi, in regia va meglio (anche se Mirko Camazzola è ancora fatalmente in ritardo di condizione e la circolazione di palla ne risente), ma

Gemellaggi

Rugby e judo connubio vincente

Rugby e Judo, un binomio che a molti non dirà nulla. Preparatevi a scoprire qualcosa di nuovo.

Non si tratta di una festa a tema e nemmeno di una goliardata, ma di un progetto pilota che ha visto due società sportive del territorio collaborare per la crescita del settore giovanile.

L’iniziativa nasce dall’idea dello staff tecnico del Rugby Bassano, già dei precedenti erano noti in club professionistici, e la volontà era quella di riportare l’esperienza alla realtà bassanese. Il direttore tecnico Remonato si prende in carico la proposta e trova presto terreno fertile nell’entusiasmo di Sara Perissutti, istruttrice cintura nera 4. Dan dell’Arashi Judo Cassola, società sorta nel 2000 e che ha come obiettivo primario promuovere il judo fin dall’infanzia privilegiando insieme all’aspetto tecnico-competitivo quello formativo e socio-pedadogico.

Perche? Presto detto: il judo insegna come cadere, insegna come liberarsi dall’avversario nell’uno contro uno e insegna come utilizzare la forza dell’avversario. Facile il nesso: nel rugby saper cadere è fondamentale, spesso le differenze fisiche sono notevole e bisogna saper

affrontare anche un avversario che pare un gigante e, non ultima, il rugby è uno sport di combattimento.

La scelta è stata indirizzata alla fascia under 8\under 14, che rappresentano atleti con ampi margini di miglioramento a cui poter insegnare ad avere maggior confidenza con il contatto e con le cadute.

Sede del gemellaggio è stata scelta la palestra comunale di San Giuseppe e da inizio dicembre i piccoli rugbisti sono stati ospitati per delle lezioni in cui si sono integrati con gli atleti portacolori del Cassola. A dirigere i lavori l’istruttrice Perissutti che, coadiuvata dalla collaborazione degli atleti Ceccato, Malgarise e Loriggiaola, ha studiato un programma ad hoc, che adattava il judo alle regole del rugby.

Un’iniziativa destinata a rimanere una meteora? «Decisamente no –assicura Remonato – con gli allenatori stiamo già studiando esercizi da riproporre ai ragazzi per il resto della stagione in cui introdurre gli insegnamenti appresi e, vista la riuscita del progetto, la volontà è quella di riproporlo nella prossima stagione, magari estendendolo anche alle altre under».

Rugby serie B Coach Claudio Campagnolo

diversi aspetti vanno tuttora registrati se qualunque attacco alla zona diventa spesso e volentieri un rebus inestricabile. Incovenienti da risolvere in non più di un paio di settimane, 20 giorni al massimo, perchè poi può essere tardi. Sì perchè a marzo il Bassano deve sapere se partecipare alla volatona selvaggia per il primo posto, quello che ti garantisce il ritorno istantaneo in B o se invece prepararsi per la tonnara dei playoff che mettono in palio un altro biglietto per il paradiso.

Tra meno di un mese col Cama a pieno regime può scattare tutta un’altra stagione per il quintetto di coach Campagnolo. Già poichè con un play affidabile e di esperienza, uno come D’Incà, fin qui sotto gli standard consueti, può trasformarsi in un fattore e deflagrare. E Albertino se innescato compiutamente, per la C è illegale.

Filippucci: «Abbiamo capito dove intervenire»

Il campionato di serie B non porta buone notizie al Rugby Bassano, ma il presidente Filippucci annuncia: «Sono rinfrancato nel poter focalizzare le difficoltà in due punti e non in una miriade di problemi. Necessitiamo di un pilone destro che possa sostituire Fraccaro se necessario, non è

un ruolo intercambiabile, anzi è un ruolo delicato e in seconda battuta il calo mentale quando l’equilibrio in campo vacilla è tipico delle formazioni giovani come la nostra. Ergo, non sono problemi di immediata soluzione, ma sappiamo dove focalizzare l’attenzione».

9 febbraio 2014 - 9 il grande Sport ciclismo Mtb La stagione scatta il 23 febbraio con 15 tappe. Novità l’abbinata Summano Extreme, Xc e Running

Veneto Cup al via con l’Xc del Santo

Il 23 febbraio è una data da mettere bene in agenda per tutti i bikers, quando appunto scatterà la 1. prova della Veneto Cup, la XC del Santo Trofeo Corratec a Santorso.

Verso la fine del mese scatterà infatto la competizione regionale che attraverserà gran parte del Veneto con 15 prove tra le più prestigiose e interessanti in regione e accompagnerà partecipanti e appassionati fino al 21 settembre con la finale di Noventa di Piave.

La stagione del ciclocross si è ormai conclusa. L’inverno è stato finora mite (e piovoso nelle ultime settimane) e ogni biker spera intimamente che il 2014 abbia una primavera migliore rispetto allo scorso anno, quando il meteo non ha risparmiato nessuno.

Con un inverno come questo, certamente si è riusciti a far girare bene le gambe e sicuramente si sarà pronti per testare la propria preparazione con una prima gara

tutta inedita nel tracciato per la Veneto Cup. Ricordiamo che l’organizzazione dei Bikers For Ever è una garanzia e lo ha dimostrato nel corso degli anni. Novità ulteriore l’abbinata Summano Extreme, XC e Runnig con l’evento Mai Strack che si svolgerà più avanti nell’annata nella medesima area.

L’XC del Santo scoprirà nel prossimo mese tutte le sue sfaccettature per far sì che il 23 febbraio sia l’inizio di una stagione significativa.

Il percorso sarà breve, soli 4.5 km, ma entusiasmante, con diversi spunti tecnici.

La sua lunghezza non deve ingannare, perchè comunque ha quasi 200 metri di dislivello a giro, che possono far male nel complessivo totale della percorrenza, soprattutto ad inizio stagione.

Le iscrizioni saranno aperte fino al 21 febbraio. Per info www.bkr4ever.it.

Dilettanti

Dilettanti

Zalf, arriva Peroni

La Piccola Sanremo

Il ventunesimo uomo della Zalf Euromobil Désirée Fior 2014 sarà Giacomo Peroni. Ad annunciare l’arrivo dell’atleta veronese, che compirà 20 anni il prossimo 14 agosto, è stato il team manager Luciano Rui: “Nonostante il nostro mercato fosse già chiuso, quando ci hanno prospettato la possibilità di ingaggiare Giacomo Peroni non ci abbiamo pensato due volte. E’ un ragazzo che ha dimostrato nelle categorie giovanili di avere le carte in regola per emergere nelle gare più impegnative, ci auguriamo possa tornare ad alto livello”.

Già campione italiano su strada tra gli allievi, ha vestito la maglia azzurra della nazionale italiana ai campionati del mondo juniores di Valkenburg (Olanda) e, dopo una stagione di apprendistato tra gli under 23, Giacomo Peroni, ora, è pronto per riprendere il proprio posto in gruppo: “Devo ringraziare la squadra per questa occasione, non vedo l’ora di ripagare patron Gaspare Lucchetta ed Egidio Fior

della fiducia che hanno riposto in me” ha commentato il neo-acquisto della Zalf.

Per il ragazzo di Illasi, che si è appena unito al resto della squadra, la ripresa sarà graduale: “Lo scorso anno ho pagato il salto di categoria ma, guardando alla nuova stagione, insieme a Gianni Faresin, abbiamo programmato la preparazione per arrivare in forma alle classiche di primavera”ha spiegato Peroni, che ha concluso “Sono molto determinato e so che qui troverò tutto l’appoggio necessario per puntare a nuovi traguardi”.

In attesa dell’apertura del calendario dilettantistico, in programma per sabato 22 febbraio, Nicolas Marini e Federico Zurlo hanno inaugurato la stagione. Nicolas Marini nel Trofeo Hobby Bike al velodromo Fassa Bortolo di Montichiari, mentre Federico Zurlo al primo ritiro della nazionale italiana under 23 a Castagneto Carducci con la partecipazione degli azzurrini al Gp Costa degli Etruschi di Donoratico.

L’Uc Sovizzo è al lavoro per allestire la 48^ edizione della Piccola Sanremo che andrà in scena il prossimo 30 marzo. La gara, che richiamerà sulle strade vicentine i migliori elitè-under 23, è stata confermata all’interno del calendario nazionale grazie all’impegno dello staff capitanato da Renato Finetti: «I tempi non sono dei più facili ma, dobbiamo ringraziare tutti i nostri partner per il sostegno che ci continuano a dare. Grazie a loro anche quest’anno possiamo guardare al 30 marzo con fiducia». Una vera e propria tradizione che non può mancare, quella della Piccola Sanremo che da quasi mezzo secolo fa la felicità degli appassionati berici: «Lo scorso anno abbiamo dovuto fare i conti con una giornata fredda e piovosa, quest’anno ci auguriamo di poter godere del clima primaverile per tornare a goderci il caldo abbraccio dei tanti tifosi che sono abituati a venire a Sovizzo per applaudire i corridori» ha proseguito Finetti. Confermata anche quest’anno la grande attenzione riservata dall’Uc Sovizzo, oltre che per gli atleti in gara, anche per il pubblico delle due ruote che potrà godere di una serie di iniziative collaterali tese a valorizzare le bellezze artistiche e architettoniche locali e un territorio ricco di eccellenze tutte da scoprire.

LD

SA

Serradura big a Mestre

I

Circolo della Spada La premiazione di Gioia Serradura ai campionati Interregionali con il maestro Sponza.

Sopra D’Alessandro

Ai Campionati Interregionali di fioretto a Mestre il Circolo della Spada Bassano ha partecipato con tre atleti: Mina Comunello, Giorgio Casini e Gioia Serradura. Mina ha pagato la poca esperienza arrendendosi dopo la fase a gironi. Giorgio ha dovuto arrendersi a Matteo Troiani, il vincitore della gara. Chi invece ha regolato i conti con tutte le avversarie nella fase a gironi della gara di spada è stata la mascotte del circolo, Gioia Serradura che si è presentata alle eliminazioni dirette come prima testa di serie dove ha vinto tutte le dirette. Il giorno dopo, nella fase eliminatoria, ha sbaragliato anche col fioretto tutti gli avversari, arrendendosi solo in semifinale contro il vincitore della gara.

Un terzo posto di fioretto che vale come primo posto tra le femmine. Altri due grandi atleti del circolo si sono poi cimentati nella

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9 febbraio 2014 - 10 il grande Sport motori Maranello Il pilota di Thiene rinnova il contratto con la “Rossa” e prenota il campionato Fia Wec

Rigon, l’uomo Ferrari

Salutato un 2013 ricco di successi al volante della Ferrari Italia 458 GT nei Campionati Blancpain Endurance Series, International GT Open, FIA WEC e condito dalla prestigiosa partecipazione ai Rookie test al volante della F138 sul tracciato di Silverstone, per Davide Rigon è arrivato il prolungamento del suo rapporto con la Scuderia Ferrari.

Il pilota veneto sarà a disposizione della squadra anche nelle stagioni 2014 e 2015, proseguendo una collaborazione iniziata nel 2011, coprendo il ruolo di collaudatore. Accanto all’intenso programma al simulatore F1 Davide potrà partecipare alle sessioni di prove di sviluppo della monoposto. Contestuale al rinnovo con la Scuderia Ferrari è arrivato anche l’impegno a tempo pieno nel FIA World Endurance Championship. Il talentuoso driver veneto gestito dalla Minardi Management di Giovanni Minardi sarà alla guida della Ferrari Italia 458 GT tre volte iridata del team di Amato Ferrari AF Corse, con l’obiettivo di confermarsi ai massimi livelli a livello mondiale.

Dopo il successo a Shanghai, i due secondi posti in Bahrain e San Paolo e il quarto posto del Fuji, quest’anno arriverà per Rigon il debutto nella competizione più prestigiosa nel panorama endurance: la 24 Ore di

Le Mans, in programma il week end del 14-15 giugno.

Otto palcoscenici tra i più prestigiosi attendono Rigon in questo 2014. La prima di campionato è fissata per il 20 aprile sullo storico tracciato di Silverstone, per volare successivamente tra gli spettacolari scenari di SpaFrancorchamps (3 Maggio) e nella magia della 24H. Il 20 settembre il circus si trasferirà invece in America per poi passare in Giappone (12 ottobre), Cina (2 novembre), Bahrain (15 novembre) prima del gran finale ad Interlagos (Brasile) il 30 novembre.

Il 25/26 gennaio Davide ha inaugurato la sua stagione sportiva prendendo parte alla 24H di

Daytona al volante della Ferrari 458 GT. «È un sogno che ogni giorno diventa realtà. La Scuderia Ferrari è la mia seconda famiglia ed è una grandissima soddisfazione poter collaborare con la squadra più blasonata e importante al mondo. In queste stagioni abbiamo impostato un programma ben definito e potergli dare un seguito è di grande stimolo.

Ci aspettano importanti sfide tecnologiche e siamo pronti ad affrontarle con la massima determinazione. Un ringraziamento particolare lo rivolgo al Presidente Luca Cordero di Montezemolo, al Team Principal Stefano Domenicali e a tutto lo Staff della Minardi Manage-

ment, al mio fianco da 10 anni» commenta entusiasta Davide Rigon al sito www.minardi.it.

«Sul fronte GT non vedo l’ora di salire in macchina per la prima gara. Poter correre nel Mondiale FIA WEC è un grande traguardo. Farlo con la Ferrari 458 campione in carica lo rende speciale. La 24H di Le Mans sarà la ciliegina sulla torta» prosegue il vicentino.

«Daytona è stata una bella esperienza. Grazie a Ferrari ho avuto la possibilità di imparare molti aspetti legati a queste gare» conclude Rigon.

«Mi sono trovato a mio agio sulla 458 e sono contento dei miei stint. Non ho commesso errori nonostante il gran traffico, visto che c’erano più di sessanta vetture in pista».

«Devo fare i miei più sinceri complimenti a Davide per i risultati conquistati nell’anno appena concluso, grazie ai quali si è meritato il rinnovo della fiducia da parte della Scuderia Ferrari. Come Minardi Management abbiamo lavorato costantemente tutta la stagione per raggiungere gli obiettivi in ottica 2014. Sono convinto che Davide e Ferrari potranno raggiungere importanti traguardi anche in una stagione così ricca di sfide. Per Davide sarà un anno impegnativo» commenta il manager Giovanni Minardi.

Personaggi

Miki Biasion, 35 anni di successi

Una serata per celebrare i 35 anni dall’esordio nei rally di Miki Biasion con l’amico Tiziano Siviero al Museo dell’Automobile “Bonfanti–Vimar”. Accanto alle Opel del suo esordio e alle Lancia che l’hanno portato ai due titoli Mondiali 1988/89, Biasion ha voluto raccontare i suoi esordi, la colletta fra amici per la benzina degli allenamenti e prove auto, le gomme rubate che lo hanno costretto a montare quelle già usate da altri concorrenti, alle massacranti trasferte con il vecchio furgone e carrello al traino che consumava più dell’auto in corsa.

Il Miki campione affermato

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fino a esaurimento scorte, ultimi pezzi

e conosciuto si è voluto aprire a tutti nella sala del Museo Bonfanti, raccontando la dura gavetta, addolcita dal ricordo di tanti amici che lo hanno sostenuto. Miki ha ringraziato la Hawk Racing Club, la sua prima scuderia del compianto Alessandro Bordignon, il suo primo meccanico Frigo, il primo navigatore Ferrazzi, Massimo Nori e il Team Bassano dei quali è validissimo testimonial. Un incontro amicale, umano, dove il Biasion sempre cordiale e disponibile ha fatto risaltare la fatica, la ferrea volontà necessaria per emergere, ma anche la solida amicizia che lo sport sa creare.

Rally

Mettifogo presidente dell’Isola

Si sono svolte le elezioni per il rinnovo del consiglio direttivo del Rally Club Isola Vicentina – Squadra Corse, la realtà che segue l’attività sportiva del sodalizio vicentino nei rally storici e moderni, nelle gare di regolarità, autoraduni e cronoscalate. Il risultato della votazione ha sancito la nomina di Mario Mettifogo quale presidente e di Mattia Franchin come vicepresidente. A completare il direttivo, sono stati eletti: Renzo De Tomasi, Paolo Nodari, Giuliano Ongaro, Aldo Pantanella, Manuel Mettifogo.

Il presidente uscente Renzo De Tomasi sta già lavorando alla decima edizione del Rally Campagnolo, terzo e già molto atteso, appuntamento del Campionato Italiano Rally Autostoriche 2014.

Espletate le formalità burocratiche, la Squadra Corse ha iniziato subito la stagione sportiva schierando tre equipaggi allo Snow Trophy, manifestazione di regolarità turistica per auto storiche e moderne a Fiera di Primiero con Enzo Scapin e Ivan Morandi su Fiat 850 Sport Coupè, Paolo Dal Corso e Filippo Destro su Opel Ascona SR, Stefano e Paolo Faccin su Autobianchi A112 Abarth.

il grande Sport

9 febbraio 2014 - 11

motori

Rally I team del bassanese uniscono le forze

Il Trofeo A112 e Challenge storiche accendono i motori

Sono state presentate le edizioni 2014 del Trofeo A112 Abarth e del Challenge Rally Autostoriche, entrambe Serie Ufficiali Aci Csai.

Quella dedicata alle Autobianchi A112 Abarth organizzata dal Team Bassano e nuovamente supportata da Yokohama e Fiera di Padova – Auto e moto d’epoca, è giunta alla quinta edizione e si ripropone con un calendario meno nutrito rispetto all’anno precedente.

Saranno infatti sei le gare valevoli con un massimo di cinque risultati utili; la riduzione è stata voluta per permettere a più piloti possibile di puntare alle zone alte della classifica anche con un programma ridotto.

Confermata anche l’indovinata scelta effettuata lo scorso anno per il Rallye Elba: anche per la prossima edizione, ogni tappa sarà una gara a sè.

Questo permetterà sia di acquisire doppio punteggio ma anche di non veder compromessa la gara in caso di ritiro in una delle due frazioni.

Le sei gare sono equamente distribuite in tre delle quattro zone geografiche e come lo sorso anno sarà la Toscana ad aprire e chiudere la Serie; si partirà infatti da Arezzo, il 7 e 8 marzo, con il Rally delle Vallate Aretine; sarà poi la volta del Rally Campagnolo a calendario il 25 e 26 aprile.

Confermati sia il Lana Storico del 20 - 22 giugno e il Circuito di Cremona l’11 e 12 luglio.

Ritorna il Valsugana Historic Rally il 25 e 26 luglio, nel quale le A112 partiranno prima delle altre vetture e gran finale dal 18 al 20 di settembre, all’Isola d’Elba per le due tappe dalle quali uscirà il nome dei vincitori 2014, come avvenuto nel 2012 quando Tiziano e Francesca Nerobutto trionfarono e nel 2013 con la vittoria ottenuta all’ultima speciale da Lisa Meggiarin ed Anna Ferro.

Stesso calendario per il Challenge Rally Autostoriche, promosso dalla ditta Super Emme di Cremona in collaborazione col Team Bassano; una volta di

più si propone ai possessori di vetture delle cosiddette classi intermedie ma con delle importanti novità regolamentari: non ci sarà più la classifica assoluta e all’interno delle tre fasce di cilindrata “1300”, “1600” e “2000” saranno previste graduatorie separate per i Gruppi 1, 2, 3 e 4.

Questa classificazione è stata voluta proprio per metter in gioco tutte le vetture considerandone l’effettiva categoria di appartenenza, in controtendenza con quanto deciso dalla Commissione Autostoriche per i soli rally, ovvero una unica classificazione che vede assieme le vetture dei quattro Gruppi. (foto Davide Cesario)

Kart giovanile

Zarpellon, i gemelli terribili La corsa dei gemelli Giovanni e Luigi Zarpellon, 10 anni di Rosà, figli del campione italiano di karting Daniele, è sempre più inarrestabile.

I due piloti della scuderia Rally Team di Travettore, presieduta da Pier Domenico Fiorese, hanno conquistato il campionato italiano karting della Factory Parolin di Romano D’Ezzelino, campionato monomarca Championkart che si è svolto in 8 prove.

Giovanni ha vinto il campionato 2012 e 2013 e Luigi ha lottato fino alla fine conquistando il titolo di vicecampione italiano 2013. I due gemelli si dimostrano caparbi anche nel mondo agonistico, sia nella società nuoto Tezze, dove hanno conquistato il gradino più alto del podio a Cittadella e sia nel calcio con la società Pulcini Rosatesi.

Frequentano la quinta elementare di Rosà , e come nello sport danno sempre il massimo come dimostra la pagella.

Nel 2014 saranno catapultati nella categoria superiore, nella 125 Academy, un kart molto più grande, sia nel telaio che nel motore di 30 cavalli, dove partecipano piloti dai 12 ai 15 anni.

I gemelli saranno i più giovani di categoria, vista l’età (11 anni appena compiuti, il 3 gennaio, stesso giorno di nascita del 7 volte campione di Formula 1, Michael Schumacher, al quale papà Daniele porge i migliori auguri di pronta guarigione vista la promessa fatta ai suoi figli di farglielo conoscere di persona).

Sicuramente nella nuova

categoria Giovanni e Luigi si dovranno accontentare di posizioni di rincalzo, anche se i test svolti sulla pista di Lonato e di Jesolo con i Kart Academy hanno dimostrato che si sono adattati subito al mezzo, facendo subito segnare degli ottimi tempi sul giro e uguagliando i tempi della pool svolta nel 2013 da piloti molto più grandi.

Ma sicuramente nella mischia della gara dovranno prendere le misure del proprio mezzo. Papà

Daniele e Simone Chemin dovranno a loro volta fare nuove esperienze visto anche per loro il mezzo di nuova concezione.

Sicuramente i Giovanni e Luigi non si perderanno d’animo, sempre sostenuti dalla mamma Laura e la cugina Rossella e sicuramente apprezzeranno l’aiuto di nuovi sponsor per sostenere i mezzi molto più performanti e costosi.

Il campionato italiano si svolgerà in 8 prove in tutta Italia.

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Vedove Virginia Vianello Beatrice Zonta Francesco Giovani Bizzotto Luca Dalla Costa Dania Faggion Benedetta Gusi Paola Maestrelli Luca Marzola Elena Ometto Pietro Orso Giulia Sabbadin Benedetta Scuccato Alessia Scuccato Giacomo Scuccato Tommaso Strappazzon Martina Zen Enrico Zen Matteo

9 febbraio 2014 - 13 il grande Sport il grande sci Olimpiadi Ecco i nostri due atleti azzurri all’appuntamento russo: entrambi sono nati ad Asiago

Stefy e Tommaso, facce da Sochi

LEONI

Baffoni e adrenalina Nato ad Asiago nel ‘91, residente a Breganze, Tommaso Leoni con due baffoni ottocenteschi è una delle punte azzurre nello snowboard olimpico.

Pochi giorni fa ha raccontato che gli allenamenti vanno bene e che la schiena non mgli dà problemi nel boarder. Un segnale positivo dopo che l’inizio stagione lo aveva visto con un infortunio alla spalla.

«A Sochi è una gara come tutte le altre, ma partecipare alle Olimpiadi è una specie di incoronazione per tutti i sacrifici che ho fatto e che hanno fatto i miei genitori, i miei familiari e le persone che mi sono state vicine!».

Leoni ha scoperto lo snowboard a 13 anni. Si dedicava al fondo, ma poi con la spinta di Marco Mazzonelli, allenatore dello Skicollege veneto di Falcade, e dei genitori si buttò nell’avventura dello snowboard.

Lui fa boardercross, che definisce così: «E’ pura e sana adrenalina, bisogna dare il tutto per tutto in un minuto di discesa ed è proprio questo che mi fa impazzire di questo sport». Tommaso sa di poter essere competitivo anche con i più forti al mondo,

Sono loro i due portacolori azzurri “di casa” alle Olimpiadi invernali russe di Sochi.

Lo spericolato discesista Tommaso Leoni fa parte del team azzurro di snowboard, mentre Stefania Berton pattina sul ghiaccio che è un

sta solo a lui dare il massimo e trovare la concentrazione giusta.

I suoi amici (Tommaso li chiama “Quei matti dei miei amici”) lo chiamano “Lo Zingaro”, e hanno aperto uno fan club per sostenerlo. Leoni racconta le sue sensazioni nel web, in vista di Sochi,

su “Cerchi di Gloria”.

E’ in un momento di grazia: prima l’undicesimo posto nella tappa canadese di Coppa del Mondo, migliore piazzamento tra gli italiani. Poi la convocazione per la sua prima esperienza olimpica.

piacere insieme a Ondrej Hotarek, origini ceche e naturalizzato italiano. Sono la coppia emergente del pattinaggio di figura. Stefania vive in Lombardia, Tommaso invece è sempre nelal sua Breganze, impegni azzurri permettendo.

Stefania Berton ha 23 anni ed è nata ad Asiago. Vive in Lombardia. Lei e il suo compagno Ondrej Hotarek stanno riscrivendo la storia del pattinaggio di figura su ghiaccio italiano.

Mai in precedenza infatti era stata vinta una prova del Gran Prix e mai una medaglia di bronzo a un europeo, come quella conquistata l’anno scorso.

L’Olimpiade però è tutta un’altra cosa, poiché gli avversari sono montagne da scalare: bisogna fare i conti con cinesi, canadesi, russi e tedeschi, come Aliona Savchenko e Robin Szolkowy, vincitori del Gran Prix. I portacolori delle Fiamme Azzurre, in pista a Sochi, sono comunque galvanizzati: «Siamo entusiasti di avere avuto la possibilità di partecipare per la prima volta alle Olimpiadi. È una sensazione molto bella e irripetibile. Dopo il quarto posto ai continentali di Budapest abbiamo continuato ad allenarci senza soluzione di continuità perché avevamo da migliorare alcuni elementi del corto».

Dopo Sochi si vedrà anche se continueranno a gareggiare insieme, tuttavia non è stato ancora deciso nulla: l’impegno olimpico non permette distrazioni.

E Stefania conclude: «Abbiamo cercato di migliorare di gara in gara. Ci siamo pre-

Discesa Dopo qualche problemino di salute, Zenere è tornata

Toh, chi si rivede: Asja

Si erano perse la tracce di Asja Zenere. La giovane eneghese era un po’ sparita dalla scena delle gare, cosa strana per un’agonista nata come lei.

Ma adesso è tornata e si sta rimettendo sotto per recuperare il tempo perduto. «In effetti ho perso dei mesi, sono dovuta uscire da un malanno fastidioso - spiega la promessa terribile dello sci nostrano -, sono rimasta inattiva per qualcosa come sei settimane. Diciamo che è una stagione non fortunata! Mi sto allenando con impegno, ma è dura. Per ora le mie gambe tengono 35 secondi. Fino a lì reggo e combatto anche con le migliori, ma quando la gara è di un minuto e 20 o un minuto e 10, sono dolori. Però un po’ alla volta recupero, dai».

Ti si è vista in buona forma nella prima libera della stagione a Bardonecchia. Tredicesima Giovani e prima delle Aspiranti.

Non male, no?

«Non è andata male, certo 70 secondi di gara li ho sentiti. In una libera ti puoi anche far portare, non devi sempre forzare per le curve. Quindi è più abbordabile anche se magari ti manca un po’ di preparazione. La cosa bella è che sta andando sempre meglio e quindi il recupero si

tocca con mano. Questo mi conforta».

Ti alleni talvolta a Enego?

«Sì, quando sono a casa stacco un po’ la spina, faccio qualcosa sulle mie piste. Ma di prammatica sono sempre in Alto Adige, ad allenarmi con Hansjorg Plankesteiner. Cerco di allenarmi forte e dare il massimo sempre!».

La stagione finora è stata poco fortunata, ci sono comunque degli obiettivi?

«Andare il più forte possibile, magari dare la caccia a qualche medaglia agli Italiani, portare punti alla squadra (lo Sc 2000, ndr) per le classifiche finali. Poi si vedrà».

BERTON

Grazia e tanta grinta

parati al meglio e in questo sport, come in tutti gli altri, l’importante è non avere recriminazioni». Parole pronunciate con un po’ di amarezza, pensando all’occasione perduta nella capitale magiara.

Pattina da quando aveva 4

anni. Un anno fa, sempre in coppia con Ondrej Hotarek, Stefania ha conquistato una storica medaglia di bronzo ai Campionati europei di pattinaggio di Zagabria.

E’ campionessa italiana uscente (4 titoli finora conquistati) e punta molto su questa Olimpiade.

Giganti Fis

“Nostri” in evidenza

Ad Alleghe lo Sci Club 2000 ha organizzato due slalom giganti FIS NJR. Livello tecnico molto elevato, sia per l’impegnativa pista Civetta teatro delle gare, sia per la presenza di molti atleti stranieri, fra cui croati e sloveni delle nazionali B e C. In evidenza gli atleti del territorio.

Nella prima giornata Matilde Minotto infila un secondo posto assoluto. Al maschile ottimo terzo posto per il vicentino Mattia Trulla, classe 1997 e quindi al primo anno di categoria. Al quinto un altro veneto, il bassanese Tiberio Guidolin. Rivincita del Veneto nel secondo Gigante FIS NJR il giorno dopo. La Minotto dello Sci Club 2000 e il veronese Nicolò Menegalli (nelel foto) del G.S. Forestale e del gruppo FuturFISI, cresciuto nel vivaio dello Sci Club 2000, conquistano il gradino più alto del podio sulla difficile pista “Civetta”.Altri buo-

ni piazzamenti per lo Sc200 con Camilla Agostini, Francesca Cella, Alberto Cassandro, Fabio Gasparini, Tommaso Volpato, Michele Gallucci.

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9 febbraio 2014 - 15 il grande Sport il grande sci 42. edizione il 23 febbraio Torna la prima Granfondo d’Italia nella piana di Marcesina, sostenuta dai volontari

Marciabianca e super minestrone

«Ci siamo affidati completamente al volontariato e quest’anno organizziamo la Marciabianca del 23 febbraio in totale autonomia, noi e le associazioni eneghesi».

Lara Galvan, assessore a Politiche Sociali, Sport e Turismo nella giunta guidata dal sindaco Fosco Cappellari, è soddisfatta del lavoro organizzativo svolto per mettere in moto la “macchina” della Marciabianca numero 42. Ci sono state problematiche burocratiche, ma tutto si è superato. «Gli eneghesi sentono la Marciabianca come una cosa “loro”, e non lesinano l’impegno - spiega -, anzi ci tengono.

Avremo almeno un centinaio di volontari impegnati per far andare tutto bene. Quest’anno la neve è arrivata in modo incredibile, la piana di Marcesina è stupenda, devo dire che è anche troppa! Se non smette di nevicare (l’intervista è di inizio febbraio, ndr) ci darà anche dei problemi logistici. La neve è tantissima, adesso speriamo che le temperature si mantengano “finlandesi” come sarebbe la nostra tradizione. Ma con il clima attuale c’è da aspettarsi di tutto».

Però meglio tanta che troppo poca, come è accaduto in anni recenti quando la scarsità di precipitazioni nevose ha costretto a rinviare o a fare il tutto in modo ridotto.

Come saranno i percorsi?

«Avevamo già iniiato a lavorarci, ma abbiamo dovuto interrompere per qualche giorno causa maxi nevicata e il black out che ci ha lasciato senza corrente un paio di giorni. Ci saranno comunque sempre i due itinerari da 25 e 50 chilometri - spiega l’assessore - e avremo come negli scorsi anni l’aiuto degli amici di Grigno. Quest’anno non ci

Da sinistra l’assessore allo sport Lara Galvan, il sindaco Fosco Cappellari e il vicesindaco Loris Frison. Qui sotto la Marciabianca 2009

Albo d’oro 50 km 1973 1974 1975 1976 1977 1978 1979 1980 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

CERONI Franco OIKARAINEN Kalevi (FIN) ROMANIN NarciJo REHMANN Osvald ANTONIACOMI Sergio WACHTER Herbet WEBER Marziano WACHTER Herbet (AUS) SIREL Armne (U.R.S.S.) PEDlUNI Enrico ADAMI Alfio WALTER Albert DE ZOLT Maurilio DEOLA Patrizio SAURER Cristian VANZETTA Giorgio annullata annullata DE MARTIN Ello VALBUSA Fulvio GODIOZ Gaudenzio PENASA Albino VANZETTA Giorgio FEDEL Silvano DE ZOLT Maurilio BORDIGA Faustino ZORZI Cristian DE ZOLT Roberto VANZETTA Giorgio SELLE Fabio SCWIENBACHER Reihold DE ZOLT Roberto DE ZOLT Roberto POZZI Maurizio annullata annullata GRANDELIS Tullio CATTANEO Marco KOSTENR Florian annullata ZORZI Cristian

sarà il tendone in piazza, sarebbero stati troppi i costi di gasolio per il riscaldamento da sostenere e i tempi sappiamo che sono quelli che sono. Bisogna ridurre e spese ad ogni livello. Abbiamo deciso perciò di organizzare le premiazioni direttamente a Valmaron, dopo la gara. Tra l’altro io credo che i concorrenti non vedano l’ora di andare a casa, dopo una gara così bella ma anche così faticosa. Quindi premiazioni e ristoro finale per tutti in allegria con minestrone, pane, formaggio e soppressa».

Insomma sarà una Marciabianca ruspante, ma molto “casalinga” e accogliente. A inizio di febbraio c’era già un centinaio di iscritti e si spera in una adesione importante.

«Gli eneghesi si sono tirati su le maniche - aggiunge Lara Galvan - e tante sono le realtà coinvolte. Il sodalizio migranti e lavoratori eneghesi, l’Associazione nazionale Caduti e dispersi in guerra, i giovani di I love Enego, la Pro Enego, gli Alpini natu-

ralmente che non mancano mai, i Combattenti, la Polisportva Libertas, il Centro fondo Enego, l’Us Enego Lisser, senza dimenticare gli impiegati e gli operai comunali! Dobbiamo ringraziare tanti, tra gli altri la Cassa Rurale Valsugana, il formaggio L’Enego, Etra, il rifugio Valmaron, gli alberghi e rifugi Barricata e Marcesina. Di certo avrò dimenticato qualcuno! Il direttore di pista sarà Roberto Caregnato, conl’aiuto di Matteo Dalla Palma e Giulia Francescato. Un grazie anche a Il Grande Sport che sempre promuove l’evento con le sue testate su carta e web e al Consorzio “Vicenza è” che lo ha sostenuto nella promozione».

La 42. Marciabianca del 23 febbraio ha aperto un nuovo sito web, marciabiangaenego. it. Informazioni (0424) 490131, 490319, 490185, fax 490517. Il 22 e il 23 febbraio info allo 0424 490931. Email marciabianca. enego@libero.it. La Pro Enego risponde allo 0424 490160

Nordico

Ghiaccio

Le ragazze di Dal Pozzo a mille

L’Asiago rifiata prima dell’allungo

Una vasta eco hanno riportato i risultati delle ragazze venete del fondo, affidate alle cura dell’altopianese Carlo Dal Pozzo.

Ai campionati italiani di Forni di Sopra, in effetti, il tecnico asiaghese può dirsi soddisfatto.

Prima sono arrivati i successi di Francesca Corbellari ed Erica Antoniol nella sprint.

Poi, nelle prove in tecnica classica, un onore per un asiaghese, tra l’altro, sono arrivati i titoli italiani di Anna Comarella e Arianna De Martin. Proprio strepitose le ragazze di Carlo Dal Pozzo! Ma a fare bene sono stati nel complesso gli atleti della squadra veneta ai Tricolori Giovani.

Sosta attesa e ben accetta per la Supermercati Migross Asiago che arriva con il fiato lungo dopo il tour de force di gennaio. La sconfitta all’overtime patita contro il Cortina che ha deciso un match equilibrato è probabilmente lo specchio di questa squadra che appare stanca e provata, oltre a essere scivolata al terzo posto in classifica. Il Valpellice infatti ha messo la freccia compiendo un doppio sorpasso su Val Pusteria e sull’Asiago, salendo al secondo posto dietro al Renon. Ma l’Asiago ha ancora tre partite da recuperare e i giochi sembrano ancora tutti aperti per decretare la prima della classe.

il Cuore del Veneto

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