Il Grande Sport n. 221 dell'8 maggio 2016

il grande Sport pagine di pura passione

(anno XII n. 5) diffusione gratuita periodico 8 maggio 2016

n. 221

leggi anche il magazine online www.ilgrandesport.it

GUIDA ALLA TAPPA

Il Giro ad Asolo, istruzioni per l’uso Torna la squadra Wilier con Pozzato nel motore |||| pagine 2-5

Citta, sbornia da B Bassano all’aperitivo HOCKEY GHIACCIO

Asiago emigra nel campionato austriaco di A

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RALLY STORICI

Atletica Due “ragazzini” con le carte in regole per i campionati continentali

Il Costo torna a far sognare gli amanti dell’alta velocità

Le carte in regola le hanno. Starà poi alla federazione e ai suoi tecnici convocarli o no. Però intanto sono tra i pochi under 18 che tengono già in saccoccia il “minimo”, ovvero il passaporto sportivo per accedere ai Campionati Europei Allievi di Tbilisi, capitale della Georgia, in luglio. Entrambi espressione del gruppo del Marconi a Cassola, con la

Successo della scuderia Rally edizione. Sul gradino più alto Club Team del presidente De l’Osella FaA30 di Adolfo BotTomasi che ha riportato sul Co- tura sto la storica “salita”, alla 25. |||| a pagina 11

Under 18 in formato Europa

maglia di AV Despar si sono guadagnati i galloni. Andrea Marin, di Cassola, ancora a marzo, salendo con l’asta a 4,60 e poi a 4,65 nell’indoor. Amar Kasibovic, di Romano, all’apertura dei campionati di società a Vicenza, scagliando il giavellotto a 65,74, sesta misura di tutti i tempi in Italia per la categoria. Se son rose (azzurre) fioriranno.

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giro d’Italia

Guida alla tappa Arriva anche quest’anno la corsa rosa con l’11a frazione proveniente da Modena

S’infiamma il Giro e conquista Asolo

GLI EX «Qua vince un passista...» parola di Moser e Fraccaro

“Dobbiamo lavorare tutti di più per avere più società ciclistiche a livello giovanile”. L’invito e l’esortazione arrivano da uno che di ciclismo se ne intente.

Si tratta di Francesco Moser, il ciclista italiano più vittorioso di sempre invitato ad Asolo a presentare l’arrivo della tappa del Giro e il suo libro “Ho osato vincere”.

Moser si è soffermato soprattutto con i giovanissimi ciclisti dell’Uc Asolana e della TermoPiave di Cavaso del Tomba: “Per avere un domani dei campioni ma non solo, servirebbero più società sportive. Questo significa mettere in sella tanti ragazzini soprattutto per farli giocare e divertire”.

Il riferimento è anche alla stessa carriera del campione trentino, salito in sella a 18 anni: “Ho cominciato per caso con la bici dei miei fratelli ed alla prima gara sono andato subito in fuga…”.

Per quanto riguarda il tracciato di Asolo, Moser spiega: “E’ stato allungato ma so che si tratta di un tracciato nervoso, con colli e colline da scalare. Per questo penso che non sia un arrivo per velocisti e nemmeno per il gruppo”.

Nel finale infatti i tecnici di Rcs, oltre al Mostacin, hanno inserito anche la salita di Monfumo e Castelcucco e poi l’arrivo a Casella d’Asolo.

“Sarà un arrivo per passisti spiega Simone Fraccaro, ex prof e compagno di squadra di Moser -, sul Mostacin tanti velocisti si staccheranno. Poi attenzione alla discesa molto stretta e tecnica. Per me non arriverà più di una quarantina di corridori”.

Dopo la Modena Asolo, 229 km, si parte da Noale. Dopo aver attraversato provincia e diocesi di Treviso i girini arrivano a Bibione. Da lì inizia poi il girone infernale del Nordest che creerà i presupposti per vincere il Giro.

VIABILITA’ La «rivoluzione» delle strade nella magica città della Duse (Gz) Una “rivoluzione” in città e nelle aree comunali di Asolo per l’arrivo dell’11. tappa ModenaAsolo del Giro d’Italia di mercoledì 18 maggio 2016.

Calma piatta da Modena fino ai piedi di Asolo per circa 200 chilometri. Poi il Giro s’infiamma con l’attacco al Mostacin, con un itinerario nervoso fatto apposta per i pedalatori dotati di classe e di risorse. Da aspettarsi il pubblico degli appassionati a esultare e gioire per il passaggio dei beniamini.

E lì ci si gioca l’arrivo nell’immortale Asolo, in via Tiziano, ai piedi della città di Eleonora Duse.

18 maggio, l’11. tappa taglia prima tutta la Pianura Padana, poi eccola nel Veneto e nella Pedemontana.

Dopo Maser si affronta la salita breve, ma molto impegnativa della Forcella Mostacin (fino al 16%) con successiva discesa da brividi che porta alle colline di Monfumo e Castelcucco con una serie di saliscendi. Ci si immette infine sulla salita finale di Asolo. A 5 km dall’arrivo si sale in città con una rampa di un km attorno al 7% che immette nel centro storico attraverso una porta medievale e un tratto in pavé. Segue una veloce discesa su strada larga che termina all’ultimo km. Ultima curva a 900 m e quindi lungo rettilineo leggermente arcuato largo 7.5 metri sull’asfalto che si presume “tirato” al meglio per l’occasione. Si fa il bis del 2010, quando ci fu il primo e unico arrivo ad Asolo.

Allora la tappa si chiuse con la vittoria di Vincenzo Nibali.

Prima di giungere ad Asolo c’era stato il Grappa: il siciliano si dimostrò feroce in salita e letale nella discesa dal Massiccio e negli ultimi 15 km di pianura. Per lui fu la prima vittoria individuale in una tappa del Giro d’Italia.

Nibali

L’arrivo ad Asolo sei anni fa. Allora Vincenzo prima distrusse la concorrenza sul Grappa.

Stavolta tanta pianura poi ultimi km di fuochi d’artificio

Gli uomini di Marca Bandiera deluso: non c’è proprio a casa sua Busato felice: “Ci provo” (Gz) Tu chiamale se vuoi…delusioni. Oppure emozioni. Rimane il fatto che Marco Bandiera ,trentenne ciclista professionista trevigiano di Maser con l’Androni Giocattoli di Gianni Savio, già premiato al Giro d’Italia dello scorso anno come il corridore più combattivo, non sarà al via della corsa rosa.

Contemporaneamente però Matteo Busatto di Resana in forza alla Wilier Triestina-Southeast, reduce dal secondo posto al Giro del Trentino, sarà un uomo del Giro per il secondo anno consecutivo. Insomma pensieri, parole, delusioni, amarezze e speranze che si contrappongono tra due corridori nostrani. La delusione dell’uno contrasta con la felicità dell’altro in un mix che solo lo sport sa regalare.

Marco Bandiera (foto in alto) infatti è la delusione fatta persona e ne ha mille motivi. Primo fra tutti perché quest’anno la corsa rosa passa proprio davanti a casa sua, davanti al bar che ospita il suo fans club a Maser ed arriva nella sua terra.

“Già nel 2010 ho dovuto rinunciare al Giro con una tappa che arrivava ad Asolo, ora purtroppo mi tocca saltare di nuovo e la cosa mi scoccia molto - spiega Bandiera ospite della tappa di Asolo al teatro Duse”. Se gli chiedi cosa ne pensa del Giro lui ti risponde, tra il serio ed il faceto: “Non mi interessa. La non partecipazione di quest’anno mi pesa tanto da un punto di vista umano e professionale. Da due stagioni sto andando bene e puntavo veramente a fare ancora meglio quest’anno tanto più che,

come detto, la tappa di Asolo passa davanti a casa mia. Purtroppo questa decisione di Rcs che è irrevocabile (il diktat in rosa non ha ammesso la Androni Giro, ndr) al mi ha lasciato molto l’amaro in bocca e fatico a dimenticarla”.

Già, è la tappa di Asolo con la salita del Mostacin e poi le colline pedemontane prima dell’arrivo. “Attenzione, è una tappa trabocchetto - spiega Bandiera che conosce il percorso come le sue tasche -. Non sarà la salita a fare selezione, ma la discesa perché è molto tecnica, a tratti pericolosa, e tutti vorranno stare davanti. Poi siamo già a 210 km percorsi, perciò distanze ragguardevoli con altri 20 km da fare su saliscendi e strappi”.

Sull’altra sponda Matteo Busatto (foto al centro) è raggiante per la sua seconda presenza consecutiva: “Sono felice perché affronterò il Giro con l’esperienza della passata stagione, e questo conta moltissimo. Poi la squadra è ben assortita e si punta almeno ad una vittoria di tappa”. Inevitabile chiedere se Busatto punterà su Asolo… “Certo, intanto conosco bene il percorso e sono sicuro che non si deciderà sulle rampe del Mostacin, ma bisognerà stare attenti alla discesa e gli strappi prima dell’arrivo. Bisognerà anche vedere come arriverò alla tappa di Asolo. Insomma si vive alla giornata. Spero di far bene perché sul Mostacin ci sarà pure il mio fans club, hanno già preparato tutto e poi saranno anche a Noale per la partenza successiva”. Insomma delusioni ed emozioni da inizio Giro d’Italia.

Il gran premio della montagna

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Gli ultimi chilometri decisivi e l’arrivo in viale Tiziano La cronotabella per vedere i girini dal loro arrivo in Veneto

registrazione tribunale di Bassano del Grappa n. 8/2004 del 24.09.2004

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Littera srl Officina Editoriale

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Centro Servizi Editoriali Grisignano di Zocco (Vi)

Il Grande Sport è free, diffuso in oltre 900 punti a:

Il centro storico di Asolo e le relative strade di accesso, tutti i “foresti”, compreso il Forestuzzo, verranno chiusi a partire dalle 6 di mercoledì 18 maggio.

Sarà consentito l’accesso al centro storico di Asolo fino alle 14 ai residenti, ai lavoratori e a coloro che si recheranno all’Ulss n. 8 esclusivamente dal Foresto di Pagnano e dal Foresto del Casonetto. L’accesso al centro storico da via Forestuzzo non sarà possibile in quanto all’inizio di questa via, dalle 5 del mattino, verranno installate diverse strut-

ture a cura degli organizzatori del Giro.

Il centro di Casella d’Asolo e tutte le strade attigue, comprese le strade della zona artigianale dietro al parcheggio “Ca’ Vescovo”, resteranno chiuse a partire dalle 5. L’intero tratto comunale di viale Tiziano e il tratto provinciale di via Schiavonesca Marosticana saranno occupato da stand, attrezzature dell’organizzazione del Giro d’Italia e automezzi della Rai a partire dalle 5 del 18 maggio 2016, lo stesso vale per quanto riguarda il park

“Ca’ Vescovo”, via A. Volta, via E. Fermi, via Malipiero. Le strade lungo le quali si articolerà la corsa verranno chiuse alle 14, a meno che non risultino già chiuse da prima. Pertanto mercoledì 18 maggio le scuole medie e le scuole elementari di Asolo non terranno lezione.

“I cittadini saranno informati di eventuali modifiche mediante avvisi esposti nelle bacheche comunali e all’albo - spiegano il sindaco Mauro Migliorini e l’assessore Gerardo Pessetto e il presidente del comitato tappa

Roberto Zago -. Siamo consapevoli che eventi di simile portata causeranno disagi, soprattutto per le limitazioni alla circolazione stradale”.

Per venire incontro alle esigenze di coloro che vorranno informazioni, chiarimenti su orari e viabilità e per segnalare particolari esigenze indifferibili di persone malate, aggiunge il sindaco, occorre rivolgersi per tempo e negli orari d’ufficio al centralino della polizia locale di Asolo, tel. 0423-950044.

Asiago Asolo Bassano Borso Breganze Campolongo Castelfranco Castello di Godego Cartigliano Cassola Cismon Cittadella Conco Crespano Enego Fontaniva Fonte Galliera Veneta Gallio Loria Lusiana Marostica Maser Mason Vicentino Montebelluna Molvena Mussolente Nove Pianezze Possagno Pove Pozzoleone Riese Pio X Romano d’Ezzelino Roana Rosa’ Rossano San Martino di Lupari San Nazario San Zenone degli Ezzelini Sandrigo Schiavon Schio Thiene Solagna Tezze sul Brenta Valstagna...

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giro d’Italia

Maglie rosse alla corsa rosa Il marchio storico di Rossano ricompare al Giro: l’ultimo degli anni epici fu il 1951

Il ritorno di Wilier, 65 anni dopo

E’ il ritorno delle maglie rosse, e di un marchio storico che, oltre ad aver firmato tante vittorie importanti con le sue biciclette nel corso di quasi settant’anni (da Magni a Pantani, da Cunego a Ballan, da Cottur a Petacchi), dal 1946 al 1951 guidava la famosa squadra “in rosso” della Wilier Triestina. E adesso Wilier Triestina ritorna, al Giro 2016, “firmando” di nuovo una squadra professionistica, la Wilier Triestina Southeast. E’ una delle sorprese che ragala il Giro, con Rossano Veneto sempre al centro delle grandi storie di ciclismo.

Il leader della “nuova” Wilier è Pippo Pozzato, pedalatore di classe legato a Sandrigo e Bassano, e piace accomunare la sua nuova maglia a quella gloriosa di Pietro Zappon, altro vicentino, di Sossano, che della Wilier fu uno dei big tra 1950 e 1951.

La novità della squadra Wilier è stata presentata a Rossano, nel quartier generale Wilier, dai fratelli Gastaldello: una scelta fatta per festeggiare i 110 anni di storia del marchio. Trovato l’accordo con la Southeast Venezuela di Angelo Citraca e Luca Scinto e dal Giro e fino alla fine della stagione la denominazione sarà “Wilier Triestina-Southeast”.

A tenere a battesimo questo importante ritorno, oltre ai Gastaldello (che guidano il marchio Wilier dal 1969), Enrico, Michele, Andrea, alla presenza di famigliari, dipendenti, c’erano il presidente del consiglio regionale veneto Roberto Ciambetti, il vice sindaco Giorgio Campagnolo e i vertici della società ciclistica Citraca e Scinto con i corridori, il trevigiano Matteo Busatto, Andrea Fedi ed il capitano, il vicentino di Sandrigo Filippo Pozzato. Oltre all’uomo immagine della Wilier e cioè Gibo Simoni vincitore di due Giri d’Italia, il tutto animato dal-

la voce Rai Silvio Martinello.

Per i suoi primi 110 anni Wilier sta anche lanciando un modello di bici da collezione speciale realizzato in 200 esemplari, lo “Zero6”. L’impegno con il team durerà per tutta questa stagione - hanno spiegato i fratelli Gastaldello - e poi si vedrà, «sta alla squadra farci innamorare di questa nuova avventura».

Filippo Pozzato ha indossato la nuova maglia, che ai colori tradizionali della società, il grigio e il giallo, aggiunge anche il rosso della Wilier: «Corro con la miglior bici che abbia mai avuto sino ad ora, al Giro possiamo fare bene. Abbiamo già adocchiato tre tappe nelle quali potremo dire la nostra».

La storia Wilier apre una nuova pagina. Fondata nel 1906 a Bassano del Grappa da Pietro Dal Molin, membro di una famiglia molto patriottica (da qui il nome Wilier, che sta per “W l’Italia Libera e redenta”, poi arricchito nel ‘45, a fine conflitto, dall’aggettivo Triestina per sottolineare l’adesione ai destini della martoriata città di Trieste), fu rilevata nel secondo dopoguerra dal figlio Mario che la guidò nel mondo delle competizioni agonistiche. La squadra partecipò al Giro dal 1946 al 1951. Fiore all’occhiello Fiorenzo Magni, che conquistò il Giro del 1948 superando sia Coppi che Bartali.

Nel 1950 poi Ferdi Kübler vinse il Tour de France.

Seguirono anni meno brillanti sotto il punto di vista industriale, fino a quando nel 1969 l’azienda riprese vigore con i fratelli Gastaldello di Rossano Veneto, che ne rilevarono il marchio. E già dagli anni ‘70 le bici Wilier col tipico colore ramato iniziarono a furoreggiare tra i professionisti e molti campioni le portarono a grandi successi.

Gabriele Zanchin

LE DIECI SALITE

Il brevetto asolano, palestra totale Un circuito di salite tutte “brevettate”. Si tratta di dieci salite individuate per questo singolare brevetto, che sono come i veri e propri muri delle classiche ciclistiche del nord. Dieci muri da scalare sia in bicicletta che a piedi da tutti gli appassionati locali degli sport di fatica, ciclismo e podismo appunto. I dieci percorsi potranno essere effettuati sia in bicicletta, sia a piedi. Il brevetto si potrà acquistare presso l’ufficio turistico e bar di Asolo e lo si potrà anche

vidimare, con ritiro dell’attestato. Le dieci salite sono: via Foresto Nuovo (km 2,5), via Foresto Vecchio (Km 1,68), via Forestuzzo (Km 1,70), via Sottocastello (Km 1,11), via Sant’Anna (Km 1,60), via Foresto di Pagnano (Km 1,57), via Foresto del Casonetto (Km 1,31), via Riformati (km 1,75), Castello di Crespignaga (Km 3,9), via Gorghesana (Km 3,3).

Pendenze variano dal 3 al 18%, 40 km circa con un dislivello di 1600 metri.

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giro d’Italia

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Guida alla tappa Ecco come è nato l’appuntamento di Asolo in una Marca abituata alla corsa rosa

Quei quattro a caccia del Giro

Loro quattro soprattutto hanno cercato la tappa. Un anno fa alle Beccherie, nel cuore di Treviso, nasce la tappa Modena-Asolo. Il sindaco Mauro Migliorini, l’attuale presidente del comitato tappa Roberto Zago, il farmacista Massimo Bonotto e Fausto Pinarello, si trovano per discuterne.

Il sindaco spinge per avere la tappa, e da lì inizia il lavorio di cucitura che ha portato all’arrivo di Asolo 2016.

L’ufficialità poi arriva all’Expo milanese.

Lo hanno raccontato al teatro Duse di Asolo durante la presentazione della tappa emilianoveneta.

Il sindaco è uncicloamatore e quindi tante cose si spiegano. Mentre Zago non ha nascosto che nessuno si aspettava di avere il Giro di nuovo in casa tanto presto.

Poi di recente è arrivata anche la conferma dellamodifiCiclo ca. La tappa è stata allunamatore Il sindaco di Aso- gata di 17 lo Mauro Migliokm, portanrini in due foto dola a 229 tratte dalla sua complessivi, pagina facebook.

In bici è all’arrivo dando così della Gran fondo maggior vita al finale deldi New York la corsa.

«La comunità veneta si riconosce nei valori della fatica e del sacrificio espressi dal ciclismo», così ha detto Cristiano Corazzari, assessore regionale. Intanto il sindaco ha ornato la sua pagina Facebook con una nuova foto del profilo, la rocca e il centro con il simbolo della tappa n. 11.

Posto riservato

Il fans club di Matteo Busato ha già recintato e “riservato” sul Mostacin il prato da cui i suoi affiliati faranno un tifo sptrepitoso per Matteo, beniamino di casa

EVENTI E SPETTACOLI

Il pre-tappa a teatro e le date “doc” Al teatro Eleonora Duse con i sindaci di Asolo Mauro Migliorini, di Monfumo Mauro Furlanetto, di Castelcucco Adriano Torresan e con l’assessore allo sport di Maser Massimo Sartor, il Comitato tappa di Asolo presieduto da Roberto Zago ha presentato la tappa del 18 maggio. C’erano Raffaele Carlesso, presidente regionale Fci Veneto, il campione del mondo Alessandro Ballan, Marco Bandiera e Nadia Quagliotto attuale campionessa europea Juniores. In territorio di Maser e Monfumo si svilupperà l’assalto alla salita di Forcella Mostaccin; dopo la Forcella i girini si troveranno sul Foresto del Casonetto.

Poi la picchiata verso Asolo e l’arrivo dopo anche un pezzo di pavè.

E gli ospiti della serata hanno proprio parlato di quei chilometri nervosi e dei saliscendo che conoscono meglio delle loto tasche. La serata è stata anche apprezzata per lo spettacolo di danza acrobatica. Il sindaco asolano Migliorini con Stefania Fochesato, segretaria della fondazione “Città della Speranza”, ha presentato il gemellaggio che permetterà la raccolta fondi per la fondazione patavina in occasione degli eventi collaterali e tramite la vendita della divisa da ciclismo prodotta da Sicleri per la città di Asolo.

Proseguono gli eventi già iniziati da settimane: l’8 maggio Pedalata Rosa dal Maglio di Pagnano a Castello di Godego e ritorno lungo il Sentiero degli Ezzelini; il 15 maggio Rosa sotto le stelle a Villa Razzolini Loredan; il 17 maggio “Aspettando il Giro ad Asolo”, in centro storico dalle 19 spettacolo e cena tipica sotto le stelle; dopo il giorno dell’arrivo, il 18 maggio, chiusura a fine mese, il 29 maggio, con la Asolo-Jesolo lungo le vie ciclabili.

E INTANTO SUL GRAPPA...

MG 4.9, il Magico Tempe fa l’impresa delle imprese. MG Bike Day il 28/5 La bicicletta va sempre forte da queste parti. Oltre al Giro ad Asolo, nel mirino c’è il Monte Grappa. Appuntamenti tutti da seguire: sabato 7 maggio in scena Simone Temperato, il Magico Tempe, per il Monte Grappa 4.9: vuole ascendere il sacromonte con 4 biciclette, ciascuna senza pezzi e componenti essenziali. Alla fine la bici resterà in mutande, senza sella

e manubrio perfino, ma lui lì a pedelare. Da seguire su www. ilgrandesport.it per capire cosa siccederà, se ci saranno dei rinvii ecc. Sul nostro magazine online si trovano anche le news riguardanti il Monte Grappa Bike Day, quest’anno fissato al 28 maggio 2016: si tratta dell’ascesa di popolo sulle due ruote fino alla Cima. Chissà cosa preparano gli organizzatori.

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sportivamente

R

mondo unning di Enrico Vivian, 35° alla New York Marathon 2010

L’esempio Mizuki: ma la maratona si può fare sotto 2h?

Abbiamo sotto gli occhi l’arrivo di Baldini al Panathinaikos da tutte le angolazioni, e mi sono ricordato quello di Mizuki Noguchi in occasione del suo ritiro agonistico nelle scorse settimane. La maratona olimpica di Atene 2004 è in memoria come quella persa da Paula Radcliffe, fermata dal malessere e dal caldo dopo l’attacco dello scricciolo giapponese.

L’inglese aveva stampato 2h15’25” a Londra l’anno prima – un mondiale che durerà ancora a lungo – e migliorato a 14’29” il personale sui 5’000 metri due mesi prima. Come battere un’atleta così veloce e resistente?

Attaccando per tempo, come si insegna nel Sol Levante, per seminare anche l’esperta Catherine Ndereba che l’aveva battuta sul traguardo mondiale l’anno prima (2 ori e 3 argenti globali per la kenyana da Parigi 2003 a Pechino 2008). Uno schema ripreso anche da Stefano Baldini una settimana dopo, trovandosi a fianco Jaouad Gharib e Paul Tergat, rispettivamente campione del mondo e primatista in carica

sui 42,2 km. Tanti ricordano la dorata cavalcata del reggiano inseguito da Meb Keflezighi, dopo l’inopportuno stop di Vanderlei de Lima, ma avevo quasi di-

menticato il capolavoro di Mizuki Noguchi, riscoprendo così una profonda carriera soprattutto nella mezza maratona, dove detiene il maggior numero di prestazioni sotto 1h10’ (23 per 10 anni filati

1999-2008).

In Giappone la corsa è quasi una religione, declinata in lingua locale, e le maratone di Kyoto, Nanohana, Oiso, Kobe, Naha contano più arrivati di quella di Roma (unica tricolore sopra i 10 mila), quella di Osaka il doppio e Tokyo quasi il triplo della nostra capitale. Poi ci sono mezze che producono spessore di risultati (arrivati entro un certo tempo) come un’intera stagione italiana e gare lunghe in pista che attraggono anche i migliori kenyani, soprattutto a inizio e fine stagione.

E proprio qui ha cominciato Mizuki Noguchi, affinando il passo fino a un buon 15’30” sui 5.000 e un ottimo 31’21” sui 10.000.

Poi in mezza è arrivata a 1h07’43” e in maratona a 2h19’12” nel 2005, tuttora record del percorso a Berlino. Mettendo in fila i ritmi al chilometro sulle ultime 3 distanze (3’08”1/3’12”6/3’17”9) si nota che il calo è inferiore al 3%. Basterebbe quindi un uomo di qualsiasi colore da 27’ sui 10.000 metri per scendere sotto le 2 h in maratona – senza passare per il record di mezza – se sviluppasse la resistenza e il coraggio della giapponese …

Fatti due conti? La fantascienza è donna. info@scuoladicorsa.it

B

di Mirko Chemello, 7° classificato alla 100 km of Namib Desert 2010

Marta, il coraggio di non dover dire «ce l’ho fatta» Con lo sport si supera la disabilità, questo è proprio vero. Ho conosciuto una grande ragazza, non grande di età ma perchè è una persona speciale.

Lei è Marta Da Pra di Lozzo di Cadore ed il primo maggio ha partecipato alla “Cronoscalata Calà del Sasso”, lungo gli storici 4.444 gradini. Marta cammina con l’ausilio delle stampelle perché a soli 22 anni fu colpita da una grave malattia al bacino e al femore. Numerosi interventi chirurgici e lunghi ricoveri in ospedale.

Ha conosciuto la sofferenza, lei abituata a fare sport fin da piccola, ma con questo si impara a lottare per ritornare un giorno a sorridere ancora. L’ha fatto in molte occasioni tornando in montagna

e partecipando a molte sfide e competizioni. Ogni gradino della Calà del Sasso l’ha affrontato con il sorriso, fin dalla partenza di Valstagna. Accompagnata dal mitico Erwin, lui conoscitore come pochi della storia della Calà e dell’Alta via del tabacco.

Tra una chiacchiera e l’altra, gradino dopo gradino, sono arrivati alla chiesa di Sasso dove li attendevo. Ho visto in lei una

grande gioia , una grande emozione come poche volte ho visto nella mia vita. C’era il fiatone nel raccontare la sua impresa, ma non il classico respiro di stanchezza, bensì il fiato affannato di un bambino che ti vuole raccontare qualcosa di importante.

“I gradini erano scivolosi, dovevo stare attenta a dove mettevo i piedi, grazie ad Erwin per i suoi racconti”. Non ha mai detto “ce l’ho fatta”, perché Marta ce la fa ogni giorno. Marta è un esempio e come lei ci sono molte persone che attraverso lo sport riescono a trasmettere qualcosa agli altri.

La disabilità è solo negli occhi delle persone e da parte mia credo che nel mondo la diversità si misuri solo con l’intelligenza. Dobbiamo abbattere questo muro, tutti abbiamo i nostri limiti e le nostre disabilità. emmerunning.weebly.com/blog

MARCE E CORSE

si trovano sul web: da ilgrandesport.it si accede ai calendari veneti e nazionali sui siti: calendariopodismo.it calendariopodismoveneto.blogspot.it

mondo enessere di Raffaella Toniolo, coaching e psicologia del lavoro e dello sport

La palestra di vita dell’arbitro, tra critiche e regole L’arbitro è quella figura, apprezzata o più spesso denigrata, che ricopre il ruolo di ufficiale di gara e che ha il compito di dirigere le competizioni sportive garantendo il rispetto dei regolamenti e convalidando il risultato finale.

Le diverse Federazioni indicano, per ogni disciplina sportiva, le procedure per poter ricoprire questa funzione, quali corsi seguire, quando questi corsi sono attivati, i documenti obbligatori per iscriversi e i certificati da produrre.

Fare l’arbitro non è cosa facile. Qualsiasi decisione si prenda probabilmente incontrerà i favori di qualcuno e il disaccordo di altri. L’arbitraggio richiede doti e competenze di responsabilità e fermezza e allo stesso tempo una maturità interiore che permetta di non lasciarsi turbare dagli scossoni emotivi cui si è costantemente sottoposti.

Con il tempo questo “lavoro” porterà obbligatoriamente chi lo pratica a sviluppare qualità come capacità decisionale, lucidità mentale, determinazione, correttezza, capacità di relazionarsi con i giocatori, non sempre in situazioni amichevoli, e di collaborare con gli assistenti di gara per poter prendere una decisione il più oggettiva possibile.

E’ un lavoro delicato. Se non sai gestire le situazioni, se non sai gestire le tue emozioni, se non conosci bene il regolamento rischi di venire sopraffatto dagli eventi in campo.

E il guadagno? Va in base alle categorie e agli sport in cui si dirige la competizione e si può par-

tire dai semplici rimborsi spese per arrivare a quote più sostenute e competitive. Ma scegliere questa carriera per i soldi non porterebbe molto lontano.

L’arbitraggio, va ricordato, è un impegno intenso non solo di tempo, ma anche fisico ed emotivo e in alcuni casi richiede una preparazione atletica da non sottovalutare.

La motivazione per sostenere questa attività deve essere sufficientemente forte da far superare quegli errori in cui umanamente si incorre ma che non vengono ammessi da chi ti osserva e nemmeno perdonati. Spesso, troppo spesso, si è testimoni di pestaggi di arbitri da parte di chi non ha apprezzato l’andamento di una partita o il risultato finale, non solo tifosi ma anche giocatori stessi.

Contrariamente a quanto si crede, il lavoro dell’arbitro non si esplicita semplicemente intorno ad un fischietto. Il suo compito

è assicurare la direzione della partita, assicurare che lo spirito del gioco sia costantemente mantenuto e che non vi siano violazioni delle regole disciplinari. Ha la responsabilità di affrontare gli eventi che accadono in campo durante la partita, di avvalersi anche della tecnologia, quando concesso, per valutare le situazioni più controverse e ha la responsabilità di decidere se rinviare o interrompere un match in determinate condizioni.

Gestire discussioni e disaccordi tra arbitri e giocatori o le polemiche con i tecnici non è semplice.

La preparazione di chi ricopre il ruolo dell’arbitro deve essere decisamente profonda anche a livello psicologico e la maturità emotiva non deve mancare. Di certo chi decide di intraprendere questa carriera non potrà omettere di allenare e sviluppare doti quali resilienza, imparzialità, responsabilità, capacità decisionali, capacità relazionali, mediazione, fermezza, capacità di gestire frustrazioni e stress e non potrà omettere di continuare a nutrire la propria autostima.

Doti preziosissime che si possono apprendere e che sono importanti anche in altri campi della vita.

Aggiungiamo poi caparbietà e passione, a maggior ragione se donne. Il mondo arbitrale nel calcio, ad esempio, è stato aperto alle donne solamente negli anni ‘90 e da allora si sono raggiunti buoni risultati anche se con molte riserve. L’arbitro, uomo o donna che sia, è quel perno intorno al quale ruota la competizione e senza il quale una competizione non avrebbe nessuna direzione e alcuna validità.

E in tutto questo questa figura rimane un uomo o una donna con tutto quello che ciò comporta. www.raffaellatoniolo.it

di Cosimo Gasparri, nutrizionista e docente di Dietologia/Alimentazione

I pro e i contro del latte, da secoli gradito all’uomo Il latte è un alimento prodotto dai mammiferi per i cuccioli della propria specie che contiene tutte le sostanze nutritive indispensabili per la loro crescita e sopravvivenza. E’ un alimento quasi completo, carente solo di vitamina C, ferro e fibre, adatto ai primi anni di vita dopo la nascita, quando l’apparato digerente non è completamente sviluppato e funzionale e non si possiede la capacità di alimentarsi come un adulto; crescendo, la capacità di digerire il latte diminuisce e da adulti si dovrebbe perdere completamente, come per le altre specie di mammiferi.

Circa 2-3 mila anni fa, il passaggio da una vita nomade e cacciatrice ad una vita sedentaria, con allevamento di bestiame e agricoltura, ha portato l’uomo al consumo di latte. Questo è stato possibile grazie ad una mutazione avvenuta in un gene (Lct) sul cromosoma 2 che ha permesso la produzione di lattasi (enzima che digerisce il lattosio in galattosio e glucosio) anche da adulti; inoltre l’evoluzione della tolleranza al lattosio, tra gli europei, è stata favorita dalla carenza di calcio e vitamina D nell’alimentazione, e soprattutto nel Nord Europa da una diminuita esposizione solare.

Nel latte e nei formaggi sono, infatti, contenuti calcio, potassio e vitamina D. L’uomo è l’unico animale che continua a nutrirsi di latte (in genere di mucca ma non solo) anche da adulto. Bisogna tener presente che il latte di una specie si è evoluto per far crescere

l’individuo della specie a cui appartiene. Le linee guida consigliano un consumo di latte e yogurt nella popolazione adulta di 2-3 porzioni al giorno, e di 2-3 porzioni settimanali di formaggio, sia stagionato che fresco.

I prodotti scremati sono indicati per le dislipidemie e le diete ipocaloriche. Bisogna ricordare che l’apporto di calcio non si ottiene solo dal latte ma anche dalle verdure a foglia verde, cavoli, broccoli, legumi (fagioli, piselli, ecc.), sardine, salmone, semi di sesamo, mandorle, alghe, pane integrale a lievitazione naturale, ecc.

A cosa serve il calcio? Favo-

risce la formazione e il mantenimento delle strutture ossee e dei denti, contribuisce alla coagulazione del sangue e al funzionamento di tutti i muscoli e il suo assorbimento intestinale richiede la vitamina D. Quali sono i rischi di bere troppo latte? Secondo recenti studi (molti dei quali ancora non definitivi) divulgati da autorevoli oncologi, il contenuto di fattori di crescita, in particolare di Insulin-like growth factor di tipo 1 (IGF-I), di calcio in eccesso e di estrogeni (soprattutto se munto nella seconda parte della gravidanza) possono contribuire alla formazione di diversi tipi di tumori (mammella, ovaio e prostata).

Inoltre sembra che non diminuisca di molto il rischio di fratture osteoporotiche, mentre una riduzione della carne e un aumento di verdure ne aumenta la protezione. Il latte, tuttavia, sembra associato a un minore rischio di tumori dell’intestino, per la ricchezza di calcio.

Molti studi sono ancora in corso e secondo alcuni nutrizionisti bisognerebbe adottare una strategia intermedia tra le quantità consigliate dalle linee guida internazionali e la completa eliminazione dei prodotti lattei, consigliando di consumare 1 porzione di latte o yogurt al giorno (se non intolleranti), che potrebbe ridurre il rischio di cancro dell’intestino senza aumentare eccessivamente quello di altri tumori.

Si attende però il risultato di successivi studi prima di prendere una posizione definitiva.

Studio di Dietologia & Nutrizione Umana dietologianutrizione@libero.it http://nutrizionistabassanodelgrappa. jimdo.com

il grande Sport

8 maggio 2016 -7

calcio

Lega Pro I giallorossi ai playoff tentano di seguire Cittadella

Sottili: «Sarà dura per tutti affrontare questo Bassano»

Per il secondo anno consecutivo il Bassano si giocherà le proprie chance di promozione nella lotteria dei play off. Mentre i “cugini” del Cittadella, seppur clamorosamente sconfitti nello scontro diretto, stanno già festeggiando la promozione in serie B, Misuraca e compagni hanno conquistato il diritto a disputare l’emozionante post-season, che potrebbe riservare ancora delle soddisfazioni al popolo giallorosso. Un traguardo tutt’altro che scontato, soprattutto dopo la cessione invernale di Simone Iocolano.

SODDISFAZIONE - «Siamo felici di aver centrato un obiettivo impensabile a inizio stagione – ha dichiarato mister Stefano Sottili - vale a dire l’accesso ai play off. Per di più siamo riusciti a centrarlo con ben due giornate d’anticipo. Ricordo quest’estate il timore che aleggiava di eventuali contraccolpi psicologici per la mancata promozione in serie B, ma questo gruppo merita di essere elogiato per quanto fatto finora e per aver raggiunto questo traguardo. Ora sappiamo che

se mettiamo in campo il giusto approccio e la giusta cattiveria diventiamo una squadra molto difficile da affrontare».

CANDIDO – Il centrocampista Roberto Candido è sintonizzato sulla stessa lunghezza d’onda. «L’aver distanziato squadre molto attrezzate di sette o dieci punti, come nel caso di Feralpisalò, Cremonese, Reggiana o Pavia – ha affermato Candido - ci deve far capire quanto di buon siamo riusciti a fare anche in questa stagione.

Abbiamo centrato un obiettivo importantissimo con due giornate d’anticipo, un obiettivo che forse era impensabile riuscire a raggiungere a inizio stagione. Ora dobbiamo cercare di conquistare il secondo posto in classifica e ritrovare l’autostima e l’entusiasmo necessari a ricaricare mentalmente le pile in vista dei playoff. Una squadra forte deve essere capace di ribaltare la gara, noi spesso siamo stati bravi a sbloccarla e poi a farla nostra. Ai play off si affrontano

squadre agguerrite, può capitare che si crei anche una sola occasione, ma in quel caso dobbiamo farci trovare pronti. Dobbiamo essere più concreti e determinati, io in primis, come tutto il resto del reparto offensivo. Ma sono fiducioso, lo ammetto, perché in campionato non abbiamo mai sbagliato l’approccio agli scontri diretti e questo sarà fondamentale nel prosieguo del cammino».

LA FORZA DEL GRUPPO – Un cammino in cui ogni singolo sarà chiamato a dare il proprio contributo alla causa comune. «Tutti i giocatori saranno importanti da qui alla fine – conclude mister Stefano Sottili – e in carriera mi è già accaduto, quando ero alla guida del Venezia, di aver vinto i play off grazie ai giocatori che avevano giocato meno fino a quel momento.

Dopo la partenza di Iocolano molti dicevano che non avremmo fatto bene, ecco, questa è la dimostrazione che per quanto un giocatore possa essere forte, non potrà mai essere forte quanto un gruppo».

Stefano Cirillo

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Lega Pro La squadra di Venturato in B con quattro turni di anticipo

Citta, è tempo di festa È il tempo della grande festa per il Cittadella, che può gioire per la matematica conquista della serie B ottenuta a quattro giornate dalla conclusione del campionato.

Il big-bang è esploso nel bigmatch fra le prime due in classifica: lunedì 18 aprile nel posticipo con il Pordenone.

Lucas Chiaretti ha dato il via alle danze con un gol “brasiliano” a girare sotto l’incrocio, poi una svista difensiva ha consentito al Pordenone di pareggiare. Quando tutto pareva destinato al rinvio a Salò, Filippo Lora ha esploso al 90’ un destro al volo che ha rotto l’incantesimo mandando in visibilio la tifoseria granata.

Al 94’ Claudio Coralli con una azione personale da vecchia volpe (58mo gol in maglia granata) ha infilato il 3-1 per una straripante apoteosi. Il pubblico ha invaso il campo e al Tombolato scorreva lo spumante.

Giovedì 21 aprile in occasione della foto ufficiale sullo sfondo di Porta Padova, è seguita una foto goliardica con cori, canti, maschere e parrucche colorate per ribadire che “la Festa continua”.

Anzi è raddoppiata mercoledì 27 nell’amichevole al Tombolato con l’Us Fontanivese San Giorgio, neo promossa in Prima Categoria. Giocate spettacolari e tanti applausi, con Alessandro Sgrigna mattatore e autore di quattro gol, hanno divertito i presenti in campo e sugli spalti.

A Salò nella terzultima di campionato Filippo Lora l’ha fatta da leone segnando tre gol, tutti

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Gianluca Litteri, invece, con la Cremonese ha portato i granata sul 2-0 con una doppietta da autentico bomber, anche se poi è finita 3-3.

Ma subito dopo la festa era garantita in Piazza Pierobon, promossa dall’amministrazione comunale per il tripudio dell’intera città.

L’ingresso da Porta Treviso dei beniamini con sgargianti cappelli di paglia sul carro trainato da un trattore è stato accolto da oltre 2000 tifosi nella sfilata rusticana dei “Cugini di campagna”.

Domenica 8 maggio la regular saison finisce a Bolzano, ma

la Supercoppa con Spal e Benevento, vincitrici dei gironi B e C di Lega Pro, garantirà ancora lo spettacolo il 14, 18 e 21 maggio, perché la festa non finirà.

LEADER. Il campionato non è ancora concluso, per cui i conti si faranno alla fine, ma già adesso si può dire che il Cittadella di Roberto Venturato ha un record in più. Nella sua storia ultraquarantennale, infatti, la società granata ha ottenuto diverse promozioni (nove volte) dai campionati dilettanti fino alla serie B (tre volte) con ripescaggi per meriti sportivi (1974/75, 1981/82), oppure vincendo i play off (in C1 nel 1997/98 sulla Triestina a Ferrara, in B nel 1999/00 a Verona sul

Brescello e nel 2007/08 sulla Cremonese) e anche con gli spareggi (in C2 nel 1992/93 a Cento sul Lumezzane). Solo nel 1988/89 il Cittadella ha vinto il campionato con quattro punti di vantaggio sul Caerano, conquistando la C2 con Paolo Bottacin in panchina.

Numeri alla mano, questo Citta di Roberto Venturato è veramente di un’altra dimensione e si appresta a un ulteriore salto di qualità in uno stadio che con la copertura della tribuna est è il terzo del Veneto per posti coperti. Le sue potenzialità ancora inesplorate appartengono al futuro che avanza.

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il grande Sport

Eccellenza La festa a Marostica

L’angolo della Prevenzione

a cura del Dottor Gianluca Gnoato osteopata e fisioterapista

Specialista nei disequilibri del movimento ar�colare e muscolare. Esperto in fitoterapia e alimentazione nel sistema scheletrico

Perché spunta un dolore improvviso al ginocchio?

I

l dolore anteriore di ginocchio, non causato da un evento trauma�co ma che insorge spontaneamente, è un sintomo sempre più frequente; lo si evidenzia negli spor�vi agonis�, nei dile�an�, ma anche nei sogge� (adolescen�, adul�, anziani) che svolgono una normale vita lavo- A ra�va. In passato veniva spiegato come sovraccarico ar�colare, come infiammazione o usura car�laginea, come irritazione dei tessu� molli (tendini, muscoli, borse, ecc.) a�orno al ginocchio, come sindrome femoro-rotulea, anche se il più delle volte la Risonanza Magne�ca non rilevava alcun problema. ià dal 1990 gli studi sulla artrocinema�ca e sul controllo muscolare del movimento, condo� da S. Sahrmann e M. Comerford, hanno chiarito come la debolezza dei muscoli stabilizzatori dell’anca e bacino sia la causa di dolori improvvisi al ginocchio. urante un passo, la discesa di un gradino, la spinta in una corsa, l’a�erraggio dopo un salto ecc., la muscolatura laterale dell’anca (grande e medio gluteo) dovrebbe mantenere il bacino orizzontale e l’arto inferiore lungo un asse ver�cale; in questa condizione l’ar�colazione del ginocchio si trova a lavorare in condizioni fisiologiche, la rotula è in posizione centrale e le forze trasmesse non comportano irritazioni (figura A). ei pazien� con sintomi si riscontra spesso invece un deficit di tale muscolatura, che non riesce a sostenere il peso del corpo; si trova quindi una inclinazione del bacino, una torsione del femore e una variazione dell’asse dell’arto inferiore; il ginocchio lavora in condizioni di

G D

8 maggio 2016 -8

calcio

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stress biomeccanico (figura B), la rotula si trova in posizione scorretta e si instaura una infiammazione (che negli anni evolverà verso lesioni car�laginee) e consuete terapie per ridurre infiammazione e gonfiore (farmaci, laserterpia, tecarterapia, ed eventuali infiltrazioni) portano risulta� limita�. Molto efficace invece un approccio osteopa�co, con riequilibrio manuale del bacino (manipolazioni), detensione muscolare (trattamento fasciale) per rilasciare muscoli contra�, e sopra�u�o un intervento sulla causa del problema, cioè impostare un adeguato programma mirato al rinforzo della muscolatura di B stabilizzatrice anca e bacino, in par�colar modo i glutei, al recupero dell’equilibrio (proprioce�vità), e al ripris�no del corre�o gesto funzionale secondo gli assi corre� di movimento (figura C). Questo inquadramento osteopa�co, con esercizi effe�ua� per lungo periodo, è l’unico che garan�sce la risoluzione della causa d’irritazione al ginocchio e riveste un ruolo importante di prevenzione nel futuro. icordo sempre di ragionare sul perché compare un certo dolore e di scegliere specialis� aggiorna� sulle più moderne metodiche di trattamento; spesso vengono propos� pacche� standard di a�vità posturale, ma con una cultura e una bibliografia risalente magari agli anni 1980-1990, che poco si avvicina ad aggiornate conoscenze mediche di biomeccanica del ginocchio. onsapevolezza del proprio problema significa libertà di scelta del tra�amento più adeguato.

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La causa sta nella debolezza dei muscoli stabilizzatori dell’anca e del bacino

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Euro salvo al fotofinish Impresa sportiva messa a segno in casa dell’Euromarosticense che grazie al pari centrato contro il San Martino Speme nello spareggio play out in gara unica mantiene la categoria dell’Eccellenza. Quella dei rossoneri è stata un’annata davvero piena di luci e ombre, costellata di infortuni e anche da qualche scelta arbitrale piuttosto discutibile.

Sta di fatto che la compagine di Belardinelli ha reagito alla grande e con un colpo di coda si

TORNEO GIOVANILE

I pulcini del Vicenza vincono il Petucco al Centro Giovanile

è imposta sui veronesi, contro i quali aveva perso in campionato sia all’andata che al ritorno.

All’Euromarosticense bastava anche solo un pareggio, in virtù della miglior posizione in classifica, e sono serviti i tempi supplementari per avere il responso finale. Il match si sblocca grazie a un rigore trasformato da Silvestri. Lo svantaggio non demoralizza la formazione che pareggia cinque minuti dopo con Topparelli.

I 36. torneo di calcio per la categoria Pulcini 2004 “Michele Petucco” mette a segno un altro successo. Allo stadio Giusti del Centro Giovanile di Bassano del Grappa, si sono affrontate le formazioni del Gruppo Cosmos, Sudtirol, Venezia, Giorgione, Vicenza, Spal 2013, Bologna 1909, Cittadella, Bassano Virtus Next Gen, Liventina, Montebelluna, Cesena, Atalanta, Pordenone, Udinese e Padova.

Giunto alla 36. edizione, tra i più vecchi tornei del Triveneto dedicati ai Pulcini, la manifestazione bassanese è diventata una sorta di Champions League del Nord Italia vista la partecipazione, anche quest’anno, delle migliori squadre di Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige.

Basket C

L’Orange 1 spera ancora

(S.C.) - La retrocessione è evitata… almeno per ora. Nonostante la sconfitta subita nel derby con l’Arzignano nell’ultima di campionato, l’Orange 1 evita di cadere in serie C Silver grazie alla contemporanea vittoria di Padova a Spilimbergo, che alla fine condanna proprio i friulani. Ora i ragazzi di Corà incroceranno le armi contro Monfalcone, in un turno di play out che si annuncia al cardiopalma. La partita di andata si gioca domenica 8 maggio a Spilimbergo, mentre il match di ritorno si disputerà al Palangarano domenica 15. Nel caso si rendesse necessaria la “bella” di spareggio, questa si giocherà a Monfalcone mercoledì 18 maggio. Se i rossogialli supereranno questo turno, avranno conquistato la salvezza. Altrimenti giocheranno contro la perdente dell’altra semifinale dei play-out, che vede di fronte Arzignano e Conegliano. Si giocherà domenica 22 e 29 maggio, mentre la “bella” è in calendario, eventualmente, domenica 5 giugno.

Chi uscirà perdente retrocederà.

L’Orange 1 è dunque riuscito a guadagnarsi l’appendice dei play-out e ora è pronto per giocarsi tutte le proprie chance di salvezza: in ogni match avrà bisogno anche dei suoi tifosi, che, siamo certi, non mancheranno di sostenere a gran voce la propria squadra.

Le finali entusiasmanti e divertenti hanno assegnato il 36. trofeo Michele Petucco, raffigurante il pagliaccio simbolo e mascotte del torneo in ceramica, alla squadra del Vicenza Calcio, già vincitrice anche nel 2015, che in finale ha conquistato la vittoria contro una altrettanto fortissima formazione dell’Atalanta. Al terzo posto la sorprendente squadra del Venezia, vera rivelazione del torneo, che ha avuto la meglio sul Padova Calcio ma solo al termine di una tiratissima partita e per mezzo del sorteggio con monetina. Alla fine le premiazioni, alla presenza delle autorità locali e federali e con i bambini protagonisti di simpatici siparietti, di domande e risposte, condotti dallo speaker ufficiale Francesco Perin.

il grande Sport

8 maggio 2016 -10

ciclismo

DILETTANTI

L’Alta Padovana Tour schiera 200 atleti al via

Il 15. trofeo internazionale Grand Prix Città Murata e dell’Alta Padovana Tour (presentazione lunedì 11 maggio alle 20.30 in sala consiliare Villa Rina a Cittadella) scatterà sabato 28 maggio e sarà valido come 2. prova del challenge riservato alla categoria Elite-Under 23.

La corsa è come sempre promossa dal Vc Tombolo del presidente Amedeo Pilotto assieme alle tradizionali cinque gare GP Longa di Schiavon-Memorial Gerry Gasparotto dello scorso 16 aprile; Giro del Medio Brenta 10 luglio (arrivo in quota a Gallio); GP Poggiana di Riese Pio X 14 agosto; Trofeo Bianchin a Paderno di Ponzano Veneto 25 settembre.

Illustrata nei dettagli, con la brochure-fotografica redatta da Alberto Zonta, l’Alta Padovana Tour è una classica tra le più veloci del Calendario Fci e si disputa lungo uno spettacolare circuito intercomunale (Cittadella-Fontaniva.Galliera Veneta-San Martino di Lupari-Tombolo) con lunghi rettilinei in strade extraurbane e provinciali con “trenate” da oltre 70 km/h, transiti cittadini, ampie curve e ravvicinate “chicane”.

Il ritrovo-raduno è nella splendida sede dello Stadio Pier Cesare Tombolato, quindi il trasferimento e partenza alle 13.30 dalla Cinta Murata di Riva del Grappa, sviluppando un primo giro di 21.2 km e nove di 13.2 per totali 140 km con traguardo nella centrale via Vittorio Veneto di Tombolo e possibilità per tutti gli spettatori di spaziare nel completo tragitto durante tutta la corsa.

Prezioso il sostegno organizzativo delle due sedi di partenza e arrivo con il vicesindaco reggente Luca Pierobon e il sindaco Cristian Andretta, l’assessore allo sport Francesco Pozzato, il consigliere comunale Luigi Sabatino, Ginaldo Quattoni della Consulta Sport, il supporto del-

le Forze dell’Ordine territoriali, molte associazioni e volontari e l’importante collaborazione dei Comuni attraversati dalla corsa Fontaniva, Galliera Veneta, San Martino di Lupari con i sindaci Lorenzo Piotto, Stefano Bonaldo, Gerry Boratto e i referenti allo sport Riccardo De Franceschi, Paolo Bianco, Stefania Baron.

Alla serata anche moltissime autorità, dirigenti federali, campioni e personaggi del ciclismo e dello sport, i responsabili delle gare del Grand Prix, con la speciale presenza della delegazione As Cittadella e l’esordio della Stella d’Argento del Coni ricevuta dal Veloce Club Tombolo lo scorso 15 aprile al teatro Olimpico di Vicenza per i 42 anni di consecutiva attività agonistica giovanile e amatoriale e di prestigiose organizzazioni locali, nazionali e internazionali, arricchendo una gloriosa bacheca societaria.

Il Trofeo Grand Prix con importanti patrocini istituzionali e sportivi, presieduto dall’avvocato Enzo Conte e diretto da Pierluigi Basso con Flavio Miozzo supervisore-tecnico, propone inoltre una speciale sinergia interdisciplinare creata con varie associazioni di reciproca e ampia diffusione delle rispettive attività, oltrechè un cospicuo cartellone di eventi collaterali fino all’autunnale Gala di Premiazione della squadra vincitrice (nel 2015 Stella d’Argento al 10. sigillo Zalf Fior) e l’assegnazione degli annuali Premi Grand Prix nei valori sportivi e socio-culturali, confermando anche il pluriennale legame di stima con le Istituzioni e Forze dell’Ordine.

Una gara con un ragguardevole Albo d’Oro di vincitori, podi, partecipazioni, che richiama il consueto pubblico delle grandi occasioni e la presenza dei principali team raggiungendo ben 200 iscritti.

Granfondo Oltre duemila gli atleti in gara; vincono Cecchini e Bertolin

La fi’zi:k fa il pieno Ancora una volta è grande festa per le due ruote a Marostica grazie alla Granfondo fi’zi:k. La manifestazione vicentina, organizzata da Studio Rx, ha spento la settima candelina. Abbattuto il muro dei 2.000 partecipanti, così come avviene per tutti gli appuntamenti giunti oramai a una maturità tecnica ed organizzativa. Pioggia che ha bagnato la corsa da metà gara in poi rendendo ancora più entusiasmante e imprevedibile l’andamento della gara, a causa anche di alcune cadute senza particolari conseguenze per i partecipanti. Il via da piazza Castello. A guidare il gruppo tre apripista di valore assoluto come i professionisti Elia Viviani (Team Sky) e Matteo Montaguti (Ag2r La Mondiale), entrambi in rotta verso il Giro d’Italia, ed Alessandro Ballan, campione del mondo nel 2008 in quel di Varese.

A fare la differenza è ancora l’abilità di guida del mezzo e il coraggio che premia il lucchese Cecchini, più forte di tutti, anche della malasorte e di una scivolata su un tornante subito dopo Crosara.

Tra le donne, nel lungo, dominio assoluto dell’ex professionista Odette Bertolin (Somec-MgKvisLGL) mentre nel corto è Astrid Schartmueller (G.S. Alpilatte BR) ad imporre ancora una volta il suo dominio su Serena Gazzini (Carraro Team Trentino) e Matilde Molo (G.S. Alpilatte BR). «È stata una corsa veloce nonostante le condizioni climatiche avverse – ha dichiarato Cecchini al termine della corsa -; conoscevo la discesa, ho voluto forzare l’andatura e sono incappato in una scivolata, senza conseguenze per fortuna. Dedico la vittoria al mio compagno di squadra Hubert Krys. Ci alleniamo sempre assieme. Per lui è un periodo particolare a causa dei problemi di salute.

Questa vittoria è per lui senza dubbio».

Grande emozione e determinazione per Odette Bertolin: «Devo ringraziare la squadra, per me una seconda famiglia, è stata una vittoria cercata e voluta che mette una buona base per il futuro.

Nel mirino ho la Nove Colli. Ho ancora tempo per lavorare e crescere il mio stato di forma. Di sicuro questo è un buon biglietto da visita».

GIOVANISSIMI/1

I 65 anni del Velo Nove

Il Velo Junior Nove ha alzato il sipario sulla stagione 2016 con la presentazione ufficiale delle squadre Giovanissimi ed Esordienti; presenti anche l’ex professionista Tullio Bertacco ed Enrico Battaglin. Il Velo Junior Nove festeggerà il 65.mo anno di attività ciclistica. Non

mancheranno gli impegni: si parte il 29 maggio con il “Trofeo Costantin” gara riservata ai Giovanissimi e sempre per questa categoria il 26 giugno si correrà il “Gp Pasticceria Marcon e Carrozzeria Lunardon”; l’appuntamento clou della stagione sarà il 2 giugno, data in cui Nove ospiterà

il Campionato Regionale Veneto per la categoria Allievi. Qualche giorno prima, il 26 maggio, nella sala polivalente San Pio X, verrà presentato al pubblico il Campionato Regionale e festeggiati i 65 anni di attività della società, guardando al futuro ma ricordando anche il passato.

GIOVANISSIMI/2

Il Veloce Club Bassano torna agli antichi fasti

Il Vc Bassano torna sugli scudi con una serie di risultati di assoluto valore. Dopo il secondo e il quarto posto di Mattia Faccio e Kevin Bonaldo a Conselve, in quel di Rubano è arrivato un uno-due memorabile da parte di Enrico Schirato e Marco Frigo, rispettivamente primo e secondo al 43. Gp Sportivi del paese dalle porte di Padova. Schirato è stato protagonista assoluto sin dalle prime pedalate. In fuga fin dall’inizio, ha scatenato la bagarre fra i 108 concorrenti al via e nel tratto più impegnativo del percorso, sui Colli Euganei, è riuscito a conservare le forze e la lucidità necessarie per scavare un ulteriore divario fra sé e gli avversari, ben spalleggiato dal suo compagno Frigo. I due atleti giallorossi fianco a fian-

co in un’azione palpitante che ha messo a dura prova le coronarie dei direttori sportivi Mirco Fachinat e Matteo Campagnolo. Al termine dei 61 chilometri in programma la coppia bassanese ha varcato la linea del traguardo con un vantaggio di un minuto e 40 secondi sul gruppo, regolando Luca Paladin della Sprint Vidor. La media del vincitore 39,110. Da segnalare anche il piazzamento nei primi 15 di Kevin Bonaldo. Poca fortuna invece per il primo Memorial Riccardo Costenaro per giovanissimi, organizzato proprio dal Vc Bassano. Nonostante tutto fosse stato preparato alla perfezione in quartiere XXV Aprile e molte società avessero aderito, la pioggia ha impedito lo svolgimento della gara.

8 maggio 2016 -11 il grande Sport altri sport Motori Il Rally Club Team del presidente Renzo De Tomasi ha riportato in auge la mitica corsa

Emozioni sulla Salita del Costo

La 25.ma edizione della Salita del Costo ha emesso i suoi verdetti: vittoria dell’Osella Fa30 di Adolfo Bottura che ha corso per i colori della Speed Motor e che si è aggiudicato così il prestigioso Trofeo Rizzato Inox; il pilota trentino è stato autore di una manche di gara perfetta realizzando il tempo notevole di 4’23”86.

Al secondo posto il veronese Federico Liber che nonostante il divario di prestazioni è stato protagonista di un’ottima due giorni di gara con la sua Gloria C8P Evo; il portacolori di Lts Racing Team ha accusato un distacco di 10”92 e a sua volta ha preceduto di oltre 12” Gino Pedrotti della Vimotorsport, terzo assoluto su Formula Renault. Ai piedi del podio si classifica la Osella PA 21 S Evo di Francesco Turatello che precede Domenico Dall’O su Radical Prosport e Renzo Meneghetti su Lucchini BMW. Settimo e primo di GT il vincitore dell’edizione 2005 Roberto Ragazzi su Ferrari 458 Evo che ha preceduto Paolo Venturi su Elia Aurio St09 e le altre due Ferrari 458 di Maurizio Piatesi e Bruno Jarach che chiudono la top-ten.

Miglior tempo tra le 36 storiche regolarmente partite, sulle 39 ammesse al via, per Luigi Moreschi che ha vinto oltre alla classifica del 3. Raggruppamento, anche il Memorial Giovanni Capovilla; il pilota mantovano ha portato in gara l’Osella BMW Pa 9 iscritta coi colori della Ta-

HOCKEY GHIACCIO

L’Asiago e il Cortina emigrano nel campionato di A austriaco

L’Osella Fa30 di Adolfo Bottura che ha corso per i colori della Speed Motor e ha vinto la Salita del Costo

zio Nuvolari Italia e che all’epoca fu una delle vetture utilizzate dal grande Mauro Nesti. Seconda prestazione assoluta e vittoria di 2. Raggruppamento per il rallysta Giampaolo Basso su Porsche 911 RSR Gruppo 4 del Team Bassano, il quale ha preceduto l’amico-rivale Agostino Iccolti su medesima vettura; Massimo Ronconi su Porsche 914/6 completa il podio di cate-

goria, mentre quella del 3. vede alle spalle di Moreschi , la Porsche 911 SC di Giuseppe Pezzo e l’Autobianchi A112 Abarth Silohuette del veloce Daniele Ortolan.

Promessa mantenuta dal pilota Davide Rigon, molto acclamato dal pubblico, il quale ha preso il via con la Ferrari 488 tra le manches delle storiche e quella delle moderne. Grande soddisfazione per il Rally Club Team di Renzo De Tomasi e per tutto lo staff che ha gestito la due giorni di gara.

FONTANIVA - Palio dei Quartieri

C’era una volta la Pallamano

L’assessore Antonia Trento e Flavio Silvello esaminano il “Progetto Tiro a bersaglio con Giavellotto”

A Fontaniva il mitico “Palio dei Quartieri” di Pallamano è stato riscoperto e rilanciato nel Progetto “Tiro al bersaglio con Giavellotto”, manifestazione sportivo-ricreativo-folcloristrica-sociale fra squadre rappresentative delle zone di Fontaniva. Il nuovo progetto è stato recentemente presentato dal referente del Salf Granata Club Flavio Silvello all’assessore del Comune di Fontaniva Antonia Trento e mira a coinvolgere diverse realtà locali in una “iniziativa doc fontanivese”, già praticata da decenni in Sportivando.

Il “Palio dei quartieri” di Pallamano ha fatto la storia sportiva a Fontaniva con oltre trenta edizioni ed è stato il settore che ha coinvolto il maggior numero di praticanti della Polisportiva Salf. La Pallamano è stata promossa anche attraverso altre iniziative locali (festa del Fair Play, festa della Famiglia, iniziative intercomunali) e addirittura partecipando ai campionati federali giovanili femminile e maschile della Figh e la serie C femminile negli anni ’90.

Purtroppo la mancanza di impianti sportivi a Fontaniva non ha permesso lo sviluppo che questa disciplina avrebbe meritato, ma i suoi valori educativi e di aggregazione restano e adesso vengono riproposti nel progetto a squadre.

Rino Piotto

L’Asiago e il Cortina si contenderanno il prossimo titolo italiano di hockey su ghiaccio di serie A 2017 giocando contro squadra austriache e slovene. Con le due formazioni venete ci saranno le altoatesine Gardena, Renon, Val Pusteria e Vipiteno e la trentina Fassa. Dalla serie B austriaca arriveranno molte squadre, una decina almeno; altre tre dalla Slovenia. La nuova Inter Alps hockey league nasce per volontà delle società, in accordo con le tre federazioni nazionali sport del ghiaccio e sotto l’egida della federazione internazionale Iihf.

L’asiaghese Andrea Gios, presidente della Fisg, rivendica le buone intenzioni e l’assoluta necessità delle scelte, operate per il bene del movimento hockeistico italiano: «L’Inter Alps hockey league nasce dall’esigenza di superare lo stallo in cui versa il torneo italiano di serie A, afflitto dalle vicissitudini finanziarie di alcune delle sue compagini e per questo minacciato dalla concreta eventualità di non raggiungere, per il prossimo anno, il numero minimo di squadre disposte a parteciparvi».

C’è la convinzione di riuscire a innalzare il livello del gioco e garantire una maggiore competitività per i club italiani, chiamati a confrontarsi in un panorama ben più vasto e concorrenziale rispetto all’attuale campionato italiano. Potrebbe esserci anche un maggiore interesse da parte degli sponsor, grazie alla più ampia visibilità, rispetto alle ristrette vallate alpine dell’hockey nostrano.

Tanto più se alcune città austriache, Salzburg e Klagenfurt, dovessero schierare in questo torneo

le loro formazioni giovanili. «Sarà un campionato sovranazionale, in grado di creare maggiori opportunità sportive per i nostri giovani atleti e migliori prospettive per la carriera sportiva - assicura Gios - tenuto conto anche del fatto che ciascuna squadra non potrà utilizzare più di quattro giocatori stranieri».

L’iniziale termine del 10 maggio, per l’iscrizione al torneo, slitterà di certo, probabilmente alla fine del mese.

Per consentire che la nuova Inter Alps hockey league assegni il titolo tricolore, nelle prossime tre annate, il Comitato olimpico nazionale ha imposto che la gestione della giustizia sportiva, per le squadre italiane impegnate nel torneo, resti agli organismi nazionali. Sarà invece una agenzia austriaca ad occuparsi di tutto il resto.