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Operazione “Caino”: l’infiltrazione nella politica
Il 13 dicembre 2022 un’inchiesta della DDA di Milano porta nuovamente all’arresto di Cosimo Maiolo, che aveva da poco terminato di scontare la pena per l’operazione “Infinito”, dei figli Antonio, Salvatore ed Omar, del fratello Damiano e del nipote Giovanni, di Luca Del Monaco e di altre persone, con accuse che vanno dall’associazione a delinquere al traffico di stupefacenti, dalla tentata estorsione al tentato omicidio, dalla ricettazione al porto illegale di armi, dal furto aggravato all’usura ed alla coercizione elettorale.
Da quanto riportato dai media, il nome “Caino” dell’operazione è ispirato da una intercettazione, in cui Cosimo Maiolo sembra volere la morte del fratello Damiano, che gli avrebbe disobbedito nel caso della sparatoria a Limito del 2019.
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Gli stralci di intercettazioni pubblicati accennano ai diversi interessi economici della banda, che spaziano dai servizi funerari di Pioltello al trasporto delle salme dei morti per Covid, alla fornitura di manodopera alle aziende di logistica della Martesana.
Colpisce per la sua particolarità il reato di coercizione elettorale, basato sulle presunte minacce di Maiolo contro persone che non intendevano votare per il candidato sindaco del centrodestra alle elezioni comunali di Pioltello del 2021. Dagli stralci pubblicati delle intercettazioni emerge che Maiolo avrebbe personalmente incontrato il candidato e, a sostegno della sua campagna elettorale, avrebbe organizzato un evento pubblico nella pescheria in via alla Stazione gestita dal figlio Omar. Nel mese di aprile 2023 inizia il processo per gli arrestati di dicembre, che chiedono il rito abbreviato. Già considerando lo sconto di un terzo della pena previsto con questo rito, l’accusa chiede condanne pesanti: 14 anni per Cosimo Maiolo, 12 anni per Salvatore e Damiano Maiolo e per Luca Del Monaco, 10 anni per Antonio e Giovanni Maiolo e 6 anni per Omar Maiolo. Si attende la conclusione del processo per l’autunno.
A fine luglio 2023 il Prefetto di Milano Renato Saccone emette una interdittiva antimafia contro l’impresa di servizi funerari Del Monaco, per i rapporti emersi dall’indagine “Caino” tra Cosimo Maiolo e Luca del Monaco, figlio del proprietario dell’impresa. Secondo i media, Luca viene rappresentato nell’indagine come uomo di fiducia di Maiolo ed è accusato di aver messo a sua disposizione i locali di una delle imprese familiari e di aver organizzato l’incontro col candidato sindaco del centrodestra da cui è discesa l’accusa contro Maiolo di coercizione elettorale. L’interdittiva blocca le attività funerarie dell’impresa: contro di essa, il proprietario dell’azienda (che non è indagato) presenta ricorso al TAR, che però all’inizio di agosto lo respinge, confermando il provvedimento del Prefetto. Sempre in agosto, una coda dell’operazione “Caino” porta all’arresto per spaccio di stupefacenti di due cittadini albanesi residenti a Limito, che sarebbero in rapporto di affari con Maiolo. Il cognome di almeno uno dei due– Leka – ritorna più volte nella storia della ‘ndrangheta pioltellese: è un Leka ad essere presumibilmente ferito nel 2007 da Cosimo Maiolo (vedi nel capitolo “Operazione Infinito”) ed è un altro Leka ad essere ferito da Damiano Maiolo (vedi nel capitolo “Bombe e sparatorie”).
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