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Operazione “Infinito”: la “locale” di Pioltello
l’operazione “Infinito”, condotta dal 2003 al 2010 dalla DDA di Milano, a rivelare il salto di qualità della ‘ndrangheta pioltellese: da manodopera al servizio di altre locali lombardi ad organizzazione autonoma e riconosciuta dalla casa madre calabrese. Le carte di “Infinito” raccontano una serie di fatti che riguardano la nostra città.
Il 9 giugno 2007 un albanese viene ferito a colpi di pistola in via Palermo a Limito. Le indagini puntano su Cosimo Maiolo: il fratello del ferito è considerato dagli inquirenti un fornitore di stupefacenti di Maiolo.
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Tra ottobre e novembre 2007 presso un ristorante in via Dante a Limito, Alessandro Manno incontra a più riprese Cosimo Barranca, capo della locale di Milano. In quei mesi si sta preparando il terreno per la nascita di una locale autonoma nella nostra città, non più dipendente da Milano: lo vuole Carmelo Novella, capo della “Provincia Lombardia”, forse per indebolire il potere di Barranca.
Il 1° marzo 2008, nel medesimo ristorante viene ufficialmente costituito la locale di Pioltello. Alessandro Manno assume il ruolo di “capo locale” , Cosimo Maiolo ne diviene “capo società” e Marcello Portaro “mastro di giornata”. Alla cerimonia sono presenti Giuseppe Manno (figlio di
Alessandro), Domenico Mazzà, Giuseppe Piscioneri ed i rappresentanti delle locali di Bresso, Cormano e Rho. Lungo la via Dante “una decina di giovanotti facevano il servizio di vigilanza”, impedendo così ai carabinieri, che stavano già indagando sui ‘ndranghetisti pioltellesi, di avvicinarsi al ristorante ed intercettare le conversazioni di quell’incontro.
La nuova locale viene riconosciuta da Carmelo Novella il 3 maggio 2008 con la consegna ad Alessandro Manno del titolo di “crociata”, uno dei gradi della gerarchia ‘ndranghetista. La cerimonia avviene a Cardano al Campo, alla presenza dei rappresentanti delle locali di Bollate, Bresso, Cabiate, Legnano, Limbiate, Lonate Pozzolo, Mariano Comense, Rho e Solaro.
Ma il protettore della locale pioltellese ha vita breve: Il 13 luglio dello stesso anno, Carmelo Novella viene ammazzato a San Vittore Olona, da killer mandati dalla Calabria per fermare la spinta indipendentista della Provincia Lombardia rispetto alla casa madre calabrese.
La locale pioltellese sopravvive alla morte di Novella: il mastro generale della Lombardia, Antonino Lamarmore, presenzia il 20 marzo 2009 al bar “Prince” in Limito all’affiliazione di Manuel Manno (figlio di Alessandro) ed il 31 ottobre 2009 Alessandro Manno partecipa al summit ‘ndranghetista di Paderno Dugnano, dove viene eletto il nuovo referente della Provincia Lombardia Pasquale Zappia, in sostituzione del defunto Carmelo Novella. Ironia della sorte, il summit si svolge in un centro anziani intitolato a Falcone e Borsellino.
Si arriva così al fatidico 13 luglio 2010: scattano le manette per affiliati e fiancheggiatori della ‘ndrangheta lombarda. Tra gli arrestati eccellenti, il capo della ASL di Pavia Carlo Antonio Chiriaco, l'assessore pavese Pietro Trivi e l'ex assessore della Provincia di Milano Antonio Oliviero. Vengono arrestati tutti gli affiliati della locale di Pioltello, per traffico di stupefacenti ed associazione di tipo mafioso. Al processo Alessandro Manno viene condannato a 16 anni di carcere, Francesco Manno a 13 anni e mezzo, Cosimo Maiolo e Giuseppe Piscioneri a 12, Marcello Portaro e Vincenzo
Vozzo a 11, Salvatore Maiolo a 10, Domenico Mazzà e Fiore Gentile a 8,
Ilario Cricelli a 6, Antonio Maiolo a 4 anni e 4 mesi, Manuel Manno a 4 anni.
Condanne confermate in secondo grado, con qualche riduzione di pena.
Ai condannati vengono sequestrati ingenti beni, tra cui una villa a Seggiano, diversi negozi in città e rilevanti somme in denaro.