L'idea - Grotte di Castellana. Meraviglia d'Italia.

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GROTTE DI CASTELLANA

MERAVIGLIA D’ITALIA

ANNO XXXIV - FEBBRAIO 2018 REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI BARI N. 765 DEL 11/10/1984 - PERIODICITÀ MENSILE - POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN A.P. - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004) ART. 1, COMMA 1, CNS BA



3 L’IDEA

EDITORIALE ANNO XXXIV - FEBBRAIO 2018 REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI BARI N. 765 DEL 11/10/1984 - PERIODICITÀ MENSILE - POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN A.P. - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004) ART. 1, COMMA 1, CNS BA

Puglia, una meta da non mancare MICHELE LORUSSO

GROTTE DI CASTELLANA MERAVIGLIA D’ITALIA

Anno XXXIV Febbraio 2018 Registrazione Tribunale di Bari n. 765 del 11/10/1984 Direttore Responsabile Michele Lorusso Collaborazione di Archivio Diocesano Conversano Centro Studi “Maria e Francesca Marangelli” Società di Storia Patria per la Puglia Sezione del Sudest Barese Paolo Perfido Vito L’Abbate Cosimo Cardone Antonio Fanizzi Editore Mediabuilding Srl - Conversano Direzione, redazione e amministrazione 70014 Conversano (BA) Via Polignano, 5 Tel. 080.4090217 Fax. 080.4958424 info@lideaonline.it Foto Rocco De Benedictis Mimmo Guglielmi Paolo Perfido Michele Lorusso Vision snc Andrea Pattaro Archivio Diocesano Conversano Stampa CSR - Roma

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S

ono sempre di più i turisti che scelgono la Puglia per le loro vacanze. Merito sicuramente delle bellezze artistiche e paesaggistiche, della rete museale esistente, del patrimonio enogastronomico, delle attività culturali. Si pensi ai trulli di Alberobello, alle Grotte di Castellana che di recente il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha definito “Meraviglia d’Italia”, a Castel del Monte, a Polignano a Mare che la CNN ha indicato tra le 12 località da non mancare, a Conversano - sede del Monastero di San Benedetto - dove le Badesse mitrate avevano gli stessi poteri del Vescovo, alla Chiesa di Santa Croce di Lecce che è un esempio eccellente di arte barocca, all’arte figula particolarmente sviluppata nel comune di Rutigliano dove vengono prodotti i tipici fischietti di terracotta e alle ceramiche di Grottaglie. La Puglia non è solo mare, sole ed enogastronomia d’eccellenza. C’è una Puglia sotterranea e culturale da scoprire e visitare 365 giorni l’anno, non solo d’estate. Quella che nel gergo del marketing turistico si chiama “destinazione”, con ampi margini di crescita per poter guardare a un mercato internazionale. Proprio nella direzione di destagionalizzare

si sta puntando negli ultimi anni, grazie a un elenco infinito di attrattive turistiche. Stiamo assistendo a politiche e iniziative che incoraggiano alla valorizzazione e promozione del patrimonio storico ed artistico intorno alle città d’arte e agli splendidi paesaggi rurali, in cui l’uomo e la natura hanno saputo creare nel tempo scenari di irreplicabile bellezza. Uliveti, vigneti, muretti a secco, tratturi e abitazioni primordiali, germe antico di moderne architetture essenziali. Ma si tratta di richiami che da soli non sarebbero sufficienti a giustificare lo sviluppo turistico registrato negli ultimi anni senza le attività di promozione internazionale poste in essere dalla Regione Puglia attraverso la Fondazione Apulia Film Commission e l’agenzia Pugliapromozione, che hanno basato le politiche di sviluppo sul binomio cinema-turismo, promovendo il territorio mediante le produzioni audiovisive. A tutto questo va aggiunto l’impegno degli operatori turistici pugliesi che, oltre ad assicurare grande professionalità e ottimi servizi nelle loro strutture ricettive, non fanno mancare la loro presenza negli appuntamenti fieristici internazionali


Sac “Mari tra le Mura”, nel 2018 parte la vacanza sostenibile. La prossima stagione estiva 2018 vede la piena partenza del sistema Sac “Mari tra le Mura”. Da quattro anni Comuni, partners e gestore hanno lavorato per garantire la piena e migliore realizzazione del progetto turistico. Il Sac “Mari tra le Mura” nasce nel 2010 come aggregazione di risorse ambientali e culturali del territorio dei Comuni di Conversano, Polignano a Mare, Rutigliano e Mola di Bari. Il distretto turistico così generatosi offre un immenso patrimonio artistico, culturale e gastronomico di alto livello, adeguatamente organizzato e gestito in ragione della capacità di promuovere percorsi di valorizzazione, sviluppo e cooperazione interistituzionale, sulla base di un'idea forza capace di attivare percorsi avanzati di attrattività regionale, anche attraverso la crescita e la qualificazione dei flussi turistici. L'idea cardine nella strategia di creazione e valorizzazione del SAC è fruire delle sue bellezze, così come del suo patrimonio

immateriale, con lentezza sostenibile, la sua espressione più pratica è l'Ecometrò. Chi sceglierà di raggiungerci potrà godere e scegliere delle diverse e molteplici offerte esperienziali e turistiche per esplorare il territorio, potendo lasciare il proprio mezzo di locomozione privato e girare tra i quattro comuni in completa libertà utilizzando sistemi completamente ecosostenibili: bici, risciò e navette. L'offerta turistica si presenta strutturata, integrata e certificata con uno standard di qualità particolarmente alto. L'Ecometrò è una rete di itinerari organizzati come le linee e gli snodi di scambio della metropolitana ma con fruizione lenta: percorsi ciclopedonali, carrozze e risciò. Dieci linee tematiche che si intrecciano tra loro e permettono all'utente di organizzare in maniera autonoma il percorso. Linee pensate per seguire percorsi diversi che abbracciano l'arte, l'enogastronomia, la religione, le aree archeologiche, i percorsi naturalistici, le residenze artistiche e le oasi blu con la presenza chiara sul Web e di quattro ecoinfopoint presenti in ogni comune coinvolto per supporto informativo e ticketing all'utente. La stagione estiva 2018 vedrà dunque la piena realizzazione di un progetto turistico innovativo, il Sac “Mari tra le Mura”.


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Il Presidente Mattarella agli 80 anni delle Grotte di Castellana È il primo Capo dello Stato a visitarle e con la sua presenza ha reso ancora più speciale l’anniversario della scoperta NICOLA CARDONE

a prima visita di un Presidente della Repubblica nelle Grotte di Castellana è coincisa, lo scorso 23 gennaio, con l’80° anniversario della scoperta. La presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella ha reso speciale una ricorrenza che è sempre particolarmente sentita

dalla città di Castellana, che dal 1° luglio del 1950 - proprio in virtù di quella scoperta che 12 anni prima aveva cambiato per sempre la sua storia - aggiunse la parola “Grotte” al suo nome. “Le Grotte non sono soltanto meraviglia di Puglia, ma meraviglia d’Italia in realtà”.


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01 SERGIO MATTARELLA PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

IL DISCORSO DEL PRESIDENTE MATTARELLA

“Franco Anelli, con la sua sete di conoscenza, è riuscito a dare un’ulteriore opportunità alla Puglia”

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BERNARDO MATTARELLA, MINISTRO DEL COMMERCIO ESTERO, CON FRANCO ANELLI, NICOLA ROTOLO E VITO LATTANZIO, SEGRETARIO PROVINCIALE DELLA DEMOCRAZIA 28 NOVEMBRE 1955

Queste le parole del Presidente della Repubblica dopo la discesa nella Grave. Ad accompagnarlo nel suo breve giro fino alla Caverna dei Monumenti il figlio omonimo dello scopritore Franco Anelli, il sindaco Francesco De Ruvo e il cda della società Grotte, con in testa il presidente Victor Casulli. “Gli 80 anni - ha aggiunto Mattarella - sono una ricorrenza importante e significativa. Le Grotte sono uno spettacolo straordinario che sottolineano la bellezza di questo territorio, pieno di fascino anche in superficie. Franco Anelli non si è limitato soltanto a scoprire le Grotte ma, insieme ai castellanesi e in particolare a Vito Matarrese, le ha sapute valorizzare e far conoscere. Questo perché era mosso da una volontà di scoperta, una sete di conoscenza: scoprire, conoscere e far conoscere la natura. Era uno studioso a tutto tondo, geografo della natura nel suo complesso e nella sua antichità, e grazie a questo è riuscito a dare un’ulteriore opportunità alla Puglia”. Il Presidente Mattarella nell’occasione ha ricalcato le orme del papà Bernardo che, il 28 novembre del 1955, da Ministro del Commercio Estero, aveva visitato le Grotte accompagnato da Franco Anelli, dal sindaco dell’epoca Nicola Rotolo e dal se-


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UNA VORAGINE A CIELO APERTO

I fasci di luce naturale rendono la Grave uno scenario da favola

gretario provinciale della Democrazia Cristiana Vito Lattanzio. Quattro anni prima, invece, il 25 settembre del 1951, era arrivato a Castellana il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, che però non scese nelle Grotte, limitandosi a vederle estasiato dalla bocca della Grave. Proprio quella Caverna della Grave che rappresenta il primo incontro del visitatore con le Grotte: un grandioso pantheon naturale, ricco di maestose e spettacolari concrezioni. Una voragine a cielo aperto, uno squarcio di cielo ritagliato che irradia l’interno con un fascio di luce naturale e rende lo scenario da favola. Un’inaspettata visione che affascina e incuriosisce i turisti che arrivano quotidianamente alle Grotte di Castellana (circa 15 milioni i visitatori che si contano dall’apertura al pubblico). La maestosità della Grave, però, è soltanto la prima tappa di un viaggio indimenticabile nelle viscere della terra. Un’avventura sotterranea lunga tre chilometri e della durata complessiva di 120 minuti. Un itinerario che attraversa la Caverna della Lupa e il Cavernone dei Monumenti, il Corridoio dell’Angelo e quello del Deserto, e ancora la Caverna della Torre di Pisa e

LUIGI EINAUDI PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, 25 SETTEMBRE 1951

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Dal 2013 le Grotte di Castellana hanno ottenuto il prestigioso riconoscimento di destinazione europea di eccellenza per il “turismo accessibile” 04

zare il fiato: la splendida Grotta Bianca, universalmente definita “la grotta più bella del Mondo”. Una visione e un’atmosfera impareggiabili e che le parole non sono in grado di descrivere. Uno scrigno gigantesco e imponente, tempestato di preziosità e gemme con una miriade di concrezioni alabastrine dal bianco candido. Una caverna di rara bellezza, che splende a 70 metri di profondità.

quella della Cupola. Uno spettacolo suggestivo, arricchito da figure e personaggi di fantasia che si materializzano alla vista degli increduli turisti: la Calza, la Civetta, l’Aquila, il Serpente, il Volto di Cristo, la Madonna e la Coppa del Mondo. E non è ancora finita, perché proprio quando il viaggio sotterraneo sta per volgere al termine lo spettacolo della natura regala un finale da moz-

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LA VISITA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SERGIO MATTARELLA NELLE GROTTE DI CASTELLANA

Anche la Grotte Bianca, così come l’intero itinerario, è completamente fruibile. Per questo, nel 2013, la città di Castellana Grotte ha ottenuto, nell’ambito del progetto europeo EDEN - European Destination of Excellence, il prestigioso riconoscimento di destinazione europea di eccellenza per il “turismo accessibile”. Un autentico primato per uno scenario già difficilmente accessibile per i normodotati, ma che è invece in grado di aprire la sua bellezza e la sua storia anche ai disabili


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01 ILLUSTRAZIONE DI DANIELA GIGLIO

Una “monaca di Monza” in Conversano

02 RITRATTO DI GIULIO ANTONIO ACQUAVIVA CONTE DI CONVERSANO

ANTONIO FANIZZI

a città di Conversano dal 1456 fu costituita dalla la dote di Caterina Orsini del Balzo, la quale sposò Giulio Antonio Acquaviva, di Atri. A quella importante famiglia, recentemente estinta, la contea appartenne per tutta l’epoca moderna. Nella prima metà del ‘600 le vicende della contea e della famiglia feudale furono dominate dal conte Giangirolamo II, potente e prepotente feudatario, detto successivamente il “Guercio di Puglia”. Egli morì a Barcellona il 14 maggio 1665, lungo la via del ritorno, dopo essere stato prigioniero. Nel luglio dello stesso anno morì in

duello il Cosimo duca di Noci. L’episodio più famoso della vita di Cosimo, ancora vivo nella memoria popolare, rimane il duello di Ostuni, combattuto da lui e da suo figlio Giangirolamo, con Petraccone V Caracciolo duca di Martina [Franca] e suo fratello Innico, il 19 luglio 1665, con esito tragico proprio per Cosimo. Questi nel 1646 aveva sposato Maria di Capua dei principi di Riccia (CB) e dalla loro unione erano nati dieci figli: le cinque figlie (Isabella, Margherita Gerolama, Giulia Teresa, Caterina e Vita Modesta) furono tutte monache nel monastero di San Benedetto in Conversano.


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IMMAGINE DELL’ABITATO DI CONVERSANO A METÀ 500


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IL CONTE GIULIO E IL TRONO

Nel 1681 Andrea Brancaccio fu nominato vescovo di Conversano, lo stesso anno in cui divenne Conte Giulio Acquaviva d’Aragona

04 RITRATTO DI ANDREA BRANCACCIO VESCOVO DI CONVERSANO ALL’EPOCA DELLA VICENDA

05 AL CENTRO CHIOSTRO DEL 1605 DEL MONASTERO DI SAN BENEDETTO DI CONVERSANO

Il tragico esito del duello di Ostuni rinfocolò gli odi per il probabile tradimento operato da Giovanni Carafa duca di Noia, padrino del duello tra Giangirolamo III Acquaviva d’Aragona e Innico Caracciolo. Si giunse a una sfida a duello nel settembre 1670, ma non se ne fece nulla, mentre nel marzo 1671 i “bravi” del duca di Noia si resero protagonisti di uno sfregio in danno di un vassallo del conte di Conversano. La notte del 14 marzo 1671, Giulio Acquaviva d’ Aragona, fratello del conte Giangirolamo III, riuscì ad entrare nel palazzo ducale e fatto prelevare dal letto il duca Giovanni Carafa, ordinò ai suoi “bravi”, che fosse sottoposto al taglio del naso e delle orecchie, così come era stato fatto al suo vassallo. Le preghiere della moglie del duca, Teresa Giudice di Cellamare, non servirono a far desistere Giulio, vi riuscì solo la mamma del duca, Lucrezia Acquaviva d’Aragona, perché a lei l’Acquaviva “non poteva far di meno che obedirla”, in quanto sua parente. Il duca Giovanni Carafa, per lo spavento subìto, morì il 17 aprile 1671, ma la contesa tra le due famiglie, ebbe termine solo nel novembre 1673 a seguito di un duello disputato tra Francesco Carafa di Noia, cavaliere di Calatrava e poi sacerdote, con Giulio Acquaviva d’Aragona, a Norimberga, in quanto nel Regno di Napoli e in altri stati non si potevano disputare duelli. I rapporti tra le due famiglie familiari tornarono sereni con l’abbraccio di Norimberga e pertanto Rodolfo Carafa, nato il 29 maggio 1650, poté frequentare le suddette cinque pro-cugine monache, in Conversano, come in occasione del baciamani del 13 novembre 1695 per la badessa Isabella Tommasa Acquaviva d’Aragona. Quella che fece accendere d’amore Rodolfo, fu Vita Modesta Acquaviva d’Aragona, entrata sedicenne nel monastero e in esso chiamata Dorotea. Nel gennaio 1681 fu nominato vescovo di Conversano monsignor Andrea Brancaccio e nel settembre dello stesso anno, divenne conte di Conversano Giulio, il protagonista del duello di Norimberga, il quale pretendeva avere un trono nella Cattedrale, simile a quello del vescovo: di qui una lotta infinita fra loro. Una tregua nelle lotte tra il conte ed il vescovo si ebbe con l’abbandono della città da parte del vescovo nel settembre 1690, una settimana prima che nella città scoppiasse un’epidemia di peste, durata fino al 1692. Il conte, invece, morì nel lazzaretto di Nisida il 1° febbraio 1691. Tra il 26 ed il 28 maggio 1697 in Conversano si verificò un “gravissimo eccesso”: il quarantasettenne Rodolfo Carafa, rapì dal monastero di san Benedetto suor Dorotea Acquaviva d’Aragona, la quale contava trentacinque anni, come annotò il cronista napoletano Domeni-

co Confuorto. Tra il 10 ed il 15 giugno 1697 il cronista annotò che ”Il pontefice, benché supplicato, non voglia dispensare al matrimonio della monaca professa donna Dorodea Acquaviva con don Ridolfo Carrafa, con annullare la professione di quella, per non dar mal esempio all’altre monache […] Tratanto non si sa de’ delinquenti ove siano requestati […] E s’è certificato che, arrivati, come si disse a Santo Vito di Polignano, si fecero sposare in faciem Ecclesiae, con le parole “vis et volo”, dicendo asseveratamente la monaca di non esser mai stata professa; saltem con l’intenzione, avendogliela i suoi fratelli fatta fare col coltello alla gola, del che lei sempre se n’era protestata.” Si seppe poi che gli sposi, imbarcatisi a Molfetta, si erano rifugiati a Venezia, ricercati dai parenti di Dorotea, in primis da sua sorella badessa e dalle sue sorelle. Il 19 giugno 1697 il vescovo Andrea Brancaccio fu addirittura chiamato dal Papa Innocenzo XII, per riferire circa la professione estorta a Dorotea.


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06 CUPOLA CENTRALE DELLA CHIESA DEL MONASTERO DI SAN BENEDETTO 1658

07 CASTELLO MARCHIONE Prima metà del 600

La testimonianza del vescovo, certo favorì la dispensa, che il Papa dapprima non intendeva concedere, per evitare il verificarsi di casi simili. Tra il 4 ed il 19 agosto 1697 Domenico Confuorto riferì di aver saputo che gli sposi erano a Murano e un anno dopo (26 luglio – 2 agosto 1698), che la professione estorta a Dorotea era stata dichiarata invalida e perciò il matrimonio era valido, mentre a Napoli il Consiglio Collaterale ordinò che fosse data la parola regia dai rispettivi parenti degli sposi, fino al terzo grado, di non dar corso a vendette. Tra il 1° ed il 9 febbraio 1699, gli sposi erano a Roma in casa di monsignore Francesco Carafa, il quale però non era in casa al loro arrivo. Da Roma, Rodolfo chiedeva intanto alla famiglia della moglie il pagamento della sua dote, ma un mese dopo si seppe che era morto e sua moglie, che era incinta, era rimasta “abbandonata in qualunque soccorso”. La figlia, nata postuma, fu chiamata Lucrezia, come la nonna paterna Lucrezia Acquaviva d’Aragona.

Lucrezia Carafa sposò il cugino Pompeo II Carafa ed ebbero due figli: Teresa e Giovanni, questi divenuto, poi, duca di Noia (4 giugno 1715-18 luglio 1768), ma ricordato principalmente come insigne cartografo, autore di una pianta della città di Napoli, ideata nel 1750 e completata nel 1775, ancor oggi validissimo aiuto per ricerche topografiche e l’unica, realizzata prima dell’Ottocento, dotata di solidi requisiti scientifici. La vedovanza della ex monaca fu di breve durata: “invaghita di un corteggiano di vil nascita del cardinale Rodolovich, sel prese senza rossore per marito”. Si ignora dove e quando sia morta, in quanto seguì il marito il in Lombardia, “sua patria”

08 STEMMA ACQUAVIVA D’ARAGONA


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ARTEMISIA GENTILESCHI, MADDALLENA PENITENTE (sec. XVII) Museo Correale di Terranova, Sorrento

La Cooperativa Armida organizza la mostra in collaborazione con il Polo BiblioMuseale salentino

Artemisia, i pittori del Conte La collezione di Giangirolamo II Acquaviva d’Aragona a Conversano a grande pittura Barocca del seicento napoletano sarà di scena, a partire dalla prossima primavera e per tutta l’estate 2018, nel castello e nella chiesa di san Giuseppe a Conversano (BA). Nata dal rinvenimento, nell’asse ereditario dell’ultimo conte di Conversano, don Fabio Tomacelli Filomarino, di un’inedita opera della grande pittrice Artemisia Gentileschi, la mostra ricostruisce, nei gusti artistici e nei tratti stilistici, la pregevole collezione di opere d’arte che il conte di Conversano, Giangirolamo II Acquaviva d’Aragona (1600-1665), aveva acquistato o commissionato direttamente per la propria quadreria nel castello conversanese. Nell’inventario fatto stilare nel 1666, all’indomani della morte del conte, oggi conservato

CARLO MANSUETO

presso l’Archivio di Stato di Napoli e per l’occasione presente in mostra, si possono contare circa 400 opere d’arte tra quadri, sculture, arazzi ecc. La mostra, organizzata dalla Cooperativa Armida di Conversano, da anni impegnata nei servizi di valorizzazione e fruizione dei beni culturali, in collaborazione con il Polo Biblio-Museale Salentino, è stata curata da Viviana Farina, docente di storia dell’arte all’Accademia di Belle Arti di Napoli e considerata tra i massimi esperti della pittura napoletana del ‘600, e da Giacomo Lanzilotta, ispettore della Pinacoteca Metropolitana “Corrado Giaquinto” di Bari. Al loro fianco un comitato scientifico costituito da studiosi ed esperti di caratura internazionale tra i quali: Roberto Contini, conservatore della pittura italiana presso i Musei Statali di Berlino, Andrés Úbeda de los Cobos, direttore aggiunto del Museo Nazionale del Prado di Madrid, Sandro Debono, direttore del Museo Nazionale d’Arte (MUZA) di Malta, Catherine Loisel, del Museo del Louvre di Parigi, Luigi La Rocca, Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Bari, Marta Ragozzino, Direttrice del Polo Museale della Basilicata di Matera, Brizia Minerva del Museo Provinciale Sigismondo Castromediano di Lecce, Mariastella Margozzi, Direttrice del Polo Museale della Puglia e Fabrizio Vona, già direttore


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03 MASSIMO STANZIONE SALOMÈ CON LA TESTA DI GIOVANNI BATTISTA (sec. XVII) Bijbels Museum Amsterdam (Olanda)

del Polo Museale della Puglia di Bari. Patrocinano la mostra: la Regione Puglia, Assessorato all’Industria Turistica e Culturale, Gestione e Valorizzazione Beni Culturali; il Comune di Conversano; la Città Metropolitana di Bari; il FAI, delegazione Puglia e Italiana Nostra, delegazione Puglia. Dal certosino lavoro di ricerca, durato circa due anni, sono emersi aspetti molto interessanti dal punto di vista storiografico e che hanno consentito di rintracciare e riportare nel castello

conversanese alcune delle opere citate nell’inventario del 1666, considerate, fino ad oggi, perdute per sempre. Oltre 50 le opere in mostra, molte inedite, di artisti del calibro di: Artemisia Gentileschi (1593-1654), Battistello Caracciolo (1578-1635), Massimo Stanzione (1585-1656), Guido Reni (1575-1642), Hendrick van Somer (1607-1656), Paolo Finoglio (1590-1645), Andrea Vaccaro (1604-1670) oltre, ciliegina sulla torta, ad un’opera poco conosciuta di Caravaggio (1571-1610) proveniente dal Museo


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04 ARTEMIASIA GENTILESCHI CARITÀ ROMANA (sec. XVII) Collezione privata, Conversano

Metropolitano della Cattedrale di Medina di Malta e mai esposta in Italia. Tra i prestiti prestigiosi, provenienti dall’estero, si annoverano: il Trionfo di Bacco di Paolo Finoglio, I Lottatori di Cesare Fracanzano e La Nascita del Battista di Artemisia Gentileschi, dal Museo Nacional del Prado di Madrid, la Maddalena penitente di Onofrio Palumbo e la Decollazione di san Giovanni Battista di Andrea Vaccaro, dall’Heritage Museum-Museum of Fine Arts (MUZA) di Malta, la Salomè con la testa di san Giovanni

Battista di Massimo Stanzione (alias Cavalier Massimo), dal Bijbelsmuseum di Amsterdam, oltre a numerose, autorevoli istituzioni museali italiane quali il Palazzo Reale, il Pio Monte della Misericordia e il Museo Filangieri di Napoli, Il Museo Nazionale di Arte Medievale e Moderna della Basilicata, Il Museo Correale di Terranova di Sorrento ecc. Un appuntamento imperdibile, dunque, quello a Conversano (BA) dal 24 marzo al 30 settembre, per gli amanti dell’arte e del bello in generale


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01 PARTICOLARE DEL SOFFITTO DELLA CHIESA DEI SANTI MEDICI 1650

Un tesoro da ammirare con gli occhi all’insù è la Chiesa dei Santi Medici a Conversano grazie all’intervento di artisti rinomati, l’eccellenza del tempo VITTORIA PETROSILLO

Un gioiello barocco per celebrare i conti di Conversano

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n capolavoro del barocco pugliese è la decorazione della chiesa dei Santi Medici a Conversano, già celebre per le cinque tele di PaoloFinoglio, che adornano gli altari laterali, il pittore che portò in Puglia il linguaggio naturalistico del seicento napoletano, più vicino alla luce serica di Artemisia Gentileschi che ai potenti chiaroscuri di Caravaggio, lavorando per gli Acquaviva d’Aragona, potenti feudatari della contea. All’interno dell’edificio, con il volto all’insù un mondo lentamente si disvela: dentelli, festoni, putti paffuti, foglie di acanto accartorciate e angeli adulti reggistemma, avvolti in sontuosi drappi dorati, intrecciano in robuste cornici le storie dei santi anàrgiri.


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SCENE DEL MARTIRIO DEI SANTI MEDICI (Particolare)

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03 SCENE DEL MARTIRIO DEI SANTI MEDICI (Particolare)

Lo stile barocco incarna i valori e l’orgoglio della nobile Famiglia Acquaviva d’Aragona

Il soffitto della chiesa dei Santi Medici di Conversano anticipa, in Puglia, il linguaggio ornamentale barocco, che si diffonderà negli ambienti culturali della Napoli seicentesca, così come suggeriscono le ricerche di Franceso Lofano, storico dell’arte,e autore di recenti saggi sulla decorazione della volta. Furono il conte Giangirolamo II Acquaviva d’Aragona e la sua consorte Isabella Filomarino a voler trasformare l’edificio nella prima metà dei seicento:“grandi somme” pagò il Conte, “per onorarlo”, avvalendosi di artisti “eccellenti”, dichiara la cronaca del tempo. Tutta la chiesa è una magnificenza di decori. Le cappellette laterali ospitano le grandi pale del Finoglio, dove insieme ai santi si celebrano i committenti dell’edificio; Giangirolamo e Isabella, appunto, affiancati dalla benevola figura di Ascanio Filomarino, celebre arcivescovo di Napoli ai tempi di Masaniello, intimo del papa Urbano VIII, zio di Isabella Filomarino, recentemente identificati nella pala, raffigurante Sant’Urbano che battezza Cecilia e Valeriano, un’opera che dimostra visivamente i rapporti della corte conversanese con gli ambienti politico-culturali della corte pontificia. Gli indirizzi che caratterizzano il casato, dunque, attraversano i confini del Regno di Napoli per approdare alla Roma che si offriva al magnifico linguaggio del barocco. Così,

gli stucchi della volta, che presentano un repertorio iconografico complesso, diventano metafora dell’orgoglioso nucleo di valori morali, artistici e umanistici, sedimentati nella cultura della nobile famiglia Acquaviva d’Aragona, del ramo Conti di Conversano, che soltanto un artista altamente erudito e pienamente aggiornato sugli svolgimenti della cultura artistica romana, avrebbe potuto interpretare. Nei volti delle leggiadre fanciulle, che interpretano le Virtù, in tutte le figure che popolano il soffitto, Lofano, ponendosi sulla scia delle intuizioni di Fabrizio Vona, vi ha rintracciato il segno estetico del barocco romano, e con una dotta argomentazione suffragata da documenti, lo studioso attribuisce l’esecuzione degli stucchi ad Andrea Bolgi, formatosi alla scuola del grande Bernini, ed esecutore della monumentale statua di Sant’Elena, che fa da corona al baldacchino del maestro, in San Pietro a Roma. Al di là dell’attribuzione, prodigiosi sono certamente gli effetti scenografici della volta conversanese, che si dilatano in alcuni punti, colpa dell’anamorfosi, un congegno prospettico che guida l’osservazione da un preciso punto di vista. Anche la luce naturale partecipa alla teatralità della volta esaltando il rilievo forme in stucco. Qui, hanno lavorato artisti davvero eccezionali per la Puglia di quei tempi


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IL PULPITO DELLA CHIESA DI SAN FRANCESCO D’ASSISI

Castellana, oltre alle Grotte c’è di più UN TOUR TRA LE BELLEZZE DELLA CITTÀ CENTRO STORICO, CHIESE, ARTE E CAMPAGNA MINO CARDONE

Grazie alla sua posizione strategica, si trova a pochi chilometri dalla costa e all’interno della Valle d’Itria a città di Castellana è indubbiamente famosa in tutto il mondo per il suo meraviglioso complesso carsico, ma è bene sottolineare come Castellana non sia solo Grotte. La principale caratteristica della città è la sua posizione geografica. Situata a pochi chilometri dalla costa, Castellana è inserita in una delle zone più belle di Puglia, la Valle d’Itria. Un pezzo di paradiso di Puglia, dove è ancora viva la civiltà contadina e della pietra. I centri storici, le marine, le campagne, le chiese, l’arte, le tradizioni e l’enogastronomia dei paesi dell’intera a Valle d’Itria meritano di essere vissuti. In tutto questo si inserisce anche Castellana, con il suo nucleo

antico sviluppatosi intorno alla chiesa Matrice con la sua antica torre normanna. Costruita intorno al 1200, tante sono le opere decorative al suo interno. Di livello le sculture di fine ‘500 di Aurelio Persio, scultore lucano, che visse a Castellana, fratello del più famoso scultore Altobello Persio, le cui opere si possono ammirare nella cattedrale di Matera. Ad impreziosire il centro storico tanti piccoli scorci che si completano con le altre chiese cittadine. La chiesa di San Leonardo, la chiesa di Sant’Onofrio e la chiesa del Purgatorio. Quest’ultima un autentico scrigno d’arte, pieno delle opere del famoso pittore castellanese del 1700, Vincenzo Fato. Da non perdere anche le viuzze lastricate di chianche, i caratteristici archi e gli antichi palazzi. Fuori dal nucleo antico, i palazzi patrizi di fine ‘800 e degli inizi del ‘900 che danno lustro a piazza Garibaldi, via XX Settembre, via Roma, corso Italia e piazza Nicola Costa, dove si affaccia anche il Palazzo Comunale con la sua caratterista torre con l’orologio. Il Palazzo Municipale, ricavato da un antico convento francescano, merita di essere visitato perché, oltre ad essere il luogo dove si svolge la vita amministrativa e politica della città, è ricco di opere d’arte dei maggiori artisti castellanesi. La più imponente è la quadreria del pittore contemporaneo Sergio Nicolò De Bellis.


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UNO SCORCIO DEL CENTRO STORICO DI CASTELLANA


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Il Palazzo Municipale ospita l’imponente quadreria del pittore contemporaneo castellanese Sergio Nicolò De Bellis IL PALAZZO MUNICIPALE

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Maestosi i due saloni al primo piano, la sala del Consiglio Comunale e quella della Giunta, ai quali si attinge attraverso un’elegante scalinata, impreziositi da volte affrescate con temi risorgimentali. Facente parte dello stesso complesso architettonico è la chiesa di San Francesco d’Assisi, al cui interno spiccano i tanti altari e le innumerevoli sculture realizzate da fra Luca Principino, vissuto tra la fine del 1600 e la prima metà del 1700, per tutta la sua vita, all’interno del convento.

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LA COLLINA DI SAN NICOLA DI GENNA

La chiesa settecentesca della Madonna del Caroseno, invece, chiude idealmente la bella via Roma, con la sua facciata movimentata con stile barocco, ripreso nell’altare centrale, ricco di decorazione scultoree, anche qui impreziosite da opere del Fato. Da menzionare anche l’ex convento dei Paolotti di largo Porta Grande, con l’annessa chiesa di San Giuseppe, adesso sede di una casa di riposo, e fuori dal centro abitato, sulla via che porta ad Alberobello, l’imponente convento dei frati francescani, dove si venera la Patrona della città, Maria SS. della Vetrana. A tutto questo va poi aggiunta la tranquillità che si respira nella campagna, che gode del particolare clima temperato, facendone un luogo da favola. Un panorama unico abbellito da casine in pietra, trulli, masserie fortificate e antiche cappelle religiose, circondato dai caratteristici muretti a secco e dalla variegata vegetazione, dove gli ulivi secolari la fanno da padrone


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LA STATUA BRONZEA DEDICATA A DOMENICO MODUGNO È STATA REALIZZATA DALL’ARGENTINO H. MEJER NEL 2009

Il blu dipinto di blu di Polignano a Mare conquista anche la CNN La perla del sud-est barese è tra i 12 luoghi da visitare almeno una volta nella vita MICHELE OGGIANO - LUCREZIA PELLICO

a Puglia non è solo una destinazione, è una scoperta continua e plurisfaccettata. Senza dover scegliere tra cibo, sole, mare, spiagge o cultura. Le sue peculiarità convivono in maniera armonica e sostenibile. Ad accorgersi del “tacco d’Italia” la CNN Travel, che ogni anno sce-

glie un tema per pubblicizzare mete e viaggi al suo pubblico mondiale. Così, dopo le “10 località montane”, le “12 più belle spiagge” e le “10 città più caratteristiche” sono spuntate le 12 località imprescindibili per il viaggiatore, e tra queste Polignano a Mare. Delimitata a est dal Mare Adriatico, confina

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LA PESCA RAPPRESENTA UNA DELLE LEVE DELL’ECONOMIA LOCALE

LE ATTRATTIVE “NATURALI”

I 20 km di costa conferiscono fascino e ricchezza al territorio

03 L’ACQUA SALMASTRA INFLUISCE SULLA GENUINITÀ E IL GUSTO DEI PRODOTTI DELLA TERRA

con Mola di Bari, Conversano, Castellana Grotte e Monopoli, è vicina al capoluogo barese e ai Trulli di Aberobello. Per rafforzare la sua scelta in vista della finale della Coppa del Mondo di Red Bull Cliff Diving, ossia la gara dei tuffi dalle grandi altezze che si terrà per l’appunto a Polignano a Mare il prossimo settembre, il noto canale televisivo manderà in onda a luglio una trasmissione dedicata alla caratteristica cittadina adriatica, incastonata sulla scogliera a sud-est di Bari. Poco più di 18 mila abitanti, dotata di una fascia costiera che si estende per circa 20 km, Polignano a Mare è famosa per la cucina a base di pesce, per alcuni particolari tipi di ortaggi che si coltivano esclusivamente nel suo territorio, ormai inseriti nel circuito slow food. Come le “bastinache” viola e gialle e i pomodorini annaffiati con acqua salmastra, che si coltivano nei terreni intorno alla famosa Abbazia-Santuario di San Vito, il cui nucleo originale risale al 700 d.C. e fu realizzato da monaci basiliani di rito greco-ortodosso. Ma Polignano a Mare, oltre a essere la località che in Italia ha ospitato il mag-


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L’ABBAZZIA SANTUARIO DI SAN VITO

Il nucleo originale risale al 700 d.C. e fu edificato da monaci basiliani gior numero di volte i tuffi del Red Bull Cliff Diving, è anche il paese di Domenico Modugno, celebrato con una statua in bronzo collocata proprio di fronte alla casa a picco sul mare da dove si tuffano i campioni delle world series. Soprattutto è la location in cui i popolari personaggi di Ridge e Brooke dell’interminabile soap opera Beautiful hanno scambiato le fedi, dedicando così al paese “dipinto di blu” e al territorio circostante alcune puntate della seguitissima “telenovela”. La CNN ha inserito la cittadina adriatica a picco sul mare nella lista dei 12 luoghi dalla straordinaria bellezza e da visitare almeno una volta nella vita. Il servizio dedicato alla città di Domenico Modugno è stato curato dalla giornalista freelance Silvia Marchetti che racconta così: «un tempo antico porto romano, in estate la spiaggia è una vivace piazza sul mare. Quando diventa affollato, i locali, nati e cresciuti sulle scarpate rocciose della città, corrono verso i luoghi solitari sulle terrazze rocciose»

IL PORTICCIOLO È OGGI APPRODO DI PESCATORI CON I LORO GOZZI TIPICI

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30 L’IDEA

BENVENUTI A CIAO HOTEL

WWW.CIAOHOTEL.IT

Un residence per sentirsi a casa col desiderio di viaggiare “Ciao” come lo stile cortese e informale che contraddistingue coloro che gestiscono l’hotel-residence nel cuore del Sud Est barese. Uno staff giovane e preparato, data l’esperienza decennale, sa accogliere l’ospite che visita il territorio per lavoro, per incontri istituzionali oppure per scoprire le meraviglie di una terra dalla vocazione turistica in forte espansione, la Puglia. Conversano è la città in cui nasce Ciao Hotel Residence, sul crocevia tra i Trulli di Alberobello, le Grotte di Castellana e la scogliera “dipinta di blu” di Polignano. Dista 30 chilometri dal capoluogo barese e vanta una posizione agevolata per raggiungere la splendida Valle d’Itria e il magico Salento (a sud) e l’imponente Murgia (a nord). Il residence garantisce una vacanza pratica e ideale, grazie a suite confortevoli che ospitano anche 5 persone, a un arredamento sobrio e spazioso e alle facilities come

il collegamento wifi gratuito e la TV satellitare. L’angolo cottura consente di vivere l’esperienza di soggiorno a guisa di un’autentica dimensione domestica. La colazione è uno dei fiori all’occhiello della struttura, data l’ampia scelta che viene proposta all’ospite. Sempre pronto a esaudire ogni richiesta, lo staff è a disposizione per transfer e visite guidate nei territori limitrofi, così ricchi di attrazioni, storia ed eventi culturali. Conversano è stata per due anni consecutivi la capitale pugliese dell’arte, ospitando le estemporanee del surrealista De Chirico e del dadaista Man Ray presso il Castello Aragonese. Molto apprezzati i corsi di cucina tradizionale organizzati dal personale di Ciao Hotel Residence in collaborazione con importanti attività di ristorazione locale. Un’esperienza di ospitalità a 360 gradi che non manca di risultare anche conveniente sotto il profilo del costo.




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