Estratto Il bacio di mezzanotte

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fa. Poi si addentrò nella città sconosciuta, nella notte. Era in preda all’isteria, e ogni rumore – perfino il suono dei suoi stessi piedi che correvano – pareva mostruoso e letale. E la bambina non la smetteva di piangere. Le avrebbero trovate, se non fosse riuscita a farla star zitta. Doveva metterla a letto, serena e al calduccio nella sua culla. Allora la piccola sarebbe stata contenta. Allora sarebbe stata al sicuro. Sì, ecco cosa doveva fare. Mettere la bambina a letto, dove i mostri non avrebbero potuto trovarla. Lei stessa era stanca, ma non poteva riposare. Troppo pericoloso. Doveva tornare a casa prima che sua madre si rendesse conto che aveva violato ancora il coprifuoco. Era intontita, disorientata, ma doveva correre. E così fece. Corse fino a che non crollò esausta, incapace di fare un altro passo. Quando si risvegliò qualche tempo più tardi, si sentì come se la sua mente fosse sconvolta, in pezzi come un guscio d’uovo. La sanità mentale la stava lentamente abbandonando, la realtà si deformava in qualcosa di nero e scivoloso, qualcosa che stava danzando sempre più distante, fuori dalla sua portata. Udì un pianto ovattato da qualche parte in lontananza. Un suono così flebile. Sollevò le mani per coprirsi le orecchie, ma poteva ancora sentire quello smarrito, piccolo piagnucolio. «Ssh» sussurrò a nessuno in particolare, dondolando avanti e indietro. «Silenzio adesso, la bimba dorme. Silenzio silenzio silenzio...» Ma il pianto continuò. Non si fermò... non si fermò. Le lacerò il cuore mentre sedeva nella strada sudicia e fissava, senza vederla, l’alba che si approssimava.

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