Bergamo SOStenibile 10

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Numero 10 - Marzo 2012

www.bergamosostenibile.com

Eco dalla Provincia

A proposito di stadio

A cura di Diego Moratti e Michela Offredi

Per l’edizione del mese di marzo abbiamo incontrato due donne e politiche bergamasche. Ci hann e i loro pareri sul nuovo progetto «Parco dello Sport» in località Grumello al Piano. La parola a Si provinciale alle Grandi infrastrutture, Pianificazione territoriale ed Expo, e a Mirosa Servidati, v

Silvia Lanzani: “Uno stadio è bello se è sicuro” Silvia Lanzani non è una che si lascia intimorire. Laureata in Architettura al Politecnico di Milano (dove è docente), iscritta alla Lega Lombarda - Lega Nord Padania e dal 1999 in Consiglio comunale a Bergamo, oggi è assessore alle Infrastrutture pubbliche, alla Pianificazione territoriale e all’Expo per la Provincia. Lei, che si è “sempre concentrata sulle competenze di una persona, non sull’essere donna o uomo”, non si è mai sentita a disagio, in politica e al lavoro, anche quando è circondata da uomini. E, quando qualcosa la interessa o la riguarda, ci tiene a esprimere un giudizio. Stadio compreso. Quando è iniziata la sua carriera politica? In politica ci sono arrivata quasi per caso, grazie all’amicizia d’infanzia con Daniele Belotti, oggi assessore al Territorio e Urbanistica della Regione Lombardia. Abbiamo condiviso le vacanze estive quando avevo 5 anni. Nel 1999 fui eletta in Consiglio comunale e così iniziò un’avventura molto interessante. La carica in Provincia l’ho accettata in seguito, perché le deleghe proposte mi interessavano. Sono tematiche sulle quali studio, lavoro, insegno. È importante spendersi per il proprio territorio, ma si riesce a farlo bene solo quando qualcosa piace e si conosce. La politica mi assorbe 365 giorni all’anno e 24 ore su 24. Sono sacrifici, ma fatti volentieri. Non si è mai sentita svantaggiata o discriminata in quanto donna? Sono architetto e ho cominciato ad andare in cantiere, un ambiente prettamente maschile, molto presto. Ho imparato come rapportarmi con gli uomini. È una cosa che non mi ha mai creato problemi, nella mia professione, in università e in politica. Sono l’unica donna della Giunta provinciale, ma non mi faccio spaventare dagli altri dodici. Quando sono entrata in po-

litica non ho pensato che sarei stata una mosca bianca o che non ci sarebbero state persone più brave di me. Questo può capitare a chiunque e dovunque, non c’entra col fatto di essere donna, ma anzi per me è motivo di stimolo. Non crede che la società e la politica siano ancora troppo “maschili”? Penso sia così. In politica siamo poche, ma la colpa è anche del mondo femminile. Le donne hanno attitudini innate. Sono più sensibili e hanno la capacità di fare mille cose contemporaneamente. Sono allo stesso tempo madri, mogli, lavoratrici, amiche. Gli uomini hanno altre doti. Molte pensano che per arrivare ai vertici si debba essere aggressive o competitive come gli uomini. C’è bisogno di altro, non credo sia la modalità giusta. Basta l’intelligenza a risolvere la situazione, non servono atteggiamenti maschili o quote rosa. Cosa pensa, invece, del nuovo stadio di Bergamo? L’idea di rifare lo stadio l’ho sempre condivisa, perché la collocazione attuale è ormai sbagliata. Non può continuare a stare, come ora, in una zona residenziale ad alta densità. Come ogni grande infrastruttura, deve essere posto in un luogo facilmente raggiungibile, vicino alle vie di comunicazione e soprattutto deve essere in un ambiente sicuro. Uno stadio è bello solo se è sicuro. La sua posizione deve consentire alle forze dell’ordine di mettere in sicurezza le persone che lo frequentano. Entrando nello specifico. Cosa pensa del fatto di collocare lo stadio nel Parco Agricolo Ecologico? Non voglio pronunciarmi perché la questione è complessa. Qualsiasi soluzione potrebbe sollevare obiezioni. Non dico sia giusto farlo nel Parco Agricolo, ma non è corretto nemmeno lasciarlo nel centro della città. Credo possa avere un senso immaginarlo

vicino a un asse autostradale o ferroviario. Lo stadio è un luogo ad alto rischio sociale e qualsiasi localizzazione sia stata ipotizzata presentava comunque delle criticità. O non lo facciamo o qualcuno dovrà accettare qualcosa. Se si vuole raggiungere un obiettivo sarà necessario. Rispetto ai volumi del nuovo stadio che idea si è fatta? Non entro nel merito del progetto perché tutti quelli presentati in questi anni sono molto belli. Lo stadio, essendo un’infrastruttura pagata da un privato, può presentare degli aspetti magari discutibili. La presenza di strutture a fare da corollario ha senso per un equilibrio economico. È un aspetto con il quale fare i conti. Questo non significa fare delle opere che non siano in equilibrio con il territorio; significa che chi costruisce deve avere la possibilità di far rientrare qualcosa di ciò che mette a disposizione. Il progetto promette un’attenzione particolare alla sostenibilità ambientale. Cosa pensa di questi due aspetti? Penso siano fondamentali. La struttura dovrà essere realizzata con gli studi più innovativi e qualitativamente elevati. Fortuna oggi queste attenzioni sono divenute buona pratica, anche per progettare cose minime. Nella nostra provincia questa sensibilità è a un buon livello e mi auguro possa diventare un atteggiamento contagioso.


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