Bergamo SOStenibile 10

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Numero 10 Anno III - Marzo 2012 - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - LO/BG

efficienza energetica

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Periodico d’informazione culturale sugli stili di vita e d’impresa sostenibili

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Marzo 2012

La sfida di Expo 2015 Progettare città intelligenti A Bergamo presentata l’avvenieristica “Smart Digital City”

Siamo donne

Offredi a Pagina 4

di Diego Moratti Sia chiaro: non è una questione di sessualità, tutt’al più, di congiuntivi esortativi. Siamo donne, lo affermo ora più di quanto lo avessi pensato inizialmente. Quando, tempo fa, dissi a mia madre che volevo dedicare il numero di marzo di Bergamo SOStenibile alle donne, la risposta immediata fu: “Guarda che non ci serve il contentino”. Legittima osservazione, ahinoi più che giustificata, tanto è diffuso ancora oggi un certo maschilismo, magari un po’ velato dal “politicamente corretto” parlare di quote rosa e festa della donna. “Quote rosa o quote panda? Neanche fossimo una specie da proteggere” è infatti un’altra sprezzante risposta che mi sono beccato da alcune donne in questi giorni, mentre cercavo di condividere le mie riflessioni. Eppure, dopo oltre un anno dall’avvio di questo giornale, voglio cogliere l’occasione di trattare la questione di genere

Eco dal Comune

Speciale

La nostra aria

La vie en rose Alice, Claudia, Michela, Marcella, Clara, Livia, Maria raccontano storie di donne che a Bergamo e nel mondo vivono e lavorano per una società più SOStenibile da Pagina 44

segue a pagina 2

Una campagna di sensibilizzazione per migliorare la qualità di vita a Pagina 24

Fiera Edile di Bergamo In crescita l’edilizia “di classe” A da a Pagina 10

Sport

Ambiente

EcoRace 2012

Attenti al gorilla

La rubrica amica della natura firmata WWF Lombardia e Bergamo SOStenibile a Pagina 30

Al via i Campionati di Duathlon Correre per l’ambiente a Pagina 20

Soluzioni per il risparmio della spesa energetica


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zioni genetiche differenti, visioni e angoli visuali persino divergenti, ma parimenti validi e soprattutto utili a ricercare e comporre la migliore sintesi possibile. Non considerare l’apporto, lo sguardo, il punto di vista sulle cose che può dare una donna, all’interno della quotidianità, sul lavoro, in famiglia, in politica, nelle imprese, nelle piccole decisioni come nei momenti cruciali della vita, sarebbe una perdita. Ma se la sensibilità femminile non viene vista come un valore aggiunto, una ricchezza, se la sua presenza non è ricercata e voluta, anche dagli uomini, in modo concreto ed effettivo, allora è la società tutta a perderci, è la società tutta che si sta pri-

vando di un prezioso apporto. Al contrario una società sostenibile, lungimirante, deve invece esigere lo sguardo femminile sul mondo, con il suo patrimonio di cura, attenzione e con quella innata capacità di interpretare la complessità del presente, proiettandola contestualmente nel futuro. Per questo motivo, da uomo, arrivo a dire: la sostenibilità è donna. E per questo motivo, finalmente, dobbiamo fare “nostra” la festa dell’8 marzo. Da qui la mia esortazione iniziale, da uomo, a uomini e a donne: “Siamo donne”. (Congiuntivo esortativo).

Editoriale

Segue dalla prima pagina inquadrandola da un punto di vista forse inconsueto, ma credo più appropriato e –manco a dirlo- più SOStenibile. Con una dichiarata premessa: da uomo intendo rivolgermi agli uomini. Permetteteci, care donne, di derubarvi del “vostro” 8 marzo. Come direttore di questa testata, mesi fa avevo già anticipato ad una giornalista di scrivere l’editoriale per il mese di marzo. Vero è che già in diverse occasioni alcuni editoriali sono stati scritti da donne, e pure molti articoli e le tematiche che trattiamo sono spesso molto “femminili”, in linea con la nostra mission di promuovere la sostenibilità, anche nel senso di più attenzione e cura alla qualità della vita. La mia idea iniziale, lungi dal concedere “quote panda” o contentini, era che una donna avrebbe saputo meglio scrivere, argomentare e rappresentare le istanze femminili. E questo è sicuramente vero, come dimostrano gli ispirati contributi proposti nei numerosi articoli dello “Speciale donne” che trovate in queste pagine: donne sono i tre “Premi Nobel” per la Pace assegnati nel 2011, come donne sono alcuni esponenti ai vertici delle istituzioni nazionali ed europee: dalla Merkel alla Marcegalia, dalla Camusso alla Fornero. Ma la donna non dev’essere valorizzata solo quando si trova ai vertici, ma va apprezzata nel peculiare apporto che può dare quotidianamente alla società, in ogni ambito, piccolo o grande che sia, dove sia richiesta cura, attenzione e una certa capacità di guardare al futuro con lungimiranza. Ed è proprio questa la riflessione a cui mi riferivo: una società sostenibile è una società che sa guar-

“Da uomo intendo rivolgermi agli uomini. Permetteteci, care donne, di derubarvi del «vostro» 8 marzo” dare al futuro. E una società che guarda al futuro deve utilizzare al meglio le risorse di cui è dotata. Un concetto ripetuto spesso in questo giornale: se vogliamo preservare il pianeta Terra, dobbiamo avere cura delle risorse

“Se la presenza della donna non è ricercata e voluta anche dagli uomini, in modo concreto ed effettivo, allora è la società tutta a perderci” naturali che esistono, non sprecarle, bensì farne un uso accorto, intelligente, per il bene di tutti, anche dei posteri. Analogamente ritengo che la logica della sostenibilità ambientale valga per le risorse umane all’interno della nostra società. Difficilmente sapremo arrivare a soluzioni di ampio respiro, se non sappiamo

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Registrazione: Tribunale di Bergamo N. 25/10 del 04/10/2010 Registro stampa periodici Chiuso in redazione 27 Febbraio 2012

valorizzare al meglio le differenze presenti nella nostra società. Difficilmente troveremo una sintesi equilibrata e congegnale per tutti, se lo sguardo maschile sul mondo non si incrocia e confronta con quello femminile. Sono due sguardi differenti, inutile negarlo ed inutile contrapporli. Esperienze diverse, predisposi-

> Editore Studio Green Solution S.r.l. > Direttore Editoriale Marco Rossi direzione@bergamosostenibile.com > Direttore Responsabile Diego Moratti direttore@bergamosostenibile.com > Amministrazione Raffaella Ghisleni - redazione@greensolution.it Roberta Spinelli - redazione@bergamosostenibile.com > Progetto Grafico ed impaginazione Layout Studio Service Srl - Bergamo www.layoutstudio.it > Stampa CSQ Spa - Erbusco (BS) - www.csqspa.it > Pubblicità Studio Green Solution S.r.l. - info@greensolution.it Tel 335.362358 - Via Privata Legler, 14 - Brembate Sopra

Diego Moratti

Hanno collaborato a questo numero: Valeria Annovazzi - Giurista ambientale Marcella Messina - Dottore di ricerca dell’Università di Bergamo Maria Imparato - Giornalista Alice Motti - Giornalista Michela Offredi - Giornalista Luciano Valle - Fisolofo ambientalista Claudia Proserpio - Psicologa clinica Patrizia Mantoessi - CFL Raffaele Avagliano - Giornalista Duccio Colombo - Biofarm Lisa Casali - Ecocucina Erica Bettinelli - Villino d’Erica Livia Salvi - Moda e Storia dell'arte Emma Baldin - Responsabilità Sociale d'Impresa Clara Gandolfi - Giornalista

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Attualità

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Anno Internazionale

2012: Anno Internazionale dell’Energia Sostenibile per Tutti Ban Ki-Moon “Garantire a ogni abitante della terra l’accesso all’energia, incentivando le fonti rinnovabili”

In occasione del World Future Energy Summit svoltosi ad Abu Dhabi il 16-19 gennaio 2012, il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, ha ufficialmente aperto l’Anno Internazionale dell’Energia Sostenibile per Tutti (così è stato designato il 2012, con Risoluzione ONU 65/151 del 20.12.2010). Per il corrente anno, i 193 Paesi aderenti all’Organizzazione delle Nazioni Unite si vedono impegnati nel garantire a tutti l’accesso all’energia, oltre che nel proteggere l’ambiente mediante un utilizzo sostenibile delle fonti di energia tradizionali (non rinnovabili) e delle fonti di energia alternative (rinnovabili). Come ricordato dal Segretario Generale, l’energia trasforma la vita delle persone: “Quando ero un ragazzo in Corea, nelle devastazioni del dopoguerra, ho studiato alla luce di una piccola lampada ad olio sino al college; ho aiutato mia madre ad alimentare il fuoco di cottura. Nel mio villaggio non c’era una clinica con farmaci refrigerati e non avevamo alcuna comodità, come un frigorifero o ventilatori o aria condizionata. Poi il mio Paese si è sviluppato economicamente, abbiamo superato la povertà energetica che è ancora molto diffusa e condanna miliardi di persone al buio, a problemi di salute, ad occasioni perse per l’educazione e la prosperità; non è né giusto né sostenibile che 1 persona su 5 non abbia accesso all’elettricità; non è accettabile che 3 miliardi di persone debbano ricorrere a legna, carbone o rifiuti di origine animale per

cottura e riscaldamento”. L’energia è fondamentale per tutto quello che facciamo per ridurre la povertà, per la lotta ai cambiamenti climatici, per la crescita economica, la pace e la sicurezza globale, per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millennio. È il filo d’oro che collega crescita economica, maggiore equità sociale e salvaguardia dell’ambiente. Scienza ed economia ci dicono che è necessario effettuare il passaggio ad un’energia pulita il più rapidamente possibile; non bisogna, tuttavia, sottovalutare la corruzione nello sfruttamento delle risorse naturali e, per questo, la responsabilità è un principio fondamentale di questa azione globale: tutti gli impegni dovranno essere trasparenti e monitorati. A partire dal 2012, gli attori coinvolti -settore privato, finanza, governi, organizzazioni internazionali, associazioni filantropiche, società civile- si vedono impegnati per il perseguimento entro il 2030 di tre obiettivi complementari: garantire a tutti l’accesso a fonti di energia sostenibili e pulite, raddoppiare l’efficienza energetica e raddoppiare la diffusione delle energie rinnovabili. Quali invece le opportunità? I governi possono sviluppare piani energetici nazionali, prevedere sostegni economici ed abolire tariffe; le imprese possono im-

pegnarsi ad operare con più efficienza energetica, costituire partnerships pubblico-privato per migliorare la sostenibilità energetica di prodotti e servizi; gli investitori possono impegnare i capitali per lo sviluppo di energie rinnovabili; i governi, le imprese ed il mondo accademico possono contribuire con la

“Da marzo 600 milioni di euro saranno destinati per la riduzione delle emissioni” Corrado Clini, Ministro dell’Ambiente ricerca; i comuni cittadini possono aggregarsi in gruppi per promuovere campagne di sensibilizzazione sul tema ed incoraggiare alla trasparenza. Il primo passo verso un’azione globale si concretizzerà a Rio+20, la Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile (in programma per il 20-22 giugno), ove tutte le parti interessate saranno invitate a dichiarare i propri impegni e i programmi d’azione a favore di un’energia sostenibile per tutti. Una prima dichiarazione è già giunta dal Ministro dell’Ambiente Corrado Clini: “Da marzo 600 milioni di euro saranno destinati per la riduzione delle emissioni”. Valeria Annovazzi

Obiettivi di Sviluppo del Millennio

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ENERGY MANAGEMENT L’obiettivo è di ottimizzare i costi energetici, presentati tramite un dettagliato business plan, partendo da un’analisi preliminare dello stato di fatto. In seguito sono individuate soluzioni impiantistiche e di riqualificazione dell’edificio. L’attività di Energy Management deve tenere conto degli aspetti tecnici, energetici, normativi, autorizzativi sfruttando al meglio gli incentivi e le agevolazioni.

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(Millennium Development Goals): 1 porre fine alla povertà e alla fame nel mondo 2 istruzione per tutti 3 parità dei sessi 4 ridurre la mortalità infantile 5 migliorare la salute materna 6 combattere HIV/AIDS 7 sostenibilità ambientale 8 costituire una partnership mondiale per lo sviluppo Info: www.sustainableenergyforall.com; www.un.org; www.irena.org

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Expo 2015

Verso Expo 2015 “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” La città del futuro si avvicina

Alla serata organizzata dai Lions club di Bergamo, con Società Expo 2015, Provinci presentata la “Smart digital city”, il prototipo della città intelligente per uno svilupp Mancano 1158 giorni, ma la curiosità comincia a crescere. Cosa sarà questa Expo? Nella storia ha lasciato eredità architettoniche importanti come il Palazzo di Cristallo di Madrid e la Tour Eiffel a Parigi. Di quali prodigi sarà capace questa volta, proprio quando sarà l’Italia e la vicinissima Milano ad ospitarla? Mancano ancora tre anni all’apertura di Expo 2015, eppure la macchina organizzativa è già in movimento. L’Esposizione universale, una sorta di città intelligente e innovativa dove muoversi, scoprire e interagire, sarà collocata su una super-

“L’Expo è un’Esposizione universale di natura non commerciale, organizzata dalla nazione che ha vinto una gara di candidatura e prevede la partecipazione di altre nazioni, invitate tramite canali diplomatici dal Paese ospitante” ficie di 1,7 milioni di metri quadrati, comprendendo parte del territorio della città di Rho. Sono già 72 i paesi (sui 130 possibili) che hanno confermato la loro adesione. E così, anche e soprattutto in Italia, si comincia a parlarne. Sarà perché il tema, “Nutrire il Pianeta. Energia per la Vita”, noi italiani lo sentiamo un po’ nel sangue. Sarà perché l’alimentazione e l’impatto ambientale sono sempre più attuali, in tempi in cui migliaia di persone sono ancora senza cibo, i terreni coltivabili sono sempre meno e gli scandali alimentari sono all’ordine del giorno. Questi e molti altri aspetti verranno affrontati dai paesi partecipanti durante un intero semestre nel 2015, da maggio a ottobre. Perché come ogni Esposizione che si rispetti, anche quella di

Milano, non sarà solo padiglioni espositivi e innovazioni tecnologiche, ma una grande occasione per riflettere su questioni fondamentali per l’umanità. Meno 1158, si diceva. E così anche Bergamo comincia a interrogarsi sull’organizzazione e le ricadute di questa Expo. È accaduto in occasione dell’intermeeting “Verso l’Expo 2015. Un’eredità per i cittadini: la smart digital city del futuro”, tenutosi lo scorso gennaio al Centro congressi Giovanni XXIII di Bergamo. La serata è stata promossa dai Lions club di Bergamo in collaborazione con la società Expo 2015 Spa (creata per gestire l’evento), la Provincia, il Comune, la Camera di Commercio e Confindustria. Presenti fra le autorità Paolo Zappa, in rappresentanza dei 6 Lions club bergamaschi (Host, Colleoni, San Marco, Le Mura, Sant’Alessandro e Val Seriana), Silvia Lanzani, assessore provinciale alle Grandi infrastrutture, Pianificazione territoriale ed Expo, Andrea Pezzotta, assessore all’Urbanistica e all’Expo 2015 del Comune di Bergamo e Paolo Moretti, delegato al Turismo per il Comune; tutti d’accordo nell’affermare che l’Esposizione sarà un volano per far conoscere l’Italia e Bergamo, ma anche l’occasione per sviluppare progetti da lasciare ai bergamaschi.

“La “Smart city” di Valerio Zingarelli sarà una piccola città intelligente in grado di far sperimentare le soluzioni per uno sviluppo sostenibile dei nostri centri urbani” “La tecnologia può davvero contribuire a nutrire il pianeta ed essere energia per la vita -ha commentato Paolo Zappa in apertura- tanto più perché ciò che sarà ideato rimarrà per i cittadini e produrrà un beneficio per l’intera collettività”. Concorde anche Silvia Lanzani che ha ricordato gli sforzi che, a livello provinciale e regionale, si stanno compiendo in attesa di un evento che “sarà una vetrina interna-

“L’Expo 2015 sarà situata in un’area nel settore nord-ovest di Milano e occuperà una superficie di 1,7 milioni di metri quadrati” zionale, una possibilità unica per il nostro territorio”. La Provincia, nel 2011, ha promosso il concorso “I Giovani e l’Expo”; fra le idee migliori è emerso “Il Chicco”, un edificio innovativo ad alta efficienza energetica, presentato da 3 giovani bergamaschi. Ma se durante la serata “Il Chicco” ha strappato complimenti, la “Smart digital city”, il progetto di cittadella tecnologica alla base dell’Esposizione universale, ha lasciato i partecipanti letteralmente a bocca aperta. La “Smart digital city”, ideata da

Valerio Zingarelli, CIO e CTO di Expo 2015 Spa, prevede la creazione di un’area in cui le persone di una comunità potranno interagire e scambiarsi conoscenza, esperienze, servizi. La “Smart city”, che accoglierà i visitatori-protagonisti dell’Expo, sarà una piccola città intelligente in grado di far sperimentare le soluzioni per uno sviluppo sostenibile dei nostri centri urbani. “Grazie alla tec-


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0 nello lle 10:3 cia si a o z r in a i a Prov di 9 m Vener Viterbi dell ne degli Att io io z z a a 1. t 1 n 0 Sp e 2 s T e pr EA terrà la onvegno GR anizzato del c posio, org vinciale Al sim ssorato pro ure, se ut t dall’as ndi Infrastr oriale ed rit r Gra e t e tigiosi n ica zio eranno pres . if n ia P li a ip n c e io pa r t na z Expo, hitetti inter c r a

ia e Comune, po sostenibile

La scheda

L’Expo in pillole

nologia, il visitatore potrà vivere un’esperienza che lo coinvolgerà prima, durante e dopo la sua presenza all’Expo. Attraverso l’uso di dispositivi intelligenti e di applicazioni web mirate, sarà coinvolto nella pianificazione della visita e seguito in tutto il percorso -ha spiegato l’ingegnere-. Potrà sperimentare le soluzioni innovative predispo-

ste, interagendo con il sistema grazie a smartphone e tablet, muri elettronici multi-touch e realtà virtuale”. Scenari da film di fantascienza, meglio di “Matrix” e “Minority Report”. Vale la pena di tenersi aggiornati. E non dite che non vi avevamo avvertiti. Michela Offredi

La prima Expo è stata quella di Londra nel 1851 e il suo successo ha spinto altre nazioni ad organizzare iniziative similari, come l’Expo di Parigi del 1889 ricordata per la creazione della Torre Eiffel Ogni Expo è dedicata a una tematica di interesse universale L’Expo si realizza in un sito appositamente attrezzato Il ruolo di Expo non è solo esporre le maggiori novità tecnologiche, ma è orientato all’interpretazione delle sfide collettive, cui l’umanità è chiamata a rispondere L’organismo internazionale che regola la frequenza, la qualità e lo svolgimento delle esposizioni è il Bureau International des Expositions (abbreviato in BIE) nato da una convenzione internazionale siglata a Parigi nel 1928. Attualmente aderiscono al BIE ben 157 Stati Le Esposizioni universali hanno luogo ogni 5 anni e durano 6 mesi. Gli Stati partecipanti costruiscono i propri padiglioni


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Expo 2015

Vado a…mais Un edificio ad alta efficienza energetica e con tecniche costruttive innovative I giovani ideatori bergamaschi fra i vincitori del concorso promosso dalla Provincia Chicco. Un nome che ricorda qualcosa di piccolo, ma estremamente prezioso. Un seme dal quale può nascere una meraviglia. Un po’ come da un’idea può nascere un progetto verde, innovativo e riciclabile. Aggettivi che descrivono alla perfezione il lavoro di tre giovani architetti bergamaschi, neolaureati e venticinquenni: Marco Invernici di Brembate di Sopra, Dan Vavas-

“La struttura potrebbe essere collocata nei pressi di un’area strategica come il Kilometro Rosso, vicino alla linea ferroviaria e all’autostrada” sori di Dalmine e Alberto Paolo Sicuso di Bergamo. I loro nomi figurano fra i vincitori del concorso “I Giovani e l’Expo”, promosso dall’assessorato alle Grandi infrastrutture, Pianificazione territoriale ed Expo della Provincia di Bergamo. Al bando, ideato con il fine di promuovere le tematiche dell’Esposizione universale e di coinvolgere su queste i giovani, hanno aderito 48 progetti; un totale di 171 partecipanti e un ventaglio di proposte creative e all’avanguardia. Il Chicco prende le sembianze di un edificio ad alta efficienza energetica, pensato con tecniche di facile modalità costruttiva. “Abbiamo concentrato la nostra attenzione su un tema caro alla cultura bergamasca come quello dell’agricoltura e, in particolare, della coltivazione del mais. Una produzione, questa, molto diffusa al Nord –ha spiegato Marco Invernici nel corso della

serata promossa dai Lions di Bergamo, durante la quale hanno ricevuto un omaggio e molti applausi–. La struttura potrebbe essere collocata nei pressi di un’area strategica come il parco scientifico Kilometro Rosso, polo di eccellenza ben servito e vicino alla linea ferroviaria e all’autostrada”. L’edificio, caratterizzato da un corpo centrale e due ali laterali, sarà dotato di impianti che genereranno energia dalla combustione degli scarti agricoli derivanti dal mais; grazie a questi sarà possibile scaldare gli

Nella foto i tre studenti premiati

“Al termine dell’Expo, l’edificio potrebbe essere allestito in altri modi o in alternativa ricollocato altrove” ambienti d’inverno e rinfrescarli nella stagione calda. L’impianto fotovoltaico servirà per sfruttare al massimo l’irraggiamento solare e risparmiare energia e costi. All’interno del Chicco troveranno spazio un grande padiglione espositivo, laboratori, uffici di direzione ed altri ambienti.

“Durante il periodo dell’Expo, da maggio a ottobre 2015, all’interno sarà collocato un padiglione espositivo con valenza didattica. Il fine è di sensibilizzare i visitatori sull’importanza del mais nella nostra economia –ha proseguito Dan Vavassori-. Al termine della manifestazione l’edificio, per come è stato concepito, potrebbe essere allestito in altri modi o per nuovi usi. In alternativa essere ricollocato altrove”. Un motivo in più per lodare questi giovani e brillanti progettisti, che hanno previsto di riciclare ciò che sarà realizzato per l’Expo. Intuizione fino ad oggi rara, soprattutto quando si parla di grandi eventi. M. O.

Concorso “I Giovani e l’Expo” 2012 Dopo il grande successo della precedente edizione la Provincia di Bergamo propone anche per quest’anno “I Giovani e l’Expo”, bando di concorso a premi: Il concorso è destinato a giovani fra i 15 e i 25 anni con l’obiettivo di coinvolgere le giovani generazioni sulla tematica dell’Expo 2015 “Nutrire il Pianeta. Energia per la Vita” e di accogliere le loro letture e interpretazioni in merito. Verranno ammessi alla valutazione i progetti che abbiano come finalità la promozione e lo sviluppo del territorio della provincia di Bergamo o di singole porzioni di esso e i progetti che mirino a valorizzare alcuni ambiti di eccellenza del territorio. I progetti potranno essere presentati individualmente o in forma associata e sotto qualunque forma espressiva, purché ne risultino chiari l’obiettivo e la modalità concreta di realizzazione. Premi per i primi 10 progetti classificati (primo premio 3.000 euro). Scadenza per la presentazione degli elaborati: venerdì 10 marzo 2012. Per maggiori informazioni: www.provicia.bergamo.it



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Expo 2015

Per l’Expo Darsena e Navigli rinnovati Uno spettacolo teatrale per presentare i progetti di riqualificazione delle vie d’acqua milanesi. Sul palco, con ballerine e attori, anche Eco e Veronesi Come sarà la Milano di domani? Forse avrà l’acqua, come un tempo, come qualche anziano ricorda ancora: chilometri di canali lungo i quali passeggiare, talvolta pescare. Forse sarà questa l’eredità di Expo 2015, un appuntamento che per il commissario generale Roberto Formigoni “lancerà nel mondo l’immagine della città e del nostro Paese”. Un evento futuro per restituire alla città il volto passato, un’identità che si era smarrita fra cemento e disinteresse. Lo sperano amministratori e commissari, lo sperano ancora più i milanesi, accorsi numerosi a “La Darsena ritrovata. Le Vie dell’Acqua” in scena domenica 5 febbraio al teatro Dal Verme di Milano. Uno spettacolo di musica, parole e immagini, curato da Andrée Ruth Shammah, per raccontare la riqualificazione della Darsena e delle vie d’acqua. Sul palco, quali accompagnatori di un viaggio nel tempo e nello

“La nuova Darsena sarà il punto di partenza e di approdo di un vasto progetto che la farà tornare uno dei luoghi più belli di Milano” spazio, alcuni protagonisti della vita milanese: Philippe Daverio, Gualtiero Marchesi, Salvatore Veca, Piergaetano Marchetti, Luca Doninelli, Livia Pomodoro, Fedele Confalonieri, Carlo Tognoli, Umberto Veronesi e Umberto Eco. Suggestioni e ricordi di un mondo in parte scomparso, ma che ora potrebbe tornare “per ricreare un rapporto con l’ambiente”, come auspica Giuseppe Sala, amministratore de-

legato di Expo 2015 Spa. Piste ciclabili, percorsi pedonali, acqua e verde: questi i contenuti del progetto Vie d’Acqua, che mira alla valorizzazione paesaggistica e ambientale degli spazi aperti dell’Ovest Milanese e della storica rete irrigua della città. Grazie alla creazione di un canale (il nuovo secondario Villoresi), il sito di Expo Milano 2015 diventerà lo snodo di un’innovativa rete di mobilità dolce e sostenibile. Accanto al nuovo canale, che unirà il Villoresi al Naviglio Grande, correrà un circuito ciclabile di circa 125 chilometri: l’anello partirà dalle Dighe di Panperduto e arriverà, lungo il Villoresi, al Parco delle Groane e al Naviglio Grande, per tornare indietro seguendo l’alzaia. Quale, invece, il destino della Darsena? Ad at-

tenderla un ruolo di approdo urbano da e verso il territorio. Forse non torneranno i barconi, ma da qui partiranno i nuovi itinerari ciclabili. E allora, tanto per anticipare qualcosa e preparare le gambe, eccoli: Parco Cave e Boscoincittà (8-12 km), Sito Expo (16 km), Castellazzo di Bollate (26 km), Villa e Parco di Monza (42 km), Dighe di Panperduto passando lungo il Villoresi (75 km). La riqualificazione del porto cittadino prevede la sistemazio-

ne degli argini con alberature e passeggiate pedonali, l’ampliamento della banchina (destinata a spettacoli e iniziative), la pedonalizzazione dell’area e, non meno importanti, la conservazione e la valorizzazione delle mura spagnole e dei reperti archeologici. I lavori cominceranno nel 2013, per concludersi due anni dopo, in tempo per l’apertura dell’Esposizione universale. “Anche grazie a questo progetto Milano tornerà ad essere un

città bellissima. Questo è un impegno, una promessa, un sogno che già diventa realtà”, ha detto il sindaco e commissario straordinario dell’Expo Giuliano Pisapia. Forse nei navigli non torneranno i gamberetti, come hanno ricordato i Legnanesi (intervenuti durante spettacolo), ma una cosa è certa: la città della Madonnina avrà un aspetto più gradevole. Meno grigia, più verde e azzurra. Michela Offredi


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Fiera Edile

Torna la fiera dell’edilizia bergamasca Il green building la strada per uscire dalla crisi Dal 2 al 5 marzo al polo fieristico cittadino, uno degli appuntamenti più attesi dal mondo imprenditoriale e non solo. In crescita il settore green economy, efficienza energetica e nuove tecnologie costruttive Bergamo SOStenibile presente! Il forte connubio tra il mondo delle costruzioni e Bergamo è riconosciuto a tutti i livelli, così come la sua Fiera dell’Edilizia che quest’anno giunge alla 26° edizione, mantenendo orgogliosamente il ruolo di leader tra le fiere del settore in Lombardia. Edil 2012 Tech assume un significato particolare per tutto il mondo lombardo delle costruzioni, quasi fosse un “laboratorio” in cui organizzatori, espositori, associazioni, istituzioni del territorio si uniscono e fondono le rispettive competenze per rispondere in modo adeguato alle nuove esigenze di natura tecnica e finanziaria del nuovo mercato delle costruzioni. L’appuntamento di quest’anno, forse, è ancora più importante di quello delle precedenti edizioni. La crisi che sta attanagliando l’economia globale ha messo le mani anche sull’ambito edile. Mai come in questo momento i protagonisti del settore hanno l’esigenza di una manifestazione che li rappresenti e indichi loro nuove strade da percorrere, per uscire il prima possibile dal tunnel.

trasporto e dell’industria da tutta Italia. La notorietà della fiera tra le imprese di costruzione lombarde si stima essere superiore all’80%. A fianco del grande appeal e dell’impatto di immagine esercitato dall’area esterna, che rilancia la rassegna in tutta la sua

ile SOStenib Bergamo EDIL 2012 a ti aspetta 06 Pad. A 1 d n allo Sta rs o c ia A3

“Già mesi prima “tutto esaurito” per l’area esterna dedicata a macchinari, attrezzature per il cantiere e macchine movimento terra”

Grandi macchinari e ristrutturazioni “di classe” (energetica) Edil 2012 Tech si propone quale punto di riferimento importante per tutti gli operatori del settore: una prestigiosa vetrina delle migliori realtà presenti sul mercato. La possibilità di aggiornamento, di confronto, ma anche e soprattutto di entrare in contatto con potenziali clienti o fornitori di altissimo livello, fanno di questa fiera un volano eccezionale per tutto il settore. La storica presenza di un comparto macchinari di elevatissimo profilo, ha portato l’esposizione bergamasca a essere riconosciuta ai vertici del panorama fieristico nazionale (seconda solo ai due eventi di caratura internazionale di Verona e Bologna), richiamando imprese di costruzione e operatori del mondo del

potenzialità nei confronti delle imprese, prosegue la qualificazione dei padiglioni coperti, sempre più orientati alla “Green Economy” e al comparto della “Ristrutturazione e Recupero”. In particolare, l’attenzione è focalizzata su ristrutturazione, recupero e manutenzione dell’esistente patrimonio immobiliare, per confermare la stretta connessione con le nuove dinamiche del mercato. Rafforzati i settori riguardanti l’efficienza energetica e le soluzioni per contenere i consumi producendo energia da fonti rinnovabili. Prosegue anche il trend posi-

tivo delle aziende che operano nell’ambito della sicurezza sul lavoro e in cantiere. La crescita tecnica e culturale di tutto il comparto rappresenta la principale priorità della Fiera dell’Edilizia di Bergamo in proiezione futura. In stretta connessione con le Associazione di Categoria e gli Ordini Professionali, l’Università degli Studi di Bergamo e la Scuola Edile, EDIL 2012 TECH punta a far convergere sulla fiera importanti approfondimenti sulle tematiche del settore con particolare riguardo alla tecnologia. Il nostro mensile Bergamo SOStenibile sarà

“Il nostro giornale Bergamo SOStenibile sarà presente con uno stand e verrà distribuito in tutti i convegni, a conferma dell’interesse verso l’edilizia green” distribuito in questi incontri e -a testimonianza del crescente interesse verso il costruire greensaremo presenti con un nostro stand: veniteci a trovare! Infine EDIL 2012 TECH presenta un’area dedicata ai più innovati-

vi prodotti e sistemi per l’edilizia. Anche quest’anno sarà riproposto e potenziato il “Premio per l’Innovazione Tecnologica in Edilizia” aperto a tutti i prodotti presentati in fiera. Più ricco che mai sarà il programma di convegni, seminari, work-shop e corsi di formazione. L’edizione 2012 vede anche l’introduzione di “laboratori” per approfondire le conoscenze in tema di nuove tecniche costruttive (case in legno, costruzioni a secco, ecc.) oltre che delle corrette procedure di posa dei materiali più innovativi e performanti del cantiere moderno. www.fieraedile.it edil@promoberg.it



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Fiera Edile

Energia fotovoltaica a portata di mano, ovunque Ideato un generatore mobile per produrre energia, anche dove non c’è corrente elettrica Si chiama iKube: tutto in un metro cubo, senza costi, inquinamento e rumore Rendere disponibile l’energia da fonti rinnovabili ovunque, dove e quando si vuole. Sembrava una chimera fino a ieri, una vaga idea per un mondo futuro, oggi è realtà. Un generatore fotovoltaico mobile, pronto all’uso, richiudibile e facilmente trasportabile, indicato per tutti gli utilizzi che richiedono di poter spostare la propria fonte di energia, oppure per tutte quelle zone del globo non coperte da una rete elettrica. È questa la scommessa di iKube, un generatore di energia, brevettato dalla Pro D3, che sarà esposto alla fiera edile di Bergamo nello stand di Kennew: i Kube è un gruppo elettrogeno fotovoltaico che sviluppa una potenza di 1,5 kW grazie alla sua vela di 9 metri quadrati, richiudibile in un cubo alto poco più di 1 metro, per un peso totale di 500 kg. Queste caratteristiche lo rendono estremamente versatile e adattabile a mille situazioni, con una serie di vantaggi di grande utilità: oltre alla compattezza, da sottolineare la silenziosità, l’assenza di fumi e di inquinamento, zero costi di carburante e di funzionamento e una manutenzione minima. A tutto ciò si aggiunge un’ulteriore innovazione: iKube può funzionare anche in assenza di sole

La scheda Potenza all’inverter

3 KWp Dimensioni

1,27x1,27x1,20 m Peso

500 Kg Autonomia (1 Kw) di carico)

10 h Pacco batteria

245 Ah Potenza generatore

1,4 KWp Vela fotovoltaica

9 m2

poiché le batterie contenute nella base del cubo vengono ricaricate dal generatore fotovoltaico, con un’autonomia di 10 ore per ogni kW di carica. Si supera così, almeno parzialmente, uno dei potenziali svantaggi legati alla produzione di energia

elettrica da fonte solare, necessariamente legata –fino ad oggi- alla variabilità delle condizioni climatiche.

“iKube 12 a Edil 20 ti aspetta di Kennew d allo stan Pad. A” 9 1 /1 5 11

Quando ricerca e innovazione fanno la differenza Se da un lato, quando si usano le belle e frequentissime parole circa la necessità di “investimenti in ricerca e innovazione” si abusa di un concetto spesso fumoso e poco concreto, dall’altro lato non è sempre vero che a queste parole non corrisponda invece qualcosa di assolutamente positivo e auspicabile. Questo esempio di brevetto industriale dimostra che lo sviluppo di una società e di un’economia più sostenibile passa anche attraverso la concretissima applicazione di scoperte scientifico-accademiche a tecnologie e prodotti industriali innovativi. Una società e un’economia green devono pertanto essere sempre e continuamente sostenute e supportate da conoscenza e informazione a tutti i livelli, dalle università agli uffici tecnici, dalle imprese al singolo cit-

tadino, perché solo con questa consapevolezza diffusa si può cambiare progressivamente il volto del pianeta nel nome della green economy. Nulla ci vieta allora di proseguire verso questa piccola grande innovazione che è prima di tutto culturale oltre che ambientale ed economica, in linea con la mission dichiarata dei produt-

tori di iKube per rispondere al crescente fabbisogno di energia proponendo soluzioni innovative, accessibili e orientate al maggior rispetto dell’ambiente, nella consapevolezza che l’accesso alle energie rinnovabili divenga un diritto di tutti e non un’esclusiva di pochi. Diego Moratti



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Convegno Compere

Quando l’area dismessa diventa opportunità Ad Alzano Lombardo il convegno “Restart”, organizzato da Compere in collaborazione con Bonifiche Ambientali: come ridurre l’impatto sul territorio attraverso una corretta gestione dei processi di risanamento ambientale Quanto è importante gestire al meglio un processo di risanamento ambientale? A questa domanda ha risposto il convegno “Restart: Il risanamento delle aree dismesse diventa opportunità”, svoltosi lo scorso 24 febbraio a FaSE, Fabbrica Seriana Energia, di Alzano Lombardo. L’incontro, organizzato dal consorzio Compere con la partecipazione speciale di Bonifiche Ambientali, è stata l’occasione per sottolineare l’importanza di una corretta gestione dei pro-

un focus sulla classificazione dei rifiuti e sul loro possibile riutilizzo come risorsa, attraverso un corretto riciclo. Muriel Consonni ha sottolineato come “l’analisi preliminare, la valutazione di fattibilità tecnico-economica, la definizione delle tempistiche e degli obiettivi finali, stabiliti sulla base della destinazione d’uso dell’area, siano di fondamentale importanza per realizzare interventi mirati al risanamento ambientale”. Il collante alla base dei vari interventi è stata la conside-

“Alla cittadella Fase, ex cartiera dismessa, il dibattito su come dalla chiusura di uno stabilimento, possano svilupparsi opportunità economiche e ambientali, senza nuova occupazione di suolo pubblico”

“La riconversione dei siti industriali dismessi comporta la necessità di provvedere a oculati interventi di bonifica ambientale in grado di rendere i siti adeguati alla nuova destinazione d’uso”

cessi di risanamento ambientale, declinandone le diverse fasi, da quelle progettuali a quelle operative. La location non è stata casuale; da ex cartiera Pigna a “nuova cittadella dell’energia”, ovvero FaSE, luogo di incontro e scambio sulle tematiche della sostenibilità e del recupero dell’esistente. Il tutto nell’ottica di porre fine al consumo di suolo, una pratica che ha sta danneggiando le nostre città e il pianeta. Il programma ha visto l’intervento di relatori provenienti da diversi ambiti: Andrea Guerini, amministratore delegato di N.c.e. Srl, Marco Morando sempre di Nce Srl, Giambattista Colombo, legale penalista del Foro di Milano, Lorenzo Vicari, legale civilista del foro di Milano, Giovanni Faglia, responsabile Pool Inquinamento, Muriel Consonni, direttore tecnico di Bonifiche Ambientali Waste & Works, Sergio Testa, direttore tecnico di Nova Ambiente, Massimo Centemero, direttore tecnico del

razione che da un evento negativo, quale ad esempio la chiusura di uno stabilimento, possano svilupparsi nuove opportunità economiche e ambientali legate alla trasformazione di rifiuti in materie prime seconde da reintrodurre sul mercato. Significativa da questo punto di vista l’esperienza raccontata da Massimo Centemero, che ha presentato i dati relativi alla trasformazione dei rifiuti organici in fertilizzanti organici. “Il biorifiuto, originato dalla raccolta differenziata, viene trattato in impianti di compostaggio, oppure in impianti di digestione anaerobica e compostaggio. Nel primo caso viene prodotto fertilizzante organico, il compost di qualità, mentre nel secondo caso, oltre al compost si produce biogas e quindi energia elettrica in cogenerazione”. Perché come ha evidenziato Andrea Colleoni è necessario “trasformare il rifiuto da problema a ricchezza economica ed energetica, capace di alimentare un nuovo ciclo economico”.

Muriel Consonni, direttore tecnico di Bonifiche Ambientali

Consorzio italiano compostatori e Andrea Colleoni, direttore tecnico di Cramer. Moderatore dell’incontro è stato David Newman, vice-presidente di ISWA (International Solid Waste Association). Presente anche Pietro Romanò, assessore all’Ambiente e Tutela risorse naturali della Provincia di Bergamo. “La Due Diligence Ambientale rappresenta uno strumento tecnico-professionale che consiste nel fornire ai clienti informazioni che possono aiutare a comprendere i potenziali rischi

ambientali, consentendo loro di prendere decisioni motivate -ha spiegato Andrea Guerini-. La riconversione dei siti industriali dismessi comporta ad esempio la necessità di provvedere a interventi di bonifica in grado di rendere i siti adeguati, da un punto di vista ambientale, alla nuova destinazione d’uso”. A questa tematica è associata quella dell’analisi di rischio, delle responsabilità legali e degli aspetti assicurativi. “Nonostante il rischio ambientale sia uno degli argomenti di maggiore attualità,

la consapevolezza da parte delle imprese industriali non sembra essersi ancora sviluppata pienamente. Attualmente in Italia sono assicurate non più di 5.0006.000 imprese con una specifica polizza inquinamento -ha detto Giovanni Faglia-. L’inquinamento però è un rischio specifico, con caratteristiche ben definite, che richiede un approccio specializzato e una copertura assicurativa dedicata”. Sono stati quindi presentati casi-studio di interventi di risanamento e recupero ambientale di aree industriali dismesse, a cui è seguito


Sei parte di ciò che ci circonda. E puoi deciderne la sorte. Bonifiche ambientali Waste & Works è specializzata in attività di risanamento e di engineering di alto livello, sia in settori industriali che civili: effettua direttamente interventi su siti di ogni dimensione, sia in Italia che all’estero. Si occupa di audits ambientali, analisi chimiche e biologiche, prove di tenuta con ultrasuoni, mappature e valutazione rischi, valutazione di passività ambientali, piani di caratterizzazione, progettazione di bonifiche, risanamento scarichi, bonifiche da amianto, bonifiche da fibre, bonifiche di terreni, bonifiche di serbatoi, bonifiche industriali, adempimenti legislativi.

BONIFICHE AMBIENTALI WASTE & WORKS Srl Via Caravaggi 12, 24040 Levate (BG) Tel 035 4549124 - Fax 035 4549125 e-mail: info@bonifiche-ambientali.com web: www.bonifiche-ambientali.com


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Bandi

Bandi e finanziamenti sostenibili Alcuni incentivi per operare nel rispetto dell’ambiente. Filiere di biomasse, dispositivi antiparticolato e riqualificazioni energetiche: termini e caratteristiche

Di seguito riportiamo alcune opportunità per chi opera nel nuovo mondo della green economy. Ministeri, Regioni, Enti e Fondazioni spesso promuovono bandi e finanziamenti per chi investe in attività o progetti di sostenibilità ambientale. Vale quindi la pena di tenere d’occhio alcune possibilità che di mese in mese si aprono per imprese, associazioni o privati: Bergamo SOStenibile vi terrà aggiornati. Ecco alcuni esempi.

2 milioni di euro per dispositivi antiparticolato

100 milioni di euro per filiere produttive di biomasse

La Regione Lombardia ha disposto l’assegnazione di contributi per l’installazione di dispositivi antiparticolato su mezzi d’opera a motore diesel, utilizzati in ambito di cantiere. Disponibili 2 milioni di euro per imprese individuali o societarie appartenenti alla Sezione F “Costruzioni” della classificazione ATECO 2007 e con sede legale od operativa in Regione Lombardia. Ogni singola impresa potrà richiedere fino ad un massimo di cinque mezzi e l’entità del contributo è pari al 75% dei costi d’investimento ritenuti ammissibili. Il contributo non può in ogni caso superare l’importo di € 4.000 a filtro per mezzi di Potenza compresa fra 37KW e 75KW, di € 4.500 a filtro per mezzi di Potenza compresa fra 75KW e 130KW, di € 5.000 a filtro per mezzi di Potenza superiore a 130KW. Il bando, aperto da gennaio, scadrà domenica 15 aprile. Gli interessati possono visitare il sito della Regione nella sezione “Bandi”.

Il Ministero dello Sviluppo Economico - Direzione generale per l’incentivazione delle attività imprenditoriali - ha emanato un bando per interventi di attivazione di filiere produttive delle biomasse. Sono disponibili in questo caso 100 milioni di euro. Possono accedere le società, i consorzi o le società consortili che vogliono realizzare i programmi di investimento diretti alla valorizzazione di biomasse provenienti esclusivamente da filiere delle biomasse agroindustriali, agroforestali, da distretti industriali, ovvero dai rifiuti urbani limitatamente alla frazione organica della raccolta differenziata per la produzione di biogas. Il bando prevede contributo in conto impianti e finanziamento agevolato. I limiti massimi di finanziamento sono del 50% per le piccole imprese, 40% per le medie imprese e 30% per le grandi imprese. Resta poi l’obbligo per le imprese proponenti di apportare mezzi propri per una quota almeno pari al 25% del totale delle spese ammissibili. Il bando sarà aperto da domenica 18 marzo a martedì 17 aprile. Per ulteriori informazioni consultare il sito www.sviluppoeconomico.gov.it

www.regione.lombardia.it

55% di detrazione per riqualificazione energetica di immobili La manovra Salva Italia del dicembre scorso ha confermato la detrazione del 55% delle spese sostenute per interventi di riqualificazione energetica sugli immobili. Sono interessati tutti i contribuenti, residenti e non residenti, anche se titolari di reddito d’impresa, che possiedono a qualsiasi titolo l’immobile oggetto di intervento e sostengano le spese per la realizzazione dei lavori (sono però esclusi i Comuni). Le spese detraibili comprendono sia i costi per i lavori edili connessi con l’intervento di risparmio energetico, sia quelli per le prestazioni professionali necessarie per realizzare gli interventi ed acquisire la certificazione energetica richiesta. I limiti massimi di detrazione sono € 100.000 per gli edifici esistenti, € 60.000 per involucri degli edifici e pannelli solari, € 30.000 per impianti di climatizzazione. Le domande devono essere presentate entro 90 giorni dal collaudo dei lavori. Il bando scadrà il prossimo 31 dicembre. www.acs.enea.it


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Attualità

Dottor Green Pronto intervento per le piante Coldiretti: con il grande freddo anche le piante soffrono Quelle più a rischio sono quelle provenienti dalle zone calde Contro il gelo siberiano anche le piante finiscono al Pronto soccorso. In giorni di grande freddo molte persone si rivolgono ai vivai, dove hanno acquistato le essenze, per avere consigli su come farle sopravvivere alle temperature polari. “Per le famiglie che hanno un patrimonio verde importante – spiegano gli esperti di Coldiretti

Arrivano gli Oscar Green Giovani Impresa Coldiretti premia l’innovazione in agricoltura Iscrizioni aperte fino al 30 marzo 2012

“A casa del cliente arrivano i “dottor green”, verificano la situazione e danno avvio ad un primo intervento con fialette di ricostituenti e teli per le varietà più delicate” Lombardia – i dottor green dei vivai si possono recare anche a casa. Sono così in grado di fare un’analisi della situazione e avviare un primo intervento con fialette di ricostituenti e teli per le varietà più delicate”. “Molti privati ci chiamano per preparare i giardini ai rigori del freddo –spiegano i fratelli Pirola del Centro Verde dell’Isola di Ponte San Pietro–. Come prima cosa verifichiamo le esigenze delle varie piante. Ci sono quelle perenni che possono resistere, altre invece soffrono le basse temperature. Queste vengono

“Gli ulivi più grandi, che hanno fra i 15 e i 20 anni, di solito non hanno problemi” coperte con un telo di tessuto non tessuto. Al vivaio il cliente può richiedere e acquistare il materiale necessario. In questo modo mettiamo le persone nella condizione di essere autonomi”. A soffrire di più sono le essenze che arrivano da aree a clima mite ma che, negli ultimi, anni si sono sempre più diffuse anche al nord e nelle città. Un esempio sono gli ulivi, gli agrumi, il cocco e le “cicas” (una varietà di palma).

“Queste piante –spiega Fabiano Oldani, florovivaista di Lodi– vanno messe in una zona riparata ma luminosa, come un portico oppure sui pianerottoli dei condomini con vetrate. Per le piante che restano all’esterno si può usare il tessuto non tessuto che costa in media 55 centesimi al metro. Gli ulivi più grandi, che

hanno fra i 15 e i 20 anni, di solito non hanno problemi. Il gelo può invece danneggiare le piante giovani, quelle, per intenderci, che hanno il tronco più piccolo del polso di un uomo”. Per qualsiasi informazione o suggerimento www.lombardia.coldiretti.it

Innovazione e agricoltura. Vi sembravano elementi incompatibili? Tutt’al contrario! Oggi esiste addirittura un premio per chi si dimostra creativo in questo settore. Stiamo parlando dell’Oscar Green, il premio promosso da “Giovani Impresa Coldiretti” su tutto il territorio nazionale. L’obiettivo è quello di valorizzare e far conoscere l’innovazione in agricoltura, un settore che sta dimostrando di sapere mantenere sì le proprie radici, ma con lo sguardo ben rivolto al futuro. Spiega Fabio Bonzi, delegato di Giovani Impresa Coldiretti Bergamo: “Vogliamo portare all’attenzione dell’opinione pubblica e del mondo agricolo le esperienze vincenti di imprenditori che hanno saputo costruire progetti di impresa competitivi e sostenibili allo stesso tempo, rafforzando il legame con il loro territorio d’appartenenza. Anche nella nostra provincia ci sono molte realtà che posso-

Orti e giardini verticali I giovani della Coldiretti promuovono un concorso Gli spazi verdi si restringono? Le abitazioni (e i giardini) diventano sempre più piccoli? E allora i giovani imprenditori della Coldiretti Lombarda sono pronti ad andare in verticale. Verdure sulle pareti e fiori appesi come quadri… anche questo rientra nell’originale e innovativo bando promosso a livello regionale da Coldiretti Lombardia. I partecipanti devono essere agricoltori fra i 18 e i 40 anni e dovranno realizzare composizioni a parete con piante e fiori dei propri vivai o comunque italiani. Le fotografie delle opere dovranno arrivare per posta elettronica entro il 30 marzo 2012 agli indirizzi ortiegiardiniverticali@agricolturamica. it e stampa.bg@coldiretti.it I primi 5 classificati saranno selezionati entro il 6 aprile e tra di essi sarà proclamato il vincitore. Anche questo è un modo per divulgare e dimostrare le potenzialità innovative dei giovani imprenditori agricoli lombardi nell’ambito della floricoltura, in un campo che –come quello dei giardini verticali sui muri degli edifici- sta diventando una tendenza consolidata, soprattutto tra le giovani generazioni. www.agricolturamica.it

no ambire a questo premio, è un’occasione che non dobbiamo lasciarci sfuggire”. Giunto alla sesta edizione, l’Oscar Green è un appuntamento molto importante perché mette in evidenza progetti aziendali orientati alla multifunzionalità, alla qualità, al rapporto con il consumatore e la società nonché al legame con il territorio. Sei le categorie previste per quest’anno: “Stile e cultura d’impresa”, “Non solo agricoltura”, “In-filiera”, “Esportare il territorio”, “Campagna Amica” ed “Ideando”. E’ inoltre prevista la menzione speciale “Paese Amico”. Possono partecipare al premio tutti gli imprenditori agricoli e agroalimentari, singoli e associati, che non hanno più di 40 anni. Possono avere qualsiasi età solo gli imprenditori che si vogliono candidare nella categoria “In-filiera”. “Con questa iniziativa -sottolinea Bonzi- vogliamo contribuire a dare maggiore impulso al ricambio generazionale in agricoltura, facendo capire come le aziende giovani siano caratterizzate da competitività e innovazione, oltre che da maggior dinamicità imprenditoriale. È un’attitudine propria delle nuove generazioni quella di diversificare la propria attività in settori differenti per presidiare il mercato attraverso nuove formule commerciali, come ad esempio quella della vendita diretta”. Le iscrizioni all’Oscar Green sono aperte fino al 30 marzo 2012. Per maggiori informazioni è possibile contattare la segreteria di Giovani Impresa Coldiretti Bergamo: stampa.bg@coldiretti.it


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Attualità

Orticoltura che passione! Nuove tendenze delle coltivazioni in città L’orto urbano: dalla terra, al terrazzo, alle pareti di casa! Un hobby salutare ed …eco-nomico Secondo una recente indagine della Coldiretti il 37% degli italiani dedica una parte del proprio tempo libero alla cura di piccoli orti, ma non si tratta soltanto di spazi coltivati “sulla terra”: si tratta infatti anche di orti coltivati sui terrazzi. In Lombardia se ne registrano oltre un milione, di cui 700 mila concentrati tra Milano, Bergamo e Brescia.

“In Europa la cultura delle piante venne riscoperta nel corso del IX secolo attraverso il recupero dei trattati antichi conservati nelle biblioteche dei monasteri” Negli ultimi anni un numero sempre crescente di persone ha scelto come passatempo la coltivazione di erbe aromatiche e verdure, e così facendo, oltre a ricavarsi momenti rilassanti a contatto con la natura, fornisce alla propria cucina erbe aromatiche e piccoli ortaggi. Di novità e soluzioni originali ce ne sono tante: basta informarsi e aggiungere un pizzico di passione e potrete preparare anche voi un orto in qualsiasi momento, anche se pensavate di non avere il minimo spazio per allestirlo. Ad esempio l’orto “a parete” e quello “pocket” sono le ultime novità in campo di orticultura e

sono rivolte a chi ha a disposizione della coltivazione solo uno spazio limitato. L’orto “a parete” è approdato sulle case lombarde dopo la sua diffusione in Francia, dove sta diventando una tendenza consolidata; si tratta di una struttura in legno ricoperta da un pannello assorbente dallo spessore di alcuni centimetri, nel quale sono ricavate delle sacche in cui inserire terriccio e piantine: appese al muro di casa si possono coltivare con soddisfazione numerose specie di erbe aromatiche come prezzemolo o rosmarino, o piante orticole, per esempio insalata, legumi e fragole! Chi ha uno spazio ancora più ridotto può accontentarsi di un orto “pocket”: in un vaso di soli 14 cm di diametro, biodegradabile al 100%, possono essere messi a dimora insalate, fagioli o fagiolini in abbinamento a fiori come tagete o violetta, che, come insegnano i principi dell’agricoltura biologica, sono repellenti naturali contro gli insetti.

no coltivati giardini privati corrispondenti ai nostri orti e frutteti: erano spazi verdi annessi alle abitazioni, e raccoglievano piante disposte in filari e raggruppate a seconda del tipo e della conformazione del terreno. In epoca romana l’attività agricola era tenuta in grande considerazione ed era lodata come palestra di virtù civili: durante il regno dell’imperatore Augusto si riteneva che attraverso la cura

Un’arte antichissima tramandata nel corso dei secoli In realtà la storia degli orti è molto antica e affonda le sue radici nelle civiltà del passato: l’esistenza di giardini botanici è stata documentata presso gli Egizi, i Cinesi e i Popoli precolombiani. Omero nei suoi poemi ricorda che in Grecia, in epoca arcaica, veniva-

“L’orto «a parete» e quello «pocket» sono le ultime novità in campo di orticultura e sono rivolte a chi può dedicare alla coltivazione solo uno spazio limitato”

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del verde i cittadini contribuissero al benessere della collettività. Lo storico romano Plinio il Vecchio (120-48 d. C.) nella sua opera Naturalis Historia descrive i cosiddetti giardini “pensili”, straordinari per quell’epoca: si trattava di strutture dotate di ruote che i giardinieri spostavano a seconda delle ore del giorno per garantire alle piante una buona esposizione al sole. In seguito alla caduta e allo sfaldamento dell’impero romano, la

grande tradizione orticola e giardiniera dell’antichità andò temporaneamente perduta. In Europa la cultura delle piante venne riscoperta nel corso del IX secolo attraverso il recupero dei trattati antichi conservati nelle biblioteche dei monasteri. I monaci, custodi e trascrittori dei testi della civiltà classica, tornarono ad interessarsi alla pratica dell’orticultura: ne è la prova il fatto che nel Medioevo ogni convento aveva un hortus conclusus, ovvero circondato da mura,

dove venivano coltivate piante dalle proprietà medicamentose. Grazie ai monaci l’importazione di nuove specie botaniche ricevette un grande impulso: durante i pellegrinaggi e gli spostamenti da un monastero all’altro scambiavano bulbi e semi; questo processo aumentò dopo l’anno Mille, in seguito al fiorire in tutte le regioni d’Europa di conventi e monasteri. Nei secoli successivi un altro fattore di diffusione di nuove specie botaniche fu il contatto dei crociati con il mondo islamico, in seguito al quale vennero introdotte nel sud dell’Europa numerose piante fino allora sconosciute, ad esempio il melograno: gli arabi erano coltivatori esperti e nel corso della storia avevano acquisito competenze in materia di irrigazione dalle antiche popolazioni di Babilonia e dell’Egitto. L.S.


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Attualità

Ti regalo un albero In occasione della manifestazione “M’Illumino di meno” la “Settimana per l’Energia” ha donato alla città di Bergamo gli alberi esposti lo scorso autunno presso Piazza della Libertà Un albero quale dono alla città. Venerdì 17 febbraio, nel parco Lochis (quartiere di Longuelo) e a seguire nel 3° Reggimento «Aquila» all’aeroporto militare di Orio al Serio, si è tenuta la cerimonia di piantumazione voluta dall’Associazione Artigiani. L’Associazione, a nome degli organizzatori della “Settimana per

“La piantumazione degli alberi si è tenuta durante “M’Illumino di meno” la giornata dedicata al consumo sostenibile e alle azioni virtuose” l’Energia”, ha donato alla città di Bergamo i venti alberi d’alto fusto che hanno adornato Piazza della Libertà in occasione della terza edizione della manifestazione dedicata al risparmio energetico e al consumo responsabile. Un vero giardino verde che ha adornato, per alcune settimane, il centro cittadino. Alla cerimonia erano presenti, oltre all’assessore comunale all’Ambiente

Massimo Bandera, il presidente dell’Associazione Artigiani Angelo Carrara e il consigliere con delega all’Innovazione Floriano Amidoni, la prof.ssa Paola Crippa dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Bergamo, Fabrizio Berlendis per Confindustria Bergamo e lo sponsor Vivai Rota. Gli alberi sono stati donati alla città per ricordare a noi tutti come l’impegno verso l’ambiente inizia dalla diffusione di una cultura della sostenibilità “Una cultura che vorremmo si sviluppasse con radici profonde e forti in tutte le iniziative future che promuoveremo insieme”, dicono gli organizzatori che sono già al lavoro per la prossima edizione della “Settimana per l’Energia”, in programma dal 5 all’11 novembre 2012. Il gesto di piantumazione degli alberi si è tenuto in occasione della giornata dedicata al consumo sostenibile e alle azioni virtuose “M’llumino di meno”, iniziativa nazionale promossa dalla trasmissione Rai Radio 2 Caterpillar. Comuni, associazioni, scuole, aziende e famiglie di tutt’Italia hanno risposto all’appello creando un “silenzio

energetico” per fare spazio ad un’accensione virtuosa a base di fonti rinnovabili. L’Associazione Artigiani di Bergamo ha par-

tecipato al simbolico gesto dello spegnimento delle luci sia nella sede di Bergamo sia nei 27 uffici territoriali. Anche il Comune

di Bergamo ha dato il suo contributo: alle ore 18 spente le luci del Palazzo Comunale (Palafrizzoni) e del Teatro Donizetti.


20 Sport

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Eventi

Circuito EcoRace 2012

Da Romano parte il tour: Duathlon e Triathlon in corsa per l’ambiente Un traguardo l’hanno già raggiunto gli organizzatori di EcoRace 2012: il circuito di 5 gare sportive è difatti una sfida tanto avvincente, quanto già vinta ai nastri di partenza. Correre, nuotare, andare in bici, insomma essere sportivi significa già amare l’ambiente; ma le gare di Duathlon e Triathlon di Ecorace 2012 vanno decisamente oltre: sport e ambiente, che fino ad ora hanno sempre corso in parallelo, il 10 e 11 marzo a Romano di Lombardia avranno il loro inedito punto di incontro all’inse-

“Al via cinque eventi sportivi nazionali per sensibilizzare atleti e spettatori” gna della sostenibilità. Una grande manifestazione sportiva, un campionato italiano di Duathlon che da puro evento sportivo e di divertimento diviene mezzo per conoscere e divulgare l’ecologia: “Quale miglior mezzo di uno sport svolto interamente a stretto contatto con gli elementi della natura per promuovere e sensibilizzare soprattutto i giovani a nuovi stili di vita, trasmettendo in questa importante sfida epocale per il nostro pianeta tutto l’entu-

siasmo e la sana energia di una gara sportiva?” ha commentato Alberto Volpi di Vipiemme Solar srl, membro dell’organizzazione, alla conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa, alla presenza di Luciano Dehò, assessore allo Sport, di Maurizio Zurma, consigliere della Federazione Italiana Triathlon e di Valerio Bettoni, presidente provinciale del CONI. Tra i presentatori dell’iniziativa Ecorace 2012 che raggruppa 5 appuntamenti da marzo ad ottobre in varie località tra Bergamo e Brescia, il conduttore Fabio D’Annunzio, del periodico Triathlete e tecnico della Peperoncino Triathlon Team promotrice dell’evento; presente il suo team manager Gianfranco Mione e il romanese Matteo Annovazzi, pluricampione italiano di Triathlon, atleta competitivo a livello internazionale sulla distanza originale Ironman, oltre che socialmente impegnato (testimonial ADMO Lombardia). A chiudere il giro del tavolo Luca Lamera della palestra Sport & Wellness srl che ha spiegato come la manifestazione preveda in contemporanea lo “Sport in piazza”, una serie di eventi che permetteranno alle società sportive di mostrare l’offerta del territorio a bambini, ragazzi, sco-

laresche, atleti ed accompagnatori; verranno allestite pedane di scherma, un piccolo campo da calcio, esibizioni mixando musica e biciclette BMX e infine spettacoli serali di musica e intrattenimento (es. zumba fitness).

Le gare e i percorsi di Duathlon L’intero circuito Ecorace 2012 prevede un tour di 5 gare tutte organizzate all’insegna dell’ecologia: dagli atleti (che saranno do-

tati di borracce biodegradabili) agli sponsor (produttori/distributori di fonti rinnovabili di energia, di cibo a km zero) che in occasione degli eventi otterranno la certificazione di impatto zero dei propri siti (grazie anche alla piantumazione di alberi per compensare la CO2 prodotta); previsto l’utilizzo di carta riciclata, la raccolta differenziata dei rifiuti della manifestazione, mentre una quota parte dell’iscrizione verrà devoluta ad attività ecologiche sul territorio. Ad illustrare il percorso il campione Matteo: sabato 10 marzo, alle 14.30 gara del circuito nazionale di duathlon sprint individuale (5 km di corsa, 20 km di bici, 2,5 km di corsa finale); da Piazza Locatelli gli atleti attraverseranno il centro storico, per poi iniziare il percorso ciclistico, toccando i paesi vicini di Cortenuova, Cividate al Piano, Calcio, Covo per poi rientrare a Romano, in Piazza Fiume. Domenica 11 marzo, Campionato Italiano Duathlon supersprint a squadre: ogni squadra sarà composta da 3 atleti, ognuno dei quali dovrà percorrere 2,5 km di corsa, 10 km di bici, 1 km di corsa finale. Special Guest: Associazione Paolo Belli e ADMO, che sarà

La scheda Il Triathlon nasce alle Hawaii nel 1977, a seguito di uno scherzoso dibattito su quale sia la disciplina sportiva più dura. John Collins, comandante della marina militare statunitense, suggerisce di combinare tre prove (già di per sé massacranti) in un’unica gara che prevede una prima frazione di 3,8 Km di nuoto, seguita da una di 180 km di bicicletta, conclusa con una maratona da 42 km e 195 metri. Inutile dire che il vincitore di questa competizione non può che definirsi un Ironman! Il Duathlon è una piccola costa del Triathlon: sono sempre tre le frazioni, una di corsa, la seconda di bici e la terza nuovamente di corsa.

Circuito EcoRace 2012: le date Sabato 10 marzo - 2° prova del circuito nazionale di Duathlon sprint - Romano di Lombardia.- Bergamo Domenica 11 marzo - Campionato Italiano Duathlon supersprint a squadre - Romano L.- Bg Domenica 20 maggio - Franciacorta Triathlon Iseo - Bs Domenica 23 settembre - Triathlon Sprint EcoRace Romano di Lombardia. - Bergamo Domenica 14 ottobre - Duathlon sprint EcoRace - Isso - Bg

presente con un banchetto informativo e personale sanitario, affinchè la sensibilizzazione alla tematica, anche se fatta in un contesto sportivo e di festa, av-

venga comunque in modo informato e consapevole. Per info: www.ecorace.org e www.peperoncinoteam.it


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Eco dalla Provincia

A proposito di stadio

A cura di Diego Moratti e Michela Offredi

Per l’edizione del mese di marzo abbiamo incontrato due donne e politiche bergamasche. Ci hann e i loro pareri sul nuovo progetto «Parco dello Sport» in località Grumello al Piano. La parola a Si provinciale alle Grandi infrastrutture, Pianificazione territoriale ed Expo, e a Mirosa Servidati, v

Silvia Lanzani: “Uno stadio è bello se è sicuro” Silvia Lanzani non è una che si lascia intimorire. Laureata in Architettura al Politecnico di Milano (dove è docente), iscritta alla Lega Lombarda - Lega Nord Padania e dal 1999 in Consiglio comunale a Bergamo, oggi è assessore alle Infrastrutture pubbliche, alla Pianificazione territoriale e all’Expo per la Provincia. Lei, che si è “sempre concentrata sulle competenze di una persona, non sull’essere donna o uomo”, non si è mai sentita a disagio, in politica e al lavoro, anche quando è circondata da uomini. E, quando qualcosa la interessa o la riguarda, ci tiene a esprimere un giudizio. Stadio compreso. Quando è iniziata la sua carriera politica? In politica ci sono arrivata quasi per caso, grazie all’amicizia d’infanzia con Daniele Belotti, oggi assessore al Territorio e Urbanistica della Regione Lombardia. Abbiamo condiviso le vacanze estive quando avevo 5 anni. Nel 1999 fui eletta in Consiglio comunale e così iniziò un’avventura molto interessante. La carica in Provincia l’ho accettata in seguito, perché le deleghe proposte mi interessavano. Sono tematiche sulle quali studio, lavoro, insegno. È importante spendersi per il proprio territorio, ma si riesce a farlo bene solo quando qualcosa piace e si conosce. La politica mi assorbe 365 giorni all’anno e 24 ore su 24. Sono sacrifici, ma fatti volentieri. Non si è mai sentita svantaggiata o discriminata in quanto donna? Sono architetto e ho cominciato ad andare in cantiere, un ambiente prettamente maschile, molto presto. Ho imparato come rapportarmi con gli uomini. È una cosa che non mi ha mai creato problemi, nella mia professione, in università e in politica. Sono l’unica donna della Giunta provinciale, ma non mi faccio spaventare dagli altri dodici. Quando sono entrata in po-

litica non ho pensato che sarei stata una mosca bianca o che non ci sarebbero state persone più brave di me. Questo può capitare a chiunque e dovunque, non c’entra col fatto di essere donna, ma anzi per me è motivo di stimolo. Non crede che la società e la politica siano ancora troppo “maschili”? Penso sia così. In politica siamo poche, ma la colpa è anche del mondo femminile. Le donne hanno attitudini innate. Sono più sensibili e hanno la capacità di fare mille cose contemporaneamente. Sono allo stesso tempo madri, mogli, lavoratrici, amiche. Gli uomini hanno altre doti. Molte pensano che per arrivare ai vertici si debba essere aggressive o competitive come gli uomini. C’è bisogno di altro, non credo sia la modalità giusta. Basta l’intelligenza a risolvere la situazione, non servono atteggiamenti maschili o quote rosa. Cosa pensa, invece, del nuovo stadio di Bergamo? L’idea di rifare lo stadio l’ho sempre condivisa, perché la collocazione attuale è ormai sbagliata. Non può continuare a stare, come ora, in una zona residenziale ad alta densità. Come ogni grande infrastruttura, deve essere posto in un luogo facilmente raggiungibile, vicino alle vie di comunicazione e soprattutto deve essere in un ambiente sicuro. Uno stadio è bello solo se è sicuro. La sua posizione deve consentire alle forze dell’ordine di mettere in sicurezza le persone che lo frequentano. Entrando nello specifico. Cosa pensa del fatto di collocare lo stadio nel Parco Agricolo Ecologico? Non voglio pronunciarmi perché la questione è complessa. Qualsiasi soluzione potrebbe sollevare obiezioni. Non dico sia giusto farlo nel Parco Agricolo, ma non è corretto nemmeno lasciarlo nel centro della città. Credo possa avere un senso immaginarlo

vicino a un asse autostradale o ferroviario. Lo stadio è un luogo ad alto rischio sociale e qualsiasi localizzazione sia stata ipotizzata presentava comunque delle criticità. O non lo facciamo o qualcuno dovrà accettare qualcosa. Se si vuole raggiungere un obiettivo sarà necessario. Rispetto ai volumi del nuovo stadio che idea si è fatta? Non entro nel merito del progetto perché tutti quelli presentati in questi anni sono molto belli. Lo stadio, essendo un’infrastruttura pagata da un privato, può presentare degli aspetti magari discutibili. La presenza di strutture a fare da corollario ha senso per un equilibrio economico. È un aspetto con il quale fare i conti. Questo non significa fare delle opere che non siano in equilibrio con il territorio; significa che chi costruisce deve avere la possibilità di far rientrare qualcosa di ciò che mette a disposizione. Il progetto promette un’attenzione particolare alla sostenibilità ambientale. Cosa pensa di questi due aspetti? Penso siano fondamentali. La struttura dovrà essere realizzata con gli studi più innovativi e qualitativamente elevati. Fortuna oggi queste attenzioni sono divenute buona pratica, anche per progettare cose minime. Nella nostra provincia questa sensibilità è a un buon livello e mi auguro possa diventare un atteggiamento contagioso.


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no raccontato qualcosa sul mondo femminile ilvia Lanzani, assessore vicepresidente del Consiglio provinciale

I numeri del Parco dello Sport

Mirosa Servidati: “Non mi convince la localizzazione”

600 mila mq

Area totale del Parco dello Sport

255 mila mq Area verde totale

75 mila mq parco pubblico

36 mila mq Area Stadio

6 mila mq

Area Palasport

9 mila mq Acquaworld

52 mila mq

Area Commerciale

140 mila mq Area parcheggi

52 mila mq

Percorsi ciclopedonali

25.000 posti Stadio

4.000 posti Palasport

€ 250.000.000

Costo stimato dell’opera (comprese infrastrutture)

rogetto to sul p o stadio. ti t a ib d uov ue il Proseg o Spor t e sul n ile ospiterà ll ib e n d te o del Parc Bergamo SOS a proposta e ll a . es Ogni m pareri rispetto dicembre 2011 a i n o alcuni z friz ta a Pala presenta

Alle spalle ha più di trent’anni in politica. Cominciò come assessore nel Comune di Romano, è stata una delle prime segretarie provinciali nella Margherita e oggi è vicepresidente del Consiglio provinciale per il Pd. Eppure Mirosa Servidati non vive solo di politica: forse “per rimanerne autonoma” e un po’ distaccata, o forse perché il suo vero lavoro le piace troppo, la prof. Servidati insegna Lettere e Storia da più di 29 anni (da 7 anni è all’Istituto Quarenghi). “In politica le donne sono ancora troppo poche –puntualizza Servidati- e quando ci sono non fanno squadra e mancano di coraggio”. Sarà per questo che lei ci tiene a dire la sua. Fa politica da tanti anni. Ha mai avuto un modello politico? Mi è sempre piaciuta Tina Anselmi, una donna “partigiana” che si impegnava, che ha avuto ruoli difficili. Ha saputo accettare le sfide senza perdere umanità e femminilità. Io ho sempre difeso

le differenze perché credo siano un valore. Uguaglianza di diritti e parità non vuol dire annullamento delle differenze, anzi significa valorizzate. Cosa pensa delle donne in generale e delle donne in politica? Le donne italiane sono molto cresciute negli ultimi anni. Non si vivono più solo come mogli e madri, ma diventa importante anche l’impegno lavorativo, la dimensione sociale. Ma in ambito politico sono ancora troppo poche. In Consiglio provinciale le donne sono il 10%, vale a dire 4 su un totale di 36 consiglieri. In Consiglio regionale sono sotto il 20%, mentre come deputate e senatrici sono il 18%-20%. C’è un deficit. Per risolvere i problemi della società sono necessari sia lo sguardo femminile che quello maschile. Sono due approcci completamente diversi. Noi siamo abituate ad occuparci contemporaneamente di tante cose. Questa è una qualità importante e utile. Le quote rosa potrebbero contribuire? È una logica che io non condivido. Capisco che possano aiutare a cambiare la situazione, ma non aiutano la donna a sentirsi valorizzata. È solo una quota, quasi fossimo una specie rara. Se dovessi scegliere io farei due cose. Renderei le quote rosa temporanee; le manterrei finché passa il messaggio e cambia la mentalità. Ma soprattutto nelle votazione darei la possibilità di indicare la doppia preferenza, un uomo e una donna. In Campania è così e le donne sono qualcuna in più, circa il 30%. Cosa pensa del progetto del nuovo stadio? Credo che abbia elementi positivi e importanti, anche se vedo due grandi criticità. Prima di tutto non mi convince la localizzazione. Lo stadio va fatto fuori dalla città, soprattutto in una città come Bergamo dove ci sono problemi di spazi. Abbiamo poco

suolo ancora “libero” e pensare di consumare una volumetria di queste dimensione, temo porti a soluzioni pesanti. Inoltre lo stadio andrebbe a deperimento del Parco Agricolo Ecologico, interromperebbe un corridoio naturale. E’ l’unico polmone verde della città. Insiste poi su un’area che è già molto in difficoltà e che sarà ulteriormente appesantita dall’ospedale. Il progetto è interessante, ma faraonico. Rispetto ai criteri ecosostenibili sarebbe un progetto assolutamente all’avanguardia. Sono d’accordo. Credo che la questione dell’ecosostenibilità debba essere centrale in ogni progetto. Non si può più fare altrimenti. Dobbiamo fare degli interventi che riducano al minimo il consumo di suolo. Bisogna smetterla di costruire. La strada da seguire è un’altra: quella della ristrutturazione secondo criteri ecocompatibili, del recupero degli spazi secondo le nuove politiche energetiche. Lo stadio attuale però è un problema e necessita una soluzione. Lei cosa farebbe? Ridurrei la volumetria del progetto, penserei a una nuova zona, con un livello di impatto accettabile. Tutti i nuovi stadi vengono realizzati al di fuori delle città. Nello spazio di Grumello al Piano, come Pd, avevamo pensato di collocare l’Accademia della Guardia di Finanza. Era maggiormente conciliabile perché più piccola; prevedeva un’economia di scala e gli impianti sportivi potevano essere fruiti dal quartiere. Le Amministrazione di Tentorio e di Pirovano, purtroppo, non hanno condiviso questa nostra idea. Una battuta sui costi del progetto? In un momento di crisi come questo mi chiedo se Percassi potrà realizzare un progetto così ambizioso. Un conto è presentare un progetto, un conto poi è realizzarlo.


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Eco dal Comune

Tieni alto il profilo della tua aria Al via una vasta campagna di sensibilizzazione per migliorare la qualità dell’aria cittadina. La leva più incisiva? I nostri stili di vita È possibile immaginare lo skyline di Città Alta immerso in un cielo limpido di aria pulita e nuvole bianche? Forse è vero, ci vuole un pizzico di fantasia, ma serve anche uno slancio, uno scatto fatto di motivazione, responsabilità e coinvolgimento individuale: è questa la leva che l’assessorato alle Politiche ambientali del Comune di Bergamo ha scelto per presentare la campagna “Tieni alto il profilo della tua aria”, una campagna di sensibilizzazione rivolta a tutti i cittadini con l’intento di far sentire partecipe ogni persona al comune obiettivo di migliorare la qualità dell’aria. “Non si tratta solo di un problema di inquinamento: migliorare la qualità dell’aria significa più in generale migliorare la qualità di vita delle persone che vi abitano” ha spiegato l’assessore Massimo Bandera durante la conferenza stampa. Uno skyline con un cielo pulito è sinonimo prima di tutto di una città bella, vivibile e sana. Ma se l’obiettivo è facilmente condiviso in linea teorica da tutti, al lato pratico si fa enorme fatica a rinunciare a quelle piccole ma numerose comodità che sommate contribuiscono a rendere le nuvole dell’immagine un po’ meno bianche. Riscaldamento e auto in primis: una piacevole temperatura in casa anche nei mesi invernali e l’irrinunciabile auto privata. “L’80% dell’incidenza sulle polveri sottili Pm10 è frutto della combustione non industriale, ossia il riscaldamento delle abitazioni (57%) e del trasporto su strada (23%) –illustra Bandera snocciolando una serie di dati e rilevazioni-. Se ne deduce che le due maggiori concause provengono quindi direttamente dagli stili di vita dei singoli cittadini. È su questi che bisogna agire e per questo la campagna di sensibilizzazione si rivolge a giovani, famiglie, anziani, lavoratori e studenti: tutti devono partire dai propri gesti quotidiani, a cominciare dalla temperatura in casa e ufficio che non deve superare i 20 gradi, oltre alla raccomandazione sempre valida di utilizzare il più possibile i mezzi pubblici e la mobilità dolce, bici e passeggiate a piedi”.

“Limita la temperatura a massimo 20°C e controlla regolarmente la tua caldaia”

L’assessore Massimo Bandera davanti al nuovo autocompattatore a metano di Aprica

Le cause dell’inquinamento Certamente le cause di tanto inquinamento sono da cercare anche altrove: sappiamo tutti che la pianura Padana è altamente urbanizzata, industrializzata e poco ventilata. Questo è un dato di fatto che da decenni (e per decenni) impatterà fortemente sulla qualità della nostra aria. Però su questo fronte le possibilità di azione di un singolo comune sono ridotte. Le risposte più efficaci devono –o

dovrebbero- venire dalle Regioni e da un coordinamento generale di tutte le Province e Regioni di una macroarea, come la pianura Padana, dove si riscontra una elevata “base” di inquinamento fissa, che prescinde da ciascuna buona pratica messa in atto da un qualsiasi comune. Basti pensare che le emissioni di sostanze nocive (PM10, PM2,5, SO2, NOx, ecc. ecc.) di tutta la Provincia di Bergamo incidono, rispetto alle emissioni totali della Lombardia, per valori che oscillano tra l’8 e il 13%, mentre se ci

riferiamo all’area critica di Bergamo (Città e comuni limitrofi) l’incidenza va dall’1 al 4%. Essendo così ridotti i margini di azione a livello comunale, lo sforzo maggiore per ottenere risultati concreti deve invece provenire dal cambiamento di molte abitudini e comodità un po’ superflue a cui ci eravamo tutti abituati, ma che ora tutti insieme dobbiamo rivedere. Per questo la campagna punta in alto e nel segno della collaborazione e della condivisione di principi e obiettivi. Aprica, ATB/TEB e AIPA hanno aderito all’invito dell’Amminist-

razione mettendo gratuitamente a disposizione i propri strumenti di comunicazione per diffondere in maniera capillare il messaggio di sensibilizzazione. I due nuovissimi autocompattori a metano di Aprica sono stati decorati con l’immagine della campagna; sui mezzi di ATB e TEB sono stati predisposti dei pendenti che invitano i cittadini a “tenere alto il profilo della propria aria”; l’AIPA (la società che gestisce le pubbliche affissioni) ha messo a disposizione una serie di cartelloni pubblicitari nei punti strategici della città per promuo-


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“Per muoverti in città scegli i mezzi pubblici o la bicicletta”

vere tra gli automobilisti l’utilizzo di mezzi pubblici. Anche le scuole e gli studenti saranno coinvolti, perché fin da giovani, quando alcune (deleterie) abitudini non sono ancora impresse irrimediabilmente, possano comprendere l’importanza di mantenere positivi e salutari stili di vita.

Domeniche ecologiche ma volontarie! Il Comune di Bergamo, sposando la linea della collaborazione e della condivisione responsabilizzante, non ha intenzione di imporre a scopo preventivo la chiusura della città alle auto, se non quando sia necessario oppure obbligato da motivazioni contingenti. Al contrario intende stilare un programma di domeniche ecologiche volontarie dove si chiede ai cittadini di vivere ed appropriarsi del centro cittadino, senza ricorrere all’utilizzo dell’auto. “Le azioni coercitive sono solo dei palliativi che oltre ad imporre ai cittadini una serie di limitazioni, spesso non raggiungono i risultati attesi. Dai dati in nostro possesso -afferma Bandera- calzante è l’esempio

di Brescia: in un dato giorno di febbraio la città partiva da una situazione dell’aria migliore della nostra e, nonostante abbia imposto le targhe alterne, a distanza di due giorni è risultata un’aria peggiore di quella di Bergamo. Capite bene quindi che la

situazione è ben più complessa di quella che può sembrare. Le azioni su cui dobbiamo lavorare devono pertanto andare necessariamente lungo molteplici direttrici”. Diego Moratti

Per i commercianti arriva il marchio “Negozi eco sostenibili” Dal Comune è partita anche un’altra iniziativa volta a responsabilizzare direttamente i commercianti ed in particolare i negozianti della città. Si tratta di un marchio di qualità che contrassegnerà i negozi che si impegnano a mettere in atto azioni sostenibili per quanto riguarda la gestione di tutta una serie di attività: dai limiti sulla temperatura del riscaldamento alla raccolta dei rifiuti e del loro corretto smaltimento (in particolare degli imballaggi), dall’utilizzo di prodotti ecologici ad un’illuminazione più risparmiosa, dall’attenzione nel trasporto merci al contenimento dei consumi idrici. Il tutto in visione dello scopo condiviso di ridurre l’inquinamento urbano e migliorare l’aria e la qualità di vita della nostra città. L’approdo a questa iniziativa è frutto di un percorso di confronto con le associazioni di categoria su come promuovere al meglio l’attenzione all’impatto ambientale di molte attività commerciali: Comune, Ascom e Confesercenti si sono quindi trovate d’accordo su di un protocollo d’intesa che faccia leva sulla valorizzazione delle buone prassi e sulla responsabilizzazione individuale piuttosto che su obblighi o imposizioni amministrative.

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Eco dal Comune

Quanti soldi ed emissioni disperde il tuo condominio? Per amministratori condominiali e famiglie l’opportunità di una diagnosi gratuita per risparmiare sulla bolletta energetica Gli impianti di riscaldamento di case e uffici, oltre che impattare fortemente sul proprio portafoglio, hanno anche un forte impatto ambientale e sulla qualità dell’aria. E questo è ancora più vero nel caso di una città, dove la concentrazione di edifici è elevata: numerosi condomini, spesso di grandi dimensioni, affollano i nostri centri urbani e, d’inverno, le loro emissioni dovute al riscaldamento “affollano” il cielo e l’aria che respiriamo. Proprio il condominio è dunque al centro di una vasta campagna di promozione attivata da marzo 2011 dal Comune di Bergamo in collaborazione con “Domotecnica - divisione condomini”, campagna alla quale hanno già aderito numerosi edifici bergamaschi e che prevede l’effettuazione di diagnosi energetiche gratuite, condotte da un pool di esperti professionisti. Il condominio ha infatti un enorme potenziale di risparmio energetico, direttamente connesso al risparmio in bolletta, in grado addirittura di dimezzare le spese per riscaldamento.

In aumento i costi di riscaldamento e raffrescamento Anche senza considerare che i freddissimi mesi invernali appena trascorsi faranno schizzare i costi energetici delle nostre abitazioni, sono molteplici i motivi

Diagnosi gratuita, incentivi fiscali e interventi senza costi aggiuntivi!

alla base del considerevole potenziale di risparmio. Innanzitutto alcuni dati: il consumo di energia per il riscaldamento, per l’acqua calda sanitaria e per il raffrescamento estivo degli edifici, rappresenta all’incirca il 40% dei consumi energetici dell’intera Comunità Europea. L’Italia è, nell’ambito dell’area mediterranea, il Paese con il maggior consumo di energia per il riscaldamento delle abitazioni.

Gran parte degli edifici ha infatti consumi molto elevati: per il solo riscaldamento, si consumano in media tra i 140 e i 170 Kwh/mq anno, un dato certamente allarmante se si considera che oggi in edilizia esistono tecnologie e sistemi che consentono di abbassare i consumi per il riscaldamento a meno di 15 kwh/mq anno. L’efficienza energetica media degli stabili condominiali con impianto centralizzato, costruiti prima del 1990, è solo del 50%. Questo comporta che per ogni 100 € spesi in riscaldamento, almeno 50 € vengono inutilmente sprecati a causa di impianti obsole-

ti, sovradimensionati ed energivori. Tutta questa energia, la cui domanda è in continuo aumento sia per questioni climatiche che per le accresciute esigenze di comfort dei cittadini, è prodotta in gran parte da combustibili fossili, le cui emissioni di anidride carbonica contribuiscono ad incrementare l’effetto serra e a peggiorare la qualità dell’aria e della vita nelle nostre città.

Gli amministratori condominiali e le famiglie che abitano nei condomini sono avvisate: è ancora possibile approfittare della campagna di check up gratuito di Domotecnica e successivamente valutare se affrontare interventi di efficientamento energetico, senza affrontare alcun esborso, in quanto gli interventi di riqualificazione possono essere finanziati esclusivamente dallo stesso risparmio energetico (garantito da una polizza) e dalle detrazioni fiscali previste dallo Stato. Per questo è importante che gli amministratori che ancora non hanno usufruito dell’invito non perdano tempo in quanto la diagnosi va preferibilmente realizzata quando l’impianto termico è acceso, ma soprattutto ha senso effettuarla in tempo per poter usufruire degli incentivi fiscali del 55% in scadenza a fine 2012. Va inoltre ricordato che da agosto 2012 in Lombardia sarà comunque obbligatorio l’inserimento della contabilizzazione e termoregolazione negli stabili con impianto centralizzato e pertanto… perché non approfittare ora che la diagnosi è ancora gratuita? Diego Moratti



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Comuni Virtuosi

Nella Città di Martinengo le giornate del F.A.I. Il presidente Giorgio Napolitano ha firmato il Decreto con cui il borgo storico della bassa bergamasca diviene ufficialmente “Città” Il 24 e 25 marzo le giornate di primavera del Fondo per l’Ambiente Italiano Con Decreto ufficiale del Presidente della Repubblica, al Comune di Martinengo è stato concesso il titolo onorifico di “Città”. La firma del Capo dello Stato, apposta in data 13 dicembre 2011, è stata poi trasmessa dalla Prefettura di Bergamo il 31 gennaio 2012: per i martinenghesi, da sempre

“Certificazione 100% da fonti rinnovabili per l’energia elettrica delle strutture comunali e per la pubblica illuminazione” consapevoli ed orgogliosi della ricchezza storico-culturale del proprio borgo medievale, un motivo in più di soddisfazione, che va ad aggiungersi ai numerosi traguardi che in questi anni Martinengo sta conseguendo anche in termini di tutela am-

bientale. Da diversi anni ai vertici delle classifiche per la raccolta differenziata tra i Comuni Ricicloni con oltre 10.000 abitanti, la cittadina ha adottato lo scorso anno il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile (Paes), i cui interventi consentiranno non solo di raggiungere gli obiettivi prefissati dall’Unione Europea circa la riduzione del 20% delle emissioni in atmosfera, ma anche di ristrutturare e rendere energeticamente efficiente il patrimonio architettonico pubblico, compreso il grande complesso denominato “Il Filandone”, la storica filanda collocata nel centro del paese e in disuso dalla metà del secolo scorso. “Un raro esempio di archeologia industriale che però, a causa dei suoi enormi volumi, rende estremamente oneroso il riscaldamento e raffrescamento –spiega il sindaco Paolo Nozza-. Grazie all’installazione di un impianto di geotermia sarà possi-

bile invece climatizzare l’intera struttura, dove troveranno posto la biblioteca, l’archivio storico, uno spazio espositivo e una sala conferenze”. Efficienza energetica che permette la rivalorizzazione del patrimonio storico, dunque. Ma non solo: nel percorso verde di Martinengo, l’Amministrazione comunale ha scelto di acquistare per le strutture comunali e per l’illuminazione pubblica, energia 100% proveniente da fonti rinnovabili, tramite la certificazione R.E.C.S. (Renewable Energy Certificate System) attraverso il Consorzio per l’Energia CEV, di cui Martinengo fa parte. E dulcis in fundo, quasi a ciliegina sulla torta di questa “verde” primavera martinenghese, il Fai, Fondo per l’Ambiente Italiano, per quest’anno ha scelto la cittadina della bassa quale borgo storico da visitare durante l’iniziativa nazionale in programma sabato 24 e domenica 25 mar-

“Nel Filandone, storico esempio di archeologia industriale, un impianto geotermico di climatizzazione” zo 2012: in quella data saranno aperti al pubblico importanti edifici di epoca medievale, come il complesso dell’ex monastero di Santa Chiara e il convento di Santa Maria Incoronata. La famiglia di Bartolomeo Colleoni nel ‘400 dimorò a lungo proprio nel borgo della bassa e

contribuì in modo massiccio a fortificarlo ed abbellirlo architettonicamente, con i caratteristici portici che ancora caratterizzano il centro storico. Durante le giornate di primavera del Fai saranno inoltre visitabili l’imponente Filandone nonché i cortili e le ville in stile Liberty che si affacciano sul Vallo colleonesco: l’antico fossato che ancora circonda il borgo medievale, retaggio di un passato importante e indiscutibilemente gradito anche ai “novelli” cittadini. Diego Moratti


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Comuni Virtuosi

Stop al consumo di territorio Domenico Finiguerra, sindaco di Cassinetta di Lugagnano (Mi), vincitore del premio per il personaggio Ambiente Italia 2011 È il sindaco di Cassinetta di Lugagnano (Milano), Domenico Finiguerra, ad essersi aggiudicato il titolo di “Personaggio Ambiente Italia 2011”, premio istituito lo scorso anno per dare un riconoscimento a chi svolge un ruolo di rilevanza nel settore ambientale italiano. Il sindaco Finiguerra -tra i promotori della campagna e del movimento nazionale ‘Stop al Consumo di Territorio’ partita da Cassinetta nel 2009, nonché uno dei primi firmatari dell’appello per la Costituente ecologista civica- ha ottenuto quasi il 17% delle preferenze nella votazione generale. A Cassinetta di Lugagnano hanno deciso di non occupare più un solo metro quadro di suolo agricolo con nuovo cemento -per la precisione, la scelta più comunemente adottata è quella di “congelare” le previsioni di espansione urbana dei piani precedenti- perché i cittadini sono preoccupati della

“In gara per il titolo anche padre Alex Zanotelli, Maurizio Pallante, Nichi Vendola e i lavoratori di Fukushima” condizione allarmante di consumo del suolo, fenomeno che, nella sola Lombardia, comporta in media la cementificazione di 13 ettari al giorno (la provincia di Milano vanta il triste primato del 43% di suolo edificato). “E’ un premio -scrive Finiguerra nel suo blog- che voglio condividere con tutte le persone che mi hanno segnalato e, in particolare, con i comitati, gli ambientalisti, le associazioni, i cittadini che ho incontrato in Italia negli ultimi tre anni, nel corso di oltre 300 incontri sul tema del consumo zero del suolo: dal Parco del Ticino al Salento, dalla Val di Susa al Veneto, dalle Langhe a Procida. Un premio che voglio dedicare, in particolare, a tutte le donne e a tutti gli uomini che si battono nei loro territori, per tutelare i beni

comuni e difenderli dall’arroganza e dalla furia distruttrice di chi spesso, detenendo le leve del potere, pensa di poter disporre liberamente del futuro di chi quei territori li abita”.

Domenico Finiguerra a sindaco di Abbiategrasso, per trasformare la piccola città lombarda in un laboratorio civico e politico per l’Italia. La scelta di Finiguerra premia una battaglia decennale contro la devastazione e la cementificazione forzata del territorio e riflette la convinzione, ormai diffusa tra molti italiani, che sia

“In Lombardia vengono cementificati 13 ettari di terreno al giorno”

Domenico Finiguerra

Finiguerra ha dovuto misurarsi con candidati di tutto rispetto: da Wangari Maathai (premio alla memoria) ad Andrea Segrè (fondatore di Last Minute Market), dal Forum dei Movimenti per l’acqua a padre Alex Zanotelli, da Maurizio Pallante e Nichi Vendola ai lavoratori di Fukushima. Il premio rappresenta anche un ulteriore trampolino di lancio per la campagna elettorale di

davvero giunto il tempo di tutelare il suolo fertile, inteso come il primo dei beni comuni. Costruire e cementificare significa, infatti, non solo compromettere definitivamente la dimensione estetica di un determinato territorio, ma anche realizzare interventi che distruggono suolo fertile in modo irreversibile (dal momento che il suolo agricolo impiega migliaia di anni per riformarsi), contribuendo così all’impoverimento e alla riduzione delle risorse alimentari del mondo. Maria Imparato

Premio Lombardia Urbanistica per la gestione virtuosa del suolo Regione Lombardia ha istituito il “Premio Lombardia urbanistica, buone pratiche di governo del territorio” che offre alle Amministrazioni locali l’opportunità di mettersi in evidenza quali realizzatori delle migliori pratiche di governo. Il bando, attraverso la raccolta e la selezione delle esperienze più virtuose, promuove la progettazione di qualità nel territorio regionale attraverso la diffusione di pratiche di recupero e di riqualificazione degli insediamenti, e dell’uso razionale del suolo. Il rilancio e la tutela dei nuclei antichi cittadini, nonché le politiche di rinnovamento e sostituzione edilizia, finalizzate al contenimento del consumo di suolo (con riferimento al recupero di aree dismesse, volumi inutilizzati, volumi non efficienti sotto il profilo energetico o volumi non coerenti al paesaggio locale) sono alcuni esempi di gestione virtuosa del territorio. Le migliori esperienze verranno premiate e pubblicate sul sito della Direzione Generale Territorio Urbanistica. Le domande vanno presentate entro il 31 marzo 2012. Info: www.territorio.regione.lombardia.it


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Brasile

Curitiba, in Brasile: da sogno a realtà

In America Latina un esempio concreto per la città del futuro Trasporti pubblici, case per tutti, attenzione alla differenziata, un centro pedon Se il 99% degli abitanti di Curitiba è felice della sua città, un motivo c’è… anzi, più di uno! Premiata nel 2010 come città più sostenibile al mondo, questa metropoli “ad alta quota” (oltre due milioni e mezzo di abitanti a quasi 1000 mt di altitudine) ha dimostrato anche ai più scettici che la sostenibilità non è un sogno, ma un progetto realizzabile anche in una metropoli: basta volerlo. La svolta green di Curitiba iniziò negli anni Settanta quando Jaime

“A Curitiba i cittadini sono più sani che nel resto del Brasile: il tasso di mortalità infantile è ridotto ad un terzo rispetto alle altre regioni del Paese” Lerner fu eletto sindaco a soli trentaquattro anni; Lerner non si era mai occupato di politica: era urbanista e architetto. Il punto di forza del suo mandato fu l’approccio integrato alla sostenibilità, ovvero l’attenzione verso temi sociali, ambientali ed economici. Il primo intervento del neo-sindaco riguardò l’allontanamento del pericolo di alluvioni, che minacciava la città per la particolare conformazione geografica del territorio e per la mancanza di vie di drenaggio. Lerner acquistò la pianura alluvionale che delimitava lo spazio urbano e, invece di costruire dei costosi canali artificiali, bonificò il terreno realizzando bellissimi parchi. La loro manutenzione era economica, oltre che ecologica: per tagliare l’erba venivano chiamati pastori con greggi di pecore.

“Bus Rapid Transit”, un esempio per il mondo intero Una delle caratteristiche che definiscono una città “sostenibile” è il suo essere “compatta” che, nel caso di una metropoli, significa avere un sistema di trasporti efficiente. Lerner fece potenziare il servizio degli autobus creando la “Rede Integrada de Transporte” (detta anche “Bus Rapid Transit”). La novità del progetto

stava nel fatto che i percorsi per gli autobus erano separati dalle strade destinate al traffico automobilistico; questo rese il servizio più rapido rispetto al sistema tradizionale e creò una sorta di metropolitana in superficie, dieci volte più economica del metrò, sia per la costruzione che per la manutenzione. Un’altra innovazione furono le fermate costituite da strutture in vetro tubolare e rialzate dal terreno. Essendo poste alla stessa altezza delle porte dell’autobus, esse evitano ai passeggeri di fare scalini e rendono più rapide le operazioni di salita e discesa dai mezzi. Il “Bus Rapid Transit” collega ancora oggi in modo rapido le aree della città: la capillarità della rete e il buon servizio incentivano l’utilizzo dei mezzi pubblici, tanto che il 35% degli automobilisti ha rinunciato all’utilizzo del proprio mezzo.

Solidarietà al passo con l’ecologia Oltre ad aver dimostrato attenVenezuela zione verso l’ambiente e i Colombia trasporti, l’AmministEcuador razione di Curitiba si Peru è distinta per politiche sociali innovaBolivia tive ed efficaci, abbinando il sostegno ai più bisognosi con la difesa dell’ambiente. I rifiuti sono separati accuratamente dalle singole famiglie secondo i principi della racArgentina colta differenziata e Chile vengono ritirati da camioncini del Comune; sono quindi pesati e, in base al peso, viene loro attribuito un valore corrispondente in “buoni acquisto” da assegnare alle famiglie per comprare beni alimentari, quaderni, libri o biglietti per l’autobus. Questo sistema pratico garantisce un vantaggio a più livelli: le famiglie ricevono un aiuto concreto, la Caracas

Bogota

Gergetown Paramaribo Cayenne

Guyana

Suriname

Guyane

Quito

Manaus

Brasile

Lima

Brasilia

La Paz

Santiago

Rio de Janeiro São Paulo

Paraguay

Curitiba Asuncion

Uruguay Buenos Aires

Montevideo


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nale…e colorato rivolto al futuro. Il Comune, oltre ad aver costruito 14 mila case popolari, distribuisce ai cittadini piccoli pezzi di terra per coltivare orti e costruire abitazioni, fornendo materiali di costruzione che vengono pagati con rate mensili bassissime. Il Comune offre ad ogni famiglia la consulenza di un’ora con un architetto e regala un albero da frutto ed uno ornamentale per ogni nuova casa.

Nel centro pedonale il sabato mattina si dipinge Grazie all’esperienza di urbanista e alla sua mente illuminata, Lerner fece un innovativo intervento sulla città che dimostrò grande lungimiranza: nel 1972 infatti Curitiba fu la prima città al mondo ad avere un centro urbano pedonale chiuso al traffico. La reazione di negozianti ed automobilisti non fu subito favorevole. Temendo un blocco dei lavori da parte di coloro che erano contrari, Lerner batté i rivoltosi sul tempo, decidendo di costruire l’isola pedonale in tempi record: opere che normalmente sono realizzate in quattro mesi vennero concluse nel giro di quarantotto ore! A cose fatte, gli automobilisti minaccia-

“Curitiba fu la prima città al mondo ad avere un centro urbano pedonale chiuso al traffico. Era il 1972” città si mantiene pulita e i rifiuti vengono riutilizzati per produrre energia. A Curitiba i cittadini sono più sani che nel resto del Brasile: il tasso di mortalità infantile è ridotto ad un terzo rispetto alle altre regioni del Paese.

Cultura e abitazioni, un diritto per tutti A Curitiba la cultura è un valore, e per questo l’Amministrazione si sforza di renderla accessibile a tutti: le biblioteche sono disseminate nei quartieri insieme a teatri, musei, centri culturali. Curitiba è inoltre una città multietni-

ca che ha imparato a fare della diversità una risorsa: grazie ad una politica sociale ispirata ad accoglienza e integrazione, persone di cultura diversa convivono pacificamente. Quella che oggi è una città all’avanguardia, prima degli anni Settanta viveva una situazione molto diversa: come in altre città del Sud del mondo, baraccopoli e abusivismo edilizio erano problemi apparentemente irrisolvibili; oggi i quartieri popolari di Curitiba sono i più belli del mondo e la soluzione che è stata messa in atto, ancora una volta, si è caratterizzata per lo sguardo

rono una protesta e si prepararono ad invadere con le proprie auto la zona riservata ai pedoni. Per scoraggiare la rivolta in modo pacifico, Lerner organizzò un evento coinvolgendo tutti i bambini della città, invitandoli a dipingere su grandi fogli di carta, che coprivano tutta la nuova pavimentazione del centro. Gli automobilisti non oltrepassarono il limite riservato ai pedoni e nessuna nuova rivolta venne organizzata. Da allora tutti i sabato mattina i bambini si riuniscono in centro a colorare! Livia Salvi


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WWF

Gorilla gorilla (gorilla di pianura) e Gorilla beringei (gorilla di montagna)

Il Gorilla nel mirino Il cuore verde dell’Africa batte per lui

Imponente per dimensioni e forza, ma soprattutto per la sua intelligenza I gorilla sono tra le specie più amate e carismatiche: ma questo non basta a salvarli Ogni anno a causa di deforestazione e taglio illegale, nel cuore dell’Africa vengono persi irrimediabilmente quasi 700.000 ettari di foreste: l’habitat del gorilla. Ma non basta, perchè i gorilla sono anche perseguitati dai cacciatori di frodo, che si arricchiscono grazie al commercio di carne di specie selvatiche (Bushmeat), cibo venduto a prezzi da capogiro nei mercati clandestini di molti paesi. E visto che i gorilla pesano 200 Kg, il loro valore economico è tale che continuano ad essere uccisi a migliaia ogni anno. La ripresa di guerre in Ruanda, Congo, Angola e negli altri paesi del centro Africa causa significative perdite fra i gorilla di montagna, e i centri di ricerca (fra cui quello

famoso di Karisoke fondato da Dian Fossey) sono stati abbandonati dal personale e invasi dalle truppe e dai profughi. La forte crisi sociale ed economica scatenata dalla guerra civile e dalla povertà inarrestabile sta causando gravissimi danni anche a questa specie.

LA SCHEDA Grande primate “a forma di uomo” pesa 280 kg e vive in branco Il gorilla è il più grande primate esistente; appartiene al gruppo delle scimmie antropomorfe, ossia “con forma di uomo”, supera il metro e 75 di altezza e 280 chili di peso. Le femmine

sono un po’ più piccole e pesano circa 140 chili. Hanno un corpo tozzo, un petto enorme e delle braccia e delle gambe molto possenti. Possiedono un mantello folto di colore grigio nero; i maschi adulti hanno il viso, i piedi e le mani privi di peli, arcate sopracciliari molto marcate, narici carnose e orecchie piccole. Vivono preferibilmente sul terreno e si nutrono di vegetali; hanno braccia adatte per arrampicarsi anche se il loro enorme peso rende praticamente impossibile vivere sugli alberi. Sono animali molto sociali e vivono in gruppi composti anche da 40 individui; è il maschio dominante a decidere per il gruppo e i contrasti tra i membri

sono ridotti al minimo. Il gruppo rimane con la stessa composizione per periodi molto lunghi, occupando un territorio con diversi habitat (esteso anche per circa 30 km), difendendolo strenuamente e cercando di sfruttarlo in maniera parsimoniosa per il nutrimento. I rapporti sessuali all’interno del gruppo sono di tipo patriarcale il sultano fa ciò che vuole con le femmine, anche se nel contempo ha la responsabilità di difendere il proprio gruppo; tutta l’esistenza della comunità ruota intorno alla figura dell’anziano dai capelli grigi, che è anche l’unica figura che lega le femmine e i loro piccoli. Tra i gorilla, le femmine mantengono una certa indipendenza

“Tutta l’esistenza della comunità ruota intorno alla figura dell’anziano dai capelli grigi” all’interno del gruppo. Quando il capobranco muore o si indebolisce viene sostituito da un maschio solitario e viene costretto a restare ai margini del gruppo. Solitamente si cibano di grandi quantità di foglie specialmente quelle di determinate piante; amano stare nella foresta aperta o nelle zone coperte da alte erbe, creando dei tragitti regolari che vengono sfruttati durante il giorno. Quasi il 90% della popolazione dei gorilla vive nella foresta pluviale di pianura


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Adotta una specie Progetto Gorilla Dal 1978 seguiamo uno speciale progetto internazionale in Ruanda che permette di migliorare le strutture dei parchi, di addestrare ed equipaggiare il personale, di rafforzare l’applicazione delle leggi e di “abituare” i gorilla ad essere osservati, favorendo così anche un progetto turistico di sostanziale importanza a livello economico. Ci battiamo per fermare il commercio illegale; favoriamo la creazione di nuove aree protette contribuendo alla salvaguardia di un habitat e non di una sola specie. È urgente trovare insieme 370.000 euro per finanziare, per un anno, il lavoro delle pattuglie antibracconaggio in un‘area critica come la riserva di Dzanga-Sanga nella Repubblica Centrafricana. Con 182.000 euro potremo riuscire a finanziare per oltre due anni le indagini sul traffico illegale di specie selvatiche in tre città dell’Africa Centrale e garantire un’appropriata applicazione delle leggi. Sostieni il progetto gorilla: wwf.it/gorilla

“Quasi il 90% della popolazione dei gorilla vive nella foresta pluviale di pianura, dove trovano una gran varietà di fiori, frutti e foglie” soprattutto perché lì vi trovano una gran varietà di fiori, frutti e foglie. I gorilla dimostrano grande adattabilità alle situazioni più diverse. A conferma della vicinanza con la specie umana, una recente ricerca è riuscita a documentare l’utilizzo, da parte dei gorilla allo stato libero, di strumenti: un bastone per verificare la profondità di uno sta-

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gno prima di attraversarlo, per appoggiarsi durante la raccolta di frutti o per attraversare un terreno fangoso.

I NUMERI Alcune specie si stanno già estinguendo! Il Gorilla di Pianura Occidentale, circa 95 mila individui, popola le foreste dell’Africa occidentale, principalmente in Congo, Gabon, Camerun, Repubblica Centroafricana, Guinea equatoriale. Il Gorilla del Cross River vive soltanto in una piccola area al confine tra Camerun e Nigeria: ne restano 250-300. In assoluto è questa la specie più in pericolo. Per il Gorilla di Pianura

Il pianeta si scalda i monumenti si spengono Il 31 marzo torna Earth Hour, che spegnerà per un’ora Tour Eiffel, Colosseo e altri edifici in 135 paesi del mondo Nata solo cinque anni fa a Sindney, l’iniziativa Earth Hour di WWF si è trasformata, in breve tempo, nel più grande evento mondiale contro i cambiamenti climatici. Sono 135 i Paesi che hanno aderito all’iniziativa e, per manifestare la propria sensibilità al problema climatico, si impegneranno a spegnere i monumenti più importanti per un’ora. Il 31 marzo 2012, dalle 20.30 alle 21.30, quasi due miliardi di persone potranno assistere allo spegnimento di Tour Eiffel, Colosseo, Piramidi, Città proibita, Empire State Building e molti altri. Spegnere la luce, un gesto quotidiano che può diventare simbolo della volontà di contrastare il global warming attraverso una politica volta all’efficienza energetica e all’utilizzo di risorse rinnovabili. Quest’anno l’ “Ora della terra” si svolgerà in prossimità di un

Orientale, solo 17.000 individui, è invece difficile intervenire a causa della grave instabilità politico–economica di questi territori. Il Gorilla di Montagna, ormai rarissimo, circa 680 individui, vive nel Parco Nazionale dei Virunga, a circa mille chilometri di distanza da quello di pianura, e nel Bwindi Impenetrabile National Park nel sud ovest dell’Uganda e Congo. In 10 anni la popolazione dei gorilla è diminuita del 75%. Si stima che, in mancanza di inversioni di tendenza, tra dieci anni entrambe le due specie più a rischio si saranno estinte. Il WWF è impegnato in Africa centrale dal 1978 con oltre 300 persone coinvolte in 5 paesi della regione.

evento fondamentale all’interno del dibattito internazionale sui cambiamenti climatici: “Rio+20”, la conferenza mondiale sulla sostenibilità a Rio de Janeiro. L’incontro, a vent’anni dal precedente, è considerato un pilastro su cui poggiare le basi per decidere le sorti degli ecosistemi e della biodiversità globale. Le tematiche che i leader mondiali andranno ad affrontare saranno le stesse del 1992 ma, oggi, i tempi d’opera sono decisamente più stretti. È d’obbligo prendere decisioni concrete, andare oltre le attuali politiche energetiche cercando soluzioni più coraggiose ed efficaci. Anche ai singoli comuni italiani WWF chiede di “andare oltre” e, per l’edizione 2012, propone un’iniziativa speciale per raccogliere e raccontare i progetti territoriali a favore della sostenibilità, portando così le amministrazioni allo sviluppo di azioni concrete in grado di superare il semplice gesto simbolico. I progetti saranno vagliati da un comitato scientifico e i migliori verranno segnalati al concorso internazionale “City Challenge” lanciato da WWF Svezia. L’associazione metterà a disposizione dei comuni aderenti documenti e dossier contenenti gli ultimi studi e buone pratiche in tema di efficienza energetica. Nello specifico, WWF consegnerà ai sindaci il documento “Reinventiamo la città”, conte-

nente 10 proposte per migliorare la sostenibilità cittadina e “Soluzioni urbane”, un dossier in cui vengono riportati gli studi sugli effettivi vantaggi di un comune sostenibile.

“Ai comuni italiani WWF propone un’iniziativa per raccogliere e raccontare i progetti territoriali a favore della sostenibilità. I migliori saranno segnalati al concorso internazionale “City Challenge” lanciato da WWF Svezia” Nel materiale messo a disposizione vengono affrontate le sfide che le amministrazioni dovranno sostenere nel percorso alla sostenibilità. Un percorso a cui WWF vuole affiancarsi, consapevole dell’importanza di città efficienti e con una bassa impronta ecologica. Non una mera questione di rinuncia, ma un’occasione per reinventare la città, sfruttandone il potenziale per offrire ai cittadini un futuro sostenibile senza influire sulla qualità della vita. Ma per arrivare a un cambiamento così radicale, bisogna iniziare da un gesto semplice: spegnere la luce.


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Consulenza scientifica: Studio Green Solution srl c/o incubatore d’impresa CCIAA - Brembate Sopra (BG) Tel. 035/4158818 - info@greensolution.it

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Orso bruno

Sulle tracce dell’orso bruno Presente all’Orobie Film Festival anche il WWF, con una mostra e momenti informativi su questo affascinante abitante delle foreste E’ stato l’orso bruno il protagonista dell’Orobie Film Festival. Il WWF ha partecipato alla manifestazione bergamasca con una mostra e con tavoli informativi presidiati da esperti. Un’ottima occasione per parlare anche della salvaguardia dell’ambiente montano a un pubblico selezionato di frequentatori e appassio-

“L’orso bruno è oggi una delle specie più minacciate in Italia. Nel corso degli anni Ottanta e Novanta diversi esemplari di orso, maschi e femmine, sono stati avvistati, feriti e uccisi in Val Brembana” nati di montagna. L’orso bruno è oggi una delle specie più minacciate in Italia. Una spietata persecuzione da parte dell’uomo e la distruzione dell’ambiente naturale lo hanno spinto sull’orlo dell’estinzione. Disboscamenti, bracconaggio, strade forestali, nuovi impianti sciistici: la vita per gli orsi è diventata davvero difficile. Testimonianze del passato cer-

tificano la presenza dell’orso anche nella Bergamasca; sulle nostre montagne erano presenti diversi esemplari ed erano molto cacciati. Il primo atto ufficiale conosciuto risale al 1866, quando il vescovo di Bergamo Guala affittò il Monte Cornello agli abitanti di Frerola e Bracca riservandosi la caccia all’orso, mentre fino al XX secolo furono poste addirittura delle “taglie” per la loro cattura. Nel corso degli anni Ottanta e Novanta diversi esemplari di orso, maschi e femmine, sono stati avvistati, feriti e uccisi in Val Brembana. Per contrastare le numerose minacce che l’orso oggi deve affrontare, il WWF Italia ha sviluppato, tra il 1998 e il 2000, il progetto LIFE per favorire il ritorno dei Grandi Carnivori sulle Alpi. L’iniziativa ha consentito il risarcimento dei danni provocati dalla specie sugli allevamenti, la realizzazione di opere di prevenzione (ad esempio recinzioni elettriche per ovili e apiari), interventi volti al miglioramento dell’attività venatoria, l’eliminazione della pratica di caccia agli ungulati con il segugio. Sono state poi avviate azioni di comunicazione, sensibilizzazione costante dell’opinione pubblica

residente nelle aree interessate (e potenzialmente interessate) dall’azione di colonizzazione spontanea. L’intento del WWF è far si che gli orsi trovino un ambiente più accogliente e più sicuro. È quindi al lavoro per risanare i frutteti abbandonati e per creare dei corridoi faunistici, ovvero sentieri per permettere agli orsi di spostarsi senza incontrare centri abitati, strade e autostrade. Molto apprezzato è stato, lo scorso gennaio (sempre in occasione di Orobie Film Festival), l’intervento del dottor Mauro Belardi, che ha raccontato il progredire del progetto di reintroduzione. Queste le parole del WWF Lombardia a coronamento della serata: “Un ringraziamento particolare va agli

organizzatori della manifestazione per l’invito, gli spazi concessi e il cortese supporto, al dr. Belardi per il suo importante contributo e infine alla sezione WWF Bergamo per l’impegno profuso”.


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Libri

Il cibo cuoce in lavastoviglie Un metodo rivoluzionario che sforna gusto, sostenibilità e risparmio Nelle librerie il nuovo libro di Lisa Casali La sfida sembra impossibile, bizzarra: cuocere i cibi in lavastoviglie mentre i piatti vengono lavati. Non si tratta né di un gioco né di una provocazione, bensì di una rivoluzionaria tecnica di cottura che permette di risparmiare acqua ed energia, preservando ed esaltando le proprietà nutritive e organolettiche dei cibi. Lisa Casali, eco-foodblogger, specialista di rischi ambientali e autrice di “La Cucina a impatto (quasi) zero” (da cui riportia-

“Gli alimenti, chiusi ermeticamente in vasetti di vetro o sacchetti sottovuoto, sono sicuri perché non entrano in contatto con l’acqua di lavaggio. Lo dimostrano le analisi chimiche” mo molte delle nostre “ricette del mese”) ha appena dato alle stampe il suo nuovo volume: “Cucinare in lavastoviglie”, il primo manuale al mondo su questa geniale intuizione. L’autrice è arrivata a sperimentare questa tecnica in un processo di ricer-

ca sulla cottura a basso impatto ambientale. I risultati ottenuti, o per meglio dire i piatti, sono migliori rispetto alle cotture tradizionali, per quanto riguarda gusto, profumi e consistenze. Le virtù della cottura a bassa temperatura, infatti, sono conosciute e ampiamente utilizzate nell’alta cucina. Le temperature di lavaggio delle lavastoviglie rientrano proprio nel range ideale di cottura (55°C - 75°C) e permettono di realizzare cotture lunghe e delicate con estrema facilità. E riducendo il proprio impatto ambientale. Tutti i modelli di lavastoviglie hanno almeno quattro programmi di lavaggio in comune (Rapido, Eco, Normale e Intensivo), ognuno con specifiche durate e temperature. Le ricette proposte sono studiate per essere pronte esattamente nel tempo del ciclo di lavaggio. Mentre la lavastovi-

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glie è in funzione si può, sfruttando la durata del programma (da 30 min a 3 ore circa), preparare pietanze senza dover badare alle pentole sul fuoco. Quanto alla difficoltà, niente paura, la cucina in lavastoviglie non poteva essere più semplice: si utilizzano vasetti di vetro o sacchetti per sottovuoto adatti alla cottura. Basta superare l’iniziale diffidenza e abbandonare ogni pregiudizio e –c’è da giurarci– la lavastoviglie conquisterà anche i cuochi più tradizionali. Nel libro di Lisa Casali si trovano interi menù, suddivisi per ogni stagione. Particolare attenzione è stata prestata alla scelta delle materie prime impiegate nelle ricette, sia in ottica ambientale sia salutistica. Non sono presenti piatti con pesci, crostacei o molluschi sovrasfruttati o a rischio di estinzione. Per le carni infine si sono privilegiati tagli di seconda e terza scelta. Gli alimenti cotti in lavastoviglie, chiusi ermeticamente in vasetti di vetro o sacchetti sottovuoto, che stupiranno il palato per gusto e

Chi è Lisa Casali è un’eco-foodblogger trentenne con due grandi passioni: l’ambiente e la cucina. Laureata in Scienze ambientali e con un Master in Management ambientale, Lisa Casali lavora come specialista in rischi inquinamento e, nel tempo libero, come chef non professionista. Il suo sito web ecocucina.org (dove l’autrice – con il soprannome di “Lisca” – dispensa ricette e consigli per ridurre l’impatto ambientale e preparare ricette usando gli scarti) sta diventando un cult. Con Edizioni Gribaudo ha già pubblicato “La cucina a impatto (quasi) zero”. Collabora con diverse testate come Lifegate, Valore Alimentare, Bergamo SOStenibile e Il Fatto quotidiano, dove tiene un blog dedicato al cibo e all’alimentazione dal punto di vista ambientale. È protagonista nella stagione 2011-12 del programma Uno Mattina in Famiglia su RAI 1 con la rubrica La Cucina Eco-nomica, in diretta tutti i sabato mattina verso le 8.40. aroma, sono sicuri perché non entrano in contatto con l’acqua di lavaggio, come dimostrano le analisi chimiche effettuate su piatti realizzati con questa tecnica. Si è cercato di ridurre anche l’impatto ambientale relativo alla produzione del libro. Oltre a scegliere carta FSC, si sono compensate le emissioni di CO2

derivanti dalla stampa delle varie copie, aderendo così al progetto Impatto Zero di Lifegate. Controindicazioni non sembrano esistere, i benefici sembrano tanti: perché allora non cominciare a vedere la lavastoviglie sotto una nuova luce. E provare a cucinare il primo arrosto in lavastoviglie!


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Ambiente

Detersivi

Riusare è meglio che riciclare Una vasta scelta di detergenti biologici ma non solo: all’azienda Bio Farm Spineto di Martinengo si incoraggia la vendita alla spina e il riuso dei contenitori Detergenti biologici: è questa la scelta e l’offerta di Bio Farm Spineto di Martinengo. Una strada quasi spontanea, poiché l’azienda è da sempre all’avanguardia nell’agricoltura e nell’allevamento biologico. “Le ragioni risiedono nel fatto che si tratta di detergenti e prodotti di cosmesi

per il consumatore e per l’ambiente. Anche ai detersivi si possono dunque applicare i principi del km zero e della filiera corta, privilegiando così ingredienti vicini al luogo di produzione. Ma non è tutto. Un’attenzione specifica può essere data agli imballaggi e ai contenitori, che impiegano minime quantità di plastica riutilizzabili e sono com“Un buon prodotto e un pletamente riciclabili. “Un buon ottimo imballaggio non prodotto e un ottimo imballaggio non servirebbero a nulla se poi servirebbero a nulla se fossero gettati alla fine dell’upoi fossero gettati alla so– prosegue Duccio Colombo, fine dell’uso” dell’azienda Bio Farm Spineto-. La consapevolezza che il riciclo completamente reintegrabili nei comporta comunque un grosso cicli biologici naturali –spiegano dispendio di energie ci ha condall’azienda-. Nella produzione vinti a fare di più. Abbiamo allora vengono impiegati ingredienti optato per il riuso di tutti i matenaturali, materie prime al 100% riali e contenitori impiegati. Quevegetali e provenienti da agri- sta scelta, unitamente al sistema coltura biologica. Si sottolinea in di vendita alla spina, dà origine al modo particolare l’impiego dei circolo virtuoso del riuso”. migliori saponi e tensioattivi non Riusare è meglio che riciclare, etossilati, completamente vege- dunque. Ma come si attua il riutali e senza derivati petrolchimi- so? Le taniche sono riutilizzabili ci”. Detto in altre parole: materie e vengono ritirate dal produttore, prime rapidamente e facilmente che, dopo averle sterilizzate, le pubb_BG SOSTENIBILE_Layout 1 02/01/12 18.20 Pagina 1 biodegradabili, senza tossicità riempie nuovamente e le restitui-

sce. Il consumatore attinge dalla tanica nel punto vendita, riempie le bottiglie da un litro e, una volta terminato il prodotto, le restituisce in cambio di altre piene. Il rifiuto non rimane quindi tale, ma diviene una risorsa da riutilizzare. Si consuma solo il prodotto, mentre l’impatto ambientale è zero, o comunque molto vicino a questa soglia. Il tutto senza perdere qualità ed efficienza, caratteristiche altrettanto irrinunciabili per chi utilizza questo tipo di prodotti, sia in casa propria che in un laboratorio alimentare.

Grest in fattoria didattica Sono aperte le iscrizioni per la proposta estiva “Grest in fattoria didattica” dell’azienda Bio Farm Spineto di Martinengo. L’iniziativa si rivolge a tutti i bambini dai 6 ai 13 anni e sarà disponibile dall’11 giugno al 7 settembre 2012. Cura degli animali, giochi all’aperto, cucina, compiti delle vacanze e divertimento: tanti gli ingredienti per rendere le giornate in fattoria davvero speciali. I pasti e le merende saranno a base di prodotti biologici, con i piccoli che imparano a cucinare e ad apparecchiare la tavola. Il costo settimanale (comprensivo di pasti) è di 90 euro a bambino. Per informazioni: www.biofarmspineto.com - Tel.0363908864.

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Stili di vita e d’impresa

Festival dell’Ambiente di Bergamo Dall’11 al 13 maggio sul Sentierone di Bergamo la prima edizione della manifestazione dedicata agli stili di vita e d’impresa sostenibili con esposizioni ed approfondimenti per famiglie, imprese, associazioni e scuole

Scrivere verde I Racconti del Parco Il concorso letterario aperto fino al 27 marzo

Il Festival dell’Ambiente si svolgerà nel “salotto” di Bergamo

Sole, Terra, Aria e Acqua: saranno ispirate ai quattro elementi presenti in natura le aree tematiche della prima edizione del Festival dell’ambiente di Bergamo, la tre-giorni che dall’11 al 13 maggio, animerà il nostro “salotto” cittadino: il Sentierone. Una grande manifestazione, organizzata dall’Associazione Festival dell’Ambiente e dal Comune di Bergamo, che darà l’occasione di esporre prodotti e innovazioni nel campo della green economy e prendere sempre più coscienza dei temi della tutela ambientale e urbana, in tutte le sue accezioni. Sotto il simbolo del “Sole” troveranno spazio le aziende legate alle energie rinnovabili, all’efficienza energetica e all’edilizia sostenibile; l’elemento “Terra” ospiterà i produttori e coltivatori di prodotti naturali, biologici, a chilometro zero, oltre a quelli che rispecchiano la cultura e la tradizione bergamasca. In quest’area esporranno anche aziende in grado di offrire soluzioni legate al benessere e al relax naturale psicofisico delle persona. L’“Aria” sarà invece collegata alla mobilità sostenibile, con la presentazione di auto, moto, scooter alimentati da ener-

gie meno inquinanti da un lato e dall’altro il trasporto pubblico e la mobilità dolce. Infine con l’ “Acqua”, elemento presente in tutte le forme viventi, si vuole rappresentare ciò che permea la nostra società: istituzioni, associazioni, movimenti e circoli, nonché il mondo dell’educazione e della scuola, riconoscendo l’importanza che questo ambito

“Il nostro tradizionale stile di vita non è più sostenibile. Occorre sensibilizzare e promuovere tra i cittadini le soluzioni che il progresso tecnologico mette oggi a disposizione per limitare l’impatto ambientale” assume per sensibilizzare e promuovere sempre più una cultura e stili di vita e d’impresa più sostenibili. A questo proposito durante la manifestazione saranno organizzati eventi, mostre e convegni per favorire il coinvolgimento, la partecipazione e il dibattito dei cittadini, delle scuole

e istituzioni, senza escludere attività ludiche e di intrattenimento per i più piccoli. Bergamo avrà così il suo Festival dell’Ambiente e, considerato il fermento che la nostra provincia può vantare in questo settore, l’occasione sarà propizia per fare il punto di una realtà in forte crescita. È ormai noto il primato della Bergamasca quanto a Comuni firmatari del Patto dei Sindaci, l’iniziativa lanciata dall’Unione Europea per favorire efficienza e risparmio energetico, alla quale hanno aderito oltre 200 comuni su un totale di 244. Ma decisamente significativo risulta orami tutto l’indotto economico e occupazionale di questo settore: all’interno della nostra provincia sono sempre più numerose le aziende legate al campo delle energie rinnovabili, bioedilizia, mobilità sostenibile, efficienza energetica e agricoltura biologica, emblema di quel progresso culturale, scientifico e tecnologico rappresentato dalla green economy, all’insegna di uno sviluppo e di una società che torni ad essere sostenibile. Per info: www.associazionefestivaldellambiente.it info@associazionefestivaldellambiente.it

Una storia breve, una fiaba o una filastrocca per condividere i valori della creatività e della responsabilità, dell’ecologia e della consapevolezza ambientale. Torna per il quarto anno consecutivo il premio letterario “I Racconti del Parco”, il concorso per i provetti scrittori che hanno a cuore le tematiche ambientali. Questa edizione promuove un genere inedito, Evergreen Tale, il racconto sempreverde che narra la passione senza tempo per i riti, le trasformazioni e gli abitanti ( reali o immaginari) del mondo naturale. Quest’anno il premio si inserirà fra i tanti eventi collaterali della Fiera del Libro, in programma a fine aprile a Bergamo. La premiazione dei vincitori avverrà, infatti, a conclusione della fiera. Si confermano invariate per l’edizione 2012 le categorie del concorso. Il premio, come di consueto, si rivolge agli studenti delle scuole medie, delle superiori e agli adulti con più di 18 anni di età. La lunghezza massima delle opere ammesse, pena la validità del racconto, dovrà essere di 5 cartelle dattiloscritte (ogni cartella non dovrà avere più di 30 righe con un massimo di 60 battute per riga), per un totale di 9.000 battute spazi inclusi. Coloro che amano la sintesi potranno cimentarsi nella stesura di un Nanoracconto: un vero e proprio

romanzo in sole 10 parole. Gli elaborati dovranno pervenire, entro e non oltre il 27 marzo, presso la segreteria organizzativa: Multiconsult, via Locatelli,31 - 24121 Bergamo. Dovrà inoltre essere inviata una copia in formato elettronico all’indirizzo segreteria@raccontidelparco. it con l’indicazione del titolo del racconto e del nome e cognome del partecipante. Ricchi premi saranno destinati agli scritti migliori delle diverse categorie. Il concorso, come ormai è tradizione, dedica inoltre una sezione - e il premio voluto dalla Misericordia Maggiore di Bergamo - agli studenti della Scuola in Pigiama, del reparto di pediatria degli Ospedali Riuniti di Bergamo. Il Premio speciale Camera di Commercio eleggerà poi il miglior racconto in assoluto, che sarà proclamato il prossimo settembre, in occasione della manifestazione “Notti di Luce”. Per ulteriori informazioni: www.raccontidelparco.it


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Stili di vita e d’impresa

Come (de)crescere? Alla BCC di Treviglio il faccia a faccia fra Maurizio Pallante, Movimento per le Decrescita e Andrea Di Stefano, economista della rivista “Valori” Una cosa è certa: per uscire dalla crisi, non si può perpetuare il modello economico che ci ha portato all’attuale situazione economica e finanziaria. Cosa fare? Per quanto simili e spesso in accordo tra loro, le opinioni di Maurizio Pallante, fondatore del Movimento per la Decrescita Felice, e Andrea Di Stefano, direttore del mensile di economia sociale e finanza etica “Valori”, divergono. E il pubblico, che ha letteralmente affollato l’auditorium della Cassa Rurale di Treviglio dove i due relatori sono stati ospiti dell’iniziativa per il 40° della Cooperativa Famiglie Lavoratori (Cfl) lo scorso 26 gennaio, ascolta perché ha voglia di capire le cause della crisi e trovare un modo per uscirne. Qui proviamo a riassumere i punti centrali dell’incontro. Quali sono le cause dell’attuale crisi economicofinanziaria? E cosa fare? Pallante: “Sin dall’inizio è stata una crisi economica e produttiva e non solo finanziaria. Uno dei maggiori problemi è il debito pubblico e quello privato, ma nessuno sui grandi media si è mai chiesto il perché. La rispo-

sta è che si produce troppo, la crescita è stata troppo alta e per sostenerla ci si è indebitati. Il Pil è cresciuto ma l’occupazione no, perché la crescita è dovuta alle tecnologie. Ora dobbiamo trovare il denaro per ridurre il debito. Come fare? Occorre ridurre gli sprechi: basta pensare che il 3% del Pil è dovuto ai rifiuti del cibo. Combattendo questi sprechi, riduciamo il Pil, ma stiamo meglio!”. Di Stefano: “La crisi è strutturale e ricette per uscirne non ce ne sono. Di certo fare provvedimenti “Cresci-Italia” non serve a nulla. La prima cosa da fare è fermare la finanza-Frankestein che ci ha portato a questa situazione: oggi infatti si scommette su prodotti teorici che valgono 30 volte il Pil mondiale. Occorre anche ridistribuire la ricchezza. Basta fare un esempio per capirne il motivo: in cinque anni il reddito dell’1% della popolazione degli Stati Uniti è aumentato del 275%, quello del 99% del 18%, ma siccome il Pil è sostenuto dai consumi, per sostenere la crescita si è fatto indebitare le famiglie americane (il 99% appunto, ndr), generando un meccanismo infernale senza via d’uscita”.

Quali sono le possibili alternative? Pallante: “Se la crescita è troppo alta è assurdo pensare di uscire dalla crisi puntando sulla crescita. La crescita è un aumento quantitativo delle merci, non un miglioramento qualitativo dei beni e servizi. Ora bisogna cominciare a introdurre criteri qualitativi agli obiettivi economici. Per esempio, ristrutturare il nostro patrimonio edilizio che consuma tre volte in più rispetto a quello tedesco, significa creare occupazione, migliorare le nostre condizioni di vita, ma anche decrescere perché si consuma meno”. Di Stefano: “Ridistribuire il reddito non significa riproporre una formula politica di sinistra, ma riscrivere tutto il nostro modello. Il nostro welfare è basato sull’economia industriale, ma ora bisogna scrivere un patto sociale sulla cittadinanza che preveda un reddito minimo per tutti”. Sviluppo sostenibile e green economy sono possibili soluzioni? Pallante: “Sviluppo sostenibile è un ossimoro perché, se lo svilup-

“Occorre ridurre gli sprechi: basta pensare che il 3% del Pil è dovuto ai rifiuti del cibo” Maurizio Pallante

“Ora bisogna scrivere un patto sociale sulla cittadinanza che preveda un reddito minimo per tutti” Andrea Di Stefano

Chi sono Maurizio Pallante Fondatore nel 2007 del Movimento per la Decrescita Felice (decrescitafelice.it), si occupa delle tematiche legate all’ecologia e all’economia dal 1985. Attualmente il Movimento conta una quarantina di circoli, tra cui uno a Bergamo. Andrea Di Stefano Direttore della rivista “Valori” (www.valori.it), mensile di economia sociale, finanza etica e sostenibilità promosso da Banca Etica, ha lavorato come giornalista economico per Repubblica. Ogni venerdì, dalle 8.45 alle 9.30 conduce «Il giorno delle locuste» su Radio Popolare. po si misura con la crescita del Pil, non può essere sostenibile. La green economy mi sembra lo stesso imbroglio con parole diverse, basta pensare ai campi agricoli coperti di pannelli solari. Invece dobbiamo tornare all’economia del dono, all’autopro-

duzione e “deglobalizzarci” il più possibile”. Di Stefano: “Si può avere un’economia “verde” se è tesa al risparmio energetico, al riciclo e al riuso delle risorse”. Raffaele Avagliano


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Stili di vita e d’impresa Storia & personaggi

“Se il Gene non è una Cosa” Sui passi di Barbara McClintock Una biologa particolarmente attenta al rapporto fra l’uomo e il mondo naturale Una delle figure femminili che più ha arricchito il recente dibattito sulle nuove forme “del pensare e del fare ecologici” è indubbiamente la nota Barbara McClintock. Non una figura direttamente impegnata nel campo della cultura ambientale, ma una biologa che dall’inter-

“Stiamo rovinando l’ambiente in maniera spaventosa e pensavamo che tutto andasse bene, perché stavamo usando le tecniche della scienza” no del campo della scienza si è da sempre mostrata aperta alle suggestioni e alle relazioni con il territorio dell’etica, della metafisica, della soggettività. Durante la sua storia, ci ha fornito un percorso di riflessioni particolarmente stimolanti e suggestive nell’ambito del rapporto

dell’uomo con il mondo naturale. Premio Nobel per la Medicina e la Fisiologia nel 1983 per i suoi studi sulla genetica del mais, Barbara McClintock ha costruito una concezione della realtà, della conoscenza e della comunicazione nelle sue diverse forme che non può che rientrare nel campo delle epistemologie di quel sapere che chiamiamo ecosofia. Intanto, ecco la sua tesi dello statuto ontologico della realtà: Il reale non è una struttura semplice, costituita da oggetti manipolabili sul piano logico e tecnico dell’uomo; esso è, al contrario, struttura iper-complessa. A un primo livello è costituito da cose “molto più meravigliose di quelle che ci permette di concepire il metodo scientifico”. Esse, le cose, per l’appunto, sono unità, un “uno” (“tutto è uno”) nella loro costituzione autentica, al di là dell’intervento logico-classificatorio, riduzionista, artificializzante della scienza. Inoltre, sono in stretta, intima, relazione l’una con l’altra. Nel mondo della vita, poi, la realtà si presenta organizzata come un organismo. E l’organismo, che è realtà dinamica è anche singolarità. Al tempo stesso, l’organismo è anche relazione. È in relazione con l’ambiente. Perciò la scienza deve aprirsi a un’inedita rivoluzione epistemica, uscendo dai limiti del proprio statuto tradizionale. Deve,

intanto, essere accompagnata, rifocillata dalla capacità di vedere e di ascoltare, diventando così un nuovo modo di pensare, di guardare le cose, un modo “meraviglioso, semplicemente meraviglioso”. La scienza deve diventare capace di dare, come la poesia, “un’anima alle cose”. Il sapere scientifico, per Barbara McClintock, non rende conto della trascendenza di forma e di senso delle cose. Il mondo della vita richiede, addirittura, una procedura scientifica e non incontra oggetti, ma realtà viva: “Ogni volta che cammino sull’erba mi rincresce, perché so che l’erba mi strilla”. “Un organismo non è semplicemente un pezzo di plastica, è qualcosa in continua relazione con l’ambiente”. “Così conosco ogni pianta del campo. Le conosco intimamente e ricavo un immenso piacere dalla loro conoscenza”. Un’apertura statica che si fa comprensione, un dare l’anima, sentirsi in sintonia con l’organi-

Rubrica

Storia & personaggi: la rubrica che intende ripercorrere -attraverso fatti salienti e personalità illustrila nascita e l’evoluzione del “pensiero ecologico”, dal suo avvio negli Stati Uniti degli anni ’60, fino ai giorni nostri. La rubrica è curata dal prof. Luciano Valle Docente di Etica, Università di Pavia e Direttore del Tavolo Tecnico Scientifico del Centro di Etica Ambientale di Bergamo. www.centroeticaambientale.com smo, che Barbara McClintock trova, in particolare, nella saggezza buddhista. Questo “pensiero”, questa ragione che incontra il cuore, può essere il rimedio, il “farmaco” contro i limiti oggettivistici, parcellizzanti della scienza tradizionale e della tecnica, che con il loro riduzionismo hanno preparato la colonizzazione devastatrice del pianeta, intaccando il suo equilibrio ambientale: “Stiamo rovinando l’ambiente in maniera spaventosa e pensavamo che tutto andasse bene, perché stavamo usando le tecniche della scienza. Tutto si tra-

sformava in tecnologia, finché si rivolta contro di noi, che non ci abbiamo pensato abbastanza. Avevamo azzardato delle presupposizioni che non avevamo il diritto di fare. Eravamo carenti dal punto di vista del funzionamento dell’intero sistema, conoscevamo solo come funzionava una parte […] Non ci siamo nemmeno preoccupati di indagare, non abbiamo neanche visto cosa succedeva intorno. Stavano succedendo tante altre cose e noi non ce ne accorgevamo.” Luciano Valle Direttore scientifico del CEA


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“Per sora nostra matre terra” Torna la terza edizione di “Sorella Terra: verso una nuova alleanza tra Arte, Scienza, Etica e Religioni”. Fra i presenti Magdi Cristiano Allam, Luca Mercalli e Roberto Vecchioni Da sempre ispirato all’unicità e alla bellezza della nostra Terra, anche quest’anno il Centro di Etica Ambientale rinnova l’ormai atteso appuntamento con il progetto “Sorella Terra: verso una nuova alleanza tra Arte, Scienza, Etica e Religioni”. Il tema scelto per il 2012 è quello dell’energia sostenibile, in raccordo con le attività dell’Anno internazionale dell’Energia sostenibile proclamato dall’ONU. Un’opportunità per le scuole, gli studenti e i docenti, che durante l’anno scolastico hanno preso parte ad incontri sui temi dell’etica ambientale e della sostenibilità energetica. Un programma notevole, che si concluderà il prossimo 17 aprile con un appuntamento di influenza nazionale e aperto a tutti. L’obiettivo è, ancora una volta, quello di fare uscire il mondo della cultura da una certa autoreferenzialità e aprirsi a un dialogo serio, competente e costruttivo, con le giovani generazioni, che sono il futuro della nostra società e del nostro mondo. Crediamo, infatti, che i giovani non possano essere visti solo come “fruitori passivi”, ma abbiano diritto di ricevere gli strumenti più adeguati per diventare protagonisti attivi di un nuovo modo di abitare il pianeta -la nostra Sorella Terra per l’appunto- e di costruire una cittadinanza più responsabile e attenta all’ambiente. Una giornata evento, un’occasione di riflessione e musica, quella del 17 aprile, con protagonisti prestigiosi del campo della cultura e dello spettacolo: un incontro sulla necessità di riflettere per

inaugurare un nuovo rapporto di dialogo degli esseri umani verso l’ambiente. Figure di rilievo saranno chiamate a testimoniare e a dialogare su quei valori di bellezza e di dignità della natura, della mente e dell’anima, nella tavola rotonda della mattinata, presso l’Audito-

“L’obiettivo è quello di fare uscire il mondo della cultura da una certa autoreferenzialità e aprirsi a un dialogo serio, competente e costruttivo, con le giovani generazioni”

I prossimi appuntamenti

rium del seminario vescovile di Bergamo. Roberto Vecchioni, in concerto la sera al teatro Donizetti, concluderà la giornata allietando i partecipanti all’evento. Per maggiori informazioni è possibile rivolgervi alla segreteria

organizzativa del Centro di Etica Ambientale: www.centroeticaambientale.com. Claudia Proserpio Resp. Educazione e Formazione del CEA

Giovedì 1 marzo: con inizio alle 14.30 nella Casa del Socio di Treviglio, è in programma un workshop di educazione ed etica ambientale per gli insegnanti delle scuole di Treviglio. Presente il prof. Luciano Valle, direttore Tavolo Scientificio C.E. A che presenterà un intervento dal titolo “Quale Etica Ambientale per un modello di sviluppo eco-compatibile”. Martedì 6 marzo: corso di formazione per gli studenti delle classi terze, quarte e quinte delle scuole superiori di Treviglio. L’incontro “L’Etica Ambientale. Scenari e principi” con Luciano Valle, Giovanni Testa e Roberto Carrara (entrambi di Legambiente Bergamo), avrà inizio alle 14.30 nell’auditorium “Cassa Rurale” di Treviglio. Martedì 17 aprile: Roberto Vecchioni Dalle 9.30 alle 12.30 si terrà il convegno- tavola rotonda “Sorella Terra” con gli interventi di mons. Francesco Beschi, Ettore Pirovano, Franco Tentorio e don Francesco Poli, Magdi Cristiano Allam, Luca Mercalli e Roberto Vecchioni. Modererà Simona Chinelli, docente di filosofia. In serata, con inizio alle 21, concerto di Roberto Vecchioni al Teatro Donizetti di Bergamo.


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Salute & Benessere

“Thè e simpatia” Fra riti, usi tradizionali e scienza Gli studi ne evidenziano le virtù nutrizionali, energetiche e salutistiche Ottime scuse per godersi ancora di più una calda tazza di thè, soli o in compagnia Il titolo “Thè e simpatia” è ispirato a un vecchio film statunitense (1956), una originale commedia drammatica di Vincente Minnelli e che ben si presta a sintetizzare le caratteristiche non solo alimentari della bevanda, che ha un ruolo anche culturale e propiziatorio all’amicizia. Appuntamento quotidiano o pretesto per una pausa, la tazza di thè non solo ha innumere-

“Il thè incrementa la lipolisi nel tessuto adiposo con conseguente consumo dei lipidi. E’ utile nelle diete dimagranti non tanto come infuso, ma in compresse o capsule” voli proprietà alimentari legate all’uso tradizionale, ma vi sono anche continui e recenti studi scientifici che rafforzano e ampliano la loro portata d’azione. La pianta del thè, nota in letteratura scientifica come Camelia sinensis, appartiene alla famiglia delle Theaceae; le parti utilizzate sono le foglie che, trattate quando ancora fresche con vapore ad alta temperatura, danno origine al thè verde. Quando le foglie vengono fatte fermentare si ottiene il thè oolong (detto anche thè blu o thè qing) e il thè nero. Questo comporta l’ossidazione delle foglie e ne modifica componenti e attività biologiche. Tutte le varietà sono comunque ricavate dalla stessa pianta.

Le proprietà del thè Nell’uso tradizionale le foglie del thè manifestano azione stimolante, angioprotettrice (protezione dei vasi sanguigni) e leggermente astringente. Considerata bevanda dissetante e

corroborante, ha da sempre un ruolo nel trattamento delle astenie, nelle diete dimagranti e nel trattamento sintomatico delle diarree leggere. L’attività del thè è meno incisiva e più prolungata nel tempo rispetto a quella della sola caffeina; responsabile dell’azione stimolante a livello del sistema nervoso centrale, che si manifesta con un aumento delle

attività intellettuali, della vigilanza e del tono psichico, e un aumento della diuresi. La caffeina è spesso aggiunta in formulazioni farmaceutiche che possono comportare sonnolenza, come gli antistaminici, anche per dare una dolce allerta. Ad oggi l’attenzione e i risultati più interessanti riguardano il thè verde, i cui principali componen-

Rubrica

Stile di vita e medicina integrata: un approccio olistico per la salute e il benessere Oggi salute significa cura, prevenzione e benessere psicofisico. Con questa rubrica vogliamo porre l’attenzione sui rimedi naturali, sul loro affiancamento all’allopatia (medicina classica) e sulle loro potenzialità nella prevenzione e benessere dell’individuo. Per olistico si intende un approccio alla cura dell’individuo che tiene conto della sua totalità.


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ti attivi sono polifenoli (catechine) e caffeina. I polifenoli presenti nel thè verde sono più comunemente noti come flavanoli o catechine, hanno un’azione antiossidante, efficace nel contrastare lo stress ossidativo delle cellule, alla base di numerose patologie cronico degenerative e responsabile dei processi di invecchiamento. Gli sono attribuite proprietà antinfiammatorie, termogeniche, dovute soprattutto alla sinergia con la caffeina per l’attivazione di geni responsabili della produzione di calore, probiotiche ed antimicrobiche.

come coadiuvante di una dieta ipocalorica per il trattamento dell’obesità. Lo studio ha arruolato 100 individui in sovrappeso (al di sopra del 20-40%), uomini e donne di età compresa tra i 44 e 56 anni. Divisi in due gruppi da 50 individui ciascuno, sono stati sottoposti a dieta di 1350 calorie le donne e 1850 calorie gli uomini. Oltre a seguire la dieta, i membri di uno solo dei due gruppi hanno assunto un estratto di thè verde. Si è valutato il peso iniziale medio nei due gruppi, per poi rivalutarlo dopo tre mesi di trattamento. Il gruppo che aveva assunto anche thè verde ha riportato non solo una significativa diminuzione del peso, ma anche una riduzione del girovita e del BMI (body mass index, indice di massa corporea che si ottiene dividendo il peso per l’altezza). Il BMI è molto utile per una valutazione del rapporto tra massa magra e massa grassa. E’ stata osservata anche una diminuzione del colesterolo e dei trigliceridi. Di poco antecedente, invece, uno studio ha valutato la capacità di migliorare il controllo della glicemia; potrebbe inoltre avere effetti benefici nel ridurre il rischio di diabete di tipo 2.

Thè verde: ideale per chi è in sovrappeso Negli ultimi anni è cresciuta l’attenzione verso il thè per gli effetti sul sovrappeso. Incrementa infatti la lipolisi nel tessuto adiposo con conseguente consumo dei lipidi (grassi) e per questo è utile nelle diete dimagranti, non tanto come infuso ma in compresse o capsule (estratti secchi). Oltre agli studi in vitro, condotti in laboratorio sui topi, è stato condotto e pubblicato nel 2009 un interessante studio clinico sull’uomo, volto a valutare gli effetti di un estratto di thè verde

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“Nella cultura islamica il rito del thè è un veicolo propiziatorio per l’amicizia e la riduzione delle tensioni. In Inghilterra è momento di coesione familiare e sociale” Il tradizionale rito del thè Alla luce delle recenti scoperte, la scienza e la frenesia dei tempi

moderni non scalfiscono la reiterazione di un rituale più o meno complesso per la preparazione e l’assunzione dell’infuso, soprattutto in Inghilterra o nell’Islam. In queste culture il rito del thè rappresenta, in un caso, un momento di coesione familiare e sociale, in un altro, un veicolo propiziatorio per l’amicizia e la riduzione delle tensioni.

Il thè, quindi, non è solo un alimento dalle virtù nutrizionali, energetiche e salutistiche ma uno strumento con un ruolo organizzatore delle relazioni intra e interpersonali. Le scoperte scientifiche ne ampliano ulteriormente le potenzialità di impiego. Patrizia Mantoessi


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Alimentazione

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Alimenti di stagione La rubrica che vi invita a conoscere e gustare i frutti che la natura offre ad ogni stagione: più qualità nutrizionali, più freschezza e minor impatto ambientale a cura di Duccio Colombo

Cinese? No, mandarino!

Non fare il broccolo... mangialo!

Siamo abituati a trovarlo in tavola, ma Ricco di vitamine, contiene anche la sua è una lunga (e simpatica) storia potassio e ferro. E i Romani lo usavano Che comincia con un nome non casuale per potenziare l’assorbimento dell’alcool Arrivò in Europa nel periodo delle “Cineserie”, chiamato così perché erano molto in voga gli oggetti provenienti dalla Cina. Eppure non stiamo parlando di vasi o porcellane, ma del mandarino. Questo frutto, proveniente dalle zone tropicali dell’Asia, precisamente dalla Cina e Indocina, venne introdotto in Europa sul finire del XIX secolo. L’etimologia del suo nome è assai curiosa. Nel 1828, quando il frutto fece la sua comparsa nel Mar Mediterraneo, si decise di battezzarlo con un nomignolo che ricordasse la sua origine cinese. Tutti sapevano che in Cina le massime autorità erano i “mandarini”, perciò sembrò giusto dare lo stesso nome a questi nuovi frutti altrettanto nobili ed altrettanto… pallidi, visto il confronto con le loro sorelle arance. L’appellativo scherzoso ed irriverente non tardò a diventare la denominazione ufficiale. Il mandarino possiede un particolare tipo di frutto chiamato esperidio e la sua polpa è formata da un grande numero di spicchi ricchi di succo; il succo contiene grandi quantità di vitamina C, flavonoidi e olii essenziali. Esso è il frutto fresco più ricco di zuccheri, con oltre il 17%, e quindi di calorie, 72 per 100 g. Questa caratteristica, unita all’indice di sazietà abbastanza basso, fa del mandarino un frutto del quale non si deve abusare e del quale devono sempre essere considerate le qualità assunte. In effetti non è difficile mangiare 1 kg di mandarini, con il suo totale di circa 500 calorie! Il mandarino è una buona fonte di vitamina C (an-

Frutta di stagione Gennaio Febbraio

che se meno delle arance - 40 mg contro 60). La buccia del mandarino contiene un terpeno antiossidante, il limonene, e un olio essenziale utilizzato per produrre liquori, sciroppi e profumi. Il mandarino generalmente viene consumato fresco ma è anche particolarmente apprezzato sotto forma di frutta candita o marmellata. Un albero adulto può fornire circa 600 frutti all’anno, considerati molto preziosi per la salute, specialmente nei mesi autunnali e invernali quando le difese immunitarie si abbassano e si è più esposti ai malanni di stagione. I mesi migliori per acquistarli sono da gennaio a marzo e a dicembre; occorre però ricordare che in quest’ultimo mese generalmente raggiungono il massimo della maturazione e quindi del gusto.

“Il succo di mandarino contiene grandi quantità di vitamina C, flavonoidi e olii essenziali. Ed è il frutto fresco più ricco di zuccheri”

Mandaranci, Mandarini, Arance, Clementine, Mele, Pere, Kiwi, Banane, Pompelmi

Un germoglio. Questo ricorda il suo nome (brocco) e, non a caso, di questo ortaggio si consumano proprio le ramificazioni fiorite. Il broccolo è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Crucifere, come il cavolo e il cavolfiore. Siamo abituati a vederlo verde ma esiste anche nella varietà violacea. La tradizione fa risalire la sua coltivazione in Asia Minore. Sacro per Greci, pare che i Romani lo usassero per curare diverse malattie e lo consumassero crudo, prima dei banchetti, per consentire (pensate!) all’organismo di assorbire meglio l’alcool. Furono i navigatori e gli esploratori a scoprirlo nelle loro rotte e a portarlo in Italia, dove poi si è largamente diffuso. Lo sgradevole odore emanato durante la cottura (a causa dello zolfo in esso contenuto), lo rende a prima vista (o meglio a primo olfatto!), un poco antipatico. È sufficiente però spremere un limone nell’acqua di cottura per eliminare questa caratteristica poco invitante. La raccolta dei broccoli inizia nel mese di ottobre e li si possono trovare in commercio per tutto il periodo invernale. La pianta continua infatti a produrlo, anche dopo essere stata tagliata. Con l’arrivo della bella stagione si sviluppano i fiori e, a questo punto, non è più commestibile. Nella forma migliore si presenta chiuso (così come i suoi gambi), ben compatto e dal colore

Verdura di stagione Gennaio Febbraio

vivo. E’ consigliabile mangiarlo appena acquistato, anche se è possibile conservarlo nel cassetto del frigorifero per 3-4 giorni. Può essere consumato sia crudo che cotto: crudo si può mangiare in pinzi-

“Il broccolo puzza? È sufficiente spremere un limone nell’acqua di cottura per eliminare il suo tipico e sgradevole odore” monio, cotto a vapore. Questa soluzione consente di esaltare, nel modo migliore, il sapore e preservare inalterate tutte le proprietà salutari e nutritive. Ricco di vitamina C, contiene anche vitamina A, potassio, magnesio, ferro e fosforo; è pertanto un valido alleato contro acciacchi e malanni di stagione.

Radicchio, Sedano, Cardo, Cime di Rapa, Spinaci, Cavolfiori, Broccoli, Patate, Finocchi, Carciofi, Porri, Zucche


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Alimentazione

Le ricette

La ricetta biologica del Villino di Erica

La ricetta di Lisa Casali

Quiche di broccoli con besciamella di soia

Bicchierini mousse di broccolo, straccetti di mozzarella e briciole alle mandorle Ricetta tratta dal libro “La cucina a impatto (quasi) zero” di Lisa Casali, Gribaudo Editore.

padella con un filo d’olio, finché diventa morbido. Unire i broccoli cotti, sale, pepe e timo. Dopo un paio di minuti aggiungervi anche ¾ di besciamella, amalgamare bene e dopo poco spegnere. Aspettare il raffreddamento poi versare il composto ottenuto nella tortiera, aggiungervi sopra la restante besciamella per coprire. Cuocere a 180°C per 30-40 minuti. INGREDIENTI Per l’impasto:

Preparazione Mischiare bene tutti gli ingredienti per l’impasto e amalgamare con le mani aggiungendo pian piano l’acqua fino ad avere un panetto morbido ma ben consistente. Lavorare per 3-4 minuti, poi stendere col mattarello una sfoglia abbastanza sottile e foderare la tortiera. Lavare i broccoli, mondarli e tagliarli a cimette; scottarli per 6-7 minuti in acqua bollente leggermente salata. Scottarli e tagliarli a pezzi piccoli. Tagliare molto sottile il porro e rosolarlo in

• 250 g farina bianca • 100 g farina integrale • 3 cucchiai olio di girasole • ½ bustina lievito per dolci (non vanigliato) • un pizzico di sale • acqua q.b. Per il ripieno: • ½ porro • olio di oliva q.b. • 500 g di broccoli • un pizzico di timo • 500 g besciamella di soia

Un finger-food da offrire come antipasto, adatto anche ad una cena in piedi. Il broccolo è cotto al vapore per qualche minuto per mantenere inalterate il più possibile le proprietà nutritive, un vero alleato per la nostra salute. E visto che anche il palato vuole la sua parte, un’armonia di gusto dove ogni ingrediente esalta gli altri in una ricetta facilissima da preparare. PREPARAZIONE Lavate i gambi e le foglie. Tagliateli a cubetti e cuoceteli a vapore per circa 5 minuti, meglio se sfruttando il vapore di una

pentola in ebollizione. Frullate le mandorle, quindi unite il pane del giorno prima e frullate insieme. Dovrete ottenere delle briciole che metterete in padella con un filo di olio, sale e pepe a tostare. Frullate i gambi e le foglie fino a ottenere un composto omogeneo. Versate a filo l’olio extravergine montando con il frullatore. Salate e pepate. Tagliate la mozzarella a cubetti o, nel caso della burrata, stracciatela con le mani. Suddividete la mousse di broccolo in 4 bicchierini, unite la mozzarella/burrata e disponetevi sopra le briciole di pane alle mandorle. Completate con un filo d’olio e un pizzico di peperoncino. INGREDIENTI (per 4 bicchierini) • 300 g di gambi e foglie di broccolo • 1 mozzarella (o meglio ancora burrata o stracciatella) da 150 g circa • 1 manciata di mandorle • 1 o 2 fette di pane del giorno prima • 1 pizzico di peperoncino • olio extravergine intenso • sale e pepe


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La vie en rose Nel XXI secolo le donne sono davvero amazzoni del potere e della loro vita? Il rosa è ancora un colore che non riesce a trovare spazio nel mondo. Se i colori rosso, verde, giallo, arancione e blu godono di una degna collocazione all’interno della politica e il bianco in ambito civile, il rosa è ancora un must stagionale. Del resto nemmeno gli archetipi femminili più ancestrali, legati al mito e alle favole, vestivano di rosa. Da tempi immemorabili però le donne hanno sempre vestito gli stessi panni: o erano streghe da uccidere, o fanciulle da salvare o principesse da dare in premio al principe che avrebbe sconfitto il nemico. E come biasimare Raperonzolo se la felicità la trova grazie ai lunghi capelli biondi o la Bella che per un grande castello si abbandona all’amore di una Bestia con il doppio dei suoi anni? Probabilmente le favole le avranno raccontate anche a loro quando erano bambine. E se per secoli la donna è stata dipinta come orfana, martire, strega, o maga -nel migliore dei casi, in cucina- perché lamentarsi che nel XXI secolo sia diventata anche guerriera? La sovranità maschile che è passata dal padre al marito, dal marito al padrone, dal padrone al capoufficio, dal capoufficio alla classe dirigente che governa il paese, ha iniziato a scricchiolare alcuni decenni or sono. Piccoli terremoti chiamati Margaret Thatcher, Golda Meir, Rita LeviMontalcini hanno raccolto il testimone di altre grandi donne del passato che in tempi di maschilismo imperante sono riuscite ad emergere grazie alla loro intelligenza e competenza. Angela Merkel in Germania, Susanna Camusso ed Emma Marcegaglia in Italia, Cristina Fernàndez de Kirchner in Argentina o Hilary Clinton negli Stati Uniti: la politica coinvolge sempre più donne.

Essere donne in Italia In Italia nel 1865 le donne non godevano di diritti politici, civili e giuridici ed erano ancora sottoposte ad “autorizzazione maritale” per comprare una casa, aprire un conto in banca, iscriversi all’Università o cedere capitali. La donna, angelo del focolare, non aveva nemmeno potestà

sui figli e l’adulterio era punito con la detenzione. Solo nel 1945 con il Decreto legge De GasperiTogliatti le donne conquistarono il diritto di voto e nel marzo del 1946 anche l’eleggibilità, grazie a cui Lina Merlin riuscì ad inserire nell’articolo tre della Costituzione italiana la frase “senza distinzione di sesso” perché maschi e femmine godessero dei medesimi diritti. Una speranza, più che un dato di fatto, almeno fino agli anni Settanta quando le donne riescono a guadagnarsi una vera uguaglianza giuridica, con riforme strutturali sul diritto di famiglia, con la legge sull’aborto e il controllo delle nascite e contro il delitto d’onore. Il dibattito sul tema delle pari opportunità, volto a incrementare l’attribuzione di poteri e responsabilità alle donne e a riconoscere e garantire uguale libertà di scelta a donne e uomini, ha assunto presto carattere mondiale.

In Islanda pari opportunità, mentre in Italia le donne nei CdA sono l’8% In Islanda “equal pay for equal work” non è uno slogan di un movimento femminista che ancora deve smaltire i postumi del Sessantotto. È una legge che, come in Gran Bretagna, garantisce parità salariale tra lavoratori e lavoratrici. E l’Islanda, dopo il disastroso crac finanziario nel 2008, ha deciso di ripartire dall’uguaglianza tra uomini e donne per costruire le basi di una società più equilibrata. Al timone una donna: Jóhanna Sigurðardóttir, prima leader di governo dichiaratamente omosessuale. E per guidare la ristrutturazione di due delle banche responsabili del crac, sono state scelte altre due donne. Certamente competere con l’Islanda, che si trova al primo posto nella classifica del World Economic Forum, è fantascienza. Eppure anche il paese dove la parità sembra un dato di fatto presenta delle zone d’ombra, annidate in quel 10 per cento di differenza salariale tra uomo e donna a parità di lavoro. Manco a dirlo in Italia il gap è del 20 per cento, tasso che si polverizza (causa mancanza di

Margaret Thatcher

“Voi non avrete mai altri diritti, all’infuori di quelli che avrete saputo conquistarvi” Anna Maria Mozzoni 1892 “Lavorano come uomini, guadagnano come donne” Avanti! 1957 “Nel lavoro le donne hanno maggiori difficoltà nell’accesso, minore continuità e ridotte possibilità di fare carriera pur partendo da un livello di istruzione superiore” Elsa Fonero Ministro del Lavoro e delle politiche sociali 2012 dati) quando si sfiora il così detto “tetto di cristallo”, cioè quelle posizioni ai vertici a cui le donne difficilmente riescono ad accedere: ancora oggi la metà delle aziende quotate è gestita da soli uomini. Sugli oltre 1.200 consiglieri di amministrazione in scadenza, le donne sono oggi 88. La presenza femminile nei consigli delle società quotate in Italia si aggira attorno all’8 per cento, contro una media europea del 12,5 per cento.

Angela Merkel

Rita Levi M


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Montalcini

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Emma Marcegaglia

Susanna Camusso E sulle quote rosa? La legge bipartisan approvata dal Parlamento ha stabilito che a partire dal 2012 i CdA delle aziende quotate e delle società a partecipazione pubblica dovranno essere composti per un quinto da donne. Dal 2015 le quote rosa saliranno a un terzo. Ma se, considerando i dati della recente ricerca di Consob, la presenza delle donne ai vertici delle aziende dovesse mantenere il tasso di crescita degli ultimi anni, non basterebbero sessant’anni per raggiungere il 33 per cento imposto dalla legge. Inoltre c’è da dire che il 47 per cento di quelle che “ce l‘hanno fatta” non ha un ruolo esecutivo né indipendente: la maggior parte sono mogli, sorelle, figlie e amanti inserite a bella posta per fare numero e/o bella figura. Dei 173 posti “rosa” nei consigli di amministrazione infatti, 94 sono occupati da donne che appartengono alla famiglia azionista di riferimento o di controllo della società. E questo non solo mina il concetto stesso di parità basata sul merito, rifacendosi al contrario ad un atavico principio legato all’eredità dinastica, ma in alcuni casi ha alimentato una governance peggiore. In situazioni di capitalismo familiare, il CdA della società si riunisce otto volte l’anno, rispetto alle undici dei board in cui i consiglieri donna non fanno parte della famiglia che controlla l’azienda, meno in ogni caso di quanto avvenga in quelli costituiti da soli uomini.

Elsa Fornero I detrattori della legge chiosano che il concetto di “quote rosa” disonora il principio di cittadinanza, perché concedere diritti ad una persona in base a genere, razza o colore della pelle è discriminazione, senza considerare che, imporre con una legge dello stato decisioni gestionali che riguardano le aziende, è un’intrusione pubblica nella sfera privata. E c’è anche chi si domanda se, introdotte le quote rosa, non bisognerebbe pensare di farlo anche per i giovani, gli immigrati o altre categorie poco

rappresentate. Ma forse, al di là delle polemiche, bisognerebbe concentrarsi sul perché, nel ventunesimo secolo, il diritto al lavoro debba essere regolato dalle leggi dello stato e non dalla cultura della meritocrazia. Quella cultura che non guarda al colore, al genere, alla razza, alla religione o al partito politico di appartenenza. Quella meritocrazia che, anche nelle favole, permette ai buoni di sconfiggere i cattivi. Alice Motti

8 marzo - Cena letteraria

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“Se volete saperne di più sulla femminilità interrogate la vostra esperienza” Sono le parole di Freud, di fronte al misterioso fascino femminile Un fascino dal quale tutti, uomini e donne, proveniamo Persino il padre fondatore della psicoanalisi, Sigmund Freud, dovette riconoscere, con garbata franchezza e celato imbarazzo, la sua difficoltà –una difficoltà non solo maschile- nello studiare e nell’interrogare il genere femminile. Apprezzabile la sua schiettezza, in una lezione, la numero 33 del 1932, oggi conosciuta come La Femminilità, in cui dovette concludere: “Questo è tutto quanto avevo da dirvi sulla femminilità. E’ certo incompleto e frammentario e non sempre suona gentile. […] Se volete saperne di più sulla femminilità, interrogate la vostra esperienza, o rivolgetevi ai poeti, oppure attendete che la scienza possa darvi ragguagli meglio approfonditi e più coerenti”. Un’ammissione di incompiutezza, in parte, un discreto e, forse, curioso sguardo verso la preziosità di un universo dall’ambiguo e misterioso fascino: l’immaginario femminile e la sua anima. Ed è proprio attraverso l’Animus, l’archetipo dell’anima, che l’altrettanto conosciuto Carl Gustav Jung si interrogò sul tema, identificando nell’Anima, per l’appunto, l’arcaica sintesi tra femminile e maschile, presente indistintamente nella psiche sia degli uomini che delle donne, sin dalla primissima infanzia, se non già nella vita intrauterina. Entrambi gli elementi, maschile e femminile, abitano la nostra mente attraverso lo sviluppo di un Animus positivo e –superan-

do quella sterile contrapposizione di cui oggigiorno la nostra società sperimenta gli effetti dannosi- rivelano nel loro incontro la fecondità del maternage, la creazione di qualcosa di nuovo e sorprendente: un’unione in cui l’atteggiamento attivo (diciamo “maschile”) fatto di pensieri, lo spirito di iniziativa, l’audacia e la determinazione si coniuga con un atteggiamento ricettivo (femminile) in grado di ascoltare e accogliere i messaggi e i suggerimenti dell’inconscio, di entrare in sintonia con il flusso dell’esistenza accettando i tempi di gestazione, maturazione, nascita e

Aldo Carotenuto:“L’energia femminile è qualcosa di più di una delle due diverse possibilità dell’esistenza, ne costituisce il presupposto cardine” finitudine di ogni esperienza. Anima intesa, qui, rispettivamente quale aspetto inconscio della psiche maschile che deriva dalla sedimentazione di tutte le esperienze, d’origine remota, dell’uomo con la donna; e l’Anima quale energia complementare, intesa come personificazione della natura maschile nell’inconscio della donna. Ciò che le differenzia è principalmente il fine, la qualità

e la direzione dell’energia creativa insita nell’universo psichico e corporeo di ciascuno, filtrata, interpretata e utilizzata dall’individuo in base al suo stato di coscienza e di azione: L’energia maschile, logos, attiva, fiduciosa e concentrata, volta all’affermazione, all’acquisizione di indipendenza e autonomia, all’autorealizzazione; L’energia femminile, ricettiva, unificante, diffusa, con la sua forza attrattiva, volta all’unione e alla relazione per assicurare la continuazione e la sopravvivenza della specie. Anche avendo qualità e finalità apparentemente distanti, queste energie, non sussistono l’una indipendentemente dall’altra, come la luce e il buio, il giorno e la notte, il vuoto e il pieno, l’assenza e la presenza, l’unione e la separazione. Proprio grazie alla loro complementarietà, non possono essere sottoposte ad un giudizio di valore l’una rispetto all’altra se non per quelle peculiarità generative e

primarie -volte ad assicurare la vita- di cui parlava lo psicoanalista Aldo Carotenuto “l’energia femminile è qualcosa di più di una delle due diverse possibilità dell’esistenza, ne costituisce il presupposto cardine”. La nostra esistenza, la storia di ciascuno di noi, si fondano, per l’appunto, su questo rapporto affettivo primario, unico e irripetibile, di cui ha memoria anzitutto la nostra anima, grazie all’esperienza di un materno “tutto nostro” e personalissimo. Quell’evento originario di accudimento, di cura e di vicinanza, dell’origine della vita attraverso il femminile, di quella gestazione –dell’anima e del corpo– diventa integrazione degli opposti, capace di superare la sopraffazione di un aspetto sull’altro e capace di produrre il “nuovo”, un terzo elemento: la sintesi al di fuori del banale, lo sguardo complice del bambino al sorriso amorevole della sua mamma. Anche qui qualcosa sfugge alle parole e ai discorsi, relegati all’inconscio psicoanalitico, ad un ri-

cordo archetipico nascosto nelle memorie del corpo e della mente. Molto è stato detto e scritto, e molto ancora si dirà e si scriverà, sull’uomo e sulla donna, sull’umanità e sulla psiche, sulla conciliazione, le pari opportunità, la maternità e le nuove famiglie. E una cosa è certa: ci si domanda, per quanto tempo ancora, la donna debba attendere il suo posto nel mondo. Tra lavoro e vita domestica, violenze e conquiste, fragilità e forza, desideri, sogni e ambizioni. Eppur ciascuno appartiene a questo mondo, quello femminile. E questo mondo, allo stesso modo, ci appartiene e ci interpella ogni giorno: quando meditiamo, quando sogniamo, quando ci sentiamo protagonisti di un dono, di una carezza, di un abbraccio. Quando ci sentiamo, uomini e donne. Semplicemente e meravigliosamente Noi. Dr.ssa Claudia Proserpio Psicologa clinica www.claudiaproserpio.com http://psicologabergamo.blogspot.com


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La pace è rosa Il premio Nobel per la pace 2011 è andato a tre donne Premiate due liberiane, la presidente Ellen Johnson Sirleaf e l’avvocato Leymah Gbowee, e l’attivista yemenita Tawakkul Karman Ellen Johson Sirleaf è stata la prima presidente di uno stato africano, la sua connazionale Leymah Gbowee è un’avvocatessa pacifista, Tawakkul Karman è il volto della Primavera araba in Yemen. In comune hanno la voglia di cambiare il mondo, la consapevolezza di poterlo fare e, dallo scorso ottobre, il prestigioso Nobel per la pace. La commissione norvegese ha scelto questi nomi “per esaltare la loro lotta non violenta in favore della sicurezza delle donne e del loro diritto a partecipare al processo di pace”. Ellen, Leymah e Tawakkul rappresentano l’Africa e il Medio Oriente, e le donne di

Ellen Johnson Sirleaf

“In Africa e in Medio Oriente le donne sono ancora vittime di guerre, violenze, malattie, convenzioni sociali e religiose” queste terre, ancora vittime di guerre, violenze, malattie, convenzioni sociali e religiose. Lottano per garantire un presente –e un futuro- di giustizia, per sé e i propri figli. Johnson Sirleaf è dal 2005 ai vertici della Liberia, un paese dilaniato da una guerra civile durata quattordici anni. Madre di quattro figli, già economista per la Banca Mondiale, oggi ha 73 anni. E lo sguardo profondo di chi ha avuto una vita intensa. Nel 1980 lasciò la Liberia per andare in esilio a Nairobi. Tornò in patria nel 1985, anno in cui partecipò alle elezioni del senato, accusò pubblicamente il regime e fu condannata a dieci anni di prigione. Rilasciata dopo poco tempo, si trasferì a Washington e rientrò in Africa solo nel 1997, in veste di economista. Sfidò allora Taylor per le presidenziali, ma invano. Si ripresentò nel 2005 e questa volta venne eletta, quale “simbolo della nuova Africa” e di una Liberia che sognava la rinascita. Ed è proprio in quella terra rossa e fra le vie della capitale Monrovia, che si incontrarono i passi di Sirleaf e quelli di Leymah Gbowee. Avvocato, militante pa-

Leymah Gbowee

Tawakkul Karman

cifista e nonviolenta, Leymah ha lottato per mettere fine alle sanguinose guerre civili di questo paese. Il “suo” scandaloso “sciopero del sesso”, coinvolse migliaia di donne e costrinse il regime ad ammetterla al tavolo delle trattative per la pace. “Mighty be our powers: how sisterhood, prayer, and sex changed a nation at war” (“La forza dei nostri poteri: come le comunità di donne, la preghiera e il sesso hanno cambiato una nazione in guerra”) è il titolo dell’autobiografia che ha pubblicato recentemente. Giovane, mamma e coraggiosa è anche Tawakkul Karman: ha 33 anni e il coraggio di guidare la protesta contro il presidente Ali Abdallah Saleh. Giornalista e fondatrice dell’associazione “Women journalists without chains”

(Giornaliste senza catene) per la libertà di opinione ed espressione, lo scorso anno è stata arre-

stata dalle autorità yemenite; è stata rilasciata sotto la pressione delle manifestazioni in suo sostegno. “E’ un premio per me -ha commentato alla notizia del Nobel- ma soprattutto per tutte le donne dello Yemen”. Parole che fanno riflettere e chiedono, anche all’Occidente, cosa significa essere donna. Scrive Pegas Ekamba Bessa, griot e musicista congolese: “La donna occidentale, come gesto simbolico della

sua rivolta, fece un gesto semplice, ma che ha toccato la mente degli intellettuali: decise di strapparsi il reggiseno. Strapparsi il reggiseno aveva un significato di libertà, ma nei luoghi più sperduti dell’Africa si osserva che la donna africana non ha mai indossato il reggiseno per dire al mondo che lei è da sempre libera”. Nonostante tutto. Michela Offredi

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Donne al …verde

Sondaggi e ricerche testimoniano come la donna si preoccupi di più per la salut La sostenibilità è donna? La risposta è sul web. Secondo il sondaggio online “alfemminile. com”, tra 450 utenti presenti sul sito, la grande maggioranza (61%) delle internaute avverte la necessità di denunciare lo scarso impegno delle potenze mondiali nella risoluzione dei problemi ecologici, il 56% sceglie acquisti biologici, il 38% compra prodotti a km 0, il 31% predilige trasporti pubblici per evitare di utilizzare la macchina e il 74% vorrebbe ricevere mag-

“L’88% dei cittadini britannici adulti pensa che ci dovrebbero essere più donne a progettare le città” giori consigli per rispettare il pianeta attraverso i gesti quotidiani. Quello di “al femminile.com” non è un caso isolato in cui il web si mobilita per capire gli stili di vita delle donne di oggi; la rivista online “donnamoderna.com” ha avviato un’inchiesta per scoprire “l’eco-crimine” femminile, ovvero quanto impattano le donne. L’indagine di “Fondazione Impresa”, avviata nel 2011, costruisce l’identikit della persona con

comportamenti più ecosostenibili: donna, con un’età compresa tra i 35 e i 54 anni, evita lo spreco d’acqua, utilizza lampadine a basso consumo, consuma prodotti di stagione e pratica la raccolta differenziata.

In Lombardia E il binomio donna-ambiente coinvolge anche la Lombardia: secondo la Camera di Commercio di Milano le donne lombarde sono molto più virtuose degli uomini. Sotto la Madonnina, le donne sono molto attente a risparmiare acqua ed energia, così come in otto casi su dieci, sono a conoscenza degli interventi in casa che possono far risparmiare acqua ed energia. Da segnalare che il 58% delle donne lombarde compra nei negozi del mercato equo e solidale. A tal proposito fino a venerdì 30 marzo, nelle sale del Castello d’Albertis è allestita la mostra “Donne del sud del mondo, cuore di imprese, integrazione ed economia solidale” che promuove e racconta le storie legate alla nascita e allo sviluppo del commercio equo e solidale, gestito e coordinato interamente da donne. Sono numerosissime le imprese che producono e importano prodotti dall’Africa, dall’Asia e dal Sudamerica; le cifre presentate parlano chiaro: 290 attività, la maggior parte delle quali vede una donna al comando. Donne provenienti dal Senegal, Marocco, Eritrea, Ghana, Egitto che si sono trasferite in Italia iniziando così un percorso di integrazione, anche economica, nel nostro Paese; ma anche donne africane che nei loro paesi d’origine lavorano e commerciano lo zafferano o le artigiane peruviane, lavoratrici e decoratrici della ceramica tradizionale.

Conciliazione maternità e lavoro All’interno di questa prospettiva, fortemente positiva, viene naturale chiedersi se lo stile di vita della donna di oggi sia sostenibile anche dal punto di vista degli spazi della città e della conciliazione con i “tempi” di lavoro e di vita. Secondo i dati Istat (2011),

la fase critica della vita professionale di una donna collima con la realizzazione personale: la formazione della famiglia. La maternità, infatti, è spesso associata ad una caduta dell’occupazione femminile e in Italia questo effetto viene amplificato: il tasso di occupazione di una donna senza figli è al 63,9% (con una media europea del 75,8%),

scende al 60% (media europea 71%) per le madri con un figlio e al 53% in presenza di due figli (media europea 69,2%). Anche le nostre città non aiutano e si rivelano sempre più incapaci di offrire stili di vita e occasioni che consentano la realizzazione professionale e personale. Il tempo che le donne possono dedicare a se stesse è pochissimo e


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te del pianeta

le occasioni per crescere come persone sono rare e spesso con orari che non permettono una fattiva partecipazione.

La green technology Le donne e professioni verdi A fronte di un quadro che presenta luci e ombre per l’impe-

gno delle donne nella società contemporanea, quali sono le possibilità in grado di superare i vincoli esistenti? Forse è proprio a partire dalle buone pratiche che si può individuare la strada per la ricostruzione di una realtà urbana in grado di prendere le forme, le misure e i linguaggi di chi le abita. Un sondaggio inglese ci lancia una provoca-

zione possibile: l’88% dei cittadini britannici adulti pensa che ci dovrebbero essere più donne a progettare le città (Studio Atkins, 2007). Gran parte degli intervistati, infatti, sostiene che tutti gli edifici sarebbero più pratici se ci fossero donne nella progettazione e nella realizzazione. Mike Biddulph della Scuola si Pianificazione Urbana e Regionale dell’Università di Cardiff spiega che i progettisti donna tendono ad avere una maggiore empatia: “I maschi si concentrano sulle tecnologie, le strutture, la costruzione. Sarebbe una bella cosa vedere più ingegneri stradali donne, perché cambierebbe il modo di progettare le strade”. A sostegno di queste parole, un recente studio della National Science Foundation afferma che “le donne hanno più capacità di fare carriera nel mondo delle tecnologie quando sanno di poter incidere su una questione sociale”. In questo senso la “green technology”, quel mix di tecnologia, scienze umane, scienze sociali e ingegneria può fare la differenza. Anche secondo i dati ISFOL il connubio tra donne e professioni verdi esiste e si fortifica di anno in anno: dalla geotermia, all’edilizia bio, al termodinamico, è boom di presenze femminili. Secondo i ricercatori Riitta Räty e Annika Carlsson-Kanyama della Swedish Defence Research Agency (FOI) di Stoccolma (Svezia), in uno studio pubblicato su “Energy Policy” che ha messo a confronto il consumo di energia degli uomini e delle donne in Svezia, Norvegia, Germania e Grecia, queste differenze dovrebbero essere prese maggiormente in considerazione nelle politiche ambientali perché in grado di modificare le abitudini di consumo della società. E anche il libro di Kira Gould “Women in Green: Voices of Sustainable Design” evidenzia come le donne sostengano maggiormente le cause ambientali attraverso scelte di consumo. Un’ulteriore conferma di come quando si parla di sostenibilità, il divario è chiaramente a favore delle donne. Marcella Messina Università di Bergamo


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L’impresa bergamasca è, anche, donna Il Comitato per la Promozione dell’Imprenditorialità femminile della Camera di Commercio ha fotografato la realtà aziendale, economica e familiare delle imprenditrici bergamasche Quanto lavorano le imprenditrici bergamasche? Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di un’attività in proprio? Come affrontano questa crisi? Sono domande a cui il Comitato per la Promozione dell’Imprenditoria femminile della Camera di Commercio di Bergamo -in collaborazione con Bergamo Sviluppo, azienda speciale della CCIAA di Bergamo, l’Associazione Artigiani e l’Ufficio statistico dell’ente camerale- ha

“I vantaggi di un’attività in proprio sono la maggior autonomia decisionale e la possibilità di realizzare idee e attitudini personali” provato a dare delle risposte, presentate nel corso del convegno “Economia imprenditoriale e familiare delle imprese femminili bergamasche: lettura statistica e interpretazioni a confronto”. Non solo parole, dunque, ma dati, raccolti tramite un questionario destinato alle imprenditrici ber-

gamasche e compilato da 318 di loro (il test era stato inviato a circa 3.850 imprese). “La decisione di effettuare una rilevazione statistica “di genere” a livello provinciale è nata dalla volontà di conoscere più da vicino la realtà locale, dal momento che i numeri mostrano sia una tenuta sia una crescita delle imprese rosa. Ma i numeri da soli non forniscono un quadro della situazione nella quale le imprenditrici operano – ha spiegato Silvia Campana di Bergamo Sviluppo che ha curato l’indagine-. In un momento di incertezza e cambiamenti, il Comitato ha pensato di chiedere alle imprenditrici come reagiscono alla crisi a livello aziendale e familiare, se essa ha inciso sui risultati, se è cambiata la condizione economica dell’impresa e della famiglia”. “Volevamo capire come vivono e resistono le nostre colleghe –ha proseguito Ida Rocca, presidente del Comitato, che a Bergamo è una realtà vivace e consolidata (esiste infatti da oltre 10 anni)–. Le donne bergamasche, in un periodo come questo, devono far sentire la loro voce, la coerenza e i valori che a Bergamo non si

Il tavolo dei relatori del convegno

sono persi. Queste imprenditrici devono proseguire il loro cammino, unite e salde nelle posizioni intraprese”. A sottolineare come “le donne siano una risorsa per la vita economica del Paese” è stato Giovanni Paolo Malvestiti, presidente della Camera di Commercio di Bergamo, mentre Lucio Cassia, direttore del Centro di Ateneo per la nuova imprenditorialità giova-

nile e familiare, ha ricordato con quale “passione, entusiasmo ed energia” esse operano. Enzo Rodeschini, direttore operativo di Unioncamere Lombardia, ha evidenziato come la società non può “lasciare da parte l’immenso capitale femminile, fatto di competenza e professionalità, che ha dimostrato di sapersi ritagliare spazi importanti”. Commenti più che mai interessanti,

soprattutto se si considera che l’Italia, nonostante i tanti proclami e auspici, resta uno dei Paesi europei a più basso tasso di occupazione femminile. Fortuna che, a questo triste panorama, si contrappone, tra le donne che lavorano, una vivace propensione imprenditoriale; la tendenza si rivela quale via per aumentare il tasso di occupazione femminile e sostenere l’economia nel suo

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complesso. Tornando però alle aziende rosa della nostra provincia il questionario ha messo in luce che si tratta di imprese “mature” (il 59% è presente sul mercato da oltre 10 anni), in gran parte ditte individuali e società di persone. “Sono per lo più micro e piccole imprese, che operano nel territorio locale e regionale, principalmente nei settori del commercio, nel manifatturiero, nei servizi alle imprese e alla persona -ha spiegato Campana che ha presentato i dati-. Le ore che vengono dedicate al lavoro sono in media 9. I vantaggi di un’attività propria sono la maggior autonomia decisionale e la possibilità di realizzare idee e attitudini personali”. E gli svantaggi? In cima alla lista le imprenditrici indicano le responsabilità, gli elevati rischi economici, i carichi fiscali elevati e un reddito non sicuro e regolare. Rispetto alla crisi, invece, come è cambiata la situazione? Risponde Campana: “Il 51% intende ancora realizzare investimenti in futuro. Nel periodo 2008-10 il 45% delle imprenditrici bergamasche non ha assistito a particolari variazioni del reddito familiare, il 39% ha avvertito una diminuzione e solo il 14% l’ha visto aumentare. Nello stesso arco temporale, però, il 70% di loro ha visto crescere le spese familiari. Per i prossimi tre anni, a livello di reddito, le previsioni sono di sostanziale stabilità”. I dati, presentati nell’autunno 2011, lasciavano ancora trasparire un ottimismo

Le donne costituiscono un immenso serbatoio di talento, non ancora pienamente utilizzato. Portatrici di attitudini e capacità specifiche, costituiscono un’opportunità per il mondo del lavoro e il sistema economico nel complesso. Diventa quindi importante, oggi più che mai, favorire la diffusione e la valorizzazione di uno spirito imprenditoriale femminile. Con questo intento nel 1999, e poi nel 2003, il Ministero dell’Industria e Unioncamere nazionale hanno siglato due Protocolli d’Intesa per la creazione –nelle Camere di Commercio aderenti- di Comitati per la Promozione dell’Imprenditorialità femminile. Numerosi i compiti di un Comitato: favorisce, nell’ambito della programmazione camerale, iniziative che riguardino lo sviluppo e la qualificazione delle presenze femminili nel mondo dell’imprenditoria, promuove indagini conoscitive per individuare opportunità, facilita l’accesso al credito e le sinergie con gli enti territoriali. Organizza inoltre attività di informazione, formazione professionale e servizi di assistenza manageriale mirata per le imprese in senso generale. La Camera di Commercio di Bergamo ha dato vita al proprio Comitato nel marzo 2000. Dalla sua nascita a oggi, il Comitato ha proposto tramite convegni, seminari, incontri e occasioni formative, tematiche di carattere trasversale, indirizzate agli imprenditori dei diversi comparti e tipologie di impresa, al fine di diffondere informazioni, sensibilizzare su nuovi argomenti e far crescere le competenze degli operatori economici locali. Il Comitato, che rimarrà in carica fino a settembre 2012, è composto da 16 rappresentanti, indicate dalle associazioni di categoria e dalle organizzazioni sindacali, tutte nominate dalla giunta camerale. La presidente in carica è Ida Rocca.

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Avere trent’anni e la scorta Michela Stancheris, originaria di Bergamo, è l’assistente parlamentare di Rosario Crocetta, un uomo che Cosa Nostra vorrebbe eliminare Ha trent’anni, una laurea in Relazioni pubbliche, parla correttamente inglese e francese. Ama lo snowboard e il suo fidanzato, e torna volentieri a Bergamo, la sua città natale. Vista da fuori Michela Stancheris è una normalissima trentenne con un bel sorriso e tanti sogni nel cassetto. E in effetti lo è anche se, dal suo curriculum, emergono delle particolarità. Michela dal 2006 sta al Parlamento Europeo di Bruxelles e, dopo aver lavorato con Pia Locatelli, oggi è assistente parlamentare di Rosario Crocetta, ex sindaco di Gela e in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata. Una battaglia che a Crocetta è costata la scorta e diversi attentati sempre fortunatamente sventati. Come sei arrivata a Bruxelles e come sei diventata assistente parlamentare di Crocetta? Nel 2006 a Bruxelles ho iniziato uno stage per l’allora parlamentare Pia Locatelli e ho lavorato con lei fino al termine della sua legislatura. Nel 2009, quando lei è rientrata, ho deciso di continuare il mio percorso al Parlamento. Ho mandato alcuni curricula e sono stata chiamata da Rosario. Non lo conoscevo, ma mi è piaciuto subito. Rosario è dotato di grande carisma. Ho pensato fosse interessante lavorare e crescere con una persona come lui. Magari con altri avrei avuto una vita più normale, ma mi affascinava e mi affascina il suo stile, il suo impegno civico, la sua forte umanità.

Rosario Crocetta

Chi è

Michela Stancheris

Non ti fa paura essere così vicina a un uomo che Cosa Nostra vuole morto? All’inizio ci pensavo, col tempo diventa una cosa normale. Vivo tranquilla, benché non sia semplice avere sempre la

scorta. È necessario organizzare giornalmente e nel dettaglio spostamenti e impegni. Serve prevedere tutto per comunicarlo agli agenti. Fortuna loro sono molto bravi, ci fanno sentire sicuri. Qui a Bruxelles si può convivere con questo aspetto. Ricordo però la sensazione di claustrofobia provata a Gela. Lì ho respirato l’eccezionalità, e anche la pericolosità, di stare al fianco di Rosario Crocetta. Come trascorrono le tue giornate? Vivo giornate molto intense e varie. Mi sveglio abbastanza presto e una volta in ufficio leggo la rassegna e organizzo l’agenda. Nel corso della mattinata ci sono i convegni e le riunioni da seguire. Rosario si occupa di tematiche forti come la criminalità organizzata, le vittime di soprusi, l’emigrazione, i Paesi della Primavera araba. Nel pomeriggio abbiamo gli appuntamenti in ufficio. Ho

Rosario Crocetta Rosario Crocetta è nato e cresciuto a Gela, in Sicilia. Nel maggio del 2002 decise di candidarsi come sindaco della sua città. Inizialmente venne eletto Giovanni Scaglione; Crocetta fece ricorso e nel 2003 il giudice del Tribunale amministrativo regionale della Sicilia chiese un nuovo spoglio. Risultarono 307 voti di vantaggio in suo favore e così divenne primo cittadino. Si autodefinì “sindaco antimafia” e fece della necessità di combattere Cosa Nostra la sua missione. Una battaglia che si è rivelata pericolosa. Nel 2003 è stato sventato un agguato della Stidda che aveva assoldato un killer per ucciderlo. Da quel momento gli è stata assegnata la scorta. Al termine dei cinque anni si è ricandidato come sindaco, vincendo con il 64,8% dei consensi. Nel 2008 ha aderito al Partito Democratico e nelle elezioni europee del 2009, con 150.091 voti, è divenuto parlamentare europeo nel Gruppo dell’Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici. La sua vita però è in pericolo anche oltre confine. Dopo che nel febbraio 2008 l’esito di un’indagine ha fatto emergere che era il bersaglio di attentato mafioso, nel gennaio del 2010 la Direzione Distrettuale Antimafia ha sventato un piano di Cosa Nostra per ucciderlo e ha arrestato cinque affiliati al clan mafioso Emmanuello di Gela. la possibilità di conoscere molte persone e tantissimi mondi, mi giungono stimoli continui. Mi piace incontrare gli studenti e trasmettere loro un po’ del nostro lavoro; se non fossimo capaci di raccontarlo a chi sta fuori, perderebbe il suo senso. Nel tuo futuro cosa vedi? Come donna non vorresti una vita più tranquilla? Il mio fidanzato mi dice sempre di fare attenzione, ma questo lavoro mi regala emozioni. Devo impegnarmi molto, ma sono soddisfatta di quello che faccio. Mi ritengo fortunata. Con Rosario mi trovo bene e la sua carica durerà fino al 2014. Dopo? Vedremo. Questa esperienza sarà un buon punto da cui partire. Mi piacerebbe prose-

guire nel settore delle Relazioni pubbliche. Cosa ti insegna una persona così speciale? Rosario dice che ogni cosa che si fa, che sia il cuoco o il parlamentare, deve contribuire a creare un modello di società migliore. Bisogna crederci, anche per chi verrà dopo di noi. Questo è l’insegnamento più grande che mi ha trasmesso in questi anni. Anche la mia idea di mafia è cambiata nel tempo. Non ricordo nemmeno più cosa pensavo prima di conoscere Rosario. Ho capito che è un modo di essere e di operare. È un fenomeno trasversale, che va oltre l’Italia, il Nord e il Sud. Michela Offredi


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Lo sguardo femminile di Bergamo Il Consiglio delle Donne, organo istituzionale del Comune di Bergamo, propone iniziative per sensibilizzare tutti i cittadini su problematiche che riguardano la vita quotidiana Leggere la città di Bergamo con uno sguardo al femminile. Così si può sintetizzare il compito di un Consiglio molto speciale del Comune di Bergamo, dove le quote rosa non esistono, semplicemente perché è tutto rosa. E’ Il Consiglio delle Donne, un organo istituzionale costituito nel 1996.

La presidente Luisa Pecce Bamberga

“Dopo aver riflettuto sulle risorse disponibili e sui bisogni rilevati, il Consiglio mette a disposizione del Comune le sue analisi per trovare insieme delle risposte” Da un paio di anni ne è presidente la professoressa Luisa Pecce Bamberga: “Il Consiglio delle Donne ha un compito molto importante che è quello di offrire al Comune un’interpretazione al femminile su temi importanti. Ci occupiamo di studiare problematiche, soprattutto sociali, che riguardano la città di Bergamo nel suo insieme, quindi non solo legate alle donne, ma a tutti i cittadini. Essendo tutte donne lo facciamo con quella sensibilità e attenzione che può essere solo nostra. Presentiamo poi alla Giunta e al Consiglio Comunale le nostre ricerche e documentazioni nonché le proposte che secondo noi possono migliorare la nostra società. Vogliamo inoltre essere un punto di riferimento per molte associazioni e gruppi femminili e svolgiamo un’opera di supporto, consulenza e coordinamento”. Ci sono

sei commissioni, cioè gruppi di lavoro divisi per temi di studio e ricerca: dalle politiche educative e familiari alla cultura, dall’accessibilità della città alla salute, dall’ambiente all’urbanistica. Il lavoro, gratuito, è molto vasto e non si occupa solo di problematiche, ma per esempio offre spunti culturali attraverso incontri e convegni. Continua Pecce Bamberga: “Tra le tante iniziative proposte dal nostro Consiglio, vorrei segnalarne alcune. La prima è diventata ormai popolare ed è la seconda edizione di “Rosa femminile plurale” iniziata lo scorso ottobre. Si tratta di un ciclo di appuntamenti a scadenza mensile con donne che definirei “particolari”, cioè donne che si sono distinte per il loro lavoro e le loro competenze nel mondo scientifico, della comunicazione, dello sport o dell’economia. Gli appuntamenti continueranno fino a giugno e tra le diverse ospiti avremo anche l’astronauta Samantha Cristoforetti”. Un’altra iniziativa che il Consiglio ha molto a cuore è una pubblicazione dedicata ai preadolescenti. Spiega: “Fin dalle prime riunioni di questo mandato, il Consiglio ha deciso di trattare l’argomento

della preadolescenza. C’è una sorta di zona grigia nell’offerta e nell’informazione che riguardano quella fascia d’età in cui, come dicevano i nostri anziani, non si è “né carne né pesce”. E’ un’età molto particolare sia per i giovanissimi che fanno fatica a riconoscersi in un corpo che cambia, sia per i genitori che devono affrontare le contraddizioni, le insofferenze e le ribellioni dei loro figli. Il libretto viene distribuito in questo periodo nelle scuole”. Come non segnalare infine le iniziative dedicate all’8 marzo, Festa della Donna: alle 20.30 del 1° marzo all’Auditorium di Piazza Libertà ci sarà lo spettacolo teatrale “Historia ovvero la storia al femminile” di e con Laura Mantovi, regia di Sara Poli. L’8 marzo il Consiglio delle Donne incontrerà invece l’Amministrazione nell’aula consiliare alle 17.30. La seduta è aperta al pubblico. Per conoscere meglio l’attività del Consiglio delle Donne e le sue iniziative visitare il sito del comune di Bergamo nella sezione “Organi Istituzionali”. Per info: 035 399897 oppure consigliodonne@comune.bg.it Clara Gandolfi

Un’iniziativa molto green Tra le attività più recenti del Consiglio, ce n’è una particolarmente verde. L’anno scorso il Consiglio ha proposto ai cittadini (in collaborazione con l’assessorato Ambiente, Energia, Opere del Verde e con le Guardie Ecologiche) un questionario sui parchi della città per conoscerne il gradimento. “Ora questi questionari –spiega Luisa Pecce Bamberga– sono allo studio dell’assessorato per poter adeguare dove possibile i parchi alle aspettative emerse dai questionari”.

Chi è Da chi è formato il Consiglio delle Donne 57 donne compongono il Consiglio: 8 sono le Consigliere comunali (tra cui il presidente Luisa Pecce Bamberga), 3 le Consigliere circoscrizionali (cioè le rappresentanti delle Circoscrizioni di Bergamo) e le altre sono le rappresentanti di gruppi sindacali, associazioni di volontariato, associazioni culturali e politiche di diverso genere.

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Signore dei monti, signore delle cime Grazie all’albergo diffuso il piccolo borgo di Ornica è rinato Sedici donne del paese accolgono turisti e visitatori Dietro un grande uomo c’è sempre una donna. E dietro un “grande” borgo, c’è sempre un gruppo di donne. Sedici per la precisione. Sedici “Donne di montagna” (è questo il nome della loro cooperativa) che hanno ereditato il carisma e la grinta delle loro nonne. Di quelle che un tempo sfidavano neve e freddo, fame ed emigrazione pur di mantenere unita la famiglia e far crescere i figli. Oggi i tempi sono cambiati e i problemi, a Ornica, sono altri. Spopolamento, mancanza di servizi, poche possibilità di trovare lavoro: queste le difficoltà che, un paesino di 167 anime, deve affrontare. Destino comune ad altri centri montani, in Val Brembana e nelle vallate vicine. È nato così un albergo diffuso, per far rivivere scorci, ambienti e tradizioni che rischiavano di scomparire. Si è formato così un gruppo di signore, unite

Un momento di festa nel borgo

“Gli abitanti e l’Amministrazione comunale hanno messo a disposizione una decina di appartamenti, che sono stati ristrutturati e dotati di posti letto, bagno e cucina. E ci sono anche due baite” in cooperativa, promotrici e custodi di un nuovo progetto. “Con il termine albergo diffuso si indica un albergo orizzontale, situato in un centro storico, con camere e servizi dislocati in edifici diversi, seppure vicini tra di loro -spiega Graziana Regazzoni, che gestisce le prenotazioni e l’accoglienza dei turisti–. Da anni, in paese, c’erano case abbandonate o sempre vuote. La popolazione e l’Amministrazione comunale hanno messo a disposizione una decina di appartamenti, che sono stati ristrutturati e dotati di posti letto, bagno e cucina ”. E i più avventurosi possono decidere di alloggiare in due baite, situate ad una ventina di minuti dal centro. Gli ospiti mangiano nell’unico ristorante del paese o, se capitano nel fine settimana, partecipano

“In paese tutti hanno un compito e si impegnano per il successo delle proposte. In tre anni sono arrivati tantissimi turisti”

Il paese di Ornica

alla cena itinerante: un antipasto in casera, il primo e il secondo in taverna, i dolci in piazzetta. Fra un piatto e l’altro, tutti a base di cibi locali e di stagione, si può assistere a uno spettacolo teatrale o a un concerto. E durante la bella stagione sagre e iniziative non mancano. La “Festa del Maiale” è l’occasione per celebrare il simbolo della “ricchezza” contadina, la “Festa del cacciatore” è ideale per scoprire gli “abitanti” del bosco; la “Festa della pe-

La fienagione

cora” insegna a tosare e a filare, quella “dei boscaioli” a maneggiare scure e motoseghe. Il tutto nel rispetto degli equilibri naturali, come solo gli antichi mestieri sapevano fare. E se di sera si festeggia, di giorno si può camminare fra le viuzze del borgo o per i sentieri che risalgono le cime. Si può chiedere alle “donne di montagna” (che si trasformano in guida turistica, casara o cuoca) di farsi raccontare la storia della chiesina, di raccogliere le

erbe selvatiche, fare il fieno o il formaggio. Sono stati rispolverati gli antichi mezzi di trasporto: in estate si va a cavallo o con l’asino, d’inverno in slitta. “Ci adattiamo in base alle esigenze. Ai turisti offriamo la possibilità di sentirsi a casa, di sentirsi parte della comunità, condividendone la cultura e le tradizioni centenarie –prosegue Graziana–. Anche i bambini sono stati coinvolti in questa valorizzazione locale. Abbiamo creato un orto

didattico e una fattoria con asini, pecore, galline e capre. Sono i piccoli della scuola primaria e la loro insegnante ad occuparsene”. E ad accompagnare coetanei, magari cittadini, in gita scolastica. “Ognuno nel paese ha il suo compito e tutti si impegnano per il successo delle proposte -aggiunge Graziana–. In tre anni sono arrivati tantissimi visitatori e la cooperativa si sta consolidando. Alcune di noi sono riuscite a ritagliarsi un piccolo stipendio. L’obiettivo è quello di offrire, magari negli anni, un’occupazione alle nuove generazioni”. Se la sfida di Graziana e colleghe non è semplice, quella delle figlie non sarà da meno: prendere il testimone di queste “donne di montagna” richiederà altrettanto impegno e passione. Per maggiori informazioni: www. albergodiffusoornica.it Michela Offredi



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Il ritorno di Artemisia Gentileschi Fu la prima pittrice riconosciuta dalla storia. Dimostrò ai contemporanei (e ai posteri) che una donna poteva vivere della sua arte Mai come quest’anno si è sentito tanto parlare della pittrice Artemisia Gentileschi, soprattutto in seguito al successo riscosso dall’esposizione a lei dedicata allestita da settembre a gennaio a Milano, a Palazzo Reale. Da marzo, al Musée Maillol di Parigi, sarà allestita una nuova mostra incentrata sulle opere di questa grande artista. Artemisia visse ed operò nel

“Nel 1616 fu ammessa all’Accademia del disegno e fu la prima donna che godette di questo privilegio nella storia dell’istituzione” Seicento, in un periodo storico durante il quale, per una donna, fare la pittrice era un “mestiere” estremamente difficile. Nacque a Roma nel 1593 da Oreste Gentileschi, importante pittore pisano che fu tra i maggiori seguaci di Caravaggio. Iniziò a dipingere quand’era ancora una bambina, frequentando la bottega del padre; crescendo si distinse per una precoce abilità artistica. Nel 1610, a soli diciassette anni, firmò l’opera Susanna e i vecchioni, conservata ora nella galleria di Pommersfelden, in Germania: si narra che il padre Orazio espose con orgoglio quest’opera per dimostrare a colleghi e conoscenti la maestria raggiunta dalla figlia. Nel 1611 la pittrice fu affidata dal

“Chiamata per dipingere un’allegoria nella Casa Buonarroti, Artemisia fu pagata con un compenso tre volte superiore a quello di suoi colleghi uomini” padre al paesaggista Agostino Tassi perché imparasse a dipingere la prospettiva e le architetture. A quest’uomo è legato un episodio molto doloroso che segnò per sempre la vita di questa giovane donna: Tassi la violentò e Artemisia l’anno seguente venne processata pubblicamente. Oltre a subire disprezzo ed umi-

liazione, fu sottoposta ad una tortura crudele, soprattutto per una pittrice: le vennero schiacciati i pollici. Chiuso il processo Artemisia lasciò Roma per rifugiarsi a Firenze dallo zio, il pittore Aurelio Lomi; qui la famiglia la obbligò ad un matrimonio “riparatore” con un ricco fiorentino. A Firenze Artemisia raggiunse successo e notorietà. Nel 1616 fu ammessa all’Accademia del disegno e fu la prima donna che godette di questo privilegio nella storia dell’istituzione. Negli anni fiorentini ricevette incarichi di grande rilievo; oltre a lavorare per la corte medicea, venne chiamata dal pronipote di Michelangelo a dipingere l’allegoria dell’Inclinazione nella galleria di Casa Buonarroti: l’opera doveva rappresentare la naturale predisposizione alle arti e per realizzarla la giovane fu pagata con un compenso tre volte superiore a quello di suoi colleghi uomini. Nel 1620 Artemisia lasciò Fi-

co mentre il sangue schizza dal suo collo e Giuditta, impassibile, pare scostarsi per evitare che il suo bellissimo abito venga macchiato. A Roma Artemisia dimostra di avere la sensibilità per cogliere le tendenze artistiche della città e si afferma anche qui come protagonista; quando si trasferisce

renze (e il marito) e fece ritorno a Roma dove si stabilì prendendo casa con la figlia. Poco prima della partenza dipinse una delle sue opere più note e discusse: la tela raffigurante Giuditta e Oloferne conservata a Firenze nella Galleria degli Uffizi. La scena colpisce per la brutalità e l’efferatezza dell’atto. Giuditta e la sua ancella, con fermezza e risoluzione, tengono fermo il feroce condottiero nemi-

a Napoli, nel 1630, è una pittrice famosa, richiesta da tutti i grandi della sua epoca: i regnanti di Spagna ed Inghilterra, il duca Francesco I d’Este, i cardinali Francesco e Antonio Barberini. Un soggiorno in Inghilterra, su invito di re Carlo I, interrompe il periodo napoletano: la donna si reca a Londra dove si ferma per alcuni anni, per poi rientrare a Napoli (probabilmente nel 1642) dove prosegue la sua attività.

Gli ultimi anni della sua vita sono difficilmente ricostruibili, sia per l’assenza di documentazioni geografiche relative alla sua vita che per la varietà dei registri delle sue opere, non sempre di sicura attribuzione. Artemisia è stata una donna eccezionale ed ha saputo sfidare le convenzioni sociali diventan-

do una pittrice di rilievo europeo in un’epoca nella quale nelle accademie d’arte erano ammessi soltanto gli uomini: attraverso la sua attività ha posto una pietra miliare nella storia dell’emancipazione femminile, sostenendo il diritto al lavoro per le donne. Livia Salvi


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Contro la violenza sulle donne Il ricavato della giornata, che si svolgerà domenica 4 marzo all’Holiday Inn di Mozzo, sarà destinato all’associazione “Aiuto Donna Onlus” Un’iniziativa che parla per tutte le donne che ancora non hanno parlato, per quelle che vorrebbero farlo ma non ne hanno il coraggio, ma anche per quelle che hanno sperimentato la solidarietà e la gioia dell’incontro con altre donne, spezzando il silenzio, il buio e la solitudine vissuti per troppi anni. E’ questa la Giornata del 4 marzo 2012, dal titolo “Dacci una mano, anzi due” e ideata da Danielle Marinoni,

“L’associazione “Aiuto Donna Onlus” da oltre dieci anni aiuta le donne a denunciare la violenza in famiglia, a ritrovare dignità ed autostima” presso l’Holiday Inn Express Bergamo West di Mozzo, il primo albergo in Italia in classe energetica A. L’iniziativa, giunta alla 2^ edizione, è organizzata a sostegno dell’associazione “Aiuto Donna. Uscire dalla violenza” che dal 1999 a Bergamo tende la mano alle donne vittime di violenza in famiglia, aiutandole a

vincere la disperazione e l’isolamento, a ribellarsi ai soprusi cercando una via d’uscita, a vedere in altre donne -avvocatesse, psicologhe, religiose, assistenti di consultorio (tutte volontarie)- un sostegno per ritrovare la dignità perduta e liberarsi dall’incubo e dall’umiliazione della violenza subita. “Sono ancora troppe le donne italiane succubi dell’uomo -dichiara Danielle Marinoni, con il suo accento francese-. E sono ancora poche le donne in Italia capaci di autentica solidarietà al femminile. In Francia la situazione è molto diversa”. Nella giornata di domenica 4 marzo le partecipanti, aiutate da esperte del settore potranno liberamente sperimentare il laboratorio artistico Al’Kemia Lab con la modellazione di un gioiello mediante la tecnica della fusione a cera persa; potranno creare biscotti in pasta frolla dalle forme fantasiose e realizzare decorazioni per torte; e ancora, sarà possibile realizzare accessori all’uncinetto, fermacapelli o accessori per sciarpe, borse e accessori di moda in tessuto e originalissimi segnaposto e fiori. L’esperienza è aperta a tutte le donne interessate e non richie-

de particolari capacità manuali. Sono previste due fasce orarie: dalle 10.00 alle 13.00; dalle 14.00 alle 17.00. E’ consigliabile

prenotare ai numeri 035 611190 o al 393 6096511. Per la partecipazione è richiesto un contributo libero, a partire da 10 Euro. Tutto

il ricavato sarà destinato all’associazione “Aiuto Donna Onlus. Maria Imparato

Uomini non più violenti Quante sono le donne che ancora oggi sono vittime di violenza? Tante, troppe. E spesso non si tratta di abusi da attribuire a sconosciuti, malviventi o stranieri. Nella maggior parte dei casi i fatti avvengono fra le mura domestiche, nella cerchia ristretta delle relazioni personali. Fatti che spesso vengono taciuti per vergogna, senso di colpa, rimorso. Anche a Bergamo e nella sua provincia. Per fare fronte a questi problemi è nato un nuovo servizio, promosso dalla cooperativa sociale Il Varco e finanziato dalla fondazione Comunità Bergamasca: l’iniziativa “Uomini non più violenti” si inserisce nell’ambito dei progetti per la promozione della sicurezza in famiglia. L’obiettivo è quello di prevenire gli agiti violenti e ridurre il ripetersi di questi episodi, ma al centro dell’attenzione si è scelto -diversamente da ciò che accade in genere- di porre il maltrattante, benché si offra allo stesso tempo assistenza anche alla donna (per definire un adeguato piano di sicurezza, evitare il pericolo ed elaborare il trauma). “Nostro intento è favorire la consapevolezza che la violenza familiare non è una questione solo femminile, ma coinvolge uomini e donne-

spiega la psicologa Silvia Pedrini, referente per il progetto-. Attraverso un percorso specifico aiutiamo l’uomo a prendere coscienza del proprio comportamento e della sua problematicità”. Per procedere in modo concreto è stata attivata una linea telefonica gratuita, da chiamare per chiedere consiglio e aiuto. Gli operatori rispondono (al numero gratuito 800 121939) il lunedì dalle 18 alle 19 e il mercoledì dalle 12.30 alle 13.30. La segreteria, invece, è attiva 24 ore su 24. Al call center, che consente un avvicinamento (e talvolta un supporto) più immediato, si aggiunge poi la possibilità per l’uomo di iniziare un percorso di terapia individuale o di gruppo. Ad occuparsi di lui è presente un’intera equipe costituita da psicologi, psicoterapeuti, counsellor ed educatori. Per ulteriori informazioni: tel. 800121939 - ilvarco@aeper.it


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Green Economy

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Codice Etico

Codice etico Bussola dell’impresa in tempi di variabilità e incertezza Il Codice etico permette il riconoscimento e la prevenzione di comportamenti non etici e il consolidarsi di relazioni di fiducia tra l’impresa e i suoi interlocutori Il Codice etico è uno dei principali strumenti per l’attuazione della responsabilità sociale nel contesto di un’organizzazione imprenditoriale. È un documento aziendale che chiarisce a tutti i partecipanti all’impresa -e agli interlocutori esterni- quali sono i criteri fondamentali che orien-

“Il Codice etico rappresenta la “carta costituzionale” dell’impresa, una “carta dei diritti e doveri morali” che definisce le responsabilità di ogni partecipante dell’organizzazione” tano e devono orientare tutte le scelte dell’azienda: le decisioni di tipo strategico e le scelte operative effettuate quotidianamente dai collaboratori, ad ogni livello organizzativo. I Codici etici rappresentano sia la risposta a problemi legati al-

la complessità e imprevedibilità dei contesti e degli eventi sia la bussola in grado di sviluppare chiare responsabilità sociali delle organizzazioni e degli individui che le compongono. Attraverso il Codice etico l’impresa comunica in modo chiaro e trasparente: la missione, la visione e i valori su cui si fonda la cultura dell’organizzazione; la mappa degli stakeholder di riferimento; le aree di responsabilità verso ciascun stakeholder; i principi e gli standard di comportamento che traducono in impegni concreti i valori dell’impresa verso ciascun gruppo di stakeholder; le procedure e i meccanismi di attuazione e controllo che rendono operativo il Codice etico e ne assicurano la corretta applicazione in tutti i processi e le decisioni aziendali; le strutture preposte e le relative responsabilità per l’attuazione e periodica revisione del Codice;

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“Non è solo un codice di condotta, ma anche un codice dei valori dell’impresa, valori che mirano a prevenire azioni illegali o ambigue e la corruzione” In tal modo il Codice etico promuove relazioni basate sulla fiducia, induce la cooperazione degli stakeholder e quindi sostiene la reputazione e la legittimazione morale dell’impresa. I contenuti e la metodologia di sviluppo Nelle formulazioni più complete il Codice etico contiene sia principi etici generali, che definiscono i valori fondanti dell’impresa, sia specifiche norme di comportamento che chiariscono, anche con esempi pratici, i comportamenti ammessi e

quelli vietati, proibendo azioni illegali, indicando modalità di comportamento per situazioni “a rischio etico” e definendo standard di condotta a loro volta osservabili e verificabili. Principi etici e norme di comportamento sono legati in maniera indissolubile: da un lato, le regole di condotta hanno bisogno di principi etici generali che ne chiariscano il significato e le finalità ultime; dall’altro, le dichiarazioni sui valori perdono di efficacia e quindi di credibilità se non ne viene esplicitato il contenuto specifico in relazione alle diverse situazioni di applicabilità. Per quanto riguarda i temi maggiormente trattati dai codici etici, una ricerca dell’OCSE -su un campione di 236 codici di imprese operanti in 23 Paesi diversi- rileva come al primo posto ci siano le condizioni di lavoro; questo tema è trattato dal 60% dei codici etici esaminati, seguito da protezione ambientale (59%), rapporti con i consuma-

tori (47%), corruzione (22%), concorrenza (20%) e trasparenza delle informazioni (18%). La metodologia di sviluppo del Codice etico si basa su un processo di consultazione degli stakeholder interni ed esterni dell’organizzazione; è importante sottolineare che, trattandosi di un processo di autoregolamentazione e non di imposizione di norme esogene, quanto più tempo e risorse l’impresa investe nella fase di elaborazione del Codice etico, tanto più efficace sarà l’attuazione del codice, grazie alla condivisione del processo. Il Codice etico non è solamente un codice di condotta La distinzione tra codici etici e codici di condotta assume particolare rilevanza in relazione all’importanza assunta nel contesto italiano attuale dalla Legge 231 sulle responsabilità


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Funzioni dello strumento Funzione cognitiva:

il Codice etico, attraverso l’enunciazione di principi astratti e generali e di regole di comportamento precauzionali, consente di riconoscere i comportamenti non etici (opportunistici) e di chiarire l’esercizio non abusivo dell’autorità, della discrezionalità, della delega e dell’autonomia decisionale di ogni partecipante dell’organizzazione;

Funzione di legittimazione morale:

il Codice etico, esprimendo i diritti e le responsabilità dell’impresa nei confronti degli stakeholder, offre a costoro le basi per poter comprendere se le loro aspettative e attese legittime sono trattate equamente ed esprimere giudizi sulla reputazione dell’impresa;

Funzione strategica:

il Codice etico ha importanti riflessi anche sulla formulazione delle strategie dell’impresa, è uno strumento di governo delle relazioni tra l’impresa e i suoi stakeholder, oltre che un insieme di regole di condotta per i membri dell’organizzazione; degli amministratori. Il meccanismo incentivante introdotto dalla 231 sembra, infatti, favorire l’introduzione di codici etici in cui prevalgono chiaramente le preoccupazioni di tipo regolamentativo, finalizzate a discipli-

nare i comportamenti al fine di prevenire gli illeciti, in particolare la corruzione. Tale tendenza rispecchia fedelmente quanto avvenuto negli Stati Uniti a seguito dell’emanazione nel 1991 delle Sentencing Commission

Guidelines for Organizations. Le Sentencing Guidelines, tuttavia, a differenza del decreto 231 avevano definito in modo preciso le caratteristiche e i contenuti dei “modelli organizzativi” idonei a prevenire gli illeciti, indicando esplicitamente le sette caratteristiche che dovrebbe avere un “effective ethics program”. Ma c’è un altro aspetto critico: se il codice etico di un’impresa vieta solamente i comportamenti illegali, ma non le condotte non etiche, che creano la possibilità di generare azioni illegali, allora non sarà un buono strumento preventivo. In conclusione, la speranza è che anche nel nostro Paese, come del resto sta accadendo negli Stati Uniti, dopo un’iniziale fioritura di codici etici basati prevalentemente sull’approccio di compliance con il quadro legislativo, si affermi anche l’importanza dell’approccio basato sui valori, riequilibrando così il rapporto tra principi etici e norme di condotta, che al momento appare squilibrato in favore di queste ultime. Emma Baldin


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Calendario appuntamenti

Appuntamenti sostenibili Fiere, convegni, incontri, mostre, mercati e molto, molto altro per comunicare, partecipare e condividere stili di vita sostenibili Data

Orario

Evento

Tipologia

Luogo svolgimento

Contatti

1 Mar

20.30

Progetti territoriali a sostegno delle imprese artigiane

Incontro

sede da definire - Romano di Lombardia

1 Mar 2 Mar 2/5 Mar 3 Mar 3 Mar 4 Mar

20.30 - 22.30 14.15

Dall’orto alla tavola: “L’orto” Obiettivo 2020 in Italia: il recupero energetico degli edifici esistenti Edil 2012 - Fiera delle costruzioni Mercato agricolo dei produttori locali Bio ma certificato Visita all’Ecomuseo delle miniere di Gorno

Incontro pubblico Incontro pubblico Fiera Mercato Agricolo Incontro pubblico Visita guidata museale

Parco dei Colli, via Valmarina 25 Bergamo Fiera di Bergamo - Via Lunga (Bg) Fiera Bergamo - Via Lunga Osio Sopra (Bg) Ostello dei Tasso, via Orbrembo 20 - Camerata Cornello Ecomuseo di Gorno, piazzale Bersaglieri - Gorno

6 Mar ❀ 8 Mar 9/11 Mar 10/11 Mar 10 Mar 10 Mar 15 Mar

20.00 20.00

Slow Food Educa: “Vette del Gusto. I Giganti della Montagna” Cena letteraria “L’arte della seduzione femminile” Acasa - Climatica: Tecnologie, comfort e design per l’abitare sostenibile “ECOTOUR“ Sport in Piazza Mercato e Cittadinanza Albino Mercato agricolo dei produttori locali Sodalitas Social Innovation

15 Mar 16/18 Mar 17 Mar 17 Mar 18 Mar 20 Mar 22 Mar 23 Mar

20.30 - 22.30

Dall’orto alla tavola: “Serata pratica di cucina” Acasa - Climatica: Tecnologie, comfort e design per l’abitare sostenibile Mercato agricolo dei produttori locali Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie Bergamo in bicicletta Educa il gusto: laboratorio del pane Giornata mondiale dell’acqua Storie di piccoli - grandi produttori: “biOrto”

Seminario Cena letteraria Fiera Manifestazione sportiva Mercato agricolo e non solo Mercato Agricolo Incontro tra aziende e realtà del terzo settore Incontro pubblico Fiera Mercato Agricolo Manifestazione Ciclopasseggiata Corso Giornata mondiale Incontro con i produttori locali

Istituto Alberghiero, via della Vittoria 6 - San Pellegrino Agriturismo Villa Delizia - Via Marconi 7, Mornico al Serio (Bg) MalpensaFiere - Busto Arsizio (VA) Romano di Lombardia piazzale del Comune, Albino Solza (Bg) Auditorium di Assolombarda, via Pantano 9, Milano Parco dei Colli, via Valmarina 25 Bergamo MalpensaFiere - Busto Arsizio (VA) Zanica (Bg) Genova Bergamo Cfl Treviglio, viale Piave 43 - Treviglio

Tel. 035.3888011 bgform@bg.camcom.it www.bergamoformazione.it www.cooperativabiplano.it www.culturaeambiente.it www.fieraedile.it www.a21isoladalminezingonia.bg.it desvalbrembana.wordpress.com www.ecomuseominieredigorno.it 035707145 interno 16 con operatore www.slowfoodvalliorobiche.it promoeventi@email.it - Cell. 328 7448046 www.arredoecasa.com Sport & Wellness - Tel. 0363.909091 www.cittadinanzasostenibile.it www.a21isoladalminezingonia.bg.it www.sodalitas.it

23 Mar 24 Mar 24/25 Mar 25 Mar 27 Mar

9.30 - 12.30 8.30 - 12.00

azero tour 2012 - Bergamo - Progettare e costruire edifici a energia quasi zero Mercato agricolo dei produttori locali Giornate di primavera del FAI Escursione nel Plis del Brembo in bici “La Terra nelle nostre mani” con Vandana Shiva

Convegno Mercato Agricolo Iniziative culturali Ciclopasseggiata Convegno

28 Mar 29 Mar 30 Mar/1 Apr 30 Mar 31 Mar 31 Mar 4 Apr 7 Apr 14 Apr

20.00

Terra Madre Convivio: “L’agnello pasquale a più mani” Educa il gusto: laboratorio del pane Fa’ la cosa giusta Scuola delle buone pratiche Earth Hour - L’ora della Terra Educa il gusto: i nostri casari (25 posti disponibili su prenotazione) Slow Food Educa: “Vette del Gusto. Gli animali, il pascolo, il cortile” Mercato agricolo dei produttori locali Mercato agricolo dei produttori locali

Convivio Corso Fiera Corso Evento internazionale Corso Seminario Mercato Agricolo Mercato Agricolo

14 Apr 16 Apr 17 Apr 17 Apr 19 Apr

14.00 - 18.00 10.30 9.30 21.00 21.00

Mercato Agricolo Spettacolo teatrale Convegno CEA Concerto Convegno

Solza (Bg) Teatro Sociale - Bergamo Auditorium Seminario Vescovile - Bergamo Teatro Donizetti - Bergamo Teatro Sociale - Bergamo

20 Apr

21.00

Mercato agricolo dei produttori locali Teatro ecologico. Spettacolo “Facciamo la differenza” Tavola rotonda “Sorella Terra” Roberto Vecchioni in concerto per “Sorella Terra” Teatro ecologico. Convegno sullo stile di vita ecocompatibile con Mario Tozzi, Gianfranco Bologna e Luciano Valle Teatro ecologico. Spettacolo “Asso di monnezza. I traffici illeciti di rifiuti in Italia” Giornata mondiale della Terra (Earth Day) Teatro ecologico. Spettacolo “Il giardino sacro” Mercato agricolo dei produttori locali 17° Casambiente arredamento 17° Casambiente arredamento Serge Latouche: Comunicare la decrescita

www.slowfoodvalliorobiche.it slowfoodtreviglio.blogspot.com www.falacosagiusta.org www.scuoladellebuonepratiche.it www.wwf.it/oradellaterra/ slowfoodtreviglio.blogspot.com www.slowfoodvalliorobiche.it www.a21isoladalminezingonia.bg.it mc@cittadinanzasostenibile.it www.cittadinanzasostenibile.it www.a21isoladalminezingonia.bg.it www.teatrodonizetti.it www.centroeticaambientale.com www.centroeticaambientale.com www.teatrodonizetti.it

Spettacolo teatrale

Teatro Sociale - Bergamo

www.teatrodonizetti.it

Giornata mondiale Spettacolo teatrale Mercato Agricolo Mostra Mostra Seminario e tavola rotonda

Italia/mondo Teatro Sociale - Bergamo Madone (Bg) Vaprio d’Adda (MI) - Villa Castelbarco Vaprio d’Adda (MI) - Villa Castelbarco Università di Bergamo - Piazza Rosate Aula 3

Mercato agricolo dei produttori locali Solarexpo mostra convegno internazionale su energie rinnovabili e generazione distribuita Festival Ambiente Bergamo Mercato agricolo dei produttori locali

Mercato Agricolo Mostra/Convegno

Osio Sopra (Bg) Fiera di Verona

www.giornatamondialedellaterra.it www.teatrodonizetti.it www.a21isoladalminezingonia.bg.it www.villacastelbarco.com www.villacastelbarco.com francesca.forno@unibg.it francesca-giorgia.paleari@unibg.it www.a21isoladalminezingonia.bg.it www.solarexpo.com

Mostra/Convegno Mercato Agricolo

Bergamo Sentierone Albino (Bg)

Mercato agricolo dei produttori locali Mercato agricolo dei produttori locali “ECOTOUR“ Sport in Piazza Energethica - Salone dell’energia rinnovabile e sostenibile

Mercato Agricolo Mercato Agricolo Manifestazione sportiva Fiera

Solza (Bg) Zanica (Bg) Franciacorta - Iseo Lingotto Fiere Torino

22 Apr 27 Apr 28 Apr 28/30 Apr 1 e 4/6 Mag 4 Mag 5 Mag 9/11 Mag 11/13 Mag 12 Mag 12 Mag 19 Mag 20 Mag 24/26 Mag

8.30 - 12.00 17.00 14.00 - 15.00

8.30 - 12.30 14.00 - 18.00

8.30 - 12.00

21.00

17.30 - 20.00

20.00 8.30 - 12.00 8.30 - 12.30

21.00 8.30 - 12.00

15.00 - 18.00 8.30 - 12.00

8.30 - 12.30 14.00 - 18.00 8.30 - 12.00

Centro Socio Culturale di Borgo Palazzo, via Borgo Palazzo 25, Bergamo Starhotels Cristallo Palace, Via Betty Ambiveri, 35 - Bergamo Madone (Bg) Martinengo Plis Basso Brembo Centro Congressi Giovanni XXIII, viale Papa Giovanni 120, Bergamo Saps Agnelli Pentole di via Madonna 20 - Lallio Cfl Treviglio, viale Piave 43 - Treviglio Fiera Milano City - Milano Fa’ la Cosa Giusta, Fiera Milano City - Milano Caseificio Taddei - Fornovo San Giovanni Istituto Alberghiero, via della Vittoria 6 - San Pellegrino Osio Sopra (Bg) Albino (Bg)

www.cooperativabiplano.it www.arredoecasa.com www.a21isoladalminezingonia.bg.it www.libera.it www.aribi.it slowfoodtreviglio.blogspot.com www.worldwaterday.org gasbobo.blogspot.com eventi@edicomedizioni.com - Tel. 0481.722166 www.a21isoladalminezingonia.bg.it www.comune.martinengo.bg www.celimbergamo.org

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