


"Vivere. È passato tanto tempo
Vivere. È un ricordo senza tempo
Vivere. E sorridere dei guai
Proprio come non hai fatto mai
E poi pensare che domani
Sarà sempre meglio!"
Credo che queste poche parole di Vasco Rossi mi descrivono abbastanza nel profondo
Mi chiamo Martina e devo dire che la mia vita è bella Adesso!
Perché sono sopravvissuta ai guai e adesso a volte riesco anche a riderci su!
La mia famiglia è una famiglia normalissima che non mi ha mai fatto mancare nulla e non mi ha mai tarpato le ali, anzi, sono cresciuta con il mantra "Io ti avviso. Tu prova. Se poi cadi sai dove tornare per mettere un cerotto" .
Sono cresciuta libera ma con la testa sulle spalle.
Fino a 15 anni. I tanto temuti "anni della stupidera" come si dice a Milano.
Ho vissuto per un anno in una relazione tossica... fatta di insulti, minacce, botte (non mi dilungo tanto purtroppo ormai ci siamo abituate). Ho portato i segni sulla pelle e nell'anima per molto tempo e non è stato facile quella volta rialzarsi e correre da mamma per mettere un cerotto.
Eppure tutta quella me*da mi ha insegnato una cosa bellissima, che a 15/16 anni è una grandissima lezione di vita. NESSUNO SI SALVA DA SOLO!
Se avessi continuato per la mia strada, senza alzare la testa e ascoltare chi mi gridava in faccia che ero meglio di così, che non ne voleva la pena, che oltre che a me stavo facendo del male a chi mi amava davvero da sempre e che due sberle me le meritavo, sì, ma sarebbero state sberle completamente diverse... forse a quest'ora non sarei qui a "ridere dei guai".
La vita prosegue e le cicatrici piano piano si sbiancano. Divento grande. Mi sposo. Rimango incinta.
Un sogno. Stavo vivendo in un mondo di amore e colore, dopo anni di incubi e buio. Arriva il momento e... tutto quel colore, tutto quel calore sparisce. Come uno di quei trucchi di magia in cui basta un pò di fumo sul palco per far evaporare il prestigiatore.
Io non so come sia nata mia figlia. O meglio, lo so ma perché me lo hanno raccontato quando mi sono risvegliata. Attaccata a mille tubicini e con la testa completamente annebbiata.
Mia figlia è nata con i parametri apgar a zero. No battito, no respiro... niente di niente. Un corpicino inerme. I santi medici fortunatamente si sono "accaniti" (come mi piace dire) e dopo giorni, settimane interminabili di attesa e preghiere, oggi mia figlia è una piccola fata che volteggia sulla trave.
Ma la botta è arrivata dopo. Una volta a casa. Da sola. Con una figlia che sentivo di aver già deluso.
Una figlia per cui non sono stata capace di combattere, perché non ho saputo leggere i segnali del mio corpo. Per mesi mi sono sentita sbagliata. Inadatta a quel ruolo. Completamente svuotata di tutta quella felicità e di quell'adrenalina che avevo sentito nascere e crescere in me durante la gravidanza
Lei piangeva e io piangevo Lei mi voleva e io la respingevo
Lo chiamano baby blue Io la chiamavo semplicemente depressione
Ma anche in quel momento la vita poco a poco mi ha fatto capire che NON CI SI SALVA DA SOLI!
Ho avuto accanto un marito, una famiglia, degli amici che con tutta la delicatezza del mondo mi hanno scrollato dal torpore e mi hanno fatto guardare mia figlia
Un piccolo essere umano che aveva bisogno di me e del mio amore
Non è stato facile ma piano piano i colori sono tornati e alla fine dell'arcobaleno ho trovato la mia pentola d'oro!
Chi sono IO ?
Quanti IO coesistono dentro di me ?
Quale IO voglio mostrarti ?
Sono Laura e ho smesso di contare quanti IO coesistono in me
Perché fa paura, perché è faticoso, perché ci sono IO fatti di tinte colorate e brillanti e IO verniciati di nero e grigio fumo che come catrame coprono i mille colori di cui vorrei esser sempre pervasa.
Appartengo al mare e al sole della mia terra d’origine.
Fluisco leggera, spumeggiante e caldissima. Che pace !
Appartengo alla musica sparata nelle orecchie, sensuale e ritmata. Che meraviglia !
Appartengo alla Luna malinconica, ma sempre luminosissima Che silenzio !
Ma esistono anche tempeste, melodie stonate e voci che mi disturbano, che vorrei accartocciare e strappare in mille pezzettini.
Ci sono solo 2 persone al mondo che conoscono tutti i miei IO e, no, non sono le persone che mi stanno accanto e va bene così. O forse no.
“Alcune donne lacrime,
Altre sono fa polvere di s sogni ad occh
Le più rar
sono Lucia
Mi sono sempre definita un animale selvaggio, libera da ogni convenzione sociale, diversa nel vivere la vita secondo le regole sociali.
Ho lasciato ogni mio spazio alla libertà, ma sempre nel rispetto degli altri. Come un animale non addomesticabile mi addentro nel mondo alla sua scoperta cercandone la bellezza. Mi sveglio al mattino e vivo ogni giorno con la domanda “Chissà oggi cosa mi succederà?”
Scelgo di vivere l’istante, il qui ed ora. Sono colei che quando sente il bisogno di allontanarsi da ogni cosa, clicca su una mèta, compra un biglietto e parte senza pensare a chi e cosa lascerò. Chissà che cosa vedrò, chi conoscerò? … ma l’importante è andare via, liberare mente e cuore.
Prima o poi tornerò sempre per qualcosa o per qualcuno.
Ho letto e postato su Instagram che per molti filosofi noti, dinnanzi alla domanda, cos’è la vita per te, hanno risposto: “è amore, è sofferenza, è arte, è speranza, è competizione, è fede, è conoscenza, è inferno, è una prova, è la mente, è potere, è morte.”
Mi sono posta la stessa domanda e sotto scrissi:” Per me è un bellissimo viaggio fatto di tutte queste cose messe insieme, da vivere sempre fino in fondo. Il valore più bello: scoprirne ogni giorno la sua bellezza, anche quando fa più male”.
Eh sì, nulla accade per caso. Ci sono periodi in cui ti senti felice e appagata, toccheresti il cielo con un dito e il giorno dopo tutto può crollare e ti chiedi perché.
E sempre nel qui ed ora scopri che quell’animale selvaggio che credevi di essere, in fondo possiede anche delle fragilità. Sei nuda e ti guardi. Così ti lecchi le ferite da sola e provi a rialzarti perché sai che è così che devi fare per ricercare nuovamente te stessa e la tua felicità.
Scopri il tuo valore, la tua essenza, quel tuo essere talvolta vulnerabile ma tanto umana.
Umana nel tuo amare con tutta te stessa, con tutta la tua passione e la tua forza. E quanto è bello sapere di essere in grado di fare questa cosa?! Caspita quanto sono profonda e non lo sapevo!
L’ho scoperto però e ne sono fiera. Come una fenice rinasco dalle mie ceneri incuriosita da ciò che sarò, da ciò che diventerò… semplicemente diversa, semplicemente nuova, semplicemente io!
tictoctictoc svegliainiziaunaltrogiorno forza, anche oggi ce la farai i bambini i bambini sono a posto? hanno dormito? c’è stato un colpo di tosse in più che potrebbe cambiare le sorti diquestagiornatadiquestasettimana? no, sembra tutto ok, stanotte a parte ilmammamifaicompagnia alle 3 a parte imiagoliioltreilmurodelsuono del gatto sordo alle 4 ilgattoilcaneeidueliocorni pensatoatuttopertuttiprimadiuscire e anche per dopo che si è usciti e per dopo ancora e ancora e anche quando si è rientrati dopo icompitiisaltiiltennislaspesaeiltpnee ho portato fuori il cane? a volte mi consolo col pensiero che sia il cane a portarmi fuori tento di non soffermarmi troppo al dover pensare , da sola, ma la fatica quella che alla sera alle ottoemezza ti farebbe stendere nel letto e ciao belli ci vediamo nel prossimo secolo chi l’avrebbe mai immaginato di esser riuscita a fare notti bianche senza quasi un filo di occhiaia il giorno dopo era un altro secolo ed ora al risveglio mi nominerebbero nuovo animale mascotte del wwf ora il corpo altro non è che un accessorio in questo tictoc, non ho tempo per badarci, è superfluo tictoctictoc
sei ancora lì ad aspettarmi maledetta stanchezza e non è tanto il fare, che quello c’è ancora margine, oh se c’è margine, si può infilare ancora un treno di cose da fare , volendo ma il pensare da sola che poi quante storie
soli non si è mai ma a volte ci si sente la bestia il mostro la solitudine ho scoperto che se la tieni bene in fondo non si nota tanto si ammansisce soprattutto se sei più ombre che luci ma si sopravvive e a volte, in rari ma essenziali momenti, la fortuna è che si vive e ci si ritaglia, voglio ritagliare momenti vivo il tempo di un caffé rubato agli incastri delle vite di amiche vivo il tempo di una sessione di addominali vivo il tempo di una telefonata mentre porto il cane (o mentre il cane mi porta) vivo il tempo di un’ora rubata per me prima che il resto del mondo esista vivo il tempo del cucinare quello che mi piace vivo il tempo dei podcast poco o tanto dipende da che prospettiva lo guardi il tempo
“La gravidanza è il momento più bello della vita di una donna”
“La gravidanza è un periodo magico” “Non capisci davvero la vita finché non la senti crescere dentro di te”
Queste sono solo alcune delle frasi che mostrano la meraviglia della gravidanza. Ma non per tutte questo è un periodo così magico Per me i mesi della mia seconda gravidanza sono stati il periodo più buio della mia vita.
Quando parlo di questo con altre donne, trovo sempre tanta solidarietà. Ma una volta mi sono trovata spiazzata dalla reazione di una persona La mamma di un compagno di squadra di mio figlio mi ha detto che evidentemente non ci tenevo abbastanza alla vita che portavo in grembo, perché lei il suo lo ha voluto e amato così tanto che mai avrebbe potuto essere depressa per il suo arrivo Sono rimasta senza parole. L’unica cosa che avrei voluto fare era piangere e chiederle “Perché? Perché mi stai dicendo una cosa del genere? Perché mi stai facendo sentire nello stesso modo in cui mi sono sentita per mesi? Chi sei per farmi questo? Nemmeno mi conosci!”
Sono Sue, mamma di tre figli che ho voluto e che amo più di ogni altra cosa al mondo.
Ho desiderato diventare mamma nell’esatto momento in cui ho visto mia madre lottare con tutte le sue forze per portare avanti una gravidanza che poi non è mai diventata una nascita. Io avevo poco più di 10 anni ma ho sentito nel profondo quanto l’amore per un figlio possa essere forte ancor prima di averlo tra le braccia.
Purtroppo durante la seconda gravidanza qualcosa si è inceppato e sono iniziati pensieri ed ansie che mi hanno catapultata nel baratro della depressione. Avevo il terrore di fare del male a mia figlia e mio marito Mi ero convinta di essere un mostro. Come potevo mettere al mondo un altro bambino e non essere per nessuno la madre che meritavano di avere? Chi mi avrebbe assicurato che non avrei potuto far loro del male? Chi li avrebbe protetti da me? Volevo solo partorire e togliermi la vita.
Una mattina arrivai a pensare che nel frattempo la cosa giusta fosse amputarmi le mani per non avere i mezzi per fare male a qualcuno. Per fortuna in quell’istante la follia ha lasciato spazio ad un momento di lucidità e andai subito a chiedere aiuto a mio marito. Gli raccontai tutto. Pensavo mi avrebbe odiata e avuto terrore di starmi vicino e invece non mi ha lasciata sola un solo istante. Insieme chiamammo un centro per la salute mentale. Quella mattina stessa feci il primo colloquio con uno psichiatra che mi fece una diagnosi di depressione perinatale e quel pomeriggio cominciai il mio percorso.
Io non so spiegare il turbinio di emozioni che ho provato quel giorno. Ero come se fossi in apnea e poi sono tornata a respirare. Mio marito, i dottori.. mi hanno salvato la vita!
La diagnosi precisa fu “leggera depressione perinatale” Quel “leggera” mi ha fatto capire come può una madre arrivare a far del male ai propri figli Quanto quella sofferenza può arrivare a trasformare in un mostro senza pietà e sentimenti chi ti ha dato la vita. Non è facile riconoscere i segnali Nemmeno per chi ci sta vicino. Le istituzioni devono capire quanto sia importante seguire una donna durante tutto il periodo perinatale. Sapere di non essere sole, di avere qualcuno che le ascolta può salvare loro la vita!
Alla persona che ha messo in dubbio il mio amore per mio figlio, alla fine ho solo rivolto un sorriso di comprensione. Perché nel momento esatto in cui lei mi detto quelle parole ed il mio cuore ha mancato un battito, mio figlio, dall’altra parte della stanza, come se avesse percepito tutto, mi ha guardata e mi ha sorriso e quelle parole sono diventante il nulla Lui è la mia vittoria più grande. Ha passato con me quel periodo, ha sentito tutto quello che ho sentito io ed è diventato una persona bellissima. Proprio come sua sorella e suo fratello
Questo è l’unico posto al mondo per cui piango un po ’ quando arrivo e moltissimo quando parto. Un giorno vorrei comprare proprio quel pezzo di terra verde e mettere su una piccola casa con una grande veranda e passare i miei giorni a guardare il sole sorgere e sparire all’orizzonte.
Su Portu de Su Trigu- Sant’Anna Arresi
Disegno by me
Come la pianta diritta e coraggiosa, in mezzo ai sassi dei binari.