ANNO LIV - N. 6 - NOVEMBRE-DICEMBRE 2014 (parziale)

NOTIZIARIO DI ROVASENDA - Bimestrale - Sped. in A.P. art. 2 comma 20 lettera c legge 19-7-97

LA TORRE NOTIZIARIO DI ROVASENDA

ANNO LIV - N. 6 - NOVEMBRE-DICEMBRE 2014

conversazione

La Torre 6 /2014

LA TORRE NOTIZIARIO DI ROVASENDA

Periodico bimestrale ANNO LIV - N. 6 Novembre - Dicembre 2014

Redazione e Amministrazione

Rovasenda, Piazza Castello, n. 3 Telefono e Fax 0161 856134 DIRETTORE Don Cristiano Formaggio DIRETTORE RESPONSABILE Luca Sogno CAPO REDATTORE Dario Pansarasa

Registrato al Tribunale di Vercelli n. 194 del 24/10/1979 Stampa: MINIMEGAPRINT Via Di Saponara 588 - 00125 ROMA Spedizione in A.P. art. 2 comma 20, lettera c, legge 19-7-97 Filiale di Vercelli

SOMMARIO CONVERSAZIONE............................................. 3 VITA PARROCCHIALE ................................... 4-9 VITA CIVICA................................................. 10-14 PAESI DI BARAGGIA....................................... 15 VITA SCOLASTICA ..................................... 16-17 QUA E Là...................................................... 18-25 RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO.............. 26-27 GEMELLAGGIO........................................... 28-29 LA PAGINA SPORTIVA................................ 30-32 ANAGRAFE.................................................. 33-34

In questo numero hanno collaborato: Mary

Barile, Ellenis Elena Bosotti, Pier Emilio Calliera, Franco Carenzo, Arnaldo Colombo, Giuseppina Corradino, Rita Corradino, Don Cristiano, Mauro Delmastro, Giuseppe Delmastro, Paola Gerodetti e Michela Menegatti, Dario Pansarasa, Roberto Roggero, Fiammetta Stocchi, Ileana Vezzù.

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Conversazione Cari amici Lettori, Siamo giunti in prossimità del santo Natale e per questo vi offro questa riflessione.

Perché Gesù è nato?

Perché??? Per noi!!!

Da sempre nel Credo noi cantiamo: “Per noi uomini e per la nostra salvezza è disceso dal cielo”.

Questo è il punto. Se è nato per noi, abbiamo il diritto di trarre alcune conclusioni.

La prima: noi siamo preziosi per Dio. Sarebbe bene che gli uomini non lo dimenticassero, sarebbe bene che, stimando sé più di quanto non facciano, sapessero adornare la propria anima di virtù e di meriti. Ma c’è un’altra conclusione: se Egli è nato per noi, vuol dire che Dio ci ama. Di fronte alle vicende del mondo, alle quali noi non possiamo mostrare che la nostra impotenza, che cosa abbiamo da opporre? Solo questo: che Dio, il Creatore, ci ama. Sentite questo: e perché ci ama? Ci ama perché è nato per noi. Allora abbiamo di che sperare!

Il Santo Natale segna sempre un punto cruciale dell’anno: l’anno civile muore subito dopo il Natale, e la festa del Natale sembra preparare l’anno nuovo. Con che cosa in mano possiamo noi inoltrarci ridenti e sereni nel nuovo anno? Solo con questo: che Dio ci ama e che questo onore può essere tarpato e impedito solo dalla nostra cattiva volontà, dalla perversione dei nostri atti, dei nostri sentimenti e dei nostri desideri.

La seconda: vi invito ora a soffermarvi su questo punto: Gesù nacque verginalmente e fu posto in una mangiatoia; pertanto è nato in una stalla.

Ma che cosa è questo nascere nella povertà? Che valore ha? Che cosa dice a noi? Il discorso ricorre troppo frequentemente perché qualche volta non ci si occupi di chiarire questo, e il giorno adatto per farlo è Natale, perché abbiamo davanti il nato Bambino, nato in una stalla e deposto in una mangiatoia.

Poteva nascere in aule dorate, poteva avere intorno la corte; non l’ebbe. Ebbe solo una stalla e una mangiatoia. Perché? La prima ragione che noi possiamo vedere è che Egli si è voluto mettere accanto ai meno fortunati nella storia umana perché, se fossero tentati di sentirsi meno uomini ed avere minore dignità degli altri, capissero che accanto hanno il Figlio di Dio. Questa è la prima ragione (di quelle che noi vediamo, beninteso!).

Ma ce n’è un’altra, che è richiamata dall’ultimo giaciglio: la Croce. Nato in una stalla, morto su una croce. Ed allora il valore della nascita in una stalla e dell’essere deposto in una

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VITA PARROCCHIALE

mangiatoia è questo: ricordare agli uomini che sono salvati dal sacrificio, sono conservati nella loro morale dignità ed efficienza solo dal sacrificio. Le cose più grandi che possono essere in loro – l’ispirazione, l’amore – sono salvaguardate soltanto dal sacrificio. Ma c’è un’altra ragione che mi sta a cuore di spiegare. Gesù dà a noi l’interpretazione della povertà.

Siccome se ne parla molto, anzi se ne parla troppo, e in forma perlomeno faziosa, ma quasi sempre del tutto ipocrita, ritengo necessario raccogliere la spiegazione che della povertà di Betlemme, simbolo di ogni povertà, ha dato il Figlio di Dio. Ed ecco la spiegazione. Sì, è nato in una stalla, deposto in una mangiatoia, però c’era una stella che si era mossa dagli abissi del cielo ed aveva condotto – sarebbero arrivati da lì a pochi giorni – dei Re Magi dall’Oriente. Le stelle non si commuovono per gli uomini, affatto! La stella era qualche cosa di più di un trono o una sala o una camera dorata. C’era la stella, d’accordo, ma il coro fu fatto dagli Angeli e cantò quello che tutti voi sapete. Il cielo echeggiò, e non per voci umane e questo è stato il commento alla povertà di Betlemme. Quel momento era stato predetto secoli prima, quel luogo era stato predetto secoli prima, Lui era stato descritto secoli prima.

Gli uomini non hanno simili onori e simili grandezze; e allora è evidente la conclusione: la povertà di Betlemme indica che la povertà non è un dato assoluto, la povertà materiale, dico; parlo di quella perché stalla e mangiatoia, se non erro, sono cose molto materiali. Non è un assoluto. Perché non è

La Torre 6 /2014 un assoluto la povertà materiale in se stessa, della quale continuamente se ne parla a sproposito? Perché? Perché può avere due applicazioni, e secondo l’amore con cui sono fatte, possono essere ugualmente grandi e sante davanti a Dio e davanti agli uomini.

La povertà può essere accettata, voluta, per amore, e questo è il primo modo. I beni della terra, il cui rifiuto o la cui mancanza è oggetto della povertà, sono strumenti per un bene maggiore. Provatevi a scegliere tra questa alternativa.

Se sarete ragionevoli, non potrete scegliere altro che in questo modo: è l’amore che deciderà quale dell’una, quale dell’altra, non l’odio, non la fazione, non l’ipocrisia.

La povertà materiale non è un vanto, la povertà non è la miseria, la povertà è la sufficienza con qualche “taglio” di quello che è necessario. Gesù conobbe la povertà, la volle, ma non volle la miseria. Quando è morto sulla Croce, si sono giocati la sua tunica inconsutile, segno della proprietà civile con la quale il Figlio di Dio ha dignitosamente prostrato dinnanzi agli uomini la sua povertà, non facendosene un vestimento di orgoglio e di stupida distinzione dagli altri. L’alternativa rimane: quando qualcheduno si trova dinnanzi all’argomento provi a decidere; non potrà decidere se non in un modo: per amore.

A tutti, dunque, l’augurio di un Natale sereno e santo e di un 2015 colmo di benedizioni del Signore.

Don Cristiano

IMMACOLATA 2014 Celebriamo oggi con grande solennità la festa dell’Immacolata Concezione di Maria, la festa che celebra la purezza della Madonna fin dal primo istante del suo concepimento.

Molti Padri della Chiesa, a cominciare dal grande S. Agostino d’Ippona, e, a seguire, molti dottori della Chiesa, si sono occupati di questa questione nel corso dei secoli.

Ma bisogna arrivare al 1854 per giungere alla definizione del Dogma che sancisce come verità di fede il fatto che Maria è stata concepita senza alcuna macchia, senza alcun peccato.

Proprio in questo giorno, l’8 dicembre 1854, il Papa Pio IX, promulgò l’Enciclica “Ineffabilis Deus” , nella quale viene sancito che Maria, unica tra gli uomini, è stata preservata dal Peccato Originale.

Maria, destinata ad accogliere nel suo grembo verginale il Figlio di Dio, ha ricevuto dall’Onnipotente questa grazia singolare che fa di lei una creatura sublime, grande, meravigliosa, santa ancor prima di nascere.

Ci troviamo oggi molto numerosi in questa chiesa, davanti alla statua della Madonna; in mezzo a tanta gente ci sono gli anziani che festeggiano la loro terza età e che ringraziano la Madonna per il dono della loro lunga vita; poi ci sono i bambini che hanno portato un fio-

re alla Madonna per affidarsi alla sua materna protezione. La loro preghiera è pura ed aiuterà anche tutti noi a diventare puri. Ebbene, confidiamo nell’amore di Maria e consacriamole il nostro cuore, affidandoci alla sua tenerezza e al suo affetto di Madre.

Ella, dall’alto del cielo, saprà guidare il nostro cammino nell’ora dello smarrimento. Di sicuro Maria saprà consolarci nell’ora della sofferenza. E, quando avremo bisogno di ottenere da Dio il perdono dei nostri peccati, saprà intercedere come solo una madre premurosa ed amorosa sa fare e chiedere per i propri figli.

Don Cristiano

VITA PARROCCHIALE

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LE FUNZIONI DEL TEMPO DI NATALE 2014 Da lunedì 15 dicembre a venerdì 19 dicembre

ore 20,30 S. Messa con canto della Novena di Natale

Sabato 20 dicembre

ore 20,30 S. Messa prefestiva con canto della Novena di Natale

Domenica 21 dicembre

ore 11,30 S. Messa festiva con canto della Novena di Natale ore16,30 S. Messa alla Casa di Riposo Beraud

Lunedì 22 dicembre

ore 20,30 S. Messa con canto della Novena di Natale

Martedì 23 dicembre

ore 20,30 S. Messa con canto della Novena di Natale

Mercoledì 24 dicembre vigilia di Natale

ore 16,00-18,00 Confessioni ore 23,00 Concerto con Recita ore 23,30 S. Messa solenne di Mezzanotte

Giovedì 25 dicembre Santo Natale

ore 11,30 S. Messa solenne di Natale

Venerdì 26 dicembre S. Stefano

ore 11,30 S. Messa festiva di Santo Stefano

Mercoledì 31 dicembre Ultimo giorno dell’anno

ore 20,30 S. Messa di ringraziamento - Canto del “Te Deum”

Giovedì 1 gennaio 2015 ore 11,30 S. Messa festiva di Capodanno

Canto del “Veni Creator”

Rinnovo dei voti battesimali Martedì 6 gennaio 2015 Epifania

ore 11,30 S. Messa solenne dell’Epifania con il tradizionale bacio del Bambino

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VITA PARROCCHIALE

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1° NOVEMBRE FESTA DI TUTTI I SANTI E RICORDO DEI DEFUNTI

FOTO DA INVIARE

Come ogni anno si è svolta in occasione della Festa dei Santi la tradizionale processione al cimitero, molto sentita dai Rovasendesi che hanno partecipato numerosi.

A conclusione della cerimonia Don Cristiano ha impartito la benedizione a tutti i defunti.

CASTAGNATA DELL’ORATORIO I ragazzi dell’oratorio con alcuni genitori hanno predisposto una bella castagnata favoriti anche dal tiepido sole fuori stagione.

2 NOVEMBRE MESSA PER TUTTI I DEFUNTI

Don Cristiano ha officiato la Santa Messa in suffragio dei defunti rovasendesi.

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VITA PARROCCHIALE

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FESTA DI CRISTO RE E DI SANTA CECILIA Siamo finalmente giunti alla domenica di Cristo re, la festa che conclude l’anno liturgico. La santa Chiesa celebra con grande solennità questa festa, perché è la festa di Gesù Cristo, Dio e Signore del cielo e della terra, padrone assoluto ed indiscusso della nostra vita e di tutto l’universo.

Il Vangelo di questa domenica ci presenta il Giudizio Universale e la figura di Cristo Giudice, che alla fine di tutti i tempi, chiederà conto a ciascuno di noi della nostra esistenza.

Verrà il giorno in cui tutto finirà e la terra non esisterà più.

La nostra fede ci insegna che in quel giorno i corpi resusciteranno e tutti noi saremo chiamati a giudizio davanti al trono dell’Onnipotente.

Gli angeli apriranno il libro della vita, sul quale sono scritte tutte le nostre cose, quelle buone e quel-

la cattive, le nostre buone opere e le nostre cattive azioni.

Il Signore benedirà coloro che hanno fatto tesoro del Vangelo e dei suoi insegnamenti e li porterà in paradiso.

Ma guai a coloro che non hanno ascoltato la voce di Dio!!!

Per loro non ci potrà essere che condanna!

I dannati non avranno nessuna speranza e saranno gettati nel fuoco eterno, dove le fiamme dell’inferno divoreranno le loro anime per l’eternità.

Per noi che siamo ancora in vita, non tutto è perduto.

Se siamo nell’errore, traiamo spunto da questo Vangelo per raddrizzare la nostra condotta ed incamminiamoci sulla retta via: la via del Vangelo, la via di Gesù, la via della salvezza eterna.

In questa domenica celebriamo anche la festa di Santa Cecilia.

Ma celebriamo anche e soprattutto la festa della nostra Corale, che è appunto intitolata a questa santa: tutti infatti sappiamo che Santa Cecilia è la patrona della musica sacra.

E allora due parole anche a voi, cari cantori, che oggi celebrate la festa della vostra patrona.

Vi ringrazio di cuore per il servizio che prestate a beneficio di questa chiesa e di questa parrocchia.

Che Santa Cecilia vi aiuti e vi dia la costanza di perseverare nel vostro servizio, proteggendo dal cielo il vostro impegno e intercedendo per conservarvi nella salute del corpo e dello spirito.

Buona festa a tutta la nostra Corale!.

Don Cristiano

Pranzo di S. Cecilia Anche quest’anno si è svolto il tradizionale pranzo comunitario della Corale in occasione della festa di S. Cecilia, celebrata il 23 novembre. I partecipanti, poco più di 30, hanno scelto una nota trattoria di Zimone, famosa per la sua cucina tradizionale.

All’arrivo al ristorante c’è stata una graditissima sorpresa; anche la banda musicale di Vandorno festeggiava la patrona. I due gruppi hanno subito intavolato un simpatico connubio musicale fatto di canti e suoni che hanno allietato la giornata fino al tardo pomeriggio.

OFFERTE PER LA PARROCCHIA CONTO CORRENTE BANCARIO PRESSO BIVERBANCA

Iintestato a : Parrocchia di Maria Santissima Assunta in Rovasenda CODICE IBAN: IT 15C 0609048870 000000002678

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VITA PARROCCHIALE

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meditazioni laiche

UN BAMBINO E’ NATO PER NOI

«Ogni bambino che nasce ci ricorda che Dio non è ancora stanco degli uomini» (Tagore) Un mondo semplice ci è consegnato nelle immagini del Natale.

Una famiglia di umili condizioni, costretta a sopportare il disagio di un viaggio deciso da un potente che vuole controllare i suoi sudditi , la difficoltà di trovare un alloggio, una nascita tanto attesa e così inopportuna in quel momento!

Un mondo piccolo che deve ben presto fare i conti con la volontà di chi pensa di poter disporre di altri esseri umani secondo i suoi fini e le sue ambizioni.

Da Betlemme si deve fuggire in Egitto, nel Vangelo è presentata come una vita che sarà da viandante su strade polverose e tra contrasti minacciosi.

I segni sono chiari : un bambino ed una mangiatoia. Tutta la regalità del Figlio di Dio è nella sua fragile umanità, non lo sfarzo, ma semplici pastori e umili spettatori.

Dio bambino che si presenta nel freddo di una notte invernale, privo di tutto, che nel pianto grida la sua vitalità.

Un volto di Dio che non coincide affatto con quello a cui anelano i nostri desideri.

Null’altro ci è dato nel Natale , se non la verità della nostra umanità, la contemplazione della nostra fragilità e della nostra grandezza. In lui, Dio ha dimostrato di nuovo fiducia nell’umanità, dando dignità anche a chi è escluso: ai poveri, ai miti, agli operatori di giustizia.

Dio sempre ha ricominciato con l’umanità, prendendo per mano i suoi figli, come un Padre e una Madre ( come diceva il Santo Padre Albino Luciani Giovanni Paolo I°) che aiuta a discernere il cammino e si fa compagno di viaggio, anzi Egli stesso diventa il viaggio, una vita spesa per chi è privo di speranza, consolando e facendo del bene a tutti.

Chi ora celebra la memoria di Gesù Bambino è invitato a intraprender quel viaggio, per offrire consolazione e speranza a tutti.

QUESTO E’ IL VERO NATALE !

Desidero chiudere questa riflessione con una bellissima preghiera , aggiungendo anche una poesia sul Natale di Salvatore Quasimodo .

«Perché possiamo accogliere con cuore semplice e puro il tuo mistero di salvezza e attingere da Te l’abbondanza della vita divina che sei venuto a portarci, perché conserviamo nel nostro cuore meditando tutte le tue parole e perché tutti gli uomini Ti accolgono e credono in Te».

Il pianto del bambino Natale. Guardo il presepio scolpito, dove sono i pastori appena giunti alla povera stalla di Betlemme.

Anche i Re Magi nelle lunghe vesti

salutano il potente Re del mondo.

Pace nella finzione e nel silenzio delle figure di legno : ecco i vecchi del villaggio e la stella che risplende, e l’asinello di colore azzurro.

Pace nel cuore di Cristo in eterno;

ma non v’è pace nel cuore dell’uomo.

Anche con Cristo, e sono venti secoli, il fratello si scaglia sul fratello.

Ma c’è chi ascolta il pianto del bambino che morirà poi in croce fra due ladri?

MARY

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VITA PARROCCHIALE

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Testimonianza di Catalina Rivas su la Santa Messa TERZA PUNTATA - CONSACRAZIONE Arrivò il momento della Consacrazione, il momento del più meraviglioso dei miracoli... Sul lato destro dell’Arcivescovo, dietro, sempre in diagonale, una moltitudine di persone era vestita con la stessa tunica ma di colori pastello diversi: rosa, verde, azzurro, lillà, giallo, tutti molto tenui. I loro volti erano gioiosi, brillanti, sembravano tutti della stessa età. Si poteva intuire (ma non so dire come) che c’era gente di età diversa, ma tutti apparivano uguali in volto, senza rughe, felici. Anche loro si inginocchiavano al canto del “Santo, Santo, Santo è il Signore”.

Disse la Madonna: “Sono tutti i Santi e i Beati del cielo e tra di essi ci sono anche le anime dei vostri familiari che già godono della presenza di Dio”. A quel punto la vidi. Là, giustamente a destra dell’Arcivescovo... un passo dietro al celebrante, stava la Santissima Vergine, un po’ sospesa da terra, inginocchiata su tessuti molto fini, trasparenti ma al tempo stesso luminosi, come acqua cristallina, teneva le mani giunte e guardava attenta c rispettosa il celebrante. Mi parlava da là, ma silenziosamente, direttamente al cuore, senza guardarmi.

“Ti sembra strano vedermi un po’ più indietro di monsignore, vero? Ma così deve essere... Nonostante tutto l’Amore che mio Figlio ha per me. non mi ha dato la dignità che dona a un sacerdote di poterlo portare tra le mie mani quotidianamente, come fanno invece le mani sacerdotali. Perciò provo un rispetto così profondo verso un sacerdote e verso tutto il miracolo che Dio realizza attraverso di lui che debbo inginocchiarmi dinnanzi a loro”.

Mio Dio! Quanta dignità, quanta grazia conferisce il Signore alle anime sacerdotali! E noi non ne siamo coscienti... e forse nemmeno molti di loro lo sono!

Davanti all’altare incominciarono ad uscire delle ombre di persone di colore grigio che levavano le mani verso l’alto.

La Vergine Santissima disse: “Sono le anime benedette del Purgatorio che attendono le vostre preghiere per avere sollievo. Non dimenticatevi di pregare per loro. Esse pregano per voi ma non possono pregare per se stesse. Siete voi che dovete pregare per loro per aiutarle ad uscire all’incontro con Dio per godere della sua presenza eternamente.

Vedi io sono sempre qui. La gente fa pellegrinaggi e cerca i luoghi delle mie apparizioni. E questo va bene perché là ricevono

tante grazie. Ma in nessuna apparizione né da nessuna parte sono presente così a lungo come nella Santa Messa. Ai piedi dell’altare dove si celebra l’Eucaristia mi troverete sempre; ai piedi del tabernacolo rimango con gli angeli perché sto sempre con Lui.” Vedere il volto bellissimo della Madre in quel momento del “Santo”, come il volto splendente di tutti loro, con le mani giunte in attesa di quel miracolo che si ripete continuamente, era come essere proprio in Paradiso.

E pensare che tanti di noi in questo momento possono distrarsi, chiacchierare, ecc.

Lo dico con sofferenza, molti uomini più che donne rimangono in piedi incrociando le braccia, come per rendere omaggio al Signore da pari a pari.

Disse la Vergine: “Dì agli esseri umani che l’uomo non è mai così tanto uomo come quando si inginocchia davanti a Dio”.

II celebrante pronunciò le parole della consacrazione. Era una persona di statura media, ma all’improvviso incominciò a crescere, a riempirsi di luce, una luce sovrannaturale tra il bianco e il dorato che lo avvolgeva e diventava molto forte sul suo viso, tanto da non poter più riconoscere i suoi lineamenti. Mentre alzava l’Ostia vidi le sue mani, avevano dei segni sui dorsi dai quali usciva molta luce. Era Gesù!... Era Lui che col suo Corpo avvolgeva quello del celebrante come se circondasse amorevolmente le mani dell’arcivescovo. Da quel momento l’Ostia cominciò a crescere sempre più e in essa vi era il mera­viglioso volto di Gesù che guardava il suo popolo.

Per istinto chinai il capo e la Vergine disse: “Non abbassare lo sguardo, alza gli occhi, contemplalo, fissa il suo sguardo e ripeti la preghiera di Fatima: Signore io credo, adoro, spero e ti amo e ti chiedo perdono per tutti quelli che non credono, non ti adorano, non sperano e non ti amano. Abbi misericordia... Ora digli quanto lo ami, rendi gloria al Re dei Re”. Così feci. Sembrava che guardasse solo me, ma seppi che così guardava ogni persona, con infinito amore... Poi abbassai la testa finché la mia fronte raggiunse il pavimento, come facevano tutti gli angeli e i beati del cielo. Per una frazione di secondo mi chiesi come poteva Gesù prendere il corpo del celebrante e al tempo stesso rimanere nell’Ostia, che scendendo per opera del sacerdote diventava di nuovo piccola. Avevo le guan-

ce piene di lacrime e non potevo superare quello stato di stupore.

Immediatamente Monsignore pronunciò le parole della consacrazione del vino ed insieme alle sue parole iniziarono dei lampi nel cielo e sullo sfondo.

II soffitto e le pareti della chiesa erano scomparsi. Tutto era buio, vi era soltanto quella luce immensa sull’altare.

Tutto ad un tratto, sospeso nell’aria, vidi Gesù Crocifisso dalla testa alla parte bassa del petto. Il legno trasversale della croce era sostenuto da mani grandi, forti. In mezzo a quello splendore, si accese una lucina, come una piccola colomba molto brillante che fece un giro velocemente per tutta la chiesa ed andò a posarsi sulla spalla sinistra dell’Arcivescovo che continuava ad avere le sembianze di Gesù perché io potevo distinguere i suoi capelli e le sue piaghe luminose, il suo corpo grande ma non il suo volto.

In alto Gesù Crocifisso aveva il capo reclinato sul lato destro della spalla.

Potevo scorgere il volto e le braccia tumefatti e feriti. Nel costato destro aveva una ferita al petto e ne sgorgava verso sinistra sangue e verso destra credo acqua, ma molto brillante; erano come fiotti di luce che si dirigevano verso i fedeli muovendosi a destra e a sinistra. Mi sorprendeva la quantità di Sangue che fluiva verso il calice. Pensai che stava per versarsi e sporcare tutto l’altare, ma non cadde nemmeno una goccia.

Disse la Vergine in quel momento: “Questo è il miracolo dei miracoli, te lo ripeto, per il Signore non esiste né tempo né distanza e al momento della consacrazione tutta l’assemblea viene trasportata ai piedi del Calvario, nell’istante della crocifissione di Gesù”.

Riusciamo ad immaginarlo? I nostri occhi non possono vedere questo fenomeno ma tutti siamo là nel momento in cui Gesù viene crocifisso e chiede perdono al Padre non soltanto per coloro che lo uccidono ma anche per ogni nostro peccato: “Padre perdonali perché non sanno quello che fanno”.

Da quel giorno, senza preoccuparmi di esser presa per pazza, chiedo a tutti di inginocchiarsi, di cercare di vivere con il cuore e con tutta la sensibilità, di cui sono capaci, quel privilegio che il Signore ci concede.

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VITA CIVICA

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LINEA DIRETTA DEL SINDACO CON I CITTADINI Con l’autunno sono iniziate una serie di iniziative comunali volte a offrire ai nostri concittadini una serie di opportunità inerenti il mondo dell’informatica, la salute e la sicurezza.

Il giovedì, in biblioteca, sono incominciati corsi specifici, sia per i ragazzi tra gli otto e i venti anni (pagati dal comune) che per gli adulti (con contributo di euro 50,00, il resto a carico del comune), di approccio all’utilizzo di smartphone, tablet, computer in un ottica di imparare a scegliere tali strumenti e utilizzarli al meglio. I corsi hanno la durata ciascuno di 30 ore e si concluderanno a inizio marzo.

Dal 1 dicembre è data, in modo sperimentale, la possibilità agli anziani di età superiore ai 65 anni e alle donne in stato di gravidanza, di effettuare i prelievi ematici presso la casa di riposo di via Gattinara nella giornata di giovedì dalle sette alle otto del mattino. L’onere di tali prelievi (escluso il ticket) è completamente a carico del comune che, grazie all’attiva collaborazione dei servizi socio assistenziali e in particolare della sig.ra Cristina Stefani nostra assistente sociale e della cooperativa Anteo, gestore della casa di riposo, ha potuto organizzare tali prelievi per cercare di migliorare ulteriormente i servizi comunali verso i cittadini e per avvicinare la popolazione alla casa di riposo che, nelle proprie intenzioni, intende essere un punto di riferimento per tutta la popolazione anziana di Rovasenda.

Per la sicurezza del nostro paese si andrà a modificare radicalmente l’impianto di video sorveglianza, ormai obsoleto dopo oltre dieci anni dalla prima installazione. Ci saranno postazioni di lettura targhe agli ingressi al paese e precisamente in via Brusnengo, Gattinara, Buronzo, Lenta e San Giacomo Vercellese. Saranno inoltre sostituite le telecamere esistenti con altre di ultima generazione così come il software di gestione delle immagini. Con questo sistema tutti i veicoli entranti nel centro abitato saranno visionati (anche di not-

te, anzi di notte la lettura targhe è più efficace) e sarà di parecchio migliorato il monitoraggio dei luoghi sensibili (parco giochi, cimitero, piazza Libertà), questo confidiamo serva da deterrente per i malintenzionati.ù Ma non ci siamo fermati qui, infatti è prossima la candidatura del nostro comune per essere inseriti nell’elenco dei borghi più belli d’Italia. Questa iniziativa è sorta dall´esigenza di valorizzare il grande patrimonio di Storia, Arte, Cultura, Ambiente e Tradizioni presente nel nostro paese che è abbastanza emarginato dai flussi dei visitatori e dei turisti.

Sono infatti centinaia i piccoli borghi d´Italia che rischiano lo spopolamento ed il conseguente degrado a causa di una situazione di marginalità rispetto agli interessi economici che gravitano intorno al movimento turistico e commerciale.

Per questo si è deciso di far parte di un Club di Prodotto che raccogliesse le giuste esigenze di quegli amministratori più accorti e più sensibili alla tutela e alla valorizzazione del Borgo e che intendessero partecipare con convinzione ad una struttura associativa così importante ed impegnativa.

Per essere ammessi occorre infatti corrispondere ad una serie di requisiti di carattere strutturale, come l´armonia architettonica del tessuto urbano e la qualità del patrimonio edilizio pubblico e privato, e di carattere generale che attengono alla vivibilità del borgo in termini di attività e di servizi al cittadino.

Occorre inoltre impegnarsi per mi-

gliorare continuamente tali requisiti in quanto l´ingresso nel Club non ne garantisce la permanenza se non viene riscontrata una volontà, attraverso azioni concrete, di accrescerne le qualità.

Per questo l’ingresso al Club, che non è stato creato per effettuare una mera operazione di promozione turistica integrata, si prefigge di garantire attraverso la tutela, il recupero e la valorizzazione, il mantenimento di un patrimonio di monumenti e di memorie che altrimenti andrebbe irrimediabilmente perduto.

Aderiremo anche a un’altra importante iniziativa, quella del bosco per la città.

Il progetto consiste nella messa a dimora, sui terreni pubblici o in comodato, di piante autoctone latifoglie, in spazi interni o circostanti gli abitati, per costituire fasce verdi intorno e dentro il paese.

Tale progetto ha già raccolto il patrocinio di Onu, Unesco, Unccd (United Nation Convection to Combat Desertification), Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Ministero delle Politiche Agricole alimentari e forestali, Corpo Forestale dello Stato e di quasi tutti i Consigli Regionali Italiani. Il progetto è realizzato in collaborazione con l’associazione UPM Un Punto Macrobiotico e grazie alla collaborazione dell’Azienda Agricola Stocchi Vittorino che sentitamente si ringrazia.

Non mi resta che formulare i migliori auguri di buon Natale e buon anno a tutti i rovasendesi, ai gemeLli carrapontini e a tutte le persone che contribuiscono alla vita culturale, ricreativa, sociale del nostro Rovasenda. Auguri a tutti.

P.S. un ringraziamento particolare va alle persone che hanno fattivamente contribuito alla completa sostituzione delle tende e dei cuscini della sala consiliare: al signor Tagliabue Ugo che ha fornito le stoffe e alle signore Della Torre Marisa e Goio Anna Maria che hanno provveduto alla manifattura del tutto.

Il sindaco Giuseppe Delmastro

VITA CIVICA

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delibere e DETERMINE Surroga consigliere comunale

le si rileva necessità a livello locale è quello relativo ai prelievi, al quale accedono prevalentemente persone anziane o affetti da malattie che prevedono un costante Monitoraggio; SENTITA in proposito Anteo Cooperativa sociale Onlus con sede a Biella, che si è resa disponibile a garan-

REGIONE PIEMONTE - PROVINCIA di VERCELLI COMUNE DI ROVASENDA

Venerdì 7 novembre si è riunito il consiglio comunale in sessione straordinaria e seduta pubblica.

Il sindaco, nel dare inizio alla seduta, ha chiesto a tutti di rispettare un minuto di silenzio in memoria del consigliere comunale De Carli Vittorino, mancato prematuramente a causa di malattia.

Tra i punti all’ordine del giorno vi era anche: - surroga consigliere comunale a seguito seggio vacante sopravvenuto. Nel rispetto delle preferenze espresse dalla popolazione al momento delle votazioni amministrative dello scorso mese di maggio, è stata nominata consigliere comunale la sig.ra Maria Grazia Calzoni in Goio.

Prima di prendere posto ed incominciare la sua attività nel ruolo di nuovo consigliere la signora Maria Grazia ha chiesto l’autorizzazione al sindaco per un breve intervento.

Queste le sue parole «Grazie, signor Sindaco e Consiglieri tutti. Siedo in questo Consiglio, per surroga in seguito alla prematura morte di VITTORINO DE CARLI, e desidero dirvi che, raccolto il testimone, continuerò, come lui, con entusiasmo, con onestà intellettuale e con il desiderio di fare qualcosa di utile per il nostro paese».

PRELIEVI EMATICI PREMESSO, che Questa Amministrazione intende rivolgere una particolare attenzione alle necessità della popolazione, con particolare riferimento alle persone anziane o che comunque non possono agevolmente accedere ai servizi di cui necessitano; DATO ATTO CHE un particolare servizio del qua-

Dal 1 DICEMBRE c.a. l’Amministrazione Comunale in collaborazione con la Fondazione Beraud e i servizi socio assistenziali della Comunità Montana Valsesia attiverà, in via nuova e sperimentale, un servizio di PRELIEVI EMATICI PER TUTTI GLI ANZIANI OVER 65 E LE DONNE IN STATO DI GRAVIDANZA presso la casa di riposo.

MODALITà PER LO SVOLGIMENTO DEL PRELIEVO: Il prelievo sarà effettuato il GIOVEDI’ dalle ore 7,00 alle ore 8,00 presso la sala infermeria della Casa di Riposo.

MODALITà DI ACCESSO E RITIRO ESITI: Ci si potrà prenotare la settimana antecedente il prelievo presso l’UFFICIO SERVIZI SOCIALI del Comune, dall’ ASSISTENTE SOCIALE Maria Cristina Dott.ssa STEFANI il martedì dalle ore 10,30 alle ore 12,30. Le prenotazioni seguiranno un ordine temporale di presentazione e un ordine di priorità in funzione dell’urgenza.

Per quanto si attiene agli esiti, per le prestazioni più urgenti (ad esempio valori di INR - coagulazione- che sono necessari per un immediato dosaggio terapeutico), il Laboratorio cui si appoggerà la struttura procederà ad anticiparli a mezzo mail alla casa di riposo, dove l’infermiere vincolato dagli obblighi di privacy per il trattamento dei dati personali, potrà consegnarli all’interessato già il pomeriggio del giorno del prelievo (dalle 15.30 alle 16.30) presso la struttura. Tutti gli altri esiti potranno essere ritirati la settimana successiva l’esecuzione del prelievo, il giovedì dalle 15.30 alle 16.30 presso la struttura.

Per ogni altri dubbio o chiarimento, rivolgiti pure presso lo sportello dei servizi sociali il martedì o presso gli uffici comunali.

IL SINDACO (Giuseppe Ing. Delmastro)

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VITA CIVICA

tire il servizio di prelievi, da effettuare presso la struttura residenziale “Residenza Beraud” di Rovasenda; RITENUTO di affidare in via sperimentale, per un periodo di mesi sei, alla Cooperativa Anteo il servizio di cui trattasi sulla base della proposta avanzata dalla Cooperativa stessa, salva la definizione di un eventuale successivo accordo al termine del periodo sperimentale con esito positivo; LA GIUNTA D E L I B E R A 1)- Di attivare in via sperimentale per il periodo di mesi sei con decorrenza 1 dicembre 2014, un servizio di prelievi sul territorio comunale a favore della popolazione residente; 2) – Di affidare ad Anteo Cooperativa sociale Onlus di organizzare e gestire il servizio.

CORSO DI INFORMATICA PREMESSO, che Questa Amministrazione intende avviare un corso di informatica a favore della popolazione residente; DATO ATTO CHE al fine di acquisire preliminarmente conoscenze in merito ù all’interesse per l’iniziativa, il Comune nelle settimane scorse ha diffuso una specifica informativa, completa di programma dettagliato, con la quale si richiedeva a chiunque fosse interessato, di presentare la propria adesione attraverso la compilazione e consegna di moduli predisposti dal Comune; RILEVATO CHE l’iniziativa ha prodotto il numero

La Torre 6 /2014 di n. 25 adesioni; RITENUTO pertanto, di attivare il corso di informatica di cui trattasi; SENTITO in proposito il Sig. BOSSOLA Gian Ernesto, residente a Livorno Ferraris esperto informatico, il quale con nota pervenuta al protocollo dell’Ente in data 29/10/2014, ha dichiarato la sua disponibilità a organizzare e gestire il corso con le modalità ed alle condizioni economiche indicate nella citata nota e di cui è detto più avanti; ACQUISITO il parere in ordine alla regolarità tecnico/contabile; LA GIUNTA D E L I B E R A 1)- Di attivare un corso di informatica denominato “InFORMAtica Mobile” B) Durata: - 30 ore complessive per ogni corso - 15 lezioni da due ore ciascuna - Una lezione settimanale - Inizio corso: 6 novembre 2014 - Conclusione corso: 5 marzo 2015 C) Costi a carico degli utenti: - fascia d’età 8-20 anni (nati entro l’anno 1994) gratuito - oltre i 20 anni € 50,00 (cinquanta) 2) – Di affidare incarico per la tenuta del corso, a titolo di collaborazione occasionale, al Sig. BOSSOLA Gian Ernesto riconoscendo allo stesso un compenso orario di euro 50,00; 3) - Di dichiarare il presente atto con separata e autonoma votazione, immediatamente eseguibile

FESTA DELLE FORZE ARMATE E RICORDO DEI CADUTI Domenica 9 novembre si è celebrato l’annuale Giorno dell’Unità nazionale e Giornata delle Forze Armate della Repubblica Italiana, in ricordo del 4 novembre 1918, ricorrendo l’anniversario della fine della prima guerra mondiale per l’Italia.

Dopo la Messa a ricordo di tutti i caduti delle guerre, il corteo si è portato al monumento dei caduti Rovasendesi, ove Don Cristiano ha cantato coi bambini presenti, l’inno del Piave. E’ seguita la lettura del Bollettino del Gen. Diaz da parte del Sindaco e quindi la benedizione della corona.

Il 4 novembre è stata l’unica festa nazionale che, istituita nel 1919, ab-

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VITA CIVICA

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bia attraversato le età dell’Italia liberale, fascista e repubblicana. Fino al 1976 è stata un giorno festivo a tutti gli effetti. Dal 1977 in poi, è stata resa “festa mobile” che cadeva nella prima domenica di novembre. Nel corso degli anni ‘80 e ‘90 la sua importanza nel novero delle festività nazionali è andata declinando, ma in corrispondenza con la Presidenza della Repubblica di Carlo Azeglio Ciampi è tornata a celebrazioni ampie e diffuse.

In passato in paese, merito della vicinanza delle caserme residenza del Reggimento Cavalleggeri di Lodi, la benedizione della corona avveniva alla presenza di un picchetto armato, che rendeva la celebrazione molto importante.

In occasione del 4 novembre e dei giorni immediatamente precedenti le più alte cariche dello Stato rendono omaggio al Milite Ignoto, la cui salma riposa presso l’Altare della Patria a Roma, e si recano in visita al Sacrario di Redipuglia, dove sono custodite le salme di 100.000 caduti nella guerra del ‘15-’18, nonché a Vittorio Veneto, la località in cui si svolse l’ultimo confronto militare della Grande Guerra fra esercito italiano ed esercito austro-ungarico.

Nelle foto due toccanti momenti della cerimonia

« Comando Supremo, 4 novembre 1918, ore 12 La guerra contro l’Austria-Ungheria che, sotto l’alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l’Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta.

La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso ottobre ed alla quale prendevano parte cinquantuno divisioni italiane, tre britanniche, due francesi, una ceco slovacca ed un reggimento americano, contro settantatré divisioni austroungariche, è finita.

La fulminea e arditissima avanzata del XXIX Corpo d’Armata su Trento, sbarrando le vie della ritirata alle armate nemiche del Trentino, travolte ad occidente dalle truppe della VII armata e ad oriente da quelle della I, VI e IV, ha determinato ieri lo sfacelo totale della fronte avversaria. Dal Brenta al Torre l’irresistibile slancio della XII, della VIII, della X armata e delle divisioni di cavalleria, ricaccia sempre più indietro il nemico fuggente.

Nella pianura, S.A.R. il Duca d’Aosta avanza rapidamente alla testa della sua invitta III armata, anelante di ritornare sulle posizioni da essa già vittoriosamente conquistate, che mai aveva perdute.

L’Esercito Austro-Ungarico è annientato: esso ha subito perdite gravissime nell’accanita resistenza dei primi giorni e nell’inseguimento ha perduto quantità ingentissime di materiale di ogni sorta e pressoché per intero i suoi magazzini e i depositi. Ha lasciato finora nelle nostre mani circa trecentomila prigionieri con interi stati maggiori e non meno di cinquemila cannoni. I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano discese con orgogliosa sicurezza.

Il capo di stato maggiore dell’esercito, il generale Diaz

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VITA CIVICA

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TELETHON A ROVASENDA: BUONA AFFLUENZA E OTTIMO RISULTATO Quest’anno a Rovasenda, nell’ambito della maratona Téléthon , sulla piazza del comune è stata allestita la mostra itinerante del Consiglio regionale del Piemonte, intitolata “dalla storia alla satira: cronache ed eventi in caricatura da Cavour ad Andreotti”.

L’iniziativa è partita dall’amministrazione comunale. Infatti il vicesindaco Graziella Erbetta ha coinvolto e chiesto la collaborazione dei volontari rovasendesi, dell’Oratorio e della società sportiva per predisporre la raccolta fondi a favore della ricerca nei tre giorni di venerdì 12 – sabato 13 e domenica 14 dicembre 2014.

Oltre al banchetto con i buonissimi cuori di cioccolato proposti dai volontari Rovasendesi in tutte e tre i giorni, nella giornata di sabato l’Oratorio ha realizzato la castagnata benefica; ragazzi e genitori si sono molto applicati per la buona riuscita.

Domenica le vie del paese sono state allietate dalla processione in onore di Santa Lucia al suono del-

la banda musicale di Ghemme . Poi, subito dopo la S. Messa, in piazza

Libertà Federico Pansarasa ed il suo staff dell’A.S.D. Rovasenda hanno distribuito “Polenta e tapulon”,

SOGGIORNO MARINO ANZIANI Pubblichiamo la foto degli anziani che nel mese di settembre sono stati al mare

mentre la banda musicale, ferma in piazza, ci regalava una breve esibizione musicale a conclusione della manifestazione.

E’ stata una dimostrazione molto significativa che se si collabora in sinergia, unendo tutte le forze, si ottengono degli ottimi risultati. Quest’anno la raccolta di tutte le offerte a favore di téléthon ha raggiunto i 1.650,00 euro, superando l’esito dell’anno scorso.

Grande soddisfazione dell’amministrazione comunale, la quale ringrazia tutti i volontari che si sono adoprati per la buona riuscita. Un grazie speciale a tutti i generosi benefattori.

Rita

PAESI DI BARAGGIA

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RIFLESSIONI Cari Rovasendesi In una delle bellissime giornate ottobrine trascorse, mi sono seduto su di una pietra nel greto del torrente Marchiazza, in prossimità del ponte lungo la provinciale Rovasenda – Lenta, e mi sono ritrovato immerso in alcune considerazioni in merito alla situazione del nostro Bel Paese Italia.

Nella tranquillità del luogo, mi sono chiesto come sia possibile che uno Stato come il nostro si trovi in una situazione socio/economica così disastrosa.

Uno Stato con bellezze paesistiche tali da farlo ritenere il più bello del mondo, come peraltro universalmente riconosciuto, e ciò nonostante il pervicace impegno a deturparlo con ogni genere di bruttura.

Uno Stato con un incomparabile patrimonio artistico/culturale, da tutti invidiato e frutto di una storia millenaria, nonostante l’incuria in cui a volte viene lasciato (eclatanti sono Pompei e la Reggia di Caserta) , oppure non sfruttato come sarebbe opportuno fare a vantaggio della nostra economia turistica.

Uno Stato che ha avuto menti eccelse, e continua ad averle senza che abbiano la possibilità di potersi esprimere pienamente , che cercano e trovano valorizzazione all’estero, depauperandoci così di un patrimonio umano che va ad arricchire altri a nostro discapito.

Uno Stato con un patrimonio enogastronomico senza uguali, ma che si lascia sottrarre e plagiare le proprie eccellenze, con gravi danni per la nostra esangue economia.

Uno Stato che però non sa ancora fare squadra ed è in balia di particolarismi ed individualità che sembrano essere insiti nella nostra società, orientata più all’interesse di singoli, o di piccole realtà, che non alla valorizzazione del bene comune.

Di questa situazione siamo tutti sempre pronti ad addossare la colpa

ad altri. A politici, a burocrati, ai fannulloni, trascurando il fatto che questi politici, questi burocrati e questi fannulloni non sono marziani, ma sono l’ espressione della nostra società, e se così sono è perché il sentire comune non è propriamente orientato alla salvaguardia e sviluppo del nostro magnifico Paese.

Tutte queste considerazioni, e soprattutto l’amara constatazione della nostra mancanza di senso civico, mi sono venute abbassando un po’ lo sguardo sotto il ponte sul torrente Marchiazza, proprio di fronte a me, trovando la non edificante visione di

gomme d’auto e sacchetti di immondizia lì abbandonati, testimonianza di una inciviltà che è il nocciolo del nostro degrado.

Per mio divertimento mi trovo a girare parecchio nell’Europa del Nord e lì, credetemi, è molto raro trovare di queste situazioni, o lo spettacolo stomachevole che offrono i nostri cigli strada, soprattutto dopo il taglio dell’erba. E’ mai possibile che non riusciamo a renderci conto che questo comportamento è un danno per tutti e che non basta avere il nostro cortile pulito per sentirci civili, senza curarci di quello che provochiamo al pubblico bene (che per inciso è anche nostro).

Non so se queste righe potranno essere lette dall’artefice, o dagli artefici, dello scempio che ho documentato anche fotograficamente, ma se così fosse spero ardentemente che in queste persone possa originare un moto di vergogna, perché anche un moto di vergogna può essere un afflato di quella dignità di cui abbiamo un infinito bisogno.

Con un po’ di amarezza vi dò il mio arrivederci.

Franco Carenzo

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VITA SCOLASTICA

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SCUOLA DELL’INFANZIA

FESTA DEI NONNI In occasione della “festa dei nonni” celebrata il 2 ottobre, i bambini della Scuola dell’ Infanzia di Rovasenda hanno fatto visita ai nonni residenti presso la casa di riposo Beraud, situata proprio vicino alla Scuola. I bambini hanno cucinato dei biscotti per i nonni e regalato loro una poesia e molti sorrisi.

Per sottolineare maggiormente l’importanza della figura dei nonni, nella stessa occasione, tre nonne di Rovasenda sono venute un pomeriggio a raccontare una storia ai bambini.

GITA A GATTINARA Gita a Gattinara per i bambini della Scuola dell’Infanzia di Rovasenda e per le insegnanti Paola Gerodetti e Michela Menegatti, che il mese scorso hanno visitato l’azienda vitivinicola Travaglini. La disponibilità dei titolari è stata molto preziosa per illustrare ai piccoli il procedimento che trasforma l’uva in vino, dall’arrivo del trattore carico di grappoli appena vendemmiati alla separazione dei raspi, la pigiatura,la visita nelle bellissime cantine, la macchina imbottigliatrice e infine la bottiglia di vino. Durante il viaggio di ritorno il pulmino ha percorso la Via delle Vigne, per ammirare i vigneti che caratterizzano le colline gattinaresi.

FESTA DI HALLOWEEN

Venerdì 31 ottobre i bambini della Scuola dell’Infanzia di Rovasenda, travestiti da pipistrelli, hanno sfilato per la via principale di Rovasenda, spaventando le persone . Molti genitori e abitanti hanno regalato dol-

ci ai piccoli. La passegiata si è conclusa alla Scuola Primaria, per una piccola festa tutti assieme.

Le insegnanti Paola Gerodetti e Michela Menegatti

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CORSO DI INFORMATICA MOBILE Il 6 novembre presso la Biblioteca Comunale ha preso il via il corso di “Informatica mobile” organizzato dalla nostra amministrazione comunale.

Il corso verte sui “Dispositivi Mobili” (tablet, smarphone, iPad, iPhone), “Social Network” (Facebook, Twitter, Linkedin, Google+ ma anche blog e forum), “Personal Computer” (concetti di base ed introduzione ai sistemi operativi, gestione dei file ed utilità, navigazione web e Comunicazione), il tutto strutturato su 15 lezioni per un totale di 30 ore, dal 6 novembre 2014 fino al 5 marzo 2015, dalle ore 17,30 alle 19,30 per i più piccoli e dalle ore 20,30 alle 22,30 per gli altri. Per i giovani fino ai 14 anni questo corso è gratuito; agli adulti è richiesto un contributo di 50 euro. Incuriosite da questa novità anche Rita ed io ci siamo presentate alla prima lezione. Rita ha immortalato i giovani studenti, una decina di bambini vispi ed attenti che, per nulla intimoriti dalla materia trattata, si accalcavano intorno all’insegnante signor Bossola Gian Ernesto,

impazienti di apprendere da lui tutti i segreti del mondo dell’informatica mobile e ansiosi di sperimentare le varie procedure.

Alla sera, quando ha avuto inizio il corso con gli adulti, l’atmosfera era totalmente cambiata.

Gli “over 14” si avvicinavano con trepidazione a questo mondo per lo più misterioso, timorosi di toccare ad esempio “le impostazioni” sia del telefono che del computer “per non creare danni”: questa è la motivazione addotta da ognuno di loro, anzi, per meglio dire, di noi, poiché anch’io mi sono lanciata in questa avventura informatica.

Questo atteggiamento di insicu-

BRILLANTE LAUREA DI SIMONE PICCIONI Giovedì 16 ottobre Simone Piccioni ha conseguito la laurea triennale in “Ingegneria Energetica” presso il Politecnico di Torino. Con una tesi di laurea dal titolo “Progetto di un impianto di trigenerazione per applicazione nel settore terziario”, Simone, classe 1992, si è laureato dopo esattamente tre anni dall’inizio dei suoi studi triennali e sta ora frequentando il corso di laurea magistrale in “Ingegneria Energetica e Nucleare” ad indirizzo “progettazione termotecnica”.

Simone si dice molto soddisfatto degli ottimi risultati conseguiti e soprattutto dell’interesse, impegno e costanza con cui finora è riuscito a portare avanti i suoi studi.

“La Torre” si complimenta con Simone per il brillante risultato e gli si augura in bocca al lupo per i successivi traguardi

rezza, inutile sottolinearlo, ha dato origine ad un sorriso divertito del nostro istruttore. Ma durante la seconda lezione le cose incominciavano a cambiare. Grazie a lui, alla sua capacità tecnica e didattica, eravamo già più spigliati, meno preoccupati di sbagliare.

Così, lezione dopo lezione, impariamo a servirci di queste “diavolerie moderne” delle quali è praticamente impossibile farne a meno.

Personalmente mi auguro di riuscire a capirne di più; sono stanca di riscontrare tutte le volte che il mio nipotino di 7 anni ne sa più di me!

Buon corso a tutti!

Rita e Ileana

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32a FESTA DELL’ANZIANO ROVASENDESE Buona affluenza di partecipanti Lunedì 8 dicembre, festa dell’Immacolata, si è svolta la 32^ Festa dell’Anziano Rovasendese. Dopo la partecipazione alla Messa dell’Immacolata, allietata dalla nostra stupenda corale, tutti gli anziani coi loro invitati, hanno raggiunto il ristorante “Nazionale” di Lenta.

Buona la partecipazione che ha messo in difficoltà i gestori del ristorante. infatti hanno dovuto trovare sistemazione a circa una diecina presentatisi all’ultimo momento.

Come consuetudine, al termine del pranzo, il sindaco Giuseppe Delmastro e don Cristiano, hanno premiato i due partecipanti più anziani: Pietro Fiore e la mamma di Ghittino abitante alla cascina “La Plata”.

Le 25 portate del lauto pranzo

sono state degustate quasi da tutti i presenti, dimostrando così la tempra degli anziani e dei loro invitati.

Buon pranzo, ma non è così che don Mario intendeva la festa nel lontano 1982..

Negli anni ottanta e novanta, a questa festa partecipavano i bambini dell’asilo e i fanciulli della scuola elementare. Suore e insegnanti preparavano i loro alunni a memorizzare scenette, canti e poesie che poi servivano a intrattenere i partecipanti, al termine del pranzo.

Da ricordare le scenette di Marzia Tozzini , Elisa Corradino e Federico Carola negli anni 90.

Da tempo tutto ciò non avviene più.

Nel 1982 furono recapitati 137 inviti ad altrettanti anziani dai settant’anni in su, contro i duecentoventi di adesso. Questo a dimostra-

re come la popolazione anziana rovasendese stia aumentando sempre più, in perfetta sintonia con l’aumentare della vita media.

Ciò nonostante il numero degli anziani che accettano l’invito si aggira sempre a cavallo dei cinquanta, anche se in certi anni, nel Castello Nuovo, si sono contati anche duecento partecipanti, quasi tutti amici e parenti che venivano invitati dal festeggiato, perché così facendo riusciva a radunare figli e nipoti sparsi qua e là, almeno una volta all’anno.

Verso le 16,30, al termine del brindisi, si approntava la sala per ospitare più gente possibile in vista dello spettacolo in programma. Iniziavano i bambini dell’asilo con gustose scenette, poi gli alunni delle elementari con altre scenette e canti collettivi, poi i flauti degli studenti delle scuole medie, per terminare con l’e-

La Festa degli Anziani 1982

Due immagini che testimoniano la presenza degli scolari e l’atmosfera di amicizia comunitaria che si respirava nelle passate edizioni del tradizionale appuntamento.

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La Torre 6 /2014 sibizione di due suonatori biellesi che accompagnavano canti di brani d’altri tempi.

Si terminava con la musica da ballo di Ezio Curto di Casapinta e la sua fisarmonica. Verso la fine degli anni 2000 la festa cambiò in parte: non più le scenette ma il trio di Vercelli formato del maestro Gianni Dosio alla tastiera, Piero Ambrosini alla fisarmonica e dal cantante Giampiero Ausano, che accompagnavano i cori molto intonati dei presenti, specialmente di Attilio Berta..

A distanza di oltre trent’anni dall’inizio di questa festa, cosa è cambiato? Sono cambiate molte cose.

Prima di tutto ormai bisognerebbe cambiare il nome della manifestazione. Infatti non ha più nulla della Festa degli Anziani, in quanto tutto si riduce al solo pranzo di mezzogiorno.

Per tentare di ritornare al passato, occorre prima di tutto, lasciare il ristorante e ritornare in castello: a casa nostra!

Dagli anni novanta e fino ad un paio di anni addietro, nei saloni del Castello Storico, era lo staff della Pro Loco che provvedeva, sempre col contributo del Comune, a preparare il pranzo, mentre era la Redazione de “La Torre” a provvedere all’organizzazione del tutto.

Comune, Parrocchia e Pro Loco, cosa attendono a sedersi ad un tavolo in “zona neutra” per riallacciare le fila?

I rovasendesi sarebbero tutti propensi a questa soluzione in quanto non si può negare la partecipazione nelle attività sociali del paese.

Sono necessarie, all’inizio dell’incontro, le reciproche scuse, poi se c’è buona volontà da parte di tutti, si potrà giungere alla risoluzione delle diatribe di questi ultimi anni, senza però rinvangare il passato.

Dario Pansarasa

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Sopra_ una delle tavolate della Festa.

A sinistra la decana riceve l’omaggio del Sindaco

A destra: don Cristiano consegna un dono al più anziano

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MARIA AVONDO CARUZZO GIUNGE AL TRAGUARDO DEI 100 ANNI Il 27 ottobre Maria Avondo Caruzzo è giunta al traguardo dei 100 anni. E’ la Rovasendese più anziana e tuttavia gode di una invidiabile buona salute. Grazie al suo meraviglioso carattere trascorre le giornate in serenità, assistita amorevolmente dalla badante e amica Elena, leggendo, guardando programmi televisivi, chiacchierando amabilmente con quanti le fanno visita. E non ha perso il suo buon appetito.

Maria ha trascorso il giorno del suo compleanno circondata dall’affetto della figlia Meris, del genero Pier Luigi, dei nipoti e pronipoti; la nuora Christine ed il nipote Gian Carlo, che vivono in America, le sono stati vicino con telefonate e l’invio di fiori.

A completare la festa, le preghiere e gli auguri telefonici da Assisi della nipote Suor Elena, la graditissima visita di Don Cristiano e dei rappresentanti del notiziario “La Torre” e i bellissimi fiori che Sindaco e Vice Sindaco le hanno offerto, a nome della popolazione.

Dei cent’anni trascorsi Maria ha ricordi piacevoli, come l’affetto col quale è stata cresciuta dai suoi genitori; i giochi e le complicità con sorelle e fratello; il matrimonio col suo Luigi dal quale sono nati Meris e Gianni; la vita serena che si viveva a Rovasenda anni fa, in armonia e senza troppo pretese e rivalità; il radunarsi con le vicine nei cortili o, nei mesi invernali, nelle calde stalle, scambiandosi confidenze e innocenti pettegolezzi, mentre si sferruzzava o si rattoppavano gli indumenti.

Di tutti questi ricordi mi parla Maria, ma cent’anni di vita non possono sempre trascorrere in armonia. Ed ecco allora il ricordo delle guerre con le conseguenti ristrettezze economiche; la morte del marito e la morte prematura del figlio Gianni.

Da qualche anno Maria mi confida di pregare perché Dio le riservi finalmente una buona morte: forse il buon Dio si è distratto e le ha assegnato invece una lunghissima buona vecchiaia, perché sia da faro a chi le vuole bene.

Giuseppina Corradino Gli auguri giunti dall’America Carissima Nonna Maria.

Cento anni fa nasceva una stella speciale, che ancora splende in questo cammino, che con l’andare degli anni ha spesso asciugato lacrime, ma anche regalato sorrisi, valori, affetto e Amore. Anche se tanto spazio ci divide, il nostro pensiero è per te e con tutto il nostro cuore ti facciamo gli auguri più belli.

Christine e Gian Carlo

Nelle foto: nonna Maria con i suoi nipoti e mentre riceve gli omaggi del Sindaco e del Vicesindaco

Maria ci ha accolto con un grande sorriso affabile.

Pur alla sua veneranda età si è presentata in forma smagliante, molto curata nell’abbigliamento, ben pettinata, con una bella collana che le adornava il vestito: si capisce facilmente come Maria si sia sempre distinta per la sua raffinata eleganza pur nella semplicità.

Durante il colloquio con Don Cristiano Maria ha detto che la Fede è sempre stata la sua compagna fedele ed il mezzo indispensabile per superare le difficoltà che la vita le ha riservato.

Non ha dimenticato le preghiere che recita ancora con fervore.

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KATIA RICCIARELLI AL TEATRO CIVICO DI VERCELLI GRANDE EMOZIONE CON L’ASSOCIAZIONE “DONNE & RISO” Domenica 16 novembre anch’io ho avuto il piacere di essere presente al Teatro Civico di Vercelli per assistere all’evento “Il Riso è arte”, organizzato dall’associazione “Donne & Riso” in collaborazione con l’Ente Nazionale Risi, con il patrocinio della Regione Piemonte e della Provincia di Vercelli.

Come si legge sul biglietto d’invito pervenutomi l’associazione Femminile Agricola “Donne & Riso”, per tanti anni promossa da Licia Vandone e ora presieduta da Natalia Bobba, in occasione dell’anno internazionale del riso, ha istituito nel 2004 il “PREMIO DONNE & RISO” con l’obiettivo di diffondere la conoscenza del riso e della sua cultura e con l’intento di valorizzare personalità al femminile che con la loro attività – nei campi della scienza, della letteratura, dell’arte, della storia, della gastronomia, dello sport e dell’immagine – contribuiscono a divulgare la conoscenza del riso e del suo territorio, in Italia o all’estero.

Quest’anno, per la Xª edizione, il riconoscimento è stato assegnato a Katia Ricciarelli con la seguente motivazione «Soprano di fama internazionale, amante della buona cucina e cultrice delle tradizioni contadine».

La scaletta del pomeriggio ha of-

Sopra Katia Ricciarelli riceve il premio, sotto il mitico coro delle mondine “‘l ciar d’la valara”

RISOTTO TRICOLORE

Ricetta dell’associazione “DONNE & RISO” nel decennale Ingredienti per 4 persone: brodo di carne o vegetale; Riso Carnaroli 300 gr.; Olio d’oliva 4 cucchiai; Burro 40 gr; ½ cipolla; ¼ di zucca (circa 300 gr. di polpa; Foglie di spinaci 300 gr.; ½ bicchiere di vino bianco; Toma della Valsesia 100 gr.

Preparazione: Dopo aver cotto la zucca nel forno, togliete la buccia, tagliatela a dadini e ricavate un purè passandola nello schiaccia patate o nel passa verdure.

Sbollentate le foglie degli spinaci, colate e passate nel mixer fino a ridurre ad una vellutata.

Preparate la fonduta tagliando la toma a cubetti, facendola sciogliere a fuoco basso, con una noce di burro, sale q.b. e una piccola presa di pepe e noce moscata a piacimento.

Preparate ora il soffritto, facendo rosolare la cipolla tagliata finemente nell’olio, versate il riso, tostatelo e sfumate con il vino bianco. Aggiungete poco alla volta il brodo bollente e procedete con la cottura.

A metà cottura, aggiungete il purè di zucca, sale e pepe q.b.

A cottura ultimata, aggiungete una noce di burro, e mantecate.

Impiattate e versate qualche cucchiaio di fonduta e di vellutata di spinaci sopra al riso e a piacimento qualche decoro anche sul bordo del piatto.

Buon appetito!

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ferto interventi di Roberto Sbaratto, Attore e Regista, di Cinzia Lacchia, Curatrice del Museo Borgogna (pittura di risaia da Morbelli a Gazzone e Ravello), di Paoletta Picco, giornalista, i quali, seguendo il filo conduttore, hanno declinato il riso nella poesia, nella pittura e nel cinema, intervistati con grande bravura e spigliatezza dal Direttore dell’Ente Nazionale Risi dott. Roberto Magnaghi.

Anche il coro “CIAR ‘DLA VALARA” di Trino ha contribuito ad animare il pomeriggio riproponendo i canti delle mondine che nel 1947, come ha svelato la giornalista Paoletta Picco, attirarono l’attenzione e affascinarono Giuseppe De Santis, fermo alla stazione di Torino in attesa della coincidenza per Roma, e fecero scattare in lui il desiderio di realizzare il film “Riso amaro” con Silvana

La Torre 6 /2014 Mangano e Raf Vallone. Le riprese si svolsero nelle campagne vercellesi, più precisamente nella Cascina Veneria, nel comune di Lignana, e nella Tenuta Selve di Salasco, insomma nelle nostre terre d’acqua.

Il susseguirsi di poesie canti e racconti ha tenuto alta l’attenzione, ma, quando sul palco è salita KATIA RICCIARELLI per ricevere il riconoscimento dell’associazione “Donne & Riso”, l’interesse del pubblico è salito alle stelle: tutti si sono alzati in piedi per rendere il giusto tributo di stima e affetto con un prolungato applauso all’ospite famosa.

La celebre soprano nata a Rovigo è una persona deliziosa, estremamente semplice e veramente cultrice delle tradizioni contadine. Dopo aver ricevuto la prestigiosa “risottiera in argento” ha regalato a tutti noi

una grande emozione con i suoi interventi canori. La Ricciarelli ha cantato “Memory” (dal musical Cats), “ ‘O surdato ‘nnammurato” e l’Ave Maria di Schubert, coinvolgendo anche la platea, commossa e partecipe.

In chiusura di serata ci attendeva il grande buffet “Il riso è in tavola”, dove l’attore principale è stato il “Risotto del Decennale” preparato con maestria dal catering “La Bettola”. La ricetta ci è stata svelata solo nel corso della manifestazione e poi gentilmente distribuita a tutti i partecipanti, per facilitare così la divulgazione della conoscenza del riso e della sua cultura.

Onore al merito per questo pomeriggio a tutto riso.

Ileana

COSCRITTI CLASSE 1938 IN FESTA

Domenica 14 dicembre 2014 i “Coscritti di Rovasenda classe 1938” si sono riuniti per festeggiare con un pranzo presso l’agriturismo “Cascina S.Teresa” di Silvia Tomasoni.

Il pranzo è stato preceduto dalla S. Messa di suffra-

gio, officiata da Don Cristiano, in memoria dei coscritti prematuramente scomparsi ma sempre presenti nei loro ricordi di gioventù.

Pinuccia

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Nella festa della nascita di Gesù Bambino Il ricordo delle ultime “levatrici” a Rovasenda Quando le “levatrici” svolgevano il loro lavoro, quello di assistere le future madri nell’imminenza del parto, nei paesi agricoli, la nascita di una creatura umana, in clima natalizio, si rivestiva forse di sfumature particolari, di un’atmosfera diversa dal solito.

In quei momenti la suggestione del Natale, della festa più grande dell’anno, più sentita dalla cristianità, non poteva passare inavvertita, senza effetto alcuno. A Natale Dio si rivela al mondo in sembianze umane, nascendo come ogni altro essere umano, celebrando così la sua gloria eccelsa, assoluta, inarrivabile. Quella gloria che “è una realtà più presente di quanto non sia nominata, molto più pervasiva di quanto sia frequente nel linguaggio contemporaneo. Oggi si preferisce indicarla con altri termini: fama, rinomanza, onore, celebrità, irradiamento del nome, maestà, prestigio sociale…”, come scrive il priore di Bose, Enzo Bianchi, all’inizio di un bell’articolo su “La Stampa”. ( Bose, paese del biellese, ospita una comunità religiosa di cui è priore Enzo Bianchi n.d.r.)

A Natale Dio si manifesta al mondo, fra gli esseri umani, e lo fa nel modo più umile, in condizioni estreme di precarietà, di difficoltà ambientali, di penuria di mezzi di conforto. Gesù nasce in una grotta, in un ricovero di fortuna, su di un giaciglio di paglia, al calore del fiato di un bue e di un asinello.

Anche alle “levatrici” capitava di essere chiamate, al momento del loro intervento, in cascine sperdute, nei casolari di campagna, dove un bimbo veniva alla

La levatrice Elvira Berrone.

luce su di un materasso di foglie secche, se non in una stalla al calore del fiato delle mucche. Ma anche nelle case più povere, nella vicinanza del natale, la nascita di un bimbo si arricchiva di significati reconditi, di meditazioni profonde. Anche le assistenti al parto, le “levatrici”, avvertivano motivazioni e sensazioni nuove per la loro funzione. Funzione che richiedeva innegabile impegno umano e alta responsabilità professionale. La “Levatrice” doveva conferire fiducia, sicurezza, ottimismo, nella casa in cui si annunciava un evento festoso, si apprestava a venire alla luce una nuova vita. Le nascite dei bambini nella propria casa si sono praticate nel secolo scorso fino alla fine degli anni ’60. La “levatrice” che ha operato in paese, negli anni fra le due guerre mondiali, era Maria Platini, sposata con Natale Blancini, di mestiere falegname, col laboratorio in via Gattinara. Quando era chiamata in paese, Maria si recava nella casa del bimbo nasci-

turo a piedi; quando il parto avveniva in cascine lontane la “levatrice” usufruiva del trasporto si di un carro agricolo, magari condotto dal futuro padre o da un suo parente. Maria Platini ha prestato il suo servizio fino alla seconda guerra mondiale. Alla fine del conflitto ha assunto l’incarico di “levatrice”, per la durata di pochi mesi, Eglentina Manuello, figlia di Agostino e di Rosa Buscaglia.

Eglentina è stata sostituita da Elvira Berrone, figlia di Eugenio e di Luigia Catterina Bagnati. Durante la Prima Guerra Mondiale, ancora bambina, Elvira ha provato il grande dolore per la perdita del padre, caduto sui campi di combattimento, assieme ai fratelli Antonio e Vincenzo.

Sposatasi con Armando Barile, e conseguito il diploma in Ostetricia, Elvira ha svolto il ruolo di “Levatrice” condotta del paese fino al 1969, quando tramontò l’usanza delle nascite dei bimbi in casa. Elvira continuò però a rendersi utile alla popolazione con incarichi d’assistenza sanitaria infermieristica, fino al momento della pensione, nel 1977. Come tutte le sue colleghe, è ricordata benevolmente con stima, affetto e riconoscenza in paese, per i benefici e i preziosi servizi arrecati alla popolazione rovasendese, anche in condizioni di grande difficoltà e disagio. Con la fine degli anni ’60 viene a cessare la funzione della “levatrice”, la confortevole e rassicurante assistente per i parti in casa; la nascita dei bambini avviene in ospedale. La “levatrice” prende il nome di “Ostetrica”.

Arnaldo Colombo

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QUA E LA’

QUA E LA’La Torre 6 /2014

INGRESSO DI DON ANDREA MATTA A LENTA Domenica 19 ottobre 2014 don Andrea Matta ha fatto il suo ingresso ufficiale come parroco nelle comunità di Lenta alle 15,30 e di Ghislarengo alle 17,30. Qui vediamo il nuovo parroco in posa dopo la S. Messa con il sindaco di Ghislarengo, alcune autorità e gli alpini.

PREMIO BONTA’ 2014 A DON GILIO Lunedì 8 dicembre al Teatro Civico di Vercelli si è svolta la cerimonia per la consegna dei “Premi di Bontà” de “La Sesia”, 68ª edizione.

Sul palco del Civico non è salito alcun supereroe , ma tanta gente comune che attraverso gesti silenziosi e disinteressati contribuisce a rendere migliore il mondo in cui si vive.

Sul palco è salito anche l’ex parroco di Lenta e Ghislarengo per ricevere il premio Cambria con questa motivazione: «Don Gilio Ardissino, nella sua vita 75 anni - ha sempre speso tutte le sue energie sia economiche che di salute per aiutare il prossimo. Chi lo ha segnalato lo ha visto sui tetti delle sue varie chiese, che riparava le infiltrazioni. La sua casa è sempre stata un porto di mare, una volta ospitava 8 persone senza casa , c’è stato chi ha approfittato del suo cuore grande, il suo stipendio lo ha sempre dato a chi ne aveva bisogno».

Nel suo intervento l’Arcivescovo Marco Arnolfo ha detto: “Quando c’è la bontà tutto prende colore e acquista un senso”.

Pier Emilio

Don Gilio Ardissino, con a fianco l’Arcivescovo Marco Arnolfo, ritira il Premio Bontà “Cambria” da Antonio Gaiano

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IL FISCO A TENERIFE Volendo rispondere specificamente a quelle persone che domandano del regime fiscale a Tenerife, vediamo di delineare un quadro sintetico della materia.

Certamente la normativa non si riesce a spiegare in poche righe, nonostante il sistema fiscale spagnolo sia certamente piú snello ed agevole rispetto a quello italiano.

Una cosa è stata giá detta: il regime fiscale è spagnolo, con le applicazioni previste per la normativa autonomica canaria.

A scanso di ogni equivoco, le Canarie non sono porto franco, salvo alcune zone ben delimitate nelle aree portuali e areoportuali, per traffici in import / export come succede in ogni porto e aeroporto europeo di traffico internazionale, ma tutto ció non interessa al contribuente.

Le Canarie hanno un regime fiscale agevolato, dove si pagano tasse ed imposte ma con peso piú leggero, tra i vari motivi anche per incentivare il commercio e le attivitá; sono europee

a tutti gli effetti e nulla hanno a che vedere con la black list fiscale.

In linea di massima, orientativamente possiamo considerare che l’imposta diretta sul reddito delle persone giuridiche (es.: S.L – corrispondenti alle S.R.L. italiane) si calcola mediamente sull’aliquota del 21%; le ditte individuali calcolano invece il 18% pro medio e questo vale anche per le persone fisiche, anche se dobbiamo poi considerare tutta una serie di correttori che abbasserebbero (in senso positivo per il contribuente) la percentuale di calcolo e che ometto per necessitá di estrema sintesi.

Si applicano due sistemi impositivi: quello diretto (v. sopra) e quello indiretto che si caratterizza per una presunta redditivitá annuale convenuta con il Fisco e che determina una notevole semplificazione contabile e l’applicazione di percentuali di calcolo molto piú basse; come rovescio della medaglia rimane il fatto che l’aliquota di calcolo non varia nel caso che il reddito poi reale risulti inferiore a quello

presunto e convenuto.

L’IGIC (corrisponde all’IVA) ha come aliquota piú diffusa il 7% (sulle auto il 13%, sui generi alimentari prevalentemente il 2%).

Ovviamente anche a questo sistema fiscale amico si deve una delle cause per cui molte persone fisiche e giuridiche italiane stanno trasferendo la loro sede in queste Isole; pure molti pensionati i quali, spostando la propria residenza qui, ricevono la pensione italiana lorda con evidenti guadagni di carattere economico e di qualitá di vita in generale.

Come sempre c’è molto da dire e raccontare e se sarà possibile, mi riservo il piacere di farlo prossimamente.

Un saluto a tutti e se qualcuno vorrà scambiare due chiacchiere direttamente, lascio i miei contatti: +34 642 77 44 08 (anche con whatsapp) // +39 338 50 46 207 // skype: mauro.delmastro Mauro Delmastro

L’ANGOLO DELLA POESIA a cura di Arnaldo Colombo

GIUSEPPE UNGARETTI IL POETA CHE AVEVA CARA LA GUERRA Cento anni fa in Italia si discuteva se entrare o meno in guerra scoppiata da pochi mesi in Europa.

Alle dispute fra interventisti e neutralisti erano interessati anche letterati e scrittori. Un giovane e promettente poeta, Giuseppe Ungaretti, era favorevole all’intervento dell’Italia nel conflitto. Egli stesso, dopo il 24 maggio del 1915, quando la nazione si schierò al fianco degli alleati dell’Intesa contro l’Austria e la Germania, si arruolò volontario come fante, combattendo sul Carso nel XIX Reggimento di Fanteria. La sua decisione era dovuta all’entusiasmo provato per i discorsi degli intellettuali che aderivano all’interventismo, agli ideali patriottici che animavano il suo spirito giovane, alle correnti e alle proposte poetiche che avevano forte seguito in quel tempo. Ma al fronte, fra le atrocità dei combattimenti e la devastazione di case e paesi, ben presto il suo giudizio e il suo sentimento sulla guerra mutarono. Fu allora che Ungaretti scrisse le più belle liriche, pubblicate nella raccolta “Allegria di naufraghi”, contro la brutalità della Grande Guerra, a cui

aveva spontaneamente preso parte. La poesia più significativa della sua drammatica esperienza sui campi di battaglia è: San Martino del Carso Di queste case non è rimasto che qualche brandello di muro.

Di tanti che mi corrispondevano non è rimasto neppure tanto.

Ma nel cuore nessuna croce manca.

E’ il mio cuore Il paese più straziato.

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Ricordo della cara dolce mamma ESTER MANUELLO BOSOTTI

nel 3° Anniversario della scomparsa, da parte della figlia Ellenis Bosotti Tu sai, dolce Mamma, l’amore è vita, per sempre.

I tuoi occhi, Mia Amatissima, me li porto dentro ogni giorno come compagni di viaggio.

Il dolore li ha segnati.

La dolcezza come dono a me che ti guardo.

Mi abbracciano i tuoi occhi e la tua voce.

E allora Tu parli a me e sussurri: tu mia cara figlia non sarai mai sola.

A tre anni dalla morte (17 novembre 2011 )della mia carissima mamma Ester questo ricordo vuole essere un omaggio a un esempio di donna di inizio secolo (era nata a Rovasenda il 9-9-1915) che aveva fatto della dedizione alla famiglia, alla operosità sociale e alla rettitudine personale, l’obiettivo della sua esistenza e merita grande rispetto e riconoscenza da parte mia.

Desidero che il mio ricordo non si esaurisca solo in una testimonianza di amore filiale perché il mio rapporto con lei non fu solo questo, ma molto di più. Fu espressione autentica dell’intensa traccia che seppe imprimere in me (anche se le mie scelte di vita furono scientifiche e accademiche) riguardo a sentimenti di onestà e dignità, a grandi insegnamenti umani e religiosi che hanno il potere di preservare e tramandare il valore della sua persona e della sua opera anche adesso che non è più con noi.

I ricordi mi delineano una bellissima Signora che viveva tra noi con semplice e misurata cortesia, con elegante signorilità, con compostezza di gesti, il viso illuminato da occhi intensamente espressivi, occhi la cui dolcezza non è mai stata spenta dall’avanzare degli anni.

Era sensibilissima ai bisogni altrui, non solo a quelli della sua famiglia, era intellettualmente curiosa e un tratto essenziale della sua personalità era la capacità analitico-critica che si apriva su un orizzonte di abilità creative di comprensione e di soluzione dei problemi, dai più semplici ai più complessi, che ne esaltavano il lavoro.

Il ricordo di mia madre ha qualcosa di più profondo e strutturale: il dialogo tra noi leggero e sostanziale com-

presa la naturale esigenza di “raccontarci”, dialogo che si è intensificato dopo la morte del mio caro papà Mario.

I miei genitori si sono sposati qui a Rovasenda, in questa Chiesa, il 14 luglio 1940 in un momento storico, quasi inutile dirlo, particolarmente cruciale e denso di incertezze, legato alla tragica entrata in guerra dell’ Italia.

Di mio padre ho il ricordo di un partecipante impegnato nelle vicende sociali e storico-culturali del suo tempo che mi ha fornito un insegnamento di vita, al cui centro, stanno la coscienza civile, la responsabilità e il riconoscimento della condizione umana. In questo anno il 17 giugno è ricorso l’anniversario dei 45 anni della scomparsa del mio papà e la sua non è una morte rimossa perché la sua memoria vive, silenziosa e segreta, nella mia quotidianità come intreccio di affetti, di identità e di profondi significati.

Dal momento del congedo terreno di mio padre (era il 1969) ogni episodio bello o doloroso delle nostre vite (di mia madre e mia) è diventato patrimonio di entrambi; da quel momento ho veramente potuto apprezzare la grande forza d’animo di mia madre che ben sapeva nascondere i suoi problemi dietro una serenità che si traduceva in fiducia e speranza. Forza psicologica e morale che non è venuta mai meno anche durante le sofferenze e le cure dolorose della malattia fino al malinconico ultimo viaggio verso la casa del Padre.

Il “ raccontarci episodi” si è rivelato essenziale per me, per ricostruire e per dare forma alle storie e ai destini della mia famiglia, dove non posso non evocare la splendida figura di mia zia Eglentina che, con il gar-

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bo e la naturalezza sorridente che la caratterizzava era un’interlocutrice attenta e pronta all’evenienza a offrire il proprio aiuto illuminato dal ragionamento e dalla concretezza dell’agire. Immagini di mia madre e di mia zia felici e serene mi richiamano alla mente la casa di Rovasenda, luogo di legami e di affetti complici che ci univa alla nonna Rosa e alla zia Maria -le sorelle Buscaglia - che credo siano state ben conosciute dalla comunità rovasendese e un pochino ne facciano parte della tradizione.

Un ultimo frammento di ricordo che vorrei condividere con voi riguarda il nonno Agostino Manuello.

Il nonno, nei suoi racconti di vita della guerra, sapeva spiegarmi le molteplici sfaccettature della grande guerra 1915-18 e riusciva a farmi capire i problemi di valore dei diritti umani, delle conseguenze di povertà create dal conflitto, quando le tendenze aggressive e trasgressive degli uomini sembrano non avere limiti.

Nella ricorrenza del centenario della 1° guerra mondiale, un suo ricordo è particolarmente attuale. Riguarda l’episodio di cui il nonno andava fiero ed è dedicato al fatto di essere stato un Rovasendese, in qualità di bersagliere ciclista, a partecipare e a entrare tra i primi e acclamati soldati a liberare Trieste italiana. Di nonno Agostino, testimone partecipe di momenti storici del suo tempo, il 12 dicembre 2014 ricorre il 50° anniversario della morte e desidero vivamente ricordarlo in questa occasione.

Alla mia Carissima Mamma, con animo pieno di gratitudine, e a tutti questi cari familiari defunti che mi hanno voluto profondamente bene, desidero dire pubblicamente un infinito grazie per essere stati punti di forza e portatori di momenti di gioia. Sono felice di averli incontrati, averli amati e aver fatto un percorso di vita insieme a loro che, tutti e tutte, pur nel trauma emotivo provocato in me dalla perdita delle loro care perso-

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ne, mi lasciano un ricordo straordinario.

Per concludere , ringrazio Dio per avermi concesso di trascorrere tanti anni con la mia mamma e mi piace immaginare che la mia mammina ESTER, con le parole di S. Agostino, dica a me e a voi: «...Mi è rimasto l’amore per te, accompagno il tuo cammino con una tenerezza dilatata che tu neppure immagini.

Vivo in una gioia grandissima.....

Nelle angustie della vita, pensa a questa Casa dove un giorno saremo riuniti oltre la morte, dissetati alla fonte inesauribile della gioia e dell’amore infinito.

Non piangere se veramente mi ami....»

Ho raccontato la storia della mia dolce mamma Ester e la mia storia che è un po’ quella di tutti noi di fronte all’esperienza dolorosa della morte dei nostri cari.

Ellenis Elena Bosotti

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GEMELLAGGIO

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PONTCHARRA NEWS 27 novembre 2014 Pontcharra e gli altri comuni riuniti del Gresivaudan, dopo una fase di diagnosi del territorio, hanno elaborato un piano per l’organizzazione dei trasporti urbani nell’ambito del territorio. Dalle 19 alle 21 presso la sala Élie Favro questo piano è stato presentato ai Carrapontini, al fine di raccogliere i pareri in proposito. Le eventuali integrazioni o modifiche, scaturite dalle osservazioni anche dagli abitanti degli altri comuni, verranno in seguito apportate al piano d’azione, che verrà realizzato in primavera.

Mercoledì 3 dicembre 2014 Nella sala del Coléo i nuovi eletti dell’amministrazione comunale, dopo una prima fase di ricognizioni sulle finanze del comune, presentano agli abitanti le manovre correttive che saranno messe in atto con i progetti 2015-2020 Venerdì 5 dicembre 2014 a Montmélian

Conferenza di Christophe Batailh sul “cammino di Saint Jacques de Compostela” che ha appassionato tutti i partecipanti. Le persone presenti a questa conferenza hanno avuto la possibilità di comprendere le motivazioni che spingono i pellegrini ad affrontare questo percorso che porta in Spagna grazie alla storia, agli aneddoti, alla descrizione di alcune chiese o cattedrali di stile romanico. Ma soprattutto, attraverso questo viaggio virtuale, hanno potuto sentirsi loro stessi “pellegrini in cammino verso Compostela” .

Telethon : 5 - 6 - 7 dicembre 2014 Come ogni anno Pontcharra mette in atto numerose manifestazioni nei tre giorni dedicati alla raccolta di fondi a favore di Telethon per la ricerca.

Molteplici associazioni si sono riunite dando attiva-

mente man forte al Comune nella realizzazione di molte attività declinate nei giorni 5 – 6 e 7 dicembre 2014.

Venerdì al Coléo è stato dato il via alle manifestazioni con la rappresentazione di “MéloMann’ fait son cabaret”.

La giornata di sabato è iniziata alle ore 9 in Piazza Bayardo con degustazioni di bevande calde, pasticcini e risotto (preparato dai nostri amici dell’associazione Amitié Pontcharra Rovasenda). Intanto presso la palestra Maurice Cucot dalle ore 10,00 si esibiscono le associazioni di badminton e di zumba, permettendo altresì agli spettatori di diventare attori in prima persona. Nel pomeriggio si sono svolte gare ed esibizione di tiro con l’arco. In serata al Coléo trattenimento danzante con associazioni di ballo e gruppi canori.

Domenica mattina danze, bevande calde e pasticceria. Nel pomeriggio al Coléo grande tombolata organizzata da ADMR, vale a dire l’associazione per l’assistenza a domicilio, con la collaborazione del CCAS, centro comunale di azione sociale, che ha visto una grande partecipazione di pubblico.

Il risultato, ancora provvisorio della manifestazione

GEMELLAGGIO

La Torre 6 /2014 è a dir poco eclatante. Hanno raccolto € 15.868,90: nonostante la crisi addirittura hanno ottenuto un risultato migliore del 2013.

Un vero successo!

Ultimissime!!!! Poco prima di andare in stampa perviene il risultato aggiornato: 16.278,90 euro dei quali € 1.127,00 grazie alle manifestazioni organizzate a SaintMaximin ed € 295,00 su Internet!!!

8 dicembre 2014 Grande festa per bimbi e Mary Poppins. Ogni lunedì le “Mary Poppins”, (compresa la nostra amica Palmira Grande) ossia le assistenti specializzate per la custodia dei bambini da 0 a 6 anni in un giardino d’infanzia domiciliare, si riuniscono presso la sala René Cassin. Dopo aver messo l’ambiente in sicurezza, a prova di bimbi piccoli, incominciano dei giochi che i piccolini possono poi praticare in modo autonomo per un breve momento, cosicché loro, tra colleghe, hanno modo di scambiarsi le informazioni di lavoro. Subito dopo intrattengono i piccoli con laboratori artistici, di motricità, di suoni e ritmo, di storie e figure. La mattinata si conclude con canti e filastrocche. In occasione dell’8 dicembre le 13 assistenti all’infanzia hanno voluto realizzare qualche cosa di speciale e, grazie all’inter-

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vento di un professionista, hanno deliziato i 27 piccoli con un gradevolissimo spettacolo di Natale.

Sabato 13 dicembre 2014 . Mercato di Natale

Nella giornata di sabato 13 dicembre è previsto il mercato di Natale nel centro città. Quest’anno i bambini, con gli adulti che li accompagnano, hanno la possibilità di seguire l’animazione musicale a cura dell’Harmonie “Les enfants de Bayard”, farsi truccare, seguire spettacoli natalizi, danzare accompagnati dalla musica di suonatori ambulanti, ammirare le mascottes giganti che passeggiano per le vie del centro città, vedere all’opera i mangiatori di fuoco e incontrare Babbo Natale.

Come ogni anno l’Associazione Amitié Pontcharra Rovasenda aiutata dai giovani frequentanti il corso di lingua italiana presso il Collège “Marcel Chêne” di Pontcharra, venderà i prelibati “Panettoni” italiani, provenienti dalla ditta Filosseni di Roasio, a vantaggio degli scambi culturali nell’ambito del gemellaggio.

Téléthon a Pontcharra con il riso di Baraggia Anche quest’anno i Carrapontini hanno potuto apprezzare la bontà del riso della nostra Baraggia, preparato dall’Associazione Amitié Pontcharra Rovasenda in occasione del Telethon.

I nostri amici francesi, cuochi sempre più provetti, nello stand predisposto hanno cucinato un risotto che ha suscitato l’interesse generale e ha riscosso il gradimento del pubblico, a tutto vantaggio della raccolta fondi per Telethon.

L’Associazione Amitié Pontcharra Rovasenda e tutti gli amici del gemellaggio si uniscono a me per ringraziare le Autorità Civili e Religiose, i soci e i simpatizzanti per il sostegno e per la valida collaborazione che fa sì che il gemellaggio prosperi nel tempo. A tutti auguriamo

BUON NATALE e FELICE ANNO NUOVO

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LA PAGINA SPORTIVA

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Il Rovasenda Calcio in Lotta con le prime del Girone Riprendiamo da dove ci eravamo lasciati…. Dopo aver rispettato il nostro turno di riposo in un girone formato da un numero di squadre dispari, sabato 25 ottobre siamo a Sandigliano dove ad attenderci è la Holland Verronese, squadra militante nella serie “B”. Lo scorso anno sempre nel nostro comitato ma mai affrontata prima.

Il piglio di gara non è quello giusto ed infatti per i primi 20 minuti, siamo imballati, mai pericolosi anzi, sempre costretti nella nostra metà campo sino a subire il gol dello svantaggio. Lo schiaffo subìto ci tocca nell’orgoglio e la reazione è fulminea, tanto da raggiungere il pari pochi minuti dopo, ma è solo una fiammata ed il primo tempo finirà così. La ripresa, con alcuni cambi del Mister, ed una grinta differente, ci vede molto più protagonisti della partita, ma sarà solo un eurogol del nostro Stefano Tozzini ed un finale al cardiopalma a regalarci una vittoria molto più sofferta di quanto non ci si sarebbe potuto aspettare.

In ogni caso 2 a 1 per noi e tre buoni punti in valigia…

La quinta giornata di calendario prevede Rovasenda-Pettinengo ma è il 1° novembre e la partita interna viene posticipata al mercoledì della settimana successiva e poi rinviata a causa delle piogge copiose ed interminabili che flagellano Rovasenda e tutta la zona: la gara sarà da recuperare in data da destinarsi.

Sesta Giornata: Pralungo Rovasenda. E’ l’8 Novembre, noi siamo praticamente fermi da 15 giorni e scopriremo che queste soste prolungate e forzate sono una prerogativa di questa fase di campionato.

Ci aspetta una squadra molto giovane, quasi interamente cambiata nei suoi elementi rispetto i passati incroci sportivi; la giornata non è di quelle buone per molti versi, dalle

condizioni non ideali del campo di gioco, alla confusione organizzativa dimostrata dalla squadra ospitante e poi non ultime alcune importanti defezioni nella nostra rosa .

Nonostante in avvio ci venga letteralmente regalato il vantaggio con un’autorete clamorosa, veniamo presto raggiunti, ed i primi 20 min siamo in affanno e poco lucidi ed il primo tempo se ne va con qualche occasione per parte non concretizzata.

I cambi della ripresa ci danno il 2 a 1 ma sempre poco ordine e discreta confusione tanto da non riuscire a gestire il vantaggio nel momento cruciale della partita e pagare un errore difensivo ridando pareggio e fiducia ai nostri avversari che poco dopo con un gran gol si portano sul 3-2 risultato che non muterà sino alla fine con il rimpianto di un paio di grandi occasioni sciupate da noi nel finale. E’la prima amara sconfitta, facciamone tesoro…..

La settimana seguente dovremmo ricevere in casa il Flecchia di Pray ma anche questa volta è il maltempo a farla da padrone con il risultato di rinviare la gara e ricalendizzarla al termine del girone di andata, ovve-

ro il 20 di Dicembre.

Dopo altre 2 settimane si torna a giocare, è la volta dell’ Oremo ( piccola frazione fuori Biella ), squadra già conosciuta ma completamente cambiata nel suo organico ora, molto più giovane.

Nel piccolo campo di Oremo la partita non ha storia, il pallino del gioco è sempre in mano nostra con occasioni da rete che fioccano nell’arco di tutta la gara e l’ 1 a 0 in nostro favore che ne esce alla fine non rende giustizia a una partita lungamente dominata, rischiando addirittura in un’unica occasione contraria, una beffa del pareggio che sarebbe risultata clamorosa. In ogni caso bella prestazione dei nostri ragazzi ed altri 3 punti guadagnati.

29 Novembre 2014: si arriva al dunque. Il calendario che ci attende prevede nell’attuale condizione di classifica lo scontro in sequenza con le prime tre della classe.

Rovasenda - Cadore è la prima di queste; i nostri si presentano pronti all’appuntamento con una rosa quasi al completo in una giornata uggiosa. Tutto è pronto per la battaglia sportiva contro i nostri paripun-

LA PAGINA SPORTIVA

La Torre 6 /2014 ti ( Curioso particolare, anche la direzione di gara contemporaneamente da parte di un duetto arbitrale ).

Su un ottimo campo erboso che ha tenuto benissimo l’acqua dei giorni precedenti si gioca una gara maschia ma corretta per un tempo e mezzo nel quale è il Rovasenda a proporre gioco ed occasioni migliori che fruttano un primo vantaggio con un’autorete causata ed un doppio vantaggio dopo una buona giocata da calcio d’angolo. Poi dalla seconda metà

della ripresa da un rigore fischiatoci contro ed il 2 -1 degli avversari la partita si innervosisce e molte decisioni arbitrali incerte provocano surriscaldamento tra gli animi dei giocatori. Fioccano così ammonizioni ed espulsioni anche eccessive che però non ci impediscono di portare a casa una vittoria meritata !

Ed ora, sotto con A.C. Domo ed F.C. Adelphi, rispettivamente seconda e terza della classe con la trasferta a Donato del 06-12-14 e la gara inter-

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na a Rovasenda del 13-12-14.

Il 20 Dicembre dopo la gara interna contro il Flecchia di Pray la giornata culminerà con la cena della sportiva alla casetta ed ovviamente da quella data speriamo noi tutti che siano i nostri avversari a dire di incontrare la prima della classe.

Con l’occasione porgiamo a tutti gli sportivi i migliori Aguri di Buone Feste !!!

A.S.D. Rovasenda

“FEDE GRANATA” Un notevole gruppo di tifosi giovedì 6 novembre ha raggiunto Helsinki con una rinnovata carica di entusiasmo e speranza per dare il massimo sostegno alla squadra del cuore: il glorioso Torino.

La compagine granata infatti è di scena nella gelida Finlandia per affrontare l’Hjk Helsinki nel match valido per la quarta giornata del Girone B di Europa League. Per i Granata poteva essere il match decisivo contro i campioni di Finlandia: la vittoria può regalare il primo posto in classifica. Fino a quella sera il Torino è in testa nel Gruppo B e scende in campo per centrare la vittoria. Ma la tensione nervosa per il risultato da raggiungere mina pericolosamente le prestazioni e tutto si decide nella ripresa: prima i gol di Baah (60’) e Moren (81’), quindi la rete della speranza di Quagliarella all’89’. Speranza vana, perché la rimonta non arriva: granata sconfitti. La prestazione in Finlandia ha fatto saltare i nervi un po’ a tutti, poiché anche in campionato non riesce ad ingranare, alternando buoni risultati ad altri meno apprezzati.

Ma il vecchio cuore granata che ha spinto molti sup-

porter, anche Rovasendesi come Alessandro e Saimone, a seguire la squadra in trasferta ad Helsinki, batte sempre forte. I nostri tifosi non abbandonano i propri beniamini in questo momento di difficoltà e con spirito caparbio ed ottimista gridano a pieni polmoni: Forza Toro, Alè Alè!

Ileana

UMBERTO E I WILDCATS VERSO NUOVI TRAGUARDI Nuovi traguardi per il nostro concittadino Umberto Maiolani e i “Wildcats” di Gattinara, dopo un 2014 da incorniciare con il primo posto ai Campionati di Cheearleading e Cheerdance dell’European Cheearleading Union di questa estate.

Domenica 5 ottobre i “Gatti” nero verdi hanno preso parte al casting che si è svolto al Pala Congressi di Rimini. Giornata impegnativa con esibizioni e riprese durate molto a lungo, ma la squadra ha superato la prima selezione.

Il 22 novembre allo stadio PIOLA si sono esibiti intrattenendo il pubblico prima della partita di calcio tra la PRO e l’ENTELLA, riscuotendo entusiastici applausi.

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Il 2 dicembre a Vicenza hanno preso parte ad una seconda selezione e ci si augura che in primavera possano a pieno titolo far parte dello show televisivo “Italia’s got Talent” su Sky, nel quale la giuria sarà composta da Luciana Litizzetto, Claudio Bisio, Frank Matano e Nina Zilli.

Mercoledì 10 dicembre al Teatro Civico, nell’ambito delle manifestazioni dedicate alla celebrazione dello sport come elemento cardine per l’educazione ad una vita sana e, nello specifico, “Gran premio talento Coni”, hanno ricevuto un premio quale eccellenza sportiva, riconoscimento che la squadra si è ben guadagnato dopo essere salita sul gradino più alto del podio alla Telekom Dome Arena di Bonn.

Il 2014 è quindi per Umberto e i WILDCATS un vero

trampolino di lancio verso un 2015 ricco di promesse sportive e televisive.

Ad maiora!

Ileana

CONTINUANO I SUCCESSI DI LETIZIA PANSARASA

Nell’ultima gara è giunta prima alle parallele e seconda nel volteggio

ANAGRAFE

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NATI FERRARO EDOARDO nato a Borgosesia il 14 novembre 2014, secondogenito di Massimiliano e di Donà Stefania, residente a Rovasenda.

Ai genitori, ai nonni materni Esterina e Giuseppe Donà, ai nonni paterni Luisella e Franco Ferraro, alla Bisnonna Dorina, agli zii Andrea, Francesca e Fabio “La Torre” porge le più sentite felicitazioni, augurando al neonato Edoardo di crescere sano e forte in compagnia della sorella Lucrezia.

DEFUNTI Diamo notizia della morte di

Claudia “Gelsomina” Lucato in Verdoia di anni 87, residente a Cossato, deceduta all’ospedale di Biella il 19 ottobre 2014, dopo lunga malattia.

Ne danno il triste annuncio il marito Verdoia Arturo, il figlio Flavio con la moglie Paola e figli Riccardo e Ilaria, il figlio Donato con la moglie Raffaella, il fratello Lucato Nevio con la moglie Carla, cognata e cognato con le rispettive famiglie, zia, nipoti, pronipoti, cugini e parenti tutti.

Dopo la cerimonia funebre svoltasi il 21 ottobre nella chiesa di Cossato, la salma è giunta a Rovasenda per essere tumulata nella tomba di famiglia.

“La Torre” porge le più sincere condoglianze al marito Verdoia Arturo, rovasendese d’origine, alla famiglia ed ai parenti tutti.

STOCCHI GIAN BORTOLO di anni 66

Deceduto il 22 novembre 2014 e sepolto a Rovasenda il 24 novembre 2014.

Ne danno il triste annuncio la moglie Mariuccia, la figlia Fiammetta con il marito Andrea e la piccola adorata Sofia, la sorella Rita con il marito Gianni ed il figlio Diego, la cognata Luisa, gli zii, i cugini, i nipoti ed i parenti tutti.

Al mio caro papà 13 anni fa hai iniziato il tuo calvario, e come Gesù hai saputo accettare il peso della tua croce, ogni viaggio in ospedale era un viaggio della speranza, la speranza di poter restare vicino a noi.

In questi anni siamo caduti molte volte, ma tu hai sempre avuto la forza di rialzarti per la voglia di vivere e di aiutarci ogni giorno.

La tua vita è stata una vita di lavoro, di tanto lavoro, perché sei sempre stato un uomo con tanta voglia di fare, instancabile, leale verso tutti, sorridente e tanto buono.

La bontà…Questo ci lasci per sempre.

Hai dato amore a tutti coloro che ti sono stati vicino, anche a chi ti ha voltato le spalle.

Hai amato tua moglie dal primo giorno, hai vissuto per lei e per sempre la amerai.

A tua figlia hai insegnato ogni cosa: il rispetto per la vita, il senso del dovere e soprattutto l’amore per la famiglia, per quella famiglia che per te è sempre stata tutto.

Hai amato tua mamma finché dopo una lunga sofferenza ti ha lasciato, hai amato tua sorella Rita come un padre di famiglia senza mai lasciarla sola un attimo.

Hai dato amore ai tuoi ragazzi della fabbrica, li hai cresciuti ed educati come figli, hai insegnato a loro l’amore per il lavoro ed il rispetto per la vita.

Caro papà ci hai dato troppo per poterlo scrivere con le parole, e noi per quanto abbiamo fatto, non avremmo potuto darti tutto ciò che tu hai dato a noi.

Come Gesù ti sei saputo alzare ogni volta, ogni volta con una nuova ferita, guardando la vita scorrere e sapendo benissimo che ogni giorno sarebbe stato più duro.

Ho chiesto alla Madonna di Lourdes di aiutarci lasciando la tua tac alla sua grotta e so che Lei ci ha aiutati perché sono trascorsi 13 duri

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ANAGRAFE

anni in cui però siamo rimasti insieme.

Dio ci ha regalato Sofia, ci voleva preparare ad oggi, ci ha dato il dono più grande per prepararci al dolore più grande.

Perché quando si perde un papà come te, quel vuoto resterà incolmabile per sempre, ed ogni istante sarai con noi con le tue parole ed i tuoi piccoli gesti quotidiani di amore che sapevi darci.

La tua Sofia saprà ogni giorno chi era il suo nonno adorato che l’ha amata dal primo momento con tut-

La Torre 6 /2014 to il suo cuore ed in lei trovava l’unica consolazione e forza per vivere un giorno in più.

Hai avuto la forza che nessuno di noi poteva avere al tuo posto.

Caro papà, sei l’uomo più bravo del mondo ed averti avuto accanto resterà per me e la mamma il regalo più grande che la vita ci ha dato.

Nessuno e niente ci porterà via tutto l’amore che ci hai dato.

Ci hai regalato tutta la tua vita e noi ti regaleremo, ogni giorno, il nostro cuore.

Ringrazio tutti quelli che oggi

sono qui con amore per te, ringrazio il dottor Ferraroli, chirurgo toracico, che con tutta la forza di un grande uomo ti ha regalato mesi di vita, salvandoti la vita 7 mesi fa. Ringrazio il dottore ZUCALI e De Vincenzo che per 7 anni ci hanno aiutati a vincere la nostra battaglia.

Ringrazio Dio perché so che ha sempre visto la tua bontà e saprà tenerti accanto a lui per sempre.

Ringrazio Dio perché ci aiuterà a vivere senza di te.

Fiammetta

Nuove norme che interessano i nostri lettori

NOTIZIE UTILI DAL CATASTO

La legge era già in vigore dal 2010, ma recentemente vi è stata una stretta importante. Prevedeva obbligatoria la presentazione al catasto della planimetria che rappresentasse la reale situazione dell’appartamento, della casa, del capannone ecc.

La legge si riferiva, in particolare, all’obbligo di presentare nuova planimetria aggiornata a seguito di modifiche interne. Prevedeva sanzioni differenti a secondo che le modifiche fossero state comunicate in Comune o che non fossero state comunicate. Recentemente il Catasto ha emesso una modifica importante.

Dal 1 luglio scorso è diventato impossibile affittare o vendere un immobile che non sia in regola dal punto di vista catastale o per il quale la piantina depositata non corrisponda a quella attuale della casa, prevedendo multe e sanzioni gravose. Per tanto è meglio mettersi in regola entro fine anno: sarà meno caro e non si rischiano multe salate in vigore dal 1 gennaio 2015.

Le opere che vanno regolarizzate sono: trasformazione di balconi in verande chiuse; trasformazione di sottotetti in ambienti abitabili; costruzione di soppalchi; realizzazione di un secondo bagno; trasformazione di un ripostiglio in un bagno; spostamento della cucina in un altro ambiente; abbattimento di un tramezzo per ottenere da due ambienti un unico ambiente (da salotto e sala a salone doppio); divisione in due ambienti di uno di maggiori dimensioni ( da salone a sala e cameretta).

Come procedere? Per chi ha presentato la DIA a suo tempo e ha semplicemente dimenticato di richiedere la variazione catastale, potrà mettersi in regola pagando circa 700 euro.

Occorre per questo rivolgersi ad un tecnico e richiedere la messa a punto della nuova planimetria dell’alloggio e la presentazione della variazione. Costo del lavoro del tecnico tra i 500 e i 600 euro, ai quali vanno aggiunte le tasse e le sanzioni: 50 euro per la variazione e 103 euro di multa per la presentazione in ritardo.

Se, invece, gli interventi siano stati effettuati senza richiedere il permesso del Comune, è possibile mettersi in regola a patto che, però, non si tratti di veri e propri abusi edilizi, ossia di opere per le quali sarebbe stata necessaria la licenza edilizia. Si può ottenere il permesso in sanatoria anche in questo caso, ma ad un prezzo più caro. Occorre pagare, a titolo di oblazione, il doppio del contributo di costruzione dovuto. Il contributo fissato dai singoli comuni per la sanatoria si aggira sui 1.000 euro.

Il tempo per mettersi a posto è troppo breve. C’è da sperare che in questi giorni venga prolungata la scadenza per dare spazio necessario per i tecnici incaricati.

Per notizie precise sul problema, interpellate gli uffici del Comune o il vostro tecnico di fiducia.

Noi ne abbiamo dato notizia solamente per informazione.