Storie tra le foto

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Storie tra le foto Lavoro di Pistone Elena, Gjompalej Leonora, Meneghetti Francesca, Dalla Guarda Tommaso, D’Agostini Mattia.

Trovare e capire la storia di una foto è ciò che ci permette di collocarla in uno spazio, in un tempo e in una determinata situazione. E’ perciò una chiave di lettura che a noi è parsa fondamentale per poter aprire una porta su questa mostra. Abbiamo quindi deciso di selezionare quelle foto che per noi sono più significative per permettervi di fare la nostra stessa esperienza all’interno di questo viaggio nel tempo. QUALCHE PAROLA SULLE 52 GALLERIE

Qui inizia la mostra sulle 52 gallerie, curata da Claudio Rigon. La mostra segue dei percorsi originali e le testimonianze che prenderemo in considerazione non sono scritte o orali, come ci si potrebbe aspettare. Oggi avremo l’occasione di guardare il passato tramite alcune finestre sempre aperte. Finestre aperte da anni, con una chiusura, la chiusura dell’otturatore. Le testimonianze scelte da noi saranno delle foto scattate a distanza di molti anni ma con lo stesso soggetto, le 52 gallerie. Da dove vengono queste finestre? Ma soprattutto, cosa ci stanno raccontando? Amicizie? Scambi? Ritrovamenti? Quali avventure hanno vissuto? O possono farci rivivere?

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Stampe di lavoro del tenete Zappa, con tracciati a matita autografati Tenente Giuseppe Zappa Febbraio 1917 (catalogo pp. 22-23)

Tenente Giuseppe Zappa Febbraio 1917 Stampe di lavoro del tenente Zappa, con tracciati a matita autografi Stampe ai sali d’argento 9,4 x 14,8 cm Courtesy famiglia Zappa

Le foto sono molto interessanti sotto molti punti di vista, perciò è normale porsi delle domande per capire meglio il significato ma soprattutto la storia. La domanda più spontanea e naturale è: dove e da chi sono state trovate? In che condizioni sono state ritrovate? Integre o rovinate? Chi possedeva le foto? E’ stato semplice per il curatore metterle insieme? Perché sono state scattate? Qual è il loro scopo? Perché ci sono quei segni di matita sulle foto? Cosa stanno a significare? Perché il tenente le ha volute tracciare? A cosa servivano? Ogni fotografia porta con sé una storia… sta a noi scoprirla, ponendoci domande e indagando su di esse.

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RISPOSTE: 1.Le foto sono state portate alla luce dalla famiglia del tenente Zappa. 2.Le foto sono state trovate integre. 3.Queste foto erano possedute dalla famiglia del tenente Zappa. 4.Queste in realtà sono stampe delle lastre e furono scattate per analizzare le quote della montagna (prima foto) e trovare la via (seconda foto). 5. I segni a matita che le percorrono, i tracciati, le scritte, sono di mano del tenente Zappa. Nella prima fotografia ha preso le misure della montagna, ne ha determinato le quote. Nella seconda, stava cercando la via.

Il tenente Ruffini (catalogo pag.76-77) I volti dei protagonisti

Autore non precisato. Fotografie scattate con la macchina del tenente Ruffini Aprile 1917 Il tenente Ruffini Stampe inkjet. Da originali 8 x 11 cm Per gentile concessione della famiglia Ruffini

Queste foto raffigurano il tenente Ruffini sul Pasubio nell’aprile del 1917, durante la costruzione della Strada. Dove saranno state ritrovate? Chissà quali saranno le loro storie. E quella del tenente? Qual era il suo compito durante i lavori nelle 52 gallerie? Di certo sappiamo che queste foto sono state fondamentali nella ricerca del curatore, infatti grazie a queste oggi possiamo associare ai nomi di Ruffini e Cassina, e anche di altri ufficiali, un volto. Ma chi avrebbe potuto immaginare che proprio queste immagini si trovassero anche all’interno di un’altra mostra sulla grande guerra a Tortona, in provincia di Alessandria? E chi penserebbe che Carlo Ruffini prima della guerra non fosse mai salito su un monte? E’

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questo il bello delle foto, grazie alla loro testimonianza ci trasmettono storie, come quella del tenente, che altrimenti sarebbero andate perse. RISPOSTE: 1.Queste foto sono state ritrovate in una mostra per il centenario della grande guerra a Tortona, in provincia di Alessandria. 2.Il tenente Ruffini era nato nel 1892, aveva perciò venticinque anni nel 1917. Si era laureato al Politecnico di Torino giusto prima dello scoppio della guerra, in ingegneria mineraria.

“Due foto riunite?” (catalogo,

pg. 58-59)

Claudio Rigon, Ottobre 2015 Stampa inkjet. Da originali 11 x 15 cm ISCAG, Roma

Si possono vedere due foto d’epoca accostate: unite ci permettono di notare la struttura dell’accampamento dei soldati, la piattaforma sul vuoto ed il primo tratto di teleferica a Bocchetta Campiglia. Potrebbero essere state scattate da un ufficiale? O da un semplice soldato? Come può essere riuscito con solamente due scatti ad immortalare il paesaggio e l’accampamento? Qual era lo scopo di queste foto? In che condizioni sono state ritrovate? Dove sono state trovate? La foto a colori invece, scattata da Claudio Rigon per collocare le due foto nel paesaggio di oggi è una riambientazione delle foto del 1917: ci permette di osservare il canalone all’uscita della tredicesima galleria, con il sentiero che sale verso il campo base, che ci è permesso individuare. L’abete che si vede in alto segna il suo centro, il punto dove quindi arrivava il ramo di teleferica che, partendo dalla piattaforma all’uscita della tredicesima

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galleria, risaliva il ripido sentiero. L’abete era già presente al tempo del tenente Zappa? Quanto tempo può aver impiegato il curatore della mostra per portare a termine tutto ciò? RISPOSTE: 1.Negli anni della guerra le foto erano scattate, per il loro valore ed il costo delle macchine, prettamente da ufficiali e tenenti. 2.Proprio per la scarsa diffusione delle macchine e il valore di ogni singolo scatto era probabile che negli anni del conflitto mondiale ogni foto venisse preceduta da attente considerazioni, che permisero di immortalare in modo meticoloso ogni particolare. 3. Lo scopo di queste foto era probabilmente quello di documentare il procedimento della costruzione delle gallerie e fornire precise indicazioni riguardo la collocazione dell’ accampamento. 4.Come si può constatare, le foto sono state ritrovate in ottime condizioni, quasi intoccate dopo 100 anni di attesa. 5.Il curatore della mostra ha trovato queste foto presso l'ISCAG a Roma. 6. La longevità di alcuni alberi supera di gran lunga i cent’anni, quindi non è da escludere che l’abete fosse presente ai tempi di Piccone e Zappa e che la sua presenza non sia una coincidenza! 7. Il curatore della mostra ha dovuto intraprendere un progetto articolato e meticoloso, che ha senza dubbio richiesto ore ed ore di lavoro.

Una storia a margine (catalogo pp. 128-129) Capitano Mario Trivero, tenente Giordano Carocari e capitano Picone

Capitano Mario Trivero Novembre 1917 Il capitano Picone (a dx) e il tenente Carocari a Fontana d’Oro

Chi sono i due soggetti della fotografia? Possiamo definire queste due fotografie delle “foto sorelle”? quali tratti comuni le caratterizzano? Si potrebbe immaginare, vedendo le due foto esposte in mostra, il lungo percorso che le ha separate e poi riunite? Questo episodio particolare ci può far riflettere sull’importanza delle annotazioni applicate sulle fotografie ai fini di risalire alle loro origini e alla storia che caratterizza ogni singola foto? Ci appare più

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bella la fotografia coronata di appunti e dedica o quella rimasta originale, “pura”? cosa ci trasmettono le parole della dedica presente sulla prima fotografia in aggiunta a ciò che ci può comunicare la foto in sé? RISPOSTE: 1.I due soggetti sono il capitano Picone e il tenente Carocari nella prima foto, Picone e il capitano Trivero nella seconda. 2.Sono foto “sorelle” perchè ritrae questa volta, assieme al capitano Picone, nello stesso luogo, con la stessa neve e nella stessa identica posizione, il capitano Trivero, una fotografia scattata evidentemente dallo stesso Carocari. 3.Le foto sono identiche cambia solo uno dei soggetti: al posto di Carocari nella seconda foto c’è Trivero. 4.A prima vista potrebbe sembrare che queste foto, essendo state evidentemente scattate nello stesso momento, abbiano avuto la stessa storia e abbiano condiviso lo stesso percorso per arrivare fino a questa mostra ma in realtà sono state riunite a distanza di cento anni. 5.Le annotazioni sulle foto sono fondamentali perché rendono più facile il loro collocamento nel tempo e nei luoghi. 6.Entrambe le foto sono interessanti proprio perché differenti e con una storia diversa l’una dall’altra.

Tracciato di luce (catalogo pp. 218-221)

Luca Baldi 2 gennaio 1992 La strada delle gallerie Stampa inkjet. Da pellicola Kodachrome 24 x 36 mm Per gentile concessione dell’autore

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La foto è molto suggestiva ed il suo fascino può coglierlo chiunque la guardi. Ma per comprenderla a fondo dobbiamo porci alcune domande. E’ stato semplice realizzarla? Quanto tempo è stato dedicato a quest’opera? Come avrà reso l’effetto della scia il fotografo? Chi sono veri soggetti della foto? A chi era destinata la fotografia? Da che fotografie sarà stato ispirato? Che fine ha fatto la fotografia dopo lo scatto? E’ stato semplice per il curatore trovarla e mettere insieme i pezzi della sua storia? Sono tutte domande importanti alle quali dobbiamo cercare una risposta per apprezzare al meglio le foto. RISPOSTE: 1. È una fotografia che ha richiesto studio e preparazione: il fotografo, dopo uno scambio di segnali con alcuni amici saliti a Porte del Pasubio (due colpi di flash da parte sua, un colpo di flash di risposta), ha fatto scattare, con tempo di posa aperto. Nello stesso momento, i suoi amici hanno cominciato a scendere la strada ognuno con una lampada a gas. 2.Il soggetto della foto è proprio la luce che sembra incidere la montagna e segnare il percorso. 3. La foto è stata ritrovata nel libro: Guida al Pasubio, del 1987 e poi concessa per l’esposizione in mostra dall’autore stesso.

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