Il linguaggio fotografico attraverso la mostra

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LINGUAGGIO FOTOGRAFICO Attraverso la mostra Non colui che ignora l'alfabeto, bensì colui che ignora la fotografia sarà l'analfabeta del futuro. Laszlo Moholy-­Nagy La fotografia è un mezzo di comunicazione universale: chiunque infatti, indipendentemente da dove si trovi o da che lingua parli, riesce a percepire sfumature e significati diversi e, soprattutto, ognuno di noi guardando delle immagini è in grado di osservare dettagli e di provare emozioni e sensazioni. Quando ci poniamo davanti ad un’immagine però non dobbiamo solo vederla, ma anche leggerla. Ma le fotografie possiedono un linguaggio comune? Tutto quello che vediamo nelle foto è fatto di linee di luce e di ombra che riproducono qualcosa: da un paesaggio marino, ad un dettaglio di una stanza disordinata, dal volto di una ragazza con occhi color smeraldo al book di un servizio di moda. Tutto ciò che è rappresentato nelle foto è sempre il prodotto del lavoro di un fotografo, che ci trasmette il suo punto di vista specifico. Quello che a noi arriva come risultato, partendo da una sua idea, corrisponde a ciò che ci vuole far notare, a ciò su cui ci vuol far riflettere. Roland Barthes, grande critico e linguista francese del ‘900, affermava che la fotografia ha due elementi, uno denotativo e uno connotativo; per elemento denotativo s’intende il significato letterale dell’immagine, mentre l’elemento connotativo corrisponde ad un suo “secondo significato”. Quindi la fotografia assume continuamente un nuovo senso quanto più la esploriamo. La mostra sulle 52 gallerie ci permette di analizzare tutti i generi fotografici (ritratto , paesaggio, esplorazione, reportage, foto ricordo) e cercheremo quindi insieme di soffermarci su alcune foto, proponendovi non solo uno sguardo, ma una vera e propria chiave di lettura, soffermandoci su dettagli, sguardi, colori e storie.

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RITRATTI E FOTO RICORDO

Le fotografie sono la nostra memoria, quando i nostri ricordi iniziano a perdersi nel tempo che passa. Silvana Stremiz In questo percorso alcune fotografie della mostra delle 52 gallerie del Pasubio verranno descritte e spiegate in modo tale da far suscitare in voi visitatori il ricordo di questa grandissima impresa che molti soldati realizzarono durante i difficili anni della guerra, la costruzione della Strada, la quale comportò molta fatica e forza fisica di tutti i soldati che lavorarono al progetto, sotto l’attenta direzione del tenente Zappa.

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Soldati sulla neve • • •

In queste due fotografie, entrambe risalenti al 1917, scorgiamo dei soldati sulla neve. Il contesto in cui sono stati ritratti è molto simile: sia il gruppo della prima foto che la coppia di capitani nella seconda si trovano in un pendio innevato, vestiti pesantemente per contrastare il freddo pungente. Nel primo caso, però, gli ufficiali sono numerosi, in piedi, intenti ad esplorare il territorio molto ripido e scosceso. Nel secondo caso, invece, i due capitani sono seduti, in posizione rilassata, probabilmente perché stanno dialogando. L’autore della prima immagine, immortalando i soldati in questa posizione, volle probabilmente sottolineare la forza e il rischio, ma anche l’attenzione di coloro che dovevano assicurarsi che il terreno fosse adatto alla costruzione di nuove gallerie. Nella seconda fotografia, invece, il tenente Carocari immortala due uomini , il Capitano Picone e il Capititano Trivero, come amici, un po’ giocosi, che stanno riprendendo le loro forze dopo una spedizione a Val Fontana D’Oro: per questo motivo le loro espressioni sollevate sembrano ammirare il paesaggio e aver un tono amichevole, senza badare molto al fotografo.

Foto 1: Autore non precisato Aprile 1917 Gli ufficiali della 33a in esplorazione Stampa inkjet. Da originale 9,5 x 7,2 cm Courtesy famiglia Zappa La nota autografa sul retro è del tenente Zappa. Da sinistra: Ricci, Zappa, un soldato, Ruffini, Ortelli, Cassina, un caporale Foto 2: Stampa inkjet. Da originale 18 x 24 cm Tenente Giordano Carocari Biblioteca Civica di Villa Valle, Valdagno, archivio Novembre 1917 fotografie storiche della grande guerra, fondo Il capitano Picone (a dx) e il capitano Trivero Nizzero a Fontana d’Oro

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Soldati in posa • • •

Foto 1: Foto 2: Autore non precisato Autore non precisato Maggio 1917 A Aprile o maggio 1917 Bocchetta Campiglia Stampa. Da Da sinistra: Tripodi, Cassina, Ruffini originale 7 x 10 cm ISCAG, Roma Il Stampa inkjet. Da originale 11 x 8 cm capitano Picone è il primo, al centro. Courtesy famiglia Ruffini Dietro, da sinistra: Tripodi e Ricci

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In queste due immagini, invece, vengono immortalati tre soldati in posa, ossia il Tenente Tripodi, il Sottotenente Cassina e il Tenente Ruffini, Per entrambe le foto le montagne fungono da sfondo e le posizioni degli uomini sono molto rilassate e naturali. Dalle uniformi, inoltre, capiamo che si tratta di tenenti. Nella prima fotografia i soldati sono adagiati su un masso e hanno espressioni serene; la loro posa ha un tono leggero e scherzoso e la foto nel suo complesso possiede un taglio molto innovativo. L’autore dell’immagine volle presumibilmente immortalare questo momento ricreativo, lontano dalle fatiche della costruzione della strada. Nella seconda, invece, i militari sono più seri e la posa risulta anche più naturale: furono probabilmente immortalati durante una conversazione vicino ad una baracca e il fotografo è riuscito molto bene a cogliere l’attimo giusto nel quale scattare per rendere bene l’immediatezza del momento, sembrano infatti colti di sorpresa.


Foto di gruppo • • •

Foto 1: Autore non precisato. Fotografia scattata con la macchina del tenente Zappa 22 aprile 1917 Il tenente Zappa con gli ufficiali della 33a compagnia davanti alla sua baracca di Bocchetta Campiglia Stampa inkjet. Da negativo su lastra di vetro 10 x 15 cm Per gentile concessione della famiglia Zappa Da sinistra: il tenente Ricci, un ufficiale non identificato, il sottotenente Cassina, i tenenti Tripodi, Zappa, Ruffini, Ortelli Foto 2: Autore sconosciuto 1927 Davanti al portale della prima galleria Stampa inkjet. Da originale 7,8 x 5,4 cm Archivio CAI di Schio

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Queste due fotografie possono essere considerate entrambe delle “foto di gruppo” perché ritraggono una moltitudine di persone in posa. La prima, scattata nel giorno della partenza del Tenete Zappa, ha la funzione di ricordare quel particolare momento, e raffigura un gruppo in posa. Essi assumono posizioni molto ordinate e rivolgono tutti lo sguardo verso il fotografo. Indossano tutti la divisa militare e il tipico berretto. Nella seconda invece, più recente, viene immortalato un gruppo di giovani davanti alla prima galleria in procinto di iniziare i lavori di manutenzione della strada. Anche in questo caso tutti sono schierati ordinatamente in posa e si nota l’abbigliamento da lavoro. In queste due immagini, apparentemente molto diverse e distanti tra loro, furono scattate per ricordare un momento particolare e per far sì che rimangano come un ricordo nel tempo per tutti coloro che erano presenti. Questo genere fotografico, infatti, nacque durante i primi anni della guerra proprio per immortalare scene di occasioni speciali, le quali dovevano essere ricordate.


Escursioni nelle 52 gallerie • • •

Foto 1: Autore sconosciuto Giugno 1926 Gita sociale del CAI di Schio. In posa davanti al portale della prima galleria Stampa inkjet. Da originale 16,5 x 11,5 cm Archivio CAI di Schio Foto 2: Autore sconosciuto Luglio 1932 Escursioni sulla strada

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Già durante gli anni ‘20 le 52 gallerie divennero conosciute e per questo motivo molte persone iniziarono a percorrerle, non solo per i paesaggi suggestivi che offrivano, ma soprattutto per storia che raccontavano. In entrambe le foto, che furono scattate probabilmente per ricordare quella giornata speciale, possiamo notare gruppi di persone intente ad intraprendere il duro cammino della strada. Nel primo caso il gruppo è più numeroso, e come sfondo troviamo l’ingresso alla prima galleria. L’abbigliamento, soprattutto quello femminile, non sembra molto adatto ad un’escursione così faticosa e le loro espressioni appaiono serene. La seconda foto è ancora più suggestiva, grazie ai monti sullo sfondo, che conferiscono profondità all’ immagine stessa. Le posture dei soggetti sono molto naturali e le espressioni appaiono serene. Da notare quella dell’individuo al centro che guarda curioso l’orizzonte.


I PAESAGGI

Il mondo intero è per me molto “vivo” – tutte le piccole cose che crescono, perfino le rocce. Non riesco a guardare crescere un po d’erba e di terra , per esempio, senza percepire la vita essenziale, le cose che si muovono con loro. Lo stesso vale per una montagna, o un tratto di mare, o un magnifico pezzo di legno vecchio. Ansel Adams

Quando si parla del genere fotografico del paesaggio, il quale derivò dalla pittura e da essa fu influenzato, non ci si riferisce soltanto alla rappresentazione di una veduta naturalistica, ma anche alla raffigurazione di aree urbane: in generale, rappresentare un paesaggio significa rappresentare un territorio, qualunque esso sia. Le prime foto di questo tipo immortalavano città o luoghi nei pressi dello studio del fotografo e si aveva la necessità di lunghi tempi di esposizione. Nell’ambito delle foto esposte in mostra, si può notare un’evoluzione di questo genere, dal momento che quelle contenute nella prima sezione nacquero in realtà come foto documento ai fini delle ricognizioni del territorio che compivano i militari, mentre quelle più recenti, contenute nella seconda e terza sezione, hanno come fine proprio la rappresentazione del paesaggio.

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Tenente Giuseppe Zappa, febbraio 1917 • • • Queste tre foto sono esempi di fotografie scattate dallo stesso Tenente Zappa come documento durante una prima ricognizione sul territorio (gennaio-­‐febbraio 1917). Nelle prime due foto le inquadrature sono ampie e raffigurano la montagna nella sua totalità, di cui il Tenente Zappa esprime l’imponenza e l’impervietà, sottolineate dalla massiccia presenza della neve. Anche nella terza foto Zappa vuole esprimere la grandezza delle rocce e il loro essere massicce, e qui lo fa attraverso un’inquadratura dal basso, la quale enfatizza l’altezza del monte e comunica una sensazione di timore e di piccolezza da parte del fotografo (consideriamo però quello che questi uomini riuscirono poi a fare, contrastando quell’imponenza della montagna che li spaventava). Si tratta quindi di scatti che costituiscono un’esplorazione del territorio e da essi immaginiamo che il tenente stava cercando di capire come aprire una strada: siamo dinanzi alla fase di progettazione di un’opera titanica, considerando le condizioni in cui fu realizzata e le poche risorse di cui i soldati disponevano su questa nuda roccia.

Foto 1: Il Pasubio dal lato della Foto 2 (al centro): La Bella Laita ripresa Dall’ultima curva della strada prima di Bocchetta Campiglia

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Roberto Costa, 2015 Strada delle gallerie • • •

Foto 3 (in basso): Il costone roccioso sopra Bocchetta Campiglia con gli scarichi di scavo dell’ottava galleria. Bella Laita ripreso dalla strada che da Santa Caterina porta a Passo Xomo.

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Queste foto, come le precedenti, rappresentano la montagna, ma essa non costituisce l’elemento più importante: l’attenzione è invece focalizzata sull’uomo illuminato e sullo sfondo della pianura. Si tratta di foto molto più recenti (2015) e il loro scopo non è quello di documentare un territorio, ma di esprimere la bellezza del paesaggio visto dalla Strada delle 52 Gallerie, attraverso il contrasto tra la montagna immersa nell’oscurità e le luci della città. Un paesaggio che, insieme all’immagine, suscita stupore, meraviglia, suggestione. A differenza delle altre tre foto, queste sono state scattate a colori. Sono proprio i colori e la luce ad avere una grande rilevanza espressiva, poiché la bellezza di questo paesaggio è dovuta proprio alle luci sullo sfondo, poiché è posto in risalto l’uomo davanti alla galleria, illuminato dalla sua pila. Il fatto di inserire un soggetto in primo piano davanti al paesaggio costituisce un’innovazione rispetto alle vedute del passato: un tempo, infatti, si coinvolgevano persone in primo piano generalmente solo nel caso di foto ricordo. Inoltre uno sfondo di questo tipo non sarebbe mai potuto apparire in una foto del 1917, poiché l’impatto umano sul territorio all’epoca era notevolmente più ridotto. Tutto ciò indica come ci sia stata un’evoluzione di questo genere fotografico, pur essendo stato mantenuto lo stesso soggetto di partenza: la Strada. Questa immagine è diventata l’immagine icona della mostra nelle riviste!


Fotografie di reportage • • •

Foto 1: Tenente Giuseppe Zappa Aprile 1917 Le entrate della 10° e della 11° galleria. Foto 2: Autore sconosciuto 1989 Campagna straordinaria di manutenzione.

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Nella prima immagine, il protagonista dell’azione è fotografato durante i lavori di costruzione della strada: chinato verso la baracca, sta scavando la roccia per ampliare lo spazio del passaggio. Non si trova in primo piano, bensì al centro delle linee di forza; è, infatti, circondato dalla montagna e alla sua sinistra si trova un edificio provvisorio in legno (probabilmente una postazione dove riporre attrezzi e vettovaglie). Si tratta di un reportage in quanto documenta i lavori di completamento della strada e a confermare questo, c’è il fatto che il soldato non si accorge di essere fotografato. In questa seconda fotografia a colori sono rappresentati alcuni uomini che stanno lavorando lungo la Strada delle 52 Gallerie e pertanto si tratta di una foto documento di reportage, che testimonia la manutenzione effettuata su questo sentiero unico. I soggetti sono probabilmente all’interno di una galleria e sono colti, come l’uomo dell’immagine precedente, alla sprovvista; due di loro si accorgono però di essere fotografati. Gli attrezzi che utilizzano, come il piccone, sono semplici e sulla sinistra dei lavoratori si notano due bottiglie, elemento assolutamente originale. Questo scatto serve a esprimere la preziosa attività di questi uomini che nel loro duro lavoro hanno contribuito alla salvaguardia di quest’opera dell’ingegno.


CONFRONTI

E ora abbiamo deciso di passare la palla a voi: qui abbiamo scelto delle foto dalla mostra, alcune dalla prima, altre dalla terza sezione. Vi invitiamo a cercarle e ad osservarle provando a rispondere ad alcune domande a cui abbiamo provato a rispondere pure noi. Buona lettura di immagini!

PAESAGGIO

1. Quali somiglianze si possono individuare? Sono più i tratti comuni o le differenze? 2. Secondo voi, qual era l’intento del fotografo? 3. Il modo di vivere la strada è cambiato?

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RITRATTO (gara di fotografi tra ieri e oggi)

1. In quali situazioni sono state scattate queste foto? 2. Cosa esprimono i volti dei soggetti? 3. Lo scopo per cui sono state scattate è lo stesso?

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REPORTAGE

1. “Lavoro” è la parola che caratterizza entrambe le foto. Se però analizziamo bene le situazioni in cui sono state scattate possiamo notare delle differenze, quali? 2. Nella seconda immagine, secondo te, gli uomini sono volontari o no? 3. La montagna ha bisogno di cure. Cosa stavano facendo finché il fotografo scattava? 4. Perché sono importanti queste due immagini?

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“Quello che deve saltare fuori da una fotografia sono i fatti. Quello che l’immagine dice non è solo quello che l’immagine mostra.”

Perciò, come afferma Pieroni, le fotografie non sono solo immagini esteticamente piacevoli o meno, ma ci ricordano chi siamo, attraverso la loro storia e i loro viaggi poiché sono anch’esse custodi di fatti in quanto testimoni di vite passate, presenti e future. Perciò è importante, quando ci poniamo davanti ad una foto non fermarsi ad una prima analisi superficiale, ma indagare e scavare a fondo per comprenderne al meglio luci ed ombre.

LAVORO SVOLTO DA: Cerisara Giulia, Marcazzani Irene, Penzo Leonardo, Rigoni Maria Classe 3^CB LICEO G. ZANELLA FONTI: https://it.wikipedia.org/wiki/Fotografia_paesaggistica Catalogo della mostra, I e III sezione

“Lezioni di fotografia” Luigi Ghirri

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