La paura è fatta di niente E’ un giovedì qualunque, destinato ad un racconto qualunque, intorno ad un argomento qualunque. Io, l’autrice del libro, sto per iniziare la narrazione. Probabilmente, pensano tutti, racconterò l’ultima fiaba pubblicata, qualcosa di allegro per sorridere e rilassarci un po’… Invece no, oggi ho deciso di soffermarmi su quella linea sottile che separa l’esistenza dalla non-esistenza. Scenderemo dentro, nel profondo di ognuno di noi, per riemergerne un po’ diversi, magari più consapevoli. Un dubbio: sarà mica filosofia? Siamo certi che sia una narrazione adatta ai piccoli? Il fatto è che la condizione di “bambino” non ha proprio nulla a che vedere con l’incapacità di ragionare o di riflettere. E oggi ho voglia di coltivare la riflessività, attraverso l’esperienza del dialogo come processo di costruzione collettiva di conoscenza e di senso. Ho voglia di incontrare sentimenti ed emozioni, di creare un clima di fiducia e di rispetto, dove ciascuno può sentirsi sicuro di esprimersi, di ascoltare e di essere ascoltato. Comincio così: “Buongiorno: oggi raccontiamo la PAURA” Nessuno si scompone, vedo intorno a me occhi curiosi. Ci disponiamo seduti in cerchio, tutti vedono tutti. E' il momento di mostrare il libro: l'oggetto magico da cui parole e immagini stanno per venire fuori. Nella parte alta della copertina il titolo riempie il cielo:"La paura è