La Piazza di Treviso ovest dic2018 n169

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Politica

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“Inn Veneto”, borse di studio per il rientro dei cervelli in fuga I progetti approvati favoriranno una contaminazione tra l’economia veneta e le start-up nate all’estero dal genio di veneti

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i chiama “INN Veneto” il progetto voluto dalla Regione del Veneto per affrontare il tema della cosiddetta “fuga dei cervelli” (brain drain), sostenendo la realizzazione di pratiche di innovazione sociale che perseguono il duplice obiettivo di contrastare la disoccupazione e di incrementare la competitività del sistema socio-economico regionale. “Con il provvedimento di approvazione dell’iniziativa ‘INN Veneto - Cervelli che rientrano per il Veneto del futuro - Progetti di innovazione sociale’ abbiamo stanziato 3,5 milioni di euro per 14 progetti, dai quali deriveranno 55 borse di rientro”, fa presente l’Assessore Regionale all’Istruzione, alla Formazione e al Lavoro Elena Donazzan. “Lo scopo è quello di attirare sul territorio regionale eccellenze provenienti da diversi ambiti e favorire la mobilità, lo scambio e la permanenza di alte professionalità che intendono rientrare nelle nostre imprese e nelle nostre università dopo un periodo di permanenza all’estero”. Quattordici i progetti valutati: tre di questi trattano al Brain exchange per la crescita del territorio, con la finalità di sostenere processi di innovazione sociale e sviluppo sostenibile aumentando gli investimenti in ricerca e sviluppo, attraverso il ricorso a figure altamente qualificate che, con le competenze acquisite dopo un periodo di permanenza all’estero, possono contribuire allo sviluppo dell’intero sistema socioeconomico regionale. Altri cinque progetti fanno parte della linea Idee per il Veneto che si propone di sostenere la competitività del territorio regionale favorendo processi di contaminazione da parte di start-up innovative che intendono avere un impatto positivo sulla società, perseguendo la

Lavoro: tornano a crescere i contratti a tempo indeterminato

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’occupazione in Veneto continua a crescere, seppure a un ritmo meno sostenuto rispetto allo scorso anno. È quanto emerge dai dati della Bussola trimestrale sul mercato del lavoro regionale a cura dell’Osservatorio di Veneto Lavoro. Nell’ultimo anno i posti di lavoro dipendente sono cresciuti in regione di circa 37 mila unità, nonostante il terzo trimestre dell’anno si sia rivelato negativo, come sempre accade in tale periodo per la conclusione dei contratti di lavoro stagionale, con una perdita di 11.500 posti. Tra luglio e settembre 2018 sono tornati a crescere i contratti a tempo indeterminato, aumentati di 6.500 unità nel trimestre e di quasi 8 mila posizioni su base annua. Merito soprattutto delle trasformazioni di rapporti a termine (+66% rispetto al 2017), sospinte dagli incentivi introdotti dalla legge di stabilità per l’assunzione dei giovani under 35 e dall’elevato numero di contratti a tempo determinato stipulati lo scorso anno, di cui le trasformazioni attuali sono diretta conseguenza. Prosegue inoltre il trend di crescita del tempo determinato (+6%) e in particolare dei contratti di durata superiore ai 6 mesi, mentre il lavoro somministrato registra una brusca frenata (-26%).

La dinamica trimestrale risulta fortemente influenzata dalla stagionalità tipica del periodo, che spiega il calo dei settori del commercio (-3.500 posizioni di lavoro) e del turismo (-23.100), così come il saldo positivo dell’istruzione (+13.400), effetto dell’assunzione del personale precario della scuola, e dell’agricoltura (+7.400), che registra un saldo anche migliore di quello dello scorso anno. Sul fronte industriale, segno meno per il manifatturiero (-1.800), positiva l’edilizia (+500). Su base annua la crescita si conferma trainata dal settore dei servizi (+20.000). Venezia è la provincia che ha risentito maggiormente della fine della stagione turistica, perdendo 20.300 posti di lavoro, ma saldi negativi si registrano anche a Belluno (-2.200) e Rovigo (-800). Bilancio positivo nelle altre province: +5.600 a Verona (un risultato migliore rispetto a quello dello scorso anno), +2.800 a Padova, +2.100 a Treviso e +1.200 a Vicenza.

creazione di valore condiviso per la collettività. Sei proposte progettuali si concentrano su Eccellenze arti e mestieri cha ha la finalità di realizzare progetti innovativi a sostegno dello sviluppo creativo ed artistico del Veneto, attraverso la creazioni di reti, che avvalendosi della collaborazione di diverse professionalità, possano dare vita a spazi ibridi in grado di coniugare produzione e fruizione creativa ed artistica, con altre funzioni legate al lavoro, al tempo libero, all’inclusione sociale. “Sentiamo ogni giorno parlare di cervelli in fuga, di questo che è visto e percepito giustamente come un impoverimento del nostro territorio - continua Donazzan - noi a questi cervelli vogliamo rivolgere un messaggio chiaro: il Veneto è pronto a riaccoglierli. I progetti approvati favoriranno una contaminazione tra l’economia veneta e le start-up che, nate all’estero dal genio di veneti o di italiani, ora possono tornare per arricchire il nostro tessuto produttivo territoriale”. Le 55 borse di rientro, per un importo pari a 656.700 euro, avranno infatti lo scopo di attirare sul territorio regionale eccellenze provenienti da diversi ambiti e favorire la mobilità, lo scambio e la permanenza di alte professionalità che intendono rientrare dopo un periodo di permanenza all’estero o intendono realizzare periodi di lavoro in Veneto. Le borse intendono, inoltre, promuovere collaborazioni di ricerca, permettere lo scambio e la contaminazione di buone pratiche già esistenti, favorire lo sviluppo di interventi di innovazione sociale e culturale, promuovere progettualità congiunte tra professionalità diverse in grado di contribuire allo sviluppo socio-economico dell’intero territorio regionale. Maria Pavan


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