Piovese feb2017 n19

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Piove di Sacco

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l’aviaria provoca danni anche nel piovese In fumo oltre un milione di euro con 750 tonnellate di carne di tacchini da ingrasso che è stata bruciata. La malattia dei volatili viene circoscritta e debellata in una decina di giorni

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coppia l’emergenza aviaria. La malattia dei volatili viene circoscritta e debellata in una decina di giorni, ma provoca danni fra Riviera del Brenta e Piovese per oltre un milione di euro con 750 tonnellate di carne di tacchini da ingrasso che è stata bruciata. Ambientalisti e cacciatori dell’area lagunare hanno lanciato poi un ulteriore allarme per il rischio che l’epidemia del virus H5N8 si diffonda a tutta la fauna selvatica che in questo periodo si trova nella laguna di Venezia, da Chioggia a Portogruaro. I comuni di Mira, Piove di Sacco e Campagna Lupia hanno emesso un’ordinanza di abbattimento dei tacchini presenti negli allevamenti in cui è stata riscontrata l’infezione. C’era stato anche un allarme da un capannone di allevamento di tacchini a Cona, ma l’allarme è rientrato perché infondato. Complessivamente quindi 43.500 tacchini (20.500 a Giare di Mira, 17 mila a Piove, 5 mila a

Campagna Lupia) sono stati abbattuti e inceneriti in poco più di una settimana. I tacchini da ingrasso pesano anche fino a 20 chili. I focolai di influenza aviaria riscontrati negli allevamenti, hanno portato all’emanazione da parte della Regione di un’ordinanza che dispone una serie di misure restrittive per contenere la diffusione del virus. Sono state create così zone protette e zone sorvegliate. Ad abbattere i tacchini sono state incaricate anche a Piove di Sacco e Campagna Lupia, ditte specializzate simili a quelle che hanno lavorato a Giare, con operatori muniti di tute e mascherine. Intanto però scoppia anche un’altra preoccupazione, quella cioè che possa diffondersi l’epidemia in modo incontrollato anche per quanto riguarda la fauna selvatica della laguna veneziana, prede dei cacciatori: germani reali, alzavole volpoche. Sarebbero in pericolo anche specie protette come gli

aironi cinerini. Per gli ambientalisti serve un controllo immediato della fauna a rischio. Un altro problema è quello che denunciano Coldiretti e commercianti, collegato all’indotto. I

clienti di macellerie e ristoranti si sono rifiutati nel periodo dell’emergenza di mangiare o comprare carne di tacchino o pollo. “ Si tratta – spiegano a Coldirettidi una paura infondata: il virus

Il comune vuole istituire un albo di imprese agricole locali

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ffidare la manutenzione ambientale a imprese agricole locali. E’ l’idea del Comune che ha reso noto, con un avviso pubblico, l’intenzione di istituire un vero e proprio elenco di imprese agricole, con sede legale e operativa nel territorio comunale o in quello dei comuni limitrofi, in grado di assumere in appalto lo svolgimento di attività funzionali alla sistemazione e alla manutenzione del territorio, alla salvaguardia del paesaggio agrario e forestale, alla cura e al mantenimento dell’assetto idrogeologico. Si tratta di una facoltà concessa dalla legge agli enti comunali che, in deroga al codice degli appalti, qualora ravvisassero la necessità di effettuare dei lavori in ambito ambientale, possono affidarsi agli operatori iscritti nell’elenco con una chiamata diretta. Tutto questo per velocizzare gli interventi in caso di urgenze e per accorciare le tempistiche burocratiche richieste dalle gare di affidamento. Le imprese con i requisiti in regola per iscriversi all’elenco saranno poi chiamate secondo una logica di rotazione. In ogni caso a ciascun singolo imprenditore non potranno essere richiesti servizi che superino i 50 mila euro annui. Una soglia che si alza a 200 mila euro nel caso di associazioni e consorzi di imprenditori. In pratica la chiamata del Comune potrebbe arrivare per riparare strade secondarie, spazzare la neve, pulire le scarpate, potare le piante, sistemare giardini e parchi, scavare e ricalibrare fossi. Gli operatori economici titolari dell’impresa agricola interessati dovranno presentare un’apposita domanda in municipio entro la fine del mese di febbraio. L’elenco avrà validità quinquennale. Alessandro Cesarato >ale.cesarato@gmail.com<

Una delle aree sarà collocata in centro storico, all’interno dei giardini di viale Europa, un’altra a Piovega, a ridosso del parco giochi di via Brezil

due nuove aree attrezzate per i cani Nuove aree di sgambamento cani a Piove di Sacco A partire dal nuovo anno, l’assessorato all’Ambiente ha previsto di dotare, progressivamente, il territorio comunale di due nuove aree, opportunamente attrezzate. “Nell’intenzione di estendere ulteriormente il servizio, introdotto dall’amministrazione con l’obiettivo di migliorare il benes-

sere degli animali e, nel contempo, il rapporto tra persone e animali in ambito urbano, che ha riscontrato, peraltro, un notevole successo, sono state previste nuove aree – ha spiegato l’assessore Simone Sartori - Una in centro storico, all’interno dei giardini di viale Europa, e una nella frazione di Piovega, a ridosso del parco giochi di via Brezil. Queste si affiancano all’esistente area sita nel Bosco di Pianura, in via Keplero, e a quella che andrà a sostituire

H5N8 dell’aviaria non è di fatto trasmissibile all’uomo, e i controlli sulla qualità e salubrità del cibo sono i migliori al mondo”. Alessandro Abbadir

l’area già realizzata in precedenza, ma attualmente chiusa, sita in Quartiere Sant’Anna. Quest’ultima, verrà realizzata in via Martiri delle Foibe”. Si tratta, come ha spiegato Sartori, di aree verdi, individuate mediante appositi cartelli e recinzioni, destinate allo sgambamento libero dei cani, e regolate da apposite norme di comportamento, finalizzate ad una serena convivenza. “Tutte le aree sono, o saranno, adeguatamente predisposte ed attrezzate con panchine, fontanelle per l’acqua, cestini per rifiuti e per le deiezioni” ha precisato l’assessore, che ha previsto l’ultimazione dei lavori nel corso delle prossime settimane. “Queste aree sono un patrimonio di tutti, ogni cittadino è tenuto ad averne cura e rispetto, secondo principi di responsabilità, inclusività, apertura e sostenibilità – conclude Sartori - Gli animali sono sotto la responsabilità dei proprietari o degli accompagnatori che, nell’osservanza del regolamento, devono anche garantire il rispetto del patrimonio pubblico, dell’igiene, della pulizia, nonché dell’incolumità e della sicurezza di chi frequenta questi spazi”. Linda Talato >linda.lttalato@gmail.com<


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