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pesantezza dell’essere adolescenti (pg • Scuole nel mondo

L’INSOSTENIBILE PESANTEZZA DELL’ESSERE ADOLESCENTI

Tra il corpo che cambia e le conseguenti insicurezze, tra i primi amori e le prime delusioni, tra le aspettative degli altri e il futuro che incombe, essere adolescenti non è di certo una passeggiata. Tramite un circuito di silenziose ed implicite pressioni (solitamente provenienti dai genitori ma non solo), ci viene chiesto di essere i più bravi della classe, i più socievoli della comitiva, i più talentuosi in tutto ciò che facciamo perché oramai la vita sembra essere una continua gara e se non arrivi primo, non hai una seconda possibilità. Una seconda possibilità… credo tutti gli esseri umani ne meritino una, a maggior ragione gli adolescenti ai quali ancora sconvolti da crisi esistenziali e idee nascenti viene imposto di diventare subito un qualcosa di più unitario, di conformarsi, di crescere. Credo infatti che una popolare problematica della società odierna sia il rifiuto di qualsivoglia tipo di fallimento e incertezza: non puoi prendere un brutto voto nel compito, non puoi cambiare indirizzo scolastico, non puoi essere fragile o indeciso, non puoi permetterti deviazioni, non c’è tempo per crescere, devi vincere, sempre. Da adolescente, credo che sia frequente nei miei coetanei il pensiero: “A nessuno importa veramente di me, nessuno mi vuole bene per quello che realmente sono ma solo per i successi ed i traguardi che raggiungo e appena mostro le mie debolezze divento un problema”, tale pensiero per fortuna non rappresenta quasi mai la realtà, ma esso esprime la triste e frustrante condizione di noi ragazzi che oltre ad avere un lato intellettivo da spremere ed incoraggiare, ne abbiamo uno psicologico da non dimenticare. Uno studio pubblicato su The Lancet, che si basa sui dati della Global School-based Student Health Survey (GSHS), svela che 1 adolescente su 6 (campione di 275.057 adolescenti, età media14,6 anni) ha pensato al suicidio nell’ultimo anno. Il 9% ha vissuto uno stato di ansia molto forte. La maggiore incidenza per le tendenze suicide riguarda i paesi a reddito medio alto, mentre l’ansia colpisce maggiormente i paesi più poveri e questo sicuramente non è un caso. La quarantena poi, in particolare la chiusura delle scuole, ha sicuramente aggravato la già problematica condizione degli adolescenti. La scuola ha sempre rappresentato un importante elemento di organizzazione mentale per i ragazzi, in quanto tende a scandire le giornate con orari stabili e implica senza dubbio l’interazione tra coetanei. La scuola con tutti i suoi pro e contro, rappresenta senza dubbio un punto cardine della vita di un ragazzo ed è normale che perso questo punto il ragazzo si senta disorientato. Sono tanti i ragazzi che reclusi in casa ciondolano da una stanza all’altra, passando dal telefono al tablet o al pc, svegliandosi faticosamente per l’ora di pranzo, seguendo con fatica le lezioni online, rimandando i compiti e apparendo più annoiati e demotivati che mai. La presenza dei genitori poi, anche nelle famiglie più stabili, può diventare spesso intollerante ai ragazzi, che chiudendo a chiave la porta della loro stanza cercano disperatamente quel distacco e quella privacy dal nido familiare che in quest’età è fondamentale per prepararsi a spiccare il volo con le proprie ali.

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Vittoria Gueli

Se siete curiosi di conoscere il funzionamento delle scuole estere, questa rubrica fa per voi! Ogni nazione possiede un sistema scolastico differente, e il primo di cui tratteremo è quello FINLANDESE. Si tratta di uno dei sistemi scolastici migliori e più efficienti in Europa. La scuola finlandese è unica ed obbligatoria dai 7

fino ai 16 anni, dunque dura nove anni. Proprio come in altri Paesi europei, i libri sono gratuiti e i ragazzi non devono sostenere test e valutazioni. Terminata la scuola dell'obbligo, a 16 anni, lo studente può poi scegliere se proseguire negli studi oppure no. Nel caso in cui decidesse di farlo, ha due opzioni: il “liceo”, che consiste in un corso propedeutico di preparazione universitaria, e la scuola professionale, che offre competenze in un certo mestiere per poi continuare con la scuola universitaria professionale; entrambi i corsi durano tre anni, e per accedere all’università gli studenti devono affrontare dei test selettivi. Per quanto riguarda il sistema delle materie di studio, secondo le più recenti notizie, materie come storia, geografia, lettere e matematica sono state identificate come ore di lezione non più all’avanguardia. Infatti dal 2020, nel paese si ragiona per macrotemi, canoni moderni di insegnamento che ruotano a 360° e si definiscono multitasking e multitematici. I corsi sono semestrali o quadrimestrali, e alla fine del corso non vi è la bocciatura, ma si attribuisce allo studente il voto che si merita. Se lo studente dovesse recuperare qualche materia, può farlo mediante l’aiuto di un docente di supporto. A differenza della scuola italiana, è il docente a restare in classe, mentre sono gli studenti a cambiare aula in base alle materie da seguire. Nel paese finnico, i docenti sono tutti laureati e lo sono dopo aver superato corsi molto impegnativi, perciò la figura dell’insegnate è rispettata,

altamente qualificata e selezionata, stimolata ed affidabile. Riguardo le attrezzature presenti nelle scuole finlandesi, esse sono molto all’avanguardia: oltre ad aule ampie e ben fornite, nelle scuole di livello superiore vi sono presenti anche tavoli da ping pong e da biliardo per il tempo libero, ed anche opere d’arte appese ai muri e tanti impulsi visivi con uno scopo istruttivo volto a sviluppare nei ragazzi un sentimento di unione. Concludendo, dunque, il fine del sistema scolastico finnico non è tanto l’indottrinamento degli studenti, quanto il fornire loro i migliori mezzi per vivere nella vita reale e per inserirsi nel mondo del lavoro.

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