Lanx 6 / AS 2015-2016

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n.6

marzo 2016

anno 30

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Ephemeris discipulorum licei gymnasiique M. Foscarini

disegno di kamil sanders


editoriale

indice

Anche questo mese è una grande soddisfazione presentarvi il nuovo numero del Lanx. I temi che trattiamo non sono what is trump, di Kamil per niente leggeri: la corsa alla Casa Sanders (4BE), pag. 3-4 Bianca di Donald Trump, il conformismo, i bambini soldato... Non posso elencarli tutti e lascio che il branco umano, di Fransiate voi lettori a scoprire e a cocesco Achilli (4BE), pag. gliere tutti gli spunti di riflessione 4-5 che la nostra redazione ha preparato per voi. children, not soldiers, FaTra i tanti argomenti affrontati in biana Ranieri (1DE), pag. queste pagine, però, ce ne siamo “dimenticati” uno di importantissimo per 5-6 questo mese di marzo: la giornata che de homosexualitate, ogni anno Libera organizza in memoria Anyway Picture Studios, delle vittime innocenti delle mafie. pag. 7 Quest’anno, il primo giorno di primavera, sarà proprio la nostra città ad oscar 2016, di Luca Baldin ospitare il corteo regionale del (3CE), pag. 8 Veneto. never give up, di Carlotta Negli ultimi tempi, Venezia è stata triste spettatrice di una corruzione”a Medic (1AE), pag. 9 norma di legge” (come è definita petaloso, di Pietro Busonell’omonimo libro-inchiesta di Barbieri e Giavazzi) con lo scandalo MoSE, lin (4BO), pag. 9 e la scelta di Libera - che dal 1995 baby gang, di Tommaso Gotopera per promuovere la cultura legatardo (1DE), pag. 11 lità nella società civile e combattere tutte le mafie - non può che apparire necropoli in palestina, di come un germoglio di speranza perché Manola Bonsignore (4BO), si diffonda un rinnovato sentire pag. 11 comune. La volontà, soprattutto dei giovani, di risollevare anche il nostro territorio - è già stato sfatato da tempo il mito del “Nord integerrimo” anche qui, anche “da noi”. immune alle infiltrazioni criminali - Scendere in piazza il prossimo 21 si è fatta sentire anche in altre occa- marzo significa ribadire che l’unica sioni: prima tra tutte, la ricorrenza strada possibile è quella della legadei campi di volontariato estivi che lità e del rispetto. vengono organizzati anche nella nostra Francesca Ballin regione. Impegnarsi concretamente e presidiare la propria realtà locale non significa né essere di parte - si è dalla parte di tutti, dalla parte giusta - nè ingigantire un problema minuscolo. Non sono Colgo l’occasione per ringraziare la redazione e tutti pagliuzze ma travi quelle che abbiamo coloro che hanno contribuito a rendere possibile la negli occhi: ormai è un dato di fatto realizzazione di questo Lanx. che la criminalità sia radicata

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what is trump?

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Donald Trump nasce a New York il 14 giugno 1946, figlio del facoltoso imprenditore immobiliare Fred Trump. Proprio nell'azienda di famiglia, la “Elizabeth Trump & Son”, inizia la propria carriera di (autoproclamatosi) “self-made man” con un “piccolo prestito” di un milione di dollari dal padre. Da questo momento la carriera di Trump è un inanellarsi di successi: dalla trasformazione del fallito Commodore Hotel nel lussuoso Gran Hyatt alla creazione della Trump Organization, dagli investimenti nel mondo del wrestling al successo internazionale del suo reality-show “The Apprentice”, che lo rende noto al grande pubblico, fino al consolidamento di un patrimonio personale stimato in nove miliardi di dollari dal Washington Post. E così, come sembra ultimamente andare di moda tra i ricchi annoiati, Trump decide di gettarsi nel mondo della politica, prendendo in considerazione la propria candidatura alla presidenza americana nel 2000 e nel 2012. La candidatura effettiva arriva, come è ben noto, nel 2015 per le presidenziali dell'anno ora in corso (che vorrei sottolineare essere bisestile). Concluso il nostro breve excursus biografico, arriviamo dunque alla domanda che molti si pongono, politicamente o filosoficamente, ironicamente o meno. Chi è Trump? O meglio: che cos'è Trump? Com'è possibile che nel paese proclamatosi portavoce oltranzista della democrazia a livello mondiale, considerato dai più il contraltare per antonomasia di ogni dittatura ed ingiustizia, e - non da ultimo - protetto (?) dall'esercito più potente del mondo, si affermi fino a sfiorare l'elezione a presidente un personaggio che, in ordine cronologico, ha affermato di voler chiudere le frontiere americane a tutti i musulmani (ritenendoli jihadisti dal primo all'ultimo); proposto di chiudere internet in alcune aree supposte “calde”, domandando a tal fine l'aiuto di Bill Gates; dichiarato che il secondo mandato di Barack Obama è illegittimo a causa del suo luogo di nascita non certificato (in realtà regolarmente registrato come nato a Honolulu, dunque in territorio americano); espresso deliberatamente come la fede cattolica di Obama “non sia certa” e asserito che “fonti attendibili” sostengono sia musulmano; proclamato come le comprovate tesi sul riscaldamento globale siano “delle stronzate”; annunciato di voler far costruire “un grande muro al confine con il Messico” per evitare l'immigrazione dai vicini di casa degli USA, ritenuti la feccia dell'umanità (insieme ai musulmani ovviamente). Che le idee politiche dell'inquilino della Casa Bianca siano altalenanti a seconda del mandato è abbastanza ovvio, basti pensare all'improbabile succedersi di presidenti come Jimmy Carter e Ronald Reagan, o George W. Bush e Barack Obama; dopo due mandati spiccatamente democratici, proprio quelli di Obama, un governo repubblicano in quest'ottica non sembra così improbabile. Trump si pone, per certi versi, come candidato repubblicano per eccellenza, conservatore ma non troppo (e certamente meno del suo concorrente Ted Cruz, i cui valori richiamano vagamente quelli medievali); favorevole alle politiche americane sulle armi da fuoco, contrario agli aiuti internazionali, favorevole agli interventi armati all'estero, contrario all'innalzamento della pressione fiscale, favorevole al trattamento della Repubblica Popolare Cinese come un nemico, contrario all' “Obamacare” (dunque agli incentivi economici statali per il miglioramento della sanità pubblica). Eppure non è per questo che Donald Trump piace, o almeno non è per questo che Trump piace così tanto. Trump piace come ogni grande demagogo - perché Trump, nel bene e nel male, è senza dubbio un demagogo - sa vendere e sa vendersi, e fa del suo vecchio mestiere un tassello fondamentale della sua campagna elettorale.

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Trump parla con il vocabolario di un quarto grado di istruzione (contro l'ottavo grado di, ad esempio, Bernie Sanders); le sue risposte sono incoerenti e senza sostanza, ma egli ripete le parole-chiave (“great”, “huge”, “tremendous”) con tale enfasi ed ossessività che i suoi concetti più che ascoltarsi si intuiscono; parla in modo semplice, senza frasi subordinate; le sue “sparate” sono incredibili e politicamente scorrette, eppure non le ritratta mai. La sua figura emana un fascino popolare e mondano, mai intellettuale, mai complesso. Trump risponde all'estremismo, che potrebbe essere quello islamico così come quello comunista, con un estremismo altrettanto irrazionale ed appassionato, che mette in secondo piano il suo partito di appartenenza per illuminare la sua figura; un estremismo che trasmette sicurezza, un estremismo che si fa baluardo della libertà. Una contraddizione che funziona. Donald Trump ha tutte le carte in regola per diventare presidente degli Stati Uniti d'America. Anzi, le uniche ragioni per cui potrebbe non diventarlo sono quelle posizioni estremiste che sono anche il suo punto di forza. Trump scommette sulle elezioni proprio come un imprenditore e si vende agli elettori come un ottimo battitore d'asta. Se possa davvero vincere, questo è il dubbio che attanaglia i cittadini americani e del resto del mondo. La fantasia degli elettori non ha limite e questo in Italia lo sappiamo bene. Ricordiamoci a questo proposito che Adolf Hitler salì al potere con regolari elezioni: vedremo se a vincere sarà la politica o Trump.

Kamil Sanders

il branco umano “Il termine conformismo indica una tendenza ad adattarsi a opinioni, usi e comportamenti già definiti in precedenza e politicamente o socialmente prevalenti”. È sufficiente analizzare questa affermazione per rendersi conto di quanto la società occidentale, nel conformarsi generale, si illuda di essere libera ed indipendente. Non ci sono scusanti di fronte ad un tale fenomeno: conformandosi alla massa l’uomo si sottomette alle proprie insicurezze, accetta di essere una comparsa, e non il protagonista della propria vita. Togliendo dunque qualsiasi possibilità di vittimismo al cittadino medio, forse sarebbe opportuno riflettere meglio su ciò che realmente sta accadendo in Occidente: la palese induzione di messaggi che inducono all’omologazione della comunità cittadina, da parte dei mass-media, dei politici o di chiunque possa trarre vantaggio da un simile comportamento diffuso. La risposta al perché accada tutto questo si può facilmente individuare nel fatto che un popolo con uguale pensiero è più facile da controllare, più facile da convincere, più facile da governare, ed, ultimo ma forse ancora più emblematico, è più facile da ingannare. Dove nasce il conformismo, muore la libertà. Considerando la definizione di libertà, “facoltà di una persona di pensare e agire in piena autonomia” e confrontandola con l’iniziale definizione di conformismo, ci si rende conto di come i due concetti non possano in alcuna maniera coesistere. Il conformismo lo si può ancora meglio osservare nella società dei giovani d’oggi, ovvero i cosiddetti “millenials”, generazione dei “potrei ma non voglio”, schiavi della tecnologia e dell’iper-informazione. Ripensando a generazioni come quella del ’68 o del ’77 , che facevano dell’anticonformismo la massima aspirazione, la generazione dei giovani d’oggi fa rizzare i capelli a tutti quelli che nel passato hanno combattuto per i proprio ideali.

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Mai prima si era visto un tale spreco di possibilità. Un giovane con i mezzi che oggi può avere a propria disposizione, con quel minimo di intraprendenza che dovrebbe contraddistinguerlo , potrebbe essere in grado di cambiare il mondo. Ma forse è proprio questo il problema: ci hanno convinto che abbiamo tutto ciò di cui necessitiamo, e noi, per pigrizia o per paura, ci siamo lasciati ipnotizzare. La società odierna soffre di una grave carenza di ideali, che giusti o sbagliati che siano, permettono al singolo cittadino di creare un personale pensiero critico che non sia filtrato da enti politici, religiosi o di qualsivoglia natura, ma sia libero, coraggiosamente libero. Probabilmente sarà molto difficile smuovere la nostra società da questo stallo, ormai buona parte della nostra economia è basata su ciò che il cittadino crede di volere, non su ciò di cui ha realmente necessità. In conclusione, la responsabilità di questa tendenza va equamente suddivisa tra chi occupa importanti cariche e ha controllo sull’informazione, che pur avendo la possibilità di far passare messaggi intelligenti e utili per il cittadino, decide di sfruttare i potenti mezzi a sua disposizione per il proprio profitto economico e non per il bene comune della società; e il cittadino che rinuncia alla propria dignità e ricerca il branco, comportamento tipico di altre specie animali su questo pianeta alle quali ci reputiamo superiori in quanto, apparentemente, capaci di usare la ragione e l’intelletto.

Francesco Achilli

children, not soldiers

“Un ragazzo tentò di scappare dai ribelli, ma fu preso. Le sue mani furono legate e costrinsero noi, nuovi prigionieri, a ucciderlo con un bastone. Io mi sentivo male. Conoscevo quel ragazzo. Lo sogno ancora la notte. Lui mi parla e dice che l’ho ucciso senza motivo. Mi sveglio e grido.”

Susan, 16 anni. Uganda.

Vengono rapiti e maltrattati. Li addestrano a combattere, a uccidere, a non provare pietà per i loro coetanei. Hanno la nostra stessa età, se non più piccoli. L’unica differenza tra noi e loro è il luogo di nascita: Afghanistan, Burundi, Uganda, Angola, Colombia, Costa d’Avorio, Liberia, Repubblica Democratica del Congo, Somalia, Sri Lanka, Sierra Leone e Sudan. Noi impariamo a scrivere, loro ad usare un mitra. Noi ascoltiamo musica, loro ascoltano gli spari, le urla e le percosse. Noi a 18 anni iniziamo a lavorare, loro non è detto che a 18 anni siano ancora vivi. Noi ci sposiamo per amore, loro per obbligo. Imparano a non discutere gli ordini, perché sanno di avere un kalashnikov puntato contro. Se sono troppo giovani, oppure se non riescono ad uccidere, vengono drogati. Se sono fatti prigionieri in tenera età si riesce ad indottrinarli facilmente e quando raggiungono l’età preadolescenziale hanno già un plotone di nuove reclute da addestrare. Lo considerano un gioco. Molti vanno in giro con un sacco di juta con dentro dei bigliettini. Su di essi c’è scritta la sorte che dovrà capitare al primo che incontrano (tagliare un arto, la testa, ucciderlo etc.). Alcuni sopravvivono e hanno la forza di raccontare e ricordare quello che hanno vissuto, come Ishmael Beah nel suo libro “Memorie di un soldato bambino”,

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ma ciò che hanno visto è stato troppo crudele perché possa essere dimenticato. A volte quando riescono a tornare dalle loro famiglie, queste li allontanano dicendo loro: “Hai passato troppo tempo con i ribelli, hai visto e subito troppa violenza, temo che tu possa fare del male ai tuoi fratelli”. Georges, Burundi: “Il mio compito inizialmente era quello di portare la torcia per

i ribelli adulti. Mi è stato insegnato ad usare le granate. In meno di un mese trasportavo i fucili AK47 e persino i G3”

Sarah, Sierra Leone: “Ho visto persone con le mani mozzate, una bambina di 10 anni rapita e uccisa, e molti uomini e donne bruciati vivi... molte volte ho pianto solo nel mio cuore perché non potevo farmi vedere” Henri, Liberia: “Ci davano tonnellate di droga tutto il tempo, per farci sentire forti e coraggiosi e per obbedire ai loro ordini, non importava quali fossero”

Marie, Uganda: “La prima volta è stato difficile uccidere. Poi è diventato più facile, hai meno paura… Ora quando sono arrabbiata a volte penso: perché non lo uccido?”

Cosa si sta già facendo? Le associazioni umanitarie, come l'UNICEF (United Nations Children’s Fund), si impegnano ad aiutare questi ragazzi poco fortunati attraverso campagne di prevenzione contro l’AIDS (o HIV), la malaria e altre malattie che è per loro facile contrarre; la creazione di gruppi di aiuto per ragazze che hanno subito violenze ed abusi; la possibilità di accedere agli studi, in edifici appositamente creati per bambini e ragazzi, e che consentono loro un adeguato rientro nella società.

Bertolt Brecht: “GENERALE” Generale, il tuo carro armato è una macchina potente Spiana un bosco e sfracella cento uomini. Ma ha un difetto: ha bisogno di un carrista. Generale, il tuo bombardiere è potente. Vola più rapido d’una tempesta e porta più di un elefante. Ma ha un difetto: ha bisogno di un meccanico. Generale, l’uomo fa di tutto. Può volare e può uccidere. Ma ha un difetto: può pensare. Bertolt Brecht scrisse questa poesia per far capire che la guerra è una cosa inutile, perché coloro che la combattono hanno la possibilità di pensare; ma senza il pensiero, la logica, la ragione, la volontà possiamo solo diventare delle spietate macchine da guerra alimentate da odio e distruzione: come i bambini soldato. Non si può fare finta di niente!

Fabiana Ranieri

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CVrrenti calamo

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de homosexualitate Con il termine “omosessuale”, coniato nell’ XIX secolo, ci si riferisce ad una persona attratta da individui dello stesso sesso. Non è quindi appropriato utilizzare questa definizione quando si parla di relazioni risalenti ad un periodo precedente a questo, in quanto la concezione dei rapporti interpersonali, soprattutto per quanto riguarda la vita amorosa, era completamente diversa. Anticamente infatti non esisteva il concetto di eterosessualità, soprattutto non contrapposto a quello di omosessualità, in quanto per un “vero uomo” era normale desiderare sia rapporti con donne che con fanciulli, l’importante era che assumesse il ruolo attivo-maschile. Una delle interpretazione più comunemente accettate al giorno d’oggi è quella che il francese Michel Foucault propone nel suo libro “Storia della sessualità”, nel quale sostiene che nell’antichità il concetto di omosessualità non sia mai esistito. A sostegno della sua teoria lo scrittore ha sottolineato il fatto che in passato non ci si definiva in base a criteri ideologici, ma soprattutto in base all’appartenenza ad una determinata classe sociale. Si possono trovare esempi di rapporti fra persone dello stesso sesso in tutte le civiltà nel corso della storia: dagli antichi egizi, il cui faraone Pepi II sembra avesse una relazione con uno dei propri generali, ai greci, Plutarco disse “[…] colui che ama la bellezza umana sarà favorevolmente disposto sia verso quella maschile sia verso quella femminile […] Gli uomini devono prendere esempio dagli dèi (che amano entrambi) […]". Anche nel mondo romano i rapporti omosessuali non destavano alcuno scandalo, nonostante le pratiche sessuali dovessero soddisfare particolari e rigorose regole di costumi sociali. La scrittrice e studiosa Eva Cantarella sottolinea come gli antichi romani fossero bisessuali senza alcun pudore o scrupolo nel suo saggio storico-sociale “Secondo natura. La bisessualità nel mondo antico”. Se dunque l’avere rapporti con persone appartenenti allo stesso sesso era normale migliaia di anni fa, perché oggi fa sorgere così tanti dilemmi, polemiche e critiche? Proprio in questo periodo si è dibattuto molto sul decreto di legge Cirinnà, che avrebbe dovuto riconoscere i diritti delle coppie omosessuali che vogliono unirsi civilmente, il diritto delle coppie eterosessuali ed omosessuali a poter registrare la propria convivenza senza sposarsi, e il diritto alla “stepchild adoption”, ovvero la possibilità di un partner di adottare il figlio dell’altro in una coppia dello stesso sesso. Il 26 febbraio questo decreto legge è stato approvato con 173 voti a favore e 71 contrari, anche se per farlo passare si sono dovute apportare diverse modifiche. Innanzitutto è stato eliminato l’articolo 5 sulla “stepchild adoption”, il quale era sempre stato oggetto delle più aspre critiche, provenienti da diversi partiti. Inoltre dalle nuove norme sono stati eliminati numerosi riferimenti al matrimonio, come l’obbligo di fedeltà, considerato “vetusto”. Insomma, di fronte ad una realtà che dura da millenni, possiamo considerare l’idea di una società dove chi possiede un orientamento sessuale diverso dal nostro non è discriminato?

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moda

oscar 2016 Domenica 28 Febbraio si è svolta la notte degli Oscar 2016, l’evento più frivolo e sbrilluccicante dell’anno, nonché il più importante. Essendo una persona molto impegnata e con molte cose da fare, per la prima volta ho guardato l’evento in diretta con gli States, non sapendo che le prime tre ore erano dedicate al Red Carpet. Quindi, quale preziosa occasione per descrivere in modo dettagliato e poco elegante le fanfalucchiate che i vip degli Oscar hanno avuto il coraggio di mettersi addosso. Iniziamo parlando di Heidi Klum, la quale ha deciso di andare sotto la tenda del salotto, l’ha tirata, ha staccato il bastone che le è caduto addosso e poi è uscita di casa; scegliendo per altro una tenda piccola che neanche le si chiudeva addosso. Jennifer Jason Leigh, con quella fronte chilometrica e aggrugnita che la fa sembrare una vecchia, aveva in compenso un vestito decente, anche se quel rosa fru fru neanche al mio funerale. Tutte le donne hanno sospirato davanti all’abito di Cate Blanchett, perché sembrava una principessa del bosco, anche se onestamente quel vestito era una pacchianata imbarazzante; una cosa del genere la metti a tua figlia di cinque anni, bella stellina de mamma, per andare al carnevale di Rio (sembra quasi che un pacco di pop corn sia esploso sopra il vestito di cenerentola). Brie Larson sembrava Ursula di Ariel, con quei tentacoli attaccati alla gonna, ma da versione “wanna be chic quanto so kitsch” ecco il suo cinturone tempestato di pietruzze che mi ricordava tanto quello di un wrestler. Rachel McAdams si era messa la camicia da notte sexy, in raso, quella che lavi due volte e si trasforma in pallina. Alicia Vikander, con i capelli zozzi del giorno prima, ha indossato un vestito che poteva pure essere carino se non fosse stato giallo urina. Kate Winslet si è avvolta nei sacchi dell’immondizia. Priyanka Chopra è indiana e in India per i matrimoni ci si veste con colori allegri e sgargianti, ma nessuno le ha detto che in occidente per sposarsi ci si mette il vestito che lei si è messa per la notte degli Oscar. Agghiaccio totale per Olivia Wilde, la quale si è presentata con addosso il nastro adesivo post mastoplastica sul seno (forse voleva imitare Kim Kardashian). Margot Robbie ha fatto la muta, come i serpenti. Sharon Stone si è avvolta nelle alghe, quelle con cui si fa il sushi. Lady Gaga (visti i suoi precedenti pensavo peggio), ha solo rispolverato la gonna-pantalone che andava molto di moda negli anni 90. Non poteva mancare Stallone, che da buon burino ha abbinato il blu notte con il nero, la scazzotata più forte del fashion pecoreccio, un po’ come “con il rosa e il celeste il burino se veste”. Infine Lilly Cole si è tuffata nel domopack. Forse è meglio prendere carta e penna perché l’anno prossimo su quel red carpet potreste esserci voi.

Luca Baldin

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ipse dixit Fanello: Se il raggio vale 5 e il segmento è la metà del raggio, quanto vale? Gaia: 10! Fanello: Originale. Thomas: C'è un detto al riguardo: luna con l'anello porta il tempo bello. Fanello: Avrei detto piuttosto: luna con l'anello ci porta la Fanello! Gherardi (vedendo che B non coglie): Mi scusi, signor B, Lei mi dà spesso l’impressione che sia ben al di sotto della soglia minima di intelligenza umana!

NOS DIXIMUS Calebiro: Dante, in tutta la Divina Commedia, non si sente mai nominare Dio. Marcello: Come Voldemort? Calebiro: Signorine, se foste Didone e incontraste Enea negli inferi, cosa gli direste? Anna: Va' all'inferno! Alice: Questo è un verbo di quarta persona! Marcello: Questo è sicuramente un aoristo futuro! Giulia: Sono un caso perso. Carla: Come il locativo? Matteo: Sai fare un sistema? Me lo sistemi?


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attualita’

never give up

A poco dalla conclusione dell'88esima edizione degli Academy Awards al Dolby Theatre di Los Angeles, con 24 categorie premiate, l’argomento di cui si è discusso maggiormente sui social network è sicuramente la più che meritata vittoria del nostro amato Leo. Ebbene sì, il 28 febbraio 2016 l’attore più amato della sua generazione ha finalmente conquistato la statuetta d’oro come miglior attore per il film ”The Revenant”. Tutti aspettavano il momento in cui Di Caprio sarebbe salito sul palco a ritirare il premio: emozionato ma lucido, l’attore ha non ha fatto mancare un discorso degno di nota, parlando dell’importanza della lotta contro il cambiamento climatico, tema che gli sta molto a cuore (basti pensare che il suo profilo Instagram ufficiale è interamente dedicato a questa tematica) e pronunciando la fatidica frase “Never Give Up” (non mollare mai), a cui è stato dedicato un omaggio artistico raffigurante la frase e Leo sorridente con l’Oscar in mano su La Brea Avenue a Los Angeles. In tanti si sono chiesti se è stato giusto che DiCaprio abbia vinto l’Oscar per questo film quando altre sue passate interpretazioni l’avrebbero meritato di più. La serata comunque è stata ricca di momenti importanti, come l’assegnazione del premio come migliore attrice (The Room) a Brie Larson, come miglior attrice non protagonista ad Alicia Vikander (The Danish Girl) e quello meritatissimo per la colonna sonora all’italiano Ennio Morricone per The Hateful Eight. Era la sesta candidatura, non ce l'aveva fatta per «I giorni del cielo», «Mission», «Gli intoccabili», «Bugsy» e «Malena». Finora, a 87 anni, aveva ricevuto la statuetta per la carriera dalle mani di Clint Eastwood (nel 2007). La vittoria ai Golden Globes aveva confermato che questo sarebbe stato l'anno giusto. Insomma una serata indimenticabile per molti aspetti… anche dal punto di vista dello stile, sia sul red carpet che ai vari party in onore degli Oscar. In molti già apettano con trepidazione la prossima edizione.

petaloso

Carlotta Medic

Matteo è un bambino che frequenta le scuole elementari Marchesi di Copparo (Ferrara). Un giorno la maestra gli chiede di descrivere vari oggetti in due aggettivi, tra questi c’è un fiore, che Matteo definisce: profumato e “petaloso”. La maestra corregge: “Un errore, ma bello”, scrive; così decide di inviare all’accademia della Crusca una proposta per includere la nuova parola nel vocabolario. L’accademia risponde, rivolgendosi a Matteo, che la parola è molto creativa e usata in modo grammaticalmente corretto, ma spiega anche che per mantenerla nel vocabolario deve essere usata da molte persone. “Petaloso” è definito così: pieno di petali. Ma a quanti sostantivi può essere applicato quest’aggettivo? Veramente pochi. Questa parola è nata già morta, non credo sarà usata molto. Eppure, sui social la notizia fa scalpore. Molte persone supportano il bambino, ma molte altre pensano che questa sia una sciocchezza coniata dall’Accademia della Crusca. Per protesta alcune persone inviano all’Accademia degli aggettivi come: "profumoso", "dondoloso", "cernieroso". Altri invece scrivono sui social che "petaloso" è una bella parola. Ad esempio Matteo Renzi twitta: "Grazie al piccolo Matteo, grazie Accademia della Crusca, una storia bella, una parola nuova ". Ma è Matteo o "petaloso" a piacere alle persone? Se un adulto avesse inventato "petaloso" avrebbe avuto tutta questa fama?

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Pietro Busolin


baby gang

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Al giorno d'oggi è molto difficile guardare il mondo con occhi diversi quando si assiste a episodi come furti, minacce a gente innocente o addirittura a quando si arriva a uccidere. Ci siamo mai chiesti da dove può partire tutta questa delinquenza? Le persone di cui stiamo parlando potrebbero agire per mancanza di denaro o sotto l'effetto di alcol e droga, ma quello che sorprende di più è che in questi ultimi anni stiamo assistendo ad un nuovo fenomeno di delinquenza compiuta da adolescenti e a danno di coetanei o ad altre persone più deboli come gli emarginati della società. Ecco che per fare questo spesso giovani ragazzi si riuniscono in gruppi formando delle baby gang, pronte a tutto pur di ottenere facili guadagni in termini economici o di autostima. A capo c'è sempre un leader che guida o addirittura obbliga i suoi seguaci a fare ciò che desidera. Questo ci fa pensare a ragazzi che hanno la necessità di diventare dei delinquenti per problemi familiari o economici; ma la verità è che all'interno dei nuclei vandalici che si vanno a formare sono presenti anche ragazzi provenienti da famiglie benestanti dove i genitori sono comprensivi e sempre presenti. Perché allora il ragazzo si unisce ad una baby gang? Semplicemente perché spesso si annoia e perché vuole ottenere un ruolo nella società. La nostra realtà collettiva è difficile da comprendere, ma possiamo supporre che la maggior parte di questi adolescenti, se non fermati in tempo, potranno provocare danni ancora più gravi in futuro, ecco che la società deve intervenire ed attrezzarsi per evitarlo. Un elemento molto importante da considerare in merito alle baby gang è il bullismo. I ragazzi se la prendono sempre con arroganza con i loro coetanei o con persone più deboli di loro per dimostrare la loro forza, quando in realtà non ne hanno affatto. Si sentono più deboli e in qualche modo devono riuscire a dimostrarsi più forti degli altri. Il problema è che il bullismo si sta verificando anche sui social network. Nasce così il cyber bullismo dove i ragazzi insultano gli altri formando dei gruppi online, discriminando con foto personali o rendendo pubblici dati privati per prendersi gioco di loro. Le conseguenze sulle vittime sono spesso devastanti: isolamento, rifiuto della scuola e dello sport, paura di uscire e in casi estremi il suicidio. Il fenomeno non è assolutamente da sottovalutare: basti pensare che il 72% degli adolescenti e giovanissimi italiani avverte il cyber bullismo come il fenomeno sociale più pericoloso del proprio tempo.

tommaso gottardo

necropoli in palestina Durante la primavera del 2013 mentre si stava costruendo un parco industriale nei pressi di Betlemme si scoprì che sotto il terreno destinato alla costruzione si conservava da circa 4000 anni un’antica necropoli. Un anno dopo i ricercatori del Ministero del Turismo e delle Antichità della Palestina hanno iniziato gli scavi a Khalet al-Jam’a - così è stato chiamato il sito - riportando alla luce le prime sepolture; e nel 2015 anche l’Italia ha preso parte agli scavi.Secondo gli archeologi (in particolare il Professor Lorenzo Nigro dell’università “La Sapienza” di Roma) la necropoli si estende per circa 3 ettari e risale all’epoca del medio Bronzo e del Ferro, inoltre è situata lungo antiche rotte commerciali e probabilmente apparteneva ad una civiltà molto prospera. Tutte queste informazioni sono state ricavate dalla moltitudine di oggetti funerari rinvenuti all’interno delle tombe: lampade a beccucci, vasellame, pugnali di bronzo e punte di lancia. Una delle sepolture conteneva anche degli scarabei risalenti alla XIII dinastia egizia. Essendo stati gli Egizi un popolo molto attivo allora, inizialmente si ipotizzò che fossero stati importati; in seguito si appurò che fossero stati prodotti nel luogo. Solo ulteriori studi potranno fornire maggiori informazioni e svelare i misteri che questa necropoli cela da oltre 4000 anni.

manola bonsignore

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cruciverba 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11

1. i fiori a pasqua 2. si regalano ai bambini a pasqua 3. animaletto pasquale 4. si mangia il giorno di pasqua 5. la domenica prima di pasqua 6. dentro l’uovo di cioccolata 7. la da’ la risurrezione 8. l’uovo ne e’ simbolo 9. pasqua e’ una di quelle in calendario 10. dopo pasqua 11. si distribuisce il giorno delle palme 12. si suonano nelle chiese

ester sensini


oroscopo attivi

avidi

chi ha ingegno, lo mostri

chi tutto vuole di rabbia muore

sensuali

diligenti

bella faccia il cuore allaccia

diligenza passa scienza

oratori

viaggiatori

chi non parla, Dio non l’ode

chi va per la strada dritta non sbaglia

lunatici

coraggiosi

chi ride il venerdì piange la domenica

chi ha coraggio ha vantaggio

innamorati

eccentrici

amor nuovo va e viene, amor vecchio si mantiene

psicologi l’ozio è il cominciamento di ogni psicologia

l’umiltà è il miglior modo di evitare l’umiliazione

romantici quando si ama anche i sassi diventano stelle


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