Lanx 6 - Aprile 2017

Page 1

n6

APRILE 2017

anno 31

LANX

EPHEMERIS DISCIPVLORVM LYCEI GYMNASIIQVE “M. FOSCARINI”

The pen is mightier than the sword

Edward Bulwer Lytton


Editoriale Come ogni anno si è felicemente conclusa l'esperienza del FoscaMUN. Inutile ribadire quanto essa sia stata proficua ed edificante per ciascuno dei partecipanti; come questa iniziativa essenzialmente studentesca abbia suscitato l'interesse anche esterno alla scuola è sintomatico della sua efficace organizzazione. I lettori, in particolare quei lettori che hanno potuto sfogliare le edizioni del LANX “FoscaMUN edition”, ben sanno quanto queste siano state frutto di un intenso e costante lavoro di squadra atto a raccontare e analizzare il MUN nel modo più completo possibile. Tuttavia, proprio perché in veste di redazione del giornalino scolastico, non abbiamo potuto fare a meno di notare certe lacune emerse durante i tre giorni di questo evento. In primis, come non menzionare l'incoerente ristrettezza per quanto riguarda il numero degli inviti al “Grand” Gala e i discutibili criteri nella loro distribuzione?Sperimentare la difficoltà che abbiamo riscontrato per ottenere tre inviti su quattordici redattori e notare come figure che con il MUN hanno a che fare poco o niente si abbuffassero senza ritegno durante la serata è stato quantomeno disarmante. Interessante tra l'altro lo zelo con cui la sicurezza si è scagliata contro chi in fin dei conti aveva il diritto di presenziare nella seconda parte della serata. Infine è stato notevolmente avvilente come durante la sontuosa cerimonia di chiusura, in mezzo ai molti e sentiti ringraziamenti, sia mancato quello dedicato alla stampa. Ci viene da aggiungere: per il secondo anno consecutivo. È ridondante sottolineare quanto un mancato ringraziamento possa essere offensivo per chi si è impegnato per offrire il miglior

servizio possibile, in particolare considerando quanto tale ringraziamento fosse semplice da esprimere. Da codirettori non possiamo che augurarci che questo editoriale, pensato come critica costruttiva, possa sollevare discussioni e anche disapprovazione, purché altrettanto costruttive; ma rivendichiamo il diritto e il dovere di segnalare le mancanze in cui ci siamo imbattuti e ci imbattiamo, nonostante le costanti ingerenze, al fine di correggerle in futuro.

Jacopo Andreis

Kamil Sanders

Stefano Pravato

Redazione Direttori: Redattori:

2

Jacopo Andreis (5Be) Kamil Sanders (5Be) Stefano Pravato (4Ce) Bianchi Amanda (5Be) Bonsignore Manola (5Bo) Buranelli Beatrice (1Ce) Busolin Pietro (5Bo) Cerato Annalena (1Ae) Cieol Pelizza Alexandra (1Bo) Guolo Piero (2Be) La Grassa Gaia (5Be) Libanore Elisa (1Ce) Medić Carlotta (2Ae) Pes Piero (2De) Ranieri Fabiana (2De) Simionato Marco (1Ce) Tonello Eleonora (1Ae) Valerio Teodora (2Ae) Vianello Samuele (2Be)


OPINIONI

Dacci oggi il nostro delitto quotidiano

Stefano Pravato

L’ipotetico straniero che vedesse un nostro telegiornale con occhi ingenui, si preoccuperebbe senza dubbio del nostro serissimo “problema” della sicurezza. Avrebbe l’impressione che l’Italia sia un girone infernale dove tutte le madri uccidono i propri bambini; Che Roma sia peggio del Bronx; Che tutti i profughi stuprino giovani e avvenenti ragazze; Che tutti i tredicenni, per così dire, “di periferia” facciano parte di una baby gang. Senza scomodare Trump e le sue fake news, si sa che le notizie che rientrano in questa sublime categoria della cronaca nera sono in genere corrispondenti al vero. Ci si potrebbe però chiedere del perché siano così sovra-rappresentate nei notiziari e su Internet. Mi sono posto questa domanda più di una volta e le risposte che mi sono dato sono state molteplici. Prima di tutto, c’è da dire che viviamo in una società dove si sta attuando una banalizzazione del dolore che non ha precedenti. Nell’epoca dell’ “1 like=1 preghiera” elevato a grado di mantra sotto ogni post strappalacrime di Facebook, i bambini nascono e crescono in una gabbia protetta, in una isola di pace nel mondo, l’Europa, dove non ci sono guerre, non c’è lo spettro della morte che aleggia nero sopra le città, non ci sono gli oscuri uccellacci dei signori della guerra che gettano ordigni a ogni battito di cuore… le generazioni più giovani non hanno mai visto dei morti; Eppure siamo circondati dalla violenza, dai videogiochi, dalle notizie delle guerre in medio oriente, dai film splatter. Il risultato è che ogni morte in sé ci appare ridicola e non importante. E non siamo più ossessionati, in nessun modo, dalla paura della morte, del dolore e del peccato. Così, quando il triste mietitore ci si presenta davanti, rimaniamo sgomenti e non sappiamo come reagire. In secondo luogo, come non rendersi conto che, nei (tele)giornali, dopo aver dedicato giustamente le prime pagine ad attentati, guerre o crisi economiche, attaccano subito con tutta la solita (e noiosissima, per quanto mi riguarda) trafila di delitti, fratri-matri-patri-uxoricidi, per tenere alta la concentrazione dell’annoiato pubblico medio che preferirebbe mille volte nutrire gli occhi con le ammalianti veline di Striscia al solito, buon vecchio Tg di “mamma Rai”. Non parliamo poi della volontaria disonestà intellettuale per cui la cronaca nera viene usata per fini politici. Quante volte ci hanno detto che non c’è più sicurezza, che bisognerebbe mettere carabinieri ovunque, ecc. ecc.? Ci sono dei mass media in questo paese - e non voglio farne i nomi, tranne se ne volete discutere con me - che hanno deliberatamente seguito un progetto politico folle, che mirava a far sentire insicuri i cittadini e scatenare la paura e l’odio nei loro cuori facilmente impressionabili. Sono giunto alla conclusione che un po’ di teste spaccate a colpi d’ascia, mandate in onda ogni giorno, tengono buona la gente e non le mette cattive idee per la testa. Cronaca nera o forse oppio dei popoli?

UNA NOTA, s o m m e s s a

di Alexandra Cieol Pelizza

Chi mi conosce sa che sono arrivata in questa scuola solo quest'anno. E sentire di questo grande ed elaborato progetto mi ha fatto stimare ancora di più questo liceo. Come prima esperienza ne sono stata contenta, devo dirlo. Non mi aspettavo che un così grande numero di studenti fosse così determinato,

3

costante e disciplinato. Ma naturalmente non elencherò solo le virtù, mi sento in dovere di parlare anche dei difetti. Sono stata particolarmente sorpresa dalla condizione dei paggi, dai loro compiti, e dai pregiudizi verso di loro. Nonostante un primo momento interdetto, ho compreso la necessità di avere dei messaggeri silenziosi per potersi scambiare informazioni senza fermare e/o disturbare le discussioni. Ma poi arrivare ad utilizzarli come "schiavi" mi è sembrata una degenerazione. Racconti riguardo l'anno scorso mi hanno riferito di una vistosa mancanza di rispetto verso di loro, visto che a


OPINIONI

malapena vengono guardati. Molte persone al di fuori del Foscamun li definiscono "schiavi", perché loro difatti sono superiori, non avendo minimamente partecipato al progetto ed essendo rimasti in panciolle mentre noi lavoravamo. Ho sentito che ai poveri paggi non è stato dato alcun training, e nemmeno è stato detto cosa dovevano fare! Voci di corridoio mi hanno infine confidato che un paggio ardito ha preso i messaggi da recapitare e gettati inesorabilmente nel cestino. Ribellione verso il sistema, o completa ignoranza verso la mansione? Non saprei dirvelo, ai posteri l'ardua sentenza. Ma comunque ritengo questi fatti sensazionali. Ci sarebbero molte cose da dire e/o insinuare, ma preferirei rimanere un pochino neutrale. Giusto un pochino. Vorrei solo farvi riflettere su come, in un sistema ben oliato e che interpreta la realtà nel suo esempio migliore, anche in esso vi sia il difetto che assilla l'umanità da così tanto tempo: l'arroganza, il senso di superiorità verso le persone che svolgono compiti più "umili" bensì essenziali. Ricordo che non voglio criticare i Foscamuners, in quanto questo difetto caratteriale è irrimediabilmente insito in tutti noi. Ma questo atteggiamento mi ricorda vagamente il mancato ringraziamento verso un organo che ha operato nel Foscamun e che ha contribuito a far conoscere agli studenti stranieri come pensa il Foscarini. A voi no? Vi ringrazio (io sì che lo faccio) per la vostra attenzione, e vi ricordo affettuosamente che il Lanx, noi tutti della redazione, vi siamo sempre vicini, pronti a scrivere per voi e ad aiutarvi a riflettere, ad alzare la testa e a ribellarvi. Anche se verremo trattati come se non esistessimo, noi comunque faremo sentire la nostra voce e le nostre parole sempre.

LA TRISTE STORIA DEI PAGGI

rappresentante di una nazione, e sono sicura che un minimo d’educazione e rispetto vostra madre ve l’abbia insegnato. Meglio che la frustrazione quotidiana la scarichiate su qualcos’altro.

(E DI ALTRI POVERI CRISTI E DEI LORO AGUZZINI)

Ho intervistato singoli paggi e da tutti ho raccolto episodi di grave scortesia: un delegato che dà dell’idiota ad un ragazzo perché non gli aveva abbassato la tapparella; un altro dalla scrittura oggettivamente orrenda, che usa lo stesso bigliettino più volte, che si lamenta per le consegne errate e così via. E non parliamo di come sono stati preparati i miserabili paggi: se l’anno scorso partecipavano alle prove delle commissioni e sapevano esattamente cosa fare, quest’anno invece si sono ritrovati impreparati, ignorando perfino la natura del loro stesso compito. Mi è giunta voce di uno che non sapeva a che servissero i biglietti ed invece di passarli li buttava nel cestino. Sarà ora che decidiate una buona volta di sporcarvi le mani per i vostri schiavetti invece di occuparvi solo dell’abito del Gala e le fotine di gruppo in giacca e cravatta.

E anche questo Foscamun è terminato. Il Foscamun, il fiore all’occhiello del Foscarini, il trionfo dell’organizzazione e della serietà, un giubileo internazionale dove i delegati, coi loro teneri accenti italiani, combattono in inglese (e da quest’anno anche in francese) per l’armonia e la pace nel mondo con virtuosità e passione. Un bello spettacolino, ricalcando le parole del sindaco, le cui fondamenta sono però costruite sulla melma. Difatti, se il Foscamun celebra l’ordine, l’efficienza e l’eleganza, non si può dire lo stesso del suo staff, specialmente dei paggi: del resto, come possono essere ordinati, efficienti ed eleganti se tutti quanti si angustiano più per il Gala e per le borsette di tela che per il controllo degli usher? Bisogna ricordare che i grandi delegati arrancano tutti sui sedici anni e che tanta responsabilità può forse dare alla testa ad un adolescente brufoloso in preda agli ormoni, eppure non credo giustifichi tanta arroganza. Schioccare le dita e gettare un biglietto ad un paggio come un cane senza nemmeno guardarlo non è un comportamento da

Forse si dovrebbe creare il WWF per i paggi. Lentante

4


OPINIONI

Il piacere di conoscere Ed

lelo alla fede, intellettuale e coincidente con la grazia di Dio. Concentrandosi sull’etica epicurea, apparentemente somigliante all’idea attuale di felicità, colonna, portante dell’esistenza, vengono scissi il piacere cinetico, istantaneo appagamento dei sensi, che, momentaneo, lascia il corpo insoddisfatto; al piacere catastematico (statico), durevole benessere dell’anima, accontentata da ciò che l’universo le offre, senza desideri aggiuntivi e senza beni non si presenta l’angoscia e il dolore di perderli lasciando l’uomo in uno stato di perpetua gioia di vivere e coesistere in ogni secondo senza timore dell’avvenire. Epicuro insegna nella seconda metà del IV secolo a.C. un’analogia del “carpe diem”, quest’ultima citazione di Orazio (poeta latino), la quale non va confusa con la ricerca del piacere ma del godimento dei beni disposti. Quindi, seppur avendo vita parallela al “cogli l’attimo” indicando anch’essa l’efficacia della felicità dell’accontentarsi, la filosofia epicurea indica il piacere nell’assenza di desideri superflui, mentre Orazio non ritiene debba essere ricercato. La differenza fondamentale sta nella visione delle due parti: Orazio vede il piacere come peccato, l’Epicureismo come felicità. In entrambe però, il piacere fisico viene condannato e non delineato come indicatore di gioia. Diversamente, il panorama moderno fa coincidere il piacere transeunte ricorrente con una vita soddisfacente, abbandonando lo spirito di abbandono dei desideri. In conclusione se gli ascoltatori di Ed Sheeran fossero dei seguaci di Epicuro non dovrebbe neanche sfiorare loro l’idea di poter desiderare di incontrarlo, ma sfortunatamente la società li induce a considerare piacere il desiderio. Ma non disperare. A tutti gli adolescenti depressi e frustrati per la mancata presenza al concerto: non preoccupatevi, il piacere nel conoscere Ed porta alla felicità solo se raggiungibile. Grazie Epicuro.

Ed Sheeran, artista pop di rilevanza internazionale, ha tenuto i suoi due concerti in Italia per l’uscita del nuovo album. Parteciparvi avrebbe potuto infondere un piacere psichico tradotto anche come gioia per molti. Ma se mettessimo un fan davanti alla decisione di godere della poesia della sua musica da casa opposta a poter avere un contatto fisico con l’autore, la risposta potrebbe risultare scontata. Sebbene un cantante non sia l’esempio più brillante che si possa fare, viene da interrogarsi se un momento mentalmente idilliaco possa essere interpretato meno agognato del desiderio di piacere carnale irraggiungibile. Attualmente l’appagamento di psiche e corpo sono nettamente separati ma considerati componenti fondamentali della visione moderna, si potrebbe dire rappresentino insieme l’apice dell’esistenza, vicino alla felicità, contando però il piacere fisico come benessere, salute. Ma la “felicità” è rientrata ed essere contemplata nella vita terrena umana sono dal Rinascimento, in quanto il Cristianesimo, a partire dal Medioevo, bandì interamente e condannò il piacere terreno promuovendo una realtà di dolore per un futuro di eterna beatitudine, associandolo in tutte le sue forme al peccato che avrebbe sbarrato le porte del Paradiso e spalancato le fauci dell’Inferno. Sebbene tuttora la Chiesa cristiana ripudi il peccato, ha abbandonato in gran parte la campagna per una morte beata in cambio di una vita magra. In epoca classica si distinguono tre scuole di pensiero, esse si toccano in alcuni punti sovrapponendosi, sono lo Stoicismo, l’Epicureismo e la scuola Cinica. La prima non vede rapporto del piacere (o del dolore) con il benessere dell’individuo, esso infatti promuove il disinteresse e lo priva di ogni valore. Al contrario, l’Epicureismo mette in rilevanza il piacere traducendolo come aponia, assenza di dolore, che ricade sull’autosufficienza; la soppressione dei desideri da cui si è dipendenti induce felicità, ricercata nella filosofia, sconsigliate le relazioni sociali come la politica, portatrice di turbamenti e opposta all’amicizia, un valore nobile. Infine il Cinismo evidenzia il legame tra dolore e piacere, incentrato sull’eccessivo attaccamento ai beni materiali. Non va tralasciata la visione platonica, per certi tratti simile a quella cristiana, di un piacere astratto paral-

Annalena Cerato

5

Eleonora Tonello


CULTURA

VETERES QVAESTIONES

DE QVIBVS EX GRAVISSVMIS EXISTVMO

Parturivit Papa! Il Cristianesimo si è rivelato, nel corso del Medioevo, una religione eccezionalmente timorosa dei cambiamenti e spaventosamente spietata contro le (giudicate) minacce. Sempre la Chiesa ha agito �inalizzata all’autoconservazione ricorrendo ai più bui e sanguinosi ammonimenti. Galileo Galilei costretto ad abiurare, Giordano Bruno bruciato sul rogo, così Giovanna D’Arco, il Catarismo devastato. Ma quelle minacce si dividono in due categorie: quelle estirpabili con la forza e quelle talmente subdole da risultare perniciosamente invisibili. Il 17 luglio 855, alla morte di Papa Leone IV, un monaco di origini inglesi fu vestito dell’ermellino, gli si porse la ferula e lo si incoronò con la tiara, sedette in�ine sul magni�ico trono di por�ido rosso e udì il suo nome fuggire in coro dalle bocche dei fedeli accalcati fuori: Ioannes – Giovanni. Papa Giovanni VIII restò in carica per tre anni e non ci sono rimaste molte fonti che descrivano il suo operato come ponte�ice. Di lui, quindi, abbiamo notizie pressocché inesistenti e incerte. Sull’ultimo giorno del suo papato però tutti concordano. Un’evento mirabile e degno di essere ricordato nei secoli avvenire, di essere inserito nelle cronache e negli annali. Durante la processione pasquale la folla benedicente si strinse troppo attorno al cavallo che trasportava il ponte�ice, imbizzarritosi, lo disarcionò. Il Papa, illeso, fu subito soccorso ma il sangue già impregnava la veste. Ad un tratto si sentì un vagito provenire dalle sue membra e, sco-

6

stato il mantello, videro un neonato. “Al miracolo! Il Papa ha partorito!” Non si sentirono queste parole, però, dai fedeli. Anzi, avendo argutamente intuita la verità, adirati si avventarono su Giovanna che fu trascinata per la città e lapidata. Quella via fu evitata da allora da ogni corteo e vi fu af�issa la frase Petre Pater Patrum Papissa Pandito Partum – Pietro, padre dei padri, preconizza il parto della papessa. Importanti provvedimenti vennero subito presi e anche precauzioni valide per il futuro. Fu cancellato il suo nome da ogni cronaca e levata ogni traccia di quella rea femminilità che aveva fatto irruenza nelle sante stanze. Venne inoltre prodotto un trono di marmo provvisto di un foro nella seduta, su cui era fatto sedere ogni papa prima dell’annunciazione; «allo scopo di dimostrare il suo valore, i suoi testicoli e la sua verga vengono tastati dai presenti più giovani, come testimonianza del suo sesso maschile.» (Felix Hamerlin, De nobilitate et rusticitate Dialogus, ca. 1490). Giovanna proveniva dall’Inghilterra, di qui il suo soprannome Anglicus, e, innamoratasi di un giovane studente, lo seguì a Magonza, dove, travestita da uomo, studiò teologia. Presto il suo nome divenne rinomato in questo campo e i suoi studi la portarono ad Atene e a Roma. Qui ingannò la curia e attraverso degli attenti sotterfugi divenne successore di Papa Leone IV. Non rinunciò mai al suo amante, neanche all’interno delle sue stanze, dove avvenne il concepimento.


POESIA

VERBA VOLANT

Questa vicenda leggendaria proviene probabilmente dall’immaginario medioevale della donna come manifestazione essenzialmente diabolica e tentatrice che è addirittura arrivata a penetrare nella Santa Sede, il luogo più vicino a Dio in Terra.

IPAZIO

La pace della libertà Guarda lo spiraglio di luce, osserva la libertà, immaginala, non lasciarla. Concentrati sulla luce, il buio è troppo e soffoca. Respira l’aria esterna, sentine il calore, l’amore del bacio del Sole. Guarda il profondo campo verde, anche se non si vede, il Sole troppo acceca. Senti il batter d’ali della libertà, il sono della natura. Ascolta lo spiraglio d’aria sulla faccia, il freddo della libertà.

attraversa le nuvole, può andar dove vuole veloce come un razzo, come del prestigiatore il mazzo. Guarda la pace del ciel, che non si vede, percepisci la pace della libertà. Fasullo, ma vero. Quella scia di cielo…

Ciò che si perde Il tempo scorre, scorre in fretta, non so come, che disdetta!

Dimenticati delle ansie che diventano paure, guarda ciò che non puoi guardare. Pensa alla pace del mare. Non scordare ciò che puoi sognare. Ascolta il ticchettio del tempo nullo, in fondo alla terra nessun ti sente.

Se era uno, adesso son due secondi. E non parliamo dei nanosecondi, non son secondi a nessuno in quanto velocità. Momento dopo momento tutto si sussegue. E i secondi trascorsi a leggermi sono già andati, perduti!

Le serpi dell’ansia s’aggroviglian al collo. Puoi respirar sol attraverso quella sottil fessura, la luce che ti rende una minima parte un’aquila che vola,

Ma allora, che ci rimane se i momenti scompaiono uno dopo l’altro? Solo il ricordo, la memoria di quell’attimo di vita.

7

In una epoca durante la quale l'omosessualità è stata accettata quasi globalmente, sentir affermare da un giornale che nella propria scuola ci sia stato un caso di omofobia con la stessa disinvoltura con cui ci si serve per le notizie di cronaca, qualsiasi essa sia, è agghiacciante, specie se nell'articolo contestato si scrisse che, a seguito del Foscamun, la nostra scuola avrebbe dovuto celebrare l'unione, il rispetto e l'accettazione delle diversità presenti variegate nel mondo. Tutta la severità con la quale viene scritto l'articolo gazzettinianeo è inammissibile, sia per la durezza che per l'inconsistenza dello stesso, dato che furono scritte cose poco veritiere ed esagerate, smentite dal rettore con un comunicato stampa, affermando che il colpevole non fu effettivamente individuato a seguito del fatto dal corpo docenti, affermazione che presupponeva l'appartenenza del creatore dei volantini irrispettosi a questo istituto. Come al solito, pur di vendere, i giornali mentono. Schifosa prassi. La risposta dei foscariniani a quel volantino rinvenuto però è stata eccellente, questo è da notare e sottolineare, cosa non fatta però dagli stessi giornali che per un giorno si sono calati nella parte di riviste scandalistiche. Hanno tirato su una bufera sul nulla, smontata come già detto dal rettore. Il fatto è grave ed è ancora più grave che non ci sia ancora la dovuta chiarezza, ritorno ad elogiare quindi noi studenti quindi affermando nuovamente che la presa di posizione contro il volantino è stata fulminea ed evidente.

Piero Pes

Sallustio


IPSE DIXIT

Quantunque molti motivi s’abbiano a dubitare che a questa prima nota inviata dal dirigente alla liceal efemeride altre ne seguano, pur tuttavia ciò non vieta di fornire alla nota istessa un titolo generale, quasi avess’essa a divenire la prima escita di una rubrica stabilmente costì ospitata. Tanto più in quanto, il general titolo, più d’un argomento arrechi seco di diletto! Ma quale dunque sarà siffatto titolo? E’ presto detto: Amministrazione Traspirante …che qualora poi s’avvertisse il bisogno d’aggiungere a tal titolo una spiega, eccola pronta. E’ ormai a tutti noto che il rettore, nei giorni in cui il suo ritmo ebdomadario non lo porta a sceriffare in altro loco, finisce con il trattenersi fino a sera nei foscariniani locali. Ciò rende l’infelice creatura alquanto dubitosa – self conscious, avrebbero verisimilmente a dire gl’Angli – su quanto gradevole, in assenza di docce o altri moderni ritrovati, possa risultar la sua vicinanza a chi l’appropinquasse in ora tarda. Evvi tuttavia, ulteriore a questa squisitamente metonimica, una lectio difficilior (ché, se non fosse, che vi faremmo studiar a fare?), per cui Amministrazione Traspirante è irriverente sbarleffo ad un contemporaneo mito, moderna incarnazione del Panopticon o delle utopie architettoniche tatliniane, per cui sempre e comunque, e vieppiù crescentemente e con inacerbato vigore, s’abbia a perseguir la Trasparenza. Dell’amministrazione, in primis, da cui appunto gli obblighi dell’”Amministrazione trasparente”, dilemma e cruccio dell’intera dirigenzial categoria (ma dello scrivente, certo, più che d’altri). In nome di questo mito oggidì si vuol lo sguardo di chiunque senza intoppo penetri pareti, a osservar da vicino fin ogni minuzia dell’agire di chi siede poltrona. E sia pur, questo “chiunque”, pensionato annoiato dalla sempiterna occupazione dell’osservar cantieri, vani ed irrichiesti adducendo diuturni consigli, piuttosto che appartenente ad una qualsivoglia categoria di livorosi tra quante abbellan ormai l’itala terra. A questa apoteosi del voyeurismo, contrapponiamo dunque la volontà dell’amministrazione (qui, per la funzione, da me indegnamente rappresentata), di “traspirare”, nel senso di invertire il senso unico de lo sguardo indagatore, facendo filtrar all’esterno qualcosa che ne testifichi – di lei, l’amministrazione - l’appartenenza alla classe de’viventi, se non alla famiglia delli umani1. Amministrazione traspirante – 1 (?) Il verbale del CdA del Convitto2, come dovrebbe essere. [omissis] … Si viene dunque ad esaminare la richiesta del Rettore di approvare una seconda maggiorazione delle spese correnti, richiesta che porta i consiglieri Rossi e Gaudio ad esprimere i loro dubbi sulla sostenibilità del bilancio. Fissando un punto nel vuoto, casualmente coincidente con una crepa nel muro di cui mai ha avuto il tempo di appurare eventuali implicazioni a carico della statica dell’edificio, il Rettore ribatte con entusiasmo: Io t’amo o pia cicala e un trillargento ci spàffera nel cuor la tua canzona. Canta cicala frìnfera nel vento: E gnacche alla formica ammucchiarona! Che vuole la formica con quell’umbe da mòghera burbiosa? È vero, arzìa per tutto il giorno, e tràmiga e cucumbe col capo chino in mogna micrargìa. Verrà l’inverno sì, verrà il mordese No, veramente, vien da chiedersi, fin dove arriverà questo culto della trasparenza? Pure, non è chi non inorridirebbe all’ipotesi che venissimo tutti dotati un giorno di pareti addominali translucide, tali da consentire a chi ci sta dinnanzi d’osservar nei dettagli il traffico e l’anderivieni intestinale! Che c’entra, mi si dirà, quelle son cose private: si parla ora invece di ciò che si fa con i danari del popolo. Perché quanto si move per l’apparato digerente del borghese, invece? Ma qui fermarsi è uopo, che già troppo avanti si trascorse.

1

Le persone citate nel seguito sono persone reali. Il ruolo che senza loro colpa li si fa giocare nel testo è invece arbitraria deformazione dell’autore.

2

8


OPINIONI

verranno tante gosce aggramerine, ma intanto il sole schìcchera giglese e sgnèllida tra cròndale velvine. Canta cicala, càntera in manfrore, il mezzogiorno zàmpiga e leona. Canta cicala in zìlleri d’amore: E gnacche alla formica ammucchiarona! Un veloce scambio d’occhiate tra i presenti testimonia come più d’uno abbia creduto leggere, sotto le spoglie della formica, un’implicita cripto-critica all’amministrazione lodevolmente accorta del precedente rettore dott. Secci, come sempre presente alla riunione. Temendo tuttavia che una richiesta di spiegazioni possa inopinatamente portare il dirigente a nuove poetiche esternazioni, il consiglio approva lo stanziamento e passa tosto ad esaminare il successivo punto all’OdG, denominato “s’èffatta’naccerta”. Mentre i consiglieri s’avviano, non si saprebbe dir se più confortati dal riaccostarsi alla magione o all’usata logica, la sola prof.ssa Populin, in quanto unica sottoposta al potere sceriffesco del dirigente, si trattiene, mentre la luce scema, a godere di una tirata dello stesso sull’insostituibilità e unicità del Fosco Maraini nel canone letterario italiano, e sulla necessità, che ne consegue, se non di conformare la propria azione all’insegnamento del Maestro, come ha or ora mostrato, quanto meno di esercitar gli studenti nella puntuale parafrasi de La gnosi delle Fanfole (1994)3, nella certezza che – se non subito, quanto prima - la prima prova d’esame verterà su questo autore. A nulla valgono le sommesse proteste della malcapitata: “Io, lei si ricorda che insegno Storia dell’Arte?”.

Massimo Zane 3

Da cui il testo precedente.

AMBURGO

di Carlotta Medić

Ci si può perdere davvero in una città? O meglio, si può riuscire ad entrare in sintonia con lo spirito di un città? È una di quelle sensazioni complesse da descrivere, non è amore, non è felicità, ne tristezza, ne meraviglia è semplicemente l’indistinto. Può essere tutto come può essere niente. Quante volte ci è capitato di pensare “Magari poter ritornare lì!”? Forse troppe. Ma la vera domanda è: perché lo desideriamo così tanto? È per il senso di libertà o di spensieratezza che abbiamo provato, oppure, è molto più di questo? Trovare la propria città è una ricerca, una continua peregrinazione è l’essere capiti da qualcosa di apparentemente indeterminato. Uscire, camminare, perdersi, ma senza angoscia o timore di essere esaminati minuziosamente. Sulla base di queste considerazioni l’unica città che mi viene in mente è lei: Amburgo.

9

Un senso di libertà avvolge questa città. …È la Germania del nord, è il porto sul fiume Elba, è la neve all’arrivo e il sole al ritorno. Amburgo è salsicce e uova strapazzate a colazione, è la “birra tedesca”. Amburgo è trasgressione, è eleganza e romanticismo, è umiltà. Amburgo è gentrificazione, ma è anche resistenza alla gentrificazione. Amburgo è i quartieri per tutti, è spirito di rivoluzione, è street art, è interpretazione. Amburgo è gli artisti di strada, è la “polizei” in metro, è il semaforo con il countdown, è la freddezza e la cortesia, è l’artigiano che vagabonda. Amburgo è il museo delle storie, è i gabbiani in riva al fiume, è il suono del violino, è i grandi parchi, è i volontari della stazione. Amburgo è futuro, è ispirazione, è entusiasmo. E io ne sono stata completamente assorbita. Forse è questo in fondo trovare la propria città. Piccoli particolari, tasselli che completano un’immagine. L’immagine di se stessi o almeno un bozza di quello che potrebbe essere. Questo è stato. Trovare la propria prospettiva, la propria angolazione ovunque noi ci troviamo è la chiave e fidatevi, quando la trovi, lo senti.


OPINIONI

Risposta a Sallustio “Al mondo una cosa è fondamentale ed essenziale […] Sto parlando del rispe�o” così iniziava l’ar�colo del Nostro s�ma�ssimo Samuele pubblicato nel Lanx-Speciale Autoges�one 2017, e proprio di rispe�o tra�a questo mio ar�colo. Preme�endo che non sono un giornalista del Lanx e che non ho dimes�chezza nel scrivere ar�coli di giornale, cercherò di essere meno sgramma�cato e confusionale possibile. Dove eravamo rimas�? Ah già! Il Rispe�o. Proprio quel Rispe�o che nell’ar�colo dello “Speciale Autoges�one” è venuto a mancare proprio da parte dello stesso autore che lo pretendeva. Ora non voglio essere qui a difendermi dalle offese,velate e non, di cui sono stato bersaglio insieme a tu�a la Rappresentanza, o meglio qualche appunto forse lo farò anche, ma ora voglio concentrarmi principalmente sulla ques�one “SICUREZZA” �rata in ballo proprio dal Nostro Sallus�o (bellissimo e curioso nome d’arte). Mi sento in qualche modo �rato in causa visto che tu�a la sicurezza la ges�vo io, tu�e le cose che hanno egregiamente fa�o in quei giorni sono state di fa�o Nostre disposizioni, a par�re dal semplice controllo delle entrate per esempio. Ma veniamo al nocciolo del discorso: “[…] la sicurezza, composta essenzialmente da nullafacen� esagita� convin� di poter essere considera� divini perché provvis� di un cartellino”… Queste sono state le righe conclusive dell’ar�colo. Ora dare dei “nullafacen�” a ragazzi che personalmente ho ringraziato visto che TUTTI, nessuno escluso, si sono impegna� e si sono messi in gioco è stata una cosa poco carina. Erano meno di 30 e sono riusci� ad o�enere un clima di ordine all’interno dell’is�tuto che in nessun’altra autoges�one del Foscarini si era mai visto. Personalmente sono fiero di tu� loro. Ognuno è stato importante per la buona riuscita dell’Autoges�one. Quest’ul�ma poi può anche non essere piaciuta, non lo me�o in dubbio, come non me�o in dubbio di stare an�pa�co a più di qualcuno, però non penso sia corre�o sminuire il lavoro di persone che si sono impegnate per organizzare quell’evento e definirla “misera autoges�one” è irrispe�oso sia nei nostri confron� sia nei confron� dei ragazzi e dei conferenzieri che hanno tenuto gruppi e conferenze. Tornando al filo condu�ore di queste mie righe vorrei sapere che �po di mancanze di rispe�o avranno mai

subito i giornalis� del Lanx: Sono forse sta� imprigiona� in qualche angusta cella? Sono sta� bersaglio di ingiurie diffaman� sul loro lavoro? Sono sta� sevizia� o tortura�? Sicuramente no, visto che siamo in democrazia e ques� episodi non accadono all’interno del nostro amato Liceo. Probabilmente sono sta� ferma� dai ragazzi della sicurezza visto che volevano entrare all’Europeo, questo è un dato certo. Come da accordi presi con i Dire�ori del Lanx, che ringrazio per aver pubblicato il mio ar�colo, i Giornalis� muni� anche loro di cartellino (N.B.come i ragazzi della sicurezza) potevano gironzolare per tu�o il liceo per le loro interviste indisturba�. Questo meccanismo funzionò prevalentemente nella giornata di Venerdì 24. In seguito a vari problemi emersi nel primo giorno di Autoges�one, tra Rappresentan� si era deciso di comune accordo di limitare l’accesso all’Europeo solo ed esclusivamente ai Rappresentan� di classe e al quinto anno(per sole ragioni di sicurezza). Avevo avvisato la famigerata SICUREZZA di questo, e visto che come si scrive nell’ar�colo: “Non s�amo agli ordini di qualche rappresentante di is�tuto la cui testa evidentemente è stata assente[…]” è vero come Lanx non siete sogge� ai Rappresentan� di Is�tuto e come non prendente ordini da noi, Voi non ricevete nemmeno le Nostre comunicazioni di servizio non essendo inquadra� nel “Nostro” personale o meglio, nel personale degli studen� tu�.(De�o sinceramente: vi avevamo avvisa� lo stesso con il Post nel gruppo Facebook). Questo vostro “disagio” si è creato solamente in alcuni archi della giornata per esempio le ricreazioni, e a questo punto Voi che insistentemente volevate entrare all’Europeo sfoggiando il vostro cartellino e di conseguenza considerandovi dei “divini” (vedi riferimento in alto) non vi siete messi sullo stesso piano dei ragazzi della sicurezza che voi tanto contestate? Il rispe�o, come ci scrive “Sallus�o”, è venuto a mancare da parte di noi Rappresentan�, io in questo ar�colo parlo per quel che mi riguarda: gli unici commen� che posso aver fa�o al personale del Lanx non mi sono mai sembra� offensivi anzi, lodavo per l’appunto il Vostro lavoro che in una scuola come la nostra serve assai, e ricordo benissimo che chiesi personalmente all’autore dell’ar�colo di andare ad assistere alla conferenza stampa del Foscamun la quale è stata descri�a con le parole “Niente di nuovo, sempre la solita faccenda.” Ricordo inoltre che i Reda�ori del Lanx non essendo giustamente nostri “schiavi” potevano benissimo rifiutare l’offerta e con�nuare il loro

10


GIUOCHI

nobile mes�ere, probabilmente sono stato troppo ingenuo io a pensare che l’idea di assistere alla conferenza stampa del MUN potesse interessarvi, scusatemi. Ed eccoci qua, la parte che mi riguarda più da vicino: “Per quanto possa comprendere che l’uomo quando sale di qualche gradino sulla scala gerarchica cominci a pensare di essere un dio, non deve assolutamente mancare di questa cosa tanto essenziale e fondamentale. Sto parlando del rispe�o.” E “Non s�amo agli ordini di qualche rappresentante di is�tuto la cui testa evidentemente è stata assente durante questa misera autoges�one” e inoltre “Essere presi per il sedere da qualche omino incrava�ato non si addice a nessuno.” Io sono Elia Be�n, non mi considero né un dio né un divino né un super uomo. Ci tengo a precisarlo che sono una persona normale: il classico studente che non eccelle nelle materie, che non ha tu�a la fortuna che alcuni di voi hanno, non sono bello e sono pure sfigato in amore, insomma non mi considero di certo superiore. L’a�eggiamento che ho avuto e me ne rendo conto è stato le�o forse in maniera errata da alcuni di voi, durante l’Autoges�one non sono più l’Elia che fa lo stupido e lascia correre alcune cose, in quel momento sono Rappresentante d’Is�tuto ed in quanto Rappresentante ho delle responsabilità, se vedo qualcosa che non va lo dico, mi arrabbio e quella cosa XY non deve più accadere, visto che io ci me�o la faccia in quel che faccio, come del resto anche gli altri Rappresentan�. E posso dire una cosa sicura: in quei giorni la mia testa era concentrata in quel che facevo. Non ero assolutamente gasato come non erano esalta� i ragazzi della sicurezza. De�o ciò alcuni giorni fa io,Samuele e i dire�ori del Lanx abbiamo parlato e ci siamo chiari�. Voglio ribadire che al di là dell’ar�colo che a mio parere (per quanto possa valere la mia opinione) Samuele è un o�mo reda�ore e scrive sicuramente molto meglio di me, mi ha fa�o piacere da un lato ricevere le sue cri�che, ha avuto il coraggio di scrivere ciò che pensava e di dire ciò che per lui e per loro (gli altri reda�ori Lanx) non gli era andato bene, magari sbagliando il tono, ma si è fa�o avan� ed è per questo un esempio da ammirare. L’ar�colo è per vostra fortuna giunto alla fine. Non concluderò con “SI VIS PACEM, PARA BELLUM” ma con una frase meno legata alla guerra: QUOD SCRIPSI, SCRIPSI (E con questo mi aggiudico un 9 in la�no) Elia Be�n

11

▲ facile - difficile ▼


oroscopo

by P&P

ARIETE Per te in questo mese c'è aria di grandi cambiamenti che riguardano la sfera lavorativa e per i single nuovi incontri intriganti. Preparati perché nell'uovo di Pasqua troverai il Pulcino Pio! Amore ++++ TORO Fai ordine tra le tue priorità in questo mese. Sarà necessario tagliare il superfluo e chiarire questioni sentimentali in sospeso. Nell'uovo troverai una sorpresina della Kinder! Amore ++ GEMELLI Sarai protagonista di una vera e propria rinascita che ti permetterà di concentrarti su ciò che ti entusiasma. Nuovi contatti preziosi! Nel tuo uovo di Pasqua troverai un gioiello di cioccolata! Amore ++ CANCRO Sarà un periodo di grande salita. Tieni duro e tira fuori il tuo spirito combattivo davanti a tensioni sia di tipo lavorativo che professionali. Il tuo uovo di Pasqua conterrà la carota per il coniglio Bugs Bunny! Amore + LEONE Prosegue il tuo anno d'oro essendo protetto da pianeti positivi. Sul fronte amoroso ci saranno ottimi risvolti! È il tempo di ruggire. Nel tuo uovo di Pasqua troverai una criniera dorata da indossare. Amore ++++ VERGINE É il momento di seminare per poi raccogliere i frutti meravigliosi in autunno. In amore è meglio aspettare qualche mese. Il tuo uovo di Pasqua sarà colmo di baci perugina! Amore +

BILANCIA Sei il segno più favorito del mese e da Giugno inizierà una strepitosa ascesa. Prepara il terreno per raccogliere frutti futuri! Sarà golosissimo il tuo uovo di Pasqua contenente il coniglio Bugs Bunny per gli amici del segno cancro! Amore +++ SCORPIONE Arrivi da mesi pesanti, ma il peggio è passato! Gli incontri speciali arriveranno a primavera inoltrata. Aprile sarà la tua risalita! Golosissimo sarà l'uovo di Pasqua pieno di confetti rosa Amore +++ SAGITTARIO Bene il lavoro in questo mese. Continuerai a migliorare, ma attenzione a non trascurare il partner (se c'è) Il tuo uovo di Pasqua sarà pieno di galline canterine. Amore + CAPRICORNO Sarà un mese di tregua in cui sarà possibile fare il punto della situazione. Prudenza in amore! Pronto ad un uovo di Pasqua stracolmo di mangime per i pulcini dell'Ariete. Amore ++ ACQUARIO Sei pieno di creatività ed è ora di trovare il tuo genio nascosto. Ad aprile ci saranno anche novità in amore. Carpe diem! Il tuo uovo conterrà... semplicemente altre uova! Amore ++++ PESCI Ti aspetta un mese caratterizzato da dubbi e incertezze, ma devi tenere duro e non perderti d'animo perché i risultati si vedranno in autunno. Sarai l'unico a ricevere un uovo gigante pieno di Nutella! Amore +


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.