Buone azioni per Paestum

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FOTO: © willaert/ flickr

primopiano

buone azioni per paestum È partita “Paestumanità”, la campagna d’azionariato popolare di Legambiente per salvare il sito Unesco dall’assedio dei privati. Con 50 euro ciascuno di Valentina Del Pizzo

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omprare per salvaguardare”. È questo lo slogan di Paestumanità, la campagna d’azionariato popolare lanciato da Legambiente per riconsegnare alla collettività i terreni privati all’interno dell’area archeologica di Poseidonia-Paestum, nel cuore della Magna Grecia, in provincia di Salerno. Una buona azione, del valore di 50 euro, è l’impegno che l’associazione chiede ai cittadini per rimediare alla paradossale eredità lasciata da decenni d’incuria sull’antica città. La

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La nuova ecologia / settembre 2012

colonia, fondata dai sibariti alla fine del VII secolo a.C. presso la foce del fiume Sele, e riconosciuta dall’Unesco patrimonio dell’Umanità nel 1998, ha conservato il perimetro murario della città, ma al suo interno ben 85 ettari su un totale di 120 d’estensione sono di proprietà privata. «Così il visitatore, per raggiungere la biglietteria del Parco archeologico, deve imboccare la strada borbonica che taglia dal 1829 l’anfiteatro romano in due parti (uno scempio che costò il posto all’ingegnere del re Francesco I di Borbone, il quale

non apprezzò l’opera, ndr), e passare fra lotti privati, costeggiati da baracche per i souvenir, un parcheggio, distese di granturco e mezzi agricoli», spiega Valerio Calabrese della segreteria di Legambiente Campania. «Legambiente crede molto in Paestumanità, e la lancia come campagna di punta per il tesseramento del 2013 – aggiunge Rossella Muroni, direttrice nazionale di Legambiente – perché la bellezza è un volano che può risollevare l’economia locale, e non solo. Per questo chiediamo a tutti i nostri circoli di abbracciare questo progetto: la risposta di un territorio per la salvaguardia della sua memoria storica». In tanti hanno già raccolto l’appello di Legambiente. Da Gianluigi Nuzzi a Gian Antonio Stella, da Giovanni De Luna a Gillo Dorfles, ad Andrea Camilleri. E ancora esponenti politici e persone “comuni” che hanno capito la carica rivoluzionaria di un progetto che vuole restituire unità a un contesto che l’ha perduta. «Da piccolo avevo degli amici di famiglia che vivevano a Gromola, e mi capitava di andare in giro intorno ai templi di Paestum come se fosse l’autoscontro – ricorda Vinicio Capossela, che ad aprile ha dichiarato la propria adesione a Paestumanità – Però, anche se è comodo avere una bella strada che taglia in mezzo un anfiteatro antico, forse è meglio farla da parte. Sicuramente i templi parlano, così come il mare – continua il musicista – Bisognerebbe soltan-


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to fare un po’ di silenzio e stare ad ascoltarli. Certo, finché si è oberati di frastuono inutile non si faranno sentire: ci vogliono spazio e silenzio interiore, che non sono cose difficili da trovare, perché li abbiamo tutti». L’adesione consiste, come detto, nel compimento di una “buona azione” dal valore di 50 euro. Comprandola si entra a far parte di una rete di sostenitori che riconoscono nel sito di Paestum un bene dell’Umanità, e che vogliono partecipare alla sua tutela e valorizzazione, tanto più che i tagli alle soprintendenze – progressivi negli ultimi vent’anni, a prescindere dalla crisi insomma – e la farraginosa burocrazia contribuiscono al dilagare del degrado. Aggravato dallo scempio edilizio. Neanche una legge del 1957, voluta dal senatore Umberto Zanotti Bianco e tuttora in vigore, che vietava l’edificazione entro l’area di un chilometro dal perimetro delle mura, ha frenato l’abusivismo: sono circa tremila le case abusive tra la Porta Marina e il litorale. Uno spargimento di cemento che ha contribuito a isolare l’antica colonia greca, negandole la prospettiva che le dava, in quanto città-stato, il legame con il suo porto e il suo mare. Un patrimonio che è giunto il momento di recuperare. n

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In alto a sinistra, un gruppo di giovanissimi di Legambiente in visita al tempio, sotto alcuni mezzi agricoli nell’area archeologica. Qui sopra, Valerio Calabrese della segreteria di Legambiente Campania

Volontari di cuore

Dal 28 al 30 settembre tornano le giornate di “Puliamo il mondo”

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e il tuo indice di coinvolgimento ambientale è pari a zero (prova a calcolarlo su www.chissenefregadellambiente. com) allora è tempo di rimboccarsi le maniche e fare un po’ di pulizia nel tuo territorio. Da 20 anni sono migliaia i volontari che “armati” di guanti e sacchi neri si sfidano per Puliamo il mondo, il più grande appuntamento internazionale di volontariato ambientale, in Italia promosso da Legambiente. L’anno scorso oltre 700mila volontari si sono attivati in 1.600 comuni per ripulire strade, piazze, parchi e sponde dei fiumi di 4.500 località: oltre 70.000 sacchi riempiti con ogni genere di spazzatura e 200 container di rifiuti ingombranti. «Quest’anno con Puliamo il mondo saremo anche a Paestum – spiega Andrea Poggio, vice direttore di Legambiente – Il degrado nell’area archeologica è grave: rifiuti abbandonati, atti di vandalismo e scavi mai completati. Legambiente sta portando avanti una campagna per la tutela ambientale del sito, dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’umanità. Chissà che sotto tanto pattume, grazie ai volontari, non si riscopra la bellezza di questo luogo unico al mondo». Quest’anno l’iniziativa parte il 28 settembre per terminare il 30: un lungo week end in cui “strani esseri” vestiti di giallo – pettorina e cappellino giallo di Legambiente – saranno al lavoro per ripulire dai rifiuti spiagge, grotte, strade, rive di fiumi e anfratti di città dove il cittadino incivile butta di tutto: lavatrici, sacchetti della spesa, scheletri di motorini bruciati, pneumatici, mobili e sostanze non meglio identificate. A Venezia grazie all’adesione dell’amministrazione comunale i sub ripuliranno il Canal Grande, al III municipio di Roma i volontari del Cigno penseranno invece alla pulizia di Villa Torlonia, in Lombardia studenti e volontari

FOTO: © mereghetti/ agf

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si daranno da fare lungo i corsi d’acqua, in particolare a BozzenteLura e Lambro, dove le sponde del fiume omonimo sono in forte stato di degrado. Anche le aziende scendono in campo: 50 dipendenti della Findus sabato 29 settembre puliranno la spiaggia di Capocotta, in provincia di Roma, in collaborazione con il circolo “Litorale romano” di Legambiente. La lista è arricchita dal Comune di Vigarano Mainarda, in provincia di Ferrara, che aderirà per il quinto anno consecutivo a Puliamo il mondo: un’adesione tutt’altro che scontata quella del 2012, alla luce del sisma che ha colpito l’EmiliaRomagna a fine maggio, che non ha risparmiato questo piccolo centro. La voglia di ripartire, assieme ai bambini delle scuole, anche attraverso la pulizia del parco Rodari e della ciclabile di via Rondone, è più forte delle difficoltà. La merenda di fine giornata sarà, quest’anno più degli altri, oltre che un momento di svago dopo il duro lavoro di pulizia e ripristino delle aree verdi, anche un modo per rinsaldare i legami all’interno di una comunità segnata dal dolore.

(Umberto Di Maria)

i www.puliamoilmondo.it

www.paestumanita.org settembre 2012 / La nuova ecologia

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