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17 ottobre 2009 - n. 36 - anno 57° -

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Giornata Missionaria Mondiale

Per comunicare il Vangelo

Le nazioni cammineranno alla sua luce

UNA FITTA RETE DI RELAZIONI

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l titolo del Messaggio del Papa per la Giornata Missionaria Mondiale di domenica 18 ottobre è tratto dal Libro dell’Apocalisse (21,24). È il Libro più universale, più escatologico e più drammatico di tutta la Bibbia e ben si presta a dare una lettura dei tempi moderni, così segnati dalla tensione tra individualismo e globalizzazione, tra presente e futuro, tra pace e conflitti di ogni genere. Anche a livello religioso e spirituale l’uomo di oggi è tentato di ripiegarsi e rinchiudersi in se stesso, nelle proprie chiese, moschee, pagode o sinagoghe; eppure è obbligato a confrontarsi quotidianamente con altre religioni, culture, tradizioni, filosofie di vita, spiritualità. Per la Chiesa e per il cristiano i tempi odierni offrono nuove ragioni ed urgenze per “continuare il servizio di Cristo al mondo” annunciando e testimoniando il suo Vangelo di vita integrale e di salvezza incarnata, universale e trascendente. Il Papa richiamando l’esempio di Paolo, l’Apostolo delle Genti, ricorda che “Dio ha un popolo numeroso in tutte le città percorse anche dagli apostoli di oggi”. Gli apostoli di oggi siamo tutti noi. In realtà basta uscire di casa, andare al mercato, a scuola o in ospedale, prendere l’auto o il treno, per convenire sulla possibilità e necessità di incontrare veramente, e non di schivare con lo sguardo, il volto di tante persone venute da lontano, non di rado originarie proprio di quei paesi dove lavorano i nostri stessi missionari. E i nostri missionari, gli oltre cento reggiani e guastallesi, sacerdoti, religiose, laici e laiche sparsi per il mondo, sono i primi a richiamarci e a ricordarci che le condizioni naturali e sociali di vita sempre più difficili nei paesi di missione sono la causa prima dell’esodo, spesso della fuga o dell’esilio volontario, di tante persone che vengono a cercare in Europa dignità, libertà, lavoro e pace. Ora, come i nostri missionari con sacrifici, a volte con gravi rischi per la vita, sono chiamati a incarnare “il Vangelo che è fermento di libertà e di progresso, di fraternità e di unità”, in paesi lontani e impoveriti, così noi, missionari nelle nostre ricche terre d’origine, siamo debitori dello stesso Vangelo a chi da lontano, spesso dopo interminabile calvario, viene a cercare vita e futuro in mezzo a noi e con noi. Tanto più che ancora oggi e per molto tempo ancora, noi beneficiamo di ciò che abbiamo loro sottratto, dai tempi delle colonie ai tempi, quelli odierni, delle multinazionali… “Le nazioni cammineranno alla sua luce”: quella luce può e deve portare tutti, ognuno partendo da se stesso, a guardare e a riconoscere con chiarezza le responsabilità passate e presenti, e le opportunità presenti e future. La missione è anche cammino di conversione, sempre!

don Emanuele Benatti

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Cattedrale, domenica 11 ottobre: il mandato agli operatori pastorali

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iturgia dai molti significati, quella di domenica 11 ottobre in Cattedrale: terzo appuntamento della Convocazione diocesana di avvio dell’anno pastorale, con la presentazione della Lettera ai Romani, il libro biblico di quest’anno, e la consegna del mandato agli operatori pastorali.

Medici cattolici

Il segno della rete e dei pesci (foto) sintetizza l’obiettivo primario di quest’anno: creare una rete di nuove e più autentiche relazioni dentro la Chiesa, per rendere più efficace l’annuncio del Vangelo nelle nostre terre.

Giornata nazionale Avo

Servizi alle pagine 10 e 11

Luzzara

Nella mattinata di sabato 24 ottobre nella sede dell’Ordine dei Medici di Reggio si terrà il convegno “Genetica: una scienza per la vita”

Volontari ospedalieri: tre giorni di iniziative per la Giornata nazionale e il 25° di attività a Reggio: si parte con il concerto del Coro Monte Cusna

Sabato 17 e domenica 18 ottobre gli eventi culminanti delle celebrazioni dedicate a Cesare Zavattini nel 20° anniversario della scomparsa

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Vita diocesana

17 ottobre 2009

VISITA PASTORALE

VICARIATO URBANO: ULTIME 25 PARROCCHIE

Visita Pastorale, siamo all’ultima fase In Ghiara ,venerdì 9 ottobre,si è tenuta laVeglia preparatoria

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nnunciata esattamente quattro mesi prima, nell’affollata riunione nel teatro parrocchiale di Sant’Agostino la sera del 9 giugno, la Veglia di apertura della seconda parte della Visita pastorale in Città - era la 14ª ed ultima da quando il Vescovo Caprioli ha iniziato le Visite pastorali il 25 ottobre 2001 - è iniziata nella Basilica della Ghiara con i posti riempiti neanche a metà, nonostante la presenza di molte religiose, e il bel “colpo d’occhio” che veniva dal presbiterio gremito di sacerdoti e diaconi. Erano convocate ben 25 parrocchie della Città - Zona del Centro storico, Zona Ovest (detta “di Pieve Modolena”) e Zona Nord - e le 4 del comune di Bagnolo: risultava perciò difficile capire il motivo di questa scarsa partecipazione.

VISITE PASTORALI Pubblichiamo il calendario delle Visite pastorali che concludono la Visita alle parrocchie del Vicariato urbano e, in generale, l'intera Visita pastorale alla Diocesi, iniziata il 25 ottobre 2001. 1. 16-17-18 ottobre: Parrocchia di S. Pietro con Casa della Carità di S. Girolamo; 2. 22-23-24-25 ottobre: Unità pastorali Santo Stefano-San Zenone, Duomo-San Prospero con Santa Teresa; 3. 30-31 ottobre -1° novembre: S. Agostino (con la Messa il 1° novembre al Cimitero monumentale per tutti i defunti; 4. 5-7-8 novembre: Parrocchia di S. Giacomo e Unità pastorale di S. Francesco - S. Nicolò.

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a Veglia, nonostante questo, è stata coinvolgente e suggestiva: ad esempio quando, al canto delle litanie dei Santi Patroni, sono stati accesi sulle balaustre, davanti all’immagine della Madonna di Reggio, la Vergine della Ghiara, più di 30 ceri. Notevole è stata l’animazione musicale e del canto, grazie a Primo Iotti, direttore del Coro San Francesco di Paola di Bagnolo, che è riuscito a costituire un coro interparrocchiale con rappresentanti di tutte le 3 Zone, affidando la direzione dell’assemblea a Claudia

Sopra: l'accensione dei ceri sulla balaustra dell'altare della B.V. della Ghiara. Sotto: il Vescovo consegna il sussidio della Lettera ai Romani ai parroci e sacerdoti del Vicariato urbano presenti alla Veglia.

Campo di Santo Stefano e la voce solista nelle litanie a Matteo Sassi di San Pio X. Solenni ed emozionanti sono stati gli interventi degli ottoni, grazie alla presenza di alcuni componenti della banda parrocchiale di Villa Sesso.

Parrocchia di San Pietro città

PREPARANDO LA VISITA PASTORALE L'estate è stata ricca di attività, per la parrocchia di S. Pietro città: il campo estivo di tre settimane a giugno, per i giovani (si è poi prolungato in parrocchia per tutto luglio); il campeggio sull'Appennino, con un'ottantina di partecipanti fra giovani e bambini. Ora - ad anno pastorale e catechistico iniziato bambini, ragazzi, giovani e adulti sono pronti per l'appuntamento più importante: la Visita pastorale del Vescovo, per la cui preparazione sono state fatti incontri e iniziative varie. È bello vedere come nel centro della nostra città, pur pieno di problemi di vario genere, esistano ancora dei punti di riferimento saldi come una parrocchia quale la nostra, che riunisce bambini, ragazzi, famiglie e anziani. Il campo estivo di giugno, ad esempio, è un’iniziativa che da anni vede partecipare un centinaio di bambini tra i sei e i quattordici anni, esclusi i numerosi animatori ed educatori che lo preparano e lo gestiscono. Il tema di quest'anno era "Giuseppe, il re dei sogni": ne è stata realizzata, dalle animatrici, una piccola drammatizzazione; sullo stesso argomento sono state individuate quindici parole chiave, scritte su altrettanti cartoncini che uniti a puzzle formavano la piramide dell’amore di Dio per noi.

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ntensa e attentamente seguita l’omelia del Vescovo Adriano, che, a 11 anni dall’ingresso a Reggio, non ha smesso di sognare, o meglio di ispirarsi con fiducia all’immagine del capitolo 18 degli Atti degli Apostoli (una delle letture della Messa di

Domenica 15 novembre: III GIORNATA DIOCESANA DELLA CATTEDRALE, con solenne celebrazione alle 16. Domenica 22 novembre, solennità di Cristo Re: 10° anniversario della Casa della Carità cittadina “B.V. della Ghiara” con solenne celebrazione alle 16.30. 5. 26-27-28-29 novembre: ingresso il 20 settembre 1998 e ripresa nella Veglia), quando il Signore appare in visione a San Paolo in un momento di crisi: “Non temere, io ho un popolo numeroso in questa città”. E il Vescovo ha citato il recente Festival di San Francesco, che ha svelato un

BREVI DIOCESANE

volto di città insolito, alla ricerca di senso, di silenzio e di momenti di preghiera e spiritualità.

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otevoli sono stati anche gli interventi sollecitati dal Vicario della città, don Giovanni

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l Vescovo ha concluso l’omelia con un’affermazione provocatoria: “La visita pastorale non si pone immediatamente l’obiettivo di chissà quali cambiamenti, ma vuole essere un momento di grazia per rivitalizzare, rinnovare le nostre comunità, le relazioni tra i presbiteri, la comunione tra i presbiteri, i diaconi e i laici delle nostre parrocchie!”. In quest’ottica, l’ascolto della Parola di Dio, il canto, la preghiera, la condivisione delle attese, il dono del sussidio diocesano sulla Lettera ai Romani a tutti i presenti, hanno già “prodotto”, la sera del 9 ottobre, un clima di familiarità e di gioia promettenti per l’impegnativa Visita, che si concluderà, a Dio piacendo, nel febbraio 2010.

don Daniele Casini

PROMEMORIA LITURGICO-PASTORALE dal 17 al 26 ottobre

Oratorio Don Bosco. Assemblea diocesana di Ac

Sabato 17 ottobre

Domenica 18 ottobre, dalle 8.45 alle 13, all'Oratorio Don Bosco di via Adua, a Reggio, si terrà l'assemblea diocesana dell'Azione Cattolica. Interverrà il prof. Luigi Alici, già presidente nazionale Ac, su "Il contributo dell'Azione Cattolica all'impegno per il bene comune" (v. pag. 5).

• Giornata di ritiro spirituale guidata da mons. Francesco Marmiroli per i ministri istituiti e per i ministri straordinari della Santa Comunione (Guastalla, Santuario B. V. della Porta, ore 9-18); • Veglia missionaria diocesana presieduta dall’Ausiliare Lorenzo con mandati missionari per il Madagascar, per l’Albania e per il Kosovo alla vigilia della Giornata missionaria mondiale (Sassuolo, S. Giorgio, ore 21).

Cattedrale. Concerto dell'Istituto di Musica e Liturgia Domenica 18 ottobre, alle 21, in Cattedrale, il Coro diocesano e l'Ensemble strumentale dell'Istituto Diocesano di Musica e Liturgia, diretti da Giovanni Mareggini, eseguiranno il concerto di presentazione del Cd "Per te canterò. Canti per la liturgia", realizzato dallo stesso Istituto e pubblicato dalle Dehoniane di Bologna. Al concerto parteciperà Ivana Spagna, che contribuirà all'esecuzione di alcuni dei canti sacri del Cd. Si veda anche a pag. 12.

Issr. Iscrizioni al seminario sul Vangelo di Luca Sono aperte le iscrizioni al seminario di studio proposto dall'Istituto Superiore di Scienze Religiose (Issr) su "Il Vangelo di Luca", guidato da don Gabriele Burani. Il corso avrà inizio lunedì 16 novembre (in seminario, ore 20.30; proseguirà per altri tre lunedì, il 23 e 30 novembre e il 7 dicembre). Info: segreteria Issr, tel. 0522.406880.

Cattedrale. A disposizione i biglietti della Lotteria La Fabbrica del Duomo informa che sono in vendita i biglietti della Lotteria della Fabbrica del Duomo (5 euro a biglietto), per sostenere l'ultima fase dei restauri; estrazione il 15 novembre nella Giornata della Cattedrale; 1° premio una Nuova Fiat 500.

Il campeggio - appuntamento annuale attesissimo dai giovani (foto) - rimane uno dei momenti di maggiore coesione per la gioventù sanpietrina. È significativo il fatto che durante il momento di preghiera dell’ultima sera, intorno al fuoco, per due ore i ragazzi e i bambini abbiano espresso spontaneamente le loro intenzioni, le loro preghiere, ma soprattutto la loro gratitudine a Dio, agli animatori, agli amici, per tutto ciò che avevano potuto vivere insieme! Adesso, in attesa della Visita pastorale (da venerdì 16 a domenica 18 ottobre), circa 80 bambini delle elementari (dalla seconda in su), una cinquantina di ragazzini delle medie, altrettanti tra ragazzi delle superiori e universitari, oltre che alle numerose famiglie e agli anziani, si preparano a dare il benvenuto al Vescovo Adriano nella bella, viva e calorosa comunità di San Pietro. (Margherita Santi)

Unità pastorale di Pieve Modolena - Roncocesi - San Pio X con la parrocchia di Cavazzoli; 6. 4-5-6 e 7-8 dicembre: le parrocchie di Regina Pacis, Roncina e Spirito Santo; 7. 11-12-13 dicembre: parrocchia di Villa Cella con Casa della Carità; 8. 17-18-19-20 dicembre: Unità pastorale di Santa Croce – San Paolo con la parrocchia di Mancasale; 9. 7-8-9-10 gennaio 2010: le parrocchie di S. Giovanni Bosco e S. Prospero Strinati; 10. 15-16-17 gennaio: parrocchia di Villa Sesso; 11. 21-22-23-24 gennaio: Unità pastorale Gavassa Massenzatico con parrocchia di Pratofontana; 12. 5-6-7 febbraio: Unità pastorale di Bagnolo – S. Michele – Pieve Rossa – S. Tommaso.

Rossi, di quattro operatori pastorali: don Gianni Manfredini, che con Pieve Modolena, San Pio X e Roncocesi, è parroco della seconda comunità più numerosa a Reggio e in diocesi (circa 13mila abitanti); suor Celeste, superiora provinciale delle Suore del Verbo Incarnato con sede in via Ferrari Bonini (parrocchia di San Giacomo); il diacono permanente Luciano Agosti, di Santa Teresa e referente per il Centro d’Ascolto Caritas del Centro storico in via Squadroni; e i coniugi Daniela e Carlo Di Donato, della parrocchia di San Paolo.

Esercizi spirituali di preti e diaconi a Carpineti Sono aperte le iscrizioni agli Esercizi spirituali per i preti e i diaconi, che si terranno dal 9 al 13 novembre a Carpineti, anziché a Marola. Saranno sulla Lettera ai Romani e saranno guidati da padre Stefano Bittasi, superiore dei gesuiti a Villapizzone (Milano). La chiusura totale del Centro di Spiritualità di Marola fa sì che gli Esercizi si tengano presso il Residence Matilde a Carpineti (dalla mattina di lunedì 9 novembre al pomeriggio di venerdì 13 novembre). Le iscrizioni, tuttavia, vanno fatte direttamente al direttore del Centro di Marola, don Nildo Rossi, che rimane coordinatore degli Esercizi (recapiti invariati: tel. 0522.813127, cell. 339.3842927, fax 0522.719614).

Domenica 18 ottobre XXIX del Tempo Ordinario • Si celebra in tutte le parrocchie l’83ª Giornata missionaria mondiale dal tema VANGELO SENZA CONFINI. È possibile celebrare con i formulari della Messa per l’Evangelizzazione dei popoli, mantenendo le letture della Domenica. È obbligatoria la colletta per le Pontificie Opere Missionarie. • Concerto del Coro Diocesano per la presentazione del Cd di canti liturgici “Per te canterò” (Cattedrale, ore 21).

Giovedì 22 ottobre • Nelle chiese parrocchiali della Regione Emilia-Romagna di cui non si conosce la data della Dedicazione, si celebra in questa giornata la Solennità nell’anniversario della Dedicazione.

Domenica 25 ottobre XXX del Tempo Ordinario • La solennità dei Santi Crisanto e Daria, patroni della Città di Reggio, quest’anno si celebra solo in Cattedrale e nelle chiese della Diocesi dove i due Santi Martiri sono titolari; nelle chiese della città, la festa viene omessa e si celebra la domenica. • Vespri della Solennità dei Santi Crisanto e Daria: saranno presieduti dal Vescovo Adriano e animati dai Religiosi e dalle Religiose del Centro storico; sono invitate in particolare le Comunità della Città (Cattedrale, ore 16). • Celebrazione eucaristica nella Solennità dei Santi Crisanto e Daria e conferimento della Cresima ai giovani e agli adulti che devono completare l’Iniziazione cristiana (Cattedrale, ore 18). Per l’iscrizione alle Cresime entro venerdì 23 ottobre rivolgersi in Curia al diacono Pierangelo Roncalli (telefonare al centralino o scrivere una mail a pierangelo.beatrice@alice.it).

Lunedì 26 ottobre * Nelle chiese della Diocesi è possibile celebrare la memoria del beato Damiano Furcheri, sacerdote domenicano, sepolto nella chiesa cittadina di San Domenico.


Primo Piano MEDICI CATTOLICI

SABATO 24 OTTOBRE DALLE 9 ALLE 13 SEDE: ORDINE DEI MEDICI (VIA DALMAZIA 101, R.E.)

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arà un convegno di livello davvero assai elevato, quello promosso dall'Amci (Associazione Medici Cattolici Italiani) nella mattinata di sabato 24 ottobre presso la sede dell'Ordine dei Medici a Reggio (in via Dalmazia 101). A tema sarà la genetica e la sua vocazione di scienza a favore della vita; l'occasione è suggerita dal ricordo del prof. Jérôme Lejeune a 50 anni dalla scoperta della sindrome di Down. A ricordare il grande scienziato francese e a dare un panorama sullo "stato dell'arte della genetica medica" sarà il prof. Bruno Dallapiccola, docente di genetica all'Università La Sapienza di Roma e presidente del Comitato nazionale di Scienza & Vita. A parte è riportato il programma. Qui diamo qualche nota sul prof. Lejeune, cui il convegno è dedicato, e sul prof. Dallapiccola, che offrirà il contributo scientifico al convegno stesso.

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ei suoi studi, Jérôme Lejeune si interessò di manipolazioni genetiche su cellule somatiche e cellule riproduttrici, di fecondazione in vitro e di manipolazione del feto. Alla guida dell'unità di citogenetica clinica dell' Hôpital NeckerEnfantes Malades di Parigi, Lejeune e la sua équipe studiarono oltre 30.000 cariotipi di pazienti e seguirono più di 9.000 persone con difetti dell'intelligenza. I risultati della sua ricerca clinica e scientifica sono documentati in numerose pubblicazioni su diverse sindromi cromosomiche (monosomie, trisomie,

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rano molti e attenti i partecipanti, oltre a un buon numero di sacerdoti, intervenuti al 2° convegno di pastorale della salute, sabato 10 ottobre, all'Oratorio Don Bosco di Santa Croce, sul tema "Se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme" (1Cor 12, 26). Magistralmente organizzato e introdotto da don Agostino Varini, il delegato diocesano, e abilmente guidato da Anna Marzi, il convegno ha avuto un andamento rapido e sciolto, nonostante il folto numero di relatori e interventi.

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Genetica medica: una scienza per la vita Sabato 24 ottobre il convegno promosso dai Medici Cattolici SABATO 24 OTTOBRE

Sopra: il prof. Jérôme Lejeune. Sotto: il prof. Dallapiccola. Al convegno di genetica promosso dai Medici Cattolici porteranno il loro saluto anche Chiara Mantovani, vicepresidente nazionale dei Medici Cattolici Italiani e presidente di Scienza & Vita a Ferrara, il Vescovo Ausiliare mons. Ghizzoni e Salvatore De Franco, presidente dell'Ordine dei Medici, presso la cui sede (via Dalmazia 101, a Reggio) si terrà il convegno.

delezioni e translocazioni autosomiche; sindromi di Klinefelter, di Turner e X-fragile; mosaicismi). I suoi studi sulla struttura dei cromosomi nelle varie specie animali costituirono la base delle sue argomentazioni sulle teorie evoluzioniste: "Nessuno sa come il succedersi delle specie sulla terra nel corso della storia sia potuto accadere. È assurdo immaginare che il caso sia stato in grado di costruire una macchina molto più complicata dei grossi computer. Ci deve essere per forza qualcos'altro. E quest'altra cosa si chiama informazione o spirito. Ora, come

nella sede dell’Ordine dei Medici di Reggio (via Dalmazia 101)

GENETICA: UNA SCIENZA PER LA VITA Convegno nel ricordo del prof. Jérôme Lejeune a 50 anni dalla scoperta della sindrome di Down ore 9: introduzione di Chiara Mantovani (vicepresidente nazionale Associazione Medici Cattolici Italiani, presidente di Scienza & Vita di Ferrara) ore 9.15: saluto di mons. Lorenzo Ghizzoni (Vescovo Ausiliare di Reggio Emilia-Guastalla) ore 9.30: saluto di Salvatore De Franco (presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi di Reggio) ore 9.45: Lo stato dell’arte della genetica medica a 50 anni dalla scoperta della trisomia 21 fatta da Jérôme Lejeune Lezione magistrale del prof. BRUNO DALLAPICCOLA (docente di genetica all’Università “La Sapienza” di Roma e presidente del Comitato Nazionale di Scienza & Vita) ore 10.45: coffee break ore 11: Jérôme Lejeune: una vita straordinaria di uomo e di scienziato Intervento del prof. Francesco Agnoli (docente all’Istituto Sacro Cuore di Trento) A seguire domande del pubblico. Info: tel. 0522.382100 l'informazione e lo spirito siano entrati nella materia, per diversificarla e dirigerla, lo ignoriamo totalmente (Il

una lunga esperienza scientifica e ciò che mi è stato trasmesso dalla fede cattolica (Studi Cattolici, n. 188, 1976).

"Non ho mai trovato contraddizioni irriducibili fra quello che ho appreso da una lunga esperienza scientifica e ciò che mi è stato trasmesso dalla fede cattolica" (Jérôme Lejeune) messaggio della vita, 2002). Sempre sul rapporto tra scienza e fede Lejeune ci rivela: "Non ho mai trovato contraddizioni irriducibili fra quello che ho appreso da

Vendendo i risultati delle sue ricerche, fatti per la ricerca di cure, Lejeune si accorge che questi vengono utilizzati per altri fini, che disapprova: individuazione precoce degli

embrioni portatori di malattie mentali per facilitare l'interruzione medica di gravidanza (Img). Decide allora di difendere pubblicamente i bambini malati, dal loro concepimento alla fine naturale della loro vita; diventa quindi presidente onorario dell'associazione "SOS futures mères" (il primo movimento "pro-life" francese), opponendosi all'aborto e all'uso del mifepristone (la pillola abortiva), che definisce "primo pesticida umano". Data la totale integrità morale e la profonda coerenza tra la fede cristiana, apertamente vissuta, e l'impegno scien-

tifico, il 25 febbraio 2007 l'arcivescovo di Parigi, mons. André Vingt-Trois, ha dato ufficialmente il via alla causa di beatificazione di Lejeune (l'annuncio è stato fatto nella XIII assemblea generale della Pontificia Accademia per la Vita, di cui Lejeune fu a lungo membro effettivo).

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uanto al prof. Bruno Dallapiccola, queste sono le sue principali referenze: professore di Genetica Medica presso l'Università "La Sapienza" di Roma, direttore scientifico dell'Istituto Mendel di Roma e dell'I.R.C.C.S. Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo; presidente nazionale del Comitato Scienza & Vita, è rappresentante del Ministero della Salute del Comitato tecnico interregionale permanente per il Coordinamento e il Monitoraggio delle Attività assistenziali per le Malattie rare. Componente del Comitato Italiano di Biosicurezza e Biotecnologia e del Comitato di Bioetica, è esperto di Genetica presso il Consiglio Superiore di Sanità. Nel 1976 ha costituito a Roma il primo servizio di diagnosi prenatale. Coordina l'interfaccia italiana del progetto Orphanet per le malattie rare. La sua molteplice attività di ricerca ha avuto come oggetto principale la comprensione delle basi molecolari delle malattie rare, con contributi specifici nel campo della citogenetica, mappaggio e clonaggio di più geni. È autore di oltre 650 pubblicazioni su riviste internazionali.

Si è svolto il 10 ottobre il convegno di pastorale della salute “Se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme”

PARROCCHIA E MALATI: INSIEME L’ANNUNCIO DEL VANGELO DELLA SOFFERENZA

getto attivo nella comunità per l’evangelizzazione. "Il cristiano ammalato deve essere, con il sano, apostolo dell'altro ammalato".

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questo punto, due sacerdoti di Padova, don Gaetano Borgo e don Dario Vivian, impegnati nella catechesi con pubblicazioni multimediali, hanno mostrato il video “Ero malato e mi avete visitato", in vendita insieme al sussidio con Cd+ Dvd. Nel dialogo fra due ragazzi e Reggio, Oratorio Don Bosco, 10 ottobre, 2° convegno di pastorale della salute. A sinistra: Ivo Lizzola, mons. Lorenzo Ghizzoni, Anna Marzi, un teologo viene presendon Agostino Varini, Marino Gallo e don Umberto Iotti. Al centro: mons. Ermenegildo Manicardi. A destra: una parte del folto pubblico. tata l’Unzione degli infermi come un apporto ti della malattia? La comunità par- frontare queste difficoltà", ha sotto- a prendersi cura dei nonni e, in fu- di grazia in ogni fase della malattia. opo il saluto del Vescovo rocchiale è una comunità compas- lineato, "è una fraternità che deve turo, dei genitori. Da una statistica Per ultimo, due volontarie del Cvs, Ausiliare Lorenzo Ghizzo- sionevole? Siamo proprio sicuri che prima farsi per poi darsi". Come di- nelle scuole di Verona e Bergamo, Rita e Rosaria, in collaborazione ni, è toccato a mons. Erme- la Cresima sia più importante del- re che, per donarsi come fratelli a chi ha aggiunto, è emerso che l’ 80% de- con don Pietro Adani, parroco a soffre, occorre prima diventare pie- gli alunni è impegnato in azioni San Maurizio, tramite un video negildo Manicardi, rettore del Col- l’Unzione degli infermi? di volontariato, il 20% dei quali in hanno presentato il progetto “Una legio Capranica di Roma, descrive- Il cristiano che soffre - ha spiegato namente fratelli gli uni degli altri. re come si può partecipare alle sof- - deve entrare nella preghiera; per Ha poi fatto emergere una nuova quello istituzionale. Quindi, ha goccia di speranza”, un pomeriggio ferenze dei fratelli. "Il modo più ve- questo occorre mettere il Sacra- profondità nel modo di sentire concluso, non è il caso di lamentar- ogni settimana di giochi per bamro", ha sottolineato, "è farlo attra- mento degli infermi al centro della l’«altro», che non si limita all’eser- si sempre dei ragazzi e dei giovani. bini speciali (raccontato anche dalla pubblicazione distribuita da La verso la meditazione del corpo pastorale della salute. Dobbiamo cizio di saperi e poteri - o del dire e opo una breve pausa-caffè, Libertà la scorsa settimana, ndr). Mistico di Cristo, che è la realtà di credere che la malattia è una ric- del fare - ma è piuttosto uno «stare don Armando Aufiero, del Quest’opera di volontariato procetutti i fedeli chiamati ad essere Cor- chezza per il malato e per la Chie- lì», un «ospitare» la sofferenza, riCentro Volontari della Sof- de da un anno a San Maurizio per po di Cristo per sottomettersi a Lui; sa, altrimenti i conti non tornano spettando i tempi dell’altro, come e, in Lui, Dio sarà tutto in tutti, tan- nel Corpo di Cristo: "Sono lieto del- quel palmo della mano che non ferenza (Cvs) di Roma, ha illustra- dare sollievo alle famiglie di bamto la vita e il carisma di mons. Lui- bini disabili e farle incontrare tra to che, come dice il tema del conve- la sofferenza che soffro per voi e viene mai meno. gno, se uno soffre anche gli altri sof- completo nella mia carne ciò che Così, ha insistito Lizzola, il senso di gi Novarese, fondatore del Cvs: gua- di loro. Si spera possa realizzarsi colpa del sano può diventare moti- rito da ragazzo da una tubercolosi anche in altre parrocchie. L'augufrono, perché è il Cristo che soffre". manca alla Passione di Cristo…". vo di offerta e nella relazione fra sa- ossea per l’intercessione di San Gio- rio è che, a questa goccia di speranÈ partendo da questa profonda vii fragilità, diversità, debo- no e malato si può superare il «per- vanni Bosco, mentre pensava di di- za e ad altre esperienze concrete che sione mistica, ha poi proseguito il ventar medico sentì la vocazione al escono dal convegno, si possano agnoto teologo, che dobbiamo trovare lezza, dipendenza... e di co- ché proprio a me?». me affrontare queste diffi- Inoltre, data la competenza peda- sacerdozio per stare vicino agli am- giungere tante altre gocce dalle nola passione per l’ammalato. Poi Manicardi ha posto le doman- coltà ha parlato il prof. Ivo Lizzola, gogica, il professore ha spiegato co- malati. Il suo carisma particolare, stre comunità parrocchiali, perché de di fondo: che rapporto c’è tra preside della Facoltà di Scienze del- me le scuole dovrebbero insegnare diffuso in varie parti del mondo, è ci si prenda cura gli uni degli altri. parrocchia e ospedale? Come si la Formazione all’Università di ai bambini e ai ragazzi a vivere nel- la valorizzazione della sofferenza: rapporta la comunità nei confron- Bergamo. "Lo strumento per af- la fragilità dei compagni disabili e l’ammalato, cioè, deve essere sogMaria Predieri

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Vita di Chiesa

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Parrocchie: cosa cambia

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Parrocchia di San Giorgio. Quasi una fraternità di sacerdoti che già attuavano, di fatto, una pastorale d’insieme

ra le esperienze di condivisione - se non proprio di comunità - di più preti di uno stesso territorio, merita di essere storicamente ricordata la fraternità sacerdotale che di fatto si raccoglieva, a Sassuolo, attorno alla straordinaria figura di mons. Zelindo Pellati, che fu parroco di San Giorgio dal 1931 al 1982 (poi rimase, sempre a San Giorgio, come parroco "emerito" fino alla morte, avvenuta nel 1990). Ce ne parla don Erio Bertolotti, che ancora abita presso la canonica di San Giorgio, dove tuttora prosegue, anche se in forma ridotta, questa forma di condivisione (col parroco mons. Romano Baisi e con i sacerdoti don Tullio Menozzi, parroco di S. Giovanni Neumann, don Avio Spattini, parroco emerito di S. Pietro in Rometta, e don Ivo Canovi, sacerdote non vedente, confessore nella stessa chiesa di San Giorgio; quando può, vi partecipa anche don Alessandro Ravazzini, vicario parroc-

Nel frattempo erano sorte, attorno a Sassuolo, diverse nuove parrocchie: oltre a Braida, il Parco e Rometta, furono costituite le comunità di S. Antonio e Madonna di Sotto (affidate in un primo tempo ai frati cappuccini), di Pontenuovo (ai missionari della Consolata) e dell'Ancora (di cui fu parroco, all'inizio, quel don Dorino Conte che, dopo essere stato segretario del vescovo Socche, si era dedicato, a Sassuolo, alla formazione umana e cristiana, ma anche professionale, dei giovani operai che avrebbero lavorato nelle ceramiche). A San Giorgio divenne parroco don Ercole Magnani. E con lui continuò, anche con maggior apertura, la consuetudine del ritrovarsi insieme, fra i sacerdoti di Sassuolo, a pranzo e cena: fra loro c'era, naturalmente, il parroco "emerito" mons. Pellati, che, pur nel pieno rispetto del ruolo del nuovo parroco, conservava intatto il suo pre-

Sassuolo. I preti alla mensa di Pellati Parla don Bertolotti: dal boom ceramico e demografico alla nascita delle varie parrocchie

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Da sinistra: mons. Zelindo Pellati (parroco di San Giorgio dal 1931 al 1982, poi morto nel 1990) e mons. Ercole Magnani (prima direttore dell'Oratorio Don Bosco, poi parroco di San Giorgio dal 1982 alla morte, avvenuta nel 1988). Qui sopra: don Erio Bertolotti.

San Giorgio. Anche negli anni successivi, quando le nuove strutture parrocchiali via via presero corpo, i nuovi parroci continuarono ad abitare o almeno a consumare i pasti da mons. Pellati.

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l cuore di questa "convivenza" era proprio lui, il parroco di San Giorgio.

I sacerdoti collaboratori di monsignor Pellati parteciparono con le loro sensibilità e proposte, condividendo col parroco e con i confratelli idee,doni,carismi;e anche limiti e difficoltà... chiale e responsabile dell'Oratorio Don Bosco e della pastorale giovanile nel vicariato).

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on Erio giunse a Sassuolo verso la metà degli anni Sessanta del secolo scorso. Fino ad allora, per quasi l'intera città c'era una sola parrocchia, quella appunto di San Giorgio (l'altra parrocchia storica, quella di Braida, era nell'estrema periferia e rappresentava una realtà abbastanza staccata dal centro). Nella canonica di mons. Pellati, attorno alla sua mensa, si riunivano a pranzo e cena i sacerdoti impegnati nei vari incarichi pastorali: don Ercole Magnani, vicario parrocchiale e direttore dell'Oratorio don Bosco, don Tullio Menozzi, collaboratore di don Ercole all'Oratorio, e lo stesso don Erio, collaboratore parrocchiale. Viveva in parrocchia anche Alfonso Ugolini, figura straordinaria di laico impegnato e, successivamente, di sacerdote (sarà ordinato prete nel 1973, all'età di 65 anni!, dal Vescovo Baroni). Prima di don Tullio era stato "curato" di San Giorgio don Raffaele Ferrari; poi, quando don Tullio fu nominato parroco, arrivò don Pellegrino Tognoni, ora da decenni parroco di San Polo e Grassano, e via via diversi altri.

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u proprio in quegli anni, quelli del boom della ceramica e dell'esplosione demografica - migliaia di immigrati giungevano dalle contrade dell'Appennino modenese e reggiano e dal sud del Paese - che si decise di dar vita alle prime comunità parrocchiali di periferia: quelle di San Giovanni Neumann al Parco, di cui fu nominato parroco appunto don Tullio Menozzi, e di San Pietro in Rometta, per la quale fu chiamato don Avio Spattini. Era tutto da costruire: neppure i confini delle nuove comunità erano ben definiti. Era naturale che i nuovi parroci risiedessero in

Dei sacerdoti suoi collaboratori, racconta sempre don Erio, Pellati si sentiva una specie di "pater familias". Aveva chiarissimo il senso del suo ruolo di parroco e di responsabile della vita della comunità: teneva alla sua autorità, non tanto per imporre un potere, ma per esercitare in prima persona il servizio che gli era stato affidato, quello di aver cura dei fedeli della sua parrocchia e di coordinare il ministero dei sacerdoti suoi collaboratori. Anche l'uso dei segni esterni

- la talare "rossa" da monsignore e, nelle solennità, la mitria, la croce pettorale... era funzionale a questo compito: quello di essere il riferimento gestionale e decisionale della vita della parrocchia. Ma soprattutto era uomo di preghiera. Ogni sera passava ore, nella penombra della chiesa di San Giorgio, a pregare davanti al Santissimo Sacramento. Per gli altri sacerdoti era una certezza: sapevano quando e dove trovarlo, per un breve colloquio personale. La sua mensa, a pranzo e a cena, era il luogo in cui, coi sacerdoti che gli si riunivano attorno, dirigeva la pastorale. Erano anni diversi da quelli attuali. Allora, in ogni parrocchia, il parroco era l'autorità indiscussa della vita parrocchiale. In San Giorgio le cose non andavano diversamente.

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tuttavia, la presenza dei diversi preti collaboratori induceva di fatto una prassi di condivisione ministeriale di cui era difficile trovare altri esempi

così significativi in diocesi. Pellati - è sempre don Erio che racconta - riservava a sé alcuni ambiti pastorali tipici del parroco: la distribuzione delle messe fra i vari preti nelle diverse chiese della città, la conduzione del catechismo e della vita delle associazioni, le benedizioni pasquali, le missioni al popolo (per le quali faceva giungere a Sassuolo personalità di primo piano in ambito regionale e nazionale). Per il resto sapeva delegare e responsabilizzare i collaboratori: a don Ercole, e ai diversi "curati" che si succedevano negli anni, lasciava l'organizzazione dell'Oratorio (una vera istituzione, che formò intere generazioni di ragazzi e di giovani alla vita cristiana); agli altri sacerdoti la cura dei diversi territori in cui già allora la parrocchia si suddivideva (e che sarebbero diventati le nuove parrocchie...)... Di tutto questo si parlava, a pranzo e a cena, in piena libertà e condivisione. L'autorità di mons. Pellati restava fuori discussione e suoi erano gli orientamenti e, alla fi-

ne, le scelte. Per il resto, i sacerdoti suoi collaboratori avevano la possibilità di partecipare con la loro sensibilità e con le loro proposte, condividendo col parroco e con i confratelli idee, doni, carismi, talora anche limiti e difficoltà... Era un'occasione preziosissima di crescita spirituale e umana, sacerdotale

La sua mensa era motivo preziosissimo di crescita spirituale e umana,sacerdotale e pastorale: i giovani curati passati da lui anche solo per pochi anni ne sono stati positivamente segnati e pastorale: i giovani "curati" che sono passati, anche solo per pochi anni, dalla canonica e dalla mensa di San Giorgio, hanno ricevuto da mons. Pellati e dalla quotidiana frequentazione degli altri confratelli un'impronta ministeriale che ha segnato positivamente gli incarichi degli anni successivi.

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oi, nel 1982, dopo 51 anni da parroco, giunse anche per mons. Pellati il momento di lasciare ad altri la guida di San Giorgio.

stigio spirituale e morale. La stagione di don Ercole fu, tuttavia, troppo breve: la morte lo colse nel pieno della sua maturità pastorale nel 1988. Fu chiamato allora, a reggere San Giorgio, don Romano Baisi, in precedenza parroco di San Martino in Rio. Anche con don Baisi la mensa di San Giorgio restò - e resta tuttora, anche se a numeri più ridotti - la condivisione sacerdotale di sempre. Agostino Menozzi (3 - continua)

Presentate in Consiglio presbiterale alcune esperienze di condivisione di vita e di responsabilità pastorali tra sacerdoti nello stesso ambito territoriale

COMUNITÀ MINISTERIALI: TIPOLOGIE FINORA SPERIMENTATE

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timanale. Questa l’esperienza che dura da sette anni a Ligonchio. Una fisionomia quasi identica presenta la comunità dei preti residenti a Fontanaluccia.

ll’ordine del giorno del Consiglio presbiterale di giovedì 8 ottobre erano state poste le diverse esperienze e i progetti di condivisione di vita e di corresponsabilità pastorali di fatto esistenti in diocesi. L’argomento è stato suggerito da scelte operate dal Vescovo nelle recenti nomine con la costituzione o consolidamento delle cosiddette “comunità ministeriali” principalmente tra sacerdoti. Si tratta di una scelta in parte imposta dalla diminuzione dei preti, in parte dalla esigenza di una pastorale d’insieme, meno individualista.

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el Consiglio presbiterale sono state presentati quattro modelli: Novellara, Ospizio, Ligonchio e Correggio, rispettivamente da don Candido Bizzarri, don Matteo Bondavalli, don Filippo Capotorto e don Rino Bortolotti. L’esperienza di Novellara ha cominciato a delinearsi con l’arrivo di don Candido Bizzarri nel 1999. Momento di incontro: il pranzo assieme prima alla Casa della Carità di Novellara, poi nella canonica del Santuario della Fossetta. Progressivamente si è delineato anche un progetto di corresponsabilità pastorale: secondo le attitudini prevalenti e i desideri personali, a ciascun prete sono state affidate categorie di persone, però ci si scambia nelle Messe domenicali nelle varie chiese; inoltre si va tutti insieme ora nell’una ora nell’altra chiesa per le confessioni. Per il futuro si pensa di estendersi ad altre due parrocchie vicine (Campagnola e Fabbrico).

D Consiglio presbiterale in seminario (foto d’archivio, 11 settembre 2007)

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ecisamente più coinvolgente è il legame tra i preti della comunità di Ospizio, anzitutto per il cammino comune fatto e per l’appartenenza ad una comunità religiosa. L’associazione “Familiaris Consortio” la definisce comunità residenziale, per accentuare anche la coabitazione. Diversi sono i momenti giornalieri condivisi: oltre ai pranzi, momenti di preghiera al mattino; ogni settimana i sacerdoti si riservano il lunedì, ogni mese un ritiro. Poi la programmazione e la condivisione pastorale.

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iversa è la tipologia dei “Fratelli della Carità”, sia a Ligonchio che a Fontanaluccia, anche per la vastità del territorio e la molteplicità delle parrocchie affidate ad

ognuno. Una prima caratteristica è la figura non del parroco unico, ma del “coparroco”, espressione ormai corrente in Italia, che vorrebbe tradurre quello che il codice di diritto canonico chiama “parroco in solido”, con un moderatore che ha la rappresentanza legale delle parrocchie nei rapporti con l’ordinamento civile. Ognuno quindi è parroco, con il vantaggio di un legame particolare con la parrocchia. Quanto alla vita comune un momento fondamentale è la preghiera del mattino, con una condivisione spirituale dopo la lettura breve delle lodi. A Ligonchio, come già dall’inizio, si resta aperti ad accogliere in modo stabile qualche persona bisognosa. Alla condivisione e programmazione pastorale viene dedicata una verifica set-

a ultimo è stata prospettata la comunità ministeriale, appena costituita a Correggio con la nomina di un parroco unico di San Quirino e San Prospero. Ne ha fatto la presentazione don Rino Bortolotti, ora parroco emerito. San Prospero perciò non ha più un parroco residente e S. Quirino non ha più un parroco tutto per sé. Questa è una comunità che parte ora con l’ingresso del nuovo parroco di San Quirino don Fernando Borciani e l’arrivo di don Gabriele Valli.

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alla presentazione di questi quattro esemplari sono emerse realizzazioni concrete con caratteristiche proprie. Le diversità derivano dal contesto concreto in cui sorge una comunità ministeriale o un’altra forma di vita condivisa; ad esempio l’ampiezza del territorio in montagna e il numero di parrocchie coinvolte, l’affinità tra i sacerdoti più o meno preparati per una vita comune. Un’altra variante di rilievo è rappresentata inoltre dalla figura parroco unico o di più cosiddetti “coparroci”, ossia parroci alla pari. Negli interventi in Consiglio presbiterale sono emerse sensibilità diverse e perplessità su talune forme. Il Vescovo ha invitato a guardare con simpatia le sperimentazioni nate dal basso. E ha concluso dicendo che l’argomento dovrà essere approfondito.


Vita diocesana SCUOLA DI PREGHIERA 2009-'10

17 ottobre 2009

Sette incontri mensili in seminario, a partire da mercoledì 28 ottobre

Giovani: incontrare Dio nella preghiera Lefigure bibliche:Sara,Giacobbe,Samuele,Isaia,Giuditta,Geremia,la Maddalena

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o bisogno di staccare la spina… Voglio starmene un po’ da solo… Vorrei pregare, ma non riesco… Pregare, perché?... Pregare, ma come si fa?...". Spesso sentiamo molti giovani che esprimono così, o in modi analoghi, il bisogno forte di mettere una distanza tra sé e le attività giornaliere, tra sé e gli altri. "Voglio rientrare in me stesso...", sentiamo dire. Si percepisce vivamente che nei giovani è presente una forte esigenza di vita interiore. È una dimensione della vita umana che non può essere trascurata, ma che chiede di essere accompagnata e presa sul serio. Allo stesso modo, si nota che spesso c’è anche un'insistente richiesta di essere educati a pregare, di essere aiutati e accompagnati all'incontro personale e comunitario con il Signore. Il Signore sperimentato vicino, con noi, nella nostra quotidianità. Un Dio che: "…pone la sua tenda in mezzo agli uomini…".

Scuola di Preghiera 2009-’10

Il Servizio diocesano di Pastorale giovanile propone anche quest'anno la "Scuola della preghiera". Si tratta di un percorso sullo stile della "lectio divina", proposto a giovani 19-30enni, cioè a giovaniadulti universitari o lavoratori.

IL CALENDARIO DEGLI INCONTRI mercoledì 28 ottobre 2009 SARA - La bellezza della sposa mercoledì 25 novembre 2009 GIACOBBE - La lotta mercoledì 16 dicembre 2009 SAMUELE - Profeta, giudice, liberatore mercoledì 20 gennaio 2010 GIUDITTA - La preghiera mercoledì 24 febbraio 2010 GEREMIA - Aprire il cuore mercoledì 24 marzo 2010 ISAIA - La vocazione mercoledì 14 aprile 2010 MARIA DI MAGDALA L’incontro col Risorto *** Luogo degli incontri La cripta del seminario, in viale Timavo 93 a Reggio Emilia

Perché una "scuola" di preghiera

Struttura della serata ore 20.45 - accoglienza ore 21.00 - canto lettura del testo biblico proposto; meditazione e adorazione silenziosa; conclusione comunitaria

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er questi motivi i responsabili del Servizio diocesano di Pastorale giovanile hanno pensato di riproporre, per il terzo anno consecutivo, la SCUOLA DI PREGHIERA rivolta ai giovani. Questi gli obiettivi che si cerca di raggiungere: • aiutare i giovani a vivere l'esperienza dell'incontro e della relazione con la persona di Gesù, il Signore della Vita; con Colui che dà senso pieno all'esistenza e la illumina; scoprirlo e sperimentarlo vicino, fianco a fianco, presente; • educare e accompagnare all'ascolto della Parola di Dio, attraverso la lectio divina, il silenzio e la contemplazione; • proporre un metodo di preghiera. Per l'anno pastorale 2009-'10 si svilupperà il seguente tema: "L’INCONTRO con DIO attraverso alcune figure bibliche dell'Antico e del Nuovo Testamento". Le meditazioni avranno anche un orientamento vocazionale.

Il metodo

semplicità e sobrietà.

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Il percorso

quello della "lectio divina", dell'adorazione e della condivisione. Con la lectio divina si vuole puntare sulla centralità della Parola di Dio e sul silenzio per favorire la meditazione personale. Lo scopo è aiutare i giovani nel loro percorso spirituale personale, in particolare educandoli a pregare meditando la Sacra Scrittura, come Parola che illumina la vita, sostiene le scelte, costruisce i fondamenti, le logiche e l'orizzonte della propria esistenza. È un aiuto per incontrare Gesù e fare esperienza di lui, vivente e presente, nella Chiesa. Si è convinti che questo metodo sia adatto per i giovani. Si darà spazio anche all'adorazione eucaristica e alla condivisione; il tutto con

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astorale giovani, Assessorato Cultura del Comune di Reggio Emilia e Scuola di Pace: tre realtà non abituate a collaborare, che però hanno realizzato insieme, da giovedì 8 a sabato 10 ottobre, in città, una tre-giorni di incontri, spettacoli ed esperienze su un tema insolito, «Un altro altro».

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a scelta di quest'anno è di affrontare alcuni rilevanti aspetti che si sperimentano quando si fa l'esperienza dell'incontro personale con Dio. I vari passaggi saranno sviluppati attraverso alcune importanti figure bibliche dell'Antico e del Nuovo Testamento: • Sara (la bellezza della sposa) Genesi 12,10-20; 16; • Giacobbe (la lotta) Genesi 32,23-33; • Samuele (profeta, giudice, liberatore) 1Sam 7; • Isaia (la vocazione) Isaia 6; • Giuditta (la preghiera) Giuditta 9; • Geremia (aprire il cuore) Ger 15,10-21; • Maria di Magdala (incontro con il Risorto) Gv 20,11-18.

La "Scuola di preghiera" promossa dal Servizio di Pastorale giovanile in collaborazione con il Seminario, il Vicariato urbano, il Servizio Diocesano Vocazioni, le Suore Francescane del Verbo Incarnato e l'Istituto secolare F.R.A - è rivolta a giovani adulti (19-30enni, universitari e giovani lavoratori). Il 1° incontro sarà mercoledì 28 ottobre, dalle 20.45 alle 22.30, nella cripta del seminario. Gli altri appuntamenti (stesso orario, stesso luogo) seguiranno calendario e schema riportati qui in alto. Al termine di ogni serata si cercherà di lasciare alcuni stimoli e strumenti per aiutare e favorire una preghiera personale e continuata anche a casa.

Il Servizio diocesano di Pastrale giovanile

AZIONE CATTOLICA Domenica 18 ottobre, Oratorio Don Bosco: l'annuale assemblea diocesana Ac Azione Cattolica e bene comune: su questo binomio si raccoglierà l’annuale assemblea diocesana dell’associazione, domenica 18 ottobre, nell’aula Mater all’Oratorio Don Bosco di Reggio Emilia. Sarà il prof. Luigi Alici, docente di filosofia morale all’Università di Macerata e già presidente nazionale dell’Azione Cattolica, a evidenziare il contributo all’impeIl prof. Luigi Alici gno per il bene comune che l’associazione, che lo scorso hanno ha festeggiato il traguardo dei 140 anni dalla fondazione, è in grado di portare. Infatti la formazione spirituale, la testimonianza del Vangelo e l’impegno negli ambienti di vita sono le peculiarità dei laici di Azione Cattolica. Non va dimenticato, poi, che la riflessione sul bene comune è una delle costanti del magistero del vescovo Adriano Caprioli, ribadita in convegni e in varie lettere pastorali. L’assemblea diocesana sarà aperta alle ore 9 dalla celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo Ausiliare mons. Lorenzo Ghizzoni, nella vicina chiesa di Santa Croce. Quindi, alle 10.15, il presidente diocesano Alberto Saccani svolgerà l’intervento introduttivo e illustrerà il lavoro svolto dall’associazione. Alla relazione del professor Alici faranno seguito il dibattito e la presentazione dei programmi annuali dei vari settori Ac.

Martedì 20 ottobre, Oratorio Don Bosco: il vescovo Parmeggiani incontra gli educatori Ac L’impegno dell’Azione Cattolica Ragazzi e dell’Ac Giovani non è solo rivolto ai ragazzi, ma è contemporaneamente diretto ai loro educatori. Per questo l’Ac ha organizzato un corso per educatori ricco e articolato. Al primo incontro, martedì 20 ottobre, ore 20.45, all’Oratorio Don Bosco (via Adua, Reggio), interverrà il reggiano vescovo di Tivoli monsignor Mauro Parmeggiani,

Monsignor Mauro Parmeggiani con alcuni soci e responsabili dell’Ac di Reggio Emilia-Guastalla

che si rivolgerà non solo agli educatori, ma ai giovani in generale. Sarà l’occasione per scaldare il loro cuore secondo l’icona del Vangelo che l’Azione Cattolica propone quest’anno: “Zaccheo scendi... oggi vengo a casa tua!”. Il progetto proseguirà con altri quattro incontri: • venerdì 27 novembre (Oratorio, ore 20.45), don Erio Castellucci parlerà della vita spirituale dell’educatore; • lunedì 21 dicembre, nella chiesa di Gesù Buon Pastore a Reggio (ore 20.45), nella veglia di Natale interverrà il Vescovo Ausiliare mons. Lorenzo Ghizzoni; • mercoledì 20 gennaio (Oratorio Don Bosco, ore 20.45), toccherà a Pier Paolo Traini parlare dell’educatore di Ac impegnato a servizio della Chiesa e dei ragazzi; • un’ultima serata - da definire - sarà dedicata alla testimonianza dei ragazzi delle parrocchie di Fogliano e di San Prospero di Correggio, nelle quali l’Azione Cattolica è radicata da molti anni.

PASTORALE GIOVANILE. Resoconto di tre giorni di esperienze e spettacoli sul tema dell’alterità

UN ALTRO «ALTRO»: COME FARSI PROSSIMO

sare i bimbi rom in contesti differenti da quelli che solitamente pensiamo…

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iovedì 8 ottobre 120 studenti di scuole superiori hanno incontrato, in sette luoghi in centro e attorno alla città, un «altro» di solito lontano da loro, spesso rinchiuso all’interno di stereotipi. E così il centro "Nuovamente", la comunità di recupero "S. Isidoro" del Ceis, la web radio del servizio di salute mentale "Radiotab", le case protette di "Rete", insieme alla cooperativa agricola "La Lucerna", hanno aperto le porte per permettere agli studenti di mettersi in ascolto di racconti nuovi, mai sentiti. Racconti di vita, che hanno sicuramente permesso ai giovani di capire meglio alcuni "vissuti" e di comprendere come la soluzione per superare lo stereotipo che blocca tutte le relazioni possa essere quella di farsi prossimo, farsi vicino. È

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A sinistra, ragazzi delle scuole superiori con le operatrici e volontarie di "Nuovamente". A destra, nella chiesa di San Filippo, "Pensieri a confronto" (da sinistra: p. Ivan Nicoletto, monaco di Camaldoli; Fabio Geda, scrittore ed educatore nel Gruppo Abele di Torino; Massimo Cirri, psicologo e conduttore radiofonico di "Caterpillar").

quello che hanno sperimentato giovedì, giocando a carte con gli anziani, registrando una trasmissione radiofonica con i ragazzi di Radiotab, montando un mobile gomito a gomito con i ragazzi di "Nuovamente" o selezionando zucche mature nei campi alla Lucerna. A volte è la distanza a creare il pregiudizio. Il prossimo non è una categoria di cui essere o non essere ami-

ci. Il prossimo è qualcuno che ti è più o meno vicino. E che a volte ha tanto da raccontarti perché è un po’ più avanti nel cammino della vita.

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enerdì 9 ottobre il tema dell’«altro» è stato tratteggiato con alcuni linguaggi artistici che hanno trovato spazio e una propria dimensione in uno spettacolo itinerante in alcuni luo-

ghi suggestivi di Reggio Emilia: i chiostri di Sant’Agostino, la chiesa di San Carlo e la Galleria dei marmi ai Musei. Da segnalare lo spettacolo ai Chiostri, dove particolarmente significativa è stata la presenza, a fianco del clown professionista Andrea Menozzi, di due bambini rom che, apposta per l’occasione, hanno creato uno spettacolo originale e divertente. Difficile pen-

abato 10 la giornata conclusiva. Tre relatori provenienti da contesti differenti - padre Nicoletto di Camaldoli, Fabio Geda giovane scrittore di Torino, e Massimo Cirri, psicologo e conduttore radiofonico di "Caterpillar" ed altri si sono confrontati nella suggestiva cornice della chiesa di San Filippo sul tema della relazione e dell’alterità. Tanti gli spunti. Quello che rimane di più è come l’accoglienza verso l’altro inizi con una buona accoglienza di sé e del proprio vissuto.

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sperienza sicuramente interessante, quella di «Un altro altro». Innanzitutto per la collaborazione di tre realtà che di solito fanno altro e che mai prima d’ora avevano collaborato. Poi per aver raggiunto un pubblico eterogeneo e vario, studenti, genitori con bambini, giovani adulti con i quali il Servizio di Pastorale giovanile raramente si mette in dialogo.

Emanuele Simonazzi


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Azione Cattolica

17 ottobre 2009

AZIONE CATTOLICA

DUE TURNI ACR A BEDONIA E DUE TURNI GIOVANISSIMI A FELINA

Con Zaccheo, l'incontro che cambia la vita Gli esercizi spirituali dei ragazzi Acr e dei giovanissimi Ac

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i sono tenuti in contemporanea, a Bedonia (Pr) per l’Acr e a Felina per i Giovanissimi Ac, due turni ciascuno di esercizi spirituali nei primi due fine settimana di ottobre: un’occasione particolarmente significativa per esprimere la continuità tra il cammino dell’Acr e quello che offrono i giovanissimi Ac.

Acr. Con Zaccheo in cerca di Gesù

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ono stati 220, nei due turni, i giovanissimi Ac che hanno vissuto, nel vecchio seminario di Bedonia, sull'appennino parmense, l'esperienza degli esercizi spirituali. La struttura di Bedonia si è rivelata adattissima, ricca di spazi, del tutto idonea ad ospitare tanti ragazzi, con un grande parco e un'incredibile "inattesa" basilica, dedicata a San Marco, privilegiato luogo di preghiera. Due i turni, come si diceva: il primo coi ragazzini di quinta elementare e prima media, guidati da don Andrea Contrasti, fra Davide e suor Maria Pia; il secondo con quelli di seconda e terza media, con don Gabriele Burani (rettore del nostro seminario), don Gabriele Valli, assistente Acr e Ac Giovani, e suor Franca. Per tutti, gli esercizi sono iniziati ai piedi di un sicomoro "cartonato", sul quale se ne stava comodamente seduto uno strano Zaccheo, con il vestito ricoperto da tutte le

A sinistra: uno dei due turni di esercizi spirituali dell’Azione Cattolica Ragazzi (Acr) a Bedonia (PR), davanti alla basilica di San Marco. A destra: uno dei due turni di esercizi spirituali dei giovanissimi Ac, quello dei più giovani, durante la S. Messa "itinerante".

foto dei ragazzi, a significare che in quello strano piccolo personaggio del Vangelo, che voleva vedere Gesù, c’era ciascuno dei nostri ragazzi. Ma non erano soli, perché l’albero era rigoglioso di tutte le fronde formate dalle parrocchie intervenute, poi sul tronco così robusto, ogni relatore e ogni educatore ha lasciato la propria firma, per significare che ognuno di loro è pronto a sostenere i propri ragazzi e farli andare in alto. Fra tutte le attività proposte di vario genere e dal ritmo incalzante, rispetto al poco tempo a disposizione - è da sottolineare la preghiera della sera nel parco, attorno al falò, per tenere viva la me-

moria dell’esperienza fatta e delle emozioni suscitate dallo stare insieme con il Signore. Adesso per i ragazzi, tornati nelle loro case e nelle loro parrocchie, è tempo di scendere dal “sicomoro” per accogliere Gesù e plasmare la propria vita in funzione di lui. Il prossimo appuntamento sarà, per i ragazzi Acr, il ritiro d'Avvento di domenica 29 novembre, all'Oratorio Don Bosco (via Adua, a Reggio).

ne per ritrovarsi è l'incontro col Vescovo di Tivoli mons. Parmeggiani, che fu, nei primi anni di sacerdozio, assistente diocesano dei Giovani di Ac.

Liliana Ragazzi & équipe Acr

Giovanissimi AC. Tutti sull'albero di Zaccheo

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on è solo per modo di dire: i giovanissimi di Ac, arrivati in quel di

In Zaccheo,quello strano piccolo personaggio del Vangelo che voleva vedere Gesù, c’era ciascuno dei nostri ragazzi... Per gli educatori, invece, già martedì 20 ottobre l'occasio-

Felina, hanno dovuto sostenere davvero, come prima

prova, la scalata dell’albero! Zaccheo, si sa, ha reso famoso il sicomoro proprio per quella sua salita ardimentosa. Quale migliore modo di capirlo che iniziare con una bella arrampicata? È stato solo uno dei tanti gesti che hanno caratterizzato gli esercizi dei giovanissimi Ac, svoltisi in due turni per il biennio e il triennio nella casa parrocchiale di Felina. Guidati da don Gabriele Burani, rettore del seminario, e don Guerrino Franzoni, curato di Rubiera, i ragazzi hanno scoperto il Vangelo facendolo proprio con diversi strumenti: anzitutto la Parola di Dio; poi la liturgia, la catechesi, la riflessione personale e i lavori di gruppo, vero stimolo per

condividere con i coetanei le scoperte e le domande della fede. E poi la veglia serale, con adorazione e testimonianze. Sempre una parola tra tutte: incontro. Quello di Zaccheo con Gesù, tanto inaspettato quanto gioioso; quello degli educatori coi loro ragazzi; quello di ognuno di loro con Gesù. Questo è avvenuto soprattutto con la confessione, dove i ragazzi si sono potuti recare nella "casa di Zaccheo", costruita appositamente, per ringraziare Dio della salvezza che solo lui dà: "Oggi la salvezza è entrata in questa casa!". Per poi far esplodere la gioia del perdono e della comunione fraterna nella Messa, celebrata in modo "itinerante". Ultimo atto del ritiro: la consegna dei nuovissimi "Appunti per una regola di vita", che l’Ac ha appena pubblicato. È l'invito a "dare una regolata" alla propria vita, per crescere meglio nel pregarecondividere-testimoniare. Se si aggiunge a tutto questo un clima sempre gioioso, educatori sempre disponibili, una cucina sempre appetitosa e... la bellezza dei ragazzi (di Montecchio, Bagnolo, Fatima e San Prospero di Correggio, San Pietro di Correggio, Canolo-Fosdondo-Budrio, Gavassa, Cavazzoli, San Polo...), allora è facile capire che in Ac si sta davvero bene. E che l’incontro con Gesù rende felici...

Nena & staff Ac Giovani


Vita di Chiesa

17 ottobre 2009

Dopo la serata "Buone notizie" di Montecavolo, gli animatori della comunicazione si sono ritrovati

Tra i media diocesani il giro s'allarga Nell’incontro dell’8 ottobre si è parlato di diffusione e di pastorale nel web

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opo Montecavolo: largo ai comunicatori". Con un titolo-slogan che è anche programma operativo e dichiarazione d'intenti, giovedì 8 ottobre – in seminario – si è tenuto l'incontro degli animatori e degli operatori della comunicazione ecclesiale, in preparazione alla Giornata diocesana di Avvenire e dei media cattolici celebrata domenica 11 ottobre. A circa un mese dalla serata sul giornalismo cattolico organizzata dal gruppo Lergh ai szoven di Montecavolo, ci si è dunque incontrati per uno scambio di esperienze sulla comunicazione ecclesiale; aspetto tanto più importante in questo nuovo anno pastorale, in cui la Chiesa diocesana è chiamata a coltivare e costruire relazioni – e reti di relazioni – migliori e più autentiche.

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iversi, e tutti piacevolmente interessanti, gli interventi, a cominciare dal saluto del Vescovo Ausiliare Lorenzo Ghizzoni e da quello del Vicario episcopale per le comunicazioni sociali don Emilio Landini, seguiti dalle parole del direttore de La Libertà Edoardo Tincani. "L'obiettivo che deve starci a cuore, parroci e animatori" –

ha esordito Tincani – "è quello di parlare di tutto, con tutti, cristianamente. Occorre evitare di trasformare le nostre parrocchie in 'zone franche' del pensiero, tornando a proporre il messaggio cristiano col linguaggio a cui la gente è abituata". Per questo è importante che anche avvisi e giornali della comunità parrocchiale arrivino in tutte le case. A questo proposito, Edoardo Tincani ha ricordato l'importanza del Direttorio sulle Comunicazioni sociali pubblicato dalla Cei nel 2004, in particolare i numeri 106- 115 (Per una parrocchia capace di comunicare e di fare cultura) ed il capitolo VI, tutto dedicato alla figura dell'animatore della comunicazione. Senza dimenticare che

"la prima comunicazione del cristiano è sempre la testimonianza personale".

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ltri contributi sono seguiti. A cominciare da quello di Agostino Menozzi, che – sempre a proposito del valore della testimonianza – ha rimarcato la dimensione dell'animazione della cultura e della comunicazione come essenziale nella pastorale. "È carità cristiana a tutti gli effetti", ha affermato. Quindi ha sottolineato la necessità di educarsi a una comunicazione bidirezionale, in cui tra le singole comunità e i vari media (La Libertà, Radio Pace, sito e servizi tv diocesani) possa avviarsi uno scambio proficuo e costante. Per lo staff di Lergh ai szoven

– presente al completo – ha parlato Paolo Boiardi, descrivendo una realtà assai dinamica ed il lavoro degli "stati generali" con cui il loro giornale giovanile parrocchiale viene confezionato. È intervenuto anche Gianluca Ruozzi, diffusore di Famiglia Cristiana e della stampa cattolica, insistendo sulla necessità di formarsi una visuale "a 360°" sul mondo ecclesiale, e invitando i comunicatori ad attivarsi affinché in parrocchia sia sempre presente un 'campionario' il più vario possibile delle pubblicazioni periodiche cattoliche. Don Francesco Avanzi – vicario parrocchiale a Pieve Modolena, da sempre attento alle dinamiche della comunicazione – ha poi raccontato il suo particolare uso di social network, blog, "instant messengers" e forum a fini di pastorale giovanile. "È importante, oggi, essere presenti in mezzo ai giovani, anche attraverso nuove forme di relazione quali Facebook", ha detto. "Anzitutto per ascoltarli, coglierne le inquietudini, gli sfoghi, i sogni... ma anche per offrire piccoli semi di Vangelo nel frastuono di discorsi spesso confusi e autoreferenziali".

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Le Paoline da 80 anni a Reggio: storia e attualità. Tante proposte in libreria e l’e-mail per arrivare nelle case

MODERNE COMUNICATRICI DEL VANGELO

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i fa presto a dire “Paoline”, ma non tutti conoscono l’articolazione di questa grande famiglia, nata nel 1915 dal cuore del beato Giacomo Alberione.

Dieci gruppi

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Frutti diocesani

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S. Agostino. Primo incontro della Milizia dell'Immacolata Sabato 17 ottobre, ore 16.30, nella chiesa di Sant’Agostino (cappella Beata Vergine di Lourdes): primo incontro della Milizia dell’Immacolata, con meditazione e recita del Santo Rosario.

Oratorio. Azione Cattolica: assemblea diocesana Domenica 18 ottobre, ore 8.45-13, Oratorio Don Bosco (via Adua): assemblea diocesana di Azione Cattolica, con la relazione del prof. Luigi Alici, già presidente nazionale Ac, su "Il contributo dell'Azione Cattolica all'impegno per il bene comune". Si veda anche a pagina 5.

Mancasale. Concerto vocale e strumentale Domenica 18 ottobre, alle ore 17, nella chiesa di Mancasale: per la rassegna "Soli Deo Gloria", concerto dei "Pueri Cantores" e "Schola Cantorum Regina Nivis" - "Improvise Ensemble" - con soprano, violino e organo (musiche di Bach e Vivaldi).

Cattedrale. Istituto di Musica e Liturgia in concerto Domenica 18 ottobre, ore 21, in Cattedrale: "Per te canterò", concerto del Coro e del Gruppo strumentale dell’Istituto Diocesano di Musica e Liturgia, con la partecipazione straordinaria di Ivana Spagna, per la presentazione del Cd "Per te canterò. Canti per la liturgia", curato dall’Istituto stesso e pubblicato dalle Dehoniane di Bologna.

Centro Giovanni XXIII. Uciim: "I Francescani a Reggio" Lunedì 19 ottobre, ore 16, Centro Giovanni XXIII (via Prevostura 4): per il corso promosso dall'Uciim su "I Francescani a Reggio", interverranno Davide Dazzi su "Il convento di Scandiano" e Gino Badini su "Alla scoperta dei documenti francescani" (lunedì 26 sarà la volta di fr. Prospero Rivi sull’Ordine Francescano Secolare e di Laura M. Alfieri sulle figure cappuccine a Reggio).

S. Anselmo. Corso per animatori-educatori d'oratorio Lunedì 19 ottobre, alle ore 21, nell’oratorio di Sant’Anselmo: 2° incontro del corso animatori-educatori di oratorio; Massimo Ambrogi, della cooperativa Creativ, parlerà di "Animare è coltivare"; lunedì 26 M. P. Pieracci, del Centro Sportivo Italiano, interverrà su "Lo sport in oratorio".

Centro Simonazzi. Persona e Costituzione Lunedì 19 ottobre, ore 21, al Centro Simonazzi (via Turri, 57): il prof. Luciano Eusebi interverrà su "La persona nella Costituzione" (per una dimensione laica del servizio).

Oratorio. Monsignor Parmeggiani incontra gli educatori Martedì 20 ottobre, ore 21, Oratorio Don Bosco (via Adua): mons. Mauro Parmeggiani, vescovo di Tivoli, incontra gli educatori di Azione Cattolica. Si veda anche a pag. 5.

Centro Giovanni XXIII. Prosegue il "Progetto Genitori"

Flotta editoriale

Venerdì 23 ottobre, ore 21, Teatro ReGiò (via Agosti): per la festa provinciale dell'Avo, concerto di canti popolari del Coro Monte Cusna di Reggio Emilia.

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ACCADRÀ A REGGIO

- precisa - si fonda sulla Parola di Dio e sull’adorazione eucaristica quotidiana”. Poi ricorda che fino al 25 ottobre è aperta la mostra su San Paolo in Battistero (prenotare la visita allo 0522.437620).

e fanno parte i sacera rete delle librerie Paodoti e i fratelli laici che costituiscono la line conta 224 Centri “Pia Società S. Paolo”, le “Fimultimediali sparsi nei glie di S. Paolo”, le “Pie Dicinque continenti, cui si agsinistra: il Vescovo Ausiliare inaugura, domenica 11 ottobre, la giungono 32 Agenzie di discepole del Divin Maestro” - A mostra di icone paoline in Battistero. A destra, suor Assunta Palpacelli. stribuzione, 29 centri editoche si dedicano in modo particolare all’adorazione eucariali e 10 librerie virtuali nel ristica perpetua, all’apostolato liturgico e al Minozzo, Angiolina Ovi e Candida Rivi di web. Libri, riviste, canzoni, Dvd, scenegservizio dei sacerdoti -, le “Suore di Gesù Baiso, Irene Tartaglia di Montalto, Elide e giature di musical… ce n’è per tutti i gusti. “Il pubblico - commenta Roberta CapiBuon Pastore” (o “pastorelle”), dedite alla Ilde Zini di Correggio. cooperazione pastorale nelle parrocchie, Tra i sacerdoti “paolini” ricordiamo solo il luppi, una delle due commesse laiche delle “Suore Apostoline” impegnate nella pa- santilariese don Emilio Bettati, l’albinetano la libreria - è il più vario: c’è chi cerca i storale delle vocazioni. A questi “rami” re- don Lamberto Schiatti e il vezzanese don grandi autori, chi sussidi per la catechesi, ligiosi occorre poi aggiungere i cinque Silvio Sassi, attuale Superiore generale del- chi un supporto di spiritualità per la pre“istituti aggregati”: “Gesù Sacerdote” per la Congregazione di San Paolo. ghiera. Alcuni clienti vengono in libreria con le idee già molto chiare, altri invece vescovi e preti, “Maria Ss.ma Annunziata” hanno bisogno di ascolto e di un consiglio per le donne che intendono vivere i consigli evangelici di povertà, castità e obbesui contenuti”. La necessità di fondo è trodienza rimanendo in famiglia e nel monggi sono cinque le religiose pre- vare testi che parlino al cuore, per fare il do, “San Gabriele Arcangelo” per i giovasenti in diocesi, nella residenza pieno di valori umani e cristiani. Il rapni, “Santa Famiglia” per genitori e figli e indi via Emilia all’Angelo. Tre si oc- porto con le parrocchie è vivace: “Il Cenfine la “Unione Cooperatori Paolini”, per cupano della casa; le altre due sono volti tro elaborazione dati di Roma – s’inserisce chi opera nelle comunicazioni sociali. noti della libreria cittadina: suor Vincenza Nara Cortellini, “colonna” della libreria Urso, di Caltanissetta, da 9 anni a Reggio, dall’ottobre 1989 – ci sottopone le nuove e la superiora suor Assunta Palpacelli, ori- proposte editoriali, ma valuta anche i sugginaria di Macerata, che racconta: “Mi so- gerimenti che arrivano dalla periferia. Si ull’albero piantato da don Alberione no avvicinata alle Figlie di San Paolo quan- vede che i laici si stanno responsabiliztanti e fecondi sono stati i frutti ma- do avevo 9 anni e accompagnavo una so- zando sempre di più nella pastorale: è una turati in terra reggiano-guastallese, rella professa nella visita alle famiglie”. La vera collaborazione con i sacerdoti”. specialmente dagli anni ‘30-‘60 del ‘900. vocazione, come “desiderio di diffondere el 1929, quando le Paoline arriCome non ricordare don Enzo Manfredi di il Vangelo a tutti”, è maturata anche grazie varono per la prima volta a RegSanta Vittoria di Gualtieri, studioso e in- alle scelte di vita compiute da familiari: gio, la regola era la visita alle faventore di calibro internazionale, oppure uno zio frate cappuccino, tre cugine e una suor Giovanna Salsi di Gavassa? zia – suor Maurilia Del Bianco – nelle miglie porta a porta. Oggi è difficile trovaMa l’elenco delle suore “paoline” origina- “Paoline”. Suor Assunta ha conosciuto di re la gente in casa e le vocazioni si sono rie della nostra Chiesa è davvero lungo. persona don Alberione, che definisce “un rarefatte. Per arrivare a domicilio rimane Sapendo di peccare d’incompletezza, ci- uomo silenzioso, discreto e riflessivo, che l’e-mail, segnala suor Assunta, almeno per tiamo semplicemente Albertina e France- sapeva che «le opere di Dio si fanno con chi aderisce alla fidelity card e riceve pesca Bagnacani di S. Prospero Strinati, Dea gli uomini di Dio». Dopo 11 anni presso riodicamente le novità di suo interesse. Bizzarri di San Martino in Rio, Igina Boni- la tipografia di Roma, per altri 10 (6 in Sar- Al di là delle strategie di diffusione, è proni e Maria Dina Braglia di Regnano, Olim- degna e 4 a Verona) è stata in missione tra prio questa capacità “paolina” di usare i pia Barozzi di Roncina, Gabriella Valenti- le famiglie; dopodiché ha operato altri 6 linguaggi dei tempi il segreto di 80 anni ni di San Valentino, Agnese Govi e le so- anni a Savona e ha prestato servizio alle portati davvero bene. relle Ivana, Pia ed Elda Prandi di Carniana, comunità locali: Grosseto, Pordenone, due Rosa Magnani di Rolo, Virginia Marazzi di volte Reggio Emilia. “La nostra spiritualità Edoardo Tincani

Paoline 2009

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Giovedì 22 ottobre, ore 21, Centro Giovanni XXIII, per il Progetto Genitori "Chi ama educa" promosso da Ac e Fism, il prof. Pier Cesare Rivoltella, docente di Tecnologie dell'istruzione e dell'apprendimento alla Cattolica, parlerà di "Facebook & Msn: la comunicazione tra il virtuale e il verbale".

Teatro ReGiò. Coro Monte Cusna in concerto per l'Avo

Ordine dei Medici. Amci: convegno sulla genetica Sabato 24 ottobre, ore 9-13, presso la sede dell’Ordine dei Medici (via Dalmazia 101): convegno dei Medici Cattolici su "Genetica: una scienza per la vita", con relazione del prof. Bruno Dallapiccola. Programma completo a pagina 3.

Galleria Parmeggiani. Le Suite francesi di Bach Domenica 25 ottobre, ore 17, alla Galleria Parmeggiani (corso Cairoli, 1): per la rassegna di concerti "Soli Deo Gloria" Stefano Innocenti eseguirà al clavicembalo le Suite francesi di J. S. Bach.

Cadè-Gaida-Duomo. Pellegrinaggio in Terra Santa Dal 5 al 12 novembre, pellegrinaggio in Terra Santa con le parrocchie di Cadè, Gaida e Cattedrale, guidato da mons. Gianfranco Gazzotti. Iscrizioni: 0522.942148; 0522.43378.

S. Pellegrino. Pellegrinaggio in Terra Santa Parrocchia di S. Pellegrino e Associazione "La Pira" organizzano un pellegrinaggio in Terra Santa dal 26 dicembre al 5 gennaio. Info e prenotazioni: Anna Grassi, 349.3211583.

Azione Cattolica. Soggiorni invernali a Varazze (SA) Sono aperte le iscrizioni ai soggiorni invernali a Varazze (Savona) per adulti e anziani autosufficienti organizzati dal settore Adulti- Movimento terza età di Azione Cattolica: 1° turno 21 gennaio - 4 febbraio 2010; 2° turno 4-18 febbraio 2010. Quote da 590 euro. Informazioni e iscrizioni entro il 30 ottobre telefonando all’ufficio Ac (0522.437773).


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CaritasInforma Emergenze Umanitarie Alluvione nel Messinese. La Sicilia orientale è stata flagellata dal maltempo che ha causato morte, distruzione e centinaia di sfollati. La Conferenza Episcopale Italiana ha stanziato un milione di euro e invita a sostenere le iniziative di solidarietà promosse da Caritas Italiana. Filippine, Samoa e Sumatra. Caritas Italiana ha subito risposto all’emergenza del tifone Ketsana. La Conferenza Episcopale Italiana ha stanziato un milione di euro dai fondi otto per mille. L’onda anomala che ha invaso le strade dell’isola di Samoa e di Tonga ha distrutto 70 villaggi, causando morti, dispersi e migliaia di ‘senza tetto’. Caritas Italiana è accanto alle Caritas locali sostenendone gli interventi in atto. Il terremoto che ha colpito Sumatra ha seminato distruzione e morte. Il network Caritas è già presente nei luoghi del disastro. Anche per queste nuove emergenze in Indonesia e nelle isole Samoa, la Presidenza Cei ha stanziato un milione di euro, invitando alla preghiera e a sostenere le iniziative promosse da Caritas Italiana.

Stand Up – Take action! In occasione della Giornata internazionale di lotta alla povertà (17 ottobre), dal 16 al 18 ottobre si svolgerà la quarta edizione della mobilitazione "Stand Up! Take Action!". Milioni di persone, in Italia e nel mondo, durante queste tre giornate faranno il gesto di alzarsi in piedi e stringeranno un nodo per chiedere ai governi di rispettare le promesse non ancora mantenute per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, eliminare la povertà estrema e combattere i cambiamenti climatici (info: www.caritasitaliana.it).

Carovana della Carità Da sabato 17 a martedì 27 ottobre la Carovana della Carità farà tappa a Campagnola. Tante le iniziative in programma, ne proponiamo alcune. Domenica 18, alle 10, don Romano Zanni celebrerà la S. Messa. Martedì 20: incontro con le classi medie; la sera Gianmarco Marzocchini, direttore di Caritas, incontrerà i catechisti. Sabato 24 sarà la volta di un cineforum dal titolo ‘Family Cafè’, con don Luigi Rossi, direttore della Pastorale Giovanile. Infine, il 27 ottobre giochi per i bambini in oratorio. Info: Caritas, tel. 0522.922520 (Matteo Gandini).

Rapporto 2009 Caritas - Zancan Giovedì 22 ottobre sarà presentato a Roma il 9° Rapporto Caritas – Zancan, sulle nuove difficoltà economiche che coinvolgono il nostro Paese a seguito della la crisi economico-finanziaria. La prima parte, curata dalla Fondazione Zancan, si sofferma sulla lotta alla povertà nei sistemi regionali di welfare. La seconda, curata da Caritas Italiana, approfondisce il legame tra Comunità ecclesiale e povertà.

Dossier Statistico Immigrazione 2009 Mercoledì 28 ottobre sarà presentato il 19° Dossier statistico immigrazione, con lo slogan Immigrazione: conoscenza e solidarietà. Redatto da più di 100 autori, in 512 pagine e 60 capitoli, il Dossier favorisce la conoscenza del fenomeno migratorio. La presentazione avverrà a Roma e in contemporanea in ogni regione. A Bologna sarà presentato presso la sede della Regione e vedrà la partecipazione del delegato regionale Caritas Emilia Romagna Gianmarco Marzocchini.

“La terra si scalda … è tempo di cambiare” Che significa amare la creazione nel tempo del mutamento climatico? Quali cambiamenti sono necessari nelle forme dell’economia e della politica e nei nostri stili di vita? Questi i temi del II Convegno della Rete Interdiocesana Nuovi Stili di Vita, che si svolgerà sabato 28 novembre a Bologna, presso l’Istituto Salesiano B.V. di San Luca. Nella mattina si alterneranno: p. Adriano Sella (Rete interdiocesana Nuovi Stili di Vita), prof. Simone Morandini (Fondazione Lanza), mons. Tommaso Valentinetti (Arcivescovo di Pescara) e prof. Antonio Navarra (direttore Centro Euromediterraneo di studi sul mutamento climatico). Nel pomeriggio la tavola rotonda.

Turni mensa Caritas Sabato

Vita di Chiesa

17 ottobre 2009

17 ott. Unità pastorale Pieve Modolena, Cella, San Pio X e Roncocesi Domenica 18 ott. Sant’Antonio R.E. Domenica sera 18 ott. Sant’Antonio R.E. Sabato 24 ott. Scuola media Fontanesi Domenica 25 ott. Santo Spirito R.E. Domenica sera 25 ott. Unità past. Madonna della Neve Sabato 31 ott. Gabella Domenica 1° nov. Bagno e Cacciola Domenica sera 1° nov. San Giuseppe R.E. Lunedì 2 nov. volontari vari

La denuncia dell'associazione Jaima Sahrawi: arrestati sette oppositori

Sahrawi: violati i diritti umani Per invitare il ministro degli Esteri italiano a intervenire

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osa puoi fare? Invia il seguente messaggio email al Ministro degli Affari Esteri Franco Frattini (gabinetto@cert.esteri.it), perché intervenga nei confronti del Regno del Marocco per condannare le violazioni dei diritti umani in Sahara Occidentale e chiedere l'immediata liberazione degli attivisti sahrawi.

Il campo profughi sahrawi a Tindouf, in Algeria, dove si erano recati i difensori dei diritti umani arrestati dai servizi segreti del Marocco.

L’

associazione Jaima Sahrawi - insieme alle associazioni italiane di solidarietà con il Popolo Sahrawi - condanna l’arresto e la scomparsa dei sette difensori sahrawi dei diritti umani, arrestati giovedì 8 ottobre 2009 all'aeroporto di Casablanca, di ritorno da una visita ai campi profughi sahrawi di Tindouf (Algeria). I sette militanti sequestrati sono: Ali Salem Tamek, Brahim Dahane, Rachid Sghaïr, Nassiri Hamadi, Yehdih Terruzi, Saleh Loubeihi e Degja Lechgar. Appena scesa dall'aereo, la delegazione è stata assalita dai servizi segreti marocchini e condotta in auto presso una località fino a questo momento sconosciuta. I sette sono accusati di "alto tradimento della patria" e di "attentato contro la sovranità e l’integrità territoriale del Marocco". Ci troviamo ancora una volta di fronte ad un aumento allarmante delle intimidazioni e delle persecuzioni nei confronti della popolazione sah-

rawi all'interno dei territori occupati del Sahara Occidentale. Si tratta dell'ennesima manovra del Marocco per ostacolare e mettere a tacere il lavoro dei difensori dei diritti umani, che da tempo denunciano gli abusi, gli arresti e le repressioni che continuano a perpetuarsi contro il Popolo Sahrawi.

C

hiediamo alle autorità marocchine di rivelare il luogo di detenzione degli attivisti arrestati, di dare informazioni riguardanti il loro stato di salute, nonché l’immediata liberazione di questi sette detenuti e di tutti gli altri prigionieri politici sahrawi ancora incarcerati nelle prigioni marocchine. Ci rivolgiamo, altresì, alla comunità internazionale ed in particolare alle organizzazioni di difesa dei diritti umani, per denunciare e condannare quest'ennesimo atto di intimidazione e per pretendere dal Marocco il rispetto dei diritti umani fondamentali e delle norme del diritto internazionale.

Egregio Ministro, Le comunico la mia preoccupazione per la condizione di Ali Salem Tamek, Brahim Dahane, Rachid Sghaïr, Nassiri Hamadi, Yehdih Terruzi, Saleh Loubeihi e Degja Lechgar, i sette difensori dei diritti umani sahrawi fermati illegalmente, lo scorso giovedì 8 ottobre, all'aeroporto di Casablanca (Marocco). La delegazione è stata arrestata da membri dei servizi segreti marocchini con l'accusa di "alto tradimento alla patria" e "attentato contro la sovranità e l'integrità territoriale del Marocco", ed è attualmente detenuta presso una località sconosciuta. L’Italia si è sempre espressa a favore del rispetto dei diritti umani e ha dichiarato in più occasioni il sostegno all’autodeterminazione del Popolo Sahrawi. Per questo Le chiedo di condannare fermamente la violazione dei diritti umani in Marocco e di intervenire nei confronti del Governo Marocchino affinché liberi immediatamente gli attivisti sahrawi. Distinti Saluti. [Nome e cognome, indirizzo mail, luogo di residenza] Diffondi questo messaggio a tutti i tuoi contatti.

BREVI DAL CENTRO MISSIONARIO

• Sabato 17 ottobre, alle 21, chiesa di S. Giorgio a Sassuolo: VEGLIA MISSIONARIA diocesana presieduta dal Vescovo Ausiliare mons. Lorenzo Ghizzoni, che conferirà il mandato missionario alle volontarie in partenza per l'Albania, il Kosovo e il Madagascar: - GIULIA AVANZI, 28 anni di Gualtieri (partirà il 3 novembre come volontaria Rtm e lavorerà per due anni nel progetto sanitario a Manakara in Madagascar); - ALICE BONDAVALLI, 23 anni di Sesso (andrà in Madagascar per il progetto "Equo e Bio" a Tananarive, dove resterà 2 anni con Rtm); - TIZIANA GUERRI, 30 anni di Masone (partirà il 18 ottobre per un anno in Kosovo: seguirà i progetti Rtm di animazione giovanile in parrocchia e di Educazione alla Pace); - SILVIA STRADI, 19 anni di Sassuolo (andrà a novembre in Albania per un anno come volontaria servizio civile, per il progetto Caritas-Cmd a Gomsiqe, Diocesi di Sapa); - LORENZA VALLARINO, 33 anni di Savona (partirà il 3 novembre come volontaria Rtm e lavorerà per due anni nel progetto sanitario a Manakara in Madagascar). • Mercoledì 21 ottobre, alle ore 19.30, presso l'Oratorio Don Bosco di SASSUOLO, don Carlo Fantini, in visita in Italia, incontrerà la comunità albanese presente sul territorio, il Gruppo Albania e quanti hanno partecipato ai campi estivi in Albania. • Giovedì 22 ottobre, alle 21, presso la Casa della Carità di S. Girolamo, S. MESSA MISSIONARIA presieduta da don Carlo Fantini, missionario fidei donum in Albania, in visita in Italia.

Cinzia Terzi

Domenica 18 ottobre l’inaugurazione. Nonostante le difficoltà economiche, una comunità pensa ai suoi bimbi

A MASSENZATICO UNA SCUOLA FISM TUTTA NUOVA

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re sezioni e un nido d’infanzia, 842 metri quadri immersi nel verde. È la nuova sede della scuola d’infanzia Fism “Adelmo Morsiani” di Massenzatico, che sarà inaugurata domenica 18 ottobre alle 15.30. La nuova struttura, progettata dallo studio Masini di Gavassa, sorge a pochi passi dalla chiesa parrocchiale e dalla vecchia scuola. L’opera è stata ultimata in settembre, in meno di dodici mesi di lavoro, ed è costata 860mila euro. Il via ai lavori è arrivato lo scorso anno, dopo due assemblee pubbliche nelle quali il paese ha voluto sottolineare l’importanza della continuità educativa voluta dalla parrocchia attraverso l’Istituto Figlie di Gesù (che gestisce la scuola da oltre 60 anni) e soprattutto la volontà di mettere al centro della vita della frazione i bambini, in una struttura educativa che in un tempo di disgregazione sociale, potesse costituire un punto di riferimento per la crescita della comunità e delle stesse famiglie. L’auspicio è che la nuova struttura possa diventare la scuola di tutto il paese, per trasmettere i valori di sempre in un clima sereno e multiculturale, nella consapevolezza che una scuola è sempre un luogo d’incontro e di relazioni e uno strumento di evangelizzazione e pre-evangelizzazione.

stribuiti in tre sezioni di scuola e in un nido d’infanzia per bambini dai 2 ai 3 anni, dedicato a don Paolo Ronzoni, già missionario in Brasile e Madagascar e parroco a Massenzatico. “La comunità di Massenzatico”, spiega il parroco don Angelo Guidetti, “ha scelto di intitolare la sezione Primavera a don Paolo perché ha avvertito la novità di un mondo multiculturale e intende farsi «prossima» di ogni uomo, anche degli ultimi arrivati, in un atteggiamento di conoscenza, di scambio culturale e di accoglienza. Come ha fatto don Paolo e ogni «buon missionario» di Cristo deve fare”.

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olti abitanti di Massenzatico hanno contribuito al contenimento dei costi di realizzazione della struttura offrendosi come volontari nel cantiere. Anche le associazioni e i circoli ricreativi del paese hanno sostenuto la costruzione organizzando iniziative per la raccolta di fondi. La “Adelmo Morsiani” può ospitare ora fino a 120 bambini di-

unto centrale del nuovo edificio è il salone polivalente di ben 200 mq. Uno spazio flessibile, reso ancor più accogliente dal tetto in legno a vista. All’esterno poi lo spazio non manca. Su buona parte dell’area esterna è stato posato un tappeto morbido per esterni in modo da rendere fruibili gli spazi anche in condizioni climatiche non ottimali. L’inaugurazione di domenica sarà preceduta da un pranzo in parrocchia per le famiglie. Chi desidera può prenotarsi presso Gianni Grazioli (tel. 0522.950510). Alle 15.15 raduno presso la scuola materna per l’inaugurazione alla presenza delle autorità.

Emanuele Borghi


Vita diocesana Brevi di cronaca e appuntamenti Da Reggio a Erba (CO). Partecipata e coinvolgente la catechesi a Radio Maria con padre Livio Fanzaga Il gruppo di preghiera "Regina della Pace" di Budrio di Correggio ha preso parte il 9 ottobre, alla catechesi tenuta come ogni venerdi sera dalle 21 alle 23 - a Erba di Como, presso gli studi di Radio Maria, da padre Livio Fanzaga (al centro, nella foto, con un piccolo gruppo di reggiani). Per i circa 50 pellegrini partecipanti, partiti dalle nostre zone, dal Modenese e dal Parmense, la giornata era iniziata con la visita al Santuario Mariano "Madonna del Bosco", nei pressi di Imbersago, a Lecco. Non è la prima volta che il gruppo di preghiera di Budrio prende parte alla catechesi rivolta ai giovani. Il direttore di Radio Maria ha trattato il tema della "tentazione" - distinguendola dalla "prova" -, suscitando grande partecipazione fra il pubblico presente. L’appuntamento è per il prossimo anno, presso i nuovi studi dell’emittente radiofonica, in fase di ultimazione. (Andrea Boni)

Melano (Paderna). "Sagra del borgo" all'Oratorio Un Oratorio dedicato alla Madonna del Rosario ha dato l’occasione per un incontro di preghiera dettato dalla tradizione, nel giorno in cui la Chiesa celebra la Madonna del Rosario. Il piccolo edificio sacro, restaurato negli anni scorsi dalla famiglia Canossini, che ne è proprietaria, conserva tutte le caratteristiche di una chiesa, seppur ridotta nelle dimensioni. Una costruzione in sasso, messa a nuovo con la supervisione del prof. Luigi Franceschi, che ha dato all’oratorio un decoro sconosciuto a tanti edifici sacri ben più importanti. La “Sagra del borgo” di Melano di Paderna ha riunito residenti, fedeli delle parrocchie di Paderna e Pecorile e amici che si sono aggregati agli abitanti del luogo, a rendere più solenne e partecipata la funzione. Culmine della celebrazione, la Messa officiata dal parroco don Pietro Pattacini, seguita da un momento di festa - al termine - sul prato antistante, dove è stato bello ascoltare commenti e espressioni di gradimento per un incontro che ogni anno riunisce numerosi fedeli. (Antonio Bergianti)

Reggio. Laboratori di teatro ecologico con "Istarion" La compagnia teatrale "Istarion" propone, da sabato 24 ottobre (fino a giugno 2010), un ciclo di «workshop» (lezionilaboratorio in forma di apprendimento attivo) sul tema Sentieri di teatro ecologico (danza etnica, espressività corporea, narrazione) Info e costi: 338.5202392, www.istarion.it.

Domenica 11 ottobre le comunità di Montecavolo e Salvarano hanno salutato don Riccardo Camellini, destinato parroco a Regina Pacis in città, a Reggio. La chiesa, per la Messa delle 11.15, era gremita: moltissima gente è stata costretta a rimanere in piedi; 700, forse 800 o più le persone presenti. Nel coro, tantissimi giovani - alcuni sposati da don Riccardo, coi loro bimbi - che indossavano la maglietta gialla col viso stilizzato del "don" (gettonatissima, fatta fare dai ragazzi di Lergh ai szoven). Tante le magliette indossate anche nell'assemblea, da genitori, catechisti, educatori...

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Guastalla. Ritiro per i ministri della Santa Comunione Sabato 17 ottobre, ore 9-18, Santuario B.V. Porta: giornata di spiritualità per i Ministri straordinari della S. Comunione, gli accoliti e i lettori, sul tema "Eucaristia e Penitenza".

Gualtieri. Mostra dei "mini quadri" di Brommo La commozione si respirava già davanti alla chiesa, prima dell’inizio della celebrazione. Don Riccardo ha concelebrato con don Sergio Billi e don Filippo Manini. Al termine della celebrazione, al sacerdote in partenza sono stati fatti diversi doni. Fra gli altri: un libro di pensieri con tutte le frasi originali (pubblicate nell'edizione straordinaria del giornale parrochiale Il Ponte); un album di foto, con le immagini dei parrocchiani, di alcune chiese, di santi amati da don Riccardo; un quadro coi vari "Palii dal puteli"; un quadro della chiesa settecentesca e le chiavi della stessa... per dire simbolicamente a don Riccardo che potrà venirvi quando lo desidera; un ufficio completo, in vista della nuova sistemazione. Alle 18 si è tenuto il concerto per don Riccardo, "Salutarti cantando", con l'Ensemble e la Corale S. Francesco da Paola diretta dal maestro Primo Iotti. Tra un'esecuzione e l'altra, le voci di Mario Boiardi e Riccardo Azzimondi hanno letto gli interventi e le attività promosse da don Riccardo in questi 19 anni; ad esempio, il restauro dell'eremo, la costruzione della chiesa nuova, la sagra, l'ampliamento dell'asilo, Lergh ai szoven, i campeggi, l'oratorio estivo. (b. g.)

Guastalla. Festa nella prima Giornata nazionale Avo Guastalla, Palazzo Ducale.

Sabato 24 ottobre, a Guastalla, si celebrerà la prima Giornata nazionale Avo. Al mattino, presso l'Ospedale e le Case protette, verrà distribuito materiale informativo. Alle ore 16, a Palazzo Ducale, intrattenimento con il mago Tellini, musica e rinfresco. Alle ore 20.45. al Teatro Ruggeri, spettacolo dialettale con la compagnia di San Martino di Guastalla.

Fino a domenica 18 ottobre, a Gualtieri, alla "Bottega dell’Arte" (via Sette Ponti): mostra dei «mini quadri» di mons. Ambrogio Morani (in arte Brommo); aperto sabato e domenica 17-18 ottobre, ore 8-13 e 15-17. Info: 338.3758665.

Montericco. Inizia il corso "Uomini in Cristo" Domenica 18 ottobre, ore 9-17.30, Santuario di Montericco: prima giornata del corso Uomini in Cristo (Pastorale Giovanile) per educatori di adolescenti e giovani.

Pianzano. Messa in memoria di "don Carlo" Orlandini Domenica 18 ottobre, ore 11, chiesa di Pianzano (Carpineti): Messa in ricordo di "don Carlo" Orlandini promossa da Alpi-Apc; al termine, corteo alla tomba nel cimitero. A seguire pranzo sociale. Info e prenotazioni: tel. 0522.816453.

Albinea. Giornata di preghiera per le vocazioni Domenica 18 ottobre, ore 15-23, Casa di preghiera S. Giuseppe: giornata di adorazione per le vocazioni. Sarà sempre presente un sacerdote Fratello della Carità, con possibilità di incontri personali. Il Vespro è alle 18.30. L'iniziativa si ripeterà la 3a domenica di ogni mese.

Massenzatico. Inaugurazione della scuola materna Domenica 18 ottobre, ore 17.30: inaugurazione della nuova scuola materna "Adelmo Morsiani" (servizio a pag. 8).

Bibbiano. "Un Rosario per la Famiglia" Lunedì 19 ottobre, ore 21, chiesa di Bibbiano: "Un Rosario per la Famiglia", con padre Fausto Guerzoni, o.p.

Guastalla. Corso sulla Lettera ai Romani Martedì 20 ottobre, ore 20.45, al centro "Don Bosco" di Guastalla: per la Scuola di formazione cristiana, 4a lezione del corso sulla Lettera ai Romani, col prof. don Daniele Moretto su "Fede, speranza e carità nella Lettera ai Romani" (II parte: la speranza); martedì 27 ottobre, III parte: la carità.

Villa Aiola. Festa nel 46° di fondazione della parrocchia

Sassuolo. Carmelo, anno giubilare: prima conferenza

La parrocchia di Villa Aiola si prepara a festeggiare, domenica 18 ottobre, il 46° anniversario della sua nascita essendo stata istituita il 23 ottobre 1963. Fino a quella data la comunità Aiolese faceva parte della parrocchia di Montecchio, guidata in quegli anni dall’indimenticabile don Ennio Caraffi, che con convinzione e perseveranza sostenne il progetto per la creazione di una nuova parrocchia nella vicina frazione. Celebrerà la Messa il parroco don Antenore Vezzosi, con la consegna del mandato 2009-2010 ai catechisti.

Montericco. Corso formativo per volontari Hospice

Martedì 20 ottobre, ore 20.45, Carmelo di Sassuolo: nel 1° incontro di Nella fedeltà ai giorni (Giubileo del Carmelo di Sassuolo), fr. Roberto Fornaciari, monaco di Camaldoli, interverrà su Un vivere alternativo. La vocazione del monaco. Mercoledì 21 ottobre, ore 20.30-23: prima lezione del percorso formativo per aspiranti volontari all’Hospice.

Guastalla, S. Orsola. Conferenze per genitori Mercoledì 21 ottobre, ore 21, salone "Padre Paolino" (Santuario B.V. Porta): 2° incontro del Sant’Orsola per i genitori. M. Pavoni interverrà su "Stili comunicativi in famiglia" (mercoledì 28, il tema sarà "Effetti di fumo, alcol e droghe").

Sassuolo. Percorso vicariale per catechisti

tuzione ed ancora oggi, nonostante avesse lasciato da tre anni il paese, è nel cuore di numerosi cittadini: ricopriva soprattutto il compito di cuoca nella scuola materna e s’occupava del catechismo nella comunità”.

Giovedì 22 ottobre, ore 20.45, parrocchia di Rometta: parte il percorso vicariale 2009-'10 di formazione per i catechisti dell’Iniziazione cristiana; gli altri incontri, sempre di giovedì, saranno il 29 ottobre e il 5, 12 e 19 novembre 2009.

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Correggio. Antonio Gaspari sulla "Caritas in veritate"

na prima cerimonia funebre, con le consorelle delle «Figlie di Gesù», si è tenuta nella chiesa di S. Stefano a Reggio e in seguito la salma è stata trasportata nella chiesa di Pecorile in cui è stata celebrata - sempre nel pomeriggio del venerdì e alla presenza di tante persone - un’altra funzione funebre officiata dal parroco don Pietro Pattacini, coadiuvato da don Luciano Iori e don Amedeo Cantarelli. Le spoglie sono state poi tumulate nel vicino cimitero di Casola di Pecorile, la frazione vezzanese dove aveva vissuto nell’infanzia, fino al 27 ottobre del '47. Suor Olimpia Melioli, che proveniva da una famiglia numerosa (erano in 17 fratelli), lascia diversi fratelli e sorelle, i parenti e i vari nipoti. “Era particolarmente orgogliosa di provenire da Casola Canossa”, ha ricordato il fratello Olimpio. “Spesso ricordava che in giovane età, prima di diventare suora, il suo compito in paese era quello di ritirare il cibo dall’asilo di Pecorile e di portarlo fino alle scuole elementari alla Valle, borgo sempre di Casola. Sia a Casina che a Massenzatico, oltre a seguire i fanciulli, era molto legata alla formazione dei chierichetti”. suor Olimpia Melioli

opo il noviziato, divenne suora il giorno dell’Immacolata del 1955 e fu poi impegnata per alcuni anni nella Casa Madre di Verona, mentre nel '61 aiutò per un anno gli sfollati dell’alluvione della Bassa reggiana ospitati a Reggio. Inoltre prestò il suo valido servizio nella scuola materna della parrocchia di Massenzatico per una quindicina di anni; e, per oltre 25 anni, s’adoperò nella scuola parrocchiale dell’infanzia di Casina, dove viene ricordata con affetto da molte persone. Una vita, quella di suor Olimpia, dedicata sempre alla preghiera, ai bambini ed al prossimo. Don Luciano Iori, parroco di Casina, la ricorda perché “a Casina era una vera e propria isti-

Queste le Messe di ingresso dei nuovi parroci: a S. Ilario sabato 17 ottobre, ore 16.30, don Romano Vescovi; a Regina Pacis domenica 18, ore 17.30, don Riccardo Camellini; a S. Quirino di Correggio mercoledì 21, ore 20.30, don Fernando Borciani; a Montecavolo sabato 24, ore 16.30, don Pier Luigi Ghirelli; a Fontanaluccia domenica 25, ore 15.30, don Giuliano Marzucchi e don Luigi Ferrari.

Sabato 17 ottobre, ore 21, chiesa di S. Giorgio, Sassuolo: veglia missionaria presieduta dall’Ausiliare, che conferirà il mandato a vari volontari prossimi alla partenza.

SUOR OLIMPIA, UNA VITA PER LA PREGHIERA E GLI ALTRI

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Ingressi di nuovi parroci nelle comunità

Sassuolo, San Giorgio. Veglia missionaria diocesana

LUTTO - Originaria di Casola Canossa di Pecorile, era la quinta di 17 fratelli. Aveva 79 anni

i sono svolti nel pomeriggio di venerdì 9 ottobre i funerali di suor Olimpia delle «Figlie di Gesù» - al secolo Ester Rosa Melioli - deceduta tra mercoledì e giovedì notte all’ospedale Santa Maria Nuova all’età di 79 anni, dopo essere stata ricoverata la domenica precedente a causa di un ictus. Una morte, improvvisa e inaspettata, che ha colto di sorpresa i tanti parenti e conoscenti, ma che la religiosa aveva avvertito da tempo: “L’anno prossimo - aveva confidato un mese fa ai suoi familiari durante una recente visita – non ci sarò più e dovrete pregare per me”. Suor Olimpia, originaria di Casola Canossa di Pecorile nel comune di Vezzano, da tre anni si era ritirata (per problemi di salute) nella struttura della congregazione a S. Stefano in città, pur rimanendo sempre lucida ed autosufficiente.

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ACCADRÀ IN DIOCESI

Montecavolo. Il saluto a don Riccardo Camellini

Reggio. Prosegue il ciclo "I Francescani a Reggio Emilia" Posegue, al Centro Giovanni XXIII, in via Prevostura 4 a Reggio Emilia, il corso di aggiornamento I Francescani a Reggio Emilia - promosso dall’Uciim in collaborazione con altre realtà ecclesiali e culturali locali , rivolto a docenti, dirigenti scolastici, studenti, operatori della pastorale e appassionati della storia locale. Lunedì 19 ottobre, alle 16, Davide Dazzi illustrerà Il convento di Scandiano e Gino Badini guiderà i corsisti Alla scoperta dei documenti francescani.

17 ottobre 2009

Matteo Barca

Giovedì 22 ottobre, alle 21, Istituto Bellelli-Contarelli di Correggio (corso Mazzini 44): 1° incontro del ciclo 2009-'10 promosso dal circolo culturale Frassati e dal Vicariato III. Il prof. Antonio Gaspari, direttore dell’Agenzia on-line Zenit, commenterà l’enciclica Caritas in veritate.

San Martino in Rio. Operatori di pastorale della salute Giovedì 22 ottobre, ore 21, nella parrocchia di San Martino in Rio: prima di due serate per operatori di pastorale della salute con don Edoardo Ruina, liturgista; 1° incontro su "Il dolore e la sofferenza nella Sacra Scrittura"; giovedì 29 ottobre il tema sarà "Cristo medico: liturgia, salute, salvezza".

Guastalla. Festa nella Giornata nazionale AVO Sabato 24 ottobre, a Guastalla (ore 16 a Palazzo Ducale, ore 20.45 al Teatro "R. Ruggeri"): festa nella prima Giornata nazionale Avo (si veda notizia in questa stessa pagina).

Novellara. Preghiera di Taizé Sabato 24 ottobre, alle 21, nella chiesa del Popolo, a Novellara: preghiera di Taizé. Per informazioni rivolgersi a Massimo: e-mail athletico.sughin@alice.it, tel .349.2863683.

Pratofontana. Introduzione al Libro di Qoelet Martedì 27 ottobre, ore 21, chiesa di Pratofontana: per "Una chiesa sotto la Parola", corso per animatori biblici, Giovanna Bondavalli introdurrà il Libro di Qoelet.


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ecine di pesci colorati nella rete sospesa sui gradini del presbiterio, più numerosi dei “centocinquantatré grossi pesci” di cui parla il vangelo della celebrazione (Gv 21, 1-14).

La rete della Chiesa

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Convocazione diocesana: il mandato

Convocazione diocesana: il mandato

17 ottobre 2009

ono la testimonianza più visibile che il pomeriggio di domenica 11 ottobre anima la Cattedrale di Reggio Emilia all’inizio della liturgia di mandato agli operatori pastorali presieduta dal Vescovo. I significati di quest’appuntamento si sommano e si rimandano tra loro: è il momento conclusivo della Convocazione diocesana, nella giornata che la nostra Chiesa dedica ad Avvenire e ai mezzi di comunicazione sociale; si fa memoria del Beato Giovanni XXIII, del giorno dell’apertura del Concilio Vaticano II (1962) e degli 80 anni di presenza a Reggio Emilia delle Figlie di San Paolo. Ma la sintesi più efficace restano quelle sagome di cartoncino a forma di pesce, su cui ciascuno dei presenti ha completato di suo pugno una frase, prima di depositarle ai piedi dell’altare. La rete è immagine antica della Chiesa secondo i Padri, ma è pure un simbolo attualissimo: basti pensare alla Rete digitale, il web, che connette ogni giorno milioni di persone. E l’anno pastorale che oggi si apre ufficialmente, sotto il titolo “Comunicare la fede: verso nuove relazioni ecclesiali”, vuole proprio paragonare la comunità dei fedeli ad una rete di persone in rapporto di comunione e fraternità.

CONVOCAZIONE DIOCESANA – Il momento culminante di domenica 11 ottobre in Cattedrale

CRISTIANI NELLA RETE DELLE RELAZIONI ECCLESIALI

Presentata la Lettera ai Romani e conferito il mandato agli operatori pastorali “ora” l’uomo si trova in una situazione oggettivaUna Lettera per noi 1 mente diversa, non per merito suo, ma per la gratuità della redenzione portata da Cristo. In altre parole siamo stati giustificati e resi giusti, amici di Dio, “mentre eravamo ancora peccatori” (cf. Rm 5, 8-9).

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on si tratta di relazioni qualunque, perché ad innervarle e mantenerle nel tempo è Colui che ha trasformato i suoi seguaci in pescatori di uomini. E questo non è un fatto del passato, ma si compie “ora”, come ricorda don Giacomo Morandi, docente di Sacra Scrittura allo Studio Teologico Interdiocesano di Reggio, con le parole di San Paolo. Nella prima parte del pomeriggio il biblista dell’arcidiocesi di Modena-Nonantola sale in cattedra per presentare la Lettera ai Romani quale libro-guida per l’anno pastorale 2009-2010 a partire dalla lettura di riferimento Rm 3, 21-31. Ebbene, in questa “ora”, dice l’Apostolo, “si è manifestata la giustizia di Dio”. Tale “giustizia”, chiarisce Morandi, non è di tipo forense o distributivo, ma è quella salvifica che si rivela nel Vangelo, è il cuore della nuova alleanza tra Dio e il suo popolo, che ha in Cristo l’unico Salvatore. Nei primi due capitoli della Lettera Paolo mostra che al di fuori della giustizia di Dio l’uomo, sia esso giudeo o pagano, si trova nell’incapacità di salvarsi: il suo destino è tragico, è “l’ira di Dio”. Poi però lo scrittore sacro risale dall’abisso di quella condizione per annunciare che

Vita nello Spirito

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ome diventa, tutto ciò, esperienza del credente? - si chiede don Morandi. La risposta arriva dal 6° capitolo della Lettera, incentrato sul Battesimo, con cui siamo “con-morti, con-sepolti e con-resuscitati” insieme a Cristo. I battezzati diventano così, secondo un’ineffabile definizione paolina, “come viventi, ritornati dai morti” (cf. Rm 6, 13). Se la fede è certamente dono di Dio, insiste il teologo, essa è al tempo stesso impegno, “umiltà di consegnarsi al Salvatore”, libero e fiducioso abbandono dell’uomo al suo Signore e all’ispirazione – mai al “dominio” – dello Spirito Santo. E come si fa a sapere che lo Spirito opera in noi? - domanda ancora. La sua presenza, aggiunge subito, crea “pace e stabilità” (cf. anche Gal 5, 22), è fonte di una vita virtuosa. Da ciò scaturisce l’esortazione di Paolo “a offrire i vostri corpi come sa-

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questo modo di intendere la fede si rifà esplicitamente monsignor Adriano Caprioli nella sua omelia (si veda sotto), che recepisce e rilancia parte dei suggerimenti ricevuti nell’assemblea del mese scorso in seminario. Nel secondo tempo della celebrazione gli operatori pastorali ricevono dal Vescovo il mandato ad operare nei diversi campi dell’azione ecclesiale e il sussidio sulla Lettera ai Romani, preparato dal Servizio diocesano per l’Apostolato biblico. Dodici di loro vengono anche chiamati intorno all’altare per dare voce alla comune professione dialogata di fede: un altro segno di come la Diocesi vuole annunciare “ora” la Buona Notizia, attraverso una “rete” fatta di presbiteri, religiose, diaconi, educatori, catechisti, accompagnatori delle famiglie, animatori liturgici e della Parola, aggregazioni laicali e centri culturali, gruppi missionari, operatori della Carità e della comunicazione.

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er ciascuno, l’invito del Vescovo è ad attingere dalle parole di Paolo la capacità di rendere più autentiche e “vere nella carità” le relazioni comunitarie, consapevoli (cf. Rm 13, 8) che non siamo “debitori di nulla a nessuno, se non dell’amore vicendevole”.

Edoardo Tincani

COME RENDERE NUOVE LE RELAZIONI Dell'omelia del Vescovo riportiamo il testo pressoché integrale (si veda anche il sito web diocesano www.reggioemilia.chiesacattolica.it).

VERSO NUOVE RELAZIONI ECCLESIALI Mandato agli operatori pastorali

Introduzione

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bbiamo ascoltato una pagina, precisamente l’inizio della Lettera di S. Paolo ai cristiani di Roma (Rm 1,112), che abbiamo scelto come il libro biblico dell’anno per i cammini di fede della nostra Chiesa. Così, a partire da questa Lettera, dovrebbero iniziare tutte le nostre riunioni pastorali nei Consigli pastorali o nelle assemblee parrocchiali. Prima delle cose da fare e da programmare, bisogna ascoltare dalla Parola di Dio ciò che lo Spirito del Signore ci vuole suggerire. Prima di domandarci: di che cosa parliamo? Dobbiamo interrogarci: che cosa il Signore ha da dirci e quindi vuole da noi? (...)

Il vescovo e la sua Chiesa particolare

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apostolo PAOLO anzitutto si presenta ad una comunità che lui non ha fondato e quindi non conosce. E si presenta come “apostolo per chiamata, scelto per annunciare il Vangelo di Dio” (Rm 1,1), quindi come “mandato dal Signore”, e come tale da accogliere da parte dalla comunità cristiana, non perché scel-

to dalla comunità, come avviene nelle società democratiche. Si accoglie l’apostolo di Cristo, prima che la persona di Paolo. Nella comunità cristiana i pastori non si scelgono, ma si accolgono, perché mandati prima ancora di essere conosciuti; né sono vagliati o votati come alle elezioni. E restano dei preti mandati alle comunità. Ma anche la comunità cristiana non è scelta da Paolo, alla quale l’apostolo è mandato. La COMUNITÀ cristiana chiede di essere accolta dall’apostolo e riconosciuta come comunità amata dal Signore, composta da cristiani “chiamati da Gesù Cristo, amati da Dio e santi per vocazione” (Rm 1,7). Ed è in forza di questa reciprocità di accoglienza che l’apostolo Paolo può rivolgersi alla comunità che lui non ha scelto, con parole di un affetto disarmante: “desidero infatti ardentemente vedervi per comunicarvi qualche dono spirituale, perché ne siate fortificati” (Rm 1,11). Qui Paolo - come può capitare a un vescovo appena mandato nella sua Chiesa -, pensa di arrivare lui a portare qualcosa di nuovo, di cambiare lui le cose. Ma subito Paolo si corregge: “o meglio, per essere in mezzo a voi confortato mediante la fede che abbiamo in comune, voi e io” (Rm 1,12). È interessante questa maniera di intendere “la fede”: non solo una dottrina, una liturgia, una pastorale, ma una “relazione tra le persone”. Non è, forse, questa la maniera giusta per guardare anche alle relazioni nella Chiesa: tra il vescovo e la sua Chiesa particola-

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re, le relazioni tra i preti, tra i preti e i laici, tra la comunità ecclesiale e la società? Non è solo questione di simpatia, di carattere, di “feeling” come si dice, ma di fede, di fiducia, di benevolenza. Ciascuno di noi nella Chiesa dal vescovo all’ultimo dei battezzati - non è, forse, da conoscere, ascoltare, accogliere, amare prima come un dono per cui ringraziare il Signore, che non un ennesimo problema per cui lamentarsi? Si capisce allora che “comunicare la fede” - come vuole il nostro programma pastorale -, su indicazioni degli Uffici pastorali e, ultimamente, nell’incontro del 18 settembre in Seminario con voi e tra di voi nelle cosiddette “botteghe”, voglia dire “rendere nuove le nostre relazioni ecclesiali”. Come? Tra i vari prodotti - tutti di marchio reggiano! - emersi dai vari incontri, presentati al Vescovo e consegnatemi dal Vicario episcopale Don Giancarlo Gozzi, che ringrazio con Don Achille Melegari, vorrei rilanciare almeno queste quattro relazioni portanti.

a) Le relazioni tra preti

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sse potranno diventare nuove, se la “fraternità sacerdotale è intesa come

componente dello stesso ministero pastorale… la comunione con il presbiterio diocesano da privilegiare prima di tutte le altre relazioni che nascono dal ministero pastorale…”. Al riguardo, “una novità sarà proprio quella di avviare, sperimentare e anche consolidare forme comunitarie di ministero pastorale, dette comunità ministeriali” (cfr. il Vescovo nell’omelia dell’8 settembre). Pure saranno favorite dall’adeguamento liturgico delle nostre chiese (era uno dei temi dell’Assemblea del clero, il 24 settembre), il quale, evidenziando i tre poli - ambone, cattedra o sede, altare -, intende farci cogliere e vivere la relazione stretta che nella celebrazione avviene tra la Parola proclamata e spiegata, e la Parola donata in sacrificio per noi. Una tale relazione non può non coinvolgere i membri dell’assemblea, perché tutti siamo chiamati ad ascoltare, partecipare e fare comunione. Pertanto, se la Parola è il fondamento ed è l’inizio di questa relazione che la celebrazione liturgica produce, allora noi preti, con le nostre comunità, siamo invitati ad una seria verifica di quanto tempo dedichiamo all’ascolto e alla condivisione della Sacra Scrittura, e se ogni attività è programmata e messa

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in atto alla luce della Parola (proposta della bottega degli Animatori biblici).

b) Le relazioni nella comunità

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el mio intervento all’assemblea del Clero, ho fatto questo rilievo: “il positivo ricupero della comunità cristiana come soggetto celebrante pare a volte menomato da due tendenze opposte: da una parte, nel modo concreto di celebrare, l’assemblea celebran-

"Ciascuno di noi nella Chiesa - dal vescovo all’ultimo dei battezzati - non è, forse, da conoscere, ascoltare, accogliere, amare come un dono per cui ringraziare il Signore?" te è di fatto trascurata, ridotta spesso ad una partecipazione passiva, di fatto ad assistere alla Messa come ad una devozione privata; dall’altro lato, c’è la tendenza a premere verso un fare comunità che sembra a volte fine a se stesso, non così evidentemente orientato verso il Mistero da celebrare, con conseguenze del tipo: eccessiva pressione partecipativa, disinvolta libertà di

adattamento dei riti ecc.”. Sono proprio queste due tendenze che non aiutano a costruire relazioni autenticamente ecclesiali. Invece una maggiore accoglienza delle persone nuove della comunità - gesto che potrebbe essere curato anche all’inizio della celebrazione eucaristica -, un più intenso coinvolgimento nello svolgimento dei riti, la valorizzazione dei ministri straordinari della Comunione affinché il loro andare nelle famiglie sia un atto di vera comunione tra l’ammalato e la sua famiglia, potrebbero favorire la crescita della comunione nella comunità (proposte della bottega di Caritas e Missioni). Pure un profondo radicamento nella celebrazione eucaristica aiuterebbe lo stesso Consiglio Pastorale a sentirsi non tanto uno strumento esecutivo, ma propositivo, capace di proporre itinerari, programmi, iniziative che hanno l’obiettivo di costruire relazioni di fede tra le persone (proposta della bottega dei Consigli Pastorali). Anche chi opera nei mezzi della comunicazione potrà tessere relazioni forti, personali, con gli stessi membri della Chiesa, vivendo dal di dentro la realtà e le dinamiche ecclesiali. La sua sincera appartenenza ecclesiale lo metterà in grado di essere

“ponte”, quindi costruttore di relazioni, fra la realtà della comunità cristiana e i fruitori più svariati della comunicazione (proposta della bottega degli operatori della comunicazione).

c) Il coinvolgimento delle famiglie nel cammino dell’Iniziazione cristiana

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roposto a livello diocesano, già da tre anni con la figura non solo del catechista ma anche dell’accompagnatore dei genitori che fanno la domanda dei sacramenti per i figli, il progetto del completamento dell’Iniziazione cristiana ha propriamente questo obiettivo: non solo sentirsi partecipi del cammino educativo dei propri figli, ma promuovere tra i genitori relazioni di fede. È un piccolo passo per contribuire a far sì che la comunità cristiana si edifichi in modo che le persone si mettano in relazione le une con le altre “a causa di Gesù Cristo”. Pertanto non ci si può limitare ad aspettare che i genitori cerchino la parrocchia, ma occorre impegnarsi per fare il primo passo verso di loro; primo passo compiuto dallo stesso sacerdote o catechista, portandoli al confronto sui temi della fede. In tal senso risulta particolarmen-

te positiva la visita a casa, famiglia per famiglia, da parte dei catechisti, delle catechiste o di qualcuno della comunità cristiana. Questo incontro dovrebbe iniziare già con la richiesta del Battesimo e non interrompersi in attesa dell’inizio del catechismo (proposta della bottega dei Catechisti). Al riguardo, l’incontro con le famiglie deve essere caratterizzato dalla carità della riservatezza, dove si privilegia la comprensione, più che il giudizio, l’ascolto più che l’insegnamento. La stessa comunità deve coltivare la relazione con le singole famiglie valorizzando i tempi forti della vita familiare, quali la nascita di un figlio, la presenza di un anziano o di un malato, i momenti gioiosi o tristi che a volte avvengono all’improvviso (proposta della bottega delle Famiglie). Pure la relazione con i giovani deve essere curata dalla comunità, intensificando le proposte e le occasioni di aggregazione, sia diocesane che vicariali, organizzando momenti di preghiera, festa, confronto... in cui i giovani siano “attori attivi”, si sentano coinvolti nella preparazione (proposta della bottega degli Educatori)

d) Promuovere la relazione tra Vangelo e cultura

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a Lettera pastorale 20082010 ha tutto un paragrafo (pagg. 109-113) sul compito che come Chiesa dobbiamo svolgere affinché ci sia più attenzione alla “questione cultura” in modo che il Vangelo ritorni a permeare le coscienze,

chiamate oggi a discernere questioni, problemi specialmente in campo etico, non sempre facili. Se poi si aggiungono le questioni di carattere economico e politico le difficoltà aumentano. E questo, perché permane ancora una forte “rottura tra Vangelo e cultura”. Per superarla occorre avere la capacità di creare relazioni tra la Parola del Vangelo e il modo di pensare dell’uomo di oggi, cioè mettere a confronto le nostre idee, opinioni, punti di vista sui vari problemi e riuscire a compiere un passo in più verso la comunione di fede e di azione pastorale. La proposta, allora, di un coordinamento dei Centri culturali presenti o di farne sorgere dei nuovi in ogni Vicariato è in questa prospettiva. Potrebbero diventare luoghi dove tramite il confronto, l’approfondimento, il dialogo, le diversità di opinioni invece di creare divisioni o conflitti promuovono nuove relazioni tra i credenti e non, tra il pensiero della Chiesa e i vari maestri del momento, tra la buona notizia del Vangelo e i vari messaggi dei mezzi di comunicazione.

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uesta è la sfida che abbiamo davanti: suscitare attorno a noi questa constatazione: “Guardate quanto è bello essere uomini e donne, facendo i cristiani! Guardate quanto è bello il progetto di vita umana, che il Cristianesimo propone!”. Ciò deve essere mostrato non solo con le parole, ma con la testimonianza di vita ordinaria. (...)

+ Adriano VESCOVO 5

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Il testo biblico per l’anno pastorale 2009-’10

crificio vivente, santo e gradito a Dio” (cf. Rm 12, 1). Ed è questo il tipo di vita cristiana capace di rinnovare dal di dentro le relazioni nella Chiesa.

Sinfonia di mandati

17 ottobre 2009

LA LETTERA AI ROMANI (La Lettera ai Romani) presenta un'esposizione pacata del vangelo che Paolo, per iniziativa di Dio, è chiamato a proclamare tra le genti. (…) Egli, infatti, dichiara: "Io infatti non mi vergogno del vangelo, poiché esso è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del giudeo prima e poi del greco. È in esso che si rivela la giustizia di Dio di fede in fede come sta scritto: “II giusto vivrà mediante la fede”" (Rm 1,16-17).

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n un primo momento, Paolo passa in rassegna lo statuto dell'umanità di fronte al Dio giusto, ricordando con forza il postulato biblico che egli non fa preferenze di persone e applicandolo alla condizione religiosa dei popoli (Rm 2,11). Nessuno, nemmeno il popolo ebraico, pur destinatario delle promesse di salvezza da parte di Dio, può presumere di avere un rapporto privilegiato con Dio che è asso-lutamente imparziale. (…) In Gesù Cristo Dio offre a tutti la giustificazione grazie alla redenzione realizzata da Cristo stesso. Egli infatti è la rivelazione della misericordia di Dio, che instaura una nuova relazione con l'umanità superando la sua situazione alienata a causa del peccato. (…) Questo appare in tutta evidenza nella storia biblica di Abramo. Chi accoglie l'annuncio del van-gelo, riconosce che Dio ha risuscitato Gesù dalla morte e dunque ha eliminato per sempre il peccato che l'ha provocata. (…) Il credente perciò è sottratto al dominio del peccato. Alla descrizione del nuovo statuto dei credenti Paolo dedica quattro capitoli della lettera (Rm 5-8). Dapprima inserisce tale descrizione in un quadro più ampio, in cui mette in scena Adamo e Cristo. Facendo leva sul principio della solidarietà di tutti gli esseri umani, afferma che le azioni dei due capostipiti hanno coinvolto la vicenda dell'intera umanità. L'esperienza universale della morte fa capire che nessuno si sottrae alla schiavitù del peccato entrato nella storia umana a causa di Adamo. Ma grazie alla solidarietà col nuovo Adamo, Gesù Cristo, ogni essere umano ha la possibilità di uscire dalla schiavitù del peccato per accedere alla vita (Rm 5,12-21). (…)

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el processo salvifico, incentrato sulla fede in Gesù Cristo e sull'iniziativa gratuita di Dio, qual è il ruolo della legge? Essa è alternativa o concorrente alla grazia di Dio? Paolo affronta questo tema, annunciando il principio giuridico che "la legge ha potere sull'uomo solo per il tempo in cui egli vive" e porta quindi come esempio la condizione della donna sposata, che "è legata dalla legge al marito finché egli vive; ma se il marito muore, è libera dalla legge" (Rm 7,1-3). La metafora matrimoniale nella tradizione biblica esprime il rapporto di alleanza tra Dio e Israele. Paolo l'applica alla condizione dei cristiani. Essi, mediante la fede e l'immersione battesimale, sono inseriti in Gesù Cristo e ne condividono la condizione di crocifisso. Sono dunque morti, non più soggetti alla legge, ma vivono in un nuovo rapporto con Dio per mezzo di Gesù Cristo. (…) Le dichiarazioni di Paolo circa la legge sono funzionali alla sua argomentazione dove si intende mostrare la radicale impotenza della legge nel dramma umano. Essa vi è coinvolta, in quanto è subordinata al dominio del peccato che ha come esito la morte. Egli prende in considerazione il ruolo storico della legge che, pur essendo buona e giusta in sé, di fatto sta al servizio del peccato e non è in grado di contrastarne la forza devastatrice che conduce l'essere umano alla morte. Solo l'iniziativa di Dio per mezzo di Gesù Cristo, il Figlio suo, elimina la radice profonda dell'impotenza umana ad attuare le giuste richieste della legge. (…) Paolo dunque sottolinea il contrasto tra "legge di Dio" e "legge del peccato", ma soprattutto mette in risalto la situazione drammatica dell'essere umano oscillante tra queste due realtà. Per esprimere questa tensione egli utilizza la polarità antropologica "mente" e "carne", alla quale corrisponde quella tra "uomo interiore" e "membra/corpo". Ma tutto il suo discorso tende ad affermare che solo la grazia di Dio per

mezzo di Gesù Cristo libera l'essere umano dalle sue contraddizioni.

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aolo riassume la nuova condizione dell'umanità rappresentata dai cristiani con una nuova dichiarazione programmatica: "Non c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù. Poiché la legge della vita in Cristo Gesù ti ha liberato dalla legge del peccato e della morte" (Rm 8,1-2). A questa libertà dei figli di Dio, inaugurata dalla fede battesimale, alla fine sarà associata l'intera creazione che ora subisce le conseguenze della sua solidarietà con il destino dell'uomo peccatore. All'origine di questa meravigliosa epopea della liberazione spirituale sta l'amore fedele di Dio. Questo è il nome nuovo della "giustizia di Dio" come si è rivelata in Cristo Gesù. Allora Paolo esplicita la sua fede con queste espressioni: "Io infatti sono persuaso che né vita né morte... né alcuna altra creatura potrà mai separar-ci dall'amore di Dio in Cristo Gesù nostro Signore" (Rm 8,38.39). In questo splendido panorama del vangelo, in cui appare la 6 potenza di Dio per la salvezza di tutti i credenti, resta un punto oscuro che sembra contraddire la proclamazione paolina della fedeltà irreversibile di Dio, ossia la non accoglienza del vangelo da parte della stragrande maggioranza degli Israeliti. (…) Che ne è allora di questo popolo, e come considerare le promesse di Dio nel contesto dell'incredulità d'Israele a Cristo? Come affermare ancora la fedeltà di Dio alle sue promesse? Su questi temi Paolo si sofferma nei tre capitoli centrali della lettera (Rm 9-11). (…)

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l termine di questa trattazione sul "mistero di Israele", Paolo riformula il suo programma così: "Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per usare a tutti misericordia" (Rm 11,32). (…) Il vangelo della misericordia di Dio non lascia i credenti in una situazione di indifferenza riguardo alle loro scelte etiche. Paolo lo precisa più volte nella prima parte della Lettera ai Romani (cf. Rm 6,12-14 e 8,12-13). Ma a partire dal capitolo dodicesimo ne trae le conclusioni sul piano pratico. Con materiale di repertorio traccia un programma di vita incentrato sull'amore che trasforma l'intera esistenza dei credenti. Questo è il tipo di esistenza gradito a Dio che, con una metafora, può essere definito culto "logico", ossia autentico, vero (Rm 12,1). L'amore, dono dello Spirito, permea la vita di una comunità cristiana come corpo di Cristo articolato nei diversi compiti e carismi. Le relazioni personali sono l'ambito privilegiato dell'amore sincero. Anche i doveri nella società civile e nei confronti delle istituzioni pubbliche sono espressioni dell'amore del prossimo, in cui tutta la legge trova il suo compimento.

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llo stesso criterio si ispirano le esortazioni degli ultimi due capitoli della lettera - Rm 14-15 -imperniati sui rapporti intracomunitari tra quelli che, guidati da una coscienza "forte", riconoscono irrilevante per il regno di Dio questioni di calendario o alimentari, e coloro che invece in queste questioni hanno un giudizio "debole". Per superare le tensioni possibili, Paolo riprende e rilegge alcune indicazioni formulate in una situazione analoga nella prima Lettera ai Corinzi. I "forti" devono praticare un'accoglienza dettata dall'amore, sul modello di Gesù Cristo che si è fatto "servitore" degli ebrei per manifestare la fedeltà di Dio alle sue promesse. Le genti a loro volta riconoscono nell'annuncio del vangelo la manifestazione della misericordia di Dio (Rm 15,7-9). In queste ultime espressioni si avverte l'eco del tema annunciato all'inizio circa il vangelo di Dio, che è una potenza di salvezza per tutti quelli che credono. A buon diritto la Lettera ai Romani può essere considerata il testamento teologico e la sintesi più alta del vangelo paolino.

da «Introduzione alla lettura di Paolo» di RINALDO FABRIS e STEFANO ROMANELLO

DIDASCALIE. Foto 1 e 6: il Vescovo consegna agli operatori pastorali convenuti in Cattedrale la Lettera ai Romani, il libro biblico di quest’anno pastorale. Foto 2: il Vescovo all’omelia. Foto 3: la rete coi pesci - il simbolo di questa celebrazione sul costruire nuove reti, nuove relazioni ecclesiali - collocata sui gradini che portano al presbiterio. Foto 4: l’assemblea durante la lettura iniziale. Foto 5: don Giacomo Morandi, il relatore sulla Lettera ai Romani.


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Società & Cultura

17 ottobre 2009

DISABILI IN CLASSE

Intervista a Vincenzo Aiello, responsabile dell'Ufficio Scolastico Provinciale: a Reggio buona attenzione e capacità d'intervento

Lavoro di squadra per sostenere disabili e famiglie Studenti con handicap: il 20% è straniero,il 77% sceglie un istituto professionale

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n insegnante di sostegno ogni due studenti disabili. È il rapporto fissato dalla Conferenza StatoRegioni il 20 marzo 2008 per uniformare l’accoglienza degli alunni disabili su tutto il territorio nazionale. Il documento, approvato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, prevede il “coordinamento e l’integrazione di tutti i servizi territoriali” per favorire il disabile e la sua famiglia e garantire loro la partecipazione alle scelte educative. Nel testo dello scorso anno si riprende la proposta di un Piano Educativo Individualizzato, obbligatorio per legge dal 1992, per favorire l’autonomia degli studenti con disabilità. Alla Scuola spetta il compito di stimolare gli alunni “alla massima attivazione delle risorse di cui sono dotati, attraverso l’esercizio dell’autonomia personale”, recita la legge n. 53 del 28/03/2003. Favorire l’autonomia innesca processi di autostima, di riconoscimento sociale e conseguentemente di sostanziale integrazione. Ogni persona, anche il soggetto disabile più grave, può accedere a livelli di autonomia maggiori di quelli espressi all’ingresso nella scuola. L’autonomia inizia dall’accettazione di se stessi, dal riconoscimento del proprio valore di persona, al di là della propria prestazione. È una “tendenza verso”, un “mirare ad essere” e l’insegnante deve saper tener presenti tutte le sfaccettature dell’autonomia dei suoi alunni.

ALUNNI DISABILI E INSEGNANTI DI SOSTEGNO NELLE SCUOLE STATALI DI REGGIO E PROVINCIA (a.s. 2009-2010) Alunni disabili (e variazione % rispetto al 2008-’09)

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elle scuole statali reggiane sono iscritti 1.677 studenti disabili accompagnati quotidianamente da 833 insegnanti di sostegno. Complessivamente negli istituti statali della provincia, in linea con le disposizioni nazionali, ci sono in media di 2,01 studenti ogni insegnante, anche se il rapporto sale a 2,24 alunni per docente nelle scuole superiori. A un mese dall’inizio delle lezioni abbiamo parlato di studenti disabili e insegnanti di sostegno con Vincenzo Aiello, dirigente responsabile dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Reggio Emilia. L’integrazione degli studenti disabili è un’azione corale alla quale partecipano famiglia, enti locali, scuola e comunità parrocchiale. Com’è la situazione negli istituti scolastici reggiani?

IDML. Domenica 18 ottobre in Cattedrale a Reggio

IVANA SPAGNA E I CANTI LITURGICI

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omenica 18 ottobre alle 21 in Cattedrale a Reggio Emilia la voce calda e profonda di Ivana Spagna incontrerà le armonie del Coro ed Ensemble dell’Associazione Istituto Diocesano di Musica e Liturgia per un concerto inedito di canti liturgici. Fra le volte del Duomo risuoneranno i brani del nuovo cd della scuola diocesana di musica, intitolato Per te canterò. La raccolta comprende 18 canti liturgici del repertorio maturato negli ultimi decenni di attività dell'Istituto "Don Luigi Guglielmi".

Insegnanti di sostegno

Alunni disabili per insegnante

50 (+20) 685 (+8) 435 (+2,8) 507 (+3,6)

14 153 88 63

35,5 349 222,5 226

1,40 1,96 1,95 2,24

1.677 (+5,7)

318

833

2,01

INFANZIA ELEMENTARI MEDIE SUPERIORI

totaliiii

Alunni stranieri disabili

L’integrazione dei disabili nella provincia di Reggio Emilia è stata attentamente seguita fin dagli Anni Settanta. Scuola, famiglia, Enti locali, Asl hanno dato

nalzamento degli iscritti, alla presenza degli alunni stranieri, di studenti con disturbi specifici di apprendimento e di allievi precocemente esposti a forme

Ogni scuola ha un docente referente per l’integrazione degli alunni disabili e un gruppo di coordinamento interno allargato alla presenza dei genitori vita ad “sistema” che mantiene un buon livello di attenzione e di intervento. La sfida di questi anni è rappresentata dalla “numerosità”. Gli alunni disabili nell’a.s. 2009-2010 sono quasi 1.700 (solo nel segmento scolastico statale). La situazione più critica si registra negli istituti di secondo grado ad indirizzo professionale, scelti da circa il 77% dei disabili. Questi elementi, unitamente ad un appesantimento delle classi dovuto all’in-

nuove di disagio, determinano l’accrescersi delle difficoltà complessive. Come vengono coinvolti i genitori e le famiglie di studenti con disabilità? Ogni istituzione scolastica ha un docente referente per l’integrazione degli alunni disabili ed un gruppo interno allargato alla presenza dei genitori. L’insegnante referente ha il compito di rapportarsi con il dirigente

ASSOCIAZIONE VOLONTARI OSPEDALIERI

scolastico, gli specialisti dell’Asl, l’Ufficio Scolastico Provinciale e gli Enti Locali per assicurare le migliori condizioni possibili in termini di qualità del servizio complessivamente erogato sia agli studenti che alle famiglie. Quanti sono a Reggio e provincia gli studenti disabili stranieri? Circa il 20% dei 1.700 alunni disabili è straniero. In questo caso la gestione dei ragazzi in situazione di handicap risulta molto complessa. Si pensi solo all’integrazione di un alunno autistico cinese o di un’altra nazionalità. Occorre però precisare che l’espressione “alunno straniero” è ambigua ed approssimativa. Esistono tre tipologie di stranieri. Innanzitutto vi sono i bambini nati in Italia da genitori con cittadinanza non italiana che spesso sono ben inseriti nei

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a serata-concerto del 18 ottobre sarà presentata da Mattia Mariani e ad ingresso gratuito; gode del patrocinio del Comune di Reggio Emilia e del sostegno degli sponsor (Banco S. Geminiano e S. Prospero e Banca Reggiana) e della Fondazione Manodori.

Quali iniziative vengono promosse per accompagnate gli insegnanti di sostegno? L’Ufficio Scolastico Provinciale organizza corsi di formazione per docenti curricolari e di sostegno su aspetti generali che riguardano l’integrazione degli alunni con disabilità (Piano Educativo Individualizzato, organizzazione della classe, valutazione…) e, nello specifico, su tipologie particolari, quali l’autismo, gli studenti “gravi”, il ritardo mentale. Inoltre, in ogni Comune capodistretto (Castelnovo Monti, Scandiano, Reggio Emilia, Montecchio, Correggio, Guastalla) è stata individuata una scuola che coordina l’acquisto di software didattici per facilitare l’apprendimento dei ragazzi in situazione di handicap e questo servizio viene promosso per tutte le scuole del distretto.

Emanuele Borghi

Sabato 24 ottobre: Giornata nazionale Avo e 25°dell'Avo di Reggio

Coro Monte Cusna in concerto per l'Avo Al teatro ReGiò di via Agosti la sera di venerdì 23 ottobre

Il Coro e l'Ensemble dell'Associazione Istituto Diocesano di Musica e Liturgia in un concerto. Nel riquadro, la cantante Ivana Spagna.

a prima traccia dell'album, significativamente, è proprio una nuova versione di quel Canto di beatitudine che ha fatto apprezzare il don Gigi compositore nelle nostre assemblee e che la sera del 18 ottobre verrà reinterpretato da Spagna. Anche gli altri titoli del cd sono piuttosto conosciuti in diocesi; si tratta di Salmo 121, Se il chicco di grano, Camminerò alla tua presenza, Attesa della Pasqua, Mendicare il pane, Ora non è più notte, Inno di Natale, Sequenza di Pasqua, Dio Padre e Madre, Il Signore è il mio pastore, Salmo 114, Kaire Maria, Sequenza di Pentecoste, Il Signore della vita, Chi sei, Signore?, Gerusalemme, Il dono sempre nuovo del suo amore per noi. Il disco, stampato dalle Edizioni Dehoniane di Bologna, in vendita a 19,50 euro, si presenta come un cd-rom: oltre ad ascoltare l'esecuzione stereo dei canti registrati, cioè, permette - se inserito nel computer - di scaricare le partiture musicali in formato pdf.

contesti scolastici e sociali. Anche i ragazzi arrivati in Italia con una scolarizzazione consolidata all’estero non presentano particolari problemi. La terza tipologia è quella degli studenti di recente immigrazione. Questi ultimi determinano problemi di inserimento, perché arrivano nel corso dell’anno scolastico, senza conoscere l’italiano. Hanno quindi bisogno di una sistematica presenza di insegnanti e di altre figure per potersi inserire bene sia a scuola sia nel contesto sociale.

Il Coro Monte Cusna al Teatro Ariosto per la Mensa del Vescovo (12 giugno 2008). Il concerto di venerdì 23 per l'Avo (teatro ReGiò, ore 21) offrirà un ricco repertorio di canti popolari a quattro voci virili.

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ono 240 in Italia le associazioni Avo: 30mila i volontari, attivi in oltre 520 strutture sanitarie, per un totale di oltre 3 milioni e 500mila ore annue. Fondata a Sesto S. Giovanni dal dottor Erminio Longhini nel 1975, l'Avo - Associazione Volontari Ospedalieri - festeggerà sabato 24 ottobre la prima Giornata Nazionale Avo: a Reggio, dove la prima associazione provinciale nacque nel 1984, coinciderà col 25° di attività. Avo è un'associazione di volontari che, preparati da un adeguato percorso formativo iniziale e permanente, offrono assistenza gratuita agli ammalati

e alle persone in condizioni di difficoltà fisiche e psicologiche dovute a malattia, ricovero o anzianità, nel pieno rispetto del ruolo e delle competenze degli operatori sanitari.

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on l'adesione del presidente della Repubblica, la Giornata nazionale ha il patrocinio del Ministero del Welfare e della Regione Emiila Romagna: a Reggio le celebrazioni hanno anche il patrocinio della Provincia, dei Comuni di Reggio e Quattro Castella (dove l'Avo è presente), dell'Arcispedale S. Maria Nuova, dell'Ausl e di altre realtà sanitarie locali; oltre al contributo della Fonda-

zione Manodori. Scopo della giornata sarà dare visibilità e far conoscere l'associazione a più persone possibile, promuovere e accogliere nuove adesioni, attivare collaborazioni con le istituzioni e con le altre associazioni di volontariato, motivare e rendere consapevoli i volontari dell'importanza del loro servizio. La particolarità, rispetto ad altre iniziative analoghe, è che in questa giornata l'Avo non vende nulla e non raccoglie denaro.

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Reggio la Giornata, che coincide col 25° dell'associazione, avrà una celebrazione più ampia che altrove,

scandita in tre giornate: • venerdì 23 ottobre, alle 21, al teatro ReGiò di via Agosti, il CORO MONTE CUSNA di Reggio eseguirà un concerto di canti popolari e della montagna (ingresso a offerta libera); • sabato 24 ottobre saranno allestiti punti informativi (con distribuzione di materiale) in piazza del Monte, nell'atrio dell'Arcispedale, pressi i poliambulatori e nei centri commerciali Conad Le Querce e Conad Reggio Sud; inoltre, momenti di festa saranno organizzati presso le case di riposo in cui sono presenti volontari Avo: a Villa Primula e a Le Mimose di Reggio e al Pensionato San Giuseppe di Quattro Castella; • domenica 25 ottobre, 25° dell'Avo di Reggio Emilia, sarà celebrata una S. Messa alle 10 nella chiesa dell'Ospedale S. Maria Nuova; alle 11.30 ci sarà un incontro di tutti i volontari e alle 13 il pranzo nella mensa dell'ospedale; infine, alle 16.30, al teatro Corso di Rivalta, lo spettacolo teatrale della compagnia Il Muretto.

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uanto al concerto di canti popolari di venerdì 23 al teatro ReGiò, vale la pena ricordare che il Coro Monte Cusna ha nel suo Dna il cantare per associazioni di volontariato o per iniziative di beneficenza e di solidarietà sociale. La foto si riferisce proprio al concerto offerto dal Coro alla Mensa del Vescovo il 12 giugno 2008 al Teatro Ariosto di Reggio Emilia.


Chiesa & Società SOLIDARIETÀ & MISSIONI

Dal 16 al 26 ottobre,tramite il 48546.Per le opere di don Galloni

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ttobre è il mese delle Missioni, e quindi anche tempo privilegiato, a livello ecclesiale e sociale, per una maggiore sollecitudine e sensibilità verso quanti si trovano nell'indigenza e nel bisogno. Tante sono le iniziative messe in campo dalle più svariate realtà, associazioni, gruppi, e tutte meritevoli di attenzione. Una di queste è la campagna Il tuo gesto di amore per i bambini e i poveri del Congo: dal 16 al 26 ottobre, inviando un Sms al 48546 – oppure chiamando lo stesso numero da rete fissa – sarà possibile sostenere la campagna di raccolta fondi promossa dalla Comunità «Amore e Libertà» onlus in favore delle popolazioni povere della Repubblica democratica centrafricana e dei bambini abbandonati affidati alla Comunità. iniziativa ha il patrocinio del Segretariato sociale della Rai ed il sostegno tecnico-infrastrutturale delle più importanti compagnie di telefonia mobile (Tim, Vodafone, Wind, «3», Telecom Italia). La Comunità «Amore e Libertà» onlus – riconosciuta nel 1991 come «associazione privata di fedeli» dall'allora arcivescovo di Firenze card. Silvano Piovanelli – da più di 20 anni si occupa dell'accoglienza (in Italia) di minori privi del sostegno dei genitori, e da oltre dieci è impegnata in Congo per sostenere le popolazioni locali nelle loro grandi difficoltà quotidiane. A queste realtà saranno destinati concretamente i fondi della campagna del 16-26 ottobre; e già questo basterebbe a giustificare un gesto semplice e immediato com'è quello di mandare un Sms di solidarietà.

lano la "regìa" di una mano sapiente e provvidente. Fin dagli anni giovanili don Matteo percepiva forte l'anelito – poi divenuto chiaramente una chiamata – a farsi vicino in maniera concreta ai sofferenti, ai più poveri, agli ultimi della vita e della storia. "Soprattutto a quei piccoli" – spiega – "che pagano dolorosi prezzi per colpe mai commesse", a tutti "quei volti disperati che invocano aiuto, protezione, amore e accoglienza".

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Kinshasa, Congo: don Matteo Galloni (a sinistra) con bimbi e volontari della missione. Sul sito www.amlib.org si possono trovare tutte le informazioni per l'adesione ai vari progetti e molte altre notizie sulla storia e la vita della Comunità «Amore e Libertà».

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a c'è un legame ulte- sacerdote nel 1986, nel Santuariore – e proprio con rio della Beata Vergine dell'Olla nostra diocesi – che mo) e a Sassuolo. Numerosi, potrebbe spingere molti ad ap- anche a distanza di anni, sono i profondire questa esperienza di contatti che don Matteo ha Chiesa che è mantenuto con «Amore e LiInviando un Sms o la comunità lobertà». Suo cale, a cominfondatore e re- chiamando da rete ciare dalla parsponsabile gedi Mafissa si sosterranno rocchia nerale è infatti donna di Sotto i progetti in favore – a Sassuolo – don Matteo Galloni. Nato e dei poveri in Congo dalla quale ogni cresciuto a Roanno parte un e dei bambini soli container destima, laureato in Filosofia a La nato alle misSapienza e in Teologia alla Pon- sioni di «Amore e Libertà» in tificia Università Lateranense – terra africana. oggi prete incardinato nella Chiesa fiorentina –, don Galloni a storia di don Matteo è ha mosso i primi passi del suo uno di quei percorsi esipercorso sacerdotale proprio in stenziali che si dipanano diocesi reggiano-guastallese, attraverso circostanze, incontri, prestando servizio pastorale a episodi e situazioni apparenteMontecchio (dove fu ordinato mente casuali... i quali poi rive-

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assoluto "desiderio di Amore e Libertà" che a cominciare dall'adolescenza – trascorsa a Roma – gli "bruciava dentro", lo ha portato oggi a edificare una Famiglia che ha ramificazioni in Italia (a Impruneta, poco distante da Firenze) e in Congo; una Famiglia nella quale "persone consacrate, sacerdoti, sposi, bambini e bambine camminano insieme alla ricerca continua di Dio". Donando un Sms solidale nei giorni tra il 16 e il 26 ottobre si potrà contribuire a qualcosa di veramente importante. Ecco (per citare alcuni degli obiettivi che stanno a cuore all'associazione) le iniziative ritenute ora prioritarie: il sostegno – per 1 anno – alle «case famiglia» in cui vivono attualmente 40 "figli e figlie" senza futuro, raccolti dalla strada e dal degrado; la costruzione di una nuova sede per l'Istituto didattico «Scuola della Libertà» a Kinshasa; l'avvio di un'azienda agricola a Kimpoko (oltre 16 ettari di terreno, a pochi km dalla missione); la ristrutturazione di un edificio da adibire a «casa di accoglienza per i giovani». Tutto questo può ben valere l'invio di un... messaggio di speranza.

La Matilde a colori di Franco Bonetti

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alazzo Magnani ci offre, per un mese intero, un nuovo tuffo nel tempo di Matilde di Canossa, grazie ai dipinti di Franco Bonetti esposti nelle sale del Palazzo di corso Garibaldi a Reggio fino all'8 novembre. La mostra viene a collocarsi fra le numerose iniziative che negli ultimi anni la Provincia di Reggio Emilia ha dedicato alla figura e al tempo della "contessa" per eccellenza. Il pittore Bonetti, nato a Firenze nel 1958 - ma ormai da anni reggiano d'adozione - affronta il tema in quaranta grandi tele, affiancate dai disegni preparatori, dal titolo "Incipit Matilda", tutte ricolme di significati nascosti, di colori caldi e brillanti e di rimandi continui all'epoca medievale, attraverso l'uso di segni, oggetti e materia che catturano lo sguardo e il pensiero nel percorrere le sale della mostra.

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ella coniugazione fra arte e storia, Bonetti offre al visitatore non solo questi rimandi di memoria, ma anche suoni, sapori e profumi di quell'epoca lontana, che escono dalla tela e colpiscono i sensi, tanto che a volte si distoglie lo sguardo - stordito per un attimo - per riposarlo nuovamente e ritrovare quella accennata riminiscenza risvegliata da una sfumatura di colore o da un oggetto che è nella tela ma sembra uscire per venirti incontro dal nulla. Tutto il lavoro nacque nella mente dell'artista due anni fa, quando, 'rovistando nei cassetti della memoria', decise di rivisitare con il pennello le persone e gli oggetti, i pensieri e le scritture di quel lontano tempo medievale. L'operazione è ben riuscita e lascia a noi visitatori una notevole suggestione.

Matteo Gelmini Franco Bonetti

CIRCOLO TONIOLO. Appunti dall’incontro tenutosi l’8 ottobre al Centro Giovanni XXIII di Reggio Emilia

I TEMI CALDI DELLA BIOETICA IN TERMINI «SEMPLICI» caldi della bioetica. Si è trattato di un incontro che è stato soprattutto occasione di importante riflessione per chi a livello educativo, politico, sanitario deve affrontare una tematica rilevante e dare risposte anche pubbliche.

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uando il cognome è un programma: Stefano Semplici, nato ad Arezzo nel 1961, docente di etica sociale all’Università di Tor Vergata, ha affrontato nel pomeriggio di giovedì 8 ottobre per iniziativa del Circolo “G. Toniolo” presso il Centro Giovanni XXIII con semplicità, chiarezza, competenza i temi

lla radice del discorso del prof. Semplici c’era una forte base filosofica: il buon vecchio e saggio E. Kant con il suo imperativo: “Agisci in modo da trattare l'uomo così in te come negli altri sempre anche come fine, non mai solo come mezzo”, è ricorso più volte. Il relatore, autore di un aureo libretto (edizioni Morcelliana), “Undici tesi di bioetica” – che vanno dall’aborto all’eutanasia, alle cellule staminali al testamento biologico –, ha affrontato il tema del corpo come limite della persona e come va-

lore; ha analizzato il rapporto libertà e vita, gli aspetti relazionali tra ammalato, familiari e chi lo cura; il ruolo dello Stato nel legiferare in un campo estremamente delicato, che spesso diventa campo di scontro perché ci si arrocca su baluardi-simbolo e si perdono di vista problematiche ben più ampie, come ha dimostrato analizzando la legge sul testamento biologico approvata dal Senato, competenza questa che spetta al Parlamento e non agli enti locali. Recente è di fatto l’uso del termine “bioetica”, adoperato nel 1971 dall’oncologo Van Renseelaer Potter; essa si regge su due pilastri: uno, ecologico; l’altro, la dignità dell’uomo. L’analisi di Semplici si è appuntata anche su “biopolitica” e “biodiritto” e sul parere del Comitato nazionale di bioetica del 2008 su “Rifiuto e rinuncia consapevole al trattamento sanitario nella relazione paziente-medico”. La vita come bene – ha scritto Semplici nell’undicesima tesi – è il presupposto della libertà e la sua tutela quello della relazione sulla quale si costruisce il diritto.

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A PALAZZO MAGNANI

Una campagna di raccolta fondi patrocinata dal Segretariato sociale Rai

Amore e Libertà ai «piccoli». Con un Sms

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17 ottobre 2009

incontro si è aperto con la presentazione del relatore e dell'argomento da parte di Giuseppe Adriano Rossi del Direttivo del Circolo Toniolo; il dibattito, a cui hanno partecipato medici, operatori sociali e sanitari, esponenti del volontariato, amministratori locali e singoli cittadini che volevano “capire di più” su temi così delicati come l'inizio e il fine vita, è stato moderato da Alfredo Spaggiari, vicepresidente del Toniolo.

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uttavia a chi conosce i lavori che Franco Bonetti ha lasciato sul nostro territorio: le due pale d'altare "Don Giovanni Bosco" e "Mater dolorosa", inaugurate nel 1998 nella chiesa di san Giovanni Bosco a Reggio - e i due grandi dipinti, "Ultima cena" e "Nozze di Cana" - realizzati nel 2002 per la chiesa di san Giuseppe Sposo di Maria Vergine sempre a Reggio -, a chi conosce questi lavori, dicevo, lasciando la mostra rimane inevitabilmente la perplessità fra l'impegno di un artista davanti a una commissione o in risposta a una ispirazione profonda che gli viene dal cuore. La differenza in questo caso è evidente ed ha causato e causa tuttora profonde discussioni nei Consigli pastorali delle due parrocchie, con le proposte più varie che vanno addirittura alla richiesta più drastica. È vero che la storia dell'arte è piena di scontri fra committenti e realizzatori, ma nei lavori citati anch'io concordo con chi dice che in questo caso l'artista non ha forse compreso a fondo il sentimento che ha e che deve suscitare una pittura posta sopra un altare; quello del ricordo, certo, ma molto di più quello della preghiera e del raccoglimento.

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esposizione, curata da Maria Luisa Gozzi e accompagnata da un ricco catalogo (edizioni Bolis), sarà riproposta alla Biblioteca Angelica di Roma dal 6 marzo al 12 aprile ed è stata realizzata grazie al contributo di Camera di Commercio, Fondazione Manodori, Ccpl, Unicredit Banca, Studio legale Sutich, BFMR & Partners. Orari di visita a Palazzo Magnani: 10-12,30; 1618,30; chiuso il lunedì. Per informazioni: 0522.454437, www.palazzomagnani.it.

Giuseppe Maria Codazzi


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I nostri morti

17 ottobre 2009

S. PROSPERO STRINATI

Si è arreso alla malattia Roberto Gianferrari, metalmeccanico, attivo nelle "famiglie del gelso"

Ciao Robbi, sposo, papà, fratello, amico I funerali,il 9 ottobre,sono stati un anticipo della festa delle Case della Carità

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hi - certo, anche per mestiere - va in cerca di fatti di Vangelo nelle comunità cristiane, non può che rimanere stupefatto dinanzi ad una celebrazione eucaristica come quella ospitata dalla palestra di San Prospero Strinati il pomeriggio del 9 ottobre e presieduta dal parroco don Remigio Ruggerini. Erano i funerali di Roberto Gianferrari, 54 anni, metalmeccanico chiamato a lavorare direttamente nell'officina di Dio, figlio di Rino e Anna, marito di Daniela Casi, padre di Lucia, Marco, Pietro, Nicola e poi delle bambine Martina e Andrea e di innumerevoli altri figli tenuti per mano in un brevissimo tratto di strada attraverso le "famiglie

per le emergenze". Era nato il 6 settembre 1955, si è spento il 7 ottobre, nella sua casa di via Fortunato, dopo una malattia combattuta per mesi con il conforto della sua fede forte e discreta,come non hanno mancato di ricordare i "padrini" delle Case della Carità, don Luigi Ferrari all'omelia e don Daniele Patti al termine delle esequie. Per tanti aspetti la Messa, con quasi 800 persone a guardarsi le une con le altre, ha offerto un assaggio della festa di Santa Teresa D'Avila, celebrata sei giorni dopo al Palasport cittadino. Per quasi due ore la palestra è stata più affollata del vicino centro commerciale, da gente di ogni età convenuta per esprimere un bisogno

una volta tanto spirituale. Già questo è un fatto di Vangelo. Roberto, ha detto don Luigi, se ne stava in casa sua come san Giuseppe nell'icona della Sacra Famiglia appesa sull'altare: in secondo piano, quel padre putativo, dietro al Figlio e alla Sposa. Molti, questa verità, hanno potuto ammirarla di persona: Roberto e Daniela sono stati una coppia affiatata, in cui l'operosità più silente di lui ben si coniugava con l'estroversione di lei, capaci così di reggere e tenere assieme i loro tanti rapporti disinteressati di aiuto e amicizia. Anche l'accompagnamento al decorso del tumore e la compostezza mostrata dai familiari

nel lutto sono stati un fatto di Vangelo, una lezione di coraggio e di fiducia nel Signore Risorto. Allora vien voglia di scrivere di queste realtà anche per contrastare la tendenza dei giornali a riportare solo storie avvilenti, oscene o sciatte, che fanno male all'anima. No, qui c'è altro: vite come quella di Roberto con Daniela (o come quella di Laura con Emanuele, pure testimoniata in questa pagina) sono una benedizione, un inno alla meraviglia del matrimonio crisitano. Una bella notizia, per tutti.

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i sono persone che lasciano orme profonde al loro passaggio, magari senza neanche accorgersene. Abbiamo avuto il privilegio di conoscere una di queste persone, Roberto, e di condividere con lui e la moglie Daniela un tratto di strada nell'amicizia e nella crescita del cammino di fede con le Famiglie delle Case della Carità. Di lui abbiamo apprezzato la perseveranza, l'umiltà, la mitezza: lo stare nelle situazioni senza tante parole ma con la concretezza dei gesti di accoglienza, rivolti soprattutto ai più piccoli.

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Nelle foto: l'immagine-ricordo di Roberto Gianferrari e tre momenti dei funerali, celebrati il 9 ottobre a Reggio Emilia, nella palestra di San Prospero Strinati, col concorso di una folla di parrocchiani, conoscenti della famiglia e amici delle Case della Carità.

POVIGLIO

ì, Robbi ha allargato la paternità vissuta con i suoi figli naturali ai tanti bambini e bambine, ragazzi e ragazze che sono passati in casa sua e della Dani, non importa se per un breve o lungo periodo: figli a tutti gli effetti, accolti, amati, accompagnati con la stessa ferma dolcezza, con la stessa attenzione. La stessa attenzione e accoglienza che ognuno di noi amici, di noi coppie più o meno giovani ha potuto sperimentare: nella semplicità di una parola detta, di una cena preparata, di una condivisione di esperienza di vita donata. E ringraziamo Robbi e la Dani per come hanno vissuto il periodo della malattia: insieme, solidi come sempre nella vita di coppia, ma aper-

Edoardo Tincani ti a tutti noi, per condividere anche questo pezzo di strada, per rendere sacro anche il periodo della malattia, come sacra è tutta la vita sponsale.

È

stato un momento di Grazia per tutti noi poter vedere con quale fortezza e senso del sacro Daniela e i figli hanno accompagnato lo sposo e il papà nelle braccia del Padre, affidandolo al suo Amore, così come tanti piccoli sono stati affidati dal Padre all'amore di Robbi sulla terra. C'eravamo tutti ad accompagnarlo, c'eravamo tutti a vegliarlo con tanta preghiera e tanta umanità, mettendo in comune ancora una volta i momenti belli vissuti insieme.

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l funerale era presente una bella e variegata "fetta di umanità", concorde nella preghiera e nel dolore; abbiamo celebrato insieme, ognuno con la propria storia, con la propria esperienza, con la propria religione, con il proprio impegno nei diversi ambiti della vita sociale. Il dolore e il vuoto per chi resta è grande, anche se il pensarlo a Casa ci dona una briciola di consolazione. Grazie, Signore, per avercelo donato.

Le famiglie delle Case della Carità

Si è spenta a 34 anni Laura Cavalli. Lascia il marito Emanuele, le figlie Irene ed Elisa e una comunità in lacrime

Addio Laura, giovane mamma innamorata della famiglia Ha testimoniato fino all'ultimo "un amore forte,entusiasta,che cresceva ogni giorno di più" Ha destato profondo cordoglio, e non solo a Poviglio, la prematura scomparsa di Laura Cavalli Muzzi in Ghizzoni. La ricordano due testimonianze arrivate in redazione: una è pubblicata di seguito, l'altra, di Tommaso Landini, nelle pagine dei Lettori.

"Ti basta la mia grazia..."

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a piccoli si arriva alla parola dopo i vagiti e la lallazione con un po' di fatica, ma è una conquista, una gioia crescente; più doloroso, ma non meno ricco, passare dalla parola al silenzio nella malattia e nella morte. È quanto è successo a Laura, 34 anni, morta lunedì 5 ottobre, giovane mamma di Poviglio nostra amica delle Case della Carità. Una mattina, poche settimane fa, ci telefona Emanuele,

suo marito e ci dice: "Laura parla poco in questi giorni, in tanti momenti vorrebbe dire qualcosa ma non riesce..., ha un nuovo linguaggio che anch'io devo imparare, parla con gli occhi... è dolcissima! Sai, è arrivata all'essenziale, perché anche se le parole non le vengono l'essenziale c'è, lei mi comunica il suo amore e io a lei; non vorrei essere superficiale e tirare troppo via, ma se siamo al mondo per amare e per essere amati, questo tra noi c'è".

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on siamo solo di fronte allo sguardo di un marito innamorato che sa cogliere sempre e comunque la bellezza della sua sposa, ma al frutto di un Amore che trasforma. Laura amava moltissimo parlare, raccontare di sé, del suo lavoro (di assistente sociale, ndr) che le stava molto a cuo-

re, per il quale si era impegnata tanto e che solo pochi mesi fa aveva fortemente voluto riprendere. L'aveva difeso, aveva ricercato un suo spazio, quello spazio che la malattia le aveva un po' rubato perché lo avrebbe voluto vivere con la stessa intensità, con le responsabilità di sempre. Nelle tante domeniche a casa nostra, davanti a un buon pranzetto, circondati dall'allegria e dai giochi delle sue bimbe, Irene ed Elisa, che avevano conquistato anche i nostri figli, Laura era un libro aperto. Con naturalezza e grande libertà ci raccontava la loro vita, si parlava di tutto: delle domande di Irene, delle loro nuove amicizie, anche della malattia, anche del suo desiderio di avere un altro figlio..... e di quella famiglia più tribolata della parrocchia che lei ed Emanuele cercavano di incontrare. E ci spiegava che

era stato semplice farsi amica anche di coloro che avevano nel cuore un grosso dolore perché si era solo messa vicina a loro con tutta se stessa, con quello che era e nient'altro.

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uesta sua semplicità e nudità era certamente una sua dote, ma du-

rante la malattia, attraverso la sofferenza e la preghiera si era affinata fino a che, in un abbandono graduale e totale, l'Amore si era fatto tutto in lei. Un giorno, sempre a tavola, diceva: "Mi mancano certi momenti di preghiera con Dio, poi penso: ho sempre mio marito!". Credo che il regalo più bello che Laura ed Emanuele abbiano fatto alla nostra famiglia e a tutte le famiglie sia stato il loro volersi bene, il loro amore. Un amore forte, entusiasta, un amore che, come ripeteva sempre Manu, cresceva ogni giorno di più. E questo dono l'hanno fatto a tutta la comunità parrocchiale, a tutta la Famiglia delle Case della Carità che ha goduto della loro compagnia negli incontri per gli sposi e nella vita di Casa, a Novellara, dove da tanti anni, prima da fidanzati, poi da sposi con le loro bimbe, si

muovevano come a casa nostra, come con tutti, con la gioia di esserci, di stare in famiglia.

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na lettura del loro matrimonio ripresa nel rito di saluto a Laura dice: "Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza" (2Cor. 12, 9). Laura si è fidata di Lui, della sua grazia, l'ha seguito insieme ad Emanuele in una comunione sempre più piena, senza più parole, senza più progetti, senza più "io", ma lasciando che Lui fosse tutto. La passione di Dio è moltiplicare per cento il poco che siamo e riempirci la vita di affetti, di volti, di luce. Così è stato per te, Laura, e per la tua famiglia.

Una famiglia delle Case della Carità


Società & Cultura

Luzzara riscopre Zavattini A 20 anni dalla morte,ricco il programma di iniziative Vent'anni dopo

grafo Paul Strand. Provocazioni e segni che non sempre sono stati colti... Ma a vent'anni di distanza si avverte una nuova consapevolezza, una necessità di rivedere il rapporto tra Luzzara e Zavattini. Ha lasciato in eredità un potenziale che tocca a noi sviluppare, per dare stimolo alle nuove generazioni".

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uzzara si prepara a vivere – nel fine settimana tra sabato 17 e domenica 18 ottobre – gli eventi culminanti delle celebrazioni preparate in omaggio a Cesare Zavattini nel ventesimo anniversario della scomparsa. «Za 1989-2009» è il titolo scelto dalla Fondazione «Un Paese» per contrassegnare il ciclo di iniziative che coinvolgeranno, nel weekend, Luzzara e Dosolo, cittadine rivierasche (una reggiana, l'altra mantovana) affacciate sul Po. Due realtà accomunate – in questa duegiorni intensiva – nel segno del geniale sceneggiatore, giornalista, commediografo, narratore, poeta e pittore, spentosi a Roma il 13 ottobre 1989 (il programma completo è visitabile su www.fondazioneunpaese.org).

L'Archivio Zavattini

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Una Fondazione per Un Paese

"È

la Fondazione Un Paese che si occupa di coordinare le attività e le proposte culturali di Luzzara e dintorni", spiega il presidente Alberto Benati, che ha assunto l'incarico nel febbraio 2009, in contemporanea con l'insediamento del nuovo Consiglio, composto anche da Alessandro Pelli e Nicola Vezzani. "Questo organismo nacque nel 2002 per volere dell'amministrazione comunale" – continua Benati – "nel momento in cui si comprese l'opportunità di affidare ad un unico ente l'intera gestione dei servizi culturali, bibliotecari e museali. Con conseguente maggiore efficienza e minore dispersione di competenze, risorse e denaro, energie e tempo. La nostra funzione", prosegue, "è dunque quella di un 'raccordo', di un coordinamento soprattutto a livello amministrativo e direttivo".

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l braccio operativo invece, nonché vera memoria storica (ad assicurare, nonostante la giovane età, la continuità necessaria con la passata gestione) è Simone Terzi. Lo incontriamo nella sede del primo e unico Museo nazionale delle Arti Naïves, intento nell'allestimento delle sale espositive, mentre dispone – in vista

LUZZARA. Due ritratti fotografici di Cesare Zavattini. Nella terza foto, da sinistra: Alberto Benati (presidente della Fondazione «Un Paese», on-line www.fondazioneunpaese.org) e Simone Terzi, responsabile del «Museo nazionale delle Arti Naïves».

dell'apertura del 17 ottobre – quadri dei più svariati autori naïf dall'Italia e dal mondo. ll Museo ha sede a Luzzara, in via Villa Superiore 32, negli ampi, suggestivi spazi dell'ex Convento degli Agostiniani; Simone Terzi, con Federica Soprani, ne è il referente; insieme gestiscono anche il Centro culturale.

Valorizzare «Za»

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entre ci muoviamo incuriositi tra i corridoi – passando di stanza in stanza tra suggestive tele in attesa di sistemazione e scatole degli attrezzi – Alberto Benati illustra i progetti e gli intenti della Fondazione. "Un lavoro importante del quale ci stiamo facendo carico attualmente è quelo di fare il punto (... lo «stato dell'arte») sul materiale documentario e artistico di cui siamo in possesso". Un lungo, certosino processo di raccolta, catalogazione e archiviazione che consentirà di prendere coscienza del patrimonio esistente, per poi presentarlo – sotto la giusta luce e con adeguata valorizzazione – all'atten-

zione dei cittadini, della gente.

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i siamo resi conto", prende la parola Simone, "che in questo momento il filone principale da seguire è quello che riguarda la figura e l'opera di Cesare Zavattini". Indubbiamente un personaggio di straordinaria levatura intellettuale, riconosciuto a livello mondiale, che nel corso della sua vita – nonostante le frequentazioni importanti ed i lunghi periodi di assenza – cercò sempre di mantenere un forte legame con il suo paese e con la sua terra d'origine.

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avattini", riprende Benati, "ha prodotto idee e messo in relazione 'mondi' anche diversi: dal cinema alla pittura, dal calcio alla cucina (ideò pietanze e specialità gastronomiche), sino al fumetto... Quando tornava a Luzzara cercava un modo per coinvolgere il paese, e in più di un'occasione l'ha reso protagonista di memorabili set d'autore, con personalità del calibro di Sordi, De Sica, il grande foto-

settegiorni

Un'intera palazzina (o quasi) abitata da "lucciole". 7 ottobre, Reggio. Ben 5 appartamenti su 8 totali dello stabile di via Montenero (laterale di via Adua) risultano occupati da ragazze che esercitano la prostituzione in casa. A scoprire il fatto gli agenti del «Tavolo interforze», protagonista di vari blitz nei giorni scorsi. Ladri prendono di mira 6 ditte, ma fanno un magro bottino. Gattattico: nell'arco di poche ore, nella notte, malviventi penetrano in alcune aziende del paese, forzando porte antipanico e finestre; alla ricerca di contante - scarso comunque quello prelevato - mettono a soqquadro gli uffici. Un reggiano nella banda che rubava e rivendeva automobili. 8 ottobre. Il 34enne Sergio Guadagni è tra i 9 arrestati dai carabinieri di Riccione nella retata che ha sgominato un traffico di vetture esportate in mezza Europa. L'uomo è già in cella dopo l'arresto per una tentata rapina in via Eritrea. Lotta coi sassi nel cortile delle elementari. 9 ottobre, Ventoso di Scandiano. Un gioco "pesante", finito con un po' di spavento: un bambino al pronto soccorso (solo ferite lievi) e il vetro di una finestra rotto. Diversi bambini si lamentano del comportamento troppo 'vivace' di alcuni compagni, che approfittando di un buco nella rete di recinzione e protetti da una montagnola si cimentano nel lancio di sassi. Con la canna da pesca, il metro e lo scotch per rubare le offerte in chiesa. 10 ottobre, Reggio. è il modo bizzaro utilizzato da un ladruncolo per sottrarre i soldi dalla cassetta delle offerte di diverse chiese, tra cui quella dei Cappuccini. Il protagonista è A. F., 38enne di Milano; da alcuni mesi allog-

l riguardo, un passo importante compiuto dalla Fondazione è stato quello di prendere contatti con il figlio – Arturo Zavattini, oggi sulla soglia degli ottant'anni –, il quale si occupa personalmente di tutto quel che si 'muove' attorno al nome del padre. A cominciare dall'«Archivio Zavattini», donato alla Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia e gestito da Giorgio Boccolari, col quale – spiega Benati – è stata avviata una fattiva collaborazione. Questo grande corpus documentario (un catalogo che non smette di aggiornarsi e arricchirsi di nuovi contributi, ritrovamenti, testimonianze...) comprende l'intera produzione del poliedrico «Za», non esclusi schizzi e biglietti autografi, oltre a dar conto delle numerose mostre, pubblicazioni, ricerche e retrospettive realizzate a partire dalla sua multiforme attività.

L'

appuntamento è dunque per sabato 17 e domenica 18 ottobre. Per citare solo due tra i tanti eventi in cartellone: quello di sabato 18 ottobre, alle 18, al Centro culturale «Zavattini» di Luzzara (in via Filippini 35), dove lo scrittore e critico letterario Guido Conti, direttore editoriale della «Mup» di Parma, racconterà Cesare Zavattini tra i divi del Cinema. Il giorno stesso, alle 20.30, in occasione del «6° Percorso di valorizzazione del Patrimonio Naïf» – e in concomitanza col ventennale della morte di Zavattini – riaprirà il Museo nazionale delle Arti Naïves, poi visitabile (a ingresso gratuito) fino al 6 gennaio 2010. Eccezionalmente, fino al 22 novembre, il Museo esporrà anche opere di Zavattini provenienti da collezioni private.

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BLOCCATA LA LEGGE ANTI-OMOFOBIA

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el pomeriggio di martedì 13 ottobre la Camera ha respinto il testo di legge sull’omofobia pronunciandosi sulla pregiudiziale di costituzionalità sollevata dall’Udc con 285 voti a sostegno, 222 contrari e 13 astenuti. Favorevoli alla pregiudiziale Udc, Pdl e Lega; contrari il Pd - tranne Paola Binetti - e 8 deputati del Pdl fedeli a Fini. La proposta di legge contro l’omofobia fu depositata il 16 maggio 2008 dalla deputata del Pd Anna Paola Concia. Il 2 ottobre scorso il testo base della legge è stato approvato in Commissione con i voti di Pd, Pdl e Lega. Contrari Idv e Udc. Anziché accettare il rinvio del testo in Commissione per ulteriori ritocchi che ne assicurassero la costituzionalità, il Pd ha preferito metterlo ai voti, con la conseguenza che il testo è stato respinto.

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i sa che gravi ambiguità avvolgono il termine «omofobia», come pure l’espressione «discriminazioni sessuali». Nel contesto recente della cosiddetta «ideologia del genere», i sessi non sono più soltanto due, ma anche altri tre: omosessualità maschile, omosessualità femminile e transessualità. Nel Trattato di Lisbona del dicembre 2007, ratificato dall’Italia nel luglio 2008, l'affermazione d'uguaglianza viene estesa a "tutti gli ambiti", e il matrimonio non viene precisato come unione tra un uomo e una donna. In una certa cultura corrente, il diritto ad avere un figlio prevale sui diritti del figlio, in particolare il diritto a nascere e ad avere un padre e una madre. Di conseguenza, anche una coppia omosessuale può adottare un figlio o averlo attraverso tecniche di fecondazione artificiale.

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fare problema è la «ideologia del genere» (maschile o femminile) come fattore culturale deciso dall’individuo. In realtà la distinzione dei sessi non può essere intesa come discriminazione. Infliggere una pena aggravata per illeciti commessi nei confronti di omosessuali non colpisce semplicemente una discriminazione, ma stabilisce una protezione speciale, che altre categorie sociali non hanno. Di conseguenza diventa discriminante. E potrebbe persino impedire di esprimere una diversa valutazione etica tra coppia eterosessuale ed omosessuale. Esecrabili e stolte sono violenze nei confronti degli omosessuali; è doveroso riconoscere la loro dignità come persone. Non però fino al punto di farne una specie protetta.

e. l. Matteo Gelmini

giava in un albergo cittadino. Trovato morto dopo 5 giorni. Francesco Muzzi, 66 anni, rinvenuto cadavere - già in avanzato stato di decomposizione - nel suo appartamento di Santa Croce. La scoperta da parte del fratello minore Corrado, 61 anni. "L'ultima volta mi aveva detto di avere qualche linea di febbre", racconta. Da qualche giorno i familiari non avevano notizie di lui. Si getta dalla Pietra di Bismantova: ennesimo tragedia. 11 ottobre, Castelnovo Monti. Una ragazza di 24 anni, Camilla Zanchin, residente a Casina, si getta dalla rupe dopo aver litigato con il fidanzato. Lo chiama urlando: "mi butto!"; lui fa scattare immediatamente l'allarme, telefonando ai carabinieri in preda al panico. Ma le ricerche portano alla drammatica verità della morte. Lascia una figlia di 2 anni. Muore durante una battuta di caccia. Canolo di Correggio: Vittorio Belpoliti, 71 anni, fornaio di Cadelbosco Sopra, viene stroncato da un malore mentre è impegnato nella caccia. Misterioso decesso nella vigna. Codemondo, 12 ottobre: il sessantanovenne Giorgio Mazza è rinvenuto cadavere con due fori dietro la nuca. Si indaga per omicidio colposo. Chiuso un kebab per spaccio di droga. 13 ottobre, Reggio: incastrato il titolare di «La Kasba» (via Emilia Santo Stefano), che aveva trasformato il locale in un crocevia della droga, soprattutto cocaina. Oltre al commerciante, altri due complici avevano il compito di procurare le dosi. Sferra un pugno alla bidella. Reggio. All'istituto Manzoni, quando l'operatrice tenta di quietare un 14enne che aveva ribaltato un banco, questi le sferra un pugno al braccio.

Visto

da

E . T.

CITY DANGERS Strano concetto di sicurezza, i vostri City Angels, che il pericolo a volte lo sventano, altre lo inventano, talora lo diventano. "Gli Angeli hanno visto una ragazza terrorizzata circondata da una dozzina di magrebini, che stavano allungando le mani ed erano pronti ad aggredirla". Succede in zona stazione tra il 7 e l'8 ottobre, ma lo si sa solo da un angelico comunicato stampa emesso il giorno dopo, perché quella notte nessuno si è premurato di chiamare le forze dell'ordine, come ammette la coordinatrice Gerardina Bellassai. Una notizia brutt'assai per il Questore, che non vuole interventi fai da te. Scatenati poi i City Devils della politica, divisi in gironi danteschi tra i dannati delle ronde e quelli delle fronde. Ultimamente non si sentono sicuri nemmeno dalle parti di via Gattalupa, dove a decine di clienti Unicredit non tornano i conti tenuti da Maria Maniscalco, ex funzionaria e direttrice della locale filiale, ribattezzata agenzia sèttete per le presunte sparizioni. Stupisce, nel vostro XXI secolo, il meccanismo di contabilità bank-aria instaurato per anni tra la gente e l'agente: pare che la signora, forse più gatta che lupa, procacciasse i depositi e li gestisse "liberamente", ma non per il proprio tornaconto; il suo parco utenti, in modo un po' bovino, veniva ferrato con rendiconti di gestione forgiati lì per lì (un lavoro da Maniscalco). Finché qualcuno si è trovato acceso un conto-carente e la cosa ha iniziato a puzzare. Malizia? Guardacaso in città è arrivato Profumo. D'Intesa? No, di Unicredit.


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Società & Cultura

17 ottobre 2009

INFORMANZIANI Rubrica della F.N.P. Federazione Nazionale Pensionati CISL

a cura di Pietro Ferri pietro.ferri@cislreggioemilia.it

Crisi: risposte (scarse) dagli Enti locali Tre milioni di italiani mangiano con pochi euro al mese. I borsellini sono vuoti già alla terza settimana. La crisi si accanisce sui più fragili (donne con figli a carico, padri separati e pensionati). E questo nel nostro Paese, dove le cose vanno 'bene'. Entro la fine del 2010 nel nostro pianeta si conteranno 90 milioni di nuovi poveri, dove per povertà - in questo caso - si intende vivere con poco più di un dollaro al giorno. Qual è la novità? Nessuna. E purtroppo non si può neanche dire “niente nuove, buone nuove”. Gli allarmi si fanno sempre più frequenti, martellanti ed estenuanti… ma le orecchie dei potenti e dei potentati sembrano sempre più ovattate e sorde. Chi dovrebbe tenere ben saldo il timone per dominare la tempesta è in tutt’altre faccende affaccendato. A combattere gli effetti di una crisi devastante è rimasto solo qualche buon esempio di welfare locale, che si distingue per varietà di interventi bipartisan. Dalle Regioni ai Comuni si contano numerose iniziative a sostegno dei più deboli, dal potenziamento degli asili nido ai contributi per le famiglie numerose, dai finanziamenti agevolati all’integrazione della «social card». Certo, si parla di alcune centinaia o decine di migliaia di euro, nella migliore delle ipotesi di qualche milione. I cordoni della borsa sono stretti a causa del taglio di trasferimenti dal centro. Ma sul territorio, nelle comunità locali, si respira ancora un po’ di solidarietà sociale. Forse perché si riesce ancora a guardarsi negli occhi senza rimanere indifferenti. Forse perché le associazioni di volontariato, il noprofit, le organizzazioni sindacali riescono ancora a guadagnarsi uno spazio di confronto con le istituzioni. Forse perché le istituzioni stesse sono costrette a scontrarsi tutti i giorni contro la povertà dilagante. Quel che è certo, però, è che a quei milioni di italiani la cui vita si sta trasformando in un inferno servono aiuti concreti. E subito. (GerBus)

Soglia minima di sussistenza: 229,29 euro per due persone Durante la scorsa settimana ha fatto notizia la pubblicazione dell’inchiesta riguardante la povertà alimentare. È la prima volta, in Italia, che incrociando una serie di dati sensibili è stata calcolata la soglia sotto la quale si è in difficoltà a fare la spesa. È il frutto dell’autorevole ricerca compiuta dalla Fondazione della Sussidiarietà, che indica in 222,29 euro al mese la soglia minima di sussistenza riferita a due persone. Non è fame in senso assoluto, ma è comunque l’ultima spiaggia per la sopravvivenza. Dati alla mano, secondo i rilevatori il 5,3% delle famiglie italiane (pari a circa 3,5 milioni di persone) si trova in grave difficoltà, tanto che per tirare avanti deve accontentarsi di cibo di scarsa qualità che nel tempo può procurare effetti negativi (specie per i più giovani tra i 5 e i 10 anni) sulle abilità cognitive e anche sul carattere. Lo sfascio della famiglia provoca tra l’altro serie difficoltà nei separati, che dopo aver pagato il canone d’affitto non riescono a permettersi un pasto 'come si deve'. Spostando l’obiettivo della ricerca sulla popolazione anziana, emerge che le difficoltà alimentari colpiscono per il 4% la fascia compresa tra i 65/69enni, per attestarsi al 5,3% per l’età compresa tra i 70 e i 74 anni, e infine il 6,5% per la fascia che contempla gli ultra settantacinquenni. Davanti a questa emergenza il Banco Alimentare ha distribuito gratuitamente il ricavato della colletta organizzata nei supermercati l’ultimo sabato di novembre del 2008 (cibo a 1,5 milioni di persone, per complessive 59.358 tonellate di viveri). Non è più un segreto. Le organizzazioni che si occupano di questa grave situazione sono prese d’assalto da persone in difficoltà (perdita del lavoro, cassa integrazione, rate di mutuo insolute). È necessario che non siano abbandonate.

Coordinamento Donne, libro ok Successo, la scorsa settimana, per la manifestazione con cui il Coordinamento Donne Fnp reggiano ha presentato al pubblico il libro Donne. Il coraggio di ricominciare, con l’intervento di Anna Maria Marzi (responsabile dell’Hospice Madonna dell’Uliveto), alla presenza di Valeria De Bortoli, coordinatrice nazionale FnpCisl, e di Margherita Salvioli, segretaria regionale del Coordinamento. Un foltissimo pubblico ha gremito l’auditorium del CentroSimonazzi (sotto: uno scorcio dei presenti; a sinistra si riconosce Rita Coruzzi, scrittrice e giornalista disabile; la sua testimonianza è tra quelle pubblicate nel libro). La pubblicazione è acquistabile a Reggio presso le librerie «Bizzocchi», Figlie di San Paolo, «Uver» e «Mag6».

Gualtieri. "Palanca Sbüsa Show" al centro Olimpia

Notizie da Città & Paesi

Rivalta. Dialetto bolognese al teatro "Corso"

Venerdì 16 ottobre, alle ore 20.30, al centro sociale "Olimpia" di Gualtieri, spettacolo della compagnia "La Palanca Sbüsa" che si esibirà in Palanca Sbüsa Show. Il ricavato della serata sarà devoluto all'oratorio di Gualtieri.

Sabato 17 ottobre, alle ore 21.15, al teatro "Corso" di Rivalta, la compagnia "Lanzarini" di Bologna proporrà la commedia in due atti di Daniela Zanni Azidant ai amigh. Ingresso 7 euro (ridotto 4). Per informazioni e prenotazioni telefonare al 339.7117163.

Reggio. Presentazione del corso "Genitori efficaci"

Reggio. Il filosofo Cacciari alla Gabella

Venerdì 16 ottobre, alle ore 21, la Libreria Infoshop Mag6 di via Sante Vincenzi 13, a Reggio, ospita la serata di presentazione del corso L'amore non basta. La comunicazione efficace in famiglia. Le lezioni inizieranno alla fine del mese di ottobre. Questo itinerario ripropone il corso Genitori efficaci, ideato dal dottor Thomas Gordon e diffuso in tutto il mondo. Info: tel. 0522.430307.

Nell'ambito della IV edizione della Scuola di Etica e Politica, il filosofo Massimo Cacciari (foto) inaugurerà le lezioni del nuovo ciclo lunedì 19 ottobre, alle ore 21. Tra gli obiettivi della Scuola per i prossimi mesi: un nuovo progetto sull'educazione ai sentimenti, corsi e iniziative culturali. Gli incontri si svolgono presso i locali del centro di aggregazione giovanile "La Gabella" in via Roma 68 a Reggio Emilia. L'appuntamento successivo alla Gabella è in programma venerdì 23 ottobre. Sul tema Detergenti e cosmetici: chimica quotidiana interverrà Fabrizio Zago, chimico industriale e consulente Ecolabel. Info: tel. 340.3807561, sito web www.gabella.re.it.

Correggio. Le poesie illustrate di Barani Sarà inaugura sabato 17 ottobre, alle ore 17, negli spazi espositivi di Correggio Art Home (in via Borgovecchio 39 a Correggio) la mostra Vento leggero che parli, di Bruno Barani. L'artista espone una personalissima antologia poetica illustrata con opere ispirati da poeti contemporanei. Orari: sabato e domenica 10-12 e 1518.30 fino al 22 novembre, ingresso libero.

Reggio e provincia. I giorni delle biblioteche Si conclude domenica18 ottobre, con una giornata di apertura straordinaria, l'iniziativa B-days, promossa da un circuito di 65 biblioteche in tutta la provincia reggiana per promuovere i servizi bibliotecari. Fra gli appuntamenti conclusivi, la biblioteca Campanini di Castelnovo Monti propone sabato 17 ottobre alle 21 un incontro con Mara Redeghieri e Benedetto Valdesalici che presenteranno, nella sala concerti dell'Istituto musicale Merulo, il libro Alte voci - una Spoon river nell'Appennino emiliano, di Renato Ralfo Monti. Domenica 18 ottobre, alle 17, alla biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, il gruppo Teatro l'Attesa presenta lo spettacolo su prenotazione Enciclopedia degli uomini non illustri, con Daniele Castellari, Giovanni Ilari, Luca Giovanni Luppi.

Reggio. "I + tost... che gnint" al teatro San Prospero Con Na famìia dal dè d'incòo di Gianfranco Govi , presentata dalla compagnia dialettale reggiana "I + tost... che gnint", si apre sabato 17 ottobre alle 21 la stagione di prosa del teatro San Prospero di Reggio Emilia. Info e prenotazioni: tel. 0522.439346.

Vezzano. Si ride con Antonio Guidetti Sabato 17 ottobre, alle ore 21, al Teatro "Manzoni" di Vezzano torna la compagnia "Artemisia Teater" per presentare Se n'egh pinseva mia mé, 2 atti di e con Antonio Guidetti (foto). Alla biglietteria del teatro è ancora possibile abbonarsi alla Rassegna teatrale che inizia sabato 24 ottobre: otto spettacoli, 40 euro. Ingresso singolo 7 euro. Info: tel. 0522.601398.

Guastalla. Al Ruggeri il "Canto popolare" di Pasolini Mercoledì 21 ottobre, alle 20.30, al Teatro Ruggeri di Guastalla, la compagnia Maddalena Crippa presenta Canto popolare. Parole e suoni per Pier Paolo Pasolini, uno spettacolo di Pier Paolo Pasolini con Maddalena Crippa e Paolo Schianchi Chitarra.

Castelnovo Monti. Mostra sulla Grande Guerra Fino a domenica 25 ottobre sarà possibile visitare nel Palazzo Ducale di Castelnovo Monti (in via Roma 12/b) la mostra Così lontana così vicina. Reggio Emilia e i reggiani nella Grande Guerra, costituita da pannelli che mostrano le tracce lasciate dalla prima guerra mondiale in città e provincia. L'esposizione, curata da Mirco Carrattieri, presidente di Istoreco, è aperta tutti i giorni, con ingresso gratuito, dalle 15 alle 18. Informazioni e prenotazioni di visite guidate (per le scuole) telefonando allo 0522.610204.

Castelnovo Monti. Conoscere la letteratura del Novecento A partire dal 9 novembre e per tutti i lunedì del mese dalle ore 20.30, nella sala concerti dell'Istituto "Merulo" di Castelnovo Monti (in via Roma 4), si svolgeranno le lezioni del corso sulla letteratura del '900 tenuto dal prof. Emanuele Ferrari. Quattro incontri per scoprire i romanzi del secolo scorso da James Joice a Grazia Deledda. Quota di iscrizione 15 euro, entro lunedì 26 ottobre. Info: biblioteca comunale, tel. 0522.610204.

Reggio. Lucenti vicepresidente regionale Unionapi È l'imprenditrice reggiana Cinzia Lucenti (foto), 39 anni, la nuova vicepresidente del Gruppo Giovani Unionapi Emilia - Romagna. Affiancherà il presidente Ivan Brini, anche lui proveniente dalla nostra provincia, e gli altri vicepresidenti Michele Pelosi di Parma e Stefania Denti di Modena, eletti a febbraio di quest'anno.

«ANDARE A CANOSSA» CON LA GUIDA DI GINO BADINI

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ach Canossa gehen wir nicht», cioè: «Non andremo a Canossa» affermava nel 1872 il cancelliere Bismarck; e invece a Canossa vale proprio la pena di andarci! Ad immergersi in un'atmosfera di particolare fascino e suggestione; a calpestare gli stessi luoghi in cui in pieno conflitto tra papato (o sacerdozio) e impero, accolti dalla grande contessa, un pontefice e un sovrano si incontrarono; a visitare il rinnovato Museo Nazionale; soprattutto se lo si fa accompagnati e supportati dal recentissimo e prezioso libro di Gino Badini «Matilde a Canossa». Una pubblicazione veramente utile, assai agevole nelle dimensioni - neppure un centinaio di pagine -, stampata con caratteri nitidi, ben corredate da appropriate illustrazioni a colori.

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l racconto si dipana scorrevole dall'origine della rocca sino alla sepoltura di Matilde in San Pietro nel sepolcro progettato dal Bernini; la prima immagine è infatti la riproduzione del disegno del castello effettuato agli inizi dell'800 da Alfonso Chierici e l'ultima è proprio lo schizzo del monumento berniniano. In mezzo sono presentati i grandi rappresentanti della dinastia attonide: Sigefredo «principe illustre della contea lucchese», Adalberto Atto astuto come il biblico serpente, Tedaldo, Bonifacio e infine lei, la grande contessa, identificabile per molti studiosi con la «Matelda» dantesca. E poi il gran-

lonio a Canossa; dopo complesse vicende il manoscritto riccamente miniato è ora conservato nella Biblioteca Vaticana.

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Un particolare degli «Avanzi del Castello di Canossa» disegnati nel 1828 dal prof. Alfonso Chierici

de dramma di cui la bianca rocca di Canossa fu testimone nel gennaio 1077: lo scontro tra i due poteri del medioevo e l'incontro tra Gregorio VII ed Enrico IV. Sullo sfondo è l'opera del monaco Donizone, la «Vita Mathildis», composta nella quiete dell'abbazia di Sant'Apol-

regio del libro è il registro scelto dall'autore: è un'opera di piacevole e facile lettura, divulgativa nel senso alto della parola senza nulla togliere alla scientificità e all'analisi storiografica, non appesantita da note a piè di pagina, ma non priva di fondamentali ed esaurienti riferimenti bibliografici. Una nuova fatica editoriale, questa di Badini - ulteriore tappa delle sue ricerche canossiane - che gli specialisti e gli appassionati di storia medievale apprezzeranno, ma che tornerà certamente utile a quanti intendono avvicinarsi a Matilde, figura enigmatica e suggestiva, e alla sua rocca; conoscere compiutamente le vicende di una grande dinastia e soprattutto il cruciale snodo del «perdono di Canossa»; una pubblicazione che ha anche una grande valenza e utilità didattica. Scrive nell'introduzione al volume, edito dal Ministero Beni culturali con il concorso di Arcus e la collaborazione del Comune di Canossa, la direttrice regionale Carla Di Francesco che il libro diventa anche un ulteriore strumento per la lettura del patrimonio storicoculturale di Canossa.

Giuseppe Adriano Rossi


AGENDA DEL VESCOVO

La Settimana Da venerdì 16 a domenica 18 ottobre Il Vescovo inizia la Visita pastorale (abbreviata di seguito V. p.) in centro a Reggio incontrando la parrocchia di S. Pietro e la Casa della Carità di S. Girolamo.

17 ottobre

18 Ottobre 2009 XXIX Domenica del Tempo Ordinario

Beato Pietro Casani

Alle 21, in Cattedrale, il Vescovo partecipa alla presentazione del Cd Per te canterò di canti liturgici eseguiti dal Coro Diocesano.

Lucca, 8 settembre 1572 – Roma, 17 ottobre 1647

Da giovedì 22 a domenica 25 ottobre Prosegue la V. p. in Centro storico incontrando le Unità pastorali di S. Stefano-S. Zenone, Cattedrale-San Prospero e la parrocchia di S. Teresa.

Domenica 25 ottobre Alle 16, in Cattedrale, mons. Caprioli presiede i Vespri nella Solennità dei Ss. Crisanto e Daria, compatroni di Reggio e della Diocesi. La celebrazione sarà anche il momento di preghiera con tutti i religiosi e le religiose del Centro storico, previsto dal programma della V. p.

AGENDA DELL’AUSILIARE

UNO SGUARDO ALLE LETTURE

Domenica 18 ottobre

Alle 21, nella Basilica di San Quirino a Correggio, il Vescovo presiede la Messa per l’ingresso del parroco della nuova Unità pastorale San Quirino e San Prospero di Correggio – don Fernando Borciani – e l’inizio, insieme a don Gabriele Valli, a don Franco Gallingani, a don Rino Bortolotti della Comunità ministeriale di S. Quirino.

Venerdì 16 ottobre In mattinata, nella Sala convegni Unioncoop di Reggio, l’Ausiliare porta il saluto della Diocesi all’assemblea provinciale di Confcooperative nel 60° di fondazione. Alle 21, nella parrocchia di San Pietro Città, mons. Ghizzoni modera l’Assemblea parrocchiale in occasione della V. p.

Sabato 17 ottobre Alle 16.30 nella sala polivalente parrocchiale di Sant’Ilario d’Enza, presiede la Messa per l’ingresso del nuovo parroco don Romano Vescovi e del nuovo Vicario parrocchiale don Sergio Billi. Alle 21, nella chiesa di San Giorgio a Sassuolo, il Vescovo Ausiliare presiede la Veglia missionaria diocesana con i mandati a volontari laici in partenza per il Madagascar, l’Albania e il Kosovo.

Domenica 18 ottobre Alle 9, nell’Aula Mater dell’Oratorio Don Bosco, l’Ausiliare presiede la Messa di apertura dell’Assemblea diocesana di Azione Cattolica e partecipa ai lavori della mattinata, con la relazione del prof. Luigi Alici. Alle 17.30, nella chiesa di Regina Pacis, presiede la Messa d’ingresso del nuovo parroco don Riccardo Camellini.

Martedì 20 ottobre Alle 20.45, nell’Oratorio Don Bosco a Reggio, partecipa all’incontro di educatori e giovani di Azione Cattolica col vescovo di Tivoli mons. Mauro Parmeggiani.

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IL SANTO DELLA SETTIMANA

(Pietro della Natività di Maria - sacerdote Scolopio)

Mercoledì 21 ottobre

17 ottobre 2009

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ietro Casani nasce a Lucca l’8 settembre 1572 da genitori appartenenti ad antica nobiltà, benestanti e molto devoti. Il padre Gaspare, rimasto vedovo, prima resta col figlio, poi - quando Pietro decide nel 1594, a 22 anni, di entrare nella Congregazione della Madre di Dio fondata a Lucca da Giovanni Leonardi - decide di entrarvi anche lui, come fratello laico. Il fondatore (poi divenuto santo) ha una favorevole impressione del giovane, constatata l’austerità della vita, la vasta cultura ed il carattere docile, al punto che pur essendo ancora un chierico lo sceglie come suo collaboratore, anche per elaborare le Costituzioni della sua nuova Istituzione. Pietro rimane nella «Congregazione della Madre di Dio» per 23 anni; nel frattempo, nel 1614 papa Paolo V ha approvato la fusione della Congregazione lucchese con le «Scuole Pie» dirette da san Giuseppe Calasanzio, sacerdote spagnolo trapiantato a Roma. Ma la fusione delle due Istituzioni non è scelta felice: diversi sono i fini e i metodi di apostolato, perché le «Scuole Pie» considerano l’istruzione ministero primario. Il Papa, su richiesta comune, scioglie l’unione dando origine a quello che nel 1621 diverrà l’«Ordine delle Scuole Pie» (da cui il nome di «Scolopi»). Messosi sotto la guida del fondatore Calasanzio, e avendo ben compreso il carisma degli «Scolopi» - quella di salvare la gioventù attraverso la scuola - Pietro, insieme al fondatore, prende l’abito religioso col nome di Pietro della Natività di Maria. È il 1617.

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asani sarà maestro dei novizi, insegnante di filosofia e teologia, poi assistente generale e visitatore dei collegi; è il principale aiuto del Calasanzio nella diffusione delle «Scuole Pie» in Italia e in Germania. Dopo un’amara delusione in Sicilia - dove pur già stabilendo una Casa con alcuni novizi a Messina, per l’opposizione soprattutto dei Gesuiti, già presenti con le loro scuole, non riesce ad avere la licenza -, si sposta a Napoli, dove opera grandi cose ed è molto amato. Resta al fianco del Calasanzio nei momenti più dolorosi per l’Ordine. Muore il 17 ottobre 1647 a Roma, assistito dal confratello, che morirà 10 mesi dopo; le loro spoglie riposano accanto. In vita il Beato Casani ebbe la stima di due grandi santi fondatori, coi quali era diventato, in momenti successivi, il più vicino collaboratore: Giovanni Leonardi e Giuseppe Calasanzio. Fra i suoi confratelli, sia dell’una che dell’altra Congregazione, è considerato “teologo e uomo insigne in virtù e di grande spirito e sapere”. Già in vita esiste una lista di 24 fatti miracolosi da lui operati; si parla di fatti prodigiosi e fenomeni mistici. Viene chiamato “padre santo”, e alle sue prediche in piazza accorrono migliaia di fedeli. I suoi funerali sono un’apoteosi per la partecipazione di una grande folla.

1a lettura Is 53,2.3.10-11 Quando offrirà se stesso in espiazione, vedrà una discendenza. Dal salmo 89 Donaci, Signore, la tua grazia: in te speriamo. 2a lettura Eb 4,14-16 Accostiamoci con fiducia al trono della grazia. Vangelo: Mc 10,35-45 Il Figlio dell’uomo è venuto per dare la propria vita in riscatto per molti.

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he cosa volete che io faccia per voi?”. È la stessa domanda che Gesù farà al cieco di Gerico. Denota un atteggiamento di disponibilità e di servizio. Tuttavia il cieco sarà accontentato, i discepoli non lo sono. Perché la domanda di Giacomo e Giovanni non nasce dalla ricerca della volontà di Dio, ma dall’arrivismo e dal desiderio di primeggiare e di dominare, per cui non è buona. A differenza del cieco, che vuole avere la vista, i discepoli vogliono restare ciechi. Invece di ascoltarlo e di imparare la sua prospettiva, essi vorrebbero che Gesù facesse la loro volontà: è il capovolgimento del rapporto di fede. Se Dio accontentasse ogni nostra richiesta, per noi sarebbe un disastro. Per chiedere ciò che è giusto, ciò che corrisponde al nostro vero bene, prima dobbiamo convertirci, cioè educare il nostro desiderio a cercare il bene, che Dio vuole donarci. Sedere alla destra e alla sinistra di un sovrano significava avere i posti di maggior onore e di comando. I due discepoli hanno un'idea sbagliata di Gesù ed egli la corregge facendo riferimento alla croce. “Calice” significa sorte (come nella preghiera di Gesù nell'orto degli ulivi); “battesimo” significa immersione in un destino di morte. Gesù non offre comando, onore e potere, ma offre di condividere la sua sorte che è la persecuzione e la croce. Seguirlo non è conquistare un regno, ma imparare a fare la volontà di Dio, fino al dono di sé. Il problema della partecipazione alla sua gloria va lasciato al Padre.

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lla fama di santità contribuiscono senz’altro i suoi “esorcismi”, cioè preghiere da lui composte con le quali si chiede a Dio, per i meriti della Passione di Gesù, l’intercessione di Maria e di alcuni santi, la liberazione da ogni male del corpo e dello spirito; questi, debitamente approvati, vengono ancora oggi usati per scongiurare terremoti, tempeste, malattie contagiose, e nei parti difficili. Giovanni Paolo II lo ha beatificato il 1° ottobre 1995.

esù non vuole mortificare il desiderio dei discepoli di essere accanto a lui: è lecito e buono. Il male è che, nonostante tutti i suoi insegnamenti, i discepoli (e anche noi) credono di essergli accanto proprio nelle cose che invece li allontanano. Infatti si è i primi, accanto a Gesù, non elevandosi al di sopra degli altri, magari schiacciandoli, ma amando e servendo. Alla base di tutto ciò ci sta la sua vita e il suo esempio. L’atteggiamento di Gesù mostra come deve essere esercitato il potere. Il potere è una cosa molto ambigua: è necessario in ogni comunità e può essere inteso come servizio alla crescita delle persone e come assunzione della responsabilità di guidarle verso il loro bene secondo Dio. Ma quando non è così, diventa prepotenza e arbitrio. Tra le caratteristiche del potere inteso come servizio, ci sono: la difesa dei più deboli; il disinteresse; la preghiera per capire la volontà di Dio, la consapevolezza di dover rendere conto a Lui di ogni decisione presa. Infatti Gesù ascolta la richiesta dei discepoli; la valuta alla luce del loro bene e della volontà di Dio; per questo non li accontenta ma chiede loro di mettersi in gioco e di crescere secondo il progetto di Dio. L’esempio di Gesù ci insegna come dobbiamo servire (come singoli e come Chiesa). Servire non significa accontentare tutti, né fare tutto ciò che ci viene chiesto. Significa invece fare ciò che è giusto e buono agli occhi di Dio e ciò che serve al vero bene degli uomini. Ci sono tanti servizi necessari all’essere umano, ma poiché “non di solo pane vive l’uomo”, non c’è servizio più prezioso che la Chiesa può fare agli uomini, che collaborare a far nascere la fede nel loro cuore.

Antonio Borrelli

don Edoardo Ruina

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Mercoledì 21 ottobre Alle 10 in Curia presiede l’incontro per la promozionegestione del Fondo di solidarietà Famiglie-Lavoro.

La Libertà

Settimanale d’informazione della Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla

Redazione: Reggio Emilia - Viale Timavo, 93 tel. 0522.452107, fax 0522.434058 e-mail: laliberta@libero.it www.laliberta.info

Giovedì 22 ottobre In mattinata, in seminario, l’Ausiliare partecipa al primo incontro formativo dell’anno 2009-2010 per i giovani preti (fino a 10 anni di ordinazione). Alle 21, in S. Stefano, modera l’Assemblea della V. p.

Venerdì 23 ottobre Alle 21, presso il Centro Giovanni XXIII, mons. Ghizzoni modera l’Assemblea dell’Unità pastorale CattedraleSan Prospero e della parrocchia di Santa Teresa (V. p.).

Sabato 24 ottobre In mattinata, alla sede dell’Ordine dei Medici, partecipa e interviene al convegno Genetica: una scienza per la vita. Alle 16.30, presso la parrocchia di Montecavolo, l’Ausiliare presiede la Messa d’ingresso del nuovo parroco di Montecavolo-Salvarano, don Pierluigi Ghirelli.

Domenica 25 ottobre Alle 11, a Casalgrande (chiesa Madonna del Lavoro), presiede la Messa domenicale e conferisce la Cresima. Alle 15.30, a Fontanaluccia, presiede la Messa per l’ingresso di don Giuliano Marzucchi, nuovo parroco moderatore delle 7 parrocchie delle unità pastorali di Fontanaluccia e Asta, in Comunità ministeriale col co-parroco don Luigi Ferrari e don Giuseppe Gobetti, responsabile delle altre 4 parrocchie dell’Alta Val Dolo-Val d’Asta.

Direttore responsabile: Edoardo Tincani Proprietario: “P. Tito Brandsma s.r.l.” Abbonamento ordinario Euro 35,00 - Abbonamento sostenitore Euro 55,00 - Estero via aerea: Europa e Paesi del Mediterraneo Euro 55,00 Altri continenti Euro 65,00 Per gli abbonamenti usare il C.C.P. 10815421 oppure il C.C.B. (IBAN) IT92 U070 5866 3500 0674 1399 911 intestato a “P. Tito Brandsma s.r.l.” - Corso Garibaldi, 31 - 42016 Guastalla – Amministrazione: Guastalla - Corso Garibaldi, 31 - tel/fax 0522.825757 Partita IVA 01237590359 Autorizzazione del Tribunale di R.E. n. 45 del 21/1/58 – Iscrizione R.O.C. n. 1998 – Stampa: Industria Grafica Editoriale Pizzorni s.r.l. Cremona – Concessionaria pubblicità per Reggio e Modena: “la Bussola” soc. coop., via Rosmini, 1 - Reggio E. - tel. 0522.323373 Associata

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Chiuso in redazione alle 21.00 di mercoledì 14 ottobre 2009 Tiratura del 10 ottobre 2009: 5.250 copie

LA LIBERTÀ VIGILATA dalle pagine di 50 anni fa

Non sono piaciuti, al direttore de "La Libertà", i lavori dell'assise provinciale straordinaria della Democrazia Cristiana svoltasi l'11 e 12 ottobre alla Sala Verdi di Reggio (nella foto, di Mario Crotti, il tavolo di presidenza). Eloquente il titolo del lungo editoriale pubblicato sul numero del 17 ottobre 1959: "Autolesionisti a congresso". In altra pagina si presenta il progetto per la costruzione dell'imponente acquedotto della Gabellina, che dovrebbe servire per primi i comuni di Busana, Collagna e Castelnuovo. Ancora: "Unanime deplorazione nel Reggiano: hanno rubato la corona alla Vergine della Fossetta", come informa da Novellara Alberto Simonazzi. Considerazioni e proposte per l'imminente Giornata mondiale missionaria sono affidate alla penna di don Carlo Lindner, mentre un breve resoconto riferisce dell'ingresso a Onfiano di Carpineti del parroco don Martino Giuliani.


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17 ottobre 2009

IL VERO NODO EVOLUTIVO

La scienza ci spieghi l’origine delle specie

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aro Direttore, se chiediamo a uno studente di descrivere in due parole la teoria di Darwin, risponderà circa così: "Grandi popolazioni, in tempi lunghissimi, per piccole mutazioni, hanno prodotto tutte le specie viventi". Questa è la posizione del "darwinismo divulgativo". Anna ha 46 cromosomi, partorita da Angela (46 cromosomi), partorita da Liliana (46 cromosomi), partorita da Ernestina (46 cromosomi), partorita da... Quanti parti, quanti concepimenti "a 46 cromosomi" ci sono a monte di mia figlia Anna? Tantissimi, ma non infiniti. A un certo punto, tornando indietro nel tempo, è accaduto "qualcosa". La scienza ancora non sa cosa sia questo "qualcosa", ma ha comunque alcune certezze: questo "qualcosa" è accaduto su una piccola popolazione (la catena generazionale di Anna), in tempi brevissimi (il tempo di un concepimento), con una mutazione enorme (il passaggio da una situazione di "non 46 cromosomi" alla situazione di 46 cromosomi): l'esatto opposto del "darwinismo divulgativo" esposto dal nostro ipotetico studente. Fatta questa premessa, mi addentro nell'articolo "Per capire l'Evoluzione: Fede & Scienza" col quale "La Libertà" ha sintetizzato l'intervento del prof. Paolo Losavio. Accantoniamo certamente il "creazionismo fondamentalista": se la creazione fosse dimostrabile per via scientifica, Dio non sarebbe Dio, sarebbe un "automatismo matematico". Accantoniamo il "progetto intelligente": si potrà stabilire per via scientifica che l'evoluzione segue delle vie preferenziali, ma non si potrà mai dimostrare l'esistenza di un progetto. Accantoniamo il "darwinismo ateo": affermare che non c'è un progetto, ma che tutto è dovuto a selezione naturale, caso e necessità, è altrettanto indimostrabile quanto l'esistenza di un progetto. A questo punto il prof. Losavio sembra apprezzare l'impostazione di Ayala.

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nvece possiamo tranquillamente accantonare anche Ayala, biologo teologo evoluzionista: le sue affermazioni sulla conciliabilità tra l'evoluzione darwiniana e la fede non ci interessano. Perché? Perché i casi sono due: o il Dio di Gesù Cristo non esiste, e allora non c'è nulla da conciliare; oppure il Dio di Gesù Cristo esiste, e allora è ovvio che il Logos è perfettamente conciliabile con le cose da Lui create. Il problema scientifico è quello di chiarire come si sono originate le specie. Quando avremo la risposta vera, la conciliabilità con la filosofia vera e con la fede vera avverrà automaticamente. La scienza è ben lontana dalla soluzione di questo problema, ma almeno sono chiari gli elementi minimi che la logica ci fornisce per sperare di trovare una soluzione: 1) le specie evolute sono caratterizzate da un numero intero e pari di cromosomi; 2) il "darwinismo divulgativo" (grandi popolazioni, piccole mutazioni, tempi lunghissimi) è una possibile spiegazione della micro-evoluzione all'interno di specie già formate; 3) il "darwinismo divulgativo" non può invece dare alcuna spiegazione sull'origine delle specie, che hanno un numero intero e pari di cromosomi; infatti una variazione nel numero di cromosomi non può certo essere definita "piccola mutazione"; 4) è tempo perso voler conciliare il darwinismo "con la fede", "con le Scritture", "con la Creazione"; scienza, filosofia e fede si muovono su piani diversi: se un dato scientifico è vero, è certamente in assonanza con la filosofia vera e con la fede vera; 5) è due volte tempo perso voler conciliare il darwinismo "con la fede", "con le Scritture", "con la Creazione": il "darwinismo divulgativo" ci spiega solo la micro-evoluzione nelle specie già formate, non ci spiega nulla sulla questione fondamentale dell'origine delle specie; 6) per l'origine delle specie occorre immaginare necessariamente un'evoluzione discontinua, costituita da "salti" violenti in tempi brevissimi, abbinata poi a una micro-evoluzione all'interno delle specie formate; 7) che poi in questa evoluzione "a salti" uno ci voglia vedere il dito di Dio e un altro ci voglia vedere il cieco caso, è una questione secondaria che alla scienza non deve interessare. Un caro saluto.

Giovanni Lazzaretti San Martino in Rio

Due libri per apprezzare il valore di ogni vita

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orrei segnalare ai lettori de La Libertà due libri che ho trovato "unici" per la profonda umanità e testimonianza del problema dolore, dolore fisico e dolore sofferenza morale, e che ho trovato assolutamente degni di essere citati. Vi mando la copertina che ho fotocopiato di "Non chiedermi come sto ma dimmi cosa c'è fuori. Testimonianze di giovani malati di tumore" (foto) a cura del Cro Centro Ricerche Oncologiche di Aviano (PN). Il libro contiene un insieme di lettere e scritti di ragazzi, genitori e assistenti medici ed è dedicato a tutti coloro che, con coraggio, hanno lottato e ce l'hanno fatta, ma soprattutto a quanti hanno sopportato in silenzio e con grande dignità la malattia e le cure, "per volare sempre più in alto". È particolarmente significativa la lettera di una mamma, dal titolo "Anche la fase finale dell'esistenza ci appartiene", che racconta gli ultimi quattro mesi trascorsi a casa dal figlio ammalato e che si conclude con queste parole: «Se gestibile e ben seguita, la fase finale della vita ci appartiene e dobbiamo viverla, per quanto possibile, dove e come desideriamo. Deve ridiventare, il più tardi possibile, un appuntamento naturale nella vita della famiglia e della società. Con la consapevo-

Integrazione a due facce Egregio Direttore, è del 12 ottobre sera la notizia di quel padre, italiano, che ha accoltellato la figlia perché innamorata di un ragazzo albanese, ed è qui che rimango sconcertato, nell'essere io stesso connazionale di quel padre; nell'essere io stesso uno di quei tanti italiani che spesso ha "gridato" all'allarme condannando gli episodi di intolleranza e di cronaca causati da cittadini stranieri; nell'essere io stesso convinto, forse per ignoranza o altro (mai però per superiorità o presunzione) che noi (alla fine chi?) quelle cose non le avremmo mai fatte. Ora tutto ciò che mi sento di dire è che sicuramente sbagliavo e di grosso, così come tutte quelle persone che credono che il nostro sia un Paese "normale" o, come si suol dire, "civilizzato" solamente perché moderno e perché godiamo di tutte le comodità. (...) È vero che non bisogna giudicare se non si vuol essere giudicati, e non voglio fare di tutta l'erba un fascio, ma se non ci diamo una bella scossa, specialmente con i tempi che corrono, rischiamo veramente di precipitare nell'oblio dell'odio e della violenza e diventare peggio di ciò che eravamo nel medioevo, perciò dobbiamo cercare di aiutarci, amarci e rispettarci gli uni gli altri, senza distinzione di sesso, credo religioso, colore della pelle. Concludo citando una frase di Alcide De Gasperi: "Se siamo uniti saremo forti, se siamo forti saremo liberi" (in questo caso da scene di razzismo o da estremismi). Mirco Pervilli Albinea

Ancora sul Sud Tirolo Egregio Direttore, ho letto due "relazioni" di reggiani sull'Alto Adige, o meglio sui suoi "abitatori"... (su La Libertà del 5 e 19 settembre, ndr). Purtroppo se si perde la memoria storica si rischia di cadere in inesattezze, pregiudizi e audizione di una parte sola. Per rimediare alla lacuna storica mi sono accollato l'onere di precisazione dato che da docente dell'ora di Religione (Iti Corni di Modena per 12 anni) - ho trattato la cultura cattolica in Italia, cioè le nostre radici sul lato storico. An-

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lezza che l'esistenza ha un termine, il vivere quotidiano acquista più valore, più spessore, ha un altro sapore anche la fine che ne fa parte (e che fine non è, ma questa è solo una mia personale certezza)». Il libro dovrebbe essere letto da chi, giovane, spreca la propria vita in modo assurdo mentre molti altri cercano di combattere dignitosamente per la sopravvivenza.

zi per due volte ho accompagnato gli studenti in gita scolastica a Novacella di Bressanone... Inoltre ho accompagnato la famiglia in vacanza a Merano. Quindi ho avuto modo di studiare la situazione. Dunque: i Reti, primi abitatori, sono scomparsi da tempo. I Romani avevano i confini sul Danubio. Ergo... ad invadere le terre solatìe dell'Alto Adige (o Tirolo d'Adige) furono i Longobardi prima (di stirpe germanica) poi i veri teutonici... Dalla diocesi di Trento (estesa sino al displuvio alpino) fu staccata quella di Sabiona (attuale Bolzano) che poi si trasferirà a Pressena (Bressanone). E sino al 1964 la diocesi di Trento ha "coperto" tutta la Val d'Adige e Trento era diocesi d'Italia... Quindi se si deve parlare di "invasione" - soprattutto dopo il 1363 - si deve intendere quella calata dal nord delle Alpi. Nei corsi e ricorsi storici gli Italiani in minoranza sempre presenti - basti pensare ai Ladini - hanno fatto ritorno "lassù" nel 1919 anche politicamente. Quasi un ritorno a casa come discendenti dei... Romani e del popolo romanobarbarico. Altro che "poverini, poverini"... Per partecipare alla vita civile - come per il voto - l'italiano "immigrato" deve attendere 5 anni; per aprire un esercizio pubblico - in terra della sua "patria" - deve conoscere bene il tedesco e provvedersi di un patentino di bilinguismo, eccetera. (...) Terenzio Succi

altro libro affronta la storia terribile della pedofilia, la realtà miserevole presente nelle città indiane, le desolate strade dove prostitute bambine (e bambini) vivono vittime del mercato del sesso, tra violenze di ogni genere. Il titolo è "Il quaderno azzurro" scritto da J.A. Levine, medico e scienziato che in collaborazione con la Fao e le Nazioni Unite ha condotto ricerche sulle condizioni delle donne e sul lavoro minorile del Terzo Mondo. Questo libro nasce proprio dall'incontro fortuito con una ragazzina nel quartiere a luci rosse di Mumbai, la piccola Batuk. Con i proventi della sua scrittura finanzia una fondazione a favore dei bambini sfruttati. Batuk crede nella forza delle parole e scrive le sue storie e quelle dei suoi compagni che sono agghiaccianti e di una violenza spietata e inaudita. Il libro fa pensare a questa tristissima condizione dei piccoli che vengono violentati, non solo in India ma purtroppo anche nel nostro mondo occidentale. La voce della piccola Batuk grida anche per chi non lo può fare, in modo toccante e doloroso.

sponsabili della cosa pubblica un piano di sicurezza, fatto di opere concrete e non di carte o di parole vuote e di circostanza, poiché simili tragedie non abbiano più ad accadere". Devo, umanamente e cristianamente, un sincero grazie a mons. La Piana per la sua omelia vigorosa, sentita e piena di speranza e di carità, puntualmente interrotta da intensi ed unanimi applausi che hanno significato - a mio modo d'intendere e di vedere - che è giunta l'ora di mandare a casa chi non sa governare per il bene comune... Angelo Simonazzi

Plauso a "Soli Deo Gloria" La nostra esistenza è spesso coinvolta in un contesto caotico, ma, a volte, si possono anche scegliere, in alternativa, momenti particolarmente significativi come i concerti dell'iniziativa "Soli Deo Gloria", eseguiti presso le chiese del nostro territorio, con il patrocinio degli Assessorati comuna-

Linda Magnani li, provinciali, di Fondazioni e della Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla. Uno di questi momenti speciali, in occasione della Sagra in onore di Maria SS. e del patrono, è stato vissuto nella chiesa di San Donnino di Liguria: i maestri concertisti Maria Luisa Baldassari (clavicembalo) e Gabriele Raspanti (violino) hanno sapientemente offerto un programma di ascolto coinvolgente ed emozionante. Desideriamo esprimere un grazie particolare a questi professionisti, come anche al maestro Renato Negri per il suo impegno e per la gradita attenzione a noi rivolta. Un riconoscimento all'arciprete don Claudio Gonzaga per aver fatto in modo che, nel pianificare le iniziative per la sagra, tra i "preparativi profani ma utili" fosse inserito questo concerto, che ha sicuramente elevato gli animi di chi ha potuto partecipare a sereni e alti pensieri. Pia e Adelchi Lumetti San Donnino di Liguria

NOVELLI SPOSI A BARCO Elisa,Francesco e...la parrocchia

Se Messina reagisce Egregio direttore, in conformità con quanto ho già scritto nella mia lettera a La Libertà pubblicata nello scorso numero (debitamente, purtroppo, 'tagliata' per ragioni di spazio) sulla catastrofe "annunciata" e "voluta" nel Messinese, con ben precise ed evidenti responsabilità degli amministratori pubblici locali e regionali ed anche, se vogliamo, della Protezione civile automoma siciliana, (...) in occasione delle solenni esequie trasmesse in tv sabato 10 ottobre mi hanno particolarmente colpito e commosso il messaggio del Santo Padre e le dure parole dell'arcivescovo messinese mons. Calogero La Piana, che ha chiesto "ai re-

BARCO. Recentemente, nella chiesa parrocchiale di Barco, si è celebrato il matrimonio di FRANCESCO TESAURI ed ELISA BERTOZZI. È stata una festa di Comunità, con numerosa partecipazione di parenti ed amici. Ha officiato il rito il parroco di Calerno don Stanislao Fontana, parente dello sposo, con i concelebranti don Paolo di Barco, don Angelo di Codemondo e il padre Tommaso Frigo, missionario saveriano di Parma, molto legato alla famiglia Bertozzi fin da quando i genitori di Elisa, Azio ed Isabelle Odion, erano missionari laici in Sierra Leone, dove il padre svolgeva la sua opera apostolica. Il matrimonio, preparato accuratamente dai due sposi dal punto di vista sia spirituale che pratico, è stato seguito con fede ed attenzione. Gli sposi hanno compiuto un gesto che va segnalato. Hanno fatto sapere a tutti, parenti ed amici, che non volevano nessun regalo personale, ma desideravano devolvere l'importo per le opere parrocchiali, cosa - questa - che è stata regolarmente fatta. Auguriamoci che altre coppie seguano questo esempio.


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In queste pagine ospitiamo opinioni e contributi dei lettori. La pubblicazione non significa condivisione da parte della redazione, ma invito al confronto. Scritti eccedenti le 1.500 battute potrebbero non trovare spazio o essere tagliati. NON VERRANNO PUBBLICATE LETTERE NON FIRMATE. Recapiti per scriverci: viale Timavo 93, 42100 Reggio Emilia; fax 0522.434058; e-mail laliberta@libero.it

Se il povero è anziano,un di più d’attenzione

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Un anziano solo (foto di repertorio)

omenica mi stavo recando ad assistere alla Celebrazione eucaristica festiva, quando incontrai un uomo vestito dimessamente, per dirlo chiaro: un povero. Mi chiese un'offerta e - al mio discorsetto "perché non vai alla mensa dei Capuccini o a quella del Vescovo" - Lui mi disse una grande verità, cioè che avendo ormai 80 anni, il pasto che viene offerto non è adatto alle sue esigenze di anziano, il quale oltre che avere vari acciacchi, può anche essere quasi sdentato, non potendosi permettere una protesi adeguata.

gianissimo). So benissimo che non è facile, anche perché i fedeli che gremiscono le chiese preferiscono dare il soldino e sentirsi così tranquilli con la propria coscienza. Chiedo scusa di questo articolo, che vuole anche essere uno sfogo personale rivolto a chi ha più poteri di azione di me. Da parte mia, posso dare comunque la mia consulenza, data l'esperienza in cucina nella mia casa. Ho anch'io 75 anni.

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entile signora Giovanna, do volentieri spazio al suo contributo perché contiene,al di là di quello che lei chiama "sfogo", una domanda aperta che investe l'intera comunità cristiana: come si possono servire ancora meglio gli indigenti, quando sono anziani? Lei formula anche qualche proposta concreta, che tramite il giornale giro agli animatori della carità e agli operatori delle nostre mense del povero. Grazie, anche per il suo mettersi a disposizione in prima persona. La saluto cordialmente. (e. t.)

ra mi rendo conto che queste mense che servono pasti a numerose persone non possono fare un'alimentazione differenziata, per mancanza di tempo o altro, ma perché non si pensa di usare le parrocchie che ne abbiano la possibilità, per disponibilità di persone che offrano la loro opera (credenti) e i locali adatti? Il centro storico sarebbe indicato perché è accessibile a tutti. Sarebbe una bella cosa fare una mensa per queste persone anziane della nostra città (questo uomo era reg-

Giovanna Bellentani parrocchia S. Stefano (Reggio città)

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Campanari di Bagno? Presenti (e disponibili)

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omenica 25 ottobre - festa dei santi Crisante e Daria - i Campanari di Bagno si trovano alle ore 9.30 nella cella campanaria della Cattedrale di Reggio Emilia per suonare le 7 campane. Prima suonata - Battocchiata detta "del Duca" - è stata eseguita per la prima volta il 13 maggio 1674, in occasione dell'incoronazione dell'immagine della Madonna della Ghiara. Era presente anche il Duca Francesco II d'Este. Seconda suonata - Rumanèr, suonare alla Romana - ossia mandare il Campanòun in alto fermandolo dopo ciascun suo rintocco e intrecciando con le altre campane ferme. I Campanari di Bagno sono disponibili a ritornare a suonare le 5 campane armoniose, fuse nel 1632 da Bartolomeo Bolla, che si trovano nella cella campanaria della Basilica della Ghiara di Reggio. Sinceri saluti.

Nella foto: il campanaro Mario Ferrari con il Campanòun della Cattedrale di Reggio Emilia suonato "alla Romana", secondo la tecnica qui descritta dallo stesso Ferrari.

Mario Ferrari Rubiera

Giubileo sacerdotale per don Vacondio

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econdo le parole di Gesù: "Colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo, come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti" (Mt 20, 27-28). Non per nulla il sacerdozio si chiama ministeriale e ha il suo centro nel sacrificio eucaristico, nel quale si rinnova sull'altare quello di Gesù sulla croce.

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bbiamo conosciuto don Amedeo nel 1962, quando arrivò nella parrocchia di Villa Sesso curato dell'allora arciprete don Oreste Gambini,

spettacoli dove coinvolgeva più persone possibili contribuendo ad unire persone di tutto il paese che ancora oggi portano dentro di sé ricordi indimenticabili. Fu parroco in diverse parrocchie della diocesi, e in ognuna ha lasciato il segno: da San Pellegrino ad Albinea, da San Giuseppe a Salvaterra, alla comunità di Dinazzano all'unità pastorale Madonna della Neve, ha vissuto il suo ministero come una vera e propria missione. Certo non tutti hanno condiviso ciò che lui desiderava trasmettere, certamente le cose che faceva erano fatte alla luce del Vangelo ed è sotto questa luce che occorre guardarle.

ono 50 gli anni di sacerdozio che don Amedeo Vacondio ha festeggiato lo scorso 28 giugno. Li ha voluti festeggiare in Brasile tra la gente che più ha segnato il suo percorso di fede e di ministero sacerdotale. er l'occasione dei suoi 50 anIn Brasile, in quei tempi, don Ameni di ordinazione sacerdotale deo ha trovato un ambiente difficile, i parrocchiani dell'unità pasituazioni precarie di persone costorale Madonna della Neve hanno strette a vivere in condizioni di estreorganizzato per domenica 18 ottoma solitudine tra violenze, sottosviluppo, disservizi, clientelismo, ma bre a Gavasseto una festa in suo onore, con alle ore 15 la S. Messa socon tanta voglia di vivere e tanta felenne presieduta da don Amedeo; la de nel cuore, quella fede che don Messa vedrà coinvolte tutte le parAmedeo è riuscito a trasmettere lorocchie ove don Amedeo prestò il ro con l'esempio e spirito missionasuo servizio pastorale, suggellando rio. giugno 1959: don Amedeo riceve l'ordinazione così un segno di comunione, affetto Don Amedeo è solito dire che si rice- 28 presbiterale dalle mani del vescovo Beniamino Socche. e gratitudine di tutte le comunità per ve in misura di ciò che si dà, si è amaricordare con lui il giorno che rimati nella misura in cui si ama. Questo è un po' lo spirito del suo ministero sacer- aveva poco più di vent'anni e tanta voglia ne il più caro, il più signifcativo e il più dotale e tantissime persone che si son di fare. Organizzava campeggi in Trentino importante della sua vita. trovate sul suo cammino lo hanno capi- per i più giovani, costruì il nuovo campo Grazie don Amedeo. to e si sono lasciati coinvolgere. Il suo sportivo parrocchiale, formava chieritempo è stato per Dio e per noi. chetti per il servizio domenicale, recite, Paolo Davoli

UN RICORDO DI LAURA CAVALLI

Un sorriso splendido, anche nella malattia

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embrava essere una serata normale, per me, quella di lunedì 5 ottobre: doccia, film alla tv, poi a letto. E invece, poco prima delle 21, una telefonata, a recare la triste notizia: Laura Cavalli Muzzi ci aveva lasciati, a soli 34 anni. Era gravemente malata da più di un anno, è vero, ma sapere della sua morte così, a bruciapelo, ha suscitato in me (e credo in molti) un effetto devastante, un po' come un fulmine che scende potente dal cielo e si scarica al suolo, facendo terra bruciata tutt'attorno. Se dovessi guardare i dati anagrafici, erano davvero pochi, soltanto 8, gli anni di età che ci dividevano (26 io, 34 lei): nonostante questo, io l'ho sempre vista e considerata come molto più grande di me. Credo che il motivo risieda nelle sue scelte di vita, sempre così forti e così "alte": l'impegno in parrocchia, il servizio alla Casa di Carità, il matrimonio, le figlie. Già, il matrimonio: che coppia con il suo sposo, Emanuele! Vederli insieme era ogni volta un'iniezione inimmaginabile di gioia e di fede; due cuori così preziosi già presi singolarmente, ma che insieme raggiungevano una bellezza tale che trascendeva l'umano per sfociare nell'oceano del divino. C'è una formula nel rito del matrimonio che dice "finché morte non vi separi": l'indissolubilità del legame matrimoniale finiLaura Cavalli Muzzi rebbe cioè al mancare di uno dei coniugi. Sarà di certo così, io non me ne intendo molto: ma mi viene da pensare che un amore così forte sia in grado di lottare contro la morte, e di associarsi alla lotta che ogni giorno Cristo conduce contro la Morte e contro il Maligno. E noi sappiamo, già fin da ora, di chi sarà la Vittoria. Anzi, di più: sappiamo che Gesù ha già vinto, perché è già risorto una volta per tutte. E insieme a Lui è risorta, ne sono certo, anche Laura, portando con sé tutto l'amore che ha seminato senza sosta lungo la sua vita: prime tra tutte le due figliolette, dagli occhi brillanti e straripanti di vita come i suoi.

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e dovessi scegliere un'immagine di Laura da portare sempre con me sceglierei senz'altro il suo splendido e disarmante sorriso. Un sorriso che ha sempre saputo offrire a tutti, soprattutto nei lunghi mesi della malattia, quando umanamente ci si sarebbe aspettati rabbia e sconforto. Un sorriso, quindi, che le veniva dalla sua fede così profonda, alimentata continuamente alla scuola della preghiera e del servizio al prossimo: una fede consapevole che il dolore (ovvero la Croce) non è che un ponte, per quanto stretto e impervio, verso l'abbraccio di Dio. Concludendo, mi piace ricordare un verso di Fabrizio De Andrè; al termine di una delle sue canzoni più struggenti, l'artista genovese cantava: "Io mi dico è stato meglio lasciarci che non esserci mai incontrati". È questo il mio stato d'animo adesso: il dolore è enorme, quasi al punto di strappare il cuore, ma non è nulla di fronte alla grandezza del dono che Dio ci ha fatto facendoci conoscere Laura. Senza di lei, senza il suo esempio, senza il suo sorriso, la mia vita (e quella di tutti) sarebbe stata molto meno ricca.

Tommaso Landini

100 CANDELINE PER ESTER

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Il giorno 9 ottobre ha festeggiato il centesimo compleanno ESTER LORENZANI in Cantarelli, ringraziando il Signore per questo lieto evento, nella propria abitazione, con una partecipata celebrazione eucaristica celebrata da don Gianni Repetti alla presenza dei sette figli e dei familiari. La domenica successiva, circondata dall'affetto di un'ottantina tra amici e familiari, la festeggiata ha spento le candeline nella festa organizzata dai figli Afro, Angiolina, Anna, Fortunato, Maria, Nella e Nello, un momento di gioia e letizia per ricordare 100 anni vissuti in armonia e serenità. Un affettuoso ricordo è stato rivolto al marito Pietro, scomparso nel 1997. Alla signora Ester auguri e felicitazioni da "La Libertà".



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