L'ago di Clusane numero 5

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C I R C o L o C U Lt U R a L e C L U S a n e S e di Paola Bianchi

Regaliamoci tempo... M

entre inizia la tradizionale corsa verso i regali natalizi, verso l’oggetto più scintillante, più trendy, più nuovo e unico da donare ad amici e parenti, mi soffermo a riflettere su cosa vorrei davvero ricevere e regalare quest’anno. Come ormai è noto, stiamo attraversando un periodo di crisi, non solo economica ma anche socio-culturale: si sta diffondendo sempre più un clima di scarso interessamento a tutto ciò che non porta guadagno, divertimento o soddisfazione imminente. Ci ritroviamo in tal modo sempre più lontani dall’instaurare rapporti umani veri, dal dedicarci ad attività che andrebbero a “nutrire” la nostra anima, il nostro spirito. Mi guardo attorno e vedo le nuove generazioni crescere nello smarrimento: pochi punti saldi su cui appoggiarsi, poca voglia di impegnarsi, pochi esempi da eseguire. Perché siamo arrivati a questo punto? Cosa potrebbe migliorare la situazione?

Trovo la risposta a queste domande voltando lo sguardo al passato, quando si aveva l’abitudine di trascorrere il proprio tempo libero in famiglia, facendo attività che coinvolgevano grandi e bambini, all’interno delle proprie case. Non è forse la mancanza di tempo che ci impedisce di soffermarci ad ammirare un paesaggio, ad offrire compagnia a chi è solo, a trascorrere una giornata con la nostra famiglia, ad impiegare energie in attività manuali o intellettuali?

Dicembre 2012 Siamo sempre indaffarati; chi non ha mai detto: “non posso perché non ho tempo” !? , per poi accorgersi a fine giornata che un attimo per fermarsi a fare due parole con quell’amico l’avremmo avuto. Cerchiamo di svolgere i nostri compiti e doveri in fretta per poi avere tempo che non sappiamo come impiegare, perché la frenesia della quotidianità ci impedisce di fermarci, perché se ci fermiamo subentra la noia.“Il tempo è denaro” recita un famoso detto, ma regalare tempo a noi stessi o a chi ci vuol bene trasmette emozioni che non hanno un prezzo. Quale periodo migliore per riscoprire il significato della semplicità e il valore del tempo se non quello del Natale? Quest’anno ho deciso che regalerò tempo! Tempo a me stessa imponendomi di gustarmi il presente lentamente, attimo per attimo e tempo alle persone che mi circondano: una chiacchierata, un’esperienza condivisa, una visita inaspettata o più semplicemente una chiamata per poter dire di aver vissuto appieno le mie giornate, perché il vero significato del Natale possa essere rinnovato ogni giorno dell’anno.


di Giovanni Pedemonti

Sapere è davvero potere?

La politica a 5 stelle che convive con il web marketing 3.0

M

i é capitato un episodio curioso nel mio ultimo viaggio a Stoccolma. Passeggiando tra le botteghe di antiquariato e i caffè della Città Vecchia, mi ritrovo davanti al ristorante prescelto (da internet) insieme ad un altro ragazzo, probabilmente svedese, che ha effettuato lo stesso percorso con le medesime modalità. Viaggiamo entrambi da soli, con la mappa sul telefono, affidandoci così all’onnipotenza dell’informazione dei nostri smartphones che utilizzano i cosiddetti “UserGenerated Contents”, ovvero tutti quei portali di sapere online (in questo caso, Trip Advisor), le cui notizie vengono, appunto, formulate dagli stessi utenti. Rimane, per chi scrive, singolare, quanto le nuove fonti di informazione online siano talmente generalizzate, da avere la forza persuasiva di influenzare le decisioni di individui che si trovano in contesti diametralmente opposti. Alcuni sociologi del web già parlano della regola dell’1:10:89, che definisce quali sono i “poteri” dell’informazione delle piattaforme UGC, come Wikipedia, Youtube, ma anche Facebook e affini. Su 100 utenti coinvolti, infatti, solo 1 contribuisce attivamente con contenuti propri, 10 partecipano saltuariamente, mentre il restante 89 fruisce passivamente. Va da sé che la sfera d’influenza dell’1% dell’utenza possa indirizzare, grazie al prezioso appoggio dei 10, i processi decisionali di chi non ha voce in capitolo. Anche la politica si è -finalmenteaccorta del potenziale degli UGC in termini di consensi. Il Movimento 5 stelle, nato da un blog e diventato un vero e proprio caso

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politico europeo, si è sapiente- online, i nuovi consumatori conmente inserito nel solo canale on- frontano prodotti e servizi di diline, togliendosi dalla bagarre or- verse marche; essendo gli UGC mai satura della politica sui mezzi “liberi” di lasciare commenti, d’informazione tradizionali (gior- l’opinione dell’utente viene indinali e televisione, guarda caso ne- rizzata da posts online che ripormici dichiarati del partito). tano l’esperienza diretta di chi Casaleggio, l’uomo-ombra di ha già (presumibilmente) provaGrillo e supervisore dei contenu- to il prodotto. ti politici online, ha capito per Nella pletora informativa degli primo le potenzialità del connu- UGC, sommersi dai vari posts, libio UGC/politica. Non sorprende kes, feedbacks e ratings di vario che l’IT milanese gestisca una genere, non dimentichiamoci di società di web-marketing molto leggere un articolo che riporti la quotata, e che venga definito dai firma dell’autore, o di chiedere più la mente fredda e calcolatrice un consiglio anche al proprio vidietro al megafono dell’(ex?) co- cino di casa. mico genovese. Così, giusto per non perdere Al di là di tutte le dietrologie l’abitudine di informarsi un po’ quasi mistiche attorno alla fi- ovunque. gura di Casaleggio, quale effetto può avere il nodo democratico avvolto dall’1% del sapere in mano agli influencers del a cura di Andrea Sabadini partito, ovvero gli utenti “più uguali di altri”, sui comportamenti del restante 89%? Perché chi si dissocia dalla sudditanza dell’89 viene escluso in “Nell’era precristiana con l’avvicinarsi malo modo, e, in senso del solstizio d’inverno e con la morte lato, dai topics dei blog, delle piante, i pagani portavano rami dalle discussioni online? di sempreverde nelle loro case come Esiste, infine, un ruolo atto di magia benaugurante inteso chiave del restante 10% a proteggere le essenze vitali delle degli utenti? Probabilpiante fino a primavera. mente si. Il marketing Questa usanza fu successivamente adottata dai Nord Europei e, alla fine, è dicomparativo online paga ventata il cosiddetto albero di Natale”. impiegati che hanno il compito di influenzare (cit. Dr. Sheldon Cooper) le scelte d’acquisto degli utenti del web 3.0, dove la distinzione tra professionista, semi-professionista e consumatore si sta contraendo. Attraverso le ricerche

L’aneddoto

L’antica festa pagana dei Saturnali


di Benedetta Viti

L’Angolo dell’Educazione …

“L’alfabeto educativo” S

ono felice di avere nuovamente la possibilità di proporvi dei flash che ci aiutano ad entrare e a riflettere sul tema dell’educazione. Nello scorso numero ci siamo imbattuti ad approfondire temi quali l’Amore, l’Affetto, l’Amorevolezza; l’importanza del ruolo dell’Adulto che, con estrema Attenzione, deve essere capace di trasmettere all’educando la sua disponibilità all’Aiuto, all’Ascolto, all’Accoglienza, per infondere l’Autostima, così essenziale per la vita di ogni persona. Essenziale inoltre trasmettere tutto questo con Allegria e con Autorevolezza, perché si possano incontrare ragazzi amati e non viziati. A questo punto vorrei dedicare questo spazio alla seconda lettera, la “B”. “B” come Bambini che siamo chiamati tutti insieme a far crescere ed educare. Non possiamo però prendere in considerazione il Bambino senza tenere ben in mente il suo Background, ovvero “il complesso di condizioni, circostanze, idee che fanno da sfondo alla realizzazione di un evento, allo sviluppo di un processo, alla formazione psicologica e culturale di un individuo.” In sostanza non possiamo soffermarci su un Bambino senza tenere in considerazione la famiglia in cui vive, i suoi valori, il suo paese, il suo passato… bisogna occuparsi di lui completamente. Mi viene in mente, forse anche a sproposito, una storiella di cui non ricordo l’autore, che racconta di un prete che dice ai bambini africani, in visibili condizioni precarie, quanto Dio li ama e li stima. Peccato che dopo aver ricevuto le belle parole del sacerdote i bambini se ne tornano comunque a mani vuote e a pancia vuota... “Date, piuttosto, voi stessi da mangiare!” Non possiamo offrire ai bambini grandi ideali se non partiamo dal concreto della loro vita, da ciò che vivono. Un altro aspetto che mi preme sottolineare è che gli adulti hanno il dovere di rafforzare e proteggere l’originaria Bontà che ogni bambino ha insita dalla nascita. Mi stupisco ogni volta che sento le solite dicerie paesane che affermano che il tale bambino ha isolato l’altro solo per il colore della pelle. Questo non è il bambino. Il bambino per natura cerca il confronto

con l’altro (anche quando si tratta di strattonare o mordere durante i giorni dell’asilo). Un conto è il cercare di far valere le proprie esigenze “con i denti”, un altro è allontanare o isolare un altro bimbo solo perché ha un colore diverso dal suo. Questo semmai è un tipico atteggiamento dell’adulto e di conseguenza, per imitazione, del bambino. Dobbiamo imparare a renderci conto che anche i bambini più piccoli, che non comprendono tutte le parole che utilizziamo, percepiscono molto bene i nostri gesti, le nostre azioni, ci osservano e ci imitano. Imparano da noi ad essere ciò che vorranno essere in futuro e questo può essere molto, molto pericoloso! La bontà dei bambini deve essere rispettata e rafforzata perché solo così si potrà conservare integra per il futuro. Infine vorrei spendere qualche parola su un concetto che apparentemente potrebbe sembrare molto ecclesiale. “Benedizione”! È necessario Benedire i nostri bambini e i nostri adolescenti, sempre!!! Che significa Benedire? Molto semplice: dire bene! Dire bene dei bambini, degli adolescenti e delle persone in generale, significa far emergere il positivo a discapito del negativo, cosa che purtroppo non avviene più. Con questo non voglio dire che gli errori non debbano essere corretti, ma è necessario ricordare che siamo chiamati a condannare l’errore, non chi lo commette. Chi lo commette, piuttosto, ha bisogno del nostro aiuto per comprendere la gravità della sua azione. Non si brucia un albero perché uno dei suoi frutti è marcio. Così l’essere umano non è da considerare “marcio” perché ha commesso un’azione errata. L’azione va condannata, corretta, contenuta. Ma è necessario Benedire comunque colui che commette questa azione. Dire bene di colui che sbaglia significa trovare il positivo in lui, le sue doti, le sue qualità, senza toglierlo dalla responsabilità che ha in ciò che ha sbagliato. Continuiamo a dire bene dei nostri bambini, dei nostri adolescenti, dei nostri giovani, aiutandoli a creare in loro sempre più qualità positive e spronandoli a migliorarsi dopo ogni errore commesso. pag. 3 L’ago di Clusane


di Nicoletta Cancelli

Solennità Prendo il mio “telefono intelligente”, scorro tra le apps trovando il Dizionario Treccani e cerco questo verbo: CONDIVIDERE. /kondi’videre/v.tr. [der. di dividere, col pref. con-] (coniug. come dividere) -1. Dividere, spartire insieme con gli altri. Devo ringraziare tre persone, che mi hanno fatto riscoprire il profondo significato di questa parola. Hanno nomi semplici, Michele, Katiuscia, Lorenzo. Ma potrebbero chiamarsi anche Lara, Domenico, Oscar, Luca e Francesca... Sono entrata nella loro vita timidamente, sentendomi spesso fuori luogo, a disagio, ingombrante, poi lentamente il tempo ha fatto il suo corso e mi sono ritrovata a comprendere quasi pienamente lo spirito della condivisione. IO DO QUALCOSA A TE PERCHÈ NE HAI BISOGNO E VOGLIO AIUTARTI. IO NON TI GIUDICO, MA AGISCO IN BASE AL MIO CUORE E SPARTIRE CIO’ CHE HO CON TE MI FA STARE BENE. SENZA NULLA CHIEDERE IN CAMBIO. “Accadono cose che sono come domande. Passa un minuto, oppure anni, e poi la vita risponde”, scrive il mio amato Baricco (oltre a spiegarci che non è proibito mettere una “e” dopo una virgola). Uno pensa di aver trovato la

(Non sempre un titolo esprime il vero contenuto di quanto poi si leggerà)

propria strada, la propria dimensione, ma poi arriva la tempesta, la risposta che cercavi, e ti ritrovi con le spalle al muro a fare i conti con la vita. Questa vita che non fa altro che darci lezioni ed io di lezioni adesso ne ho abbastanza. Ma è un altro capitolo. Dividere, spartire con gli altri... che bella cosa. Ti lascia addosso una sensazione di leggerezza e benessere. Ho imparato che a Natale non siamo tutti più buoni, ma se proprio è così uno dovrebbe esserlo ogni giorno, non solo sotto l’effetto ipnotico di led natalizi. Ho imparato che posso vivere bene se ho un lavoro serio, ma posso vivere meglio se ho accanto delle persone che arricchiscono la mia anima con la loro presenza. Ho imparato che non devo fare qualcosa per Dio, lo devo fare per me, per i miei figli, per tutti coloro verso i quali ho delle responsabilità, qui, su questa terra. Ho imparato, sebbene non abbia scoperto l’acqua calda, che la sensibilità delle persone è qualcosa di molto raro. E poiché raro, prezioso. Ho imparato che condividere non riguarda solamente beni materiali (che diventano primari in alcuni casi), ma più di

tutto i sentimenti, le emozioni, le fragilità, i dolori, la gioia, le lacrime. Ho imparato che posso fidarmi delle persone che mi vogliono bene e che ciò porta a qualcosa chiamato reciprocità. Ho imparato che spartendo insieme il mio dolore posso sentirne meno. Ovviamente non con il primo che capita… Qualcuno ieri mi ha detto che “certe situazioni, anche le più dolorose, non possono cambiarci più di tanto. Ci si può adattare, cercare di essere quello che non si è, ma prima o poi si ritorna sempre alla nostra essenza”. Ho imparato che la maggior parte della gente si emoziona più per l’eliminazione di un concorrente in un reality show che per la delicatezza di un momento. Ci sentiamo in pace con la nostra coscienza se doniamo 2€ da numero cellulare, quando sentiamo di una catastrofe alla tv? E poi? Restiamo colpiti da chi subisce una grave disgrazia ma poi, realmente, non ci importa molto, perché i problemi degli altri restano solo e soltanto loro. Ci piace parlarne, sparlarne, aggiungere ed omettere cose, fare un collage con la vita degli altri. Questo non è condividere, è ignoranza. Tutta un’altra cosa.

A tutti i nostri lettori auguriamo

Buone Feste

pag. 8 L’ago di Clusane


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