L’Ago di Clusane - numero 17

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di

Paola Bertoletti

ell’ultimo giornalino, un’edizione speciale su “I Reperti Romani di Clusane”, abbiamo voluto sensibilizzare la popolazione su una tematica che ci sta molto a cuore: il recupero del sito archeologico romano sul nostro Lungolago. Questa nuova sfida ha avuto inizio la scorsa primavera. Da allora ci siamo impegnati a reperire tutte le informazioni disponibili sull’area partendo da alcuni scritti di Gabriele Rosa, dalla tesi di laurea di un nostro nuovo membro, Arline Archetti e, infine, dai rilievi che furono fatti nel 1997 (in

collaborazione con l’U.S.P.A.A.A.) durante una ristrutturazione residenziale adiacente al sito archeologico. Dopo un lungo iter burocratico siamo riusciti ad ottenere le autorizzazioni agli scavi per le indagini preliminari e avviare la nostra prima campagna archeologica condotta dall’archeologa Alice Leoni, con la supervisione della dottoressa Serena Solano della Soprintendenza dei Beni Archeologici Romani e il Soprintendente dei Beni Archeologici, il dottor Andrea Breda. I primi scavi, effettuati nel dicembre scorso, hanno messo in luce delle strutture romane appartenenti ad almeno tre epoche distinte e altre costruzioni

rispettivamente medievali, rinascimentali ed infine moderne. Gli interventi del periodo romano sono stati identificati, oltre alla muratura in alzato degli archi, in alcune modifiche del fronte principale e all’inserimento di contrafforti, probabilmente a causa di un cedimento strutturale dello stesso. Le vasche, che alcuni clusanesi ricordano come luogo per lo stoccaggio del pesce durante gli anni Cinquanta, sono state ricondotte in parte al periodo romano e in maniera più significativa a quello medievale/rinascimentale. Il lavatoio, rinvenuto a nord dell’area archeologica, appartiene invece al periodo più recente.


Il confronto con i reperti mobili recuperati durante gli scavi del 1997 (tessere musive, lastrine di marmo, vasellame fine da mensa…) e gli studi condotti sulle tipologie delle abitazioni romane e sulla morfologia del territorio, ci hanno permesso di comprendere che la residenza alla quale appartenevano il muro romano e le sue vasche fosse una villa suburbana di pregio molto estesa sviluppata su più terrazzamenti. Inoltre, il rinvenimento di una bocchetta di adduzione dell’acqua ci ha portato ad ipotizzare che una sorgiva alimentasse un “ninfeo”, una fontana al centro della nicchia del muro. Ai lati di questa cavità, disposti simmetricamente secondo l’andamento degli archetti ciechi, vi era la possibilità che fossero presenti delle statue o degli affreschi in perfetto stile romano. I nostri straordinari reperti romani potevano rappresentare quindi il limite meridionale di un giardino che si estendeva verso il lago! Questa immagine è l’ipotesi più verosimile a conclusione di questa prima campagna di indagini. Quando si parla di archeologia, le certezze non esistono. Quello che è indubbio è che l’area in cui si affacciano i nostri archi ha mantenuto nei secoli un ruolo di grande importanza per il tessuto urbanistico di Clusane. Il valore aggiunto di tutto questo intervento non risiede solo nella sua ricostruzione storica, ma nel comprendere che una struttura che ha almeno duemila anni sia stata utilizzata ininterrottamente fino all’epoca contemporanea; ai tempi dei romani, come luogo ludico e di riposo, passando per essere uno spazio legato al lavoro umano, dallo stoccaggio del pesce, fino ad essere impiegato come lavatoio. Riportare alla luce questi resti significa conservare questa memoria nel tempo e tramandare alle nuove generazioni le nostre origini.

Obiettivi futuri Stiamo definendo il progetto preliminare da sottoporre al Comune di Iseo affinché si possa partecipare ai bandi nazionali per ottenere i finanziamenti a fondo perduto pari al 50% dell’ammontare dell’intero progetto. La restante parte, oltre ai contributi promessi dal Comune, sarà a carico dell’associazione e di tutti coloro che condivideranno con noi l’intento dell’iniziativa!

Fasi dell’edificio tra l’età romana e l’epoca moderna di

Arline Archetti

1. Il muro rinvenuto in pietra sbozzata lungo 4 metri e alto 80 cm in alzato e parallelo alla riva viene datato tra il I e V secolo d.C. Probabilmente il muro rappresenta un terrazzamento di un edificio a più livelli affacciato sul lago, una villa Patrizia dei nobili di Brescia o Bergamo. 2. Lo strato di laterizi profondo circa 1 metro contenente molte tessere di mosaico e frammenti ceramici sul quale è presente una pietra consunta di macina per cereali è databile al V sec. o leggermente posteriore 3. L’interruzione dell’attività costruttiva è attestata dalla presenza di uno strato di limo e ritiro dell’insediamento verso l’alta collina all’interno delle mura medievali databile in una fase altomedievale. 4. Tra XI e XIII sec si documenta l’utilizzo di una scala romana formata da grossi blocchi lapidei per collegare l’abitato all’interno delle mura al porticciolo e al lago. 5. L’epoca post-medievale è documentata da un terrapieno creato per dare una base adeguata all’edificio ora esistente all’interno del quale i proprietari hanno conservato, in ottime condizioni, la scala romana. 6. In epoca moderna i ricettacoli (o vasche) sono stati riutilizzati dai pescatori per conservare in acqua il pescato e interrati pochi decenni fa.


Carnevale Clusanese: ricetta che vince (e piace) non si cambia! di

Alessandra Archetti

ermetteteci la licenza poetica: ricetta che vince (e piace) non si cambia! Anche quest’anno il Carnevale Clusanese ha riscosso una grande successo tanto che descriverlo in poche righe non è facile. Ve lo riproponiamo in brevi pillole: ● Gente, gente e ancora gente! Non c’è da stupirsi, il carnevale piace se poi il clima è particolarmente generoso, l’afflusso di persone sulle strade di Clusane è inevitabile. I gloriosi carnevali clusanesi richiamavano gente e carri dai paesi vicini ma non solo, ritornare dopo molti anni ed ottenere gli stessi risultati è sicuramente motivo di orgoglio. Le stime parlano di quasi 3000 persone che si sono assiepate non solo alla partenza ma anche nell’arena creata ad hoc sul Lungolago Capponi, circa 12.000 i biglietti della lotteria diffusi. ● Carri! Ogni anno aumentano, ogni anno la scelta per premiare il più bello è sempre più dura. Nella scorsa edizione si era deciso di garantire a tutti un piccolo riconoscimento, quest’anno invece si è pensato di riproporre la vera e propria competizione con tanto di premi e di votazioni a cura del direttivo de L’Ago di Clusane. I carri sono stati esaminati secondo alcuni parametri che spaziavano dall’architettura alla coreografia, dai costumi alla tematica. Scegliere è stato veramente complicato e come ogni competizione che si rispetti, nascono anche polemiche, ma alla fine i Cosacchi di Tagliuno hanno avuto la meglio con la loro “abilità di personalizzare lo spettacolo proponendo una canzone tipicamente russa con all’interno simboli e non solo, del nostro territorio”; ● Collaborazione e spirito di squadra! Per portare avanti un evento di questa portata abbiamo contato su tante forze: numerosissimi sponsor che hanno aiutato a sostenere la manifestazione dal punto di vista economico, altrettanti volontari che si sono uniti ai ragazzi de L’Ago di Clusane nella preparazione e nella gestione del traffico, della sicurezza e di tutta la burocrazia. Il gruppo alpini come da tradizione ha collaborato per gestire il ristoro con le bevande più apprezzate, the caldo e vin brulè! Senza l’aiuto di tutti coloro che hanno creduto nella rinascita del Carnevale Clusanese nulla sarebbe stato

possibile. Il Direttivo de L’Ago di Clusane annovera circa 10 persone e come ben si può immaginare le casse di un’associazione di questa entità non posso sostenersi da sole. ● Entusiasmo! L’entusiasmo è da sempre il motore che ci spinge a continuare e a migliorarci. L’entusiasmo di coloro che negli anni passati, quando la pioggia sembrava una costante dei nostri eventi, ripetevano che sarebbero tornate le belle giornate o parafrasando Ligabue “ ..il meglio doveva ancora venire”. L’entusiasmo di chi, nei giorni successivi al carnevale, manifestava la propria soddisfazione con ferventi pacche sulle spalle, sicuri di aver rivisto “ il carnevale dei vecchi tempi”. ● Critiche, consigli, suggerimenti! Le critiche se costruttive e formulate in modo educato sono sempre ben accette così come i suggerimenti che a partire dal giorno successivo all’evento sono arrivati: “più sicurezza lungo il percorso a riva lago” “miglior gestione del pubblico alla partenza” “spettacoli più coinvolgenti e con maggior presentazione dei gruppi” questi per citarne alcuni. L’organizzazione di un evento di tale portata richiede sicuramente un importante sforzo, burocratico economico fisico e organizzativo e qualche dettaglio può venire meno. Chiunque volesse quindi far notare qualcosa da migliorare o da valorizzare è il benvenuto, alle nostre riunioni così come sulla nostra pagina Facebook @L’Ago di Clusane. Grazie quindi a tutti e arrivederci a presto.


Defibrillatori: un corso per renderci cardioprotetti di

Alessandra Archetti

ome sapete “Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare” o forse nel nostro caso, il lago! L’idea di dotare Clusane e i cittadini di un defibrillatore semi automatico aleggia nelle nostre riunioni da molti anni. Un’idea appoggiata fortemente non solo dal direttivo del gruppo, ma soprattutto dall’amato collega Davide Martinelli che condivideva con me la sensazione che rendere cardioprotetto uno dei luoghi più turistici dei Clusane dovesse quasi essere una priorità. Se i tra i nostri obiettivi figurano spesso eventi che coinvolgono un gran quantitativo di pubblico, è giunto, finalmente, il momento di rendere più sicuro il luogo in cui si svolge gran parte della vita turistica di Clusane. Acquistare un defibrillatore, denunciarne la presenza ad AREU (Azienda Regionale Emergenza Urgenza, che si occupa di mappare tutti i defibrillatori presenti sul territorio), formare personale idoneo richiede impegno, non solo in termine di tempo ed organizzazione. Ma cosa s’intende per cardioprotetto? Installare sì un defibrillatore automatico esterno (dispositivo in grado di rilasciare una scarica elettrica, indicato dal simbolo universale soprariportato), ma altrettanto formare persone in grado di intervenire in situazioni di emergenza. Sembrano frasi fatte, descrizioni prese dai libri di medicina che possono spaventare, ma grazie ad un corso base della durata di 5 ore tutti possono intervenire facendo la differenza. Sostenuti dalla preziosa collaborazione dell’Associazione Culturale “Gianluca nel Cuore”, associazione nata per ricordare Gianluca Notarnicola, studente di Corte Franca che per molti

anni ha frequentato non solo le scuole ma lo stesso lungolago di Clusane, si è pensato di realizzare un corso parallelo all’installazione di un defibrillatore inserito nel Progetto Comunale “Cuore in forma”. Non basta il vicino Pronto Soccorso o la chiamata al 112? Certo che sì, ma non solo. Se si pensa che in un contesto urbano, le ambulanze spesso impiegano dai 5 ai 7 minuti, in caso di arresto cardiaco, l’intervento del semplice cittadino in maniera rapida ed efficace rappresenta i primi tre step di quella che da ormai alcuni anni viene diffusa come la catena della sopravvivenza: accertarsi della situazione di emergenza e chiamare i soccorsi, effettuare una corretta rianimazione cardiopolmonare (il cosiddetto massaggio cardiaco) ed applicare se disponibile un defibrillatore automatico esterno. E quindi? Sabato 4 maggio dalle ore 8 alle ore 13 sul Lungolago Capponi, si svolgerà un corso a cura degli istruttori regionali dell’Associazione Culturale “Gianluca nel Cuore” con il sostegno dell’Amministrazione Comunale di Iseo. Gli iscritti sono circa una cinquantina e nel momento in cui il nostro giornalino va in stampa, le iscrizioni sono ormai chiuse e l’organizzazione viaggia spedita. L’entusiasmo con cui è stato accolto questo nuovo progetto ci spinge a poter guardare con ottimismo a nuovi corsi futuri, nel ricordo di Gianluca Notarnicola e Davide Martinelli.


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