L'Ago di Clusane - numero 18

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Pagina ufficiale: L’Ago di Clusane

Archetti Alessandra, Archetti Arline, Belotti Federico, Bertoletti Paola, Bianchi Paola,Bianchi Luigi, Bonardi Bruno, Ferrari Deborah, Lopizzo Nicola, Piccinelli Veronica, Regonini Simone, Treccani Carloalberto, Viti Benedetta.

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EDIZIONE SPECIALE “I REPERTI ROMANI DI CLUSANE”

2018

NOI ABBIAMO UN SOGNO! di Paola Bertoletti

L’

ago di Clusane compie 7 anni e da quel lontano settembre 2011 molte cose sono state fatte! Da allora, ogni anno ci impegniamo a far conoscere le bellezze del nostro territorio perché crediamo nelle nostre radici e pensiamo che il futuro possa avere un significato più autentico se conosciamo il territorio su cui camminiamo. Uniti da una passione, da un’idea, che è il collante di tutti i membri dell’associazione, il fine ultimo de “L’ago” è quello di promuovere Clusane nei suoi costumi, come ci ricorda il nostro splendido carnevale arrivato

alla sua 32esima edizione; nei sapori della sua tavola, resi noti dalla celeberrima “tinca al forno” e dalle nostre moderne rivisitazioni; nella sua memoria, attraverso la scoperta del suo borgo storico e del suo castello. Ed è proprio di questa memoria, quella più antica che possediamo, che ha inizio il nostro nuovo impegno! Abbiamo sempre parlato del centro storico di Clusane legato al priorato dei monaci cluniacensi della fine dell’XI secolo e alle sue origini medievali: dai Malatesta, al conte Carmagnola fino alle nobili famiglie franciacortine dei Sala, i Maggi e i Lana. Purtroppo però non molti sanno che Clusane è stato il luogo prescelto dai Romani come dimora di una antica

villa romana con annessi dei presumibili bagni termali i cui reperti risalgono al I-V secolo d.C.

Dove si trovano? Passeggiando sul lungolago verso via Molino (direzione Iseo) potrete trovare i resti di un piccolo anfratto e 8 archetti ciechi lungo un muro perimetrale a confine con più proprietà. Se non li notate, molto probabilmente è perché ci sono delle auto parcheggiate che ne occultano la vista ed espongono questi ultimi a rischio di danneggiamento quotidiano. Le vasche “termali” non sono state portate via, non potete vederle perché sono state cementate verso gli anni Cinquanta. Continua a Pag.2


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L’ago di Clusane ha un sogno: quello di recuperare i reperti romani con un progetto architettonico atto alla valorizzazione degli stessi e al rinvenimento delle antiche vasche poste sotto il manto stradale. Per farlo abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti voi, perché come succede sempre in questi casi, i fondi sono pochi e scarsi. Può una manciata di ragazzi dissotterrare la storia e comprenderne il suo significato più autentico? Sì, perché ci crediamo!

Sì, perché attraverso lo studio e le indagini cercheremo il modo migliore per farlo! entusiasmo contagerà sempre più persone che si uniranno al nostro progetto! Gli antichi Romani hanno abitato queste terre, ne hanno apprezzato i suoi rilievi, le sue acque, i vigneti (presenti già dalla preistoria), hanno costruito le fondamenta della storia di Clusane e del nostro territorio. Facciamo in modo di farlo sapere a tutti per portare nuove persone a conoscere le bellezze del nostro paese perché l’umanità è fatta di interessi comuni e magari, presto, l’amministrazione di Iseo ci omaggerà di una nuovo “decumano”, una passeggiata che dal centro del lungolago ci accompagnerà ai nostri straordinari reperti romani!

Figura 53: archeggiature cieche lago Sì, perché pensiamo chefronte il nostro

Villa Romana a Clusane sul Lago: i rilievi storici

di Arline Archetti

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el 1997, il cantiere di ristrutturazione Figura durante 54: archeggiature cieche particolare residenziale a Clusane d’Iseo in Via Molino, si è rinvenuta una consistente stratificazione archeologica: sono state messe in luce strutture murarie bassomeGamba, 1940, p.21. dievali e una villa di età romana. Portulano, 2001, p.117. 46

Il sito è posto nel centro storico del paese e si affaccia sul lago; a Nord dell’edificio si conserva a vista un tratto di muratura profilata da archi ciechi e aperta da una nicchia centrale di fronte alla quale erano presenti, fino a qualche decennio fa, delle vasche con pavimento a mosaico simili a ricettacoli per i bagni ora interamente interrate: è presumibilmente il fronte a lago di una villa romana per il resto scomparsa. Sin dal XIX sec. sono stati condotti studi sui cosiddetti “bagni romani” clusanesi in particolare dallo studioso Gabriele Rosa il quale documenta uno scavo avvenuto nel 1850 sotto il castello medievale del Carmagnola nel quale venne alla luce una condotta che portava acqua alle cellette (o vasche). Rosa ripag. 2 L’ago di Clusane


corda anche il ritrovamento di un’iscrizione su marmo dedicata a Giove oggi conservata nel Museo Lapidario Maffeiano di Verona. Il limitato saggio di scavo ha permesso di riconoscere almeno 6 fasi dell’edificio tra l’età romana e l’epoca moderna: • Rinvenimento di un muro in pietra sbozzata lungo 4 metri e alto 80 cm in alzato e parallelo alla riva (probabilmente il muro di terrazzamento di un edificio a più livelli affacciato sul lago) e di una canaletta in muratura ad esso perpendicolare; la tecnica costruttiva, il legante utilizzato e le numerose tessere di mosaico datano questa struttura tra il I e V secolo d.C. La presenza di elementi per riscaldamento degli ambienti (pilastrini di terracotta/suspensurae), di frammenti di intonaco bianco rosso e giallo, di un architrave in marmo con iscrizione e di lastrine in marmo testimoniano il carattere residenziale dell’edificio e un’ottima qualità degli apparati decorativi che mostrano un’analogia con la villa di Predore. Doveva trattarsi di una villa Patrizia dei nobili di Brescia o Bergamo poiché questi, molto spesso, si spostavano sul lago in villeggiatura per cacciare o per la fiorente attività peschereccia documentata anche dal ritrovamento di due pesi da rete.

• Strato di laterizi profondo c.a. 1 metro contenente molte tessere di mosaico e frammenti ceramici: sulla superficie di questo rinvenimento si estendeva un battuto di componente organica formatosi con l’uso di un focolare costituito da una pietra consunta di macina per cereali. Questo insediamento è databile al V sec. o leggermente posteriore. • Interruzione dell’attività costruttiva attestata dalla presenza di uno strato di limo e ritiro dell’insediamento verso la collina all’interno delle mura medievali databile in una fase altomedievale. • Tra l’ XI e il XIII sec. si documenta l’utilizzo di una scala romana formata da grossi blocchi lapidei per collegare l’abitato all’interno delle mura al porticciolo e al lago. • L’epoca post-medievale è documentata da un terrapieno creato per dare una base adeguata all’edificio ora esistente all’interno del quale i proprietari hanno conservato, in ottime condizioni, la scala romana. • In epoca moderna i ricettacoli (o vasche) sono stati riutilizzati dai pescatori per conservare in acqua il pescato e interrati pochi decenni fa.

Le procedure di recupero di Federico Belotti

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elle poche righe che seguono cercheremo di illustrare i vari passi che, salvo imprevisti, in un tempo che confidiamo essere il minore possibile, ci permetteranno di ripristinare parte del nostro bel paesino! Cominciamo: Il primo passo: probabilmente il più complicato, è stato quello di procedere al reperimento della documentazione inerente allo stato dei luoghi. Questa fase, che a dispetto dei tempi verbali utilizzati, è tutto fuorché conclusa, rimane in continua e lenta evoluzione. Per essere del tutto sinceri, di grande utilità si è rivelata la tesi di laurea della nostra socia Arline Archetti. Già in passato lavorò reperendo materiale riguardante le ville Romane Sebine e

conseguentemente si documentò anche rispetto alla situazione Clusanese. Successivamente si è valutata la fattibilità dell’opera andando ad interpellare coloro che gestiscono il patrimonio storico pubblico. Nello specifico abbiamo incontrato la responsabile della soprintendenza dei beni archeologici Romani, la dottoressa Serena Solano e il soprintendente dei beni archeologici, il dottor Andrea Breda. Da subito l’iniziativa è stata accolta con grande entusiasmo. In seguito agli incontri si è delineata l’idea di poter partecipare, con un progetto di recupero e valorizzazione, al bando della Regione Lombardia che tratta della salvaguardia dei beni storici ad elevato valore paesaggistico e culturale. Ciò che si richiede preliminarmente è, oltre ad una conoscenza approfondita dello stato dei luoghi dal punto di vista storico ed archeologico, l’individuazione con l’ausilio del sapere e della propag. 3 L’ago di Clusane


fessionalità di un archeologo, di tutte quelle nozioni tecniche utili al fine di poter affrontare la fase progettuale con maggior consapevolezza. A tal proposito è stato contattato il Comune di Iseo per la domanda di manomissione del suolo pubblico al fine di effettuare i primi scavi di carattere conoscitivo. Sin da subito l’amministrazione Comunale ha mostrato il proprio interesse per l’iniziativa ed è stata espressa contemporaneamente l’intenzione di supportare il progetto con ogni mezzo. A seguito della richiesta di manomissione del suolo pubblico, per il quale il Comune risulta essere gestore a titolo gratuito dell’area, dato che la stessa essendo demaniale risulta di competenza del Consorzio Dei Laghi, sono stati rilasciati i primi pareri favorevoli all’intervento. Il via libera definitivo, che confidiamo di ottenere in tempi relativamente brevi (speriamo entro fine anno), è subordinato alla presentazione dettagliata da parte dell’archeologo della tabella di marcia previEstratto mappa catastale - Comune di Iseo - Foglio 7 7 Estratto mappa catastale - Comune di Iseo - Foglio

sta per lo scavo preliminare. Una volta terminata la fase istruttoria, si entrerà nel vivo. Si dovrà elaborare la proposta di recupero. Per effettuare questo lavoro, che intendiamo svolgere internamente alla nostra associazione, ci avvarremo comunque di pareri di esperti. In particolare, oltre al confronto con la Soprintendenza di Brescia, collaboreremo con l’associazione U.S.P.A.A.A. capitanata dall’ingegner Valsecchi. Ciò che ci auspichiamo in conclusione è di poter presentare una valida proposta progettuale al bando Regionale nella speranza di ottenere un finanziamento a fondo perduto pari al 50% dell’ammontare dell’intero progetto. La restante parte, oltre che con i contributi promessi dal Comune, sarà a carico dell’associazione e di tutti coloro che condividono con noi l’intento dell’iniziativa. Estratto Aereofotogrammetrico Estratto Aereofotogrammetrico

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