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Al Monte Torroncello da Sefro

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Giungiamo in breve a Sefro provenendo dal borgo di Pioraco, ove abbandoniamo la SS Septempedana per proseguire lungo la SP 97 che costeggia il torrente Scarzito, ricchezza naturale di questo paese, sovrastato dai monti che guardano da oriente la cima del Pennino. Di particolare interesse è la torbiera di Montelago, un ampio pianoro che sovrasta l’occulto castelliere del M. Crestaio e l’impervio quanto affascinante M. Cesito e si adagia ai piedi della pineta che precede la cresta dolce e ovattata del Torroncello a 1091 m. Sui 900 m la torbiera bassa di Montelago è oggi definita area Geopark

La si può raggiungere con un intrigante percorso a piedi lungo il S. 258 da Sefro per immettersi nel S.251 A all’altezza del valico tra il Cesito ed il Crestaio che offre una splendida visione sulla vallata di Agolla, dominata dal M. Primo. Le 2 ore di cammino "pedibus calcantibus" si possono evitare percorrendo la SC, bianca ma in buone condizioni, che da Agolla porta al pianoro per poi raggiungere la SP che sale direttamente da Sefro stessa. Non servono parole per descrivere il panorama tutt'intorno e forse per la stanchezza non ci si rende conto che si è sulla piana che costeggia l’invaso (l’inghiottitoio) della torbiera. È d’uopo andarci, arrivarci, raggiungerla per rilassarsi e prepararsi per guadagnare poi la cima del Torroncello con la sua semplice ed antica croce di legno: da qui la visione è perfetta, fantastica Se sei escursionista prosegui lungo il S. 252 A, poi S. 253 e S. 201, ed eccoti a Sefro. Certo, un altro paio d’ore sono necessarie. Diversamente, l’ora che hai speso per raggiungere dalla piana il Torroncello la si raddoppia per tornare da dove hai lasciato la tua vettura: da qui la medesima strada bianca ti riporterà in meno di 30 minuti al paese meta della nostra gita. E sì, perché un pasto a base di trota (una tagliatella al sugo bianco di polpa di trota e filetti alla brace della medesima, per essere di parte) non te lo puoi negare (suggerisco da Palmina; ma opportuno prenotare e concordare l’orario). Sefro è un paese completamente immerso in un’esplosione di natura, circondato dalle montagne dai fitti boschi e segnato dalle cristalline acque del torrente Scarzito, dove vive la trota fario

Sefro è legata alla ricchezza della sua acqua sin dalle origini; questo elemento qui ha saputo lasciare segni di creatività, scavando nella roccia fino a dar vita alle sorgenti, aria alle cascate e forma alle grotte. Ma a rappresentarla non è solo la sua naturale bellezza, che inevitabilmente attrae in un primo momento. È natura in un concentrato di storia, fitta e secolare come le sue faggete, che racconta di uomini che qui hanno vissuto e lavorato, dove si sono rifugiati e hanno stretto alleanze; narra di una terra che ha accolto eremiti e condottieri, dove i benedettini operarono nel segno della rinascita ed i francescani tracciarono il cammino per raggiungere i luoghi sacri della spiritualità. Terra di monumenti incancellabili dal tempo, di arte e di leggende che, seguendo l’armonica fusione della forza della natura con quella dell’uomo, ci ricordano la reale essenza di Sefro, dietro a quell’immagine di “piccolo e grazioso insieme di anime”. Non è qui la sede di raccontarne la lunga storia, dalla preistoria e dai fenici, all’epoca romana, all’alto e basso medioevo, dal Rinascimento all’età moderna e contemporanea. Solo poche parole per abbracciarne il fascino nascosto o dimenticato. Da “villa con castrum”, di cui sono ancora visibili i resti fra le case del centro abitato, con la sua gente un tempo dedita quasi esclusivamente alla pastorizia, all’agricoltura e al taglio della legna per la produzione del carbone, si arriva ai giorni d’oggi ad un tranquillo paese posto a 497 m slm, con pochissime centinaia di abitanti su un territorio esteso di poco più di 42 kmq, comprendente le frazioni di Agolla e Sorti. I danni dei terremoti passati sono ancora evidenti, con le conseguenze che tutti immaginano. Ma la gita, la camminata, l’escursione, come proposto non saranno ore perdute, ma emozionanti e inaspettate: questo territorio degli Appennini, ripeto, è ricchissimo di percorsi naturalistici dall’intatto valore ambientale, che ancora oggi costituisce il patrimonio più affascinante di Sefro, con tutte le inevitabili modifiche apportate nei secoli dall’uomo. Sefro vanta aspetti geologici, botanico-vegetazionali e faunistici davvero interessanti, un ambiente naturale e ricco di vegetazione di grande valore paesaggistico, unico a livello regionale. Questo è ciò che più traspare.

Una finestrella sull’arte a cura di Go appassionato d’arte Piccola Antologia di Artisti nativi delle Marche

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