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Ancona: "El Carnevalò" e le sue maschere
IlCarnevale è sempre stato un’occasione in cui la fantasia non ha mai avuto limiti, specialmente nelle fasi di preparazione e gestione della festa. In tale occasione si sono inventate e si continuano a predisporre maschere e travestimenti per meglio trascorrere con spensieratezza i momenti di baldoria. Tante maschere tutte legate alle tradizioni locali e risalenti anche ad epoche storiche diverse. Nella città di Ancona la festa di Carnevale è denominata "El Carnevalò" e dispone di tre maschere che lo caratterizzano. Due di questi mascheramenti risalgono all’Ottocento e sono “Burlandoto” e “Papagnoco” mentre, la terza “Mosciolino”, è molto più giovane in quanto la sua data di nascita risale al 1999 come frutto della creatività dell’illustratore Andrea Goroni.

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I primi due personaggi-maschera ottocenteschi “Burlandoto” e “Papagnoco” affondano le loro radici nel teatrino dei burattini marchigiano. ” Burlandoto” viene raffigurato come un guardia daziaria che controllava le merci che i contadini portavano in città, come persona non era molto sveglia per cui spesso si cacciava nei guai soprattutto quando veniva raggirato da contrabbandieri e preso in giro dai cittadini di Ancona.
“Papagnoco” , invece, era il tipico contadino trasferitosi in città, e proprio dal contrasto tra le sue origini e l’ambiente urbano nascevano situazioni comiche. Il suo abbigliamento consiste in un vestito nero con un fazzoletto rosso al collo, con cappello nero ed impugna un bastone con il quale minacciava i cittadini.
Due maschere capaci di ispirare e favorire tante situazioni scherzose con cui accrescere la spensieratezza della festa carnevalesca. “Mosciolino”, invece vanta rispetto agli altri due, una nascita più recente e prende il nome dal mosciolo come si indica, in dialetto anconetano, la cozza. La storia di “Mosciolino” è poco nota ma è molto interessante: era un ragazzo senza famiglia e i cittadini di Ancona lo chiamavano "Mosciolino" perché girovagava sempre nei pressi del mare, sugli scogli della spiaggia del Passetto, e mangiava i moscioli (le cozze), i suoi vestiti erano sbiaditi dal sole, i capelli duri e pieni di sale. Si narra che un giorno questo ragazzino, incuriosito da una musica che proveniva dal centro città, andò cautamente a constatare da cosa era alimentata la baldoria che insieme alla musica lui percepiva. Era in corso la festa di Carnevale durante la quale era stata organizzata anche una gara per la maschera più bella. Mosciolino quasi confuso da tanta gente e da tanta esuberanza nei comportamenti delle persone si nascose, ma quando vide un carro allegorico, quello di Nettuno dio del mare, incuriosito ed attratto uscì allo scoperto. Alla sua vista i cittadini, pensando ad un travestimento carnevalesco, rimasero molto impressionati per l’originalità della sua maschera. Il ragazzo, però, a seguito di tanta attenzione con naturalezza spiegò che quello era il suo vestito normale e non era lì per partecipare alla gara in corso per la machera più bella. Dal quel giorno Mosciolino divenne così la nuova maschera di Ancona.
