Questa indagine vuole quindi dar voce al modello insediativo del borgo, bene da valorizzare sia per la potenziale sostenibilita’ legata alla sua dimensione diffusa e capillare nel territorio -sfruttabile attraverso dinamiche di sviluppo basate su reciprocita’ e vicinanza- sia perche’ insieme armonico di beni di diversa scala immersi in territori di particolare bellezza paesaggistica. La prima parte del racconto offre una raccolta di dati riguardanti il fenomeno del disagio insediativo tipico dei centri minori, prima effettuata ad una scala nazionale, poi regionale, per finire all’area ristretta del comprensorio delle Gole del Sagittario composto da tre distretti comunali. La seconda parte approfondisce e definisce il termine “patrimonio culturale” con le sue diverse accezioni. La terza parte indaga il turismo escursionistico e il recente aumento del “turismo della memoria”, la cui attenzione si rivolge all’identita’ e alla storia dei luoghi risultando il possibile potenziale su cui poter far leva per evitare la totale dismissione di questi territori, culla di saperi e tradizioni. Infine, la quarta parte, illustra il progetto di intervento che si focalizza sulla realizzazione di piccole infrastrutture, all’interno pero’ di una strategia piu’ ampia che prevede la diffusione di informazione e di conoscenza di questi borghi. Dispositivi minimi capaci di creare aspettative e curiosita’, capaci di instaurare un dialogo con il preesistente e di trasformarlo dimostrando la possibile convivenza tra opere contemporanee e contesti storici. Stanze nel paesaggio che si modellano a seconda del rapporto che si vuole instaurare con esso: contemplazione, interazione, rievocazione. Obiettivo principale del lavoro e’ dunque la valorizzazione culturale dei borghi abbandonati in Abruzzo attraverso un progetto di disvelamento e legittimazione dei valori materiali e immateriali in essi presenti.