Febbraio 2018

La notizia pungente!

Febbraio 2018 Giornalino degli studenti del Liceo scientifico “Galeazzo Alessi” PG

GLI STUDENTI IN CLASSE A FEBBRAIO

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CAPODANNO DA INCUBO

esteggiamenti tranquilli nella sala parrocchiale di Olmo, dove un centinaio di ragazzi, compresi numerosi Alessini, ballano e si divertono, mentre il furto passa sotto i loro occhi.

Sono le 2:30 di lunedì 1 gennaio quando cominciano a scomparire giacche, zainetti e persino portafogli. Ancora annebbiate sono le ricostruzioni della festa trasformata in dramma, alla quale sembre-

rebbe essersi unito un gruppo di giovani intorno ai 17 anni, che avrebbero anche obbligato un ragazzo a consegnare il proprio portafoglio. Come se non bastasse, si sarebbero anche spinti nei bagni della sala, intenti a minacciare delle ragazze chiuse all’interno:“Apriteci o vi tagliamo la gola!” si sente dire.

I partecipanti della festa si apprestano a chiamare la polizia, che arriva poco dopo mentre

la situazione è in mano a pochi genitori.

Gli “infiltrati” avrebbero opposto resistenza agli agenti di polizia, non volendo consegnar loro i documenti , che attestavano che fossero tutti maggiorenni.

Alcuni di questi ragazzi sarebbero anche scappati creando disordine, poi raggiunti da altre volanti in servizio.

Camilla Lonero 2H

BIG AMAZON IS WATCHING YOU

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I nuovi braccialetti: catene di una schiavitù contemporanea

alla cronaca nazionale è uscita una notizia che farebbe sorridere compiaciuto Orwell, che scioccherebbe anche Marx, e che a noi, tutto sommato, fa poco più che sollevare un sopracciglio.

Amazon, l’azienda di commercio online che tutti conosciamo, sfruttiamo e di cui, spesso, abusiamo, ne ha inventata un’altra delle sue.

Dopo gli scandali degli operai che non potevano neanche andare in bagno durante il turno di lavoro (turno, a sua volta, davvero discutibile per orario e distribuzione nell’arco della giornata), la novità: un braccialetto che monitora in ogni momento la posizione delle mani del lavoratore e le guida vibrando se non è quella «giusta».

La nuova tecnologia, come si legge sulle cronache del «Corriere della sera», desta preoccupazione perché aumenta ancora la capacità dell’azienda di controllare i lavoratori: «Amazon — scrive GeekWire che ha dato notizia del nuovo brevetto— si è già guadagnata la reputazione di una società che trasforma i

dipendenti, pagati poco, in robot umani che lavorano vicino ai veri e propri robot, portando avanti compiti ripetitivi di packaging il più velocemente possibile».

Il braccialetto è pensato per rendere più rapida la ricerca dei prodotti ammassati negli immensi magazzini-labirinto: secondo quanto scrive GeekWire, quando verrà effettuato un ordine su Amazon, i dettagli saranno trasmessi sul mini computer al polso del dipendente che dovrà scattare a prendere la merce, metterla in una scatola e passare al compito successivo.

Un’azienda come Amazon investe moltissimo nell’automazione dei processi ed è finita più volte al centro delle polemiche negli Stati Uniti, in Europa e anche in Italia per le condizioni di lavoro. I ritmi sono molto intensi e stabiliti, non come sarebbe dignitoso e civile da un responsabile delle risorse umane e anche in quel caso, non sempre l’essere umano è corretto nel rispettare le giuste proporzioni di lavoro di un altro essere umano, specialmente se c’è di mezzo il profitto. Ad ogni modo, con

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Amazon non si pone il problema, infatti, le decisioni non sono prese da essere umani, ma da degli algoritmi.

Gli obiettivi produttivi sono molto rigidi, e i dipendenti spesso non hanno neppure il tempo per andare in bagno (ma questo lo sapevamo già da mesi) e rischiano multe e sanzioni se non mantengono la produttività prevista.

FREEDOM IS SLAVERY. Comprare su Amazon ci consente di essere più liberi: ci permette di non dover fare la fila al negozio, ci dà la possibilità di aspettare a casa, mentre il corriere ci consegna un prodotto, pagato anche molto meno che in un qualunque esercizio commerciale .

Ma questo quanto costa in termini di “capitale umano”?

Semplice: costa la schiavitù dei magazzinieri che lavorano lì.

Qualcuno potrebbe dire: «e perché non se ne vanno?», beh a questo qualcun altro potrebbe rispondere: «la schiavitù non è una scelta». E poi, nel mondo di oggi, dove siamo tutti alienati, chiusi-esclusi nella bolla di luce del nostro smartphone, dove “la crisi”,

questa entità reale, ma astratta, aggressiva e implacabile, regna sovrana. Noi ostaggi, prigionieri di un’economia paragonabile, forse (e per farle un complimento), all’Ammazzatoio di Zolà. In questo mondo, appunto, bisogna guadagnarsi da vivere, mettere insieme quelle poche centinaia d’euro che permettano ad un trentenne, un quarantenne (e anche oltre), di pagare: affittobollette-cibo-benzina, la morsa quadrilatero della sopravvivenza.

E per sopravvivere ci si adatta: l’asticella del benessere minimo scende sempre di più,

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e alla fine, con “la crisi”, ci riduciamo ad avere un rapporto auto-erotico di autocompatimento giustificatorio, una sindrome di Stoccolma strisciante e stringente, da cui non ci liberiamo più…

Come siamo arrivati qui? Pintor diceva che «si può leggere la storia come un continuo tentativo degli uomini di uscire dalla propria condizione infelice, ricorrendo a ogni sorta di rimedi esteriori e interiori. Un diverso ordine sociale (le rivoluzioni), un’elevazione o alienazione spirituale (le religioni), le protesi tecnologiche che oggi hanno preso di gran lunga il

sopravvento. Ma nessuna di queste trovate ha raggiunto lo scopo né può raggiungerlo, perché si tratta di correttivi utili o dannosi che non vanno in nessun caso alla radice del male».

Ebbene, qual è la “radice del male”? questo non so dirlo, posso solo riflettere sul dato odierno: siamo tutti schiavi di un sistema di finte scelte, perché i nostri animi sono assopiti e sedati, dietro un velo di Maya implacabile e insormontabile… un velo di 7,7 mm: lo spessore dell’ultimo i-phone X. Benedetta Tedeschi 5F

La memoria è lo scriba dell’anima

n occasione della giornata della memoria alcuni studenti hanno preso parte alla visione del film “Storia di una ladra di libri”, tratto dall’omonimo libro. Questo film non tratta della seconda guerra mondiale direttamente, attraverso il campo di battaglia, ma la affronta dal punto di vista di un insolito personaggio: la morte. Essa racconta come si senta affascinata dagli esseri umani e di come la diverta osservare la vita di qualcuno di loro, prima del suo arrivo. Proprio questa sua curiosità la porterà a conoscere Liesel, una bambina di nove anni alla quale muore il fratellino mentre sono in viaggio verso la nuova famiglia adottiva. La morte è folgorata dalla forza di volontà della bambina e dal suo carattere impertinente ma dal cuore puro e buono.

Il film affronta la vita di Liesel, la sua ribellione verso il Fuhrer Adolf Hitler e verso il nazismo, la sua voglia di cultura e i suoi potenti sentimenti. A causa di questi stringerà una forte amicizia con Max, ebreo

sopravvissuto alla “Notte dei cristalli” che si nasconde in casa dei genitori di Liesel per ricambiare un debito di guerra del padre. Max è un ragazzo acculturato che aiuta Liesel nei suoi studi. Durante uno di questi momenti, Max pronuncia la frase di Aristotele “la memoria è lo scriba dell’anima”, che colpisce molto la bambina e ha colpito anche me. Questa frase fa comprendere il vero scopo della giornata della memoria, che cosa significa ricordare. La memoria, i ricordi, ciò che rivediamo nella nostra testa, sono gli scribi, cioè coloro che annotano, che fissano la memoria degli eventi. Senza la memoria la nostra vita sarebbe vuota, priva di emozioni, di cose belle e brutte, di gioie e di dolori. Ricordare è necessario per rivivere gli eventi belli, ma anche per non ripetere quelli brutti. Come diceva Primo Levi “è successo, quindi può riaccadere”. Quante volte abbiamo scordato avvenimenti così importanti? Molte, e questo ci rende meno forti, espo-

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sti a nuova violenza, all'intolleranza che sta rinascendo nella società di oggi. Basta pensare a un secolo fa, 1915, il “Genocidio degli Armeni”, un milione e mezzo di morti, tutti per colpa di quella belva che è il razzismo. Quindi, per favore, non dimentichiamo tutti questi avvenimenti, come Leisel non si è dimenticata di Max. Noi abbiamo il dovere di affidare agli scribi delle nostre menti tutto ciò, come hanno fatto Piero Terracina, Liliana Segre, Andra Bucci, Primo Levi e molti altri, che hanno vissuto esperienze atroci, e hanno scelto di divulgare la loro testimonianza affinché non si ripetessero più. Siamo noi, terza generazione, a dover sensibilizzare coetanei ed adulti distratti su questo argomento.

“E’ accaduto, quindi può accadere di nuovo, ma stavolta non succederà di nuovo a me” Sofia Cesaroni 1B

Orientati come bussole

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Febbraio, un giorno speciale per il liceo Alessi. Un giorno normale per i collaboratori scolastici, che come Mosè nel deserto hanno condotto i banchi dalle aule fino alle palestre dove si sono tenuti gli orientamenti universitari dell'anno 2017/2018.

Come ogni anno gli orienta-

menti sono stati distribuiti su due fasce orarie. La prima dalle ore 9 fino alle 10:55 per le classi quarte, mentre la seconda a seguire, fino alle ore 12:55, per le classi quinte.

Fin da subito i banchetti delle varie facoltà sono stati circondati dai ragazzi, che si sono allontanati solo nelle 2 ore a cavallo delle due fasce, duran-

te le quali si é tenuta, in Aula Magna, una presentazione generale sulla vita universitaria da parte di Alef Bononi, ex studente e ora rappresentante ADISU. In conclusione una giornata piena di FORZA per gli alessini, ora orientati come VETTORI. Mario Bucaneve 4F

Corsa campestre: Alessi di nuovo sul podio!

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l Liceo Alessi è orgoglioso di annunciare gli ottimi risultati ottenuti nella finale regionale della gara di corsa campestre svoltasi il 20 dicembre 2017 a Narni. Nella gara individuale ha conquistato la prima posizione Chiara Belfico (classe 2C), per il secondo anno consecutivo. E non finisce qui: i buoni piazzamenti di altre due studentesse, Ilaria Antognelli (1A) e Chiara Pasetti (1F), ci hanno permesso di vincere la coppa come

squadra seconda classificata.

Le ragazze, intervistate da “La Siringa”, non hanno dato alla fortuna i meriti dei loro risultati, ma hanno attribuito un ruolo fondamentale alla dedizione ed al talento.

Presente alla premiazione scolastica anche il professor Mauro Esposito, responsabile regionale dell’Ufficio di Educazione Fisica dell’Ufficio Scolastico Regionale (USR), che ha spiegato come piccoli talenti

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come questi possano in futuro trasformare la loro passione in una carriera, attraverso una buona dose di dedizione e sacrificio. Ma senza troppa pressione: il professor Esposito ha anche sottolineato l’importanza di praticare sport in senso generale e per il puro piacere di farlo, senza dover necessariamente raggiungere dei risultati e senza arrendersi di fronte alle sconfitte.

Sara Pieretti 3F

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Palestre e youtube: i nuovi divieti

l nuovo anno all'Alessi sembra aver portato, oltre che a nuove interrogazioni e le materie della maturità, un'atmosfera di protezionismo apparentemente ingiustificato.

Alla fine di gennaio infatti, precisamente il 24, è trapelata tra i ragazzi la notizia di una catastrofe. "Non sarà possibile usare le palestre fino alla fine di aprile". Panico. Tutta la scuola è andata in fibrillazione. Questo clima è stato poi stemperato da altre notizie, più precise, che hanno chiarito la situazione. Ma andiamo con ordine: è vero che, in data precedente al 24 gennaio il Dirigente scolastico è stato incaricato dalla Provincia, previa

specifica comunicazione, di sospendere tutte le attività curricolari che prevedessero degli impatti con il pavimento delle palestre. E quindi stop immediato a qualsiasi sport con i palloni (basket, pallavolo ma in primis calcetto), pattinaggio e così via. Tutto ciò che avrebbe potuto in qualche modo danneggiare la pavimentazione sarebbe stato proibito, fino ad ulteriori indicazioni. Il pomeriggio del giorno stesso, però, complici alcuni studenti e i rappresentanti di Istituto che si sono fatti portavoce del malcontento studentesco, gli studenti si sono visti ridurre il divieto al solo calcetto. Le cause di tale imposizio-

ne da parte della Provincia non risultano tuttora del tutto chiare. Un altro elemento di rigida restrizione introdotto ultimamente è il blocco di Youtube, sui pc presenti in ogni aula dell'Istituto. Da un mese o giù di lì la ricerca del social network di condivisione video più famoso al mondo è stata bloccata nei pc delle classi. Anche in questo caso i motivi del provvedimento non sono molto chiari, ma si ipotizza che la scintilla sia scaturita dal comportamento di qualche classe che in orario scolastico abusa della piattaforma, usandola per riprodurre musica ad alto volume.

Nicolò Cesaroni 5F

Diario di bordo: Stage alpino

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ualcuno poteva pensare che, dopo aver dormito solo tre o al massimo quattro ore, fossimo stanchi. E invece, purtroppo per i professori che ci accompagnano, non lo siamo.

Otto ore di spuntini di nascosto, musica trash e... il Re Leone. Ad alto volume.

Hakuna matata.

Quale migliore accoglienza di arrivare per ultimi in hotel e trovarsi le altre classi che tiravano palle di neve dai piani di sopra?

Per ora... diciamo che affondo nel materasso, ma mi ci sto abituando e forse è addirittura più comodo di quello che ho casa mia. Se non fosse che ho paura mi cada addosso il letto di sopra mentre dormo, sarebbe tutto stupendo. Ma ho una via d'uscita pronta...

Ovviamente la mia è l'ultima classe ad andare a prendere l'attrezzatura per sciare, e ci

siamo dovuti infiltrare in un pulmino di sconosciuti... due ore dopo l'orario previsto.

Dopo pranzo ci hanno letteralmente cacciati dal tavolo, per cui ci si va tutti a sedere sulla neve per fare a pallate. A fine gita saremo diventati tutti professionisti.

Citando la professoressa, tutti i primi giorni sono "di assestamento", e questo... direi che non ha fatto eccezione.

Tralasciando il fatto che si sono dimenticati di aprirci le porte per andare a fare colazione, e che gli scarponi da sci sono una tortura medievale non documentata, per il resto non ci possiamo lamentare troppo.

Il panorama è stupendo e il maestro che è capitato al mio gruppo è simpatico... e memorizza i nomi meglio di qualunque altra persona che io abbia mai conosciuto. Soprattutto, un applauso per essersi imparato tutti i nomi di quei bimbi polacchi...

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Stanotte avrò gli incubi sugli snowboarder polacchi che mi tagliano la strada. A quei tizi piace rischiare la vita. E farci rischiare la nostra.

Il gruppo si dimezza dopo il secondo giorno. Gli scarponi non fanno meno male, gli sci non sono meno pesanti, ma le piste sono belle e... dai, ci si fa l'abitudine.

Se non nevicasse così tanto, andrebbe anche meglio.

Nemmeno ai ragazzi che non sciano è permesso poltrire.

Ce ne stiamo tutti seduti a un tavolino nel rifugio, vicino alla finestra, a giocare a carte e aspettare le undici per poter ordinare le patatine fritte.

Oggi si torna a pranzo in hotel, perché nevica troppo. Una pausa dai soliti tre panini abbastanza gradita...soprattutto da qualcuno che riesce a mangiarsi fino a tre piatti di pasta al pomodoro.

Sciare sulle piste rosse mentre nevica, fa venire una certa

fame.

A cena bisogna fare squadra per riuscire a rubare le pizzette dal buffet, prendere pane e olio e le bottiglie d'acqua. L'organizzazione è tutto.

L'ultima sera è dedicata ai premi. Escludendo le medaglie per la gara di sci, direi che quelli più interessanti sono le Mrs. e i Mr. di tutte le classi.

Pubblicizzo la mia, e quindi un altro grande applauso a Mrs. Tornado e Mr. Don Matteo,

che si è anche occupato personalmente di dare un soprannome ai camerieri.

Il DJ ha deciso di non mettere musica decente finché non ci sono abbastanza persone in "discoteca", per cui ci tocca una mezz'oretta di "Hanno ucciso l'uomo ragno" al karaoke prima che arrivi musica... beh, da discoteca.

Insomma, è stata una bella gita, con una bella vista dalle finestre delle camere e buona

compagnia. Qualcuno ha imparato a sciare, qualcuno è caduto e basta, qualcuno ha imparato a imprecare in polacco e qualcuno ha capito troppo tardi che l'acqua del rubinetto non era potabile, con aggiunta di vari lividi sulle gambe... tutto perfetto. Tornare a scuola sarà molto probabilmente traumatizzante. #spazzanevecomestiledivita Silvia Verzaro 3C

IPSE DIXIT speciale STAGE ALPINO “Ma che freni siamo in pianaaa” “Evacuate la zona per esigenze primarie” “Nun sa ferma” “D. tu qui se sguilla!” “Tu qui che?”

“Gli alberi non si spostano” “Tiemme che te tengo” “Spazzaneve come stile di vita” “Prendimi un pezzo di ghiaccio fuori dalla finestra” “Sala da cena” “Non fate un cervello in due” “Tu prendi il pane, io pane e olio e tu 5 bottiglie” “Metti il mio piatto sotto al tuo che ne prendo un altro” “Quello assomiglia a Putin da giovane” “È no spreco arportalli ncucina, t’aiuto a finilli”

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IPSE DIXIT

erba volant... diceva quello, ma noi, per non dimenticarli, anche quest'anno gli Ipse Dixit ve li trascriviamo e pubblichiamo, buona lettura!

Come sempre, potete continuare a inviarli alla nostra mail, pagina instagram o pagina facebook e ci premureremo di pubblicarli!

P.s. Rivendichiamo il diritto di usare e pubblicare termini coloriti, in quanto presenti anche nella Divina Commedia di Dante (sempre sia lodato!)

•La dimostrazione è....’na sega •Quelli che erano i problemi del periodo fascista: qual'era il numero di handicappati da sopprimere •Se 'a' è uguale a zero me pare che l'intervallo me venga un po' povero •N. tu te ste a fa du palle, ma anche io, ce le facciamo insieme •Questa parabola è una di quelle sedute, tocca capi' se col culo a destra o a sinistra •'Usciti dal campo G, il campo G era infinito, manco 'chi l'ha visto' l'artrova •La Chiesa è tutto men che fessa •Giacomo:"C. In didattica" Stud.C.:"Se non avete notizie di me in mezz'ora, chiamate il mio avvocato" •Prof.:"...i Muoni hanno vita media di 2μs.." Stud.:"Si riproducono nel frattempo?"

Prof.."No, neanche trombano" •(Sempre i Muoni n.d.r) ...corrono come gli api matti!

•Il Fascismo è una specie di sbornia collettiva •Le guerre Balcaniche sono l'antipasto della Prima Guerra Mondiale •Visto che il metodo funziona, i matematici possono tranquillamente andare a cagare •What happens when.... when... te se n'golfa qualcosa •Il problema senza disegno è come la minestra senza sale...fa schifo •Tu, M. sei un personaggio sventurato, dilaniato dal dubbio e dal tormento. Insomma, hai sfiga.

•Vi porteró una griglia di valutazione...ma qualche volta anche una grigliata ci sta •Stud.L.:"Dove lo prendo il gesso?"

Prof.:"In macelleria? Muoviti, vai dai bidelli" •Ti rendi conto? Hai 4! Un soldatino rosso accanto ad un cannone. Mi vuoi proprio rivinare la giornata, hai cosí voglia di prendere 3!?

•M. ha delle qualità.... non molte, ma alcune ce ľha.

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VOGLIAMO LO “SPRECO ZERO”!

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ue ragazze del Liceo Alessi si aggirano per i principali supermercati della zona di Perugia nei giorni precedenti le grandi festività natalizie, alla ricerca di qualche cosa, importunando gli indaffarati commessi intenti ad allestire gli scaffali con ogni ben di Dio. Sono collaboratrici de “La Siringa”, il giornale del Liceo, inviate a chiedere informazioni che risultano molto, molto” indiscrete, ” data la difficoltà a ricevere risposte esaurienti.

-“Quali e quanti prodotti alimentari buttate giornalmente\settimanalmente?”

-“ Cosa fate per evitare o limitare questo “invenduto” giornaliero?

Queste sono le due spinose domande che le studentesse hanno rivolto ai malcapitati commessi e agli addetti del Servizio Clienti durante le loro interviste, che sono state molto brevi non per volontà delle “ detectives ”, ma a causa degli intervistati ,che non vedevano l’ora di togliersi dai piedi le due scocciatrici.

Due domande, solo due semplici domande che noi tutti dovremmo porci davanti alla questione degli sprechi alimentari. Infatti non tutti hanno presente che ogni mattina i commessi dei grandi negozi sistemano negli scaffali e nei banconi frigo, una quantità di cibo nettamente superiore a quella che sarà effettivamente venduta. Cibo che, purtroppo, non potrà essere smerciato il giorno successivo, come pizza, pane o i succulenti cannelloni alla ricotta e spinaci del banco gastronomia che per legge devono essere di giornata e quindi se non venduti alla fine della serata, destinati allo smaltimento.

La cosa triste o meglio terribile è che il più delle volte il cibo è gettato nei cassonetti della spazzatura indifferenziata. Infatti, gli alimenti scaduti finiscono nei bidoni con tutto il loro involucro di plastica o di carta, perché non c’è nessun nel supermercato che ha l’incarico di separare gli alimenti dai loro imballaggi e quindi la loro destinazione finale è l’inceneritore, anche se scaduti solo da un giorno e quindi ancora “mangiabili”.

Il primo supermercato intervistato dalle ragazze, è risultato abbastanza disponibile all’indagine. Secondo i commessi i principali alimenti che alla fine della giornata restano invendibili il giorno seguente, sono in maggior misura verdura e frutta, al secondo posto i prodotti della panetteria e del banco gastronomia sia salati che dolci, ma anche i latticini e naturalmente tutti gli alimenti della pescheria che non possono essere ricongelati. “A volte si chiama la Caritas per far venire qualcuno a prendere queste cose!” dichiara un commesso; un altro supermercato preso in esame si è invece rivelato poco collaborativo. Nessun addetto alla vendita si è reso disponibile con le ragazze del Liceo, dichiarando di non essere autorizzato a parlare di certe cose, tipo la quantità dei prodotti invenduti, però le rassicura che tutto è spartito tra i dipendenti alla fine della giornata.

La domanda che resta in ogni caso senza risposta durante le interviste è la seconda ed è la più importante: “Che cosa fate per evitare gli sprechi?” Ci sono dei piani precisi? Gli addetti alle vendite in questo caso non sanno proprio cosa di-

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re , lasciando le detective a bocca asciutta.

Infatti, questo è un vero mistero! I supermercati continuano a rifornirsi in eccesso di cibo e non si sa perché Possibile che non trovino il modo di aggiustare” il tiro” delle forniture quotidiane ?Chi può trarre vantaggio dal far diventare tanto cibo buono, spazzatura ?

In Francia sprecare cibo è già reato da alcuni anni (reato di spreco), in Italia invece una legge è stata fatta solo nel 2016 Essa permette ai supermercati alcune soluzioni di smaltimento del cibo invenduto (ad esempio gli permette di regalarlo alla Caritas), ma non prevede alcuna pena per chi lo butta. Siamo quindi in alto mare!

Manca ancora una vera legge che 1)regolamenti lo smaltimento delle eccedenze alimentari dei supermercati 2)imponga l’esistenza di una figura professionale responsabile di piani di acquisto cioè che si adoperi a non acquistare più cibo di quello che sia abitualmente venduto, responsabile anche della gestione e dello smaltimento dei cibi in scadenza.

3)obblighi i supermercati a fare uno smaltimento differenziato.

Noi della Siringa vogliamo “Zero-Spreco”! E voi ?

Sofia Stopponi 1P,Giorgia Soriani 1P

OVERSHOOT TEST 1. Quanto spesso consumi prodotti di origine animale?

1.

Mai (vegano) 2.

Non frequentemente (vegetariano) 3.

Occasionalmente (consumi carne ogni tanto) 4.

Spesso (consumi carne molto spesso) 5.

Molto spesso (consumi carne quotidianamente) 2. Quanto del cibo che consumi proviene da meno di 300 km da te?

1.

75 - 100% 2.

50 – 75% 3.

25 – 50% 4.

0 – 25% 3. Quale di queste descrive al meglio la tua abitazione?

1.

Casa singola senza acqua corrente 2.

Casa singola con acqua corrente 3.

Appartamento 4.

Casa a schiera / palazzo con 2 – 4 famiglie abitanti 5.

Condominio di lusso / villa 4. Di quale materiale è costruita la tua casa?

1.

Bamboo 2.

Mattoni / cemento 3.

Ferro / altri metalli 4.

Legno 5.

Mattoni in argilla 5. Da quante persone è abitata?

1.

10: 1 punto 2.

9:2 punti 3.

8: 3 punti 4.

6: 4 punti 5.

5: 5 punti 6.

4: 6 punti 7.

3: 7 punti 8.

2: 8 punti 9.

1: 10 punti 6. Di che dimensione è?

1.

Minuscola: 5 m2 / 15 m2 2.

Piccola: 15 m2 / 50 m2 3.

Media: 50 m2 / 140m2 4.

Grande: +140 m2 7. È presente all'interno della tua abitazione corrente elettrica?

1.

Sì 2.

No 8. Qual'è l'efficienza energetica della tua casa?

1.

Efficiente: basso utilizzo riscaldamenti, avanzati controlli temperatura e ventilazione, basso utilizzo dell'energia elettrica 2.

Sopra la media: molto esposta al sole, efficiente illuminazione e aparecchi utilizzati in modo responsabile 3.

Nella media: utilizzo aparecchi moderni (es. termostato) 4.

Sotto la media: illuminazione inefficiente con apparecchi standard 5.

Molto inefficiente: non esposta al sole, non sono presenti lampede a LED, climatizzatori usati spesso

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9. Quanta dell'energia utilizzata in casa proviene da fonti rinnovabili 1.

75 - 100% 2.

50 – 75% 3.

25 – 50% 4.

0 – 25% 10. Rispetto al tuo vicino, produci più, meno o più o meno la stessa quantità di rifiuti?

1.

Meno 2. + / - la stessa quantità 3.

Più 4.

Molti di più 11. Quanti km percorri con la tua auto e motorino?

Auto 1.

0 – 200 km 2.

200 – 400 km 3.

400 – 600 km 4.

600 – 800km Motorino 1.

0 – 200 km 2.

200 – 400 km 3.

400 – 600 km 4.

600 – 800km 12. Quanto consuma la tua auto / motorino?

Auto 1.

Auto elettrica 2.

GPL / Metano (utilitaria) 3.

Disel (utilitaria) 4.

Benzina (utilitaria) Motorino 1.

9-7 km/l 2.

6-5 km/l 3.

4-2 km/l 13. Quando viaggi fai spesso carpooling? (dividere il viaggi con altre persone) 1.

Sempre 2.

Spesso 3.

Occasionalmente 4.

Non frequentemente 5.

Mai 14. Quanti km percorri a settimana con i trasporti pubblici?

Valore tra 0 e 800 km 1.

800-600 1 punto 2.

600-400 2 punti 3.

400-200 3 punti 4.

200-0 4 punti 15. Quante ore viaggi in aereo all'anno?

Valore tra 0 e 200 h 1.

0-50 1 punto 2.

50-100 2 punti 3.

100-150 3 punti Il numero accanto alla risposta data indica il punteggio di essa, 4.

150-200 4 punti

una volta completato il test e calcolato il proprio risultato nella tabella qua sopra troverete il risultato del vostro Overshoot day personale. (es. 45 punti corrispondono all'11/12/2018)

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ndici wind day a Taranto dall'inizio dell'anno.

I wind day sono giorni in cui il vento tira da nord e trascina polveri pericolose dell'Ilva, una società per azioni che si occupa della produzione e trasformazione dell'acciaio ed ha situato il suo più importante stabilimento a Taranto.

Le scuole sono state chiuse per proteggere i più giovani da sostanze pericolose. "Dieci giorni in cui si ripete il teatrino di bambini che non vanno a

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WIND DAY

scuola, ma vanno insieme alle loro mamme in giro per negozi o stanno in strada a giocare davanti alle stesse scuole chiuse, oppure aspettano in strada gli autobus che li conducono in altre scuole fuori dal quartiere", così attaccano in una nota Francesco Nevoli e Massimo Battista, portavoce del M5S in Consiglio comunale. Questo infatti, sta discutendo la possibilità di fornire alle scuole di Taranto un sistema di filtri dell'aria per evitare di chiuderle continuamente.

Si attendono i lavori di copertura dei parchi minerali che sarebbero già dovuti essere terminati, ma non sono neanche iniziati. Inoltre, il Codacons ha presentato una nuova denuncia alla procura di Taranto per impedire la diffusione di sostanze nocive. Questa ha chiesto alla magistratura di evacuare il quartiere di Tamburi per la tutela della popolazione. Non è possibile infatti, che i cittadini siano prigionieri in casa propria.

Arianna Ferrin 3E

FONTIVEGGE: ARIA DI RESTAURO

l Por Fesr (programma operativo regionale Fondi strutturali e di investimento europei) destina 356 milioni di euro allo sviluppo del territorio, ai quali sono stati aggiunti 56 milioni di euro da destinare alle zone colpite dal terremoto, per mettere in sicurezza scuole ed edifici pubblici.

Il Por Fesr divide i soldi disponibili per assi prioritari (ricerca e innovazione, crescita digitale, energia sostenibile, ambiente e cultura, sviluppo urbano ed assistenza tecnica).

Riguardo all'asse sviluppo urbano i cittadini possono trovare nell’agenda urbana gli interventi fatti nei 5 comuni più grandi dell'Umbria e con più problemi di inquinamento e traffico, che sono riferimenti per il loro territorio (Perugia, Terni, Foligno, Città di Castello, Spoleto). All'interno di questi 5 comuni, ognuno ha proposto alla regione alcune idee che potevano essere sviluppate. Perugia, è partita da un'agenda urbana con tante problematiche e tante idee. L'idea principale è stata quella di ri-

collegare due aree della città che oggi sono molto sconnesse, Fontivegge ed il centro storico.

A Fontivegge, luogo di interscambio, si lavora sull'area urbana, per abbattere l'emmisione di CO2. Se lo scambio è reso più facile, si invogliano le persone ad utilizzare i mezzi pubblici; l'Umbria è la seconda regione per tasso di motorizzazione (rapporto autopersone) dopo la Valle d'Aosta. Inoltre, Fontivegge è pericolosa e scomoda.

L'obbiettivo è rendere più facile l'arrivo a Perugia e lo spostarsi da Fontivegge verso le altre aree della città. Si prevedono interventi come l'abbassamento del prezzo del bigliet-

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to, anche se la mobilità incassa molto meno della metà del prezzo totale ed il resto è speso in tasse. Verrà fatta una nuova biglietteria vicina al minimetrò più comoda, utilizzando materiali innovativi, in grado di assorbire la CO2 prodotta dal traffico. I pullman verranno spostati tutti nella zona del minimetrò ed i taxi si sposteranno sotto la palestra McFit. Arianna Ferrin 3E

RIUSCIREMO A RINNOVARE VERAMENTE LA NOSTRA CITTÀ?

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iorno 12 dicembre 2017: la redazione della Siringa intervista Francesca Cruciani,coordinatrice del progetto per la riqualificazione urbana a Perugia.

Come avete ottenuto i fondi europei?

I fondi europei derivano dall' asse 6 del POR FESR e dal POR FSE e vengono in questo caso integrati e la regione umbra, che ha elaborato questi documenti strategici di programmazione, ha attribuito al comune di Perugia insieme ad altre 4 città importanti della ragione (Terni, Foligno, Città di Castello, Spoleto ) dei fondi per realizzare il progetto di agenda urbana.

Ci sono altri partner che finanziano?

L' 85% deriva dal POR FESR di cui il 50% è finanziato dal fondo europeo di sviluppo re-

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gionale e il 35% dallo Stato; il 15% restante è cofinanziato direttamente dal bilancio comunale.

Come vengono destinati i fondi?

Sono destinati a obiettivi ben precisi già stabiliti dall' Unione Europea nella programmazione 2014-20 e poi declinati dalla regione umbra nei loro documenti strategici di programmazione. Si parla di soluzioni tecnologiche per accedere ai servizi e alle offerte della città da parte di tutti i cittadini e tutti gli utenti, ad azioni per ridurre consumi energetici, abbattere l' anidride carbonica, rinnovare tutta la pubblica illuminazione e realizzare infrastrutture e nodi di interscambio. Ci saranno poi azioni per i sistemi di trasporto intelligente, la riqualificazione del patrimonio culturale di Perugia e degli interventi che riguardano l' inclusione sociale attiva.

Quando si apriranno i can-

tieri?

Quello della pubblica illuminazione è già partito, mentre la convenzione è stata firmata recentemente dalla regione ed i lavori adesso possono partire. I vari cantieri hanno però tempistiche differenti ma dovrebbero essere tutti conclusi nel 2023.

In che modalità avverrà il finanziamento?

Il finanziamento prevede un anticipo da parte della regione e degli step di avanzamento che seguiranno delle rendicontazioni e delle certificazioni di spesa. Siccome le spese per essere ammesse al finanziamento devono rientrare in alcune categorie specifiche.

Alcuni devono essere attribuiti con una gara pubblica, negoziata o europea. I finanziamenti devono seguire le procedure a norma di legge nazionale europea.

Manuela Tugliani 1P

MERAVIGLIE: LA PENISOLA DEI TESORI La reggia di Caserta

a reggia di Caserta è un palazzo reale situato, appunto, a Caserta. Essa è stata dichiarata patrimonio dell’UNESCO nel 1977 per via della sua maestosa bellezza.

Fu costruita nel 1752 sotto ordine di Carlo di Borbone, re di Napoli e realizzata sotto progetto di Luigi Vanvitelli. Purtroppo entrambi non la videro completa poiché fu ultimata dopo quasi un secolo. Fu costruita sotto il modello di Versailles e in una posizione strategica: vicina a Napoli, sua capitale, ma lontana dal mare per evitare gli attacchi nemici.

Questo imponente monumento architettonico occupa una superficie di più di sessantuno mila metri quadrati che comprendono quattro cortili interni e più di mille ambienti. Ha una forma rettangolare ed è situata su cinque piani, in 40 metri di altezza. I suoi numeri sono impressionanti, infatti ha circa 1142 finestre, 1026 comignoli, 34 scalinate, più di mille porte e 2 sotterranei molto ampi.

Proprio grazie alla sua imponente figura è considerata la più grande residenza reale al mondo. E’ completamente avvolta da un parco, ricco di fon-

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tane, statue e piante di ogni tipo. Alla sua realizzazione lavorarono circa 2700 operai, 300 capo mastri, 350 schiavi forzati a lavorare (carcerati), 250 pirati turchi catturati e costretti a lavorare. Erano impiegati nei lavori anche cavalli, animali esotici e perfino elefanti per trainare i pesanti blocchi di marmo. Il materiale più utilizzato era il marmo, proveniente da diverse cave e anche riciclato dai resti romani. Per ricevere il re si doveva percorrere una scalinata composta da 117 gradini e larga venti metri, che occupa la superficie di un pa-

lazzo di cinque piani. Le stanze a cui portano sono enormi ed ognuna diversa dall’ altra.

La sala del trono è immensa, il sovrano era posizionato alla fine della stanza perché chi doveva portare un messaggio impiegasse molto tempo, spesso rendendo conto a più persone disposte lungo i vari livelli della sala. Sul soffitto della sala è affrescato il momento in cui viene posata la prima pietra della reggia, il tutto adornato da medaglioni dorati rappresentanti i vari sovrani del regno di Napoli e vari motivi in rilievo. In questa sala si prendevano le decisioni più importanti per il regno, il quale comprendeva quasi tutto il sud Italia. La reggia era come una città, c’erano il re e la regina ma anche ministri, dame di corte, cortigiani, servi, guardie,

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giardinieri, stallieri, forestieri, addetti ai camini, stiratrici, parrucchieri, e cocchieri. Si calcola che ci fossero più di settecento persone quotidianamente e più di duemila in occasione di balli o eventi politici.

L’acqua è una delle protagoniste della reggia, in tutte le sue forme, sia all’interno che all’ esterno. Proprio all’ esterno si trova il parco, centoventi ettari di meraviglie progettate da Vanvitelli in cui l’acqua è l’elemento principale. Famosa è la “strada dell’acqua” lunga tre chilometri e caratterizzata da cascate, ontane e statue riportanti alla mitologia lungo il suo corso. L’acqua proviene dall’acquedotto che raccoglie le acque delle fonti distanti trentotto chilometri dal palazzo, è quasi del tutto sotterraneo tranne per alcuni punti in

cui si erge su tre file di arcate ricordanti molto l’acquedotto romano. Soltanto per costruire l’acquedotto ci sono voluti sedici anni e 622 mila ducati (alcuni milioni di euro). Nei pressi del parco si trova un “falso” sito archeologico romano. Questo sito è stato costruito apposta da Vanvitelli per ricreare un’area storica alla reggia, con statue originali provenienti da Pompei. Questo luogo, all’esterno, presenta un giardino pieno di cascate e di piante molto preziose.

Uscendo dalla reggia si ha la sensazione di aver vissuto una parte di storia, è come essere realmente stati accanto ai nobili illuminati che ci hanno lasciato queste bellezze inestimabili attraverso i secoli.

Sofia Cesaroni 1B

PROBLEMI DI ALIMENTAZIONE

er i ragazzi e ragazze moderni, i disturbi dell'alimentazione sono un problema molto grave e il numero delle persone che ne soffre è sempre in aumento.

Ormai tutti conosciamo l'anoressia, disturbo che induce soprattutto le ragazze ad alimentarsi con diete squilibrate, pur di avere corpi perfetti.

In pochi, però, conoscono l'esistenza della vigoressia, il medesimo disturbo che coinvolge i ragazzi, i quali invece di voler raggiungere corpi sempre più magri sono ossessionati dalla muscolatura, e per ottenere fisici perfetti si sottopongono a durissimi allenamenti e a severe diete. Ne soffre circa il 3% della popolazione maschile fra i 10 e 60 anni, i dati statistici affermano che la vigoressia non dipende da età, reddito, o titolo di studio, sono altri i fattori che la determinano. In qualsiasi caso però, sia che si parli di ragazzi

che ragazze, questo tipo di malattia può avere davvero conseguenze gravissime sul fisico e l'origine è quasi sempre psicologica: è un bisogno patologico di ricevere attenzioni e l’incapacità di accettarsi per come si è.

Se ci si pensa bene però difronte a questa situazione si ha una forte contraddizione: dopo che sono stati fatti film, scritti dei libri e migliaia di articoli, dopo che si è in qualsiasi modo cercato di sensibilizzare i ragazzi a questo proposito, c'è qualcuno che rema contro.

Quante volte in televisione oppure navigando in internet ci siamo imbattuti in una pubblicità del tipo: ''Abbonati alla nostra palestra, fisico perfetto in due mesi '' oppure '' Nuova dieta perdi 20 chili in due settimane''. Siamo completamente bombardati da messaggi che ci dicono che noi siamo sbagliati e dobbiamo cambiare.

Nei social network per esem-

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pio, in particolare Instagram, vengono caricati post dove migliaia di influencer esaltano la bellezza del fisico e l'estetica, come se l'apparenza fosse l'unica cosa che conta e tutto il resto non avesse importanza.

Ogni giorno su Instagram vengono pubblicate più di 9,5 milioni di foto e con un bacino di utenza di oltre 300 milioni di utenti al giorno. Noi siamo nell'era del digitale, noi siamo la società delle immagini, è ovvio che le menti di ragazze e ragazzi, che magari sono già insicuri a livello emotivo, vengano influenzate e le pubblicità e la promozione sono un business molto forte che si potrà difficilmente frenare.

Per questo è importantissimo il lavoro delle scuole e delle famiglie per aiutare i ragazzi a crescere in modo sereno con se stessi.

Riccardo Piselli 2 G

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li informati di X-Factor e non, conosceranno bene la band emergente chiamata Mäneskin, la quale é arrivata seconda al talent nonostante fosse la favorita alla vittoria.

Anche se non ne avete mai sentito parlare, avrete probabilmente ascoltato da qualche parte (anche in televisione, infatti la canzone fa da colonna sonora della pubblicità della Volvo) l'inedito Chosen, disco di platino ("follow me, follow me now") che non é la loro unica canzone: infatti, al termine dell'ultima puntata di Xfactor, il 15 dicembre 2017, la band ha fatto uscire il loro primo disco chiamato come la canzone, Chosen, già divenuto disco d’oro, composto da sette canzoni: i due inediti (Chosen e Recovery) e cinque cover (Vengo dalla Luna di Caparezza, Somebody Told Me, dei The Killers, Beggin’ dei Madcon, Let’s Get It Started dei Black Eyed Peas e You Need Me I Don’t Need You di Ed Sheeran).

Ma conosciamoli meglio: il gruppo è composto da quattro ragazzi dai 16 ai 19 anni: Da-

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miano David, il front man, cantante dalla forte personalità e dal timbro potente, Victoria De Angelis, bassista e unica ragazza del gruppo, Ethan Torchio, batterista con i capelli lunghi e Thomas Raggi, detto “ErCobbra”, chitarrista.

Hanno scelto il nome Måneskin per le origini danesi di Victoria, infatti måneskin in danese vuol dire chiaro di luna.

La loro musica è per la maggior parte indie rock e reggae , con qualche influenza pop.

Dalle interviste fatte e dalle partecipazioni a diversi programmi (Che Tempo Che Fa, EPCC e tanti altri) la band si dice entusiasta del successo riscosso e pronti a produrre nuova musica, ma soprattutto si sentono sorpresi dell’enorme numero di fan ottenuto, Damiano infatti ha detto più volte che i loro seguaci hanno ogni età, dai cinque anni ai sessanta, comprendendo figlie, mamme e papà.

Al momento il gruppo è in balia degli instore, dove incontrano i fan per firmare il disco e fare foto, che c’è stato a Perugia il 27 Gennaio al Quasar e

a breve rientreranno in studio per rifinire i dettagli del tour, che partirà proprio da Perugia il 17 Febbraio.

Se sperate di poter prendere i biglietti per passare una serata in compagnia del bello e dannato Damiano, ci dispiace dirvi che la data di Perugia, come tutte le altre, sono andate sold out in poche ore, costringendo il gruppo a triplicare le date di Roma e Milano.

Ma quindi perché non hanno vinto il talent avendo così tanti sostenitori? Alcuni pensano che sia causa del carattere di Damiano, considerato dal pubblico egocentrico e in alcuni casi esagerato (come nell’esibizione del brano “Kiss This” con tanto di pole dance) risultando quindi poco simpatico, ma rimane ancora un mistero.

Se siete diventati curiosi di ascoltarli basta andare su youtube o spotify e digitare “måneskinvevo” per ascoltare le loro canzoni; per il resto non dobbiamo far altro di aspettare il prossimo tour già connessi a Ticketone.

Caterina Styles

IO SONO ZERO di Luigi Ballerini

ero è un ragazzo che ha passato i primi 14 anni della sua vita nel "Mondo", una struttura di alta tecnologia e completamente isolata dal mondo vero. Zero è stato cresciuto da Madar, una voce lo ha seguito in tutto il suo percorso di crescita fatto di allenamenti e prove fisiche ed intellettive da affrontare.

Zero non ha mai avuto contatti con il mondo reale finché un giorno il Mondo si spegne improvvisamente e lui si ritrova

per terra con pochi vestiti addosso e sopra un manto di neve.

Da quel suo primo contatto con il mondo esterno e dall'incontro con la dottoressa Stefania che lo ospita e lo accudisce, la vita di Zero sarà completamente stravolta e solo dopo aver scoperto la verità sulla sua vita, sarà finalmente in grado di capire chi è.

Il romanzo è intrigante e coinvolgente e, oltre ad incuriosire il lettore, lo fa riflettere su molti

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temi. L'utilizzo della scienza e della tecnologia per scopi bellici è uno di questi: Zero infatti è stato, sin da piccolo, addestrato come un soldato pronto a manovrare droni militari con grande precisione stravolgendo così la sua infanzia che dovrebbe essere, invece, il periodo più spensierato per ogni bambino.

Edona Xhaferri 4E

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THE SELECTION di Kiera Cass

axon, principe d'Illèa, ha solo diciotto anni ma essendo l'erede al trono, la sua vita è piena di compiti e responsabilità. Il primo “step” da futuro re è trovare una degna moglie che lo affiancherà per il resto della vita e per farlo dovrà seguire la “Selezione”: essa è un reality show in cui 35 ragazze vengono scelte tra le varie classi sociali, dalle più nobili alle più povere, e si contenderanno l'amore del principe Maxon.

America Singer è tra le pretendenti, ma non sembra essere interessata ad un mondo sfarzoso pieno di gioielli ed abiti scintillanti. L'unico suo pensiero infatti è Aspen, la giovane guardia di cui è innamorata e con cui vorrebbe sposarsi, nonostante appartengano a caste diverse. Solo l'incontro con Maxon le farà cambiare idea sulla Selezione e sulla vita di corte.

The Selection è il primo di quattro romanzi che racconta-

no la storia secondo diversi punti di vista rispetto ai vari protagonisti. Il genere è fantascientifico-distopico, che in questi ultimi anni ha avuto un grande successo; tra i romanzi più famosi troviamo Hunger Games e Divergent, ma anche The Selection è riuscito a colpire milioni di lettori, “avvincente come Hunger Games ma molto meno violento”.

Edona Xhaferri 4E

L’INCREDIBILE CENA DEI FISICI QUANTISTICI di Gabriella Greison

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…due strade divergevano in un bosco, e io presi quella meno battuta, e questo fece tutta la differenza.”

La poesia di Robert Frost tradotta da Gabriella Greison è la suggestiva conclusione de “L’incredibile cena dei fisici quantistici”, casa editrice Salani e pubblicato nel 2016. Questa poesia è l’espressione perfetta del dibattito scientifico di quegli anni, delle decisioni difficili della comunità scientifica e soprattutto dell’innovazione, del cambiamento apparentemente sconvolgenti che hanno portato la scienza ad essere come la conosciamo ora.

La storia si sviluppa nell’arco temporale della cena conclusiva del V Congresso Solvay a Bruxelles, a cui parteciparono tutte le menti più brillanti della fisica del XX secolo che avevano preso parte allo scambio di idee dei giorni precedenti.

La narrazione si sviluppa durante la cena di sette portate e la conclusione arriva tre ore dopo la fine del ricevimento, con Einstein, Bohr, Compton, Bragg e De Broglie che passeggiano per le strade di Bruxelles, ponendosi quesiti sulla

nascente fisica quantistica e creando indovinelli a sfondo scientifico e esperimenti mentali che spiegassero teorie della relatività e della fisica quantistica.

I veri protagonisti della serata e della storia sono Einstein e Bohr, la loro continua discussione e il loro acceso dibattito scientifico. La Greison ci trasmette tutto il fervore e la passione dei loro dialoghi e a poco a poco l’atmosfera si riscalda. Tutti sono a proprio agio, compreso il lettore che si immerge completamente nella narrazione. C’è chi in piedi discute animatamente, chi si scambia ricette, chi parla degli illustri assenti e chi ancora si dedica a sculture di formaggio.

L’intreccio di questa storia si articola attraverso continue analessi, che ci spiegano la storia di ogni personaggio e le sue incredibili scoperte. Nel romanzo troviamo anche un discorso ufficiale di Bohr riguardo la sua visione della fisica quantistica e alcune sequenze che spiegano gli aspetti fondamentali e gli esperimenti più importanti della branca della fisica che stava nascendo in quegli anni.

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Lo stile della Greison è leggero e coinvolgente e anche se gli argomenti trattati sono a volte specifici e difficili, le sue spiegazioni cercano di essere comprensibili e sono adatte a chiunque, anche a chi non lavora in questo campo.

Il libro bestseller della Greison coinvolge il lettore in un’atmosfera che è avvolgente e ci fa sentire a nostro agio come in un gruppo di amici. Ci mostra il lato umano di quelle persone che di solito percepiamo come distanti e quasi non umane, con i loro difetti, i loro tic, le loro fissazioni. Questo libro ci inizia con leggerezza e allegria ad una scienza difficile ma profondamente affascinante, perché come scrive la Greison “il mio viaggio nella fisica quantistica non finirà mai; divoro testi, libri, manuali, opinioni, dibattiti, pensieri, biografie, e cerco di saperne sempre di più. Mi faccio accompagnare dalla fisica quantistica, la sfioro, l’accarezzo, tutto qui.

Ma l’unica certezza che ho in cambio è il meraviglioso dubbio che mi crea”.

Maria Luisa Orlandi 1P

Tradimento al bar

A:tobeornottobe@gmail.com Da:coccinella2002@gmail.com Oggetto: Vieni,dai!

Data: 2 Febbraio 2018 Carissimo Amleto, spero che non ti dispiace se ti do del tu, ma mi sembra di parlare con un amico. I miei compagni dicono che sei un povero sfigato, ma io penso che gli sfigati sono loro, che non capiscono niente delle cose che dici. Sono pensieri troppo difficili per loro, che pensano solo al calcio o a farsi le canne il sabato sera.

Lo sai? Quando ho letto la tua storia con la prof. di Inglese, mi è proprio piaciuto come gliel’hai cantata allo zio e pure alla mammina che tanto pulita non era nemmeno lei! Sei davvero un grande! Anche se con Ofelia sei stato un po’ stronzo, ammettilo, quando le hai detto che doveva andare in convento. Ma, dico io, se una non ti piace più, diglielo e basta! C’è bisogno di mandarla in convento? Però questa te la perdono, uno perfetto non può essere.

Lo sai la cosa che mi è piaciuta di più di te? Quando ti sei inventato quello scherzetto per farlo nero a tuo zio. Oh dico, aveva ammazzato tuo padre, mica una cosa da poco e tu gli hai organizzato uno spettacolino che recitava la scenetta dell’omicidio. Avrei proprio voluto vedere la sua faccia!

Vorrai sapere che voglio da te.

Tu sei bravo a smascherare la gente, no? Ecco, qui a casa mia c’è qualcosa che non mi quadra. Mio padre dice sempre che ha da fare al lavoro e torna tardi la sera, spesso non è a casa nemmeno per cena.

Mia madre è una sottona e poi crede sempre a tutto quello che dice lui. Ma secondo me non è vero niente, secondo me

lui si è fatto l’amante. Credo anche di sapere chi è, è la sua segretaria, si chiama Angela e ha la metà degli anni suoi. Una volta l’ho visto con lei in un bar del centro e facevano ciu ciu ciu e lui le accarezzava la mano. Ecco tu, dovresti aiutarmi a scoprire che c’è sotto. Inventiamo un bello spettacolo io e te, glielo facciamo vedere e scopriamo il trescone.

Vieni a trovarmi, dài! Non è difficile, sto a Perugia, vicino alla fermata del minimetrò di Case Bruciate. Basta che prendi Flixbus da Roma, dalla stazione Tiburtina, però non andare alla Prenestina che sta fuori dal mondo e lì Flixbus non c’è.

Quando sei a Perugia, al Pian di Massiano, prendi il minimetrò e scendi a Case Bruciate, io sto proprio di fronte alla fermata. Lo so, lo so, non parli italiano, ma tanto non devi parlare, è tutto scritto sul display.

Ah già, non lo sai che è il display e forse non capisci una parola di quello che ho scritto io, ma tanto c’è Google Translator. Basta che hai un tablet o un telefonino e traduci tutto.

Ho tanta paura che non verrai, magari lassù in Danimarca fa troppo freddo e sei bloccato da qualche tempesta di neve, oppure non te ne frega niente di me e te ne vuoi restare nel tuo castello senza tanti rompimenti. Ma se vieni, mi fai felice e poi… dài che li smascheriamo quei due.

Ti abbraccio, tua Ilaria Bianchini «Eccomi, Ofelia, no scusami Ilaria. Come vedi sono venuto.

Ho meditato a lungo, prima di prendere una decisione: andare, non andare, Tiburtina, Prenestina, traduttore, non traduttore, ma alla fine, eccomi qui».

Lei mi guarda con gli occhioni sgranati e si mette una mano

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davanti alla bocca. Bellina è bellina, anche se non somiglia per niente a Ofelia. Ha i capelli scuri e gli occhi neri da cerbiatta e poi, non ci crederete, porta i pantaloni!

Tiro fuori dal giustacuore il regalino che le ho portato e glielo porgo col mio miglior sorriso. Lì per lì, fa un salto all’indietro, forse non è abituata e vedere teschi da vicino, ma poi mi si avvicina e mi abbraccia.

«Wow, sei venuto alla fine, che bello averti qui» mi dice, appena riprende fiato. Prende il teschio in mano e mi guida spedita verso la sua camera. Mentre andiamo, incontriamo sua madre, una signora un po’ grassottella che fa una faccia strana quando vede il mio regalo, ma poi ci sorride con aria svagata.

In camera sua, io sono in imbarazzo perché non è appropriato che una ragazza stia in camera con un ragazzo. Cerco di farglielo capire, ma lei continua ad abbracciarmi, quasi mi soffoca. Alla fine desisto e mi siedo sul letto. Comincia a spiegarmi che a casa sua non ne può più, che suo padre non c’è mai e che sua madre è proprio tonta. O forse fa solo finta di non capire. Mi ricorda una certa Gertrude…

La notte mi ha fatto dormire in camera con lei. Voleva addirittura che dormissi nel suo letto, ma non ho ceduto. Ho dormito per terra e ho lasciato il letto a lei. La nostra carne è troppo debole, tante volte ho desiderato che si trasformasse in rugiada, e lei è poco più che una bambina.

Le mattine in cui andava a scuola, me ne restavo chiuso in camera a preparare ‘la commedia’ da recitare davanti alla famiglia. Il padre non si vedeva

mai, forse tornava quando io già dormivo, non lo so. L’ho incontrato per la prima volta dopo una settimana. Avevo bisogno del bagno e mi ero avventurato fuori della camera. Era buio e camminavo rasente al muro. A un certo punto, me lo sono sentito addosso. Mi ha dato un pugno sullo stomaco e mi ha fatto piegare in due. Per fortuna è arrivata Ilaria che gli ha detto: papà che fai? Non è un ladro, è il mio amico Amleto, è una settimana che sta da noi, stiamo preparando una commedia per scuola. Possibile che non sai mai niente? Lui non ha risposto e se n’è andato via con la coda fra le gambe. Questa ragazzina mette tutti in riga, dentro casa. C’è quasi da averne paura, credete a me.

Per una quindicina di giorni, in pratica siamo stati segregati in camera sua a ‘fare le prove’.

Sì, è vero, posso stare in un guscio di noce e sentirmi il re dello spazio infinito, ma quindici giorni a imparare la sua ridicola commedia sono stati pesanti. Parole, parole, parole,

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ui non piangeva mai. Ci pensava il cielo per lui.

Non si sa per quale legame: bastava che lui fosse triste. Bastava che lui si sentisse giù di morale. Non c'era bisogno che qualcosa lo turbasse neanche troppo, bastava una minima sofferenza. Ma quando era grossa… Già, quando era grossa! Quando soffriva tanto! E il cielo, e le nuvole, e il vento sostituivano le sue emozioni. Lui non piangeva, faceva piovere. Lui non si lamentava, non sbuffava, o meglio lo faceva il vento per lui. Lui non guardava mai male nessuno, ma puoi stare cer-

non ne potevo più.

Finalmente il gran giorno è arrivato e ci siamo messi in salotto a recitare la commedia.

Mi ha imposto di intitolarla ‘Tradimento al Bar’. A me non piaceva, ma lei ha insistito.

Vedrai, diventa verde solo a sentire il titolo, mi ha detto.

Insomma, ci siamo messi vicini e abbiamo cominciato a parlare come due innamorati, mentre i suoi genitori facevano da spettatori. Io le ho detto che mia moglie è grassa e noiosa, che non la amo più e che lei invece è giovane e bella, poi le ho preso la mano e l’ho guardata negli occhi con dolcezza. Lei mi ha guardato con quegli occhioni da cerbiatta e mi ha fatto un sorriso di quelli che ti fanno sciogliere.

Un po’ mi ha ricordato Ofelia, sembrava davvero innamorata, quel diavolo di ragazzina.

Mentre noi facevano il nostro teatrino, il padre ha cominciato a saltellare sulla seggiola, nemmeno fosse seduto su un cuscino di spini, poi, mentre prendevo la mano alla ragazzina e la chiamavo Angela, è diventato viola, si è alzato di

scatto, ha gridato che cazzo è sta’ roba e se ne è uscito di casa sbattendo la porta. Anche la madre ha cominciato a piangere, sembrava una fontana.

Ma il bello è che ha cominciato anche la ragazzina. È tutta colpa tua, frignava. Adesso mio padre non torna più, va a stare con quella, vedrai. E se ne è scappata in camera sua, sbattendo la porta.

Io ho pensato tutti gli insulti dell’universo mondo. Mi è anche venuta voglia di prenderla a schiaffi, ma mi sono frenato. È solo una ragazzina, dopo tutto.

Insomma, per farla breve, alla fine ho preso i miei quattro stracci e me ne sono andato da quella casa di matti. Lei mi ha tirato dietro il teschio che le avevo regalato e mi ha fatto pure venire un bel bernoccolo in cima alla testa.

Fragilità, il tuo nome è donna, l’ho sempre saputo.

to che se il cielo si riempiva anche solo minimamente di nuvole c'era qualcosa che lo preoccupava. Non si sa quale magia c'era dietro. Nessuno lo ha mai raccontato. Nessuno forse se ne era neanche mai accorto. Osavano chiamarlo semplicemente brutto tempo o addirittura qualcuno gli attribuiva il termine cattivo, come se dietro ci fosse qualcosa di malvagio. E invece quando sorrideva? Dài ci sarà stato un momento in cui anche lui era felice. Si c'erano, c'erano. Ovviamente c'erano. Come fa in una persona a non trovare niente che lo renda felice. E in

quei casi, che succedeva?

Davvero me lo stai chiedendo? La cosa più bella che si sia mai vista. Bastava che lui calmasse le sue emozioni negative. Bastava che lui riprendesse fiato e capisse che quelle erano futili preoccupazioni. Bastava che accennasse un sorriso. Allora il cielo si schiariva. Le nuvole se ne andavano o almeno perdevano colore. Diventavano quelle di colore bianco su cui si fantastica distesi su una collinetta in campagna, con una spiga di grano tra i denti, un cappello di paglia in testa, i piedi scalzi e i pensieri quotidiani

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Lorella Marini

messi in un cassetto. Inoltre cessava la pioggia. Non c'era acqua a raggiungere il terreno. Di sicuro però questa non era una cosa negativa. Al suo posto c'era uno spettacolo incredibile. Il sole sostituiva le nuvole cariche di pioggia e l'acqua nella sua forma più pura, la goccia, veniva sostituita da quei raggi luminosi della grande palla di fuoco. Non si sa quale magia c'era dietro.

Quei raggi riuscivano a spingersi anche oltre i luoghi che prima erano bagnati e riuscivano ad illuminare anche le zone più cupe. Però, però, però lui non era più felice. Aveva perso ogni forma di felicità già da tempo. Non aveva più speranza in ciò che lo circondava.

La sua vita era stata riempita di episodi negativi e questo ne era l'effetto. Il mondo stava diventando un luogo scuro, cupo, dove solo i lupi e chi vive nei loro branchi riuscivano a trovarsi a loro agio. I terreni erano continuamente bombardati dall'acqua che non era più una benedizione, ma un triste flagello. Raramente si riusciva a trovare dei giorni in cui neanche una goccia d'acqua cadesse dal grande cielo. Ma la cosa più difficile era vedere il cielo schiarirsi. Seppure si potevano trovare quei giorni dove, appunto, si poteva uscire senza bagnarsi, non ci si poteva spingere più in là. Già quelli erano considerati momenti di festa. I giorni di sole ormai erano ricordi da libri, da miti e da leggende. Solo pochi

L'

signori ormai abbastanza anziani riuscivano a parlare in modo credibile di quei ricordi soleggiati. Chiunque altro ci provasse, giovane o vecchio che sia, non veniva creduto.

Qualcuno osava addirittura dire che esistevano zone particolari in cui questa situazione tragica e bagnata non era mai esistita. Erano proprio loro quelli che venivano presi per pazzi ed allontanati dai villaggi perchè reputati pericolosi per tutti. Tutti erano desolati. L'alimentazione non era più data dall'agricoltura. Tutto ciò che si mangiava veniva prodotto in un'industria. Non esistevano più le zone balneari. Ma anzi.

Chi non era riuscito a trasferirsi nelle vette più alte delle montagne, si trova a convinvere con i pesci. Molte persone avevano addirrittura sviluppato delle branchie. Del resto senza esse sarebbero morti. Gli scienziati, rifugiati tutti nelle zone più sicure e lontane dalle acque, cercavano disperatamente di trovare il perchè fosse successo tutto questo. Più i giorni passavano, più non si capiva la causa, più accadevano cose strane, anomale e più la gente si disperava. Tutti erano disperati tranne uno. Lui non aveva paura di quello che stava succedendo. Perchè sapeva dipendesse da lui? No, no. Macchè. Semplicemente se ne infischiava. Non gli importava niente di tutto ciò. Del resto per lui la vita era sempre brutta. Una catastrofe in più o una in meno cosa avrebbero

cambiato? Anzi sotto sotto stava anche imparando a vivere felicemente nella sua tristezza. Ogni tanto lo si poteva sentire fischiettare o canticchiare qualche verso di sua invenzione sulla natura. La natura. La natura. L'unica cosa che gli dava quel briciolo di speranza. Quanto lo affascinava. Certo, ultimamente ne era rimasta ben poca da ammirare. Si trattava solo di un qualcosa di aspro. Montagne aride? Deserti immensi? Luoghi privi di vegetazione? Assolutamente no! Con tutta quella pioggia si erano sviluppate piante cosi' alte da non riuscire a vedere la cima. Ma quante foglie avevano! Tutto intorno ai tronchi si erano create delle piante arrampicanti. Giravano su sè stesse. Salivano fino ad in cima. Ricoprivano tutto l'albero. Ciò era quello che lui ammirava. La forza di lottare, il coraggio di far valere la propria esistenza e soprattutto la voglia di vivere. Si ritrovavano in tronchi molto più spessi del solito, dato che dovevano resistere alle costanti piogge. Eppure non mollavano un centimetro. Ed e proprio questa caratteristica che fece iniziare le sue riflessioni.

Quanto era disposto a dare per sopravvivere in un mondo diverso da quello a cui era abitutato? Valeva la pena sacrificare le proprie comodità o era meglio regalare la propria vita all'eterno?

Hory

La pietra azzurra

onore si sa: è una caratteristica dei nani.

Non esiste onore più vero di quello che cerca un nano, i nani perdono il senso della loro esistenza se non hanno dalla loro parte l'onore, o almeno se non stano cer-

cando di conquistarlo. Nascono e ancora nelle culle iniziano ad imparare le prime parole. Ma nelle loro tribù non esiste, come nelle civiltà umane, il ricordo della prima parola detta. Per loro non ha alcun valore e quasi sicuramente

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nessuno ha pronunciato "mamma", "papà", "pappa" o "bau bau" come primo termine. Sono decisamente pochi infatti i nani che, attratti dalle meraviglie del mondo e desiderosi di poterle controllare sempre di più, si focalizzano

sullo studio delle parole, sulla corretta pronuncia, sui significati molteplici e sui loro diversi utilizzi. Ovviamente questa informazione può condurre nella cattiva strada e far pensare a tutti che solo pochi di loro sono considerabili non ignoranti.

Nulla di più sbagliato si può dire sui nani. Semplicemente loro amano concentrarsi più sui fatti che sulle parole. Quindi imparano a impugnare un' arma, quando nelle altre razze i neonati non sanno ancora neanche camminare. Poi iniziano a combattere, a capire come tirare di dritto e di rovescio, come riuscire a schivare i colpi e a muoversi in modo più agile. Verso i 6, o al massimo gli 8 anni, già si capisce chi è pronto per i ranghi alti di una squadra di combattimento e chi invece non ne è portato.

Ma non si tratta tanto del riuscire a capire perfettamente la tecnica e saperla rendere pratica, piuttosto di una grande prova di cuore e coraggio che vanno a vincere la sfida con il cervello nelle mosse da usare.

Questo dipende, appunto, dal valore dell'onore. Nella vita di un nano, infatti, prima ancora di andare a scuola, prima di imparare a combattere ed a forgiare un'arma gli viene insegnato che non esiste niente con più valore di se stesso e dunque che nessuno deve provare mai ad offenderlo. Nel corso della crescita del bambino il concetto si allarga prima alla difesa di suo padre, colui che gli ha insegnato con pazienza l'arte onorevole della guerra, poi ai suoi fratelli, senza considerare solo quelli di sangue, ma anche le grandi amicizie, e poi l'intera comunità, perchè nessuno, dal più forte al più debole, deve essere lasciato mai solo. Quale è il

risultato ottenuto? Nel corso della storia hanno fatto dell'onore un motivo di vita o di morte, andando a considerarlo addirittura una causa per scatenare guerre tra famiglie. Del resto è noto a tutti che i nani sono creature cosi' scontrose, da essere pronte a combattere una guerra per il minimo problema. Cosi' si spiega facilmente l'odio che nel tempo è iniziato a diffondersi nei confronti dei troll, degli elfi, i vogmi e altre razze che uccisero e ferirono i loro antenati. Nessun nano si tira indietro in un combattimento. O meglio, quando succede ci sono motivi ben precisi dietro, come nel caso famoso di Tordek Gorrun passato alla storia per...no, anzi.

Prima facciamo un passo indietro nella sua storia. Anno d. b. (dopo Baseel): 100. Luogo: Castipne, roccaforte nel deserto del Trodat. Nella città non si era mai vissuto un clima di pace da quando Baseel, uno dei grandi 5 fondatori, aveva deciso di mettere al centro del villaggio una statua raffigurante se stesso, grande fabbro del re, con una martello da lavoro realizzato in granito con al centro incastonato una strana pietra blu dalla forma esagonale e dalla grandezza di una moneta d'oro. La pietra si diceva avesse un'aurea magica e ,siccome nelle valli degli elfi le voci girano velocemente arrivando presto anche nei rifugi sotterranei delle creature più malvagie,nel giro di pochi anni tutti vennero a sapere di questa pietra. A dire il vero non si sa come la voce fosse uscita dalla roccaforte e nessuno fece in tempo neanche ad accorgersene, dato che si trovarono presto a dover affrontare un esercito di troll. In quella roccaforte, stranamente per una roccaforte

appunto, ancora non si era formato nessun esercito. Il panico però iniziò a diffondersi solo tra poche persone, che ,per anzianità o malattia, in quel momento non erano in grado di combattere.

Tutti gli altri Castipnini tirano fuori il coraggio per far vedere quanto onore meritavano. Presero ognuno la cosa più simile ad un'arma che avevano in casa: chi un bastone, chi una spranga di ferro, chi un grande coltello. Tutti si imbottirono con il vestito più pesante che avevano. Si trovarono a combattere veramente con strumenti che erano rudimentali e sarebbero serviti solo per una difesa fortunata di emergenza. In effetti, una fortuna c'era. Quelli che stavano organizzando l'assedio erano troll. Una delle razze capaci di comandare gli istinti meno pericolose . Armati solo di lancia, costituita da un bastone di legno e una punta in roccia, attratti dalle cose preziose che luccicano ed incapaci di organizzarsi. Eppure sembrava che quelli avessero qualcosa di diverso. Nel loro avanzare verso la roccaforte, le alture accanto tremevano sotto i loro piedi, il sole si faceva cupo e si sentiva il suono di un corno francese d'ottone rombare in lontananza. La loro avanzata era segnalata dal battitto di tamburi a ritmo di marcia infernale. Erano divisi in tre gruppi: i suonatori e due di combattenti che sembravano avere qualcosa di diverso nelle lance. Si trattava di una pessima sorpresa per gli abitanti di Castipne. Una delle cose più brutte viste in vita loro.

Un qualcosa che non si augura neanche al peggior nemico.

Hory

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‘ Anche per questo numero siamo arrivati all'ultima pagina. E se avete sfogliato un po' il giornale, invece che saltare subito qui per i giochi, avrete sicuramente apprezzato gli articoli che i vostri abili, appassionati e meravigliosi giornalisti hanno scritto per voi con molto impegno. Ringraziamo quindi i redattori che hanno collaborato per questo numero, e tutti gli altri che si sono presi una pausa, ma che torneranno presto.

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