Maggio 2017

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La notizia pungente! Maggio 2017 Giornalino degli studenti del Liceo scientifico “Galeazzo Alessi� PG


Fare giornalismo non è saper scrivere, non è mettere due parole l'una accanto all'altra in un foglio di carta. Fare giornalismo è fatica, impegno, sudore. Fare giornalismo è scrivere con la consapevolezza di voler informare, criticare, osare. Fare giornalismo è non avere tempo, non fermarsi mai, non pensare. Fare giornalismo è cogliere occasioni, è porsi domande. Fare giornalismo è scoprire, conoscere, curiosare. Fare giornalismo non è preoccuparsi della bellezza della lingua. Fare giornalismo è indagare. Fare giornalismo è sedersi per terra con un pc e un quaderno. Fare giornalismo è sbagliare, tentare, raccontare al mondo. Fare giornalismo è essere sfacciati, indiscreti, molesti. Fare giornalismo è non sentire la fatica, è l'adrenalina di intervistare, è la bellezza di ascoltare. Fare giornalismo è essere modesti, non sfoggiare la propria penna. Fare giornalismo è l'esigenza di dover parlare. Fare giornalismo è denunciare. Fare giornalismo è correre, è avere il mal di testa, è farsi avanti. Fare giornalismo è perseverare. Fare giornalismo è saper pazientare. Fare giornalismo è aiutare. Fare giornalismo è imprimere, attraverso le parole, la realtà. Fare giornalismo è saper scrivere, compresi i relativi hashtag, in 140 ca-

ratteri. Fare giornalismo è saper scrivere in modo conciso, corretto, tecnico e scorrevole. Fare giornalismo è non perdersi nelle subordinate. Fare giornalismo è non annoiare. Fare giornalismo è sapere l'inglese. Fare giornalismo è essere sempre pronti a qualsiasi imprevisto. Fare giornalismo è aspettare. Fare giornalismo è camminare. Fare giornalismo è organizzare. Fare giornalismo è fare gruppo, collaborare. Fare giornalismo è produrre foto, video, parole, domande. Fare giornalismo è avere il dono dell'ubiquità Fare giornalismo è non soffocare la verità, è esprimere ciò che abbiamo dentro, è battersi, è mollare. Fare giornalismo non è solo saper scrivere, e questo, ancora, non l'avevo capito. Nonostante la fatica e la stanchezza Thanks to: @Ijf17 @gnelabjr @annalisapersichetti @gruppo3 Benedetta Tedeschi 4F

Da sapere:  La Siringa si riunisce ogni mercoledì dalle 14.00 alle 15.00 in aula computer  La Siringa ha anche un blog! Presto correte a visitarlo! Il link è redazionelasiringa.blogspot.com  Per chi volesse fare un salto nel passato, nella sezione dedicata al nostro giornale nel sito del liceo troverete i vecchi numeri de La Siringa risalenti anche agli anni ‘50!  Se non avete il tempo di venire in redazione, potete inviarci articoli o disegni alla email redazione.siringa@gmail.com, saremo felici di pubblicarli!  Se si vuole si può pubblicare anonimamente.  Chi avesse degli strafalcioni dei prof che non sono ancora stati pubblicati su Ipse Dixit, può inviarli alla nostra email (vedi sopra) o se questa vi mettesse in soggezione potete mandarci un messaggio su Facebook.  Per qualunque domanda o consiglio, contattateci o via email o via Facebook.

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CAOS AL FESTIVAL: GIORNALISTA IN MANETTE

abato 08 aprile verso le ore 12:30 una pattuglia della polizia arriva al Brufani dove si stava svolgendo il Festival del giornalismo 2017 e la scena attira molti curiosi. Dopo poco gli agenti scortano fuori un giornalista inglese che in preda a raptus d’ira aveva iniziato a disturbare i presenti al festival oltre ad aver danneggiato anche la

stanza prenotata al Brufani. Quando l’uomo si è poi reso conto che sarebbe stato portato in Questura ha iniziato ad opporsi agli agenti che sono stati costretti a farlo entrare con la forza nella volante. Mentre lo arrestavano il giornalista ha inoltre affermato che si stavano violando i suoi diritti e che gli agenti erano violenti con lui mentre tentava-

no solamente di arrestarlo. Successivamente il barista dell'hotel ci ha detto che l'uomo fin dalle prime ore aveva iniziato a chiedere alcool anche se era già ubriaco e quando ha iniziato ad innervosirsi ed è stato necessario l'intervento degli agenti per ristabilire la calma. Davide Casciarri Marco Baldassarri 1F

PAURA IN PULLMAN: CACCIATI DUE RAGAZZI

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erugia. Lunedì 6 Marzo. Siamo sull’autobus diretto verso la zona di Santa Lucia, che abbiamo preso per tornare a casa dopo scuola: due ragazzi discutono animatamente. L’autista dell’autobus di linea, disturbato dal loro atteggiamento, in un primo momento li invita a scendere, ma i due non se ne curano e la discussione si fa sempre più accesa. Intanto, tra i passeggeri, l’iniziale irritazione diventa terrore. Alcuni, alla prima fermata, hanno preferito scendere, ma molti sono rimasti. A un certo punto uno dei due si pone in modo molto minaccioso nei confronti dell’altro a tal punto che arriva

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nche a Perugia parte la mobilità notturna! Il 7 aprile 2017, finalmente, è partita la sperimentazione della mobilità notturna a Perugia. L'ADISU e la Regione Umbria hanno stanziato 50'000 euro per un servizio che per ora durerà 3 mesi. Questo servizio consiste nell'attivazione di 5 navette, messe a disposizione da BusItalia, che compiono un giro abbastanza esteso di Perugia, il venerdì e il sabato, dalle ore

a mettergli le mani addosso. L’autista, accortosi di ciò, ferma immediatamente il mezzo e interviene per fare in modo che la situazione non degenerasse ulteriormente. I ragazzi oppongono resistenza all’autista, continuando a pronunciare termini incomprensibili, fino a che la loro violenza li porta a commettere un errore gravissimo. Mentre l’autista cerca di separarli, uno dei due, lo colpisce duramente al volto. Per un momento silenzio assoluto: i passeggeri impietriti, i due incerti su cosa fare. L’autista fortunatamente si rialza in pochi secondi. I ragazzi, resisi conto della gravità della situazione, cercano di scusarsi, ma

egli, esasperato, gli urla di scendere dal mezzo minacciando di denunciarli se non avessero obbedito. Questa volta i ragazzi scendono senza opporsi. Maleducazione o criminalità? Ragazzi che litigano per sciocchezze o violenti pericolosi? Spesso percepiamo come la linea di divisione tra comportamenti scorretti e violenza sia sottile, confusa. Sempre meno si rispettano gli altri, i luoghi pubblici, sempre più spesso, nella mia generazione, si perde il senso del limite, della regola, della legge, che ci tutela tutti. Sara Autorità 5E Chiara Cerami 3G

GIMO 22.00 alle 3.20. Il giro completo, compiuto da queste navette ,dura un'ora e venti e si può usufruire di questo servizio utilizzando gli stessi abbonamenti/biglietti che vengono utilizzati durante la giornata. Le navette si dividono in Gimo 1, che partendo dal centro, va verso la periferia; e Gimo 2, che partendo dalla periferia, va verso il centro. La prima sera, Gimo è stato inaugurato da tantissimi ragazzi, che hanno persino stappato lo spumante, ma la

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continuazione di questo servizio ovviamente non dipende da una singola serata, ma dall'utilizzo settimanale che verrà rilevato a fine sperimentazione. Questo progetto era partito da una proposta degli studenti 10 anni fa, dopo un lungo percorso, il risultato ottenuto è sicuramente un grande traguardo, ma comunque speriamo di non fermarci qui! Margherita Esposito 3F


LA SIRINGA IN RADIO

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iovedì 13 aprile. Radio Primantennafm. Giulio Curti e Luca Giommini vanno in onda con il loro usuale appuntamento “Senza filtro” e presentano il loro ospite Gabriele Ripandelli. Lo chiamano “giornalista” anche se Gabriele è ancora uno studente del liceo scientifico G. Alessi di Perugia. Perché lo definiscono così? Nel corso della puntata Gabriele parla del suo approccio con il mon-

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utti vogliono un fenomeno, tutti vogliono un fenomeno, ma se poi diventi un fenomeno cadi a terra in questo domino....fraté, fammi fare il fenomeno" con il ritornello di "Fenomeno" di Fabri Fibra finisce l'intervista a Primantenna di Alessandro Cascianelli. Un diciottenne, giornalista per " Giornalisti nell'erba" e collaboratore per la sezione rap del giornale online "Emergenze", che ha ottenuto più di 300 condivisioni su facebook per la sua intervista al rapper Tommy Kuti, e che ha appena fatto pubblicato il suo secondo pezzo sull'intervista al grande della musica Bassi Maestro. Di sicuro per contattare questa gente e riuscire a strappargli qualche dichiarazione ci vuole un po' di fortuna, che lui non nega di aver avuto, ma come dice lui "se non ti butti e non ci provi, la sorte non sarà

Sonia Forlimbergi e Gabriele Ripandelli 4D

do del giornalismo, racconta di quando ha iniziato a scrivere e a sentire quel “piacere nel veder sorridere le persone che si raccontano durante le sue interviste”, esprime le proprie opinioni riguardo i colleghi più esperti ed il futuro del giornale nel web. Chi sono i suoi giornalisti preferiti? Quali sono i telegiornali che segue? Quali esperienze ha già avuto? Gabriele risponde a queste e a tante altre domande celando dietro la sua voce un po’ di tensione che però non sfugge agli speaker radiofonici: come biasimarlo, è la prima volta, per Gabriele, ad essere in diretta e dall’altro lato del microfono. Gestisce molto bene le emozioni tanto che Giu-

lio dice di “aver messo nel cassetto che l’ospite ha 17 anni” perché si trova proprio a suo agio nel parlare con lui e vede per il suo futuro una “strada ormai in discesa dopo la grande esperienza di Lamezia”. Luca sottolinea che “oltre ad un buon giornalista Gabriele è anche un buon intenditore di musica e di cantautori italiani” come si nota dalla canzone da lui scelta per la chiusura: “L’isola che non c’è” di Edoardo Bennato. È in modo decisamente ottimista e con la positività di un giornalista in erba come lui che Gabriele congeda gli ascoltatori: “Solo seguendo i propri sogni si arriva da qualche parte”.

mai dalla tua parte". Dunque, lui non è stato bravo solo nel prepararsi l'intervista, ma anche nel cercarsela. Inoltre non è facile da trovare un suo coetaneo che padroneggi un linguaggio ed una conoscenza del rap come lui. Forse la canzone del su idolo Fibra, del quale parla a lungo durante lo spazio a lui dedicato in trasmissione, è una specie di etichetta per lui ed è davvero un fenomeno quello che Luca Giommini ha voluto alla sua radio. Con lui Alex Urbani, speaker insieme a quest'ultimo, si è divertito a conversare della musica in generale, del confronto tra quella americana e quella italiana, del mondo del giornalismo e di come Alessandro vede il suo futuro, tra giornale e radio. Nel finire, il giovane studente dell'Alessi rilascia anche un'esclusiva anticipazione sul libro che sta scrivendo e che tra qualche

mese spera di vedere pubblicato: un romanzo sulla vita dei social, quel secondo mondo dove molte persone passano gran parte delle loro giornate, con qualche spunto e riflessione personali. Cascianelli ha le idee già chiare e chissà che non si possa vedere in qualche ruolo importante di un giornale nazionale o con un programma tutto suo nei prossimi dieci anni. Noi glielo auguriamo di cuore.

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DAI BANCHI DI SCUOLA ALLA CATTEDRA

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er quanto possa sembrarci assurdo, anche i professori che oggi siedono dietro alla cattedra e che, armati di gesso, scrivono formule incomprensibili alla lavagna, un tempo sedevano al nostro posto. Sarà capitato anche a loro di prendere un 3 a latino o di non capire un problema di matematica, parliamoci chiaro: nessuno qui ha i super poteri. Abbiamo pensato che avere un buon rapporto con un insegnante, nel migliore dei casi, potrebbe essere un mezzo per approcciarsi meglio con la materia e con l’ambiente scolastico. Queste sono le 4 domande che abbiamo posto a sei professori della nostra scuola, di seguito vi riportiamo le loro idee al riguardo. 1.Che rapporto deve avere un insegnante con l’alunno? Quanto è importante? 2. In passato ha avuto un buon rapporto con i suoi professori e con la scuola? 3. Cosa ha imparato facendo l’insegnante? 4. Secondo lei, avere un buon rapporto con l’alunno, potrebbe stimolarlo ad impegnarsi di più nella materia? SILVANA BELCASTRO, disegno tecnico e storia dell’arte 1. Senza dubbio il rapporto deve essere di fiducia, collaborazione e stima reciproca, per far sì che l’alunno possa esternare le proprie sensibilità, emozioni e per poter dimostrare le capacità che possiede. 2. Si, nel complesso si: anche se a volte mi rimproveravano, capivo che lo facevano per il mio bene. 3. Tanto, tanto… e ho ancora tanto da imparare! 4. Si, per quanto mi riguarda si: anche perché, se rimprove-

ro uno studente, in quel momento lui non lo apprezza, ma un domani ne trarrà qualcosa di buono. Un saggio proverbio dice: ”chi ti vuol bene ti fa piangere, chi ti vuol male ti fa ridere…” FAUSTO CAPORALI, inglese 1.Deve essere, ovviamente non di amicizia, perché siamo su due piani diversi, ma deve essere un rapporto di apertura reciproca. Si deve creare una relazione basata sulla collaborazione e condivisione. 2. Con la maggior parte si, con alcuni decisamente no. 3. Ho imparato parecchio dai miei alunni, intanto a gestire i rapporti con le persone, il mio lavoro mi ha aiutato a parlare in pubblico, prima avevo molte difficoltà, adesso lo faccio normalmente. In più ho un rapporto con persone giovanissime e quindi mi tengono sempre aggiornato sotto molti aspetti. 4. Si, assolutamente, un buon rapporto stimola lo studente ad impegnarsi di più, ma anche il docente ha più aspettative nei suoi confronti. PATRIZIA CANOSCI, religione 1. Un insegnante dovrebbe avere un rapporto sereno, aperto, motivato e motivante con gli alunni e dovrebbe creare un gruppo classe, però, certo, c’è bisogno anche della collaborazione degli studenti. 2. Si, abbastanza: ero un po’ birichina però fondamentalmente si. 3. Ho imparato a vivere perché ci sono le stesse difficoltà, ci sono le soddisfazioni, c’è la possibilità di crescere e di imparare ad affrontare le difficoltà trovando soluzioni alternative. Ho imparato molto anche perché, nella mia disciplina in particolare, il metodo corri-

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sponde ai contenuti. 4. Quando si riesce a far sviluppare dei rapporti positivi e costruttivi sicuramente il lavoro va a gonfie vele: sicuramente gli interessi anche fra gli studenti aumentano perché è quel clima che aiuta a sottolineare la bellezza delle cose che facciamo, ma permette anche all’insegnante di fare cose che altrimenti non potrebbe neanche proporre e di proporle in una maniera più accattivante. PAOLA TOMMASONI, italiano e storia 1. Il rapporto è molto importante perché penso che l’apprendimento passi anche attraverso il dialogo che si crea tra l’alunno e il docente: deve essere un rapporto equilibrato, un rapporto ne’ troppo freddo e distaccato e ne’ troppo amichevole e confidenziale, quindi bisogna trovare un giusto equilibrio, ne’ troppo severo ma neanche troppo permissivo. 2. Dipende, con alcuni si e con alcuni no, penso come tutti. 3. Tantissime cose a ogni livello: ho imparato a conoscere di più gli adolescenti, sono cresciuta culturalmente perché ho continuato a studiare, perché l’insegnante studia continuamente, è un lavoro che arricchisce tantissimo perché è un lavoro che è basato soprattutto su rapporti umani quindi su scambi. 4. Si indubbiamente, anzi, penso che sia una delle molle che porta maggiormente l’alunno a crescere e ad impegnarsi. Si, spesso è l’insegnate che fa amare la disciplina che insegna. LUIGI GIORNI, scienze motorie 1. Un fondamentale rapporto di empatia.


2. Nella media. 3. La figura dell’insegnate è, insieme alla famiglia e alla chiesa, fondamentale per aiutare a far crescere e maturare un adolescente con lo scopo di renderlo cittadino maturo, responsabile e consapevole. 4. Assolutamente sì perché saper motivare uno studente all’apprendimento è la peculiarità più importante di un insegnante. WALTER TOPPETTI, filosofia 1. Il rapporto è complesso, non c’è un rapporto univoco, deve essere assestato in relazione ai vari soggetti, non sia-

mo tutti uguali, deve essere diretto. Deve esserci una connessione, se essa manca, non si può instaurare un rapporto positivo tra studente e insegnante e, in questo modo, l’alunno non riesce ad assimilare in modo migliore i concetti trattati dalla materia. 2. Erano altri tempi, un'altra scuola, con altre regole, con altre leggi, molto meno democratica di adesso. Con alcuni ho avuto un buon rapporto e con altri no. 3. L’insegnante impara in continuazione, come gli studenti, ha conoscenze e competenze superiori ma è un’evoluzione

continua; anche perché voi alunni cambiate e bisogna adattarsi ai nuovi ritmi e ai nuovi linguaggi. 4. Assolutamente si, un cattivo rapporto con l’alunno provoca anche il rifiuto da parte sua. Ci sono materie che io ho odiato da ragazzo perché non avevo un buon rapporto con gli insegnanti. Alessandra Livi, Camilla Lonero, Sara Montesperelli 1H

IPSE DIXIT Tra vacanze Pasquali e ponti, questo mese le lezioni sono andate a rilento. Anche le Ipse Dixit sono calate, dalle consuete 15, a 10, ma vi ricordo che se volete veder pubblicate le vostre frasi divertenti, potete inviarle alla mail: redazione.siringa@gmail.com. Buona lettura! P.s. Rivendichiamo il diritto di usare e pubblicare termini coloriti in quanto presenti anche nella Divina Commedia di Dante (sempre sia lodato!)

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Lei prof., come Pippicalzelunghe, rimarrà giovane per sempre. Il grasso tiene freddo Litigare con Rousseau era 'n attimo! Stud.A:"Che cos'è Torr?" Stud.F.:"Torricella!" Hobbes non era né matto né briaco Stud:"Scusi Prof. ma ho preso il quaderno vecchio" Prof.: "Quando ti sposi ricordati gli anelli" Non voglio dare l'impressione che mi va bene che vi tirate le cose Prof.:"Che succede se mischiamo l'acqua con qualche goccia d'olio?" Stud.:"L'acqua allungata" Stud.:"Non dovrebbe essere in Pascal?" Prof.:" Forse dopo li riconvertisce" L'individuo per natura è imbecille

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L’ALESSI IN PILLOLE Oro per l'Alessi alla fase nazionale delle Olimpiadi della Fisica tenutasi a Senigallia! Tutta la scuola si congratula con Alessandro Seccarelli che, classificandosi tra i migliori cinque italiani, ha rappresentato egregiamente il liceo Alessi e tutta l'Umbria. Complimenti anche a Luca Vinti che ha adattato le sue abilità matematiche alla disciplina. Choco Alessi: quando l'alternanza diventa golosa. Mordi l'Umbria, questo il nome del prodotto ideato, realizzato e poi

Un ringraziamento speciale agli accompagnatori Stefania Carletti e Massimo Fioroni e agli studenti che hanno supportato con vivace entusiasmo i nostri fisici. Grazie ragazzi per portarci sempre più in alto.

venduto da ventotto ragazzi della nostra scuola che hanno partecipato al progetto di alternanza scuolalavoro "Impresa in azione" promosso da Ja Italia. Il prodotto, una tavoletta di pregiato cioccolato (fondente,latte o bianco) accompagnata da ricette e storia di piatti tipici della tradizione umbra, è stato venduto durante i colloqui pomeridiani con i genitori tenutisi venerdì 7 aprile a scuola con grande

successo. Al momento le scorte sono esaurite, ma, dato il successo, l'impresa Choco Alessi sta valutando la produzione di altre tavolette.

I giovani giornalisti dello Stage del Liceo Alessi hanno lavorato intensamente durante le giornate del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia, ed hanno attirato l’attenzione e l’apprezzamento degli addetti ai lavori. Guidati dalla giornalista Paola Bolaffio, di-

rettore della testata Giornalisti nell’Erba, e dal suo staff, i nostri studenti hanno sperimentato il mestiere dell’inviato, scrivendo, montando video e servizi, intervistando le celebrità, twittando sia in Italiano che in Inglese. Giornalisti nell’erba è stata una delle cinque fonti di informazione più citate e consultate al festival del Giornalismo su Twitter. Nelle prossime pagine potrete trovare gli articoli degli studenti dello Stage. Complimenti a tutti per l’ottimo lavoro!

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SOCIAL STREET È SENSO DI COMUNITÀ

ocial street, letteralmente “strada sociale” è un progetto dove si ricrea un senso di comunità partendo dal vicinato. Il fondatore Federico Bastiani ci ha raccontato questo suo progetto alla conferenza “Fare rete: condividere per costruire comunità” del Festival del Giornalismo. “L’idea di Social Street è stata una scommessa”: nemmeno il creatore dell’idea si aspettava il successo che avrebbe riscosso il suo progetto che, partendo da una sola via, si è diffuso a vista d’occhio e in 3 anni ha raggiunto la maggior parte delle vie del nord Italia. L’idea

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nasce a Bologna, città dove Federico si era trasferito con la moglie e i due bambini piccoli. In una grande città il rapporto con il vicinato è ovviamente diverso da quello che aveva nella periferia di Pisa, città natale dell’ ideatore. In una città nuova, non avendo conoscenze, ha quindi cercato di ricreare una comunità più vicina possibile al suo vecchio vicinato. Qui entra in gioco il web. Il primo passo è stato quello di creare un gruppo chiuso su Facebook con tutti gli abitanti della via. Il resto è venuto da sé, grazie anche alla pubblicità derivata da una sua intervista pubblicata sul

New York Times. Con internet ha cercato allora di far conoscere persone vicine di casa che non si erano mai frequentate. Social Street si basa su gratuitá, inclusivitá e socialità disinteressata. Gratuità perché il progetto è completamente no profit. Inclusivitá perché si va oltre gli stereotipi, identificando le persone non come mendicanti o extracomunitari, ma come parte di una piccola comunità che é la strada. Socialitá disinteressata perché la socializzazione non ha un secondo fine. Social Street è quindi la nuova frontiera del vivere in comunità. Elisa Massettini 3F

L’AFRICA RACCONTATA IN ITALIA : “PERCHE’ GARISSA NON VALE MENO DI STOCCOLMA”

ono Cristina Nadotti, redattrice di La Repubblica, Riccardo Iacona, giornalista e conduttore del famoso programma televisivo di Rai 3 “Presadiretta” e Tommy Simmons, fondatore di Amref Italia che nella conferenza “Prendersi cura del Mondo” di sabato 8 al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia ci raccontano un’Africa di cui noi Italiani parliamo poco e “male”. Nel nostro paese si parla di fatti esteri solo in occasione di eventi molto gravi: per informarci davvero su cosa accade nel mondo siamo costretti a leggere editoriali stranieri come quello del New York Times. E inoltre, parlando di Africa, i nostri mezzi di informazione tendono a descrivere i fatti con un filtro stereotipato e le notizie perdono la loro veridicità. Facendo fede solo alle notizie italiane, spiega Simmons, si finisce per farsi un’idea sba-

gliata della realtà del continente. Riccardo Iacona incolpa gli editori e lo stato di questa misinformazione: spesso e volentieri gli articoli di giornalisti stranieri, anche se interessanti, vengono rifiutati per preferirli a pezzi italiani, quasi sempre più “sciocchi” o poveri di contenuti ma che attirano di più l’attenzione del pubblico. Abbassando l’asticella della qualità, i giornali hanno fatto sì che i lettori si abituassero ad un’informazione più superficiale a discapito di una che invece cerchi di arrivare a livelli più profondi. Il conduttore di Rai 3 ritiene poi che l’impegno nel combattere questa misinformazione dovrebbe essere sostenuto dai programmi televisivi, che dovrebbero preferire all’audience fine a se stessa contenuti più veritieri in maniera maggiormente specifica. E inoltre dovrebbero mettere quasi sullo stesso piano le notizie italiane e quelle

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estere: “questa settimana si parlerà più del Festival del Giornalismo che della guerra in Siria, ed é una cosa sbagliata”. Cristina Nadotti conclude parlando della strage di Garissa. Nel 2015 ci fu un attentato terroristico nella città universitaria keniana, che portò 150 morti e parecchi feriti. “Proprio come avviene in Europa”,dice, “I terroristi attaccano chi cerca di aprirsi alla cultura e all'informazione; risparmiano i musulmani ma uccidono i cristiani”. Proprio come in Europa, vogliono distruggere le persone psicologicamente. “E allora”, prosegue, “non è giusto che la strage di Garissa venga considerata meno di quella di Stoccolma o di Berlino”. Sara Pieretti 3F


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DISINFORMAZIONE CHE ALZA LE BARRIERE

errorismo mediatico, il lato oscuro del giornalismo. Le conseguenze sono tanto grandi quanto pericolose. Si definisce terrorismo mediatico l'azione di fare informazione con un bombardamento di notizie in grado di rendere la realtà più allarmante di quello che è. Questo estremismo della notizia utilizza tutti i media per diffondersi, senza fare distinzioni: dalle reti ufficiali ai social network. "Questo fenomeno definito oggi un'invasione epocale non è

così spaventoso come ci fanno credere - dichiara Pietro Bartolo, medico impegnato in interventi umanitari a Lampedusa - non può essere definita invasione epocale l'arrivo di 180 mila migranti in un paese di oltre 60 milioni". Il rischio? Raccontare le migrazioni in quest'ottica rende il fenomeno un mostro che spaventa le masse. "Le migrazioni - come testimoniano Andrea Costa, Baobab experience e Carlotta Sami portavoce UNHCR per il Sud Europa - sono più che normali, accompagnano la storia dei

popoli fin dai suoi albori". L' unico modo in cui è possibile superare questa situazione è un cambio della nostra mentalità. È necessario andare oltre la notizia e vedere i migranti per quello che sono: persone in fuga dalla guerra e dalla fame. Comprendere questo dovrebbe aprire gli orizzonti a una società più tollerante: migranti e abitanti possono vivere insieme in un unico paese. Se guardiamo all'Italia, abbiamo tre migranti ogni mille abitanti. Mario Bucaneve 3F

COCA-COLA:QUANDO UN’AZIENDA SI TRASFORMA IN UNA GRANDE COMUNITÀ

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dentificare l’impresa all’interno della comunità, è questa la finalità dell’azienda Coca-Cola. La general counsel della società e presidente dell’associazione Valore D Sandra Mori ha evidenziato questo durante la conferenza nella mattina di venerdì 7 aprile durante il Festival del Giornalismo. Nonostante si pensi che Coca-Cola sia una grande azienda che si basa solo sui ricavati e che considera i lavoratori solo come numeri, in realtà, entrando a far parte della multinazionale, ci si può rendere conto che si tratta di un insieme di persone prove-

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l live stream rappresenta un’innovazione tecnologica emersa negli ultimi 10 anni, mediante la quale si trasmette video su internet in tempo reale. Chiunque abbia un semplice strumento tecnologico può essere creatore di un programma in diretta visibile in tutto il mondo. Le potenzialità di questo processo ne hanno favorito l’e-

nienti da 207 paesi nel mondo che formano una bellissima comunità. E, all’interno di questa comunità, sono presenti molte donne che vanno tutelate, per questo è nata l’associazione Valore D. Il network delle donne ha fatto nascere il progetto in cui le aziende possono trovare un posto dove scambiarsi le esperienze positive. L’idea è nata dalla signora Mori che, accorgendosi di essere stata fortunata nel suo percorso lavorativo, ha deciso di aiutare le donne che si trovano in situazioni differenti dalla sua. Anche grazie a questo progetto Sandra si è resa

conto che le donne tendevano a laurearsi solo in alcune facoltà, mentre ne lasciavano altre, come ingegneria informatica, solo agli uomini. Così è nata, all’interno del progetto, l’idea di andare nelle scuole per promuovere la parità di genere all’interno del mondo del lavoro. Alla conferenza “Fare rete: condividere per costruire comunità” del Festival del Giornalismo 2017 si è parlato anche di questo, cercando di sensibilizzare soprattutto le nuove generazioni all’uso dei social network in modo efficace. Alessia Peccini 3F

L’ETICA DEL VIDEO LIVE norme diffusione in ambito giornalistico, grazie al quale è incrementata la collaborazione e l’automazione del contenuto del data journalism. A questa soluzione innovativa si accompagnano differenti problematiche. Proprio questi sono gli argomenti che sono stati trattati durante l’evento sull’etica che i reporter impegnati in live video dovrebbero seguire.

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Il live stream può essere responsabile di una distorsione nel raccontare l’attualità o la politica, in quanto le fonti spesso non sono verificabili . Un altro limite di questa nuova tecnica d’informazione è la violazione dei diritti della privacy e ciò entra in contrasto con l’etica giornalistica. Alessandro Leone 3F


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erugia, 8 aprile – Festival internazionale del giornalismo – In un mondo dove le informazioni sono diventate più importanti e preziose del petrolio, quanto sono realmente al sicuro e protette? I servizi segreti italiani stilano ogni anno un report comunicando al parlamento le informazioni sulle tipologie di attacchi avvenuti. Tali attacchi criminali, che sono perpetrati tramite web, variano dal fenomeno dell’hacktivismo e attacchi islamici, con cui chi compie gli attacchi cerca di mettersi in mostra o arruolare nuovi seguaci, a veri e proprio fenomeni di cyber spionaggio, dove l’obiettivo è, invece, quello di rimanere nell’ombra e di rubare il maggior numero di informazioni. I sondaggi mostrano però come sia radicalmente cambiato in pochi anni il target degli attacchi. Il settore bancario rimane infatti il più colpito anche se ultimamente è stato quasi raggiunto da quello giornalistico: da una parte c’è il denaro e dall’altra la possi-

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erugia – Festival del giornalismo – Oggi le guerre non si combattono più con baionette e cannoni ma a colpi di like e condivisioni. Jonathan Albright, professore e ricercatore nel campo delle interazioni sociali, ha affrontato il tema delle fake news analizzando le loro caratteristiche, la loro diffusione e il loro sviluppo nel corso del tempo. Prendendo come esempio le elezioni presidenziali americane e la Brexit ha spiegato in modo evidente il ruolo dei social network nella diffusione di fake news. Twitter, tanto per

ATTACCHI HIGH TECH bilità di manipolare le informazioni. L’avvento del web ha infatti ulteriormente esaltato il potere delle notizie. Uno degli esempi più eclatanti è la fake news twittata dall’Associated Press. Degli hacker hanno infatti attaccato la pagina Twitter della testata giornalistica pubblicando una fake new che riportava un attentato alla Casa Bianca durante il quale Obama sarebbe rimasto ferito. Beh, è bastato un semplice post per far crollare la borsa americana, causando una perdita di oltre un milione di dollari. In un’epoca come la nostra, nella quale la rete pregna la vita di tutti i giorni rendendo la comunicazione e la propagazione delle notizie immediate, è ancora più importante la salvaguardia delle informazioni che, se compromesse, comportano perdita di competitività e possono provocare gravi danni all’immagine di chi

viene hackerato. Ma i danni sono tanto più importanti quando si tratta delle industrie e del loro know-how che, se rubato, annulla il valore stesso delle imprese e in particolare delle eccellenze. Le aziende con maggiori mezzi mirano infatti a sottrarre metodi produttivi e conoscenze dalle piccole aziende riuscendo ad ingrandirsi sempre di più. In questa ottica, la tutela delle informazioni ha assunto un’importanza vitale la cyber security che è diventata fondamentale in tutti gli ambiti ma in particolare in quello delle imprese e dell’economia. Leonardo Suvieri, Raffaele Bianco 3F

FAKE NEWS citarne uno, è stato utilizzato da importanti politici che attraverso profili automatizzati e gli hashtag più condivisi sono stati in grado di influenzare l’opinione pubblica. Gli algoritmi dei social network analizzano, con appositi test online, la tendenza delle condivisioni. Le condivisioni riescono a rivelare le preferenze del popolo del web. In questo modo è facile scoprire quali sono i brand più utilizzati e sfruttarli a proprio favore. Un’altra strategia prevede l’utilizzo dei cookies, brevi pacchetti di dati scambiati tra programmi in comunicazione. Questi riescono a memo-

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rizzare le ricerche effettuate da colui che sta usando il computer. Le informazioni ottenute verranno poi riutilizzate per offrire migliori prestazioni a colui che li aveva in precedenza attivati. Ma la realtà potrebbe essere ben diversa. C’è infatti chi sostiene che i cookies siano utilizzati come mezzi per spiare e tenere d’occhio i cittadini. In questo mondo sempre più digitalizzato bisogna star veramente attenti a quali ricerche si fanno, perché la fake news è sempre dietro l’angolo. Davide Enea Alunno, Veronica Focaia 4E


L'ISLAM SOTTO IL VELO

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erugia – Festival del giornalismo – Rabbia, razzismo, odio. Questo pensa la gente quando si parla del musulmanesimo. Khaled Diab, giornalista e scrittore, ha iniziato la sua personale battaglia contro i pregiudizi sull’Islam. Il suo libro, Islam for political incorrect, è una riflessione sui cliché che affliggono ormai da tempo la nostra società. Il testo spazia su molti gli argomenti, ma l’autore si è soffermato soprattutto sul ruolo del velo e sull’uso degli stereotipi. All’autore sta particolarmente a cuore la figura dell’uomo medio islamico: visto da gran par-

te degli europei come misogino ed estremista, è una persona normale, che ama la sua famiglia e rispetta la moglie. Infatti sono molti gli esempi di uomini che hanno seguito la loro donna per amore. Donne che hanno avuto grandi problemi di integrazione nel mondo occidentale a causa del velo islamico, sempre messo in cattiva luce dagli europei. Di fatto, sono recenti le notizie giunte da Francia e Olanda che spiegano come alcuni leader politici vogliano, nel prossimo futuro, vietare il burka nei luoghi pubblici. L’autore continua parlando della Francia, paese che fin dalla Rivoluzio-

ne ha combattuto per rendere lo stato laico, e lo accusa di ipocrisia. Non si possono infatti vietare simboli islamici senza condannare quelli cattolici. Questo è alla base del razzismo che sibila tra la società. La “maggioranza silenziosa”, così come l’autore chiama i musulmani “normali”, assiste tristemente alla figura che l’Europa gli ha ritagliato. Possono solo rifugiarsi nelle voci degli scrittori e dei giornalisti, come lo stesso Khaleb, che cercano di dare una nuova dignità al popolo islamico per un futuro senza velo. Arnaldo Bigi, Filippo Bianchi 4E

LA LINEA SOTTILE TRA SOLUZIONISMO E NECESSITÀ

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’era del digitale non porta solo aspetti positivi, il mondo è infatti convinto che ci sia una soluzione a tutto e utilizza la tecnologia come rimedio. La nostra è una società che soffre di soluzionismo e, negli ultimi anni, questo fenomeno si è sviluppato sempre di più. Basti pensare che fino a pochi anni fa il bullismo veniva punito senza bisogno di una legge apposita, adesso invece non si può più vivere sapendo che non esiste una sanzione

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specifica per questo reato. Oppure pensare alla richiesta di una legge contro l’omicidio d’identità dopo il caso di Carla Caiazzo, la donna bruciata viva dal fidanzato. La richiesta è di 12 anni di carcere, ma gli avvocati Blengino e Senor, presenti oggi alla conferenza, l’hanno definita come un cerotto in quanto esiste già un’applicazione della pena per chi commette questo reato. Questo tipo di soluzioni serve a tamponare per un tempo limi-

tato il caso ma non cura in profondità la ferita. E la difficoltà della società sta proprio in questo: l’incapacità di analizzare ed identificare il problema a fondo prima di trovare una soluzione. Alla conferenza sulla libertà di espressione si è parlato anche di questo, cercando di dividere ciò che è necessario e ciò che invece è in eccesso, condannando coloro che cercano nella tecnologia e nei social un capro espiatorio. Alessia Peccini 3F

ALEPPO, EROI DAI CASCHI BIANCHI

i intitola Last men in Aleppo il film documentario del regista siriano Firas Fayyad. E’ una toccante pellicola che mostra con video originali le operazioni di soccorso dei caschi bianchi. Ma chi sono questi uomini? Si tratta un gruppo di volontari chiamati così per via del loro caratteristico copricapo. Provengono da qualsiasi ceto sociale e la loro missione principale è salvare più persone pos-

sibili nell’assurda guerra siriana. Mettono a repentaglio la loro vita lavorando in condizioni di estrema pericolosità. Hanno salvato più di sessantamila uomini. I caschi bianchi sono stati fondati nel 2013, all’inizio erano circa 25 volontari, ma oggi le loro fila contano più 2890 persone, tutte siriane. Sono attivi in prevalenza nelle zone assediate dai ribelli, come la parte orientale di Aleppo e

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sono finanziati dai paesi democratici o da donazioni private. Sono instancabili, cercano vittime tra le macerie, esultano quando trovano persone vive e si disperano quando trovano cadaveri. I caschi bianchi in questa folle guerra sono una delle poche note positiva: un bagliore di umanità che lenisce questo scontro atroce. Alessandro Leone 3F


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COSA STA ACCADENDO AL CLIMA?

l cambiamento climatico è un processo totalmente naturale che interessa la Terra da sempre: la scomparsa dei dinosauri ad esempio è dovuta a questo fatto, oppure le glaciazioni. Nel corso dell'ultimo secolo l'industrializzazione massiccia ha accelerato questi processi di cambiamento. L'uomo si sta rendendo conto di ciò che potrebbe accadere? Gli ultimi due anni hanno visto un paio di eventi fondamentali per quanto riguarda l'ambiente. Uno di essi è stato la COP 21 di Parigi, alla quale hanno partecipato rappresentanti di quasi 200 paesi per discutere

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bisogna affidarsi solamente ai politici, ma incentivare i politici stessi ad agire. Questa azione spetta ai giornalisti, i quali possono intervistare coloro che risentono maggiormente dei cambiamenti climatici o documentare tramite fotografie o video i disastri naturali in modo da attrarre l'opinione pubblica. Di fatto le catastrofi naturali sono inevitabili, però possiamo tentare di rallentare tutte quelle dovute all'opera dell'uomo informandoci il più possibile e agendo di conseguenza. Pietro Bordellini 4D

LIBERTA’ DI ESPRESSIONE O DIFFAMAZIONE?

’è una sottile linea che separa la libertà di espressione dalla diffamazione. Sui social network questa linea è ancora più sottile, anche perché le leggi che regolano questo divario si riferiscono quasi esclusivamente alla stampa. Spesso perciò anche gli avvocati si trovano in difficoltà a giudicare il reato di diffamazione. Ma cosa dice la costituzione a riguardo? Troviamo la risposta nell’articolo 21: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio

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del cambiamento climatico, mentre il secondo é l'elezione del presidente Trump, il cui approccio alla questione climatica è stato a dir poco superficiale: infatti egli sostiene che la salvaguardia ambientale debba essere rimossa dalle politiche statunitensi; in campagna elettorale ha addirittura sostenuto il ritiro degli Stati Uniti dai vari protocolli ambientali e il ritorno al totale utilizzo dei combustibili fossili azzerando così qualunque progresso fatto in materia. Al Festival internazionale del giornalismo di Perugia, la reporter Milene Larsson, VICE News, ha affermato che non

iornalisti in festa per ľ elezione di Trump. Si apre con lui la presidenza più entusiasmante d' America. Cosa rende questo presidente così accattivante per i media? A questa domanda risponde Cameron Barr durante la conferenza "la verità e i fatti alternativi la sfida al giornalismo del presidente Trump" del festival del giornalismo 2017. Questo personaggio viene da lui definito il presidente più im-

pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”. Nell’articolo 21 è disciplinato anche il diritto di critica, infatti con l’ affermazione precedente si implica che ogni cittadino sia legittimato a sentenziare su ogni avvenimento. Il diritto di critica ha però dei limiti. Essi sono: veridicità dei fatti, interesse pubblico e linguaggio appropriato. Se le opinioni espresse oltrepassano questi limiti allora si sfocia nel-

la diffamazione. Eppure non è così semplice, ogni caso ha le sue particolarità che rendono difficile stabilire un limite che valga sempre. Questo è l’argomento trattato nella conferenza “La libertà di espressione ai tempi dei social network” dell’ International Journalism Festival da Carlo Blengino e Monica Senor, due avvocati penalisti del giorno giovedì 06/04/2017. Elisa Massettini 3F

TRUMP UOMO O NOTIZIA? prevedibile d' America, in quanto in grado di stravolgere di punto in bianco le sue stesse idee. Il suo modo impulsivo di governare accompagnato alla sua conflittualità con i media rende Trump il soggetto ideale da trasformare in notizia. Questi due elementi permettono ai giornalisti di riempire pagine di notiziari spaziando da cronaca e scandali alla difesa dalle accuse mosse dallo stesso presidente verso i media.

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Trump non stimola solo la penna di scrittori e giornalisti ma anche le loro attività sul campo. Come racconta Cameron Barr:"la ricerca della verità nel governo Trump costringe i giornalisti a vere e proprie investigazioni". Trump rimane quindi unico nel suo genere e inquieta e interessa quanto più si allontana dalla normalità. Mario Bucaneve 3F


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NUCLEARE: DA SOGNO A INCUBO.

l nucleare nasce da un sogno, un sogno sviluppato senza la consapevolezza delle sue conseguenze." Così parla Giorgio Pacifici, caposervizio trasmissioni scientifiche TG2, introducendo il problema del decommisioning nucleare alla conferenza del 7 aprile all'Hotel Brufani di Perugia in occasione del Festival del giornalismo 2017. Il problema è sorto nel 1942 quando, un gruppo di scienziati, tra cui Enrico fermi, si è riunito per la realizzazione della prima "reazione a catena" controllata. Il progetto prese il nome di "Progetto Manhattan": un programma di ricerca e sviluppo in ambito militare che portò alla realizzazione delle prime bom-

be atomiche. In questi anni si alimentò l'illusione "dell'energia atomica come risposta a tutto" a detta del giornalista Pacifici. Con il passare del tempo, però, si è dimostrato che il "sogno del nucleare" si è infranto a causa della mancanza di sicurezza e della difficoltà di smaltimento delle scorie radioattive. Nel 1987, infatti, l'Italia votò per l'abbandono dell'energia nucleare. La risposta negativa era non soltanto una posizione idealizzata ma faceva anche espresso riferimento alla particolare fragilità del territorio italiano sempre sottoposto a disastri geologici e climatici. Ma allora, che fine faranno le centrali nucleari e le scorie ancora da smaltire? Domanda

che resta viva ancora oggi a cui Gaetano Padullà, direttore di La Notizia, però dà una risposta. La puntiforme mappa di piccoli depositi di scorie radioattive non è dovuta alla singolare forma del territorio italiano, lungo, stretto e circondato dal mare, ma forse da interessi economici che hanno impedito la costituzione di un unico e sicuro punto di raccolta. Così le cosiddette "fake news" nascondono per timore i veri problemi che affliggono il territorio italiano; ma la paura se non affrontata alimenta altra paura, paura che può diventare incubo. Marco Tamburi 4E

LA SUPER APP DI QUARTZ. Nato nel 2012 Quartz è una guida all'economia mondiale. Questa testata giornalistica ha corrispondenti in tutto il mondo, la maggior parte di essi, circa il 55%, si trova in America, il restante 45% è diviso tra Europa, India e Africa. Svariati sono i mezzi che utilizza per diffondere le notizie. In primo luogo tramite il suo sito web, poi attraverso email, podcast,

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Atlas (un programma per elaborare statistiche) e video. Molto importante per il team di Quartz è la comunicazione delle notizie in modo breve e semplice, utilizzando i video e le cosiddette "thing": immagini per spiegare idee ai lettori. Da poco ha anche sviluppato una super app: tra le varie opzioni, offre un particolare servizio di notifiche e, tramite dei robot,

puoi iniziare una vera e propria conversazione. Ogni giorno, l'app di Quartz, ti manda una notifica, ti tiene insomma aggiornato come in una sorta di chat. E se questo non bastasse entrano in scena i robot, pronti a soddisfare la tua sete di notizie. Leonardo Suvieri 3F

MY MAPS: IL MIO MONDO A PORTATA DI CLICK

erugia. Immaginiamo di trovarci al Festival del Giornalismo, dove per agevolare gli spostamenti l’ organizzazione ha mappato i punti d’interesse del festival. È qui che entra in gioco My maps: strumento in grado di rivoluzionare il modo di fare comunicazione. È stata Elisabetta Tola, giornalista scientifica e collabortatrice Google, a mostrarci le potenzialità di questa app, strumento pensato non solo per i momenti di svago ma anche in caso di

emergenza. Infatti, se dovessimo sfortunatamente avvertire una scossa di terremoto, potremmo comunicare tempestivamente ai soccorritori la zona interessata dal sisma. Nell’app è possibile consultare una mappa, aggiornata in tempo reale, per assicurarsi dell’agibilità delle strade. Quindi, come si crea una mappa su My maps? Il primo passo, spiega Elisabetta Tola, è raccogliere i dati utili per l’itinerario della mappa.

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Questi vanno poi inseriti in una tabella che deve essere chiara, coerente, completa e soprattutto ordinata. In questo modo si creano i punti d’interesse che verranno contrassegnati con gli indicatori che Google utilizza. Il passo successivo consiste nell’importare i dati dalla tabella all’app. A questo punto, dopo la preview, è possibile decidere se condividere o meno la mappa con il resto del mondo. Veronica Focaia 4E, Sonia Forlimbergi 4D


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UN'EREDITA' VIRTUALE

uando una persona muore, di solito, se il defunto aveva dei beni da parte , questi si dividono tra i parenti. Con l'enorme diffusione dei social network, quando una persona viene a mancare, lascia una vera e propria eredità virtuale. Foto ,video, file , passwords ecc... sono cose che non si possono ignorare perché dietro ci può essere tutta la vita di una persona. Giovanni Ziccardi ha scritto un libro, “Il libro digitale dei morti”, proprio su questo argomento, parlando di come negli

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ultimi anni i social network oltre che trasformare la vita delle persone, hanno cambiato anche la loro morte (lo scrittore ha tenuto delle conferenze al Festival Internazionale del Giornalismo, a cui la redazione della Siringa ha partecipato). Lo scrittore focalizza la sua attenzione su due punti principali: il primo è quello dell'atteggiamento nei confronti della morte, i drammi delle famiglie che diventano pubblici e immediatamente le sofferenze, che richiederebbero invece tempo per essere elabora-

te, vengono subito rese pubbliche, non sempre nel rispetto delle persone. Inoltre Ziccardi riflette sul patrimonio di dati digitali che possono avere un enorme valore e che sono sotto il nostro controllo fino a che siamo in vita, ma che poi potrebbero passare in mano ad altri. Chi prenderà in mano la nostra eredità digitale? Giuristi, tecnici , filosofi, teologi in tutto il mondo ne stanno discutendo e in alcuni stati esistono già delle legislazioni in materia. Riccardo Piselli 1G

COSA SONO I SUPERFOOD?

superfood sono cibi considerati ad alto contenuto nutritivo e con superbenefici per la salute: in questa categoria di alimenti si passa dalla frutta come l'avocado, agli ortaggi, come le barbabietole. Tra i prodotti più conosciuti ci sono, ad esempio, le bacche di goji, provenienti dalla Cina che, secondo le tradizioni orientali, aiutano a rinforzare il sistema immunitario, l'acqua di cocco, che viene considerata un'alternativa più naturale alle bevande isotoniche utilizzate dagli atleti, oppure le alghe commestibili, utilizzate soprattutto da vegetariani e vegani perché ricche di vitamina B12. Negli ultimi anni i superfood sono diventati una vera e propria moda perché si sostituiscono ai classici alimenti grazie alle loro "super" qualità; ma cosa c'è di vero su questi alimenti? In molti casi, infatti, le speciali qualità vantate non sono state ancora dimostrate scientificamente, e, in altri casi, invece, alcune proprietà nutrizionali sono comuni ad altri prodotti più economici. Le bacche di goji, ad esempio possono es-

sere sostituite dagli spinaci o dai limoni; l'acqua di cocco non dimostra nessuna qualità speciale nell'idratare più della semplice acqua del rubinetto, e l'avocado, che sembra ridurre i problemi cardio-vascolari porta, però, ad un aumento di peso dato dalla grande quantità di calorie che contiene un singolo frutto. In conclusione quindi, l'esistenza di veri superfood è ancora difficile da

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dimostrare, ma speriamo che, grazie a nuovi studi scientifici, si possano scoprire altri alimenti con qualità speciali. Edona Xhaferri 3E


NEUROMARKETING, NEL FUTURO IL NEGOZIO CI RICONOSCERÀ DALLA FACCIA

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iete in un centro commerciale e notate un negozio dall’aspetto interessante, decidete di entrare e la commessa vi saluta con il vostro nome, le casse del negozio suonano la vostra canzone preferita e i prodotti che cercavate da tempo sono proprio di fronte ai vostri occhi, magari pure in offerta. Una situazione utopica? No. Grazie al neuromarketing, lo shopping del futuro assumerà proprio questi tratti. Questa tecnica commerciale a dir poco futuristica si basa sul riconoscimento facciale e si pone l’obiettivo di colmare il divario che c’è tra lo shopping virtuale e quello reale. Quando acquistate online, grazie ai cookies i siti su cui guardate i vostri possibili acquisti registrano quali sono le vostre preferenze, le marche che più apprezzate o il vostro budget medio per una sessione di shopping. Una volta ottenute queste in-

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formazioni, la volta successiva in cui riaprirete quel sito, la vostra marca preferita comparirà per prima e magari con il budget che avevate pensato di spendere. Grazie alla tecnologia del riconoscimento facciale il divario tra il web e la realtà è destinato a scomparire o ,quanto meno, ad assottigliarsi sempre più. Quando entrerete in un negozio infatti delle telecamere filmeranno i vostri tratti somatici, un software si occuperà di riconoscervi e di comunicare ai commessi le vostre preferenze e il gioco è fatto. Questa tecnologia è già impiegata negli aeroporti internazionali o nelle stazioni con lo scopo di prevenire episodi di terrorismo; registra infatti tutte le facce e segnala i volti sospetti al database della polizia, il quale, per completare l’operazione, verifica che quel determinato soggetto non abbia precedenti penali. Molti sono gli sviluppi dell’in-

venzione che sembra essere destinata a cambiare le regole dello shopping: NEC, in collaborazione con Face First, ha progettato un sistema che permette di analizzare le espressioni facciali dei clienti all’interno del negozio per vedere come reagiscono alle promozioni quando sono davanti agli scaffali. Un altro progetto interessante è quello di Mondelez International, una multinazionale del settore alimentare che sta lavorando per la realizzazione di scaffali intelligenti, capaci di riconoscere chi preleva i prodotti e mostrargli messaggi personalizzati o buoni sconto ad hoc nel caso dei consumatori abituali. Il compromesso da fare è evidente: perderemo ulteriormente la nostra privacy, ma la nostra vita potrebbe cambiare decisamente in meglio. Alessandro Cascianelli 5A

UNIVERSITARIA PER UN GIORNO

a cultura è il sale della nostra vita. Scoprire nuovi mondi e imparare nuove cose ci permette di aggiungere ogni giorno un granellino in più! Oggi pomeriggio ho deciso anch’io di scoprire un nuovo mondo, quello dell’università (anche se in piccolissima parte). Poiché frequento l’ultimo anno di liceo ho voluto assistere a una lezione, ultima di un seminario, tenuta al dipartimento di Scienze Politiche dal dott. Leonardo Varasano, giornalista laureatosi presso questa facoltà. Il titolo è “Congiure e complotti”, ciò che sta alla base di molti eventi accaduti nel passato e che quindi li accomuna. La lezione è stata molto interessan-

te, ma la cosa più gratificante è il fatto che la maggior parte degli esempi utilizzati per spiegare determinati concetti erano già a me noti in quanto trattati a scuola, come ad esempio la Marcia su Roma, condotta da Mussolini. Infatti le teorie del complotto, a parere degli autori del saggio di cui si compone il suddetto volume, sono per lo più presenti nei regimi autoritari e nei sistemi totalitari. Tutto ciò è per ribadire il concetto che non bisogna sottovalutare il valore della cultura e che, per comprendere il presente, è indispensabile conoscere il passato. Da studentessa, mi rivolgo soprattutto ai miei coetanei. Non trascurate, nelle vostre letture

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(sia di studio che non) le vicende passate oltre quelle attuali. Interessatevi anche a qualcosa per il solo piacere di farlo. Non sarà mai tempo sprecato perché tutto può tornare utile! Può servire per raccontarlo ai vostri parenti e amici, per farli appassionare a ciò che amate, oppure per generare utili e costruttivi confronti. Infine serve a noi per affrontare la vita di tutti i giorni, per comprendere il motivo di ciò che accade oggi e per vagliare con attenzione tutto ciò che ci viene proposto, il mondo nel quale dobbiamo costruire il nostro futuro. Sara Autorità 5E


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IL FUOCO DEL MISTERO

due arcieri, Korveras ed Eradast, si trovavano da soli davanti a due nemici e senza neanche una freccia da poter scagliare. Il secondo si accovacciò per riflettere, ma non perse l’attenzione ad ogni minimo movimento avversario. Intanto Korveras parlava con il proprio maestro, che era rimasto a guardarli dall’alto, per chiedergli delle nuove faretre cariche di frecce. Mentre però gli veniva detto che l’unica cosa possibile era interrompere il duello, il suo compagno si alzò e gli disse di fare silenzio. I nemici li stavano per riattaccare ma forse esisteva un modo per fermarli e vincere il duello. Quei lucertoloni gli avevano fatto venire in mente dei ricordi della sua infanzia: i dettagli non erano ben definiti nella sua testa, ma quello che riusciva ad affiorare gli sembrava abbastanza. Si ricordava di un grande muro e di rettili umanoidi contro cui alcune persone combattevano( anche se non riusciva a riconoscere quelle persone) usando del fuoco contro di essi. Dopo averlo spiegato all’elfo si rimise giù senza dire più niente. Nascosto nella sua aurea misteriosa, con la faccia completamente oscurata dal cappuccio, rimase in ginocchio senza fiatare. Sembrava stesse aspettando qualcosa o forse stava cercando di ricordare altro. Dove era situato quel muro? Perché gli era venuto in mente solo dopo 25 anni? E cosa ci faceva lui lì? Iniziò a pensare che era solo una sua immaginazione dato che riteneva di non essersi mai allontanato da Splendor in tutta la sua vita e non ricordava un muro simile all'interno della città.

Nel frattempo, i due coboldi avevano iniziato ad attaccare Korveras che era costretto ad indietreggiare e tentare delle disperate parate con il suo arco. Allora Eradast si alzò , fece un salto verso la torcia più vicina, la tolse dal muro e tentò di usarla come freccia. Non era una cosa molto conveniente: le dimensioni della torcia erano molto più grosse di quelle con cui era abituato a colpire e per questo il primo tentativo fu un grande fiasco. La torcia si schiantò a terra a pochi metri da lui e si spense immediatamente. Doveva trovare un modo per sfruttare il fuoco e dunque decise di riprovarci, ma quando anche la seconda prova non colpi’ il bersaglio, optò per impugnare la torcia come se fosse un pugnale. Mentre i due nemici avevano iniziato a superare le difese del suo compagno ed a colpirlo ripetutamente fino a mandarlo al tappeto, Eradast si avvicinò a loro. Quando i

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due si girano verso di lui per colpirlo si accorsero che dalle sue mani usciva un inaspettato calore rosso , scapparono intimoriti, abbandonando la stanza ed uscendo da dove erano entrati. Kraus incredulo dovette sospendere l’allenamento e fece curare tutta la compagnia. Quando tornano coscienti e in forze disse : “ A quanto pare ancora non siete sufficientemente forti per affrontare questi nemici ma, con l’astuzia, Eradast è riuscito a trovare una soluzione alternativa all’uccisione dei due, bravo! Il re sta cercando nuovi soldati per la sua cerchia e tra un mese inizierà una sorta di esami di ammissione. Se volete potete provarci e considerare questo solo il primo allenamento di una lunga serie tesa a farvi diventare più forti!” Gabriele Ripandelli 4D, Cesare Rocchi 4A


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UNA SERIE DI EVENTI SFORTUNATI

i sveglio, guardo l'ora e come ogni mattina ho dormito troppo. Mi lavo, mangio e mi vesto tutto di fretta, correndo esco di casa e mi accorgo di avere i jeans al contrario. Rientro in casa, mi sistemo, riesco lasciando le chiavi dentro. Sono chiuso fuori. Corro alla fermata del pullman. Lo vedo arrivare e sorrido nel sapere di non averlo perso forse la sfortuna è finita ..... salgo sul pullman e mi accorgo di non avere il biglietto. "Cosa sarà mai per una volta, tanto il controllore non c'è mai..." e puntualmente il controllore sale.... 80 euro di multa. Arrivo in classe e alla prima

ora, c'è la prof di Ecologia che legge come ogni mattina il suo oroscopo..."Oggi ritroverai pace con una persona con cui hai litigato". Quella persona sono io.... impreparato: 3. Arrivo miracolosamente alla terza ora, scatta la ricreazione e vado alle macchinette per prendere il mio Estathè e il mio Kinder Bueno. Prendo i soldi dal portafoglio, inserisco due euro e la macchinetta si mangia i soldi.... sono rimasto senza una lira (anche se mi servirebbero gli euro). Chiedo ai miei compagni di classe, ma come al solito nessuno ha un soldo e cinque mi-

nuti dopo mangiano tranquilli la loro pizza da 3,50 euro. Tornato a casa mi tocca aspettare mezz'ora sotto la pioggia al freddo e al gelo, perché non ho le chiavi, racconto ai miei del 3 a Ecologia; mi mandano in punizione e senza telefono per una settimana. Facci i compiti fino a sera tardi. Stanco morto vado a letto, arriva mia madre, "Beh.. mamma oggi è stata una giornata durissima... meno male che ora c'è il weekend". "Figliolo?" - "Sì mamma" "Guarda che oggi è lunedì" Riccardo Piselli 1G

Ce l’avevo...sulla punta della lingua! Cimentavi in questo test linguistico! Qui di seguito sono riportate ventiquattro parole della lingua Italiana che raramente usiamo nella vita quotidiana. Il gioco è semplice: contate i termini di cui sapete dire con precisione il significato e, a seconda del punteggio ottenuto, leggete il profilo corrispondente. Controllate poi sul dizionario(o su internet) la correttezza delle definizioni che avete dato e arricchite il vostro lessico imparando quelle parole a voi sconosciute...

DELUBRO STOLLO DISPLUVIO POLEMOGENO APOFTEGMA IRREFRAGABILE RANTOLARE LIBETRICO ANGLICISMO ADUSO PRESSAPPOCHISMO DISVITICCHIARE

MEATO CONVOLARE PEDESTRE SVEZZARE EGOTISMO ISONOMIA ABIATICO RAMINGO SILURARE OTTRIARE ADDIACCIO PILATESCO

DA 0 A 5: Spero che tu conosca il linguaggio dei segni perché con quello parlato non ci siamo proprio. DA 6 A 14: Anche se le usi solo per fare il “figo” con i tuoi amici, almeno qualche parola d’italiano la conosci. DA 15 A 19: A quanto pare questi anni di studio non sono stati inutili, se facessi una gara di italiano da solo arriveresti di certo primo! DA 20 A 24: Non ti preoccupare, il mondo è pieno di persone come te che non hanno una vita sociale!

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A cura di Gabriele Gigli 4D

TORTA AL LIMONE E OLIO D'OLIVA Non vi mentirò . Preparare una torta che sia davvero buona non è una cosa facile. Ma quando riesce ... sentirsi appagati è solo l'inizio! Questa volta la proposta che vi porto è di una torta che non necessita di una spiccata abilità ma che allo stesso tempo saprà sentirvi orgogliosi . Si tratta di una torta morbida (o sponge cake se vogliamo usare i termini di Gordon Ramsay) dal sapore deciso ma mai esagerato . Necessita all'incirca di 15 min per la preparazione degli ingredienti e poi circa 25-30 min in forno ma della cottura parleremo dopo . Ingredienti: -150 g di zucchero -40 g di zucchero a velo (nel caso non disponiate della vaniglia a parte come aroma , potete utilizzare lo zucchero a velo vanigliato , come quello per il pandoro per intenderci. In questo caso usate 135 g di zucchero e 60 g di zucchero a velo) -1 tuorlo -110 g di albume (fate come vi trovate meglio , all'incirca sono 2-3 bianchi ma se con 2 arrivate a 100 g nessuno vi morde) -25-30 g di succo di limone (anche questo dipende da voi , se credete che il sapore del succo sia forte abbastanza usatene 25 g sennò aggiungetene più) -2 bastoni di vaniglia (se usate l'aroma nelle boccette fate conto che una da 2 ml dovrebbe andare bene se vi piace molto usatene anche più) -4 g di buccia di limone -115 g di farina 00 -90 g di olio d'oliva (questo è essenziale , se l'olio che utilizzate è molto forte a livello di aroma usatene anche meno , io ne ho usati 75 g per esempio . Vi dico che se però l'odore è particolarmente intenso può rischiare di coprire gli altri aromi quindi regolatevi e considerate che in questo caso è meglio metterne meno che abbondare) -un pizzico di sale -due contenitori dove preparare il tutto e anche un po'di pazienza per ripulire la cucina Iniziamo : Mischiate nella stessa ciotola lo zucchero e lo zucchero a velo attraverso un setaccio . MI RACCOMANDO IL SETACCIO è essenziale sia adesso che dopo con la farina , servirà a farà in modo che non si creino dei grumi che poi sono una rogna da mescolare . Aggiungete il tuorlo , mescolate bene con una spatola e POI aggiungete il succo di limone e la rispettiva buccia . L'importante è che aggiungiate il limone solo dopo aver mischiato , altrimenti l'uovo potrebbe coagulare e fare un disastro . Aggiungete la vaniglia se non era compresa nello zucchero a velo e mischiate nuovamente fino ad ottenere un composto abbastanza denso e , se volete assaggiarlo , anche molto dolce . Adesso abbiamo bisogno di un mixer . Prendete la farina e mentre la setacciate , come detto prima , gradualmente aggiungetela al resto del composto . Gradualmente . Se vi accorgete che le mani che la mammina vi ha fatto non bastano , allora fermate il mixer , aggiungete un poco di farina setacciata e riattivate il mixer . Fate così fino a che la farina non finisce . Finita la farina tocca all'olio . Anche questo : mentre mischiate con il mixer aggiungete l'olio un filino alla volta . Il perché è semplice : vi ricordate quella storia che l'olio non si mischia mai con l'acqua se non in piccolissime goccioline (la prof di chimica parlerebbe di emulsione) . Ecco : l'acqua indirettamente aggiunta con il succo di limone renderebbe molto difficile mischiare il tutto con l'olio se non facciamo le cose con calma . Quindi , mi raccomando , poco alla volta . Oh , ora tocca all'albume . Prendete la seconda ciotola , metteteci il bianco dell'uovo e un po'di sale per , come dice mia nonna , "legare" . Montate a neve , prima mischiando lentamente poi sempre più forte . Capirete se la schiuma è pronta quando , una volta finito , capovolgendo la ciotola non farete cadere i bianchi . Aggiungeteli all'altra ciotola un terzo alla volta e durante gli intervalli mischiate con cura facendo attenzione a non rompere le bolle d'aria degli albumi che serviranno a rendere la torta morbida e piacevole . Per questo lavoro conviene usare una spatola per essere più precisi e attenti nei movimenti . Scaldate il forno a 165°C e preparate una tortiera da 22 cm imburrandola e passandoci uniformemente la farina . Versate il composto nella tortiera e infornate appena il forno raggiunge la

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temperatura designata per circa 25-30 min . A 25 min fate la prova con uno stuzzicadenti , se è ancora molto umido , lasciate per altri 5 min ,e così via fino a che sullo stuzzicadenti rimangono poche briciole . Contate che anche fuori dal forno le torte un po'continuano a cuocere quindi non fate che sia già troppo secca quando la sfornate . Se avete un termometro da carne piuttosto sensibile mettetelo dentro alla torta prima di infornarla e , arriva a 95°C allora sarete sicuri di aver cotto la torta in maniera magistrale e potrete sfornarla . Servite con zucchero a velo e una tazzina di caffè . Se pensate a qualche modifica personale da fare alla ricetta non trattenetevi e, come dice Carlo Cracco, osate ! Perché è anche questo il bello di cucinare .

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GNE2017 - 19 maggio Parco Regionale dell'Appia Antica

'11° edizione della Giornata Nazionale dei Giornalisti Nell'Erba GNE2017 si terrà quest'anno nella capitale, nella bellissima cornice verde del Parco regionale dell'Appia Antica, all'Ex Cartiera Latina, il 19 maggio.

GNE2017 prevede, oltre a decine di eventi su ambiente, clima, scienza, informazione e nuovi giornalismi, anche la premiazione del Premio nazionale Giornalisti Nell'Erba 11, tema "Panta Rei?, al quale hanno partecipato migliaia di giovani e giovanissimi aspiranti reporter scientifico-ambientali di tutta Italia. L'undicesima edizione, con il patrocinio del Ministero dell'Ambiente e dell'Assessorato all'Ambiente del Comune di Roma, è realizzata in partnership con Frascati Scienza e grazie al Parco regionale dell'Appia Antica e la Regione Lazio, con il sostegno del Consiglio nazionale dell'Ordine dei Giornalisti e della FNSI e la collaborazione con la Lega Navale Italiana, l'associazione A Mano Disarmata, gruppo fondato da Paolo Butturini (segreteria FNSI) che ha creato il forum multimediale e internazionale dell'informazione contro le mafie, l'ENEA e tanti altri partner prestigiosi che man mano si aggiungono per dare supporto all'organizzazione (seguite gli aggiornamenti). Quest'anno, per premiare i giovani reporter vincitori dell'11 edizione che parla di entropia, clima, energia, economia circolare, gNe vanta anche la collaborazione di Conai con i sei consorzi del suo sistema che garantiscono il ritiro di imballaggi di acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro, di Città del Sole, Explora Museo dei Bambini, di Acquario di Genova, dell'Hotel Collina di Collevalenza e speriamo tanti altri (chi vuole aggiungersi, è molto benvenuto!). Il programma - ancora work in progress e in cui tanto può cambiare - è ricco di eventi e laboratori per giovani di tutte le età. Alfredo Macchi, inviato delle reti Mediaset, terrà un workshop su come scovare le bufale in Tv; un piccolo team di collaudati giovanissimi reporter under 17 guideranno workshop su come realizzare interviste video che metteranno lì per lì sotto torchio i ricercatori dei grandi enti scientifici italiani ed altri esperti presenti, la Lega Navale proporrà viaggi neppure troppo virtuali in barca a vela, David De Angelis terrà il timone del team che si dedicherà alle infografiche sul clima, l'ENEA guiderà esperimenti "energetici". E ancora, con Alessandra Perri di EcoPsycheLab si indagherà su come sollevarci dal senso di impotenza e rimboccarci tutti le maniche, innovare, inventare, scegliere e soprattutto rifiutare, non delegare la propria - seppur piccola ? responsabilità a politici e istituzioni. Previsto un nuovo format da sperimentare per parlare insieme di tema economia circolare, ma non solo di rifiuti e riciclo. Panta Rei ha un significato ben più vasto. Protagonisti della giornata, i giovani gNe. Il team di "AmbienTool" - gNe della scuola media di Frascati - proporrà workshop su interviste MoJo (mobile journalism) per i più piccoli; il team di Perugia, del progetto gNeLabJr di alternanza scuola lavoro con il liceo Alessi e con il liceo di Umbertide, farà altrettanto con i più grandi tirando fuori un reportage con testimonianze sul parco regionale dell'Appia Antica; la compagnia dei giovanissimi gNe di Monte Porzio Catone metterà in scena una performance sostenibile a beneficio dei colleghi di ogni parte d'Italia; e infine il team multimediale del progetto gNeLabJr, alternanza scuola lavoro in partnership con DVI99, con l'Istituto Rossellini di Roma riprenderà la giornata per farne un racconto in immagini professionali. A GNE2017 verrà anche Giorgio Pacifici, volto noto della RAI e non solo, pluripremiato giornalista scientifico e caposervizio per le trasmissioni scientifiche del TG2. Ivan Manzo, Gabriele Vallarino, Giuseppe Toninelli e Sara Leone condurranno workshop su utilissimi tool per "giornalisti" di ogni età. Altra new entry tra i partner, Ideegreen.it. Con una "lectio magistralis", Matteo Di Felice, managing director del sito, esperto di web marketing, spiega come ha fatto a portare ad alti numeri un sito che parla di ambiente, e presenta la filosofia, i risultati raggiunti, la modalità di lavoro dove i collaboratori lavorano da remoto: "al centro di tutto c'è l'etica senza però perdere di vista il fatturato che è la leva indispensabile per alimentare la crescita". Con A Mano Disarmata, invece, dopo la proiezione dell'ultimo film documentario, si parla di ecomafia con giornalisti d'inchiesta, con Paolo Butturini e con lo scrittore Gaetano Savatteri, giornalista e direttore artistico del Trame Festival, partner da tempo di gNe, che anche quest'anno offrirà quale premio a un piccolo team di vincitori, la possibilità di seguire come inviato di giornalistinellerba.it il festival di Lamezia Terme sui libri contro le mafie. Contiamo infine anche quest'anno su Lercio, ancora una volta impegnato nelle valutazioni satiriche e pronto ad una Lectio magistralis.

Questo e tanto altro a GNE2017 il 19 maggio.

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