Homo politicus
Giampiero Raspetti
N° 3 - Marzo 2009 (63°)
Non c’è nulla di più privato della pubblica pubblicità. Onda anomala, si abbatte su di noi, inonda il nostro intimo, affonda la nostra privacy. Talk-show, ovvero spettacolo (sic!) di conversazione. Ma cosa ne è dell’intrattenimento in cui l’ospite rende, disinteressatamente, pubbliche le personali opinioni? In quelli più corretti fanno capolino, distrattamente ma non tanto, canzonette messe su disk, memorie messe su carta, spettacoli messi su, al fine del loro smercio. In quelli più sleali si vende l’indecenza, molto funzionale al mondo dei rotocalchi gossip, parola quest’ultima che gli addetti traducono con cronaca rosa, ma che in realtà significa monnezza o pettegolezzo becero. E quelli che dicono di interessarsi solo al puro spirito, al succo delle idee? Sono l’apoteosi del privato, della partitica, cioè. Di altro nettare si intendono. Il telegiornale è pubblico, si dice. Quando mai? E’ un fatto privato, diretto a e da privati, che fa servizi ai privati. Servizi agli editori, di un film, di una canzonetta, di un libro... alle modiste, perfino... Costoro pagano il doppio, o il triplo, per propinarci la pubblicità più forte, quella spacciata per notizia per tutti, da telegiornale, quindi pubblica, in teoria. E invece incide molto nel privato del dirigente. Diventa premio alla carriera, non solo per lui, ma per l’intera squadriglia che ha ingannato lo spettatore, il pubblico cioè. Facebook, ovvero Il grande Bazar della Pubblicità. Si pubblicizza di tutto: battaglie spaziali, cure dimagranti, pomate raddrizzanti, spettacoli, trapianti di capelli, tare mentali, vincite di soldi veri, cuori solitari, gite, pizze pasquali e... ‘gni sorta de vivanne rare. Pullulano i giovani in FB, la loro merce è il cazzeggio. Ma non sarà così ancora per molto. Gli adulti si stanno accorgendo del suo potenziale e se ne impossessano, per far politica, per vendere, per arraffare. I privati commercianti saranno tra poco tutti presenti; i politici non ne potranno fare a meno. Anche noi siamo su FB. Vendiamo prodotti particolari: essere vicini ai giovani e al mondo del lavoro senza ritorni d’immagine, men che meno partitici, con il solo desiderio di creare, rivoluzionare, esporre pubblicamente idee e progetti. Si rende oggi sfacciatamente pubblico anche il Segno che gelosamente custodivo nel mio privato. Quel segno che mia madre mi insegnò ad amare, perché rappresentava una persona buona, morta in croce per noi. Oggi quel segno viene violentato sistematicamente, stuprato con il segnarlo due, tre volte e sterminarlo con il bacio a terra... un, due, tre... tocco terra... Quell’uomo buono... preso a servizio dalla scaramanzia per un malleolo! E nessuno ha niente da dire! Non c’è nulla di più partitico della pubblicità, nel terzo pianeta del Sole.
A PA G I N A . . . 2 3 4
5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15
L’educazione sentimentale delle fanciulle, F P a t ri z i Università, classe dirigente..., A Mel a secch e L’illusionismo verbale di Bergonzoni, B R a t i n i Date a rovescio, P F a b b ri Vattimo e il pensiero debole, P S eri Il giusto messaggio ai giovani, G Ta l a m o n t i Tunnel, J D a n i el i DANESI Progetto Mandela A spasso nel tempo e nello spazio, S R a sp et t i Concorso L’amore in un clic Liceo Classico Tacito Liceo Scientifico Gandhi Una mobilità sostenibile, J D ’ A n d ri a Il piacere..., C C a rd i n a l i Diritti umani, M R i cci SUPERCONTI OSPEDALE DI TERNI, E R u ff i n el l i , D G h i o n e QUANDO MI CHIAMERAI DONNA, S Im p eri Arte e società a Terni, MT P a sq u i n i Ottavio Coletti e Rinaldo Giannelli, S B el l ezza Astronomia, T S ca cci a f ra t t e, G C o zza ri , F G u erri Astronomia, P C a sa l i , F Iso a rd i Va l en t i n i
Figli dell’epoca Siamo figli dell’epoca, l’epoca è politica. Tutte le tue, nostre, vostre faccende diurne, notturne sono faccende politiche... ...Ciò di cui parli ha una risonanza, ciò di cui taci ha una valenza in un modo o nell’altro politica. Perfino per campi, per boschi fai passi politici su uno sfondo politico. Anche le poesie apolitiche sono politiche, e in alto brilla la luna, cosa non più lunare.... Wisława Szymborska