Diplomazia?
Non siamo uguali...
Raffaela Trequattrini
Giampiero Raspetti
Quando in politica si usa il termine diplomazia nella sua accezione più generica, si intende, o meglio, si dovrebbe intendere l’abilità nel saper trattare questioni delicate con tatto e finezza, senza urtare la suscettibilità degli interlocutori. Ma, se nell’analisi di un determinato comportamento, il relativo giudizio, positivo o negativo, è strettamente legato agli obiettivi con i quali tale comportamento viene assunto, la storia dell’umanità è piena di esempi che mostrano con quanta facilità l’utilizzo sempre più sapiente e sofisticato dei mezzi, abbia confuso e snaturato proprio quelle ragioni in vista delle quali un mezzo era stato concepito. Cosicché si verifica una sorta
C’è gente serena… immersa nella bellezza del creato e nell’unione con il suo Dio, fiera di servirlo con passione e umiltà. Persone ricche nel cuore, semplici nel comportamento: ringraziano la Provvidenza per il dono della fede. Donne e uomini agli antipodi rispetto ai fondamentalisti, quelli che riversano diktat tentando con protervia di influire sulle imminenti elezioni politiche. Uno Stato laico come il nostro non deve subire ingerenze, né da occulti poteri, né da altri Stati. Lo straniero Jean-Marie Le Menè, membro della Pontificia accademia per la vita, nel corso di una tavola rotonda svoltasi Oltretevere ai primi di marzo 2006, così straripa:
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Olocausto, galera e democrazia Vincenzo Policreti Ho visto deportare una famiglia di Ebrei: padre, madre, figli e anche il nonno, paralitico, portato via dalle SS assieme alla poltrona sulla quale era immobilizzato. Nel 1943 avevo 6 anni; ma ne campassi mille, mai e poi mai potrò dimenticare gli occhi sbarrati di quel vecchio terrorizzato nella sua vestaglia, portato via dagli sgherri di cui ricordo ancora distintamente il rumore indelebile - degli stivali sugli scalini di marmo. Perciò le tesi di Irving sull’inesistenza dell’Olocausto mi lasciano comprensibilmente freddo. Ma freddo non mi lascia affatto la sua condanna: tre anni di carcere senza condizionale per avere affermato una sua idea, sballata, cervellotica, destituita di qualsiasi fondamento, sì; ma comunque un’idea. Che nella nostra Europa qualcuno possa venire condannato - e tanto pesantemente - per quello che dice o pensa è qualcosa che atterrisce. Perché nel momento stesso in cui uno Stato punisce chi non crede all’Olocausto, si comporta esattamente come
N° 3 - Marzo 2006 (33)
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L’inglorioso viaggio della portaerei Clemenceau Francesco Patrizi Da nove anni vaga per i mari una vecchia gloria bellica in cerca di pace: la portaerei francese Clemencaeu. Nel 1997 viene dichiarata fuori uso, la Francia propone, un po’ frettolosamente, di affondarla, ma si scopre che è carica di componenti tossici, occorre quindi rottamarla; l’operazione è molto pericolosa, richiede attrezzature costose e operai segue a pag. 6
Divorzio Monica Tarani Tutti coloro che si sposano sono certi in cuor loro che sarà per sempre, finché morte non li separi. Ma poiché spesso la realtà smentisce i sogni, accade che dopo una partenza in quinta il matrimonio cominci a perder colpi. Inizia così un periodo di alti e bassi, al termine del quale illusori e talvolta goffi tentativi di ricominciare da capo segue a pag. 4
La Redazione de La Pagina rivolge un caloroso saluto alla città di Perugia
Non c’è uomo che non ami la libertà, il giusto però la esige per tutti, l’ingiusto solo per sé. Ludwig Börne
Il tasso di.... ST Come si misura il tasso di civiltà di un popolo? A mio avviso contando i globuli di libertà che circolano nelle sue arterie e il grado di ossigenazione dei suoi tessuti sociali. E allora vediamo quanto è civile questo nostro martoriato paese, valutando la velocità di circolazione nel suo sangue, segue a pag. 5
G a lle r ia d e l Co r s o - Te r ni
Socrate e l’origine del concetto laico di libertà Marcello Ricci
Libertà formale, libertà sostanziale Alessia Melasecche
Ci immaginiamo di vivere in una sorta di Paese delle Meraviglie dove ogni opportunità sembra a portata di mano. Affrontiamo ogni giorno beati dall’illusione mediatica che quasi ogni cosa sia alla nostra portata mentre invece le nostre libertà di scelta e di acquisto si sono ridotte, nell’era di Mister Euro, in misura considerevole e soprattutto a causa di feno-
Per ragioni professionali mi occupo di temi economici sotto i più molteplici aspetti e l’economia, che piaccia o meno, rappresenta nella storia dell’uomo, da sempre, il motore che, inizialmente, gli ha consentito di sopravvivere e sviluppare le sue prime conoscenze; oggi, per una parte molto ampia dell’umanità, costituisce anche la molla per produrre ricchezza, maggior benessere e, quando non diventa egoismo, aiutare a crescere anche chi ha più bisogno. Lo sviluppo è però connaturato indissolubilmente all’esistenza, nei vari contesti umani e sociali, di un tasso più o meno elevato di libertà. Libertà di parlare, di conoscere, di amare, di viaggiare, di sperimentare, di intraprendere, sempre nel rispetto di quella altrui. Nei contesti liberticidi, quando l’individuo non può esprimere se stesso, quando deve temere per la propria esistenza, i propri affetti, quando le sue capacità sono ingabbiate in schemi statuali ben oltre i limiti necessari ad una società aperta ma
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Il concetto di libertà si misura sul concetto di verità, in altre parole la libertà si può definire solo in relazione alla verità: se per verità s’intende la verità assoluta, allora sarà assoluta anche la libertà (per pochi), se per verità s’intende la verità relativa, allora sarà relativa anche la libertà (per tutti). Nel primo caso assistiamo alla sistematica negazione della segue a pag. 4
Il giusto profitto Federico Marconi