Grecia Nordorientale - Aprile 2017 - Viaggio naturalistico

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REPORT VIAGGIO NATURALISTICO “ATENE E GRECIA NORDORIENTALE” APRILE 2017

K’AYLA NATURE, con la collaborazione di AGENZIA MAMATOURS e ARDEA ONLUS, ha organizzato un viaggio naturalistico nella Grecia Nordorientale (comprensivo di sosta ad Atene) alla scoperta della ricca biodiversità che caratterizza tale area geografica. Scopo principale del viaggio è stata l’osservazione della straordinaria fauna locale, in particolare di quella ornitica e di quella erpetologica. Esso è stato anche occasione per conoscere la storia millenaria, la cultura, gli usi e costumi di questa parte del paese non toccata dai circuiti turistici ordinari.

Fig.1 Le tappe del tour.

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22 APRILE Il gruppo si incontra all’aeroporto di Napoli per la partenza verso Atene. Si comincia a fare conoscenza e ci si scruta a vicenda per capire chi ricoprirà ciascun “ruolo” all’interno del viaggio. Del gruppo, composto da 10 persone, fanno parte studenti universitari di Scienze Naturali e Biologia, professionisti del settore e appassionati. Nonostante la sua eterogeneità sia a livello di età che di attività svolte nella vita, esso si rivelerà molto affiatato ed estremamente in gamba. Una volta in aereo già vengono consultate le tanto amate guide di campo, per sognare riguardo i possibili avvistamenti e per ripassare le informazioni riguardo il riconoscimento e la distribuzione delle specie che si potrebbero incontrare durante la spedizione. Il volo si svolge in tranquillità e in breve si giunge a destinazione. L’aereo è soltanto in fase di atterraggio e già cominciano le prime osservazioni. Fabio, probabilmente il viaggiatore più esperto del gruppo, scrutando il panorama della linea di costa dell’Attica scorge la prima Cicogna bianca (Ciconia ciconia). Una volta ritirati i bagagli si parte in taxi verso la prima sistemazione, un hotel nel centro della capitale greca. Durante il tragitto si cominciano a compilare le checklist con le specie più comuni di ambienti agricoli e urbani mediterranei. È da tutti considerato inaspettato il clima che ci accoglie in Grecia. Il cielo è coperto, il vento persistente porta alcuni brevi scrosci di pioggia e soprattutto la temperatura è molto più bassa di quello che ci si aspetterebbe in una primavera greca. Giunti in hotel, avendo già programmato una visita all’area archeologica per la mattinata successiva, si decide di dirigersi verso il centro di Atene per pranzare e per provare a contattare le specie dell’avifauna urbana. Dopo essersi rifocillati con le prime delle molte pite che saranno consumate durante il viaggio, si opta per dirigersi verso il Giardino Nazionale di Atene, parco storico in ottime condizioni di mantenimento. All’interno del parco vengono osservate diverse specie della fauna locale. Tra queste, quelle che ricevono maggiore attenzione da parte del gruppo sono, per quanto riguarda gli uccelli, la Balia nera (Ficedula hypoleuca), il Codirosso comune (Phoenicurus phoenicurus) e due specie di pappagalli alloctoni.

Fig.2 Colonia di Myiopsitta monachus. Foto di R. Balestrieri.

Fig.3 Myiopsitta monachus. Foto di R. Balestrieri.

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Il Parrocchetto dal collare (Psittacula krameri) e il Parrocchetto monaco (Myiopsitta monachus) sono presenti all’interno del giardino con grandi colonie. Colpiscono particolarmente i nidi del secondo, imponenti strutture abilmente costruite sugli alberi di pino. Oltre all’avifauna il gruppo comincia a mettersi alla ricerca di rettili e anfibi. Delude l’assenza di sauri, probabilmente a causa del clima non abbastanza mite, ma viene scoperta la presenza di numerosi esemplari neometamorfosati di Rospo comune (Bufo bufo), il quale si riproduce in diversi corpi d’acqua presenti nel parco. In una delle fontane numerosissime le tartarughe alloctone di diverse specie. Durante il ritorno all’albergo, tra passanti che guardano con circospezione un gruppo di dieci persone munite di binocoli osservare gli edifici cittadini, contattiamo le tre specie di rondone (Apus apus, A. pallidus, Tachymarptis melba). Tornati in stanza, dopo una doccia rigenerante, la fame comincia a farsi sentire. Accompagnati da Ilektra, un’amica greca del tour leader Valerio, ci perdiamo tra i vicoli del centro storico di Atene. Purtroppo essendo sabato sera, non è semplicissimo trovare locali che accettino un gruppo così grande. Grazie ad Ilektra riusciamo comunque ad accomodarci in un ristorante molto carino e dall’ottimo cibo dove la tradizione incontra l’innovazione. Dopo Fig.4 Alcune pietanze degustate ad Atene. aver brindato con il potente Raki al compleanno di Rosario, presidente dell’associazione Ardea e top-player dell’ornitologia italiana, ci spostiamo per una passeggiata notturna nel centro. Dopo aver assaggiato dell’altro Raki in uno dei locali più affascinanti della zona, parte del gruppo ritorna in hotel, mentre i più giovani decidono di godersi ancora per un po’ la nightlife ateniese.

23 APRILE

Fig.5 Tempio di Efesto. Foto di A. Senese.

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In vista delle levatacce previste per i giorni successivi ci svegliamo con relativa calma. Dopo una fantastica colazione, in una delle pasticcerie storiche più importanti della città, a base di Baklava, Kataifi e altre delizie greche, ci dirigiamo verso il centro con l’obbiettivo di godere di alcune delle meraviglie archeologiche che rendono Atene famosa in ogni angolo del globo. Cominciamo il nostro tour storico con la visita al Tempio di Dionisio, piacevolmente accompagnati dalle spiegazioni di Fabio riguardo la Grecia classica. All’interno dell’area scoviamo la prima Fig.6 Kataifi.

specie

di

rettile del viaggio: la Tartaruga marginata (Testudo marginata). Siamo in molti a chiederci la provenienza di questi animali all’interno dell’area archeologica non riuscendo però a capire, nonostante una rapida consultazione del web, se si tratti di animali introdotti a scopo ornamentale o di una popolazione selvatica originaria sopravvissuta nella zona nonostante l’urbanizzazione. Fig.7 Testudo marginata. Foto di A. Senese.

Ancora una volta rimaniamo stupiti dall’assenza di sauri e serpenti che, nonostante l’ambiente teoricamente adatto e le temperature più miti rispetto al giorno precedente, rimangono ancora nascosti alla nostra vista.

Fig.8 Teatro di Dioniso. Foto di R. Balestrieri.

Fig.9 Streptopelia decaocto. Foto di V. Russo.

La visita procede con una passeggiata nella magnifica Acropoli dominata dall’imponente Partenone (purtroppo ancora in fase di restauro). Pur non osservando specie di particolare interesse, aggiungiamo alla checklist uccelli quali Upupa (Upupa epops), Occhiocotto (Curruca melanocephala) e Verzellino (Serinus serinus) che non avevamo scorto il giorno precedente. Il volo che dovrà portarci a Salonicco è previsto per le prime ore del pomeriggio, impedendoci di visitare più a lungo l’estesa area monumentale. Torniamo quindi in albergo ed in taxi raggiungiamo l’aeroporto. Una volta giunti a Salonicco il sole è quasi completamente tramontato ma, ciononostante, possiamo percepire, durante l’atterraggio, quanto la zona sia più verde rispetto all’arida Attica. Prendiamo possesso dei veicoli in fitto (un comodo Mercedes Vito come vettura principale ed una Nissan Micra di supporto) e ci dirigiamo verso un delizioso alberghetto nel centro della città. Dopo una rapida cena non ci attardiamo, nonostante l’appeal della vita notturna locale, in vista della sveglia dell’indomani prevista prima dell’alba.

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Fig.10 Partenone. Foto di V. Russo.

24 APRILE La mattina la sveglia prima dell’alba è dura ma necessaria per poter raggiungere in un orario accettabile la prima vera e propria destinazione target del viaggio: il Delta dell’Evros, sito Ramsar e area umida più orientale della Grecia. Il viaggio, della durata prevista di tre ore circa, comincia con il sorgere del sole. L’autostrada che ci porta da Salonicco verso est è estremamente suggestiva; durante la fase iniziale del percorso, che costeggia il Lago di Koroneia e quello di Volvi, osserviamo in grandi numeri Fenicotteri (Phoenicopterus roseus), Spatole (Platalea leucorodia) e Volpoche (Tadorna tadorna). Decidiamo quindi di fermarci dopo poco nella cittadina balneare di Asprovalta che affaccia su un suggestivo tratto di mare ad est della penisola calcidica. Consumiamo una favolosa colazione in una storica pasticceria locale. Qui veniamo accolti con grande gentilezza dei proprietari, i quali ci regalano dei dolci tipici pasquali per il viaggio, Fig.11 I dolci di Asprovalta. per la grande felicità della nostra food blogger Francesca. Abbiamo il tempo per una rapida “sbinocolata” dalla spiaggia che però non ci regala particolari emozioni. Ci rimettiamo in carreggiata attraversando paesaggi rurali molto belli che ci danno già un assaggio della ricca avifauna della zona. Tra le diverse specie osservate dalla macchina quelle di maggiore interesse sono: un’Albanella minore (Circus pygargus), un Falco pecchiaiolo (Pernis apivorus), numerosi Grillai (Falco naumanni), Falchi cuculi (Falco vespertinus) e Rondini rossicce (Cecropis daurica). Nei pressi di Alexandropoli ci rendiamo conto che la macchina più piccola è a corto di carburante, cosa che ci costringe a cercare un distributore tra i paesini della zona…un’impresa non troppo semplice. Durante questo piccolo fuori programma abbiamo però la possibilità di individuare nella stessa termica un esemplare di Biancone (Circaetus gallicus) e uno di Aquila minore (Hieraatus pennatus) morph scuro.

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Giungiamo quindi con leggero ritardo all’area umida, all’interno del Parco Nazionale del Delta dell’Evros. Le guide locali ci accompagnano nella nostra visita della zona occidentale. All’ingresso dell’area protetta facciamo quello che malauguratamente sarà il nostro unico incontro con il particolarissimo Pseudopo (Pseudopus apodus), un sauro di grosse dimensioni caratterizzato dall’assenza totale delle zampe. Si tratta purtroppo di un esemplare investito. Veniamo accolti da un grande numero di Sgarze ciuffetto (Ardeola ralloides) che pescano nei canali, il cielo è affollato di Irundinidi, con quasi tutte le specie del paleartico occidentale presenti in contemporanea: Rondine, Balestruccio, Rondine rossiccia e Topino (Riparia riparia). Diversi esemplari di Falco di palude (Circus aeroginosus) pattugliano i canneti e una Pernice di mare (Glareola pratincola) attraversa il nostro campo visivo. Appena arrivati in un’area idonea, ovvero una zona paludosa di acqua poco profonda, l’obiettivo principale diventa quello di contattare una delle principali specie target dell’intera spedizione. Passano pochi secondi Fig.13 Vanellus spinosus. Foto di A. Senese. prima che Andrea ci annunci di averla Fig.12 Pseudopus apodus. scovata: la meravigliosa Pavoncella armata Foto di A. Senese. (Vanellus spinosus). Questo limicolo dall’aspetto inconfondibile è osservabile in Europa continentale soltanto in questa area umida dove nidifica con diverse coppie. Notiamo infatti poco dopo la presenza di un secondo esemplare probabilmente occupato nella difesa del sito riproduttivo. Proseguendo lungo il percorso diventa difficile scegliere da che lato della strada guardare. Le Beccacce di mare (Haematopus ostralegus) rumoreggiano sugli argini dei canali, nelle zone d’acqua più profonde sono numerosi i Cigni reali (Cygnus olor) e i Pellicani ricci (Pelecanus crispus),

Fig.14 Emberiza calandra. Foto di V. Russo.

e sui posatoi i Marangoni minori (Microcarbo pygmaeus). La strada è affollata da Cutrettole (Motacilla flava feldegg) e da Strillozzi (Emberiza calandra) che posano per i nostri fotografi; inoltre Luca riesce a individuare una Calandrella (Calandrella brachydactyla).

Fig.15 Motacilla flava feldegg. Foto di L. Russo.

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In cielo, in lontanza, si osserva un grosso stormo che identifichiamo come Mignattai (Plegadis falcinellus). Prima di raggiungere la torre d’osservazione, aggiungiamo alla lista Sterna comune (Sterna hirundo) e Mignattino comune (Chlidonias niger). La torre non ci permette di osservare nuove specie, ad esclusione di una colonia di Passera sarda (Passer hispaniolensis) che nidifica tra le travi della costruzione, decidiamo quindi di spostarci verso una nuova area. Tornando verso il centro visite, ci attraversa la Fig.16 Testudo graeca. Foto di L. Russo. strada la nostra prima Tartaruga greca (Testudo graeca), che posa per noi per alcuni minuti. L’unica cosa che ci lascia parzialmente delusi di questa parte della riserva è il basso numero di specie e di individui di limicoli, dovuto probabilmente alla scarsa presenza di pozze d’acqua bassa (la guida ci ha indicato che nella regione non pioveva da diversi mesi). Il clima si è rivelato anche in questo giorno poco adatto all’erpetofauna, essendo infatti caratterizzato da un forte vento freddo e da temperature intorno ai 15 gradi.

Fig.17 Calidris minuta. Foto di V. Russo.

Salutate le guide, decidiamo di pranzare ai piedi della collina che domina l’area umida. In questo momento cominciamo a renderci conto che nemmeno durante le pause è possibile distrarsi dalle osservazioni. Infatti, non appena addentati i panini, Valerio e Rosario gridano all’unisono: “Cicogna nera!”. Assieme a quest’individuo di Ciconia nigra, osserviamo di interessante diversi Bianconi, un’Averla capirossa (Lanius senator) e una Bigiarella (Curruca curruca). Prima di esplorare una nuova area del delta, trascorriamo del tempo tra i prati alla ricerca di rettili. Dopo diverse pietre sollevate, Valerio e Luca Fig.18 Melanocorypha calandra. Foto di V. Russo. scovano un esemplare di Serpente cieco europeo (Xerotyphlops vermicularis), minuto serpente vermiforme dalle abitudini prettamente fossorie. Concludiamo la nostra visita al delta in una zona caratterizzata da diversi stagni esterna all’area protetta, qui osserviamo numerosissimi Falchi cuculi, diversi esemplari di Calandra (Melanocorypha calandra), un Airone rosso (Ardea purpurea) ed un nuovo esemplare di Tartaruga greca.

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Fig.19 Delta dell’Evros. Foto di V. Russo.

La luce comincia a farsi più fioca e le circa 15 ore di osservazioni cominciano a farsi sentire. Anche se a malincuore lasciamo Evros per dirigerci verso il Parco Nazionale della Foresta di Dadia – Lefkimi - Soufli. Qui, veniamo accolti in maniera squisita da Dimitra, gestrice della struttura, che ci dà il benvenuto in un vero e proprio paradiso per l’ecoturista. Dopo una cena a base di Moussaka, alcuni di noi, indomiti, vorrebbero dedicarsi ad una mini esplorazione della foresta in notturna. La presenza però della Polizia di Frontex, “a caccia” di migranti che provano ad attraversare il limitrofo confine con la Turchia, ci scoraggia e intristisce. Dopo aver udito il canto di un Allocco (Strix aluco) ci ritiriamo nelle nostre abitazioni, con la mente già al giorno successivo che si preannuncia come una dei più interessanti dell’intero viaggio.

25 APRILE Ci alziamo di buon mattino, una giornata che si prospetta lunga ed emozionante è alle porte! Visiteremo la Foresta di Dadia, situata su di un comprensorio montuoso e caratterizzata da un mosaico di boschi misti alternati ad ambienti aperti, nota per essere probabilmente il miglior luogo in Europa per l’osservazione degli uccelli rapaci. Prima di colazione, divisi in diversi gruppi, esploriamo i dintorni della struttura. Mentre alcuni di noi si focalizzano nella ricerca di anfibi e rettili altri di dedicano all’avifauna. Prima di dividersi entrambi i gruppi trascorrono del tempo all’interno del capanno Fig.20 Rana dalmatina. Foto di V. Russo.

posizionato

dinanzi

la

mangiatoia/abbeveratoio

per

Passeriformi.

Riscontrato il fatto che in periodo primaverile gli ospiti di quest’ultimo non siano particolarmente interessanti, ci spostiamo all’esterno con la speranza di incontrare specie più particolari. Nota positiva del periodo trascorso all’interno del capanno è stata l’osservazione di un esemplare di Scoiattolo rosso (Sciurus vulgaris). Mentre il gruppo alla ricerca degli anfibi riesce a contattare una Rana dalmatina (Rana dalmatina) e diversi esemplari di Pelophylax sp. (in questa zona sono presenti due specie criptiche che non è possibile identificare facilmente basandosi Atene e Grecia nordorientale – Aprile 2017 Per maggiori informazioni: www.facebook.com/kaylanature - www.instagram.com/kaylanature


esclusivamente sulla morfologia), il secondo gruppo aggiunge alla lista: Monachella (Oenanthe hispanica), Tordela (Turdus viscivorus) e Tordo bottaccio (Turdus philomelos). Dopo il tiepido inizio delle prime ore del giorno e dopo aver fatto colazione lasciamo l’albergo per dirigerci verso uno degli obbiettivi principali della spedizione: il carnaio della Foresta di Dadia. Le emozioni però cominciano ben prima di raggiungere il capanno. Appena usciti Andrea è il primo ad avvistare su un albero, a circa 30 metri di distanza, una femmina di Averla mascherata (Lanius nubicus), siamo in molti a festeggiare l’osservazione, si tratta di una specie indiscutibilmente bella e sicuramente nella “lista dei desideri pre-partenza” di molti di noi. Purtroppo l’animale si allontana prima di poter scattare anche una semplice foto documentativa. Non abbiamo nemmeno il tempo di vivere il Fig.21 Ciconia nigra. Foto di V. Russo. disappunto che, dalla foresta, giungono, quasi in contemporanea, 8 Avvoltoi monaci (Aegypius monachus), 3 Grifoni (Gyps fulvus) e 2 Cicogne nere.

Fig.22 Foresta di Dadia. Foto di A. Senese.

Giunti al capanno, posto ad alcune centinaia di metri dal carnaio, scambiamo qualche chiacchiera silenziosa con i birders presenti all’interno, i quali ci raccontano delle specie da loro osservate nei giorni precedenti. Ci dicono anche di aver goduto della scena di un gruppo di sei lupi avvicinarsi al carnaio il pomeriggio precedente. La visita al capanno, nonostante non riusciamo ad avvistare i suddetti predatori, si rivela comunque ricchissima di emozioni.

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Ad affollarsi intorno alla carcassa di mucca ci sono Avvoltoi monaci, Grifoni e Capovaccai (Neophron pernocpterus) oltre ai numerosi Nibbi bruni (Milvus migrans) e Corvi imperiali (Corvus corax). Inoltre, il tutto è reso ancora più interessante dal passaggio di un giovane di Aquila imperiale (Aquila heliaca) che mobba due Avvoltoi monaci, una scena da documentario!

Fig.23 Le tre specie di avvoltoio osservate. Foto di A. Senese.

Fig.24 Aquila heliaca. Foto di A. Senese.

Terminata l’osservazione dal capanno, da citare anche l’avvistamento di un’Aquila minore morph chiaro, scendiamo lungo il sentiero per tornare alle stanze. Durante la passeggiata incontriamo moltissimi esemplari (numerosissimi i giovani) di entrambe le specie di Ramarro (Lacerta viridis e Lacerta trilineata), diversi esemplari di Tartaruga greca ed un bellissimo esemplare della sottospecie locale della Tartaruga di Hermann (Testudo hermanni boettgeri) dall’intensa colorazione gialla del carapace. Tante anche le mantidi Empusa pennata. Queste si prestano come perfette modelle fotografiche, riscuotendo grande successo in particolare da parte di Raffale, il membro del gruppo più appassionato di artropodi.

Fig.25. Fabio e Valerio osservano l’Empusa. Foto di A. Senese.

Fig.27 Testudo hermanni boettgeri. Foto di A. Senese. Fig.26 Testudo graeca. Foto di V. Russo.

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Fig.28 Lacerta viridis. Foto di L. Russo.

Fig.29 Lacerta trilineata. Foto di A. Senese.

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Rifocillatici con un corroborante frappè greco, offertoci dalla gentilissima Dimitra, siamo pronti a dirigerci verso la prossima destinazione: il Parco Nazionale del Lago di Kerkini, sito Ramsar. Il viaggio ci porta a ripercorre parte del percorso già fatto per raggiungere Evros, per poi svoltare verso Nord, salendo verso le montagne che fanno da confine con la Bulgaria. Arriviamo a destinazione a tramonto già inoltrato ma cominciamo comunque ad avere un primo assaggio dello spettacolo che costituisce questo invaso artificiale. La sistemazione che abbiamo prenotato è forse tra le più suggestive dell’intero viaggio: dei cottage ampli ed accoglienti, recentemente ristrutturati, che affacciano sul lago. Il proprietario, anch’egli molto accogliente, ci dà l’appuntamento per il giro in barca del giorno successivo e ci consiglia di cenare in un ristorante di sua conoscenza specializzato in carne di bufala. Dopo un’ottima cena, arrivata al termine di una giornata straordinariamente ricca di emozioni, proviamo a tornare alla sistemazione per riposare qualche ora. Proviamo perché, in effetti, non riusciamo ad andare a letto presto quanto vorremmo. Le distrazioni offerte dalla biodiversità locale sono troppe. Fermandoci nel paesino di Kerkini notiamo che ogni palo della rete elettrica ospita una coppia di Cicogne bianche. Dopo qualche foto, scattata senza flash per non disturbare “le famiglie”, ci rimettiamo in macchina. Camminare con i finestrini aperti (ma anche averli chiusi non avrebbe fatto differenza) ci fa rendere conto dell’assordante concerto offerto da diverse specie di anuri che si corteggiano nei pressi delle rive del lago. Pochi decidono di ritirarsi, mentre la maggioranza di noi “assetata” di nuove osservazioni decide, nonostante la grande stanchezza, di esplorare le sponde. Centinaia di migliaia di rane verdi e di Fig.30 Emys orbicularis. Foto di L. Russo. raganelle, sono chiassosissime e ci attirano fino ai pressi dell’acqua. L’atmosfera è magica e il giro con le torce, accompagnati da questo fantastico sottofondo musicale, è estremamente suggestivo. Osserviamo diversi esemplari di Rane verdi (Pelophylax cf ridibundus), di Raganelle comuni (Hyla arborea), una Testuggine palustre europea (Emys orbicularis) (catturata da . Luca per l’identificazione e prontamente rilasciata) ed un giovane esemplare di Natrice tassellata (Natrix tessellata). Inoltre, tra i tanti invertebrati dulciacquicoli, Ditischi e una variopinta Sanguisuga, individuata da Lorenzo, richiamano il nostro interesse. Il breve percorso in auto per tornare alla struttura ci consente di incontrare una Volpe (Vulpes vulpes) ed una Lepre europea (Lepus europaeus), oltre ad un altro mammifero di dimensioni maggiori a distanza più elevata. Mentre alcuni lo identificano come Tasso, per altri avrebbe potuto essere un Cane procione, purtroppo non sapremo mai chi fosse dalla parte della ragione. Prima di addormentarci, ancora in fibrillazione per le tante fantastiche osservazioni del giorno, aggiungiamo alla nostra lista Civetta (Athena noctua) e Assiolo (Otus scops) che cantano vicino le nostre stanze insieme ai tanti Usignoli (Luscinia magarhynchos).

Fig.31 Hirudo sp.. Foto di A. Senese.

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Fig.32 Hyla arborea. Foto di A. Senese.

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Fig.33 Natrix tessellata. Foto di A. Senese.

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26 APRILE

Fig.34 Il Lago di Kerkini. Foto di A. Senese.

Avendo in programma la tanto attesa perlustrazione del lago, fissata per le ore 07:45, decidiamo di posticipare la colazione alla seconda mattinata, una volta tornati dal giro in barca. .

Ci dirigiamo dunque nei pressi del paesino, dove abbiamo appuntamento con il proprietario dei cottage, già pronto a salpare con la tipica imbarcazione del posto, denominata plaves. Sarà proprio lui a condurci lungo questa esperienza davvero unica. Le sorprese non tardano ad arrivare e, non appena salpati, subito l’avifauna della zona ci dà il benvenuto. Rimaniamo piacevolmente sorpresi dalla ridottissima distanza di fuga di molteplici specie, come Marangoni minori, Sterne comuni e Sgarze ciuffetto, posate a pochi metri da noi, tra paletti e sponde del lago.

Fig.35 Sterna hirundo. Foto di A. Senese.

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Circondati da numerosi Svassi maggiori, ci dirigiamo verso Nord, dove iniziamo ad osservare i primi individui di Pellicano riccio. In lontananza notiamo delle costruzioni circondate dalle acque del lago: le piattaforme artificiali finalizzate al garantire la nidificazione dei pellicani, proteggendone le covate dalle variazioni di livello dell’acqua connesse alla diga. È quando l’imbarcazione di avvicina a queste che andiamo letteralmente in visibilio. Rimaniamo estasiati dal poter osservare, a pochi metri di distanza, centinaia di individui di Pellicano riccio, accompagnati da un numero minore di Pellicani bianchi (Pelecanus onocrotalus). Dato il periodo preriproduttivo, la nostra guida si preoccupa di mantenere una distanza di sicurezza in modo da non stressare gli animali. Dopo una ventina di minuti davvero incomparabile, trascorsa fotografando pellicani, Marangoni minori e Sterne comuni, continuiamo il nostro tour allontanandoci dalle piattaforme.

Fig.36 Microcarbo pygmaeus e Phalacrocorax carbo. Foto di V. Russo.

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Fig.37 Pelecanus crispus. Foto di L. Russo.

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Nonostante la nostra guida sembri focalizzata esclusivamente alla presenza dei numerosi Cormorani che ci affiancano, segnalandone con fragore la presenza e urlando in ogni istante “Cormorants!!”, noi tutti sbinocoliamo le acque in cerca di nuove specie. Dunque riusciamo ad aggiungere alla nostra lista diverse specie legate all’ambiente lacustre, quali i seguenti anseriformi: Oca selvatica (Anser anser), Mestolone (Anas clypeata), Fischione (Anas penelope), Marzaiola (Anas querquedula) e Moriglione (Aythya ferina).

Fig.38 Anas clypeata e Anas querquedula. Foto di V. Russo.

Una volta attraccati con l’imbarcazione, contattiamo alcuni individui di Passera mattugia (Passer montanus) per poi . dirigerci ai cottage, affamati ma soddisfatti. Lungo il tragitto facciamo una breve sosta nei pressi di alcuni stagni privati, Fig.38 Mauremys rivulata e Emys orbicularis. Foto di A. Senese. dove osserviamo nel contempo alcune Testuggini palustri europee accompagnarsi ad alcuni esemplari di Tartaruga Fig.39 Mauremys rivulata e Emys orbicularis. Foto di A. Senese. palustre dei Balcani (Mauremys rivulata). Osserviamo inoltre una Cicogna nera e due Avocette (Recurvirostra avosetta) in alimentazione sulla riva. . .

Fig.40 Ciconia nigra. Foto di V. Russo.

Fig.41 Microcarbo pygmaeus. Foto di V. Russo.

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Fig.42 Mediodactylus kotschyi. Foto di A. Senese.

Una volta tornati i gentilissimi gestori ci coccolano con torte, confetture e mieli, tutti esclusivamente homemade. Dopo questa super colazione ci apprestiamo a lasciare a malincuore la struttura. Durante l’attesa dei partecipanti indaffarati nel chiudere i bagagli, Valerio e Andrea ispezionano le mura del cottage, riuscendo a contattare alcuni individui di Geco di Kotschy (Mediodactylus kotschyi). La presenza di questi piccoli sauri attira l’attenzione non solo . del nostro gruppo ma anche quella di altri ospiti che si avvicinano incuriositi. Non riusciamo a lasciare il cottage che il luogo continua a riservarci sorprese. Mentre carichiamo le autovetture, sopra le colline che dominano la sponda del lago, osserviamo la presenza di due grossi rapaci in lontananza. Dopo un’attenta analisi con l’ausilio del cannocchiale, Rosario esclama con gioia “Aquila di mare!”.

Fig.43 Haliaeetus albicilla. Foto di A. Senese.

Per fortuna di tutti i due individui di Haliaeetus albicilla si distaccano dalla termica e si avvicinano a portata di binocolo, prima di scomparire dietro un costone. Ci muoviamo dunque lungo la sponda Sud Ovest del lago, verso l’osservatorio indicatoci dal gestore come il luogo più valido ove avvistare rapaci.

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Fig.44 I prati di Kerkini. Foto di A. Senese.

Visitiamo il sito dove riusciamo a contattare solo alcuni individui di Nibbio bruno e di Falco di palude. Ciononostante, arricchiamo la nostra checklist con specie di ambienti aperti quali Quaglia (Coturnix coturnix) e Zigolo nero (Emberiza cirlus). Dopo questa tappa, torniamo al paesino, prima di indagare le restanti sponde lacustri. Durante il cammino osserviamo alcuni individui di Lucertola muraiola dei Balcani (Podarcis tauricus) intenti a termoregolarsi sull’asfalto . stradale.

Fig.45 Podarcis tauricus. Foto di A. Senese.

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Fig.47 Libhytea celtis. Foto di V. Russo. Fig.46 Empusa pennata. Foto di R. Balestrieri.

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Fig.48 Ciconia ciconia. Foto di V. Russo.

Appena giunti nei pressi del paesino di Kerkini, facciamo una breve sosta per dare l’opportunità a tutti i membri del gruppo di fotografare le bellissime coppie di Cicogna bianca, osservate la precedente sera. Qui contattiamo finalmente un individuo di Poiana codabianca (Buteo rufinus). Inoltre notiamo la presenza di diverse colonie di Passera sarda all’interno delle grosse ceste poste . sopra i pali elettrici. I passeriformi non sono gli unici a richiamare la nostra attenzione, infatti notiamo la presenza di numerosi bambini all’uscita di una scuola materna, a pochi metri dai nidi, ammirando la pacifica convivenza tra comunità del paese e quella ornitica ed il rispetto nei confronti di quest’ultima. Sopraggiunti alla pompa di benzina, veniamo accolti da un gruppo misto di Rondini rossicce, Balestrucci e Topini in alimentazione, che condividono lo stesso cavo come posatoio. Dopo un pranzo veloce a base di Souvlaki e patatine fritte, proseguiamo il nostro giro in senso orario del perimetro lacustre.

Fig.49 Passer hispaniolensis. Foto di R. Balestrieri.

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Fig.50 Cecropis daurica. Foto di A. Senese.

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Fig.51 La sponda settentrionale di Kerkini. Foto di V. Russo.

Durante gli spostamenti da tappa a tappa ci è difficile distogliere lo sguardo dal cielo, siamo difatti circondati per tutta la durata del pomeriggio da una moltitudine di Rondini rossicce, Falchi cuculi e Grillai. Decidiamo quindi di fare una breve sosta sulla sponda Nord Est del lago, caratterizzata da boschetti igrofili, fragmiteti e insenature più stagnanti, e non . ce ne pentiamo affatto. Ci accoglie infatti un paesaggio idilliaco, frequentato da numerosissime specie ornitiche, come Nitticore (Nycticorax nycticorax), Aironi rossi, Spatole e Mignattai. Inoltre aggiungiamo alla lista Airone guardabuoi (Bubulcus ibis) (unico esemplare osservato durante l’intero tour) e Moretta tabaccata (Aythya nyroca). Il sito si rileva particolarmente proficuo anche per quanto riguarda i limicoli, infatti in pochi minuti contattiamo Avocetta, Cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus), Piro piro boschereccio (Tringa glareola), Piro piro piccolo (Actitis hypoleucos), Pantana (Tringa nebularia), Combattente (Philomachus pugnax) e Beccaccino (Gallinago gallinago). Procedendo a sud della sponda destra del lago decidiamo di fare l’ultima sosta. Appena giunti veniamo sorvolati da numerosi Gruccioni (Merops apiaster) e Balestrucci. Trascorriamo circa un’ora tra insenature e pascoli frequentati da Bufali aggiungendo alla lista Corriere piccolo (Charadrius dubius) e Picchio verde (Picus viridis). Una volta ripartiti, percorrendo la strada che costeggia il lago ci imbattiamo in un grosso individuo di Testuggine palustre europea nel bel bezzo della corsia, che decidiamo di trasferire al di là della carreggiata, per metterlo in salvo dai diversi camion presenti lungo la via. Prima di lasciare questa importante area umida, ci fermiamo 5 minuti per salutare il lago e ringraziarlo delle tante emozioni regalate. Il sole ormai cala e, prima di sistemarci nelle autovetture, Kerkini ci dà l’ultimo dono: un bellissimo individuo di Lodolaio (Falco subbuteo) ci passa a pochi metri di distanza, una nuova specie!

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Fig.52 Pelecanus crispus. Foto di A. Senese.

Ci mettiamo dunque in viaggio verso il prossimo itinerario del tour, il Monte Olimpo. L’itinerario risulta essere piuttosto eterogeneo dal punto di vista paesaggistico. Scendendo verso sud, passiamo dalle montagne dell’entroterra all’area industriale periferica di Salonicco, per poi attraversare la piana deltizia del fiume Axios e costeggiare il Golfo Termaico fino ad arrivare alle pendici orientali dell’Olimpo. Qui giungiamo a Litochoro, pittoresco paesino posto ai . confini con il Parco Nazionale del Monte Olimpo, dove pernotteremo per la durata di due notti in un caratteristico residence gestito da un gentile ragazzo del luogo. In previsione della giornata impegnativa dell’indomani, dopo essere stati in un ristorantino nei pressi della piazza principale e consumato una buona cena a base di polpo arrostito, sarde e cozze fritte (Litochoro dista soltanto 5 km circa dal litorale macedone), decidiamo di ritirarci nelle nostre stanze, con la buonanotte di un Assiolo in canto.

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27 APRILE Ci svegliamo presto in quel di Litochoro e veniamo accolti dal gestore del residence con una assortita colazione a base di prodotti genuini quali yogurt, torte e barrette di frutta secca. Ragionando con quest’ultimo riguardo i nostri progetti della giornata, ci viene spiegato che, a causa delle temperature ancora sotto la media stagionale, i monti sono ancora innevati dai 1600 m in su. Questo ci porta a modificare leggermente il programma, accantonando l’idea di raggiungere l’ultimo rifugio prima della cima, focalizzandoci invece sui molteplici siti d’interesse che il massiccio montuoso può offrire a quote inferiori. Intanto sulle nostre teste il cielo è affollato da Balestrucci, Rondini, Rondoni comuni, pallidi e maggiori.

Fig.53 Ophrys sp.. Foto di A. Senese.

Fig.54 Valerio mostra al gruppo un esemplare di Ablepharus kitaibelii. Foto di A. Senese.

Lungo la strada che porta alla cima, prima di indagare l’ambiente forestale tipico del Monte Olimpo, alcuni prati naturali circondati da macchia mediterranea suscitano il nostro interesse. La sosta si dimostra molto produttiva e, non appena raggiunta la radura, dando una sbinocolata lungo le pendici montuose osserviamo due individui di Aquila del Bonelli (Aquila fasciata) dominare la vallata. Tra la macchia contattiamo diversi Passeriformi, tra cui un maschio di . . Sterpazzolina comune (Curruca cantillans) in canto, mentre tra la vegetazione erbacea, caratterizzata da eleganti orchidee (Ophrys sp.), troviamo una Tartaruga di Hermann e uno Scinco occhi di serpente (Ablepharus kitaibelii), catturato per l’identificazione e poi immediatamente rilasciato. Ispezionando più accuratamente tale ambiente notiamo la presenza di numerosi individui appartenenti a tale specie.

Fig.55 Ablepharus kitaibelii. Foto di V. Russo.

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Fig.56 Bosco misto. Foto di A. Senese.

Salendo di quota ci fermiamo lungo un versante caratterizzato dall’alternanza di costoni rocciosi e vegetazione arborea. Mentre il gruppo osserva diversi individui di Lucertole muraiole (Podarcis muralis) intenti a crogiolarsi sulle rocce calcaree, alcuni partecipanti si concentrano su due Accipitriformi . in termica: una bellissima coppia di Bianconi. Continua il nostro percorso al modificarsi del paesaggio che ci circonda. Ci distacchiamo dunque dalla strada principale per un rapido affaccio ad un’area di faggeta mista ad abetina. In pochi minuti annotiamo le seguenti specie forestali: Picchio nero (Dryocopus martius), Cincia mora (Periparus ater), Picchio muratore (Sitta europaea), Rampichino (Certhia brachydactyla) e Ciuffolotto (Pyrrhula pyrrhula).

Fig.57 Circaetus gallicus Foto di V. Russo.

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Fig.58 Podarcis muralis. Foto di R. Balestrieri.

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Fig.59 Il Sacro Monastero di San Dionisio. Foto di R. Balestrieri.

Dopo questa breve parentesi, ritorniamo sul percorso principale, pronti a raggiungere la prossima tappa. Ci dirigiamo dunque verso il Sacro Monastero di San Dionisio, monumento di rara bellezza, perfettamente integrato nell’ambiente naturale, sia per struttura che per i materiali utilizzati nella costruzione. Arrivati al complesso bizantino, immersi nel fascino del luogo, visitiamo la chiesa principale. Nei paraggi osserviamo numerose Lucertole muraiole e numerosi . Ramarri (Lacerta sp.).

Fig.60 Generazioni a confronto. Foto di R. Balestrieri.

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Fig.61 Uno dei siti indagati. Foto di V. Russo.

Dopo questa parentesi storico-architettonica, ci spostiamo sulle sponde del torrente posto alle spalle del monastero, discendendo un sentiero immerso nel bosco, per consumare il nostro pranzo. Mentre pasteggiamo, accompagnando con il pane . dell’ottimo formaggio di capra, pastrami di manzo e frutta secca, è impossibile distogliere lo sguardo dalla natura che ci circonda. Un Merlo acquaiolo (Cinclus cinclus) attraversa il nostro campo visivo e, nel contempo, decine di Rondini montane (Ptyonoprogne rupestris) compiono acrobazie sulle nostre teste. In seguito ci mettiamo alla ricerca di anfibi, riuscendo a individuare tra le fresche acque alcuni individui di Salamandra pezzata (Salamandra salamandra), ancora allo stadio larvale, e adulti di Rana greca (Rana graeca). Tornati alle autovetture, vogliosi di ulteriori emozioni, saliamo fino alla località di Prionia, in una cornice dominata da vette innevate, Faggi e Abeti neri. Una volta lì gran parte del gruppo si equipaggia per intraprendere un sentiero con l’intento di raggiungere un sito riproduttivo di Ululone dal ventre giallo (Bombina variegata), mentre Rosario decide di rimanere nei pressi del bar dell’area parcheggio, con l’intento di continuare a dedicarsi al birdwatching.

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Fig.62 Salamandra salamandra. Foto di A. Senese.

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Fig.63 Bombina variegata. Foto di L. Russo.

Giunti al sito stabilito, un fiume a carattere torrentizio, il risultato è di gran lunga superiore delle attese. Infatti ci accoglie un gran numero di Ululoni dal ventre giallo alcuni dei quali in amplesso, all’interno di buche carsiche scavate nella roccia. Oltre ai suddetti, contattiamo anche un individuo di Rana greca. Nel contempo, Rosario aggiunge alla lista i seguenti Passeriformi, ancora inspiegabilmente mancanti: Scricciolo (Troglodytes troglodytes), Pettirosso (Erithacus . rubecula), Fiorrancino (Regulus ignicapilla) e Cincia bigia (Poecile palustris).

Fig.64 Rana graeca. Foto di A. Senese.

Una volta tornati al rifugio, il gruppo si concede un pò di relax e, sorseggiando un frappè greco, si discute sul da farsi. Decidiamo dunque di provare a contattare una particolarissima pianta carnivora: la Pinguicola hirtiflora. Ci rechiamo in un probabile sito, a pochi passi dal rifugio. Un posto incantevole, ai piedi di una cascata, che regala a Lucia, partecipante appassionata di fotografia, squisiti scorci da immortalare. Purtroppo della pianta in questione nemmeno . l’ombra (probabilmente a causa del clima ancora non abbastanza mite).

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Nonostante la tanta stanchezza e il sole che pian piano volge all’orizzonte, sulla via del ritorno ci lasciamo ingolosire da alcuni prati tra gli oliveti, potenziale dimora di interessanti specie di rettili. La sosta sembra non dare alcun frutto, ma è proprio quando il gruppo perde la speranza che Andrea trova al di sotto di una roccia un individuo di Serpente cieco europeo. Il piccolo ofide viene catturato al fine di farlo visionare a tutti i partecipanti della spedizione, in particolare a coloro assenti durante il primo avvistamento, per poi essere rilasciato.

Fig.65 Xerotyphlops vermicularis. Foto di V. Russo.

Rientrati, ci dirigiamo in paese per un pasto veloce a base di Gyros e Souvlaki per poi rientrare nelle nostre abitazioni, fantasticando riguardo le diverse tappe previste all’indomani. .

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28 APRILE

Fig.66 I pascoli indagati. Foto di A. Senese.

Dopo l’ennesima ricca colazione, salutiamo il nostro ospitante e lasciamo le stanze. Partiti direzione Rovine di Dion, Valerio fissa una breve sosta a metà . strada. Alcuni pascoli aridi alle pendici del Monte Olimpo, potenzialmente redditizi in quanto ad erpetofauna, richiamano la sua attenzione. Il gruppo si mette dunque al lavoro, ispezionando ogni singola roccia presente, mentre un’Aquila minore sorvola la zona. Tale ricerca si rileva alquanto proficua, portandoci a contattare, soprattutto grazie all’impegno di Roberto, due individui di Xerotyphlops vermicularis e un individuo giovane di Cervone (Elaphe quatorlineata).

Fig.67 Xerotyphlops vermicularis. Foto di R. Balestrieri.

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Fig.68 Elaphe quatorlineata. Foto di L. Russo.

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Inoltre, tra i massi, diversi Aracnidi richiamano la nostra attenzione. Tra questi una Steatoda paykulliana, ragno della famiglia Theridiidae, e un bellissimo scorpione appartenente alla specie Mesobuthus gibbosus intento a cibarsi di un ragno di piccole dimensioni, catturato proprio davanti ai nostri occhi. Al termine dell’indagine, ci imbattiamo in alcuni pastori locali, incuriositi dalla nostra presenza, con i quali discutiamo sull’importanza dei serpenti per l’ecosistema rurale. Fig.69 Steatoda paykulliana. Foto di A. Senese.

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Fig.70 Mesobuthus gibbosus. Foto di A. Senese.

Arrivati presso le rovine, il sole inizia a battere forte. Le alte temperature, tanto attese nei giorni precedenti, iniziano a riscaldare le terre elleniche. Purtroppo la presenza di giardinieri e turisti all’interno di una distesa erbosa, combinata alla vegetazione ancora troppo rigogliosa, ci impedisce di avvistare la popolazione di Citello presente. Questo sito archeologico, posto nella zona pianeggiante della Pieria, all’ombra dell’Olimpo, è davvero suggestivo. Infatti i resti di . età classica e paleocristiana risultano incastonati nel mezzo di sorgenti, boschetti ripariali, zone acquitrinose e torrenti. In questo straordinario connubio tra storia e natura non mancano le osservazioni, tra le chiome degli alberi avvistiamo un Picchio verde, un Picchio rosso maggiore (Dendrocopos major) e un paio di Rigogoli (Oriolus oriolus). Notiamo inoltre la presenza di alcuni Gruccioni e di un numero impressionante di Cuculi in migrazione, mai visti così tanti assieme!

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La presenza di numerosi specchi d’acqua rende la zona un hotspot per molteplici specie legate all’ambiente palustre. Durante la nostra visita avvistiamo diversi individui di Testuggini palustri (sia europee che balcaniche), un individuo adulto di Natrice tassellata, oltre a molteplici Rane verdi e Granchi di fiume (Potamon fluviatile). Tornati alle autovetture, a pochi metri dal parcheggio alcuni individui di Cicogna bianca ci danno l’arrivederci.

Fig.72 Potamon fluviatile. Foto di A. Senese. Fig.71 Le Rovine di Dadia. Foto di A. Senese.

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Fig.73 Pelophylax sp.. Foto di R. Balestrieri.

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Fig.74 Ciconia ciconia. Foto di R. Balestrieri.

Durante il breve tragitto che costeggia il Golfo Termaico, nei pressi di un’area industriale, osserviamo un gruppo di circa 12 Corvi comuni (Corvus frigilegus). Giunti infine all’interno del Parco Nazionale del Delta dell’Axios – Loudias Aliakmonas, vasto complesso deltaico protetto dalla Convenzione di Ramsar, decidiamo di indagare la sponda destra della . foce dell’Axios. La maggior parte delle pozze sono in secca e il numero di uccelli presenti è piuttosto ridotto rispetto alle aspettative. Lungo la strada che porta alla linea di costa osserviamo alcune Beccacce di mare e un individuo in muta di Pivieressa (Pluvialis squatarola), oltre ad alcuni individui di Falco di palude e Cicogna bianca. Raggiunta la costa, nei pressi di un osservatorio, ci fermiamo per pranzare, cosa che, ancora una volta, ci risulta non facile viste le continue distrazioni. Tra un morso e l’altro, ci passa accanto un Falco pescatore (Pandion haliaetus) e a pochi metri si posano due Fraticelli (Sternula albifrons). Consumato a rate il pasto, ci posizioniamo sull’osservatorio senza vedere niente di interessante se non Aironi cenerini, Spatole e Mignattai. Qui i tour leader ragionano riguardo la prossima tappa, decidendo di dirigersi, con l’intento di contattare altre specie di limicoli, presso la Laguna di Kalachori, al confine tra il Parco Nazionale e l’area extraurbana di Salonicco. Ripercorrendo la stradina che ci aveva condotto all’osservatorio, Luca nota la presenza di un giovane di Testuggine palustre europea a centro strada, subito prelevata e rilasciata in un vicino canale. Lungo la via il gruppo avvista 11 Combattenti, alcuni Cavalieri d’Italia e una Civetta posata su di un rudere.

Fig.75 Athene noctua. Foto di V. Russo.

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Fig.76 Himantopus himantopus, Calidris ferruginea, Haematopus ostralegus e Pluvialis squatarola. Foto di V. Russo & A. Senese.

Nonostante un primo impatto negativo, per la presenza prima di un gregge con cani da pastore e poi di pescatori e gente dedita a jogging e passeggiate sul lungomare, la laguna si presenta gremita di un gran numero di individui e di specie di Caradriformi e altri uccelli acquatici. Trascorriamo una piacevole oretta scrutando tramite il cannocchiale le due .vasche presenti, osservando centinaia di individui tra: Volpoche, Avocette, Corrieri grossi (Charadrius hiaticula), Fratini (Charadrius alexandrinus), Piovanelli comuni (Calidris ferruginea), Gambecchi comuni (Calidris minuta), Piro piro boscherecci, Piro piro piccoli, Pettegole (Tringa totanus) e Sterne zampenere (Gelochelidon nilotica). Nel contempo il gruppo indaga anche la linea di costa, sperando in qualche uccello marino. Purtroppo non viene avvistato alcun uccello pelagico, ma vengono contattati alcuni Beccapesci (Thalasseus sandvicensis), Sterne comuni e numerosi individui di Gabbiano corallino (Ichthyaetus melanocephalus) in abito completo.

Fig.77 Ichthyaetus melanocephalus. Foto di A. Senese.

La giornata ormai volge al termine e a malincuore dobbiamo deporre cannocchiali, binocoli e attrezzatura fotografica, per poi dirigersi a Salonicco, dove torneremo nell’albergo che ci aveva ospitato all’inizio del viaggio. È tempo ormai di dare l’arrivederci alla fantastica Grecia, decidiamo di farlo consumando un’ottima cena in un . ristorante specializzato in cucina di mare, dove tra i tanti brindisi e un po' di tristezza, concordiamo tutti sul fatto di aver vissuto insieme un’eccezionale avventura.

Testo a cura di V. Russo & A. Senese. Si ringrazia per le foto: R. Balestrieri, L. Russo, V. Russo & A. Senese. In copertina: Pelecanus onocrotalus. Foto di A. Senese.

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CHECKLIST Anfibi

Rettili

1.

Salamandra salamadra

1.

Testudo marginata

2.

Bombina variegata

2.

Testudo graeca

3.

Bufo bufo

3.

Testudo hermanni boettgeri

4.

Rana dalmatina

4.

Emys orbicularis

5.

Rana graeca

Mauremys rivulata

Pelophylax sp.

5.

6. 7.

Hyla arborea

6. 7. 8.

Mediodactylus kotschy Ablepharus kitaibelii Pseudopus apodus*

9.

Lacerta trilineata

10. Lacerta viridis 11. Podarcis tauricus 12. Podarcis muralis 13. Xerotyphlops vermicularis 14. Natrix tessellata 15. Elaphe quatuorlineata

*Animale rinvenuto morto

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Uccelli 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. 28. 29. 30. 31. 32. 33. 34. 35. 36. 37. 38. 39. 40. 41. 42. 43. 44. 45. 46. 47. 48. 49. 50. 51. 52. 53. 54. 55. 56. 57.

Coturnix coturnix Anser anser Cygnus olor Tadorna tadorna Anas penelope Anas plathyrhynchos Anas querquedula Anas clypeata Aythya ferina Aythya nyroca Podiceps cristatus Pelecanus onocrotalus Pelecanus crispus Phalacrocorax pygmeus Phalacrocorax carbo Nycticorax nycticorax Ardeola ralloides Bubulcus ibis Ardea cinerea Ardea purpurea Casmerodius albus Egretta garzetta Ciconia ciconia Ciconia nigra Plegadis falcinellus Platalea leucorodia Phoenicopterus ruber Pandion haliaetus Gyps fulvus Aegypius monachus Neophron percnopterus Haliaeetus albicilla Aquila heliaca Aquila fasciata Hieraaetus pennatus Circaetus gallicus Milvus migrans Circus aeruginosus Circus pygargus Buteo buteo Buteo rufinus Pernis apivorus Falco naumanni Falco tinnunculus Falco vespertinus Falco subbuteo Falco peregrinus Gallinula chloropus Fulica atra Haematopus ostralegus Himantopus himantopus Recurvirostra avosetta Glareola pratincola Charadrius hiaticula Charadrius dubius Charadrius alexandrinus Pluvialis squatarola

58. Vanellus armatus 59. Calidris minuta 60. Calidris ferruginea 61. Tringa erhythropus 62. Tringa totanus 63. Tringa nebularia 64. Tringa glareola 65. Actitis hypoleucos 66. Philomachus pugnax 67. Numenius phaeopus 68. Gallinago gallinago 69. Chroicocephalus ridibundus 70. Ichthyaetus melanocephalus 71. Larus michahellis 72. Sternula albifrons 73. Thalasseus sandvicensis 74. Gelochelidon nilotica 75. Sterna hirundo 76. Chlidonias niger 77. Columba livia (domestica) 78. Columba palumbus 79. Streptopelia turtur 80. Streptopelia decaocto 81. Psittacula krameri 82. Myiopsitta monachus 83. Cuculus canorus 84. Strix aluco 85. Athene noctua 86. Otus scops 87. Tachymarptis melba 88. Apus apus 89. Apus pallidus 90. Merops apiaster 91. Upupa epops 92. Dendrocopus major 93. Dryocopus martius 94. Picus viridis 95. Alauda arvensis 96. Galerida cristata 97. Lullula arborea 98. Calandrella brachydactyla 99. Melanocorypha calandra 100. Riparia riparia 101. Ptyonoprogne rupestris 102. Hirundo rustica 103. Cecropis daurica 104. Delichon urbica 105. Motacilla flava 106. Motacilla cinerea 107. Motacilla alba 108. Troglodytes troglodytes 109. Cinclus cinclus 110. Erithacus rubecula 111. Luscinia megarhynchos 112. Phoenicurus phoenicurus 113. Saxicola rubetra 114. Oenanthe hispanica 115. Muscicapa striata

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116. Ficedula hypoleuca 117. Monticola solitarius 118. Turdus merula 119. Turdus philomelus 120. Turdus viscivorus 121. Sylvia atricapilla 122. Curruca cantillans 123. Curruca curruca 124. Curruca melanocephala 125. Cettia cetti 126. Acrocephalus arundinaceus 127. Phylloscopus collybita 128. Phylloscopus sibilatrix 129. Regulus ignicapillus 130. Poecile palustris 131. Periparus ater 132. Parus major 133. Cyanistes caeruleus 134. Sitta europaea 135. Certhia brachydactyla 136. Lanius senator 137. Lanius nubicus 138. Garrulus glandarius 139. Pica pica 140. Coloeus monedula 141. Corvus frugilegus 142. Corvus cornix 143. Corvus corax 144. Sturnus vulgaris 145. Oriolus oriolus 146. Passer domesticus 147. Passer hispaniolensis 148. Passer montanus 149. Fringilla coelebs 150. Serinus serinus 151. Carduelis chloris 152. Carduelis carduelis 153. Pyrrhula pyrrhula 154. Miliaria calandra 155. Emberiza cirlus

Mammiferi 1. 2. 3.

Sciurus vulgaris Lepus europaeus Vulpes vulpes

In rosso: Specie naturalizzate.


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