Juggling Magazine, #91 – june 2021

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spazio a cura del Comitato Scientifico Circosfera

INFANZIA, ADOLESCENZA, PANDEMIA

di Silvia Accattoli (Save the Children)

Come descriveresti la condizione di bambini/e e degli adolescenti durante questo momento pandemico? La situazione per i bambini/e preadolescenti e adolescenti non è certamente semplice. Tra le tantissime questioni c'è sicuramente quella economica che ha interessato molte famiglie. Un altro aspetto molto delicato da tenere in considerazione è quello del diritto all'istruzione, che è stato intaccato in questo periodo dal gap digitale, che era già presente, ma che è aumentato con il covid. Si sono accentuate fratture e distanze tra soggetti rimasti indietro perché non tutte le famiglie hanno gli strumenti digitali necessari per permettergli di seguire la dad. Ecco che accanto alla povertà economica c’è anche la povertà educativa.

anche come luogo di aggregazione, la mancanza di questa parte ha generato il protrarsi di una situazione in cui l’isolamento sociale va sempre più ad acuirsi. Molti ragazzi intervistati da Save the Children hanno riferito delle loro difficoltà nel concentrarsi, della noia nel seguire le lezioni a distanza. Sono molte ormai le voci di esperti, sia in ambito pedagogico che clinico, che hanno lanciato un allarme rispetto alle condizioni di “reclusione”, con un costo altissimo per il loro sviluppo e la loro crescita, soprattutto negli adolescenti. Uno studio dell’Ospedale Pediatrico Gaslini di Genova ha evidenziato la presenza di molte possibili ricadute a livello emotivo e psicologico su bambini e ragazzi dai 5 ai 18 anni. Alcuni disturbi sono aumentati durante il periodo di lockdown e il periodo successivo: disturbi d'ansia o somatoformi, ad esempio la sensazione della mancanza d'aria, e tutti i disturbi del sonno, cambiamenti del tono dell’umore, disturbi psicosomatici quali mal di testa e mal di pancia. Inoltre credo che la pandemia abbia causato dei cambiamenti nell’approcciarsi al proprio corpo. Molti ragazzi hanno bisogno di ri-connettersi al proprio corpo, è venuta meno la consapevolezza del gesto, l’ascolto del proprio corpo e dei suoi movimenti anche relativa al riconoscimento del proprio schema corporeo. Questo è allarmante perché le procedure che regolano il controllo motorio sono le stesse che stanno alla base del cognitivo.

Quali sono le loro problematiche che hai riscontrato più frequentemente in questo periodo? Sicuramente problematiche relative alla concentrazione e all’attenzione o fragilità derivanti da situazioni di isolamento sociale. Bambini e ragazzi vedono la scuola

Sei insegnante di circo ludico educativo e sociale da molti anni. Che risorsa può rappresentare il circo in questo difficile momento? Sono convinta che in un'ottica educativa e sociale il circo offre sicuramente una grande opportunità a tutti i bambini e ra-

intervista di Giuditta Pino Silvia Accattoli, di formazione psicologa, da anni opera nel campo della pedagogia dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, si occupa di formazione informale, è formatrice senior e coordina un centro educativo per Save the Children Italia Onlus a Milano. Accanto al lavoro psico-educativo puro, e a capacità tecniche maturate nel circo contemporaneo, conduce da anni progetti nell’ambito del circo sociale e del circo ludico educativo.

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gazzi per riconnettersi con se stessi e con il proprio corpo: si ritrova la consapevolezza corporea, lo schema corporeo associato alle emozioni in movimento, ad esempio attraverso degli esercizi di circoteatro. Molto importante anche il risvolto sulla sfera emotiva e psicologica, perché permette ai bambini di esprimersi in un contesto protetto, ma comunque libero, e dona loro la possibilità di superare le difficoltà che hanno vissuto o che stanno vivendo, sublimandole in modo positivo. Il circo può sicuramente promuovere e potenziare questa sfera che ha un aspetto fortemente sociale, in quanto promuove le relazioni tra i pari attraverso lo stare insieme, il ritrovarsi in momenti anche di gioco attraverso il circo. Anche la parte più psicologica e individuale emotiva viene comunque manifestata, espressa, vissuta e non rimossa e questo è importante. Inoltre credo che le discipline del circo offrono ai ragazzi la possibilità di rompere più velocemente quella barriera che a volte generiamo per difesa, andando a stimolare l’area del non verbale, del simbolico e immaginativo, spesso non presente nella quotidianità, che qui ritrova una propria strada, un proprio spazio e tempo per svilupparsi. Quali sono le parole chiave da tenersi da non dimenticare in questo periodo nel nostro lavoro con l’infanzia? Sicuramente emozioni. E poi ascolto e presenza, la capacità di stare con quello che c'è e che abbiamo. L'ultima è lo sguardo proiettato, saper guardare più in là, per non dimenticarsi di guardare lontano.

La versione integrale dell’intervista e del relativo podcast sono disponibili su Circosfera.it

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