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SALTIMBANCHI A MILANO
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funamboloedizioni.net di Claudio Madia
foto archivio Claudio Madia
Avevo uno scatolone pieno di cartoline, riviste e ritagli di giornale che avevo iniziato a conservare quando mi ero reso conto che in passato nessuno si era preoccupato di fare altrettanto lasciandoci ignoranti circa la nostra eventuale storia. In quelle foto, nei miei appunti, si docu-
somma il peso della forzata inutilità, ci sentiamo come una musica senza il sonoro o come un salto mortale eseguito al buio. Difficile sopravvivere. Storicamente gli arlecchini sono stati sempre i primi a soccombere per loro intrinseca fragilità e scomodità... ma sono i più at-
mentano gli ultimi trent'anni del novecento dell'arte di strada, limitatamente ai cosiddetti saltimbanchi e al solo territorio meneghino, onde evitare un campo decisamente troppo vasto. Ora con questo libro i dati sono stati raccolti in bell'ordine e finalmente posso buttare al macero lo scatolone ormai inutile, anzi, qualcuno è interessato alla collezione completa di Kaskade? Questo è un tempo ferale per gli arlecchini! Alla fame atavica si
Piccolo Circo Kinesis
La scorsa estate, spinto da un obbligo di riconoscenza, ho messo in ordine un lavoro di documentazione sull'arte di strada abbandonato vent'anni fa. Da quando frequento questo mondo ho visto molti compagni trovare altre strade, cambiare vita, trapassare a una migliore e con questo annuario volevo ricordare coloro che per me sono, ciascuno a proprio modo, degli eroi che non hanno lasciato traccia se non quella flebile di gesso sull'asfalto, che non sono assurti alla gloria del web e non sono mai stati citati – se non forse in giudizio! Certo è una storia minima e risibile ma che spero stimoli a dare valore non alle grandi imprese, ai nomi immarciscibili di onnipresenti direttori e presidenti, ma a quei corpi e quelle anime effimere e anonime come farfalle. Spero che queste pagine resistano più a lungo e tramandino il loro leggero battito d'ali.
L’ACROBATA divagazioni a cura di A.S.
Da trapezio a a trapezio, nel silenzio dopo dopo un rullo di tamburo di colpo muto, attraverso attraverso l’aria stupefatta, più veloce del del peso del suo corpo che di nuovo di nuovo non ha fatto in tempo a cadere.
rubrica ad alto tasso circense
Solo. O anche meno che solo, meno, perché imperfetto, perché manca di manca di ali, gli mancano molto, una mancanza che lo costringe a voli imbarazzati su una attenzione senza piume ormai soltanto nuda.
Le Cirque Bleu Marc Chagall 1953
JUGGLINGMAGAZINE.IT
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PROGETTOQUINTAPARETE.IT