Aglae Bory
Mario Del Curto
Jug n 58_JUG new 22/03/13 19.24 Pagina 7
mondo. Il Mime ha presentato nel corso della sua lunga storia molti dei nomi più illustri del settore: Jacques Lecoq, Bolek Polivka, Philippe Genty, Lindsay Kemp, Annie Fratellini, Jérôme Deschamps, Marcel Marceau e la sua compagnia, oltre a sostenere una nuova generazione di artisti importanti come La Ribot, Compagnie 111, Josef Nadj, Licedei, Simon McBurney Complicite, Phelim McDermot’s Improbable Theatre, e molti dei gruppi più importanti del nuovo circo. L’elenco completo dei partecipanti al festival, 19772011, può essere consultato sul sito web del festival. L’edizione 2013 del Mime, diciotto giorni di meravigliosa arte circense, illusione, animazioni digitali, teatro di figura straordinaria, teatro del clown nero, e altro ancora, ha offerto quindici produzioni provenienti da Australia, Belgio, Cina, Francia, Germania, Israele, Italia, Russia e Svizzera, così come i lavori di alcuni top performer della Gran Bretagna per il teatro visuale. Oltre a workshop e confronti con gli artisti nelle discussioni del dopo-show ha regalato molte anteprime nazionali, tra cui il nuovo lavoro degli artisti Romeu Runa e Miguel Moreira di Les Ballets C de la B, Zimmermann & de Perrot stelle del circo-teatro svizzero, Blind Summit tra i più illustri burattinai della Gran Bretagna in circolazione; Leo di Circle of Eleven, basato sull’orginale di Tobias Wegner; e ancora un remake della produzione di rottura della Compagnie 111, Piano B, a dieci anni dal suo debutto e a cura di Aurélien Bory e Phil Solthanoff’s. Da rimarcare anche la partecipazione di My!Laika, impegnato nel suo tour europeo, a cui affidiamo lo spazio per un diario di bordo.
Il 13 gennaio My!Laika inaugura il 2013 attraversando La Manica e incrociando gli occhi (e le My!Laika dita) per raggiungere sulla corsia di sinistra la Queen Elizabeth Hall nel cuore di Londra. Attaccati ai finestrini come bambini in gita ci chiediamo come reagiranno gli inglesi al nostro spettacolo. Se lo chiedono www.mylaika.com anche gli organizzatori: due fantastici personaggi che sembrano saltati fuori da un libro di Alan Bennet. Abbiamo lavorato in 10 diverse nazioa cura di Salvatore Frasca fo f to di Mona ni ma è la prima volta oltremanica. Non è un mistero che il pubblico di diverse nazioni reagisca diversamente, ma “Popcorn Machine” è controverso, a volte rischioso, al punto da sorprendere spesso… anche noi! Gli spettatori rimangono colpiti per ragioni diverse. Così a volte lo spettacolo risulta comico, inquietante, assurdo, dadaista, punk…è stato detto di tutto! Ma cosa dirà Londra di noi? Il montaggio è sempre un momento delicato per via dei nostri fragili materiali. Amplificatori, cavi elettrici, lampadari, vecchie carrucole, elettrodomestici amplificati, strumenti musicali. Per fortuna uno staff di tecnici è a nostra disposizione e così debuttiamo in totale relax. My!Laika dà il meglio di sè per quattro sere. Il pubblico è entusiasta oltre il comprensibile e la stampa ci regala una dozzina di articoli, uno persino su “The Guardian”. La nostra enigmatica sensazione è “strano ma vero”. Dall’inizio del progetto in tre anni, con diversi format dello spettacolo, ci siamo esibiti in piccole sale, teatri di campagna, vecchie fabbriche, chapiteaux, e quando ci capita di lavorare in grandi teatri e situazioni ‘prestigiosÈ non sappiamo mai se è quello il posto giusto per noi. In fondo abbiamo sempre desiderato essere flessibili e fare spettacolo ovunque; provenendo dalla strada tutte le limitazioni tecniche ci sembravano delle catene. Ma non è stato così, per principio cerchiamo sempre di adattarci alle condizioni d’ogni luogo, non tutti hanno i mezzi straordinari del Mime Festival di Londra o Circa ad Auch, e noi vogliamo andare ovunque. Allora ci capita di dormire una notte in un hotel 5 stelle e quella dopo in 6 nel furgone uno sopra l’altro. Questo per noi è entusiasmante, solo il circo può farti vivere questa intensa dicotomia. La nostra voglia di esplorare ci porta ad accettare date in luoghi lontanissimi tra loro. Ora progettiamo una tournée sud americana. Porteremo oltre allo spettacolo un nuovo progetto performativo, “MAIS”, una mostra vivente in cui il giorno prima dello spettacolo il pubblico, attraverso un percorso all’interno dei luoghi del teatro, dai bagni alla graticcia, assisterà a numeri detti ‘scarti di creazione’ cioè scene create e mai inserite nello spettacolo. Quest’estate andremo in Ungheria, Repubblica Ceca, Germania, Spagna, Francia. Divoriamo moltissimi chilometri e facendo un lavoro molto fisico è dura, ma quando arriviamo in nuovo teatro e scarichiamo i nostri ‘giocattoli’ scatta l’adrenalina, i dolori spariscono e ci diciamo “vediamo cosa succederà quì!”.
j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 58 m a r z o 2013
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