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XXVIII Golden Circus 23 dicembre 2011 / 8 gennaio 2012, Roma www.goldencircusfestival.it
foto Pietro di Gianbattista
Intervista Liana Orfei direttrice artistica
Ventottesima edizione, anche questa piena di paure e timori per gli imprevisti ma, ad essere sinceri, una delle edizioni migliori e tra le più soddisfacenti tra quelle che abbiamo organizzato. Innanzitutto per gli artisti che hanno partecipato, tutti di straordinaria levatura artistica come la troupe coreana di Piong Yang che ad ogni spettacolo facevano un pieno di applausi, con esercizi al limite dell’umano e record mondiali abbattuti, o le artiste Ucraine alle cinghie, o ancora la coppia di comici di scuola russa veramente innovativi, o il balletto Vatan che ha accompagnato tutto il festival dando pennellate di bravura e bellezza tra un numero e l’altro e… tanto, tanto ancora. Ma la cosa più importante ai miei occhi è stata ritrovarmi con tutte persone splendide a livello umano. In secondo luogo, per l’atmosfera particolare che si è creata; per la prima volta ho sentito un interesse mediatico verso il Festival, cosa molto rara in Italia, con ampi servizi dedicati al circo e perfino la consegna dell’Oscar del Circo, cioè il Golden trofeo, un riconoscimento diretto a noi nello specifico, ma anche alla categoria circense in generale, che mi ha ripagata della fatica, del tempo e del denaro investiti con caparbietà e determinazione da me e mio marito Paolo Pristipino in questi ventotto anni. Oggi le discipline fondanti del circo vengono sviluppate in nuove maniere, in nuove direzioni, con nuove coreografie e drammaturgie... Vedo che c’è una continua ricerca di nuove formule espressive, che è molto bello, ma non mi piace la presunzione di giovani artisti che quando hanno anche una piccola idea credono di aver raggiunto già la vetta. Nella scelta dei numeri ci basiamo soprattutto sulla qualità e l’originalità degli esercizi. Prendi ad esempio l’esibizione delle cubane: forse mancava un po’ di stile, ma l’idea di usare dei tessuti attaccati ai capelli mi è sembrata avvincente. Scegliamo seguendo ciò che ci colpisce di più… del resto oggi è complesso, ci sono moltissime scuole di circo, ed ora sono molto diffusi il tessuto e la giocoleria. Ma un criterio che utilizziamo nella scelta è anche quello di garantire una certa varietà dello spettacolo: non posso scegliere artisti, per quanto bravi, che facciano solo tessuto e giocoleria! Anche quest’anno abbiamo inserito nel Festival il concorso CircUp!, dedicato alle giovani promesse. Trovo giusto che questi ragazzi ancora quindicenni non concorrano con artisti che hanno molta più esperienza e riconoscimenti, ma conservino la possibilità di esibirsi in un Festival internazionale, che è una grande vetri-
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na, con una giuria composita proveniente da diverse parti del mondo. Certo ci sono alcune eccezioni, ad esempio gli artisti mongoli, seppur giovanissimi, erano talmente bravi che la giuria ha deciso di farli concorrere nel festival principale! La sezione di Circ-up! per me è importante anche perché avendo fondato una scuola di circo, vorrei che, accanto alle più rinomate scuole di circo francese, russa, canadese o coreana, si sentisse parlare presto anche della scuola italiana. Quest’anno nella sezione Circ-up! c’erano Cristhian Orfei, e Giada Carioni, allievi della Scuola di Milano; Piccolo Circo dei Sogni di Paride Orfei. Sono entrambi molto bravi, molto giovani, con tanta voglia di fare e si sono esibiti in coppia, in uno show che la giuria ha apprezzato e premiato. La scuola per me è molto importante e molto faticosa. È già ini-