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P I ST E LO N TA N E
di Alessandro Serena aserena@iol.it Esiste un modo di fare circo per ogni nazione e per ogni tempo, come ho avuto modo di scoprire nel corso dei miei giri per il mondo alla ricerca di talenti della pista e della strada. Proverò a raccontarvi tutto questo sulle pagine di Juggling Magazine, con reportage di viaggi nello spazio, nel tempo e nella fantasia, alla scoperta di mille ed una maniera di fare e vivere il circo.
Senza Casa
Uno spettacolo di teatro acrobatico dei balcani Foto di Ahara Bischoff
la piazza comune d’europa Senza casa è un progetto europeo che mette insieme soggetti ed esperienze diverse. Come una piazza sulla quale confluiscono strade, stradine, viuzze e viali alberati. Un progetto che, per chi lo sta vivendo, è già di per sé un’esperienza difficile da dimenticare. Io cammino su una delle stradine che arrivano sulla piazza. Porto nella mia sacca molte delle esperienze da me compiute negli anni, e tra queste due in particolare: innanzitutto l’attività di ideatore di spettacoli come Ombra di Luna (da molti considerata una scintilla vitale per il circo contemporaneo in Italia) o Creature, uno spettacolo di teatro acrobatico africano con 350 repliche in tutta Europa. In compagnia del demiurgo Marcello Chiarenza, del compositore Carlo Cialdo Capelli e degli amici di Pantakin da Venezia. In secondo luogo l’esperienza recente del Circo della Pace di Bagnacavallo, ideato con Ruggero Sintoni, una vetrina che permette a gruppi di circo sociale da tutto il mondo di presentare i propri spettacoli nel piccolo comune romagnolo. Con grandi soddisfazioni, come l’incontro con il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. O i molti sorrisi delle persone che lavorano nel sociale in prima persona e tutto l’anno. È partendo dalla volontà di creare un nuovo spettacolo con compagni di mille avventure, insieme a quella di mettersi in gioco per parlare di
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temi sociali che, nell’estate del 2010, decidiamo con Ilaria Trivellato e Andrea Porcelluzzi di partecipare al bando della CE Cultura 2010-2013. Il nome del progetto è Senza Casa, Homeless. The wandering of the circus, che propone un lavoro a tre nazioni e quattro partner: Accademia Perduta (leader del progetto), Teatro Stabile d’Innovazione per l’Infanzia e la Gioventù; Circo e Dintorni, associazione culturale che dedica i suoi sforzi a promuovere l’arte del circo; l’ungherese Foundation for the Circus Art (MagyarCirkuszmuveszetertalapitvany), e Ocelot Foundation, associazione polacca che cerca di fondere circo, sport e salute. Il progetto prevede la costruzione di uno spettacolo che parli degli “ultimi”, di coloro che versano in condizioni di estrema difficoltà. Il dossier ottiene il sostegno entusiasta della Commissione Europea piazzandosi al quarto posto su centinaia di proposte con un punteggio altissimo: 96/100.
Ottenuto l’indispensabile supporto ho radunato intorno a me lo staff creativo di sempre. In particolare ho sfidato Marcello Chiarenza a lavorare ad una poetica diversa dalle produzioni precedenti, dove emergevano materiali naturali come rami di nocciolo, tela di juta, erba e fiori. Il regista e drammaturgo siciliano ha risposto attingendo ad immagini del suo repertorio più antico, ma quanto mai attuale e convincenti, di quelle che ti prendono allo stomaco. L’idea è quella di uno spettacolo sgangherato e poetico, ambientato in un angolo poco ordinato del mondo, ispirato ai Balcani e ai clochard dell’umanità, in un luogo che potrebbe essere una discarica di rifiuti, dove presunti scarti della società, cose e persone, si incontrano e tentano di ricostruire un senso giocoso del mondo, dal punto di vista del clown. Storie di barboni equilibristi e comici, che usano il corpo come linguaggio per superare i propri limiti. Nella
ricerca di ispirazione ci siamo confrontati anche con temi tragici come i campi di concentramento, nazisti e sovietici, attraverso lo studio di autori come Primo Levi e Alexander Solzenicn. Ma la scelta finale è quella di mettere in scena uno spettacolo giocoso, dove uomini e oggetti senza valore che cercano insieme una rinascita, una nuova genesi, anche se sbilenca. Chi conosce Creature capisce l’intento. Inevitabile e spontaneo che molte suggestioni si avvicinino a quelle di Kusturica, o alle musiche di Bregovic. Ma Cialdo Capelli ha una propria originalità e la capacità di comporre una originale colonna sonora, che spazia dal malinconico al ritmo della festa. I partner stranieri hanno condiviso l’ideazione e fornito un bacino di artisti da cui attingere per la composizione del cast. Sono iniziati i viaggi in Polonia e Ungheria per incontri e workshop. In Italia si è lavorato sulla costruzione delle