Juggling Magazine #51 - june 2011

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Rencontre des Jonglages

G.Bistaki www.bistaki.com foto di Marie-Line Rios

G. Bistaki è un collettivo di cinque artisti che si sono riuniti per sovvertire il loro quotidiano artistico e innovare i loro moduli di ricerca e di rappresentazione. Francesco Juliot (Fr), Jive Faury (Fr), Sylvain Cousin (Fr), Nicanor Elia (Arg.) e Florent Bergal (Fr), sono tutti attori, danzatori e manipolatori di oggetti con un curriculum e una lunga esperienza artistica internazionale alle spalle di grande spessore.

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G. Bistaki è un circo coreografico, di ricerca, che si sforza di creare momenti privilegiati di incontro e scambio tra il nostro team, una struttura culturale, e il pubblico locale. L’ambiente, sia esso urbano o rurale, aperto o chiuso, è la scena della nostra azione. Il nostro set è il risultato di una installazione plastica in situ, semplice, di grandi dimensioni ed evolutiva, che disegna un mondo surreale in un luogo altrimenti comune. Il nostro approccio è quello di pensare fuori dagli schemi della creazione circense, e la nostra espressività deriva dal rapporto triangolare: “corpo / oggetto / spazio”, per una declinazione complessiva di oggetti ordinari e imperfetti per un corpo e nello spazio. Utilizziamo l’oggetto per farlo partecipare nell’universo scenico, e la sua installazione plastica funge da scultura, da mobile e da semplice macchinario. L’ultima nostra creazione “Cooperatzia” ci vede in scena con le tegole di terracotta provenzali chiamate “canal”, pesanti e fragili. Altro oggetto che portiamo in scena sono le borse in pelle. Maggiore è il repertorio fisico del manipolatore, più ricca sarà la relazione con l’oggetto, il cui utilizzo come elemento accessorio o di costume ci porta ad elaborare costumi che influenzano e regalano un timbro ai nostri comportamenti. Ogni personaggio ha un un carattere coreografico indotto dalla sua silhouette, il modo in cui si pone con l’altro è regolato da codici specifici. Le silhouette prendono vita e connotano l’appartenenza a un clan, o una casta. Senza rompere completamente con le origini del circo, accettiamo pienamente l’idea che la performance sia parte integrante del nostro lavoro, dove danza e teatro fisico si impongono come motori di ricerca e di espressione. Vogliamo immergere lo spettatore in una interpretazione di fatti e in un processo immaginativo attivi. Ci presentiamo come testimoni di un mondo imbevuto di un simbolismo tagliente, divertente e importante, che faccia riflettere sui codici di una nuova società, riflesso del mondo in cui viviamo. Clown e personaggi dalla energia esplosiva: “uomini-tegole”, “uomini-borse”, “cani-tegole” e “borseuccelli” coesistono, competono, si aiutano, guidano l’attenzione su tradizioni straniere, abitudini e immagini incantevoli. Tra formiche e cavallette, costruiamo, balliamo, distruggiamo, con gli eventi che si succedono come in un fumetto di Moebius/Jodorowsky, Bilal, Shadocks… Rivolgiamo una grande attenzione anche alla multimedialità, e fin dal primo incontro abbiamo registrato il nostro lavoro su supporti video e foto (tante ore di riprese e centinaia di foto). Videocamere, macchine fotografiche, sensori audio ci accompagnano costantemente nella nostra ricerca. Un confronto essenziale per il nostro modo di creazione. Siamo un po’ degli apprendisti stregoni di immagini e suoni che hanno sviluppato una “poesia numerica”; trasportiamo i nostri concept artistici anche sul video e uno dei nostri cortometraggi ha vinto il primo premio al festival regionale “Sequence” 2008 (Tolouse). Per la scelta delle musica e del suono utilizziamo invece la tecnica del sound-design, con una colonna sonora originale che poi elaboriamo. Durante una residenza, abbiamo inoltre incontrato Guillame Bautista (artista-regista) che ci ha aperto le porte del video in situ: l’elaborazione delle immagini in tempo reale, la multidiffusione in rapporto allo spazio coinvolto, una scenografia evolutiva e la proiezione video come fonte di tagli di luce.


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