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La Salamandre|
la-salamandre.com
intervista a Christian e Jean Micelle, fondatori e membri del gruppo a cura di Lucignolo
Eccoci al terzo appuntamento alla ricerca delle realtà espressive che vedono le tecniche di manipolazione del fuoco come strumento principale della messa in scena. Abbiamo incontrato per questo numero la compagnia più innovatrice e sensazionale degli ultimi 20 anni quanto a resa scenica e ricerca sulle possibilità espressive del fuoco. Loro é la paternità di vari effetti oggi di grande uso come ventagli, gonne di fuoco, coppe, innaffiatoio, cascate e nebbie di fuoco, giardini di fiammelle etc.
Eravamo negli anni ’80 artisti di diversa estrazione che venivano da diverse esperienze di strada. Vivevamo insieme in un ex monastero, una comunità di musici, giocolieri, attori, danzatori... e nel ‘90 a Besancon ci fu il debutto non ufficiale. In occasione di una festa creammo uno spettacolo e Jean Michelle ebbe l’idea di fondare una compagnia. Nei primi due anni, ospiti dei festival di Chalon e Aurillac, lavorammo su parate musicali colorati di giallo e nero, come le salamandre appunto. Nel ‘93 usammo i trampoli per lo spettacolo ”Petit Peopl” e ne montammo uno tribale col fuoco che, in breve ottenne un gran successo e ci guadagnò l’invito al festival di Mastricht. Intanto diventavano più frequenti le richieste di collaborazione con agenzie e registi, anche in Italia dove per 10 anni siamo tornati spesso. Dal ‘95 al 2000 la compagnia ha visto il periodo di maggiore evoluzione sul fuoco quanto a ricerca dei materiali, creazione degli effetti e degli strumenti scenici. Partendo da pure fantasie si passava alla fase di ricerca dei metodi migliori e
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più sicuri di realizzazione. L’esperienza che ci ha portato sulla strada dell’essenzialità ci viene dalla collaborazione con il Cirque Plume. La Salamandre ha struttura orizzontale, c’é da confrontarsi spesso su tutti gli aspetti che ci permettono di andar avanti, e per questo abbiamo molti incontri settimanali di diversa natura. Non c’è tra noi un leader e la forza del gruppo sta nella cooperazione dei singoli, a volte anche litigando. Abbiamo una divisione delle competenze; musica, acrobatica, filosofia… I punti fissi sui quali si insiste sono due: ”non avere tanto materiale da trasportare” e “avere in scena lo
stesso numero di uomini e donne”. Non presentiamo una disciplina principale, cerchiamo di mescolare il più possibile e per riuscirci seguiamo corsi e stage di diverse discipline: danza, teatro, clown, butho, taichi e chi-gong, percussioni e danza balinese, inoltre con l’aiuto di Peter Brook abbiamo lavorato molto sull’armonizzazione del gruppo. Nel rapporto con il fuoco per noi è importante cominciare studiando il fenomeno e quali sono i comportamenti idonei da adottare in fase di manipolazione, e solo in seguito lavorare sul corpo e sui movimenti. A tal proposito abbiamo sperimentato l’esperienza del
cosa si fa da soli nel bosco con il fuoco, del cosa spontaneamente si é portati a fare nel rapporto con la fiamma per poi portarlo agli altri, in altre parole, trovare e portare lo spirito del fuoco. Rendersi conto delle dimensioni di ciò che si vuole fare è fondamentale. Cominciare dal piccolo ed avere uno spirito predisposto a servire il fuoco, non a dominarlo. In scena é pur sempre lui l’attore principale! Fare molta attenzione ai metalli, alla sabbia ed a tutti i materiali che possono diventare roventi. Ovviamente grande attenzione va prestata al vento e fondamentale é avere a disposizione coperte bagnate. Per spegnere le fiamme il metodo migliore é toglier loro ossigeno coprendole. Il versare acqua sul fuoco potrebbe provocare reazioni inaspettate. Non perdere mai la calma ed aver sempre presente come spegnere rapidamente gli strumenti che si portano in scena. Nonostante la grande attenzione neanche noi siamo indenni da piccoli incidenti e in un solo caso se n’é verificato uno più grave, ma fortunatamente nulla di eccessivamente lesivo.
Fin un rus sci tic sib Po ec me su co cia un pr ga mo ce pe ne mo Tu po cir me da de cir se aff ve giu do da pa