Jug n 40
22-09-2008
12:55
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Festa Internazionale del IX edizione Circo Contemporaneo Brescia 6 giugno / 22 giugno
www.festadelcirco.it
foto di Viola Berlanda, Paolo Pioli, Stefano Pedrelli, Ian Winters
Giunto alla sua nona edizione, accettando la sfida di un budget ridotto e interrogandosi sul suo futuro, questa manifestazione, ideata e diretta da Gigi Cristoforetti, dopo essere stata pioniere e trascinatrice in Italia degli appuntamenti di circo contemporaneo, ha provato a riassumere lo spirito della propria storia in due appuntamenti straordinari ed emblematici al tempo stesso. Lo ha fatto ancora una volta portando artisti e spettacoli internazionali fin dentro il tessuto urbano di Brescia, scegliendo luoghi simbolo della città contrassegnati da un alto valore urbanistico, artistico e sociale, proseguendo la sua opera di diffusione del linguaggio del circo tra un pubblico di ogni età, trasversale e curioso, che in questi anni si è appassionato ad una comunicazione del corpo e dei sentimenti, collezionando serate difficili da dimenticare. Non poteva mancare nel 2008 l’appuntamento con un grande circo, un autentico mito della scena francese, per la prima volta in Italia: Alexandre Romanès, con La regina delle pozzanghere, un circo familiare gitano che in Europa è circondato da un’aura leggendaria.
stralci dalle interviste al fondatore Alexandre Romanès
www.cirqueromanes.com
CirqueTsiganeRomanès Pubblicazioni
Un peuple de promeneurs Le temps qu’il fait 2000
hanno proposto di ospitarci in residenza a Il mio vero nome è Joseph Buglione. Paroles perdues Gallimard 2004 Bordeaux, Lyon, Parigi. Sia la destra che la Mia mamma era calabrese e gitana. sinistra ci hanno dato spazio, e a Parigi noi Ho 4 figlie femmine e un maschio. La siamo uno dei soli tre circhi che possono entrare in città. L’ossamia è una famiglia di circo dalla guerra del 15-18, il mio bisnontura dello spettacolo è basata sulla musica, la mia formazione no andava di paese in paese con le sue tre donne, i loro bambiclassica e la musica gitana azzerano i tempi morti e la musica ni e un orso. «La cosa più scocciante è l’orso», diceva. A 25 anni classica mi è servita per addolcire l’insieme. In realtà io ho fatto ho lasciato il circo di famiglia che assomigliava sempre di più ad solo quello che mi sarebbe piaciuto vedere al circo. Facendo il un hangar per aerei, ho gettato la spugna e me ne sono andato. minimo, giusto quello che mi serviva per mettere benzina nella Per qualche anno ho fatto un numero di equilibrista per strada. macchina e mangiare. Qualcosa di molto semplice. Da molto tempo ero attirato dalla poesia, ho incontrato dei poeti: Ci sono delle cose che sono molto strane, e le società occidentaJean Grosjean, Dominique Panier, Adelmajid Benjelloun, Thierry li sono sempre di più gitane. Io noto che le persone oggi amano Metz, Jean Genet, con cui ho lavorato ad uno spettacolo di circo. mangiare sempre di più fuori. Si vestono con vestiti di tutti i coloC’era abbastanza materiale per fare 4 ore di spettacolo ma, quanri, e i colori non si abbinano per nulla tra di loro. Noto che gli do è stato il momento di passare alla realizzazione del progetto, uomini e le donne non si pettinano più. Escono dalla doccia, si ho preso la mia macchina e me ne sono andato a fare dei cesti asciugano i capelli e restano così e questo è molto gitano. Noto di vimini sulle rive della Loira. Dieci anni più tardi, ho riscoperto che negli uffici e nelle case le persone non sopportano più le il circo nel campo gitano di Nanterre. Ho comprato un pezzo di pareti divisorie tra i vari ambienti e questo è molto gitano e ci tela, un vecchio camion, qualche roulotte, ho sposato Délia e ci sono moltissime cose di questo genere e questo è stupefacensiamo messi in cammino con i nostri bambini. Qualche gitano in te…C’è una cosa importante da sapere ed è che le tribù gitane pista, Délia al canto, circondata da un violino, un contrabbasso, hanno vissuto molto bene fino alla prima guerra mondiale nel una fisarmonica…Anche nei miei sogni più folli non avrei mai 1914 perché eravamo a capo di due industrie molto potenti. Eraimmaginato di avere tanto successo con uno spettacolo così semvamo nel commercio dei cavalli, i cavalli gitani sono sempre stati plice, così spoglio. Per me non ha senso etichettare il mio circo, eccezionali, i cavalli erano dappertutto nel mondo, non c’erano sarebbe come definire o etichettare l’amore, come spiegare perancora macchine né camion. E poi fabbricavamo le lame, coltelli ché ti piace una donna e non un’altra. In Francia il pubblico ci e spade, e in questo avevamo un savoir faire che veniva dall’India descrive come il circo poetico ma le parole non servono a riproed eravamo in anticipo sull’occidente. Le nostre lame erano eccedurre le sensazioni che si provano. Abbiamo un alto livello tecnizionali, più di tutte le altre. E dopo la prima guerra mondiale non co ma ciò che appare è l’emozione, il sentimento e il fascino. ci sono stati più cavalli e nemmeno più lame e così ci siamo ritroNello spettacolo c’è quel pizzico di follia che piace al pubblico e vati senza un mestiere e non abbiamo più saputo cosa fare per d’altra parte una impresa gitana non è normale! In Francia ci
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