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WES PEDEN www.wespeden.com
foto di Graficherò Progetti di comunicazione
Incontriamo Wes Peden in occasione del suo stage a Bastia Umbra, presso il Piccolo Nuovo Teatro, e ne approfittiamo per chiedergli alcune considerazioni sui concetti di insegnamento, creazione, e innovazione.
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rizzare gli allievi verso nuove creazioni, a prendere un pò di responsabilità per la community dei giocolieri cui appartengo. Ho cominciato a giocolare a 5 anni, e fin da piccolo ho imparato tanta tecnica. Quando avevo 10/11 anni guardavo i campionati della IJA ed ero affascinato da quelli che esibivano trick e routine originali. Ho cominciato a imitare i loro trick, ma mi sono presto reso conto che la cosa bella era invece crearne di nuovi. Sono stato fortunato ad aver consolidato la mia tecnica quando ero un ragazzino; a 10 anni potevo già fare le mie 5 clave back cross ed è stata questa padronanza che mi ha permesso di elaborare facilmente nuovi trick. Da piccolo ho sempre anche disegnato, suonato il piano, ma con la giocoleria avvertivo più libertà, più possibilità. Amo la sensazione di fare
foto di Francesco Capponi
Sul web puoi trovare molti tutorial per imparare tante tecniche diverse, ma credo che il compito principale di un insegnante sia farti fare le cose che da solo non faresti, quelle dove normalmente non ti spingeresti. Quando ho avuto Jay Gilligan come insegnante mi vedevo assegnate di continuo tante sfide creative che non avrei mai cercato, perché per me era già abbastanza divertente provare 5 clave in back cross. La giocoleria è un’attività che richiede tempo e costanza negli allenamenti, e credo sia importante trasmettere la possibilità di spaziare, di giocare con gli oggetti, di trovare piacere nelle tue session, perchè così praticherai di più, con maggiore gioia e leggerezza. Non insegno molto ora, ma è importante farlo, perché mi aiuta a definire meglio il mio concetto di giocoleria, ad indi-
qualcosa di nuovo, che non esisteva e ora è lì. Mi appassiono a un’idea nuova e non smetto di provare fino a quando non mi riesce, anche se devo lavorare per tante ore di seguito. Ho sempre progetti nuovi in cui appassionarmi, la giocoleria è così vasta che non mi annoia mai. Posso scrivere un’idea di un trick e questa, a sua volta, mi suggerisce idee per altri 20 trick, oppure non funziona affatto ma apre comunque nuovi percorsi; oppure riguardo i filmati - amo girare video, anche durante gli allenamenti - e scorgo cose che quando ero lì non coglievo. Tra progetti e allenamenti mi piace anche vedere film, leggere bibiografie, pensare a nuove strade da percorrere, e spesso l’ispirazione viene da vite di artisti e grandi uomini che non sono giocolieri. Giro il mondo con la mia arte, incontro pubblici diversi, ognuno che reagisce a modo suo, ma tutti sorpresi di trovarsi di fronte una giocoleria che non conoscevano e non si aspettavano. Sono contento di poter fare qualcosa in cui credo, e sono felice che quello che mi appassiona piaccia anche al pubblico e mi permetta di vivere. Dagli USA ho scelto di trasferirmi a studiare in Svezia, dove Ville Walo e Maksim Komaro avevano aperto già tante nuove strade per la giocoleria. Un sacco dei miei giocolieri preferiti al tempo erano scandinavi, e lo stesso Jay Gilligan si era trasferito lì. Sembrava
che da quelle parti stesse succedendo qualcosa di importante e sicuramente oggi è uno dei posti dove si ricerca di più nella giocoleria. Seguo con attenzione le nuove creazioni e ho visto delle cose interessanti in giro, come alcuni pattern collettivi di Le Petit Travers, ma sono anche curioso di quello che succede in Giappone, dove la giocoleria sta esplodendo e dove ci sono tanti appassionati che si allenano con impegno. Le loro innovazioni sono molto originali, perché portano nella giocoleria la loro discipina e il variegato bagaglio della loro millenaria cultura. È interessante anche provare nuova giocoleria con nuovi oggetti, o mischiando oggetti diversi. Ogni attrezzo ha il suo modo di muoversi e infinite possibilità di essere manipolato. Con gli oggetti tradizionali come clave, palline cerchi questa manipolazione ha secoli di tradizione alle spalle, su cui i giocolieri continuano ad elaborare. Questo processo e questa confidenza devono ancora consolidarsi con i nuovi attrezzi, e richiederà sicuramente del tempo. Altrettanto stimolante è mettere insieme più giocolieri sul palco, le possibilità di interazione tra di loro diventano infinite e questo mi motiva a cercare nuove cose quando lavoro in coppia, o in trio con Patrick e Tony. C’è tanto lavoro nuovo ora in giro e questo ispira tutti a proseguire, in una continua girandola di innovazione.