Juggling Magazine #83 - june 019

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foto di Stephane Lessieux

foto di Francis Rodor

Personalmente sono molto entusiasta, sto imparando molto da questa esperienza, dalla giocoleria, e sono fiducioso per i prossimi anni. La nostra organizzazione è piccola, abbiamo solo 5 persone di staff, e continuiamo a coltivare le relazioni con le istituzioni, per stargli dietro e farci seguire. Abbiamo rinnovato ancora per altri 4 anni la convenzione per Scene Conventionnè, ma la struttura che ci ospita ha bisogno di lavori di manutenzione e ristrutturazione, inoltre servirebbero spazi con maggiori altezze per i giocolieri, ma con le istituzioni ci vuole tempo per programmare progetti a medio e lungo termine, per condividere una vision chiara sul nostro sviluppo.

RENCONTRE DES JONGLAGES

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foto di AleVilla

Dopo alcuni anni di spettacoli in Italia e Spagna sono arrivato per la prima volta in Francia nel 2008, partecipando al progetto FAAAC e collaborando con numerosi giocolieri francesi, tra cui Johan Swartvagher. La forza e l’audacia di questo gruppo mi ha portato a vivere varie peripezie artistiche in Europa, mentre lo scambio e l’influenza artistica ha innescato in me la voglia di formare una compagnia in Francia. Nel 2012 mi sono trasferito a Toulouse per creare la compagnia Betti Combo ed entrare nella scuola di circo Le Lido, formazione che muoverà la mia attenzione verso la manipolazione di oggetti ed attiverà il cambiamento tra attore di circo e clown. Dopo la scuola nasce lo spettacolo Al Cubo creato con Francesco ed Ilaria, due compagni con cui ho condiviso moltissimi teatri e la fantastica esperienza del palcoscenico del Festival Mondial du Cirque de Demain. Dopo 5 anni di tour in tutto il mondo il progetto della compagnia finisce e sento il forte bisogno di lanciarmi nella creazione di un “solo”, dove poter raccogliere e canalizzare tutte le esperienze vissute negli ultimi anni. Nasce così Bakéké, una creazione ludica e spontanea con il desiderio di oltrepassare la linea tra giocoliere e clown, rapportandomi all’oggetto in maniera differente, spostando il focus dal “trick” all’emotività del personaggio. Bakéké vuol dire secchio in hawaiiano e a differenza della precedente creazione la ricerca tecnica indirizza la manipolazione dell’oggetto verso un risultato più fisico e gestuale, mirando più alla drammaturgia clownesca. La sfida personale è di riuscire a fare uno spettacolo senza parole, senza lanci da giocoliere e con poca musica. Lasciando che il corpo parli al posto della voce mi avventuro in questo nuovo territorio che ha come tema il fallimento. Il progetto ha riscosso successo da subito, vincendo vari bandi e varie coproduzioni in Francia. Lavorando da solo vivo molti periodi di solitudine, condizione ottimale per il lavoro sul clown e per tro-

foto di Charlotte Moreaux

FABRIZIO ROSSELLI WWW.FABRIZIOROSSELLI.COM

vare una propria identità ed integrità artistica. Per me l’andare in scena è un’opportunità per esprimermi liberamente, avere la possibilità di mostrare la mia investigazione tecnica ed il mio universo artistico. Probabilmente non saranno né i giocolieri e né i clown a risolvere i problemi attuali del nostro pianeta, ma ciascuno di noi contribuisce a rendere più bello e colorato questo mondo portando in scena una scelta di vita che diventa atto politico e poetico, nel momento in cui offriamo al nostro pubblico un momento di evasione. Il tempo e l’attenzione si tuffano in un universo condito di autenticità, sincerità e fantasia.

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